Journal articles on the topic 'Analisi dei discorsi'

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Pereira, Bruno Gomes. "Analisi del discorso sui media e delle voci sociali: Costruzione linguistica e ideologica dei fenomeni di massa in Brasile." Latin American Journal of Development 2, no. 6 (January 28, 2021): 330–40. http://dx.doi.org/10.46814/lajdv2n6-001.

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Abstract:
Questo articolo si propone di discutere di come i media brasiliani, in particolare la televisione, ricombinano i discorsi e, con questo, ricostruiscono le immagini dei personaggi dei media che popolano l'immaginario dei telespettatori in Brasile. La Fondazione Teorica è ospitata in Linguistica Applicata nella sua prospettiva interdisciplinare e discorsiva. La Metodologia consiste in una mappatura bibliografica. Concludiamo che le sfere mediatiche brasiliane sono in grado di costruire veri e propri fenomeni di massa, popolando la memoria affettiva di milioni di persone e, con ciò, fruttando guadagni al mercato pubblicitario.
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Varriano, Valeria. "Ritrovarsi in TV durante una pandemia: analisi di due serie televisive cinesi." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 175–93. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19126.

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Abstract:
Il contributo propone un’analisi della narrazione dell’esperienza del COVID a Wuhan nei primi mesi del 2020 proposta dalle due serie televisive Heroes e With you realizzate a ridosso della conclusione del primo lockdown cinese. L’esame sarà svolto individuando gli elementi comuni alle due serie nella descrizione dei protagonisti delle serie e il modo in cui dialogano con personaggi e fatti reali, anche alla luce delle presentazioni offerte dai produttori televisivi alla stampa e pubblicate su riviste specializzate o riviste di partito. Al fine di capire se questa esperienza sia considerata in Cina come un trauma culturale, le serie sono, quindi, qui considerate come spazi di interpretazione dell’esperienza individuale in senso collettivo, discorsi in cui la memoria esercita un ruolo fondante nella definizione dell’io sociale e culturale.
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Pellegrino, Vincenza. "Conflitti ambientali e nuovi soggetti politici. Le rivolte "eco-epidemiologiche"." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 42 (January 2012): 81–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042007.

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Abstract:
Questo saggio ha come oggetto di riflessione i conflitti ambientali, i nuovi soggetti politici che ne sono protagonisti e le visioni collettive che paiono centrarsi in maniera inedita sulla cattiva gestione delle risorse locali e sui conseguenti rischi per la salute pubblica. Nuovi soggetti politici appunto (comitati, associazioni, movimenti) che operano l'articolazione fra discorsi scientifici (dati sull'inquinamento, previsioni ecc.) e discorsi politici (orientamenti valoriali e dibattiti sulle decisioni da prendere per il futuro). A partire da alcuni casi di studio (la questione dei rifiuti in Campania, quella degli inceneritori in Emilia Romagna) l'articolo conduce una breve analisi sulle forme argomentative adottate da questi gruppi, sulle modalitÀ di intendere il rapporto con le istituzioni democratiche e con la scienza (con amministratori e\o con esperti), sui processi interni di leadership e sull'idea di ‘rivolta' da condurre.
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OLIVEIRA, Ana Caroline Amorim. "Lélia Gonzalez e o pensamento interseccional: uma reflexão sobre o mito da democracia racial no Brasil." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 89. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244895.

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Abstract:
RESUMO O objetivo do presente artigo consiste em refletir sobre a perspectiva interseccional da autora Lélia Gonzalez, especificamente, em suas análises sobre os discursos acerca da mulher negra na construção e manutenção do mito da democracia racial no Brasil. A sua abordagem relacionando raça, classe e gênero- posteriormente é cunhado o termo interseccionalidades para caracterizar tal articulação- traz reflexões sobre a sociedade brasileira e o mito que a estrutura simbolicamente: o da democracia racial a partir da figura da mulher negra. Para sua análise Gonzalez articula, interdisciplinarmente, o marxismo e a psicanálise passando pelas ciências sociais e história, chegando na sua tese sobre o racismo enquanto uma neurose cultural brasileira. Dessa forma, ao retomar o pensamento de Gonzalez percebemos a sua urgência e atualidade para os estudos feministas, bem como, o reconhecimento enquanto uma intérprete do Brasil. Interseccionalidade. Lélia Gonzalez. Mito da democracia racial. Mulher negra. Lélia Gonzalez and intersectional thinking: a reflection on the myth of racial democracy in BrazilABSTRACT The aim of this article is to reflect on the intersectional perspective of the author Lélia Gonzalez, specifically in her analysis of the discourses about black women in the construction and maintenance of the myth of racial democracy in Brazil. Its approach relating race, class and gender - later the term intersectionality is coined to characterize such articulation - brings reflections on Brazilian society and the myth that symbolically structures it: that of racial democracy based on the figure of the black woman. For his analysis, Gonzalez articulates interdisciplinary Marxism and psychoanalysis through the social sciences and history, arriving at his thesis on racism as a Brazilian cultural neurosis. Thus, when resuming Gonzalez's thinking, we perceive his urgency and timeliness for feminist studies, as well as recognition as an interpreter of Brazil.Intersectionality. Lélia Gonzalez. Myth of racial democracy. Black woman. Lélia González e pensiero intersezionale: una riflessione sul mito della democrazia razziale in BrasileRESUMENL'obiettivo di questo articolo è di riflettere sulla prospettiva intersezionale dell'autore Lélia González, in particolare, nella sua analisi dei discorsi sulle donne di colore nella costruzione e nel mantenimento del mito della democrazia razziale in Brasile. Il suo approccio mette in relazione razza, classe e genere - il termine intersezionalità è stato creato per caratterizzare tale articolazione - porta riflessioni sulla società brasiliana e sul mito che la struttura simbolicamente: quella della democrazia razziale basata sulla figura della donna nera. Per la sua analisi, González articola, interdisciplinare, il marxismo e la psicoanalisi attraverso le scienze sociali e la storia, arrivando alla sua tesi sul razzismo come nevrosi culturale brasiliana. Pertanto, riprendendo il pensiero di González, percepiamo la sua urgenza e attualità per gli studi femministi, nonché il riconoscimento come interprete dal Brasile.Intersezionalità. Lélia González. Mito della democrazia razziale. Donna nera. Lélia González e pensiero intersezionale: una riflessione sul mito della democrazia razziale in BrasileSINTESEL'obiettivo di questo articolo è di riflettere sulla prospettiva intersezionale dell'autore Lélia González, in particolare, nella sua analisi dei discorsi sulle donne di colore nella costruzione e nel mantenimento del mito della democrazia razziale in Brasile. Il suo approccio mette in relazione razza, classe e genere - il termine intersezionalità è stato creato per caratterizzare tale articolazione - porta riflessioni sulla società brasiliana e sul mito che la struttura simbolicamente: quella della democrazia razziale basata sulla figura della donna nera. Per la sua analisi, González articola, interdisciplinare, il marxismo e la psicoanalisi attraverso le scienze sociali e la storia, arrivando alla sua tesi sul razzismo come nevrosi culturale brasiliana. Pertanto, riprendendo il pensiero di González, percepiamo la sua urgenza e attualità per gli studi femministi, nonché il riconoscimento come interprete dal Brasile.Intersezionalità. Lélia González. Mito della democrazia razziale. Donna nera.
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Amparo. "OXÍMORON PER EXCEL·LÈNCIA EN ELS TEXTOS DE CHIARA LUBICH." Acta Semiótica et Lingvistica 25, no. 3 (December 18, 2020): 143–52. http://dx.doi.org/10.22478/ufpb.2446-7006.44v25n3.55956.

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Abstract:
Nei testi di Chiara Lubich si trovano figure letterarie della famiglia dell’antitesi, il paradosso, l’ossimoro, tra cui l’espressione “Gesù Abbandonato”, cioè l’immagine di Gesù che in croce grida l’abbandono del Padre. In questo articolo si intende aproffondire la forza concettuale di questo sintagma, che consideriamo l’ossimoro per eccellenza della Lubich. Si inizia con una serie di precisazioni terminologiche, prendendo i dizionari di riferimento delle lingue di uso dell’autrice: catalano, spagnolo, italiano. Si prosegue con l’analisi del sintagma “Gesù Abbandonato” e il suo carattere ossimorico, d’accordo con le definizioni viste precedentemente. Per continuare l’approfondimente si inserisce un testo di Chiara Lubich in cui sembra che lei, per sviscerare il senso dell’ossimoro “Gesù Abbandonato”, ricorra al linguaggio antitetico in una carrellata di tante nuove contrapposizioni. Questo brano corrisponde ai capoversi 594-596 del Paradiso’49, corpus di scritti della Lubich, ancora inedito come tale insieme. Il brano preso in considerazzione è stato pubblicato però in diverse occasioni e per questo articolo si prende il seguente riferimento bibligrafico: C. Lubich, Gesù abbandonato, a cura di Hubertus Blaumeiser, Città Nuova, Roma 2016, pp 55-56. Dopo questa analisi, due conclusioni si possono cogliere dalle idee descritte dalla Lubich nel brano: Gesù Abbandonato è tutto, quindi ci stano dentro tutte le opposizioni dualistiche; Gesù Abbandonato non è mai uguale: è una tale cosa ed anche la contraria ed anche un’altra diversa, coinvolgendo le sfumature di mezzo, superando in questo modo anche gli antagonismi a due. L’articolo prosegue azzardando di esporre che la comprensione di questo ossimoro per eccelenza offre anche una chiave di lettura per interpretare le vicende del mondo odierno, così pieno di contrasti. In questo senso si fa dei riferimenti –tra l’altro– ai discorsi delle Lectio magistralis per le lauree h.c. a Chiara Lubich in teologia a Manila e in filosofia a Città del Messico, in cui si riferisce a Gesù Abbandonato come “il Dio del nostro tempo”, “il Dio di oggi”. Contestualizzando l’articolo al momento storico che si vive nel 2020, a causa dell’emergenza mondiale del COVID-19, se ne fa riferimento, stabilendo una connessione tra le antitesi del testo della Lubich e quanto viviamo ancora oggi per via della pandemia. Per concludere, dopo tutta l’esposizione, ci si domanda se questo “ossimoro per eccellenza” può contribuire in qualche modo a risanare tutte le ferite que attanagliano l’umanità odierna, e per darne una risposta si prende un testo della Lubich in cui, stabilendo un’identificazione tra Gesù Abbandonato e “ogni fratello sofferente”, getta ponti di luce e speranza tra gli opposti più scottanti.
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Colantonio, Claudia. "L’uso di Twitter da parte dei Ministeri della Salute nell’era COVID-19. Analisi delle strategie di creazione e innovazione lessicali." Textos, plataformas y dispositivos. Nuevas perspectivas para el análisis del discurso 9, no. 18 (November 8, 2022): 162–81. http://dx.doi.org/10.24137/raeic.9.18.8.

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Abstract:
La ricerca, che si colloca nel filone dell’analisi del discorso mediato dal computer (Pano Alamán y Moya Muñoz, 2016) e della pragmatica, si propone l’obiettivo di analizzare l’impatto dell’epidemia scatenata dal COVID-19 nel social network Twitter, con uno sguardo qualitativo o naturalista del fenomeno. L’analisi dei tweet prende in considerazione le strategie e le pratiche discorsive degli account dei Ministeri della Salute di cinque paesi (Cile, Colombia, Messico, Perù e Spagna) durante il 2022, mettendone a fuoco creazioni ed innovazioni lessicali, oltre agli hashtag. Il caso analizzato mostra la produttività della lingua spagnola che costantemente recepisce e produce materiale lessicale. //// This research, which belongs to the field of computer-mediated discourse analysis (Pano Alamán y Moya Muñoz 2016) and pragmatics, aims at analyzing the impact of COVID-19 on the social network Twitter. The methodology used has been based on an qualitative or naturalistic approach to this phenomenon. The analysis of the tweets takes into account the strategies and discursive practices of the accounts of the Ministries of Health of five countries (Chile, Colombia, Mexico, Peru and Spain) during 2022, with a focus on lexical creation and innovations and hashtags. The results of our analysis point to the Spanish language productiveness which constantly receives and produces lexical material.
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Kenda, Jana. "Ruoli pragmatici di "sì" : modello di analisi dei segnali discorsivi nell'italiano parlato." Linguistica 48, no. 1 (December 29, 2008): 137–49. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.137-149.

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Abstract:
Nel presente contributo osserveremo i diversi ruoli pragmatici assunti dal segnale discorsivo sì nella lingua italiana parlata. è nostro intento servirci di questo esempio concreto per illustrare la pluralità di funzioni e di forze illocutorie di un segnale discorsivo che possono renderne difficoltosa l’elaborazione e l’interpretazione. il metodo adottato per l’individuazione dei diversi ruoli pragmatici svolti dal segnale prescelto, si propone di costituire un modello di analisi applicabile anche ad altri elementi linguistici aventi simili proprietà pragmatiche.
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Burden, Amy. "Lipstick on pigs: Critical discourse and image analysis of non-humans in U.S. children’s ESL textbooks." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 8, no. 1 (March 31, 2021): 52–74. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.13.218.

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Abstract:
EN Gender equality in language learning has received considerable attention in research on classroom policy and materials. Within studies of materials like language learning texts, most research focuses on content analyses of character roles and images, with sometimes purposeful exclusion of non-human characters. However, non-humans in children’s picture books comprise almost 60% of the characters children read. Therefore, their representations of gender, including biases, overt sexism, and covert sexism should be examined. In this study, I examine gendering of non-human characters using corpus linguistics and critical discourse analysis. Additionally, I use critical image analysis to discuss pictorial gendering of non-human characters within 12 textbooks in two of the United States’ most widely used textbook series for language learning in elementary schools. Results indicate a strong preference for aggressive and adventurous male characters, male supremacist ideologies, and the suppression of female agency. Key words: CORPUS LINGUISTICS, CRITICAL DISCOURSE ANALYSIS, TEXTBOOK ANALYSIS, GENDER AND LANGUAGE, ENGLISH AS A SECOND LANGUAGE (ESL), CRITICAL IMAGE ANALYSIS ES La igualdad de género en el aprendizaje de idiomas ha recibido una atención considerable en la investigación sobre la política y los materiales en el aula. Dentro de los estudios sobre materiales como los textos para el aprendizaje de idiomas, la mayoría de las investigaciones se centran en el análisis del contenido de los roles y las imágenes de los personajes, con una exclusión de los personajes no humanos. Sin embargo, los personajes no humanos de los libros ilustrados para niños representan casi el 60% de los personajes que leen los niños. Por lo tanto, deben examinarse sus representaciones de género, incluyendo los prejuicios, el sexismo manifiesto y el sexismo encubierto. En este estudio, examino la representación de género de los personajes no humanos utilizando la lingüística de corpus y el análisis crítico del discurso. Además, utilizo el análisis crítico de la imagen para analizar el género pictórico de los personajes no humanos en 12 libros de texto de dos de las series de libros de texto más utilizados en Estados Unidos para el aprendizaje de idiomas en las escuelas primarias. Los resultados indican una fuerte preferencia por personajes masculinos agresivos y aventureros, ideologías de supremacía masculina y la supresión de la agencia femenina. Palabras clave: LINGÜÍSTICA DE CORPUS, ANÁLISIS CRÍTICO DEL DISCURSO, ANÁLISIS DE LIBROS DE TEXTO, GÉNERO E LINGUAJE, INGLÉS COMO SEGUNDA LENGUA (ESL), ANÁLISIS CRÍTICO DE LA IMAGEN IT L’uguaglianza di genere nell'apprendimento delle lingue ha ricevuto una notevole attenzione nella ricerca sulle norme di comportamento nelle classi così come nei materiali didattici. All'interno degli studi su materiali didattici come i testi per l'apprendimento delle lingue, la maggior parte della ricerca si concentra sull'analisi del contenuto dei ruoli e delle immagini dei personaggi con l'esclusione, a volte intenzionale, di personaggi non umani. Tuttavia, i non umani nei libri illustrati per bambini costituiscono quasi il 60% dei personaggi. Pertanto, dovrebbero essere esaminate le loro rappresentazioni di genere, inclusi pregiudizi, sessismo palese e sessismo nascosto. In questo studio si esamina la sessuazione di personaggi non umani usando la linguistica dei corpora e l’analisi critica del discorso. Inoltre, viene utilizzata l'analisi critica delle immagini per discutere la sessuazione di personaggi non umani all'interno di 12 libri in due delle serie di libri di testo più utilizzate negli Stati Uniti per l'apprendimento delle lingue nelle scuole elementari. I risultati indicano una forte preferenza per personaggi maschili aggressivi e avventurosi, ideologie suprematiste maschili e soppressione dell'agire femminile. Parole chiave: LINGUISTICA DEI CORPORA, ANALISI CRITICA DEL DISCORSO, ANALISI DEI LIBRI DI TESTO, GENERE E LINGUAGGIO, INGLESE COME SECONDA LINGUA, ANALISI CRITICA DELLE IMMAGINI
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Miklič, Tjaša. "Il discorso indiretto libero nel romanzo di Giorgio Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini: funzioni testuali e caratteristiche linguistiche." Linguistica 43, no. 1 (December 1, 2003): 93–108. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.43.1.93-108.

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Abstract:
Quando la sezione letteraria della commissione statale per l'italiano aveva scelto il romanzo II giardino dei Finzi Contini (GFC) come testo su cui preparare le cono­ scenze letterarie per l'esame di maturita in italiano lingua straniera nei licei sloveni non si aspettava particolari difficolta di comprensione da parte degli studenti. La fruizione pero si e rivelata meno soddisfacente del previsto. L'attenta analisi lin­guistica delle sue caratteristiche strutturali svolta in seguito allo scopo di offrire poi agli insegnanti suggerimenti concreti per la presentazione dei punti problematici in classe ha portato alla scoperta di una insospettata complessita, soprattutto di natu­ ra narrativa e sintattica. Questo compito apparentemente pratico ha spronato una ricerca di respiro piu ampio, che ha implicato analisi sistematiche della prima e del­ l'ultima versione del romanzo, 1 nonche di una serie di traduzioni in varie lingue.2
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IGNÁCIO, Patrícia. "A pedagogização do discurso do consumo no processo de escolarização." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 276. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243598.

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Abstract:
RESUMOO presente artigo investiga o processo de pedagogização do discurso do consumo nas práticas discursivas escolares, dando ênfase às condições de possibilidade para a materialidade do referido discurso no processo de escolarização e à forma como ele opera na produção dos sujeitos escolares para o consumo. Para dar visibilidade à pedagogização do discurso do consumo, a pesquisa compõe uma estratégia analítica inspirada nas proposições de Michel Foucault acerca da análise do discurso e da governamentalidade; nos Estudos Culturais; e nas descrições feitas por autores tais como Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, entre outros, sobre a condição humana em tempos marcados pela cultura de consumo. O corpus de análise é composto por textos enunciadores do discurso do consumo no processo de escolarização, retirados das Diretrizes Curriculares Nacionais, dos Parâmetros Curriculares Nacionais, de livros paradidáticos, dos manuais de formação de professores e de Planos do Portal do Professor/MEC. Os resultados apontam para: (1) um quadro de conceitos, objetos e modalidades que reverberam e materializam o discurso do consumo no campo da educação e (2) um conjunto de tecnologias de si – inscritas na rede de sistemas de significações da sociedade de consumo – por meio das quais os sujeitos se observam, se interpretam, se julgam, se narram, se gerenciam e se moldam. Tais dados mostram a forma como as práticas discursivas escolares pedagogizam o discurso do consumo – de acordo com o regime de verdade de campo discursivo da educação -, ensinando os sujeitos escolares a desempenhar o papel de consumidores.Educação e Consumo. Educação para o Consumo. Escola e Consumo. Processo de Escolarização e Consumo.The pedagogical transformation of consumption discourse in the schooling process ABSTRACTThis paper investigates the process of pedagogization of consumption discourse in school discursive practices, emphasizing the conditions of possibility for the materiality of this discourse in the schooling process and the way it operates in the production of school subjects for consumption. To give visibility to the pedagogization of consumer discourse, the research composes an analytical strategy inspired by Michel Foucault's propositions about discourse analysis and governmentality; in Cultural Studies; and in the descriptions made by authors such as Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, among others, about the human condition in times marked by consumer culture. The corpus of analysis consists of texts that enunciate the discourse of consumption in the schooling process, taken from the National Curriculum Guidelines, National Curriculum Parameters, paradidmatic books, teacher training manuals and Teacher Portal / MEC Plans. The results point to: (1) a framework of concepts, objects and modalities that reverberate and materialize the discourse of consumption in the field of education and (2) a set of self technologies - inscribed in the network of meaning systems of the consumer society. - through which subjects observe, interpret, judge, narrate, manage and shape themselves. These data show how school discursive practices pedagogize consumer discourse - according to the discursive field truth regime of education - by teaching school subjects to play the role of consumers. Education and Consumption. Consumer Education. School and Consumption. Schooling Process and Consumption. Il discorso sul consumo ne la formazione Scientífica RIASSUNTO Questo documento cerca di indagare il discorso sul consumo nelle pratiche nelle scuole, sottolineando le condizioni de la materialità del discorso nel processo scolastico e il modo in cui opera nella produzione di materie scolastiche per il consumo. Per dare visibilità alla al discorso del consumatore, la ricerca compone una strategia analitica ispirata alle proposizioni di Michel Foucault sull'analisi del discorso e sulla governabilità; in studi culturali; e nelle descrizioni fatte da autori come Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, tra gli altri, sulla condizione umana in tempi segnati dalla cultura del consumo. Il corpus di analisi è costituito da testi che enunciano il discorso del consumo nel processo scolastico, tratti da Linee guida per i curricula nazionali, parametri dei curricula nazionali, libri paradidmatici, manuali di formazione degli insegnanti e piani del portale / MEC per gli insegnanti. I risultati indicano: (1) un quadro di concetti, oggetti e modalità che riverberano e materializzano il discorso del consumo nel campo dell'educazione e (2) un insieme di auto-tecnologie - inscritte nella rete di sistemi di significato della società dei consumi. - attraverso cui i soggetti osservano, interpretano, giudicano, narrano, gestiscono e modellano se stessi. Questi dati mostrano come le pratiche discorsive scolastiche pedagogano il discorso dei consumatori - secondo il regime discorsivo della verità sul campo dell'educazione - insegnando alle materie scolastiche a svolgere il ruolo dei consumatori. Istruzione e Consumo. Educazione Al Consumo. Scuola e Consumo. Processo Scolastico e di Consumo. La transformación pedagógica del discurso del consumo en el proceso escolar RESUMEN Este artículo investiga el proceso de pedagogización del discurso del consumo en las prácticas discursivas escolares, enfatizando las condiciones de posibilidad para la materialidad de este discurso en el proceso escolar y la forma en que opera en la producción de asignaturas escolares para el consumo. Para dar visibilidad a la pedagogización del discurso del consumidor, la investigación compone una estrategia analítica inspirada en las proposiciones de Michel Foucault sobre el análisis del discurso y la gubernamentalidad; en estudios culturales; y en las descripciones hechas por autores como Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, entre otros, sobre la condición humana en tiempos marcados por la cultura del consumidor. El corpus de análisis consiste en textos que enuncian el discurso del consumo en el proceso escolar, tomados de las Pautas del Currículo Nacional, Parámetros del Currículo Nacional, libros paradidmáticos, manuales de capacitación docente y Planes del Portal del Maestro / MEC. Los resultados apuntan a: (1) un marco de conceptos, objetos y modalidades que reverberan y materializan el discurso del consumo en el campo de la educación y (2) un conjunto de auto tecnologías inscritas en la red de sistemas de significado de la sociedad de consumo a través del cual los sujetos se observan, interpretan, juzgan, narran, gestionan y modelan. Estos datos muestran cómo las prácticas discursivas escolares pedagogizan el discurso del consumidor, de acuerdo con el régimen de educación discursiva de campo de la verdad, al enseñar a los sujetos escolares a desempeñar el papel de consumidores. Educación y consumo. Educación del consumidor. Escuela y consumo. Proceso de escolarización y consumo.
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Wazlawick, Patrícia. "Pensiero filosofico della Cultura Umanistica come pressupposto alla Pedagogia Ontopsicologica: resultati del percorso formativo dei giovani nell’educazione universitariaPhilosophical thought of Humanistic Culture as a prerequisite to Ontopsychological Pedagogy: the training of young people in higher education results you." Saber Humano: Revista Científica da Faculdade Antonio Meneghetti 6, no. 8 (August 4, 2016): 29. http://dx.doi.org/10.18815/sh.2016v6n8.133.

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Abstract:
Ricerca esplorattiva ed empirica, approccio quantitativo-qualitativo, nell’interfaccia tra filosofia (pensiero filosofico della cultura umanistica), pedagogia ontopsicologica e educazione universitaria. L’obbiettivo generale è investigare come la pedagogia ontopsicologica contribuisce alla formazione personale/professionale dei giovani. Fondamentasi teoreticamente, in modo storico e pratico, nell’educazione, pedagogia ontopsicologica e formazione dei giovani nella contemporaneità. Il campione è stato formato con 49 giovani, studenti dei corsi di laurea in Amministrazione, Diritto e Sistemi Informativi, in una facoltà privata, localizzata in municipio al sud del Brasile. Questi giovani, età media di 25 anni, hanno risposto a tre test quantitativi di ricerca in due momenti diverse: quando si sono ingressati nei corsi di laurea, e di nuove mesi ad un anno dopo, caratterizando la seconda applicazione. I test utilizzati sono stati: a) Inventario dei Cinque Grandi Fattori della Personalità (Big Five); b) Scala Esistenziale di Längle; c) Test Forma Mentis. Dopo è stato applicato un questionario qualitativo con questione aperte, per raccogliere informazione di significati/sensi dei partecipanti che hanno avuto un maggior risultato di significanza statistica nell’applicazione dei test quantitativi. Lo studio ha realizzato analisi statistici e analisi del contenuto e del discorso. Con l’analisi e discussione dei risultati il problema di ricerca è stato risposto, siccome l’obbiettivo generale e gli obbiettivi specifici, producendo tre conclusioni principali. Si conclude che la pedagogia ontopsicologica contribuisce con resultati efficienti nell’aspetto psicologico dei giovani, una volta che la dinamica di sviluppo della personalità mentre il periodo studiato realmente esiste, e ausilia nello sviluppo sano personale, esistenziale e professionale degli studenti.
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Ceković, Nevena P., and Nataša L. Janićijević. "“Scusa, sai, ti dico”... Gli equivalenti serbi dei segnali discorsivi italiani di origine verbale." Анали Филолошког факултета 29, no. 2 (2017): 51–65. http://dx.doi.org/10.18485/analiff.2017.29.2.4.

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Civitarese, Giuseppe. "Cosa vuol dire "giocare" in analisi?" PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001003.

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Abstract:
"Giocare" in analisi ha a che fare con a) l'ascoltare il discorso dell'inconscio come se virtualmente qualsiasi cosa riflettesse il sogno della coppia o del campo analitico, b) l'interpretare il processo dell'analisi non come un rettificare le distorsioni di transfert ma come un promuovere trasformazioni, c) l'adoperare uno stile semplice, diretto e spontaneo di conversazione con il paziente. Nel nuovo paradigma della psicoanalisi, che si può definire non più epistemico ma ontologico, cioè diretto non tanto a svelare contenuti rimossi ma a promuovere nuove funzioni, la psicoanalisi dei bambini, in cui il gioco ha un posto così rilevante, fa da modello alla psicoanalisi degli adulti. I concetti di attività, vitalità, intensità, curiosità, piacere, esplorazione, spontaneità, apertura, ecc. diventano elementi che idealmente dovrebbero essere presenti in qualsiasi analisi. Nel gioco tutto è finzione e si gioca in due. Giocare serve a far crescere la mente passando per momenti di sintonizza zione emotiva (at-one-ment). Da qui la necessità per l'analista di disporre di concetti aggiornati per intuire cosa succede sul piano inconscio e condiviso della relazione.
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Chandra, Hanry, Grant Nixon, and Martina Novalina. "Missio Dei dalam Konteks Indonesia: Analisis Naratif Matius 18:15-17 sebagai Misi Allah bagi Gereja." KHARISMATA: Jurnal Teologi Pantekosta 4, no. 1 (July 30, 2021): 43–53. http://dx.doi.org/10.47167/kharis.v4i1.77.

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Abstract:
The Church is a fellowship of the sinners who have accepted Jesus Christ as Lord and saviour. Ironically, even after receiving forgiveness of sin, congregations are still human beings who still have the potential to do sin or mistake. It can happen to anyone, whether he is a church member, servant, or even pastor. Besides that, sin and mistake can happen in multiple forms and places, internally or externally. This article itself is an effort to find a biblical formulation in order to face this reality within the church ministry. This formulation can be found within Matthew 18:15-17 which contains a special discourse in Matthew concerning the church. The Church often understands Missio Dei or God’s mission only for non-Christian. According to this research, by using a descriptive-analytical method toward Matthew 18:15-17, which is a proportional hermeneutic approach, there seems a concept that Missio Dei also goes to Christians who live in sin. God loves sinners and because of that, He arranges how a Christian community faces its members who did sin. In this case, Matthew 18:15-17 teaches a concept that Missio Dei happens in multidimensional, including the one who has known God, yet falls in sin again.AbstrakPemahaman Missio Dei yang terlalu terpusat pada gereja cenderung menempatkan sasarannya atas bangsa-bangsa yang belum terjangkau Injil atau daerah-daerah yang belum pernah dijelajah. Hal ini menyebabkan perhatian Missio Dei sangat dominan pada usaha kon-versi. Mereka yang telah terhisab dalam gereja dipandang sebagai “yang telah ditemukan”, sehingga tidak lagi menjadi sasaran utama dalam pembahasan misi. Padahal penekanan pada usaha konversi semacam ini dapat menjadi tantangan tersendiri dalam misi konteks Asia, terutama Indonesia. Melalui penelitian dengan menggunakan metode deskriptif analitis terhadap Matius 18:15-17, yaitu melalui pendekatan hermeneutik yang proporsional, ditemukan suatu konsep bahwa Missio Dei berlaku juga bagi mereka yang sudah Kristen namun jatuh dalam dosa. Allah mengasihi orang berdosa dan oleh sebab itu, Ia mengatur bagaimana komunitas Kristen menghadapi jemaat yang berbuat dosa. Dengan kata lain, teks Matius 18:15-17 mengajarkan satu konsep bahwa Missio Dei berlaku dalam berbagai dimensi, termasuk bagi orang-orang Kristen yang sudah mengenal Allah, namun berbuat dosa lagi.
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Ferrari, Paolo. "Il duce.. Vero o presunto Intervista a Mimmo Franzinelli." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 611–19. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265005.

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Abstract:
La sezione si compone di tre contributi. Dal primo, Il duce.. vero o presunto, intervista di Paolo Ferrari a Mimmo Franzinelli (autore di Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia), emergono sia i molti elementi che dimostrano la falsitŕ dei diari di Mussolini editi da Bompiani, sia le ragioni e le modalitŕ del tentativo, da parte di chi ne ha promosso la pubblicazione, di accreditare un'immagine pubblica ‘emendata' del dittatore, puntando a una sua ‘riabilitazione', alla costruzione di un fascismo "immaginato", privato dei suoi aspetti liberticidi, guerrafondai e razzisti: una vicenda culturale di lungo periodo che ha avuto inizio subito dopo la fine della dittatura. Il secondo, Il Discorso della Corona e i falsi diari di Lucio Ceva, illustra e commenta una nuova prova della loro non autenticitŕ. Infatti, mentre in essi, alla data 23 marzo 1939, il preteso Mussolini critica e dileggia i contenuti del Discorso della Corona, pronunciato nel 1939 da Vittorio Emanuele III, questo discorso, secondo gli usi e come confermato dal documento autografo pubblicato in appendice e conservato presso l'Archivio centrale dello Stato (ACS), era stato scritto proprio dal duce. Conclude la sezione la Perizia grafico-grafologica di Nicole Ciccolo, che compara i testi pubblicati da Bompiani sia con gli autografi di Mussolini conservati presso l'ACS sia con gli autografi di Amalia Panvini, giŕ condannata nel 1960 per falso e truffa in quanto creatrice e venditrice di falsi diari di Mussolini, giungendo alla conclusione di attribuire a quest'ultima anche la stesura dei Diari pubblicati da Bompiani, e confermando cosě, da una diversa angolazione di analisi, la tesi formulata da Franzinelli.
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Čatić, Ivica. "Giudizio e annuncio di un incontro nuovo." Diacovensia 30, no. 3 (2022): 407–32. http://dx.doi.org/10.31823/d.30.3.5.

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Abstract:
La seconda parte dell’articolo si occupa del contenuto semantico delle sequenze testuali riconosciute nella tappa precedente. Qui infatti intendiamo esaminare il significato dei singoli termini o costruzioni nell’ambito biblico e specialmente nel Vangelo di Matteo per poter proporre un significato appropriato alla nostra pericope. Dopo l’identificazione dei destinatari ai quali Gesù si rivolge, la nostra analisi si concentrerà su due questioni imposte dal testo: il giudizio ed un eventuale cambiamento del destino. Poiché il discorso di Gesù si rivolge a Gerusalemme ed ai suoi figli sempre in seconda persona plurale, è opportuno soffermarsi sulla vera identità dei destinatari. In poi la nostra analisi si concentrerà su due questioni imposte dal testo: il giudizio ed un eventuale cambiamento del destino cioè annuncio di un incontro nuovo. Secondo gli risultati del nostro lavoro, il messaggio di 23,39 manifesta una soluzione duplice: poiché Gesù non fu riconosciuto nella sua identità messianica durante l’entrata nella città santa in 21,1-11, conseguentemente l’Eulogēmenos che Gerusalemme non gli ha pronunziato rimane come il fondamento dell’abbandono e, nello stesso tempo, la condizione dell’incontro nuovo in 23,38-39. Al livello dell’insieme del Primo Vangelo, il nostro testo fa parte di una visione delle due comunità d’Israele nella polemica. Con parole di giudizio e della salvezza condizionata Matteo si rivolge a quella parte che ha rifiutato Gesù. La parte d’Israele che l’ha accolto appare di nuovo in 27,53 dove i santi risuscitati entrano nella città santa. In questo modo l’evangelista sottolinea la linea della continuità nella storia della salvezza e della fedeltà di Dio alle sue promesse verso Israele. Mt 23,37-39 segnala una svolta e punto in quale Gesù ha reso manifesto questa divisione. Nello stesso tempo, ha offerto possibilità per recuperazione del fallimento. In questo modo il Signore permette ai figli di Abramo di realizzare il compito per il quale sono scelti nell’AT. Il messaggio della nostra pericope aveva importanza anche per la comunità matteana. Nel contesto dei rapporti difficili tra Chiesa e giudaismo, essa presenta un invito ai cristiani riconoscersi nella stessa linea dei profeti e di stesso Gesù. In quanto il suo incontro con il popolo giudaico rimane dipendente dalla loro conversione, il testo evangelico presenta anche un appello alla Chiesa a dare il suo impegno a questa conversione.
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dell’Agnese, Elena. "La Climate Fiction secondo l'Ecocritical Geopolitics: un'agenda per la ricerca." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (May 2022): 110–26. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13805.

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Abstract:
L'idea che un cataclisma climatico possa alterare in maniera profonda gli equilibri del pianeta è presente nella fantascienza sin dalla fine dell'Ottocento. Le narrazioni incentrate sulle conseguenze potenzialmente catastrofiche di un cambiamento climatico, tuttavia,nei primi due decenni del Duemila si sono letteralmente moltiplicate, tanto che si parla di Climate Fiction. Al di là del monito ambientalista inserito in queste narrazioni, un ulteriore livello di analisi può essere individuato nell'esame del discorso da esse veicolato, in relazione ai rapporti di potere tra esseri umani e tra esseri umani e ambiente. In questo articolo, dopo una breve introduzione all'approccio teorico individuato come utile a tal fine (l'Ecocritical Geopolitics), verrà articolata un'agenda di ricerca, con l'identificazione dei campi di indagine da aprire per esplorare la Climate Fiction, in riferimento ai suoi riferimenti spaziali, ai suoi principali protagonisti e al suo discorso sull'ambiente.
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Pellegrino, Vincenza. "Le "transizioni biografiche" agli occhi dei 40enni: analisi delle strategie discorsive di uomini e donne "in mezzo al guado"." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (April 2015): 45–62. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2015-002004.

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Pasquino, Gianfranco. "Democrazia, partiti, primarie." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no. 1 (June 30, 2006): 21–39. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12708.

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Abstract:
Per cominciare, mi sembra opportuno delineare le caratteristiche della, come direbbero gli inglesi, big picture , vale a dire del quadro generale nel quale si inquadrano le trasformazioni dei regimi democratici, in special modo di quelle democrazie che si sono consolidate nel secondo dopoguerra. A partire dalla pubblicazione in inglese (1992) del libro di Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, sono proliferate le analisi di queste trasformazioni della democrazia, spesso effettuate con visioni ideologiche talvolta con riferimenti quasi kantiani alla necessità di estendere la democrazia ai livelli sopranazionali (Unione Europea, Nazioni Unite). Correttamente inteso, ma era sufficiente essere andati oltre la lettura del titolo, il libro di Fukuyama aveva assunto una prospettiva piuttosto diversa. Con straordinario tempismo, l’autore argomentava che, avendo vinto la sfida con i totalitarismi, le democrazie liberali si trovavano finalmente nelle condizioni migliori per iniziare il complesso cammino del loro perfezionamento. Oggi sappiamo che, con la comparsa del terrorismo internazionale, sotto forma di sfida alla civiltà occidentale, come correttamente previsto, ma sicuramente non auspicato, da Samuel Huntington (Lo scontro di civiltà e il nuovo ordine mondiale), la situazione si è molto complicata. Non per questo, le democrazie hanno rinunciato ai loro principi fondanti né li hanno stravolti anche se qualcosa del genere può essere avvenuto, come affermano diversi studiosi e commentatori, alla democrazia degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Bush, seppur in maniera non irreversibile. Al contrario, la maggior parte delle democrazie hanno accettato la sfida della qualità delle loro istituzioni e delle loro prestazioni tanto che quello della “qualità della democrazia” è attualmente il campo di analisi in ascesa nella scienza politica contemporanea (sul punto Diamond e Morlino 2005). E, naturalmente, quando si parla di qualità della democrazia è assolutamente inevitabile interrogarsi non tanto e non soltanto sui diritti dei cittadini, che qualsiasi democraziadegna di questo nome deve promuovere e proteggere, quanto, piuttosto e più precisamente, sui poteri dei cittadini. Questa, peraltro non lunga, ma appena leggermente pomposa, premessa mira a suggerire che, come vedremo meglio in seguito, le elezioni primarie non cadono dal cielo e neppure vengono dall’inferno, ma possono e debbono essere inserite nel discorso relativo al perfezionamento delle democrazie. Peraltro, non ho nessun dubbio sul fatto che la qualità della democrazia dipende anche, gli elitisti direbbero in special modo, dalla qualità delle loro leadership, delle minoranze organizzate che conquistano il potere politico. Ritengo, però, assiomatico affermare che nelle democrazie sono gli elettori a scegliere e, eventualmente e periodicamente, a fare circolare le leadership, ovvero a fare entrare e uscire dalle stanze del potere le minoranze organizzate dei loro sistemi politici. Dunque, mi pare opportuno condurre il discorso che segue con riferimento proprio al potere degli elettori di scegliere non soltanto rappresentanti e governanti, ma anche coloro che ambiscono a diventare rappresentanti e governanti.
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Chigasheva, Marina A., Zhanna D. Egorova, and Vladimir V. Belikov. "The Analysis of the Translation of Political Media Discourse-Culture-Bound Elements by Future Diplomats and Journalists (In Germ.)." Current Issues in Philology and Pedagogical Linguistics, no. 3 (September 25, 2022): 154–68. http://dx.doi.org/10.29025/2079-6021-2022-3-154-168.

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Abstract:
The paper focuses on certain aspects of intercultural communication in professional political contexts. With this aim the authors seek to analyze culture-bound elements in German political media discourse, determine their specific role and place in the language system as well as point out the eventual pitfalls on the way to translating them into Russian. Another important point of discussion in the paper is the importance of translation skills for international relations experts: journalists and diplomats. By following the relatively new academic trend of analyzing the use of language in professional contexts, the authors hope to cover a somewhat uncharted territory with this work. The study was aimed at identifying the difficulties that future diplomats and journalists face in solving practical problems, in particular in the process of translating professionally oriented texts. The methods employed include analysis of scientific literature, description, polling and questionnaires, quantitative data assessment and systematization. The primary experiment was conducted under participation of 57 Russian-speaking master students of MGIMO University: future diplomats (65 %) and journalists (35 %). The students were tasked with translating six German texts into Russian in writing, the text in question originating from various German media outlets such as Süddeutsche Zeitung, Die Welt, Der Spiegel, Deutsche Welle as well as mitmischen.de, the German parliament’s web site for the younger people. The resulting Russian texts were primarily evaluated based on the translation of the 56 German realia (mostly represented in the original text by proper nouns, such as personal names, toponyms, names of political offices, etc.). In accordance with the classification of Ch. Nord the mistakes were divided into pragmatic, cultural and formal groups. The quantitative analysis discovered that cultural mistakes constituted the majority of them. The reason is the lack of correlated denotations in both cultures and of sufficient lexicographic sources. A possible solution to overcome the emerging difficulties is the creation of a digital guide of culture-bound elements of political discourse.
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Slade, Arietta, and Jeremy Holmes. "Attaccamento e psicoterapia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 13–24. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8985.

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Abstract:
La teoria dell'attaccamento fornisce un modello per comprendere: 1) lo sviluppo nel contesto delle relazioni primarie e formative del bambino; 2) l'orientamento di un adulto verso legami intimi instaurati nel corso della vita, relazioni sociali ed esplorazione autonoma. I ricercatori in psicoterapia hanno messo in relazione le modalità di attaccamento dei pazienti con l'alleanza terapeutica, il processo clinico e i risultati. Gli studi di rotture e analisi del discorso distinguono i comportamenti in seduta associati a diversi modelli di attaccamento insicuro e identificano vari modi di lavorare con essi. Anche l'organizzazione dell'attaccamento e la capacità di mentalizzazione del terapeuta svolgono un ruolo significativo nel successo terapeutico. I principi chiave della psicoterapia connessa all'attaccamento sono: 1) la relazione di attaccamento terapeuta-paziente è fondamentale per promuovere il cambiamento; 2) il riconoscimento in vivo delle dinamiche di attaccamento durante la terapia guida la formulazione e l'intervento; 3) la terapia può rimodellare le dinamiche di attaccamento.
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Huda, Muhammad Misbahul, and Khoirul Muslimin. "DAKWAH MELALUI MEDIA TULIS OLEH AFRIZAL LUTHFI LISDIANTA DALAM NOVEL DZIKIR HATI SANG ROCKER." An-Nida : Jurnal Komunikasi Islam 13, no. 1 (June 24, 2021): 1–13. http://dx.doi.org/10.34001/an-nida.v13i1.2168.

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Abstract:
In facing the dynamics of life that are happening, preachers need to upgrade themselves, elaborate, and use all their capabilities for Islamic da'wah activities. Da'i are required to use the media and messages from al-Qur'an and al-Hadith, in the form of faith, sharia, and morals. Da'i in this case is not only aimed at ustaz, kiai, or religious leaders. However, every Muslim and Muslimah is actually a da'i, whether for himself, others, or society in general. One concrete example was carried out by a young Muslim named Afrizal Luthfi Lisdianta, with a work in the form of the novel Dzikir Hati Sang Rocker as a medium for his preaching. This study aims to reveal the message of da'wah in the novel Dzikir Hati Sang Rocker through discourse analysis. The research method uses descriptive qualitative research. This means, as the main source in the form of a novel, it will be narrated by the researcher and adjusted to the theory and analysis used. The analysis in this study uses a discourse analysis model of Teun A. Van Dijk, with its various elements. The results of the study indicate that there is a correspondence between the study of da'wah, novels, and discourse analysis. So that there are two important points, namely: 1) In the sub-chapter of The Jabberwocky, it is found that da'wah messages in the form of husnuzan to fellow human beings, including messages in the moral category and maintaining mahdhah worship, including messages of the category of sharia. 2) In the turning point sub-chapter, a message of preaching is found in the form of believing in the destiny of Allah SWT and creed, which is included in the message of preaching in the category of faith, and not being vindictive, which is included in the message of the moral category. Keywords: Dawah, Writing Media, Novels, Discourse Analysis Dalam menghadapi dinamika kehidupan yang sedang terjadi, dai perlu untuk meng- -upgrade diri, mengelaborasi, dan menggunakan segala kemampuan yang dimiliki untuk kegiatan dakwah Islam. Dai dituntut untuk menggunakan media dan pesanpesan dari al-Quran dan al-Hadits, berupa akidah, syariah, dan akhlak. Dai dalam hal ini bukan hanya tertuju pada ustaz, kiai, atau pemuka agama. Akan tetapi, setiap muslim dan muslimah sejatinya adalah dai, baik untuk dirinya, orang lain, atau masyarakat secara umum. Salah satu contoh konkrit dilakukan oleh pemuda Islam bernama Afrizal Luthfi Lisdianta, dengan karya berupa novel Dzikir Hati Sang Rocker sebagai media dakwahnya. Penelitian ini bertujuan untuk mengungkap pesan dakwah di dalam novel Dzikir Hati Sang Rocker melalui analisis wacana. Metode penelitiannya menggunakan jenis penelitian kualitatif bersifat deskriptif. Artinya, sebagai sumber utama dalam bentuk novel, akan dinarasikan oleh peneliti dan disesuaikan dengan teori dan analisis yang digunakan. Analisis pada penelitian ini menggunakan analisis wacana model Teun A. Van Dijk, dengan berbagai elemennya. Hasil dari penelitian menunjukkan bahwa ada kesesuaian antara kajian dakwah, novel, dan analisis wacana. Sehingga terdapat dua poin penting, yakni: 1) Pada sub-bab The Jabberwocky ditemukan pesan dakwah berupa husnuzan kepada sesama manusia termasuk pesan dakwah kategori akhlak dan menjaga ibadah mahdhah termasuk pesan dakwah kategori syariat.2) Pada subbab Titik Balik ditemukan pesan dakwah berupapercaya terhadap takdir Allah SWT dan akidah yang termasuk pesan dakwah kategori akidah, serta tidak pendendam yang termasuk pesan dakwah kategori akhlak. Kata Kunci: Dakwah, Media Tulis, Novel, Analisis Wacana
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Biorcio, Roberto, and Paolo Natale. "LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Abstract:
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Vučenović, Natasa. "GRAMMATICALMENTE O IDEOLOGICAMENTE CORRETTO? L’IMPIEGO DEL MASCHILE GENERICO NEI MANUALI DI ITALIANO PER STRANIERI." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 229–41. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18176.

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Abstract:
In questo studio si analizza la posizione assegnata al genere maschile nella rappresentazione della sfera professionale in quattro libri di testo di italiano come lingua straniera impiegati nel particolare contesto di insegnamento e apprendimento dell’italiano LS all’Università di Banja Luka, in Bosnia Erzegovina. L’uso del genere maschile per indicare le professioni viene interpretato come un’ideologia linguistica che riflette e perpetua il sessismo e i valori culturali patriarcali che sono in opposizione ai principi di democrazia e di uguaglianza di genere promossi dall’Unione Europea. In linea con gli sviluppi degli studi (socio)linguistici secondo i quali il linguaggio riflette ma anche modella la nostra visione del mondo, si sottolinea l’importanza dei materiali educativi nel processo di trasformazione o riproduzione dei rapporti di potere esistenti. Per decostruire le premesse ideologiche delle politiche linguistiche presenti nei materiali educativi, utilizziamo la CDA (analisi critica del discorso), che è l’approccio teorico e metodologico più adatto per l’analisi delle ideologie nascoste mascherate da norme universali e di senso comune. I risultati indicano che, contrariamente alle raccomandazioni di un uso non sessista della lingua, il genere maschile è regolarmente usato per indicare le professioni femminili, specialmente quelle che connotano il prestigio sociale. Si evidenzia così come i materiali educativi servano da strumenti ideologici che perpetuano relazioni di potere ineguali e legittimano la visione androcentrica del mondo. Grammatically or ideologically correct? The use of the masculine generic in Italian textbooks for foreigners In this study we analyze the position assigned to the masculine generics in the depiction of professional sphere in four textbooks of Italian as a foreign language employed in the particular context of teaching and learning Italian FL at the University of Banja Luka, Bosnia and Herzegovina. We interpret masculine generics as a language ideology that reflects and perpetuates sexism and patriarchal cultural values that are in opposition to the principles of democracy and gender equality promoted by the European Union. In line with the developments in (socio)linguistic studies according to which language reflects but also shapes our vision of the world, we emphasize the importance of the educational materials in the process of transforming or reproducing the existing power relations. In order to deconstruct the ideological premises of language policies incorporated in the educational materials we employ CDA (critical discourse analysis) which is the most suitable theoretical and methodological approach for the analysis of hidden ideologies masked as universal norms and common sense. The results indicate that, contrary to the recommendations of non-sexist language use, masculine generics are regularly used to indicate female professions, especially those that connote social prestige. In line with this we conclude that educational materials serve as ideological instruments that perpetuate unequal power relations and legitimize androcentric vision of the world.
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Spynu, Larisa, Irina Shlepova, and Olga Kanygina. "Textual analysis of the discourse of language for specific purposes on the example of French language of international relations." XLinguae 12, no. 1XL (January 2019): 23–39. http://dx.doi.org/10.18355/xl.2019.12.01xl.03.

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Ahmad, Diki. "Peran Perempuan Hindu Hare Krishna: Problematika Kelompok Narayana Smrti Ashram, D.I. Yogyakarta." Musãwa Jurnal Studi Gender dan Islam 19, no. 2 (March 26, 2021): 219–33. http://dx.doi.org/10.14421/musawa.2020.192-219-233.

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Abstract:
Artikel ini membahas peran perempuan Hare Krishna dalam memaknai darma ajaran di Narayana Smrti Ashram D.I. Yogyakarta. Perempuan dalam kitab suci Hare Krishna dan Bhagavad Gita sebagai sosok rendah dan lemah. Posisi ini menilai perempuan harus dilindungi, dikontrol, dan dibatasi kebebasannya. Namun, seiring berjalan waktu, perubahan tentang makana perempuan mempunyai peran penting dalam pembinaan dan pemberdayaan karir dalam optimalisasi kemampuan SDM. Artikel ini membahas feminisme dalam rana ajaran agama. Teori analisis gender Mansour Fakih dan teori variabel pola Talcott Parsons adalah pisau analisis wacana teks agama dalam kritik feminisme. Dalam teori tersebut menyimpulkan pola kedudukan perempuan dalam ajaran sanyasin (guru spiritual) pada varnaashramadharma. Berangkat dari budaya, norma, nilai, dan keyakinan, para perempuan Hare Krishna menghiasi peran dalam berbagai kesempatan baik dalam rumah tangga dan peran keagama seperti tokoh agama.[The article discusses the role of the woman Hare Krishna in interpreting the knowledge of Narayana Smrti Ashram D.I. Yogyakarta. In the Kitab of Hare Krishna and Bhagavad Gita, women are as lowly and weak. The position assesses that women must be protected, controlled, and put freedom limited. However, women meaning have an important role in fostering and empowering careers in optimizing human resource capabilities. This article discusses feminism in terms of religious faith. Mansour Fakih's theory and Talcott Parsons' theory of variable patterns are the blades of discourse analysis of religious texts in criticism of feminism. In deep theory concludes the women's position in the meaning of sanyasin in varnaashramadharma. Departing from culture, norms, values, and beliefs, Hare Krishna women adorn roles in various occasions both in household and in religious roles such as religious leaders.]
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Nehme, Maryam Salman, and Amel Taha Mohammed. "MCD (LOS MARCADORES DISCURSIVOS) The pragmatic analysis of discourse markers (The argumentative texts of the ABC newspaper as a model)." Journal of the College of languages, no. 47 (January 2, 2023): 184–207. http://dx.doi.org/10.36586/jcl.2.2023.0.47.0184.

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Abstract:
When writing a text, such as a newspaper article, various types of discourse markers are frequently used to group sentences into paragraphs and parts in order to establish a discourse with certain functions, such as coordination, orientation, emphasizing the concepts presented, etc. It should also be noted that this type of mark exists in both written and spoken language. Therefore, it is convenient to dedicate a chapter to these linguistic elements to clarify their use and their classification, which is mainly based on Jose Portolés (2001), as well as the main features, specifically their features (prosodic, morphological, semantic and pragmatic). Resumen Al redactar un texto، como un artículo de periódicos، se utilizan con frecuencia varios tipos de MCD (los marcadores discursivos) para agrupar las oraciones en párrafos y secciones con el fin de establecer un discurso con discuencia varios tipos de MCD (los marcadores discursivos) para agrupar las oraciones en párrafos y secciones con el fin de establecer un discurso con selectaro or funciones، com. المفاهيم الحالية ، وما إلى ذلك. Por tanto، conviene dedicar un capítulo a estos elementos lingüísticos para aclarar su uso y su clasificación que se basa Principmente en Portolés (2001)، ademas los rasgos Principales، en concreto sus rasgos (prosódicos، morfolótic yos). Palabras claves : los marcadores discursivos ، analisis pragmatico ، texto مناقشة
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Matyjasik, Krzysztof. "Polish heterostereotypes about the Germans in the discourse on the war reparations payments to Poland. Analysis of Polish press articles from the year 2017." Colloquia Germanica Stetinensia 28 (2019): 219–35. http://dx.doi.org/10.18276/cgs.2019.28-12.

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Gauthier-Trépanier, Camylle. "Irony under a teenager's gaze: an analysis of the mechanisms of irony and critical discourse in Les petites reines by Clémentine Beauvais." Romanica Olomucensia 31, no. 1 (June 30, 2019): 63–78. http://dx.doi.org/10.5507/ro.2019.005.

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Bombara, Daniela. "Il topos della giustizia negata o deviata negli scenari siciliani di Nino Martoglio e Ugo Fleres." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (March 4, 2019): 425–42. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831609.

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Abstract:
É noto come la letteratura siciliana postunitaria esprima una relazione conflittuale con le istituzioni statali che appaiono sovraimposte e distanti dalla realtà locale; ne deriva una risentita diffidenza verso apparati giudiziari spesso inadatti a gestire la diversità dell’universo isolano, con sue proprie regole e codici comportamentali. L'applicazione di norme giuridiche continentali individua negativamente tale diversitá, in accordo ad un processo di orientalizzazione della realtá siciliana che segue alla fase unitaria. La tematica, centrale in Verga, si trasforma con le opere di Pirandello in antitesi fra la Legge e i suoi apparati, intesi come forme statiche e rigide, e la fluidità e mutevolezza dell’esistenza, che il diritto pretende di irreggimentare; la coscienza individuale non è invece mai riconducibile ad una norma uguale per tutti. Un motivo sviluppato ampiamente dalla novella pirandelliana Il dovere del medico del 1902, ma già trattato nel racconto di Ugo Fleres (1857–1939) Peccato veniale del 1891, che il presente articolo si propone di analizzare. Ancora legato ad un “discorso di classe”, ma al tempo stesso in qualche modo antesignano del relativismo pirandelliano, appare il lavoro giovanile di Nino Martoglio (1870–1921), I civitoti in pretura del 1893. Il dibattito processuale, bloccato da fraintendimenti linguistici fra parlanti in dialetto e in lingua, individua come difficoltà primaria nell’esercizio della legge l’incomunicabilità a livello di codice comunicativo fra i popolani catanesi e i magistrati che provengono da ‘nfora regnu. Si consideri inoltre che il pubblico del processo, attivo con commenti e risa, “si supponi ‘ntra la platea”; la rottura dell’illusione scenica rende i fruitori dello spettacolo parte attiva di un procedimento giudiziario comico, quindi per esigenze di copione dileggiato e sconfessato. Si intende infine prendere in analisi il romanzo fleresiano “Giustizia” (1909), ambientato nel paese siciliano di Riva: il titolo risulta antifrastico, considerando che l’opera racconta tortuose vicende di errori giudiziari intorno all’omicidio di una baronessa, per il quale magistrati inetti trovano diversi capri espiatori; il vero colpevole rivela invece il suo delitto solo in confessione, facendo collidere giustizia umana e divina. Il processo continuamente riformulato non si vede mai in scena, ma il romanzo è punteggiato da dibattiti informali di ambito giuridico, agiti in luoghi atipici, quali la farmacia o i salotti del paese; il lontano evento processuale, deviato dalle sue autentiche funzioni, diventa occasione di sfoggio e promozione sociale dei Rivesi. L’unico personaggio realmente giudicato proprio chi non può difendersi: la defunta baronessa, la cui reputazione viene distrutta nel corso dell’inchiesta. L’immagine letteraria primonovecentesca di una giustizia caotica, inefficace, inesistente, che “resta confinata in un oltre” (Borsellino, 1997), riflette la visione problematica di un’esistenza priva di valori di riferimento, ma agisce anche come efficace strumento ermeneutico per evidenziare l’interno dinamismo di una realtà prismatica, che si ricrea incessantemente dall’incrocio e dallo scontro delle opposte verità.
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Marongiu, Cinzia. "Cartografie di appartenenza: Igiaba Scego e Kym Ragusa l'affermazione di identità plurali." Italica 99, no. 1 (March 1, 2022): 106–18. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.1.08.

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Abstract:
Abstract La traiettoria biografica di Kym Ragusa e Igiaba Scego e delle loro rispettive famiglie non è la stessa: mentre i nonni dell'autrice italo-afroamericana Kym Ragusa si sono spostati dall'Italia in America, i genitori di Igiaba Scego sono scappati dalla Somalia per raggiungere l'Italia. Ciò nonostante, le due autrici e le loro narrazioni hanno diversi punti in comune: entrambe sono di origine africana, entrambe parlano di una generazione di confine ed entrambe mostrano fiere un'identità multipla che mette in crisi le linee di demarcazione tracciate dal discorso dominante che vuole l'appartenenza identitaria come qualcosa di circoscritto e fisso. Ragusa e Scego mettono in discussione il vecchio dibattito sull'appartenenza nei loro racconti polietnici, evidenziando come non esista un unico paradigma attraverso cui definire la loro identità, perché le loro molteplici appartenenze identitarie non si possono descrivere con un carattere e/o fissare in una posizione stabile. Scego e Ragusa sono autrici dall'identità liquida che non tollerano distinzioni e separazioni. Questo è evidente in modo particolare nel romanzo di Igiaba Scego La mia casa è dove sono e nel memoir di Kym RagusaLa pelle che ci separa, dove le protagoniste sono delle creature doppie, delle “equilibriste in bilico” (termine usato da entrambe le autrici) fra due mondi (Scego 2010: 55). L'obiettivo di Kym Ragusa e Igiaba Scego in queste due opere è quello di resuscitare il “cadavere” di un passato dimenticato per “rimettere la carne sulle ossa” (Ragusa 95), ossia riempire i buchi della loro storia riscoprendo la ricchezza nella diversità delle loro origini. Le protagoniste di La mia casa è dove sono e di La pelle che ci separa tracciano una sorta di mappa, attraverso le storie dei loro antenati, che riflette il percorso geografico degli spostamenti della loro famiglia: percorso che permette loro di ricostruire la propria identità arricchendola di punti di vista, memorie e immagini. In questo articolo mi concentrerò principalmente sui temi e le trame di questi due libri, analizzandone le similarità e le differenze. Mostrerò come le protagoniste riescano a fondere la loro cultura d'origine e la cultura d'arrivo facendo delle loro eredità etniche un ponte (Igiaba Scego) / un crocevia (Kym Ragusa) che unisce e non separa. Durante la mia analisi, mi soffermerò in particolar modo sulla memoria coloniale e quella di immigrazione, sui sentimenti di appartenenza, sulla nozione di doppia coscienza (quella italiana e quella africana), il concetto di identità interstiziale (a metà tra la cultura di partenza e quella di arrivo, mitad y mitad per usare le parole della Anzaldúa) e di luoghi interstiziali (in between dirla come Homi Bhabba) dove l'ibridazione diviene possibile e immaginabile, come la Sicilia per Kym Ragusa e Roma per Igiaba Scego. Concluderò dimostrando come, in entrambi i memoir, l'ibridità, che appare inizialmente come una spaccatura tra due sfere culturali incompatibili, si sana attraverso la ricomposizione i ricordi e la conciliazione delle diverse componenti identitarie delle due protagoniste.
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Maldonado, Gabriel Orlando Quiñones. "Analisi della sequenza discorsiva nel messaggio del Presidente del Brasile trasmesso online da Emissora Jovem Pan nel programma radiofonico Os Pingos nos Is." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, November 13, 2020, 135–43. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/testi/sequenza-discorsiva.

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Abstract:
Questo articolo si basa sull’area della sociolinguistica interazionale ed è il risultato dell’analisi della sequenza discorsiva di cortesia o maleducazione nel messaggio presidenziale del presidente del Brasile, Bolsonaro. Come riferimento è stato raccolto il corpus orale costituito dall’interazione orale del presidente con i cronisti di Emissora Jovem Pan del programma radiofonico Os Pingos nos Is in diretta settimanale del 28 maggio 2020. I messaggi discorsivi utilizzati dai rappresentanti politici sono messaggi diffusi a un pubblico immediato e facilmente accessibile, nonché a una società internazionale. I politici presentano i loro messaggi alle persone con la possibilità di far trasmettere il loro discorso con cortesia o scortesia. Nella maggior parte dei discorsi o delle interviste politiche, tendono a rompere l’ordine di interazione a causa dell’evasione delle domande. I politici si occupano delle risposte che i destinatari vogliono sapere, rispondendo da un altro punto che li favorisce e non li danneggia politicamente. Questo articolo mirava ad analizzare la sequenza discorsiva di cortesia o maleducazione nel messaggio presidenziale che evidenziava il tema della pandemia di coronavirus. L’analisi rivela che l’ordine e l’equilibrio tematico sono stati mantenuti in vista dello sviluppo dell’interazione orale nel programma Pingos Nos Is di Jovem Pan.
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Viggen, Marit. "La retorica politica contemporanea: analisi dei discorsi di Berlusconi e di Stoltenberg." Oslo Studies in Language 10, no. 1 (February 26, 2018). http://dx.doi.org/10.5617/osla.6045.

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Abstract:
This study compares the political discourses of Silvio Berlusconi and Jens Stoltenberg. These two politicians represent different political ideologies and belong to two different countries—and, hence, to different cultures. However, both of them were in power for a long time and almost in the same historical period. What kinds of differences and similarities can be found in the language used in their discourses when talking to people? Three discourses produced by each politician under similar circumstances are analyzed. This paper focuses on the lexical items used in the discourses, describing them from a quantitative (frequency) and qualitative point of view. The differences in the use of metaphors is explained by affiliation to two different cultures, whereas the lexical choice is often based on linguistic and individual properties.
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"Il significato socio-culturale dei viaggi apostolici di Giovanni Paolo II in Polonia negli anni ’80. Analisi dei discorsi più significativi." Liturgia w świecie wirtualnym, no. 51 (September 30, 2022): 58–74. http://dx.doi.org/10.21697/kmt.51.4.

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Caselli, Davide, and Paola Arrigoni. "In un diverso Stato?" Cambio. Rivista sulle Trasformazioni Sociali 12, no. 23 (December 6, 2022). http://dx.doi.org/10.36253/cambio-13205.

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Abstract:
L’articolo si propone di indagare la trasformazione del ruolo dei principali attori filantropico-finanziari italiani - le fondazioni di origine bancaria - nel policy-making nei campi del welfare e della sanità nel contesto emergenziale della pandemia.Per fare questo, l’articolo si apre introducendo le caratteristiche fondamentali delle FOB e del loro rapporto con le politiche pubbliche per come era fino allo scoppio della pandemia.In particolare ne metteremo in risalto i quattro elementi portanti: 1) la capacità di intervenire in modo tempestivo; 2) la capacità innovativa; 3) la cvolontà di partecipare al policy making su un piano paritario con i decisori pubblici; 4) l’idea di essere migliori sul piano della capacità ideativa, dell’efficacia e dell’efficienza rispetto agli attori pubbliciSuccessivamente, appoggiandoci a dati e ad analisi dei discorsi, analizzeremo se e in che modo questi tre elementi si siano modificati durante la pandemia e con quale esito rispetto alla loro legittimazione nel policy-making.
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Bizzocchi, Roberto. "Unglaubliche Genealogien: eine Neubestimmung." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no. 1 (January 1, 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0011.

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Abstract:
Riassunto Le genealogie dei popoli e delle famiglie elaborate nell’Europa di età moderna vengono prevalentemente trattate dagli studiosi in una chiave di storia politica delle idee, con lo scopo di spiegare l’utilità pratica delle opere genealogiche. Tali analisi non mettono in primo piano l’aspetto che è invece al centro di questo saggio: cioè il fatto che i discorsi genealogici sono intessuti di assurdità. Essi mescolano informazioni fededegne, o che tali possono sembrare, a notizie favolose, spesso false, talora ridicole, in una parola „incredibili“. Ciò appare tanto più interessante in quanto questi testi furono composti nei secoli in cui si svilupparono i metodi scientifici applicati alla ricerca storica. Utilizzando suggestioni proposte dall’antrologia culturale, questo saggio propone un approccio in chiave epistemologica che dia conto del significato e della credibilità dei materiali genealogici nel quadro ancora autorevole della Historia Salutis, la visione unitaria della storia dell’umanità come fusione fra eredità classica e tradizione biblica.
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Maldonado, Gabriel Orlando Quiñones. "Analisi del discorso: "Altre influenza hanno ucciso più di questo"." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, August 17, 2020, 44–51. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/testi/analisi-del-discorso.

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Abstract:
Questo articolo si basa sull'area della Sociolinguistica Interazionale e deriva dall'analisi di estratti da un discorso orale interattivo pubblicato su Correio Braziliense Polàtica. Il corpus orale costituito dall'interazione verbale presentata dal Presidente del Brasile è stato utilizzato come riferimento. I discorsi utilizzati dai politici sono messaggi diffusi a un pubblico immediato e facilmente accessibile, compresa una società di interazione. I politici trasmettono i loro messaggi alle persone con la capacità del loro discorso di essere comprese o, al contrario, possono generare dubbi o confusione nei loro seguaci. Questo articolo mirava ad analizzare gli atti discorsivi nel messaggio presidenziale all'inizio della pandemia di Coronavirus nel marzo 2020. In questa iniziativa, i risultati hanno rivelato l'interpretazione pragmatica che ha avuto questo discorso.
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Zuliani, Federico. "En samling politiske håndskrifter fra slutningen af det 16. århundrede : Giacomo Castelvetro og Christian Barnekows bibliotek." Fund og Forskning i Det Kongelige Biblioteks Samlinger 50 (April 29, 2015). http://dx.doi.org/10.7146/fof.v50i0.41248.

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Abstract:
Federico Zuliani: Una raccolta di scritture politiche della fine del sedicesimo secolo. Giacomo Castelvetro e la biblioteca di Christian Barnekow. Alla pagina 68 recto del manoscritto Vault Case Ms. 5086, 73/2, Newberry Library, Chicago, ha inizio il “Registro di tutte le scritture politiche del S[igno]r Christiano Bernicò”. Il testo è preceduto da un altro elenco simile, sebbene più breve, che va sotto il titolo di “Memoriale D’alcune scritture politiche, che furon donate alla Reina Maria Stuarda Prigioniera in Inghilterra l’anno di salute m.d.lxxxiii. Dal S[igno]re di Cherelles”. Il manoscritto 5086, 73/2 fa parte di una collezione di dieci volumi (originariamente undici) appartenuti a Giacomo Castelvetro e oggi conservati negli Stati Uniti. I codici, le cui vicende di trasmissione sono, in parte, ancora poco chiare, furono sicuramente compilati da Castelvetro durante il periodo che passò in Danimarca, tra l’estate del 1594 e l’autunno del 1595. Il soggiorno danese di Castelvetro ha ricevuto attenzioni decisamente minori di quelle che invece meriterebbe. Alla permanenza in Danimarca è riconducibile infatti l’opera più ambiziosa dell’intera carriera del letterato italiano: vi vennero assemblati, con l’idea di darli poi alle stampe, proprio i volumi oggi negli Stati Uniti. La provenienza è provata tanto dall’indicazione, nei frontespizi, di Copenaghen come luogo di composizione, quanto dalle annotazioni autografe apportate da Castelvetro, a conclusione dei testi, a ricordare quando e dove fossero stati trascritti; oltre a Copenaghen vi si citano altre due località, Birkholm e Tølløse, entrambe sull’isola danese di Sjællad, ed entrambe amministrate da membri dell’influente famiglia Barnekow. E’ a Giuseppe Migliorato che va il merito di aver identificato per primo in Christian Barnekow il “Christiano Bernicò” della lista oggi alla Newberry Library. Christian Barnekow, nobile danese dalla straordinaria cultura (acquisita in uno studierejse durato ben diciassette anni), a partire dal 1591 fu al servizio personale di Cristiano IV di Danimarca. Barnekow e Castelvetro si dovettero incontrare a Edimburgo, dove il primo era giunto quale ambasciatore del monarca danese e dove il secondo si trovava già dal 1592, come maestro di italiano di Giacomo Stuart e di Anna di Danimarca, sorella di Cristiano IV. Sebbene non si possa escludere un ruolo di Anna nell’introdurli, è più probabile che sia stata la comune amicizia con Johann Jacob Grynaeus a propiziarne la conoscenza. Il dotto svizzero aveva infatti dato ospitalità a Barnekow, quando questi era studente presso l’università di Basilea, ne era divenuto amico e aveva mantenuto i rapporti nel momento in cui il giovane aveva lasciato la città elvetica. Grynaeus era però anche il cognato di Castelvetro il quale aveva sposato Isotta de’ Canonici, vedova di Thomas Liebler, e sorella di Lavinia, moglie di Grynaeus sin dal 1569. Isotta era morta però nel marzo del 1594, in Scozia, ed è facile immaginare come Barnekow abbia desiderato esprimere le proprie condoglianze al marito, cognato di un suo caro amico, e vedovo di una persona che doveva aver conosciuto bene quando aveva alloggiato presso la casa della sorella. Castelvetro, inoltre, potrebbe essere risultato noto a Barnekow anche a causa di due edizioni di opere del primo marito della moglie curate postume dal letterato italiano, tra il 1589 e il 1590. Thomas Liebler, più famoso con il nome latinizzato di Erasto, era stato infatti uno dei più acerrimi oppositori di Pietro Severino, il celebre paracelsiano danese; Giacomo Castelvetro non doveva essere quindi completamente ignoto nei circoli dotti della Danimarca. La vasta cultura di Christian Barnekow ci è nota attraverso l’apprezzamento di diversi suoi contemporanei, quali Grynaeus, Jon Venusinus e, soprattutto, Hans Poulsen Resen, futuro vescovo di Sjælland e amico personale di Barnekow a cui dobbiamo molte delle informazioni in nostro possesso circa la vita del nobile danese, grazie all’orazione funebre che questi tenne nel 1612 e che venne data alle stampe l’anno successivo, a Copenaghen. Qui, ricordandone lo studierejse, il vescovo raccontò come Barnekow fosse ritornato in Danimarca “pieno di conoscenza e di storie” oltre che di “relazioni e discorsi” in diverse lingue. Con questi due termini l’ecclesiastico danese alludeva, con tutta probabilità, a quei documenti diplomatici, relazioni e discorsi di ambasciatori, per l’appunto, che rientravano tra le letture preferite degli studenti universitari padovani. La lista compilata da Castelvetro, dove figurano lettere e istrutioni ma, soprattutto, relationi e discorsi, era un catalogo di quella collezione di manoscritti, portata dall’Italia, a cui fece riferimento l’ecclesiastico danese commemorando Christian Barnekow. Tutti coloro i quali si sono occupati dei volumi oggi negli Stati Uniti si sono trovati concordi nel ritenerli pronti per la pubblicazione: oltre alle abbondanti correzioni (tra cui numerose alle spaziature e ai rientri) i volumi presentano infatti frontespizi provvisori, ma completi (con data di stampa, luogo, impaginazione dei titoli – a loro volta occasionalmente corretti – motto etc.), indici del contenuto e titolature laterali per agevolare lettura e consultazione. Anche Jakob Ulfeldt, amico e compagno di viaggi e di studi di Barnekow, riportò a casa una collezione di documenti (GKS 500–505 fol.) per molti aspetti analoga a quella di Barnekow e che si dimostra di grande importanza per comprendere peculiarità e specificità di quella di quest’ultimo. I testi di Ulfeldt risultano assemblati senza alcuna coerenza, si rivelano ricchi di errori di trascrizione e di grammatica, e non offrono alcuna divisione interna, rendendone l’impiego particolarmente arduo. Le annotazioni di un copista italiano suggeriscono inoltre come, già a Padova, potesse essere stato difficoltoso sapere con certezza quali documenti fossero effettivamente presenti nella collezione e quali si fossero smarriti (prestati, perduti, pagati ma mai ricevuti…). La raccolta di Barnekow, che aveva le stesse fonti semi-clandestine di quella dell’amico, doveva trovarsi in condizioni per molti versi simili e solo la mano di un esperto avrebbe potuto portarvi ordine. Giacomo Castelvetro – nipote di Ludovico Castelvetro, uno dei filologi più celebri della propria generazione, e un filologo egli stesso, fluente in italiano, latino e francese, oltre che collaboratore di lunga data di John Wolfe, editore londinese specializzato nella pubblicazione di opere italiane – possedeva esattamente quelle competenze di cui Barnekow aveva bisogno e ben si intuisce come mai quest’ultimo lo convinse a seguirlo in Danimarca. I compiti di Castelvetro presso Barnekow furono quelli di passarne in rassegna la collezione, accertarsi dell’effettivo contenuto, leggerne i testi, raggrupparli per tematica e area geografica, sceglierne i più significativi, emendarli, e prepararne quindi un’edizione. Sapendo che Castelvetro poté occuparsi della prima parte del compito nei, frenetici, mesi danesi, diviene pure comprensibile come mai egli portò con sé i volumi oggi negli Stati Uniti quando si diresse in Svezia: mancava ancora la parte forse più delicata del lavoro, un’ultima revisione dei testi prima che questi fossero passati a un tipografo perché li desse alle stampe. La ragione principale che sottostò all’idea di pubblicare un’edizione di “scritture politiche” italiane in Danimarca fu la presenza, in tutta l’Europa centro settentrionale del tempo, di una vera e propria moda italiana che i contatti tra corti, oltre che i viaggi d’istruzione della nobiltà, dovettero diffondere anche in Danimarca. Nel tardo Cinquecento gli autori italiani cominciarono ad essere sempre più abituali nelle biblioteche private danesi e la conoscenza dell’italiano, sebbene non completamente assente anche in altri settori della popolazione, divenne una parte fondamentale dell’educazione della futura classe dirigente del paese nordico, come prova l’istituzione di una cattedra di italiano presso l’appena fondata Accademia di Sorø, nel 1623. Anche in Danimarca, inoltre, si tentò di attrarre esperti e artisti italiani; tra questi, l’architetto Domenico Badiaz, Giovannimaria Borcht, che fu segretario personale di Frederik Leye, borgomastro di Helsingør, il maestro di scherma Salvator Fabris, l’organista Vincenzo Bertolusi, il violinista Giovanni Giacomo Merlis o, ancora, lo scultore Pietro Crevelli. A differenza dell’Inghilterra non si ebbero in Danimarca edizioni critiche di testi italiani; videro però la luce alcune traduzioni, anche se spesso dal tedesco, di autori italiani, quali Boccaccio e Petrarca, e, soprattutto, si arrivò a pubblicare anche in italiano, come dimostrano i due volumi di madrigali del Giardino Novo e il trattato De lo schermo overo scienza d’arme di Salvator Fabris, usciti tutti a Copenaghen tra il 1605 e il 1606. Un’ulteriore ragione che motivò la scelta di stampare una raccolta come quella curata da Castelvetro è da ricercarsi poi nello straordinario successo che la letteratura di “maneggio di stato” (relazioni diplomatiche, compendi di storia, analisi dell’erario) godette all’epoca, anche, se non specialmente, presso i giovani aristocratici centro e nord europei che studiavano in Italia. Non a caso, presso Det Kongelige Bibliotek, si trovano diverse collezioni di questo genere di testi (GKS 511–512 fol.; GKS 525 fol.; GKS 500–505 fol.; GKS 2164–2167 4º; GKS 523 fol.; GKS 598 fol.; GKS 507–510 fol.; Thott 576 fol.; Kall 333 4º e NKS 244 fol.). Tali scritti, considerati come particolarmente adatti per la formazione di coloro che si fossero voluti dedicare all’attività politica in senso lato, supplivano a una mancanza propria dei curricula universitari dell’epoca: quella della totale assenza di qualsivoglia materia che si occupasse di “attualità”. Le relazioni diplomatiche risultavano infatti utilissime agli studenti, futuri servitori dello Stato, per aggiornarsi circa i più recenti avvenimenti politici e religiosi europei oltre che per ottenere informazioni attorno a paesi lontani o da poco scoperti. Sebbene sia impossibile stabilire con assoluta certezza quali e quante delle collezioni di documenti oggi conservate presso Det Kongelige Bibliotek siano state riportate in Danimarca da studenti danesi, pare legittimo immaginare che almeno una buona parte di esse lo sia stata. L’interesse doveva essere alto e un’edizione avrebbe avuto mercato, con tutta probabilità, anche fuori dalla Danimarca: una pubblicazione curata filologicamente avrebbe offerto infatti testi di gran lunga superiori a quelli normalmente acquistati da giovani dalle possibilità economiche limitate e spesso sprovvisti di una padronanza adeguata delle lingue romanze. Non a caso, nei medesimi anni, si ebbero edizioni per molti versi equivalenti a quella pensata da Barnekow e da Castelvetro. Nel 1589, a Colonia, venne pubblicato il Tesoro politico, una scelta di materiale diplomatico italiano (ristampato anche nel 1592 e nel 1598), mentre tra il 1610 e il 1612, un altro testo di questo genere, la Praxis prudentiae politicae, vide la luce a Francoforte. La raccolta manoscritta di Barnekow ebbe però anche caratteristiche a sé stanti rispetto a quelle degli altri giovani danesi a lui contemporanei. Barnekow, anzitutto, continuò ad arricchire la propria collezione anche dopo il rientro in patria come dimostra, per esempio, una relazione d’area fiamminga datata 1594. La biblioteca manoscritta di Barnekow si distingue inoltre per l’ampiezza. Se conosciamo per Ulfeldt trentadue testi che questi portò con sé dall’Italia (uno dei suoi volumi è comunque andato perduto) la lista di “scritture politiche” di Barnekow ne conta ben duecentoottantaquattro. Un’altra peculiarità è quella di essere composta inoltre di testi sciolti, cioè a dirsi non ancora copiati o rilegati in volume. Presso Det Kongelige Bibliotek è possibile ritrovare infatti diversi degli scritti registrati nella lista stilata da Castelvetro: dodici riconducibili con sicurezza e sette per cui la provenienza parrebbe per lo meno probabile. A lungo il problema di chi sia stato Michele – una persona vicina a Barnekow a cui Castelvetro afferma di aver pagato parte degli originali dei manoscritti oggi in America – è parso, di fatto, irrisolvibile. Come ipotesi di lavoro, e basandosi sulle annotazioni apposte ai colophon, si è proposto che Michele potesse essere il proprietario di quei, pochi, testi che compaiono nei volumi oggi a Chicago e New York ma che non possono essere ricondotti all’elenco redatto da Castelvetro. Michele sarebbe stato quindi un privato, legato a Barnekow e a lui prossimo, da lui magari addirittura protetto, ma del quale non era al servizio, e che doveva avere presso di sé una biblioteca di cui Castelvetro provò ad avere visione al fine di integrare le scritture del nobile danese in vista della sua progettata edizione. Il fatto che nel 1596 Michele fosse in Italia spiegherebbe poi come potesse avere accesso a questo genere di opere. Che le possedesse per proprio diletto oppure che, magari, le commerciasse addirittura, non è invece dato dire. L’analisi del materiale oggi negli Stati Uniti si rivela ricca di spunti. Per quanto riguarda Castelvetro pare delinearsi, sempre di più, un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura italiana nell’Europa del secondo Cinquecento, mentre Barnekow emerge come una figura veramente centrale nella vita intellettuale della Danimarca a cavallo tra Cinque e Seicento. Sempre Barnekow si dimostra poi di grandissima utilità per iniziare a studiare un tema che sino ad oggi ha ricevuto, probabilmente, troppa poca attenzione: quello dell’importazione in Danimarca di modelli culturali italiani grazie all’azione di quei giovani aristocratici che si erano formati presso le università della penisola. A tale proposito l’influenza esercitata dalla letteratura italiana di “maneggio di stato” sul pensiero politico danese tra sedicesimo e diciassettesimo secolo è tra gli aspetti che meriterebbero studi più approfonditi. Tra i risultati meno esaurienti si collocano invece quelli legati all’indagine e alla ricostruzione della biblioteca di Barnekow e, in particolare, di quanto ne sia sopravvissuto. Solo un esame sistematico, non solo dei fondi manoscritti di Det Kongelige Bibliotek, ma, più in generale, di tutte le altre biblioteche e collezioni scandinave, potrebbe dare in futuro esiti soddisfacenti.
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Maldonado, Gabriel Orlando Quiñones. "Analisi: Storia della vita e narrazioni interattive nel contesto della pandemia di Coronavirus." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, August 17, 2020, 28–35. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/testi/storia-della-vita.

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Abstract:
Questo articolo si basa sull'area della Sociolinguistica Interazionale e propone l'analisi di estratti riguardanti una storia di vita e narrazioni interattive in contesti della pandemia di Coronavirus. Un primo corpus scritto e un secondo corpus orale basato sulle narrazioni di vita sono stati raccolti come riferimento. In questa analisi di storie di vita e narrazioni interattive nel contesto della malattia di Coronavirus abbiamo una sequenza discorsiva che ci ha permesso di valutare e interpretare un racconto e diverse esperienze vissute in questo tempo pandemico che il nostro pianeta ha affrontato fino al momento della raccolta dei dati.
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Luise, Fulvia. "Curarsi dell'anima intera." Revista de Estudos Filosóficos e Históricos da Antiguidade 12, no. 24 (June 22, 2022). http://dx.doi.org/10.53000/cpa.v12i24.802.

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Abstract:
Il saggio contiene uno studio dei motivi che portano il Socrate della Repubblica a rilanciare il tema della “cura di sé” in rapporto all’immortalità dell’anima nel libro X, dopo aver dichiarato conclusa la ricerca della giustizia e realizzato il paradeigma della città perfettamente buona, alla fine del IX. Lo sfondo della mia analisi è costituito sia dal dibattito internazionale sulla strategia interna al grande dialogo (dibattito che ha evidenziato i termini di una possibile frattura tra il corpo organico dei primi nove libri e l’”appendice” del X, apparsa a molti studiosi non necessaria e discordante con la prospettiva etica e politica precedentemente delineata), sia dal problematico rapporto tra i differenti modelli di cura dell’anima (e di anima) presenti nel Fedone e nella Repubblica (riassumibile nel contrasto tra l’ideale purezza dell’anima “sola con se stessa” del Fedone e la politicità conflittuale dell’anima della Repubblica). L’analisi parte dal grande avvertimento contenuto nel mito di Er (e rivolto da Socrate a Glaucone) sulla necessità di prolungare la cura dell’anima, mirando a guidarla oltre la morte nelle sue successive scelte di vita. Si sviluppa poi nell’approfondimento della strategia discorsiva adottata da Socrate, in vista di un’imputazione di responsabilità totale all’individuo sul controllo delle sue intenzioni. Infine, attraverso il confronto con alcuni celebri passaggi del libro IX sulla necessità di depurare i sogni tirannici con opportuni esercizi, giunge all’ipotesi che il progetto di cura prolungata dell’anima del libro X rappresenti un organico completamento della costruzione della kallipolis. Da questa prospettiva è possibile rileggere diversamente anche i rapporti tra Fedone e Repubblica sull’anima e la prescrizione della “cura di sé”.
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Vieira, Reginaldo Souza. "Pluralismo Jurídico Clássico: A Contribuição de Ehrlich, Santi Romano e Gurvitch / Classic Legal Pluralism: The Contribution of Ehrlich, Gurvitch, and Santi Romano." Revista Direito, Estado e Sociedade, no. 47 (February 22, 2016). http://dx.doi.org/10.17808/des.47.601.

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Abstract:
Resumo: Este artigo, a partir de reflexões da Teoria do Direito, tem por objetivo o estudo do Pluralismo Jurídico Clássico. A pesquisa restou delimitada pela construção teórica de Eugen Ehrlich, Santi Romano e Georges Gurvitch. Na primeira seção do texto, trata-se da concepção de direito vivo de Ehrlich, fulcrado na negação do Estado como única fonte do direito. Na seção seguinte, tendo por base Romano, analisa-se o seu conceito de instituição e da teoria da pluralidade dos ordenamentos jurídicos. Por fim, na última seção, discorre-se sobre o pluralismo jurídico de Gurvitch, com destaque para a teoria dos fatos normativos; a construção de direito social; e o direito social condensado.Palavras-chave: Pluralismo jurídico; Direito vivo; Teoria da pluralidade dos ordenamentos jurídicos; Direito social condensado.Abstract: This article, based on reflections of the Theory of Law, aims to study the Legal Pluralism Classic. The research remains bounded in the theoretical construction of Eugen Ehrlich, Santi Romano and Georges Gurvitch. In the first section of the text, it is the conception of living law Ehrlich, fulcrado in denial of the State as the sole source of law . In the following section, with the Roman basis, we analyze the concept of institution and the theory of plurality of legal systems. Finally, the last section, it talks about the legal pluralism of Gurvitch , especially the theory of normative facts , the construction of social law , social law and condensate.Keywords: Legal Pluralism; living law; Theory of the plurality of legal systems; condensed social law.
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