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Dissertations / Theses on the topic 'Amministrazioni'

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1

Gacki, Pawel Piotr <1992&gt. "Cooperazione fra Amministrazioni fiscali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15812.

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Abstract:
La globalizzazione, l’internazionalizzazione degli strumenti finanziari e la mobilità dei contribuenti conoscono un evoluzione considerevole, che hanno reso sempre più pressante l’esigenza di stipulare Convenzioni internazionali e accordi bilaterali in quanto le aziende che hanno sedi in Paesi differenti non vengono assoggettate ad imposte per i medesimi redditi conseguiti comportando i fenomeni come la frode e l’evasione fiscale. Questa difficoltà crescente si ripercuote negativamente sul funzionamento dei sistemi fiscali e dà luogo alla doppia imposizione. Pertanto le amministrazioni fiscali sono costrette ad elaborare strumenti sempre più sofisticati per combattere tali fenomeni. Lo strumento maggiormente utilizzato è lo scambio di informazioni, che può avvenire in base a tre modalità: su richiesta, automatico e spontaneo. Vista la molteplicità delle fonti normative a disposizione, è necessario individuare la corretta applicazione delle disposizioni sia a livello comunitario che a livello internazionale in base agli accordi, bilaterali e multilaterali, stipulati tra i vari Paesi.
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2

GIROSANTE, GIORGIA. "LEADERSHIP E PERFORMANCE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39864.

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Abstract:
Il lavoro, composto da tre articoli, si focalizza sulla relazione tra leadership e performance, indagata e osservata da molteplici punti di vista e attraverso differenti strategie di ricerca, ma sempre in un contesto pubblico o comunque mission-driven. In particolare, il primo articolo indaga la relazione tra leadership e performance organizzativa, con un duplice obiettivo: da un lato validare da un punto di vista metodologico la scala di misurazione più utilizzata, dall’altro verificarne la relazione con la performance organizzativa utilizzando una scala più parsimoniosa. Gli altri due articoli si focalizzano sulla relazione tra leadership e performance individuale: il primo esplora, attraverso un disegno di ricerca qualitativo, il ruolo del feedback fornito dal superiore nel processo di riflessione critica dei collaboratori, volto al cambiamento dei comportamenti e al miglioramento della propria performance; il secondo indaga, attraverso un disegno di ricerca sperimentale, gli effetti della credibilità dei leader sulla performance dei collaboratori, anche mediante la percezione da parte dei dipendenti dell’importanza e dell’utilità del proprio lavoro per gli altri.
The three papers included in the thesis focus on the relationship between leadership and performance, investigated and observed from multiple points of view and through different research strategies. All the papers are conducted in a public or mission-driven setting. The first article focuses on the relationship between leadership and organizational performance, with a twofold objective: on the one hand, to validate the most used measurement scale for leadership from a methodological point of view, and, on the other, to verify the relationship with organizational performance using a more parsimonious scale. The other two articles focus on the relationship between leadership and individual performance. One explores, through a qualitative research design, the role of feedback provided by the supervisor in employees’ critical reflection process, aimed at changing their behaviors and at improving their own performance. The last one investigates, through an experimental research design, the effects of leaders’ trustworthiness on the performance of employees, through the employees' perception of the task significance of their job.
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3

Carraro, Nicolo' <1992&gt. "La gestione documentale nelle Pubbliche Amministrazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11887.

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Abstract:
Il progetto CEVID nasce da una collaborazione tra Università Ca’ Foscari Venezia e Regione del Veneto. Il progetto tratta lo sviluppo di nuove soluzioni innovative in campo informatico per favorire l’interoperabilità/potenziamento dei servizi di e-government regionali. Il progetto è suddiviso in 4 azioni, nello specifico in questa tesi viene trattata l’azione 2: Conservazione dei documenti. Il tema principale dell’azione 2 è la creazione di un Polo archivistico regionale (POLARC), che funga da hub agli enti regionali per il versamento dei documenti in conservazione. È stato istituito un gruppo di lavoro formato dal personale della regione e da assegnisti e laureandi dell’Università. Lo scopo del gruppo di lavoro è quello di fornire supporto ad Engineering, l’azienda appaltatrice del progetto e colei che si occupa concretamente della realizzazione della piattaforma. Tra gli obiettivi prefissati dal gruppo di lavoro, quelli descritti in questa tesi riguardando la definizione di un formato standard per la conservazione dei documenti digitali, identificato nel formato XML, e la definizione delle linee guida per la gestione del fascicolo informatico. Per il conseguimento degli obiettivi sono state svolte indagini, analisi SWOT e riunioni con rappresentati degli enti locali per fornire feedback circa i loro bisogni e necessità.
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4

GAGLIONE, CHIARA. "Il lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1261319.

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Abstract:
Lo studio proposto e intrapreso si sviluppa intorno all’obiettivo di esaminare, in un’ottica interdisciplinare, il livello di compatibilità tra l’istituto del lavoro agile e il contesto del lavoro pubblico (posta l’attuale univocità della normativa di riferimento, applicabile sia al settore del lavoro pubblico che a quello privato). Nel tentativo di rispondere a tale domanda di ricerca - individuata ben prima che, in Italia e nel resto del mondo, si avvicendassero gli eventi pandemici, alla luce dei quali l’ordinamento ha riconosciuto nuova rilevanza allo smart working – si è deciso di distribuire la riflessione su tre piani, dei quali il primo, dedicato alla disamina del contesto pubblico; il secondo, incentrato sullo studio analitico degli elementi giuridici che definiscono questo nuovo modello di organizzazione del lavoro, il terzo volto a indagare le tecniche e i metodi di valutazione della performance agile. Nel dettaglio, il primo capitolo, intitolato “Il quadro normativo e il contesto di riferimento”, si apre con una rassegna dettagliata delle questioni terminologiche che continuano a intrattenere la dottrina giuslavoristica sin dall’emanazione della l. n. 81/2017. L’esame lessicale introduce, in maniera funzionale, allo studio del complesso quadro normativo vigente in tema di lavoro agile svolto alle dipendenze delle pp. aa, costruito sul coordinamento tra le norme contenute nel d.lgs. n. 165/2001 e quelle della legge n. 81/2017, comprendendovi anche le modifiche provvisorie introdotte a tale disciplina per far fronte all’emergenza sanitaria esplosa nel 2020. Segue, ricalcando rapidamente le tappe essenziali del lungo processo di privatizzazione del lavoro pubblico, intrapreso agli inizi degli anni ’90, lo studio della rilevanza assunta dal contratto individuale nei rapporti di lavoro con le pubbliche amministrazioni e di come tale aspetto faciliti e incentivi il ricorso a strumenti di flessibilizzazione. Nella parte finale, invece, si affronta, sempre in una prospettiva diacronica, il tema della digitalizzazione, divenuto ancor più rilevante nel periodo di chiusura e distanziamento imposti per limitare il rischio di contagio durante la pandemia. Il secondo capitolo, invece, è interamente dedicato all’analisi giuridica degli istituti costitutivi del lavoro agile. L’analisi si divide in due sezioni: una, rivolta allo studio della fattispecie, quindi degli elementi essenziali e accidentali che la caratterizzano; l’altra, diversamente, sviluppata intorno ai temi della sicurezza e della previdenza sociale. Il terzo capitolo invece indaga sulla adeguatezza del sistema di valutazione rispetto alle caratteristiche del lavoro agile.
The study proposed and undertaken is developed around the objective of examining, from an interdisciplinary perspective, the level of compatibility between the institution of agile work and the context of public employment (given the current univocality of the reference legislation, applicable to both the public and private sectors). In an attempt to answer this research question - identified well before the pandemic events, in Italy and in the rest of the world, in the light of which the legal system has recognized new relevance to smart working - it was decided to distribute the reflection on three levels, of which the first, dedicated to the examination of the public context; the second, focused on the analytical study of the legal elements that define this new model of work organization, the third aimed at investigating the techniques and methods of evaluation of agile performance. In detail, the first chapter, entitled "The Regulatory Framework and the Context of Reference," opens with a detailed review of the terminological issues that continue to entertain labor doctrine since the enactment of Law No. 81/2017. The lexical examination introduces, in a functional manner, the study of the complex regulatory framework in force on the subject of agile work carried out on the employees of the pp. aa, built on the coordination between the rules contained in Legislative Decree no. 165/2001 and those of Law no. 81/2017, including the provisional changes introduced to this discipline to address the health emergency exploded in 2020. It follows, quickly tracing the essential stages of the long process of privatization of public work, undertaken in the early 90s, the study of the relevance assumed by the individual contract in labor relations with public administrations and how this aspect facilitates and incentivizes the use of flexibilization tools. In the final part, on the other hand, the theme of digitization is addressed, again in a diachronic perspective, which became even more relevant in the period of closure and distancing imposed to limit the risk of contagion during the pandemic. The second chapter, on the other hand, is entirely dedicated to the legal analysis of the constituent institutions of agile work. The analysis is divided into two sections: one aimed at studying the case in point, and therefore the essential and accidental elements that characterize it; the other, on the other hand, developed around the themes of security and social security. The third chapter, on the other hand, investigates the adequacy of the evaluation system with respect to the characteristics of agile work.
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5

QUASSO, ALBERTO. "Lo scambio di informazioni tra amministrazioni finanziarie." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2009. http://hdl.handle.net/10446/93.

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6

Santin, Niccolo' <1992&gt. "standardizzazione dei servizi digitali nelle Pubbliche Amministrazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12759.

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Abstract:
la tesi si suddivide in due parti, la prima in riferimento alla letteratura, le normative e i regolamenti imposti dall'unione europea e dall'Agid (agenzia per l'Italia digitale). la seconda parte vede una ricerca empirica dei servizi digitali offerti dai comuni della regione Veneto, quanti di questi seguono le normative europee, e quali servizi sono già disponibili all'uso interamente digitale.
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7

Meli, Giuseppe. "Esternalizzazioni delle pubbliche amministrazioni. Questioni di diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3958.

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Abstract:
Il lavoro si occupa delle strategie di esternalizzazione delle pubbliche amministrazioni, dalla prospettiva del diritto del lavoro. La trattazione si concentra sugli appalti, il lavoro mediante agenzia e le "societarizzazioni", quali strumenti di outsourcing, che consentono di ridurre il perimetro della p.a., conformemente ai postulati della dottrina del new pubblic managment. L'obiettivo finale è di formulare una proposta di "risocializzazione" delle esternalizzazioni, basata sul metodo del bilanciamento, che consenta di evidenziare e correggere gli eccessi e le antinomie causate delle politiche neoliberali: sprigionando le potenzialità sociali dell'ordinamento europeo è possibile promuovere un riequilibrio dell'asimmetria pro-market, mediante l'utilizzo accorto del principio di proporzionalità, sì da contemperare i diritti sociali e le libertà economiche nello spazio sovranazionale.
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8

QUARANTA, ENZO. "La misurazione e la valutazione della performance organizzativa nelle Amministrazioni Pubbliche." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331789.

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Abstract:
A seguito delle recenti e radicali trasformazioni economico-sociali, i Governi nazionali sono stati spinti ad intervenire in modo tempestivo ed incisivo, apportando innovativi cambiamenti anche ai testi legislativi vigenti laddove si è reso necessario modificare – in vario modo e con intensità diverse a seconda del tipo di sistema politico-amministrativo del proprio Paese (Pollitt, Bouckaert, 2011) – il framework entro cui la Pubblica Amministrazione (d’ora in poi P.A.) opera, ovverosia l’assetto politico e istituzionale che definisce le “regole del gioco”, unitamente alle norme che disciplinano il funzionamento della “macchina amministrativa”, nella prospettiva di introdurre i meccanismi operativi tipici delle imprese private, tra cui si citano i sistemi di pianificazione, programmazione e controllo, i sistemi di gestione del personale e i sistemi informativi contabili ed extra-contabili. In tal senso, il Legislatore italiano, da più di venti anni, sta tentando di riformare la P.A. (mediante il processo di “aziendalizzazione”), al fine di ottenere un sistema di aziende pubbliche in grado di operare all’insegna di criteri di efficacia, efficienza e trasparenza/pubblicità (Hood, 2001). Com’è noto, il processo riformatore è stato avviato in Italia con gli interventi normativi sulle Autonomie Locali (la L. n.142 del 1990), sul procedimento amministrativo (la Legge n.241 sempre del 1990) e con le novità sul Pubblico Impiego (D.Lgs. 29 del 1993). L’utilizzo di strumenti organizzativo-gestionali innovativi mutuati dall’esperienza delle imprese private, rappresenta l’output di un lungo e complesso processo riformatore che ha interessato la gestione e l’organizzazione nel comparto pubblico. Il presente lavoro di tesi è incentrato sul tema della performance della P.A. e, in particolare, degli Enti locali. Scendendo nel dettaglio, la research question verte sul grado di adeguamento (compliance) alla Riforma Brunetta dei documenti (output) del “ciclo di gestione” della performance redatti dagli Enti locali italiani. Nella literature review ci si sofferma sulle motivazioni e sui contenuti dei principali interventi legislativi diretti a modificare in maniera significativa i sistemi di programmazione e controllo delle amministrazioni pubbliche italiane per troppo tempo orientati da logiche burocratiche, tese a garantire la regolarità formale degli atti compiuti, ma inadeguati ad assicurare il “buon andamento” della P.A. sotto il profilo dell’economicità della spesa pubblica, dell’efficacia dell’azione collettiva e dell’innalzamento dei livelli di produttività del personale. Si è posta enfasi non solo sul “nuovo” concetto di performance, ma sono state introdotte innovazioni “organizzative” e di “metodo” che consentissero un migliore funzionamento dei sistemi di performance management, tenuto conto anche delle migliori esperienze di altri Paesi avanzati, primo fra tutti il Regno Unito. Si intende, in particolare, fare riferimento all’introduzione dell’allora Commissione indipendente per la Valutazione, l’Integrità e la Trasparenza delle amministrazioni pubbliche-CIVIT (ora Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche-ANAC) sulla “falsariga” del National Audit Office (NAO); alla definizione dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) come nuovo soggetto deputato alla valutazione della performance all’interno delle singole amministrazioni; alla definizione delle fasi del “ciclo di gestione della performance”; all’identificazione delle caratteristiche che gli obiettivi devono possedere per poter essere considerati utili al processo decisionale; al concetto di performance organizzativa, ovverosia dell’Ente pubblico considerato nella sua interezza, e di performance individuale, da collegare necessariamente al primo; ai vari ambiti di analisi della performance organizzativa (impatti, strategie, qualità, efficienza, ecc.) e di quella individuale, ecc. Dopo un generale inquadramento dell’evoluzione normativa sul tema del performance management delle amministrazioni pubbliche italiane, nella rassegna della letteratura economico-aziendale, si procede alla presentazione ed interpretazione delle principali innovazioni apportate dalla c.d. “Riforma Brunetta”, facendo particolare attenzione alle norme applicabili alle amministrazioni locali, che attengono, tra gli altri, ai seguenti aspetti: i soggetti da coinvolgere nelle attività di misurazione e valutazione delle performance; i requisiti da rispettare nelle procedure di individuazione ed assegnazione degli obiettivi, di costruzione delle misure e di fissazione dei relativi target da raggiungere; la documentazione da predisporre e la strumentazione di supporto da utilizzare; i principi alla base della misurazione e valutazione della performance organizzativa e individuale. Nello specifico, si chiarisce in che modo gli Enti locali hanno declinato nei loro ordinamenti i principi ispiratori della riforma e si illustrano le modalità con le quali si è proceduto a recepire documenti quali “il Piano della Performance” e “la Relazione sulla Performance” previsti come obbligatori solo per talune amministrazioni pubbliche italiane (Ministeri, Enti Pubblici Istituzionali nazionali, ecc.). Tale analisi è stata condotta anche alla luce delle delibere emanate dall’ANAC (già CIVIT) sull’argomento, dal momento della sua istituzione, e delle linee-guida predisposte dall’ANCI. Inoltre, si evidenziano le principali problematiche in atto nelle amministrazioni comunali italiane con riferimento all’integrazione tra il ciclo di programmazione finanziaria e il ciclo della performance. In effetti, i ritardi “legalizzati” nell’approvazione dei documenti finanziari di previsione di certo non aiutano gli operatori della P.A. a programmare con serietà la gestione aziendale, con la conseguenza che l’avvio del ciclo di gestione della performance si realizza quando la chiusura dell’esercizio finanziario è alle porte e non resta che passare al redde rationem di quanto è stato (forse) prodotto. Sul piano empirico, la suddetta research question è stata esplorata su di un campione costituito da trenta Comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Dall’universo statistico complessivo, sono stati estratti tali comuni, dal momento che hanno reso disponibile, nella sezione “Amministrazione Trasparente” del proprio sito istituzionale, il Piano della Performance o documenti assimilabili (PEG-PdP). In particolare, i documenti di programmazione, pubblicati nel corso dell’esercizio finanziario 2012 (Piani della Performance 2012-2014 o documenti analoghi del tipo PEGPdP), e quelli di rendicontazione a chiusura del ciclo di gestione della performance 2012 (Relazione sulla Performance 2012) pubblicati nell’anno successivo, sono stati analizzati tramite la content analysis. L’arco temporale, oggetto di indagine, abbraccia gli anni 2012-2013. Questa scelta metodologica si giustifica, a seguito della necessità di analizzare l’intero ciclo di gestione della performance: includendo nell’indagine, oltre la fase della programmazione, anche quella della rendicontazione. Sono state utilizzate le Relazioni sulla Performance 2012 che si sono rese disponibili durante il periodo di svolgimento delle attività di ricerca e, precisamente, fino al 31/12/2013. Non è stato possibile analizzare le Relazioni relative all’esercizio 2013, in quanto saranno disponibili nel corso del 2014. Dal punto di vista metodologico, il grado di adeguamento (compliance) alla Riforma Brunetta dei documenti (output) del “ciclo di gestione” della performance è stato misurato grazie ad un indicatore sintetico appositamente costruito, denominato Performance Index. Tale parametro si fonda su una serie di giudizi di valutazione in merito all’adeguatezza del Piano della Performance e della Relazione sulla Performance pubblicati (o di documenti analoghi). I risultati dell’indagine empirica consentono di formulare alcune proposte di miglioramento del ciclo di gestione della performance dei Comuni esaminati, sotto il profilo dei documenti che “incorporano” le misure di performance. A ben vedere, i Comuni “meno virtuosi”, ovverosia quelli che presentano livelli meno elevati del Performance Index, presentano specifiche caratteristiche, come ad esempio basso ricorso ad appositi indicatori di outcome, scarsa accessibilità dei documenti in parola, mancata indicazione dei valori target da conseguire, ecc. Si è provveduto, inoltre, a verificare l’esistenza di eventuali relazioni di associazione tra lo scoring del Performance Index e talune variabili organizzative/di contesto (relative ai singoli Enti) suggerite dalla letteratura economico-aziendale e manageriale. Dalle evidenze empiriche, emerge che l’istituzione degli Organismi Indipendenti di Valutazione da parte dei Comuni che hanno optato per tale soluzione non ha contribuito – almeno nei due anni osservati (2012-2013) del ciclo di gestione della performance – ad innalzare i livelli di compliance rispetto alle indicazioni della Riforma Brunetta e alle linee-guida emanate dalla CiVIT (ora ANAC). Infatti, la variabile in esame non appare statisticamente significativa. Per quanto attiene al fattore dimensionale, si registra che la dimensione aziendale (numero di abitanti) non sembra incidere sul Performance Index. Pertanto, i Comuni più grandi non presentano necessariamente livelli più elevanti di compliance. Ancora, occorre evidenziare che i livelli più elevati del Performance Index tendono a riscontrarsi nei Comuni dove si registra una maggiore presenza femminile tra i dipendenti. Anche il fattore geografico costituisce un elemento distintivo sotto il profilo dell’adeguamento ai principi e alle indicazioni della Riforma Brunetta, dal momento che i Comuni situati al Nord tendono a conformarsi meglio ai contenuti delle delibere CiVIT e, in particolare, a presentare documenti di programmazione e consuntivi coerenti tra loro. Da ultimo, in termini di prospettive future di ricerca, potrebbe risultare utile estendere l’indagine agli anni successivi, soprattutto nella prospettiva di verificare se il Performance Index migliora nel tempo. La problematica del performance management, purtroppo, è ancora del tutto nuova per numerose amministrazioni locali, sebbene si parli di efficacia e di efficienza, sin dagli inizi degli anni Novanta del secolo scorso (L. 142/90, D.Lgs. 29/93, D.Lgs. 77/95, D.Lgs. 289/99, ecc.). In altri termini, la diffusione di nuove logiche gestionali che pongono enfasi sui risultati richiede tempo, dal momento che è influenzata, tra l’altro, dai comportamenti delle persone che operano nelle singole amministrazioni, non solo a livello di tecno-struttura, ma anche (e soprattutto) nell’ambito degli organi di indirizzo politico-amministrativo. In effetti, la gestione della performance diventa efficace, nel momento in cui si riscontra la presenza di determinate “condizioni abilitanti”, tra cui il commitment politico e amministrativo.
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9

FALCONE, MATTEO. "La funzione conoscitiva delle amministrazioni pubbliche nell'era dei Big Data." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266715.

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Abstract:
Big data we mean a huge set of data in heterogeneous sources and forms, continuously fed in real time, which requires processing technologies and different management, better than traditional technologies, able to change the decision-making processes, methods production of knowledge and the cultural approach to the data value. The processing of big data gives the opportunity to those who are in possession of these particular types of data to collect an unprecedented amount of data, to gain a predictive capability on social, economic or political phenomena already in place or under development to others foreclosed and the tendency to use and continually reuse the data in such a way as to derive new information and new knowledge about reality. One can not ignore, therefore, the potential impact of these new technological and cultural possibilities inherent in the data and their management on the action and administrative organization. Govern with the Big Data means knowing produce, process and reprocess data from public sources and private owned by public administrations so as to enhance knowledge of the factual situations to which the administration must intervene, the speed and effectiveness of ' public intervention, efficiency and good management of public services. The processing of big data sets all'amministrativista the issues of no small moment: their use during the administrative action changes the traditional canons procedural investigation? Approaching the administrative decision to the optimal decision? It makes it increasingly relevant to the principle of material truth that must tend the administrative action? Govern with the Big date includes, however, the ability to govern the Big Date, ie the ability to equip public authorities the right technological infrastructure in order and to organize the internal information systems and the coordination of information between the administrations just as appropriate: ultimately to be able to organize the management of data held by public authorities. The management of big data sets, the same way, relevant legal issues: how we collect and how we retain this data? Which data quality can be achieved and what quality you have to ensure that these data? Which of these files you make reusable? The Big Date, ultimately, emphasize that it is necessary to rethink the cognitive function of government, understood in its dynamic sense (administrative action), both in its static sense (organizational): a cognitive function more and more autonomous because highly technical and difficult to place as assets only instrumental administrative action.
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Rigo, Alessandra <1997&gt. "PROGRAMMAZIONE E INNOVAZIONE: IL PERCORSO VERSO L’EFFICIENZA INTERNA DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21352.

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Abstract:
Realizzare un’efficace trasformazione digitale delle Pubbliche Amministrazioni rappresenta una delle sfide più grandi che oggigiorno coinvolge il settore pubblico nella sua interezza. Lo studio si propone di analizzare come l’innovazione, in particolare la digitalizzazione, sia in grado di migliorare l’efficienza interna della Pubblica Amministrazione. Dapprima, l’elaborato si propone di approfondire, tramite gli studi della letteratura, i temi della programmazione e dell’innovazione e di presentare il percorso evolutivo di ambedue gli argomenti all’interno del contesto italiano. Successivamente, attraverso la stesura del secondo e il terzo capitolo si intende presentare una visione d’insieme per quanto concerne l’ambito della programmazione europea, nazionale e regionale, ponendo particolare attenzione sul modello della governance multilivello. In entrambi i capitoli viene approfondito sia il percorso normativo relativo al ciclo di programmazione, che quello operativo legato ai principali programmi varati dalle Istituzioni europee e dal governo italiano, finalizzati ad innovare e potenziare le Pubbliche Amministrazioni. Infine, verrà svolta un’analisi utile a comprendere qual è la strada da percorrere per realizzare una programmazione innovativa-sostenibile, enfatizzando le maggiori criticità che impediscono il cambiamento innovativo in merito all’organizzazione interna e alle conoscenze e competenze dei funzionari pubblici. Si cercherà, quindi, di capire come la programmazione strategica, attraverso l’innovazione, possa concretamente aiutare e facilitare le organizzazioni pubbliche a migliorare la propria efficienza organizzativa e d’attuazione.
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Pendolino, Gaetana. "Il riparto di giurisdizione nel lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422436.

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Abstract:
It has been years from the privatization in public sector and following by a devolution to trail court for the relative controversies, a concerning treatment about the split of Jurisdiction for the employment in the public administration could be considered anachronistic. Still, by all this time, a clear and precise definition has not been made since the issue had not reached a definite asset. Statistical data in public administration works clearly shows a significant mass of law demands with relative contents, which could be assumed about the jurisprudential production, today in chief to the “United Sessions” of Court of Cassation as regulated under the art. 374 Cod. Proc. Civ., comma 1. The legislator’s objective has been clear, but on the other side the choice to continue in the use of a so called “bipolar” jurisdictional system didn’t have had the same clarity. It’s the citizen, with this organizational option, the subject the most damaged kept in a perpetual state of uncertainty about which court to refer to. The following work has the scope, with a case optic, to reconstruct the public employment specialties main steps and to analyze the results, sometimes in contrast with my own opinion, abducted by the scientific community. In the preliminary phase, a brief historical excursus of the public administration employment will be presented, taking a long and hard path of implementing the privatization. The framework of this normative will be illustrated too, pointing the attention on the jurisdictional passage and the presupposes which is based on. 8 The second section, the topic, is the analysis of the current split juridical standards with deeper considerations concerning the subject excluded from the ordinary Judge competence. The most controversial themes, about the jurisdictional passage, are delved in the last chapter and his principal arguments are: assumptions, competitive entrance examinations, career vertical progressions, school teaching rankings, executive assignments, anti-union behaviors and the controversial cases of the employers of the constitutional bodies. The proposal of this argumentation is therefore to be a starting point of reflection focused on the actual guaranties acted to protect the public employees’ rights.
A distanza di ormai tanti anni dalla privatizzazione del pubblico impiego e dalla conseguente devoluzione al giudice ordinario delle relative controversie, potrebbe essere giudicata arida e anacronistica una trattazione concernente il riparto di giurisdizione nel lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Eppure, al decorso del tempo non ha fatto seguito la definizione di una chiara e netta linea interpretativa, tant'è che la tematica, lungi dall'aver raggiunto un compiuto e definitivo assetto, s'impone, oggi, forse più di allora, all'attenzione della giurisprudenza. Se si guarda al dato statistico, nell'ambito del lavoro nelle pubbliche amministrazioni permane, infatti, una mole significativa di contenzioso relativo a questioni di giurisdizione, in cui assume precipuo rilievo la produzione giurisprudenziale delle Sezioni unite della Cassazione adita ai sensi dell'art. 374 Cod. Proc. Civ., comma 1. Se l'obiettivo del legislatore, soprattutto della seconda privatizzazione, è stato chiaro, un po' meno illuminate sono state le conseguenze della scelta operata nella direzione di perpetuare una giurisdizione “bipolare”, preservando, seppur per ambiti ridotti, la giurisdizione del giudice amministrativo: si è posto, così, il cittadino in una situazione di perdurante incertezza circa il tribunale da adire. Il lavoro che segue ha, così, lo scopo di ricostruire il percorso attraverso cui, da un punto di vista processuale, è stata affrontata la persistente specialità del pubblico impiego e di illustrare gli esiti raggiunti dal dibattito scientifico e dagli orientamenti giurisprudenziali, con alcuni dei quali – preme sottolinearlo da ora – ci si pone in 6 consapevole dissenso. In fase preliminare si presenta un rapido excursus storico del rapporto di lavoro nelle pubbliche amministrazioni e, percorrendo il lungo e faticoso cammino intrapreso dalla privatizzazione, si illustra il quadro normativo entro il quale è avvenuto il passaggio di giurisdizione e i presupposti su cui esso si fonda. Successivamente, entrando nel vivo della trattazione, si analizzano gli aspetti di maggior rilievo dell’attuale criterio di riparto di giurisdizione, con particolare riferimento alle “materie” escluse dalla cognizione del giudice ordinario. Nel contesto del capitolo conclusivo vengono, poi, approfondite alcune delle tematiche più controverse del passaggio di giurisdizione, con una disamina del più recente dibattito relativo alle controversie in materia di assunzioni e di procedure concorsuali, progressioni verticali, graduatorie del personale della scuola, incarichi dirigenziali, condotta antisindacale, per accennare, infine, al caso controverso dei dipendenti degli organi costituzionali. Quel che ci si propone è, dunque, una riflessione che, avendo come filo conduttore e punto focale la garanzia dell'effettività della tutela giurisdizionale del dipendente pubblico, tenta di offrire una lettura “naturale” del sistema, ovvero quanto più possibile orientata, al di là delle eccezioni espresse, verso l'onnicomprensività della giurisdizione ordinaria.
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Albano, Flavia. "CONSIP: il sistema delle convenzioni e i rapporti con le pubbliche amministrazioni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6721/.

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Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare il ruolo di CONSIP, centrale di committenza nazionale per gli acquisti di beni e servizi per la pubblica amministrazione, nell’ambito del Programma di razionalizzazione degli acquisti, con particolare attenzione ai vantaggi ed alle criticità emerse nell’attuazione del sistema di centralizzazione. Il corpo del testo, articolato per capitoli, è preceduto da un Glossario contenente le definizioni e la specificazione di alcuni dei concetti trattati. In appendice sono state inserite le sintesi di tre ricerche, ritenute di interesse per approfondire l’argomento trattato. Il Capitolo 1 descrive l’evoluzione del ruolo e delle attività assegnate a CONSIP in relazione alle modifiche intervenute nel contesto normativo di riferimento. Nel Capitolo 2 vengono trattate in dettaglio le attività di CONSIP, con particolare riguardo al ruolo strategico che la stessa è chiamata a svolgere nel sistema nazionale di e-Procurement e nell’ambito del Programma di razionalizzazione degli acquisti, anche in funzione delle misure previste dalle recenti norme in tema di spending review. Nel Capitolo 3 sono descritti gli strumenti che CONSIP mette a disposizione delle pubbliche amministrazioni, attraverso la piattaforma informatica www.acquistinretepa.it, appositamente predisposta per l’attuazione del Programma di cui al Capitolo precedente, con particolare attenzione al sistema delle convenzioni. Il Capitolo 4 è dedicato all’analisi dei vantaggi e delle criticità riguardanti l’attuazione del Programma di razionalizzazione degli acquisti, con riferimento al sistema di centralizzazione ed all’utilizzo degli strumenti CONSIP, nell’ambito del processo di approvvigionamento delle pubbliche amministrazioni (public procurement). Infine, il Capitolo 5 propone l’esperienza del Progetto di razionalizzazione degli acquisti informatici del Comune di Bologna come caso da cui trarre spunti di riflessione sull’impatto, anche interno, alla singola amministrazione, della centralizzazione degli acquisti e dell’utilizzo delle convenzioni e del mercato elettronico (MEPA) messi a disposizione da CONSIP.
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MONTEDURO, FABIO. "L’accountability delle amministrazioni pubbliche interpretazione, evoluzione ed applicazione in una prospettiva internazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2006. http://hdl.handle.net/2108/207723.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è dedicato all’interpretazione, all’evoluzione ed all’applicazione del principio di accountability nelle amministrazioni pubbliche. L’accountability è una problematica che catalizza l’interesse di diverse aree e settori disciplinari ed è particolarmente rilevante all’interno degli studi economico-aziendali. La forte crescita del numero dei contributi scientifici, oltre a segnalare l’attualità del tema, indica la necessità di operare una sistematizzazione concettuale di una materia che è in rapida evoluzione. Sulla scorta di tale riflessione si prova a verificare se la collocazione del concetto di accountability all’interno del più ampio processo di evoluzione del settore pubblico possa contribuire a chiarirne la natura e il ruolo. L’analisi dimostra che a livello internazionale si sta verificando un processo di convergenza delle amministrazioni pubbliche da una concezione di accountability “tradizionale”, basata sulla conformità alle norme (compliance-based accountability), verso una logica basata sulle performance conseguite (performance-based accountability). La ratio di tale processo evolutivo va ricercata nei forti cambiamenti del contesto di azione delle amministrazioni pubbliche. Il forte deficit di bilancio accumulato da molti paesi unito all’impossibilità di incrementare ulteriormente la pressione fiscale ha posto in evidenza il problema della limitatezza delle risorse in relazione ai bisogni da soddisfare, determinando, come conseguenza, un forte interesse verso tutti gli strumenti che potessero in qualche modo contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle amministrazioni pubbliche. Tra questi gli strumenti di performance-based accountability hanno assunto un ruolo di primo piano nell’agenda di riforma. Per tale ragione le amministrazioni pubbliche dei paesi OCSE hanno cercato di introdurre logiche performance-based in fase di bilancio di previsione, nella gestione, nella rendicontazione e della revisione esterna. Nei paesi OCSE si osserva una correlazione positiva tra l’evoluzione dei sistemi di accountability in una logica performance-based ed il livello di efficacia delle amministrazioni pubbliche centrali. Tale correlazione è decisamente più forte nei paesi OCSE in cui l’evoluzione dei sistemi di accountability ha avuto modo di consolidarsi e di condurre ad una lo più consapevole e coerente utilizzazione.
The doctoral thesis aims at interpreting the principle of accountability, its evolution and the application to public administrations. The accountability issue is central to many disciplinary areas and it is particularly significant in management studies. The growing in numbers of the researches on this topic highlights the relevance of the issue but also the need to put order on the rapid evolution of accountability studies. The thesis places accountability in the framework of the wider evolution processes of the public sector, in order to highlight its nature and role. The analysis demonstrates that, at the international level, a convergence process is taking place from a traditional model of accountability (or a compliance-based accountability), towards a performance-based accountability model. The reason of this shift can be tracked in the strong evolution of the context in which public administrations work. The high deficits and the impossibility to raise new taxes in many Oecd countries have underlined the problem of limited resources for satisfying public or collective needs. This has translated in a strong interest towards all the tools that can in some way contribute to improve efficiency and effectiveness in public administrations. Among these, the system and tools of performance-based accountability have been playing a key role in reform agendas. Performancebased principles have been introduced in budgeting, management and reporting. In Oecd countries a positive correlation between the evolution of accountability systems more and more performance oriented, on the one hand, and the level of effectiveness in central public administrations. This correlation is greater in those Oecd countries in which the evolution of accountability systems have consolidated and there is a more coherent and aware way of using them.
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Perfido, Carlotta <1993&gt. "Open data: uno strumento per la lotta alla corruzione nelle Pubbliche Amministrazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12831.

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Abstract:
Obiettivo della tesi è la valorizzazione degli open data come strumento utile alla realizzazione di servizi che prevengano la corruzione e favoriscano la trasparenza. In un contesto internazionale che riconosce sempre più l’importanza di “aprire” i dati della Pubblica Amministrazione, l’analisi offerta da questa tesi mostra - e dimostra - come, tramite la manipolazione e l’incrocio dei dati messi oggi a disposizione dai canali erogatori ufficiali, sia possibile intercettare una serie di potenziali anomalie, discrepanze nei bilanci o irregolarità nelle procedure di appalto della PA, in maniera sistematica e programmatica, semi-automatizzabile attraverso un software. Una applicazione mobile per dispositivi Android, realizzata da ricercatori del DAIS di Ca’ Foscari in collaborazione con la presente tesi, implementa una selezione delle strategie proposte per la rilevazione di tali anomalie, con l’obiettivo di consentire all’utente finale - il cittadino - di segnalare possibili casi di corruzione o, in generale, di cattiva amministrazione alle autorità competenti. La tesi mette a punto i metodi ed i processi alla base degli algoritmi anticorruzione implementati da una app che ha lo scopo di coniugare, da un lato, l’opportunità per la PA di accrescere la propria accountability e, dall’altro, l’esigenza di cittadini ed imprese di controllare l’azione delle istituzioni pubbliche, sfruttando l’ingente mole di dati aperti da esse messi a disposizione.
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D’Alto, Antonio. "I principali strumenti giuridici per lo scambio di dati tra le pubbliche amministrazioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2397/.

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Abstract:
Lo scopo del seguente lavoro sara' quello di illustrare i mezzi utilizzati in ambito amministrativo per garantire la privacy delle comunicazioni: stiamo parlando della PEC, ovvero della posta elettronica certificata. Inizialmente si tratteranno aspetti piu' tecnici legati a tale strumento, dandone una definizione e illustrando i metodi di funzionamento; successivamente si affronteranno invece aspetti legati piu' nel dettaglio all’ambito giuridico,
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CHIONNA, CONCEPITA. "Modelli di retribuzione collegati alla produttività nelle amministrazioni pubbliche : focus sull'Agenzia delle entrate." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32815.

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Vanzato, Massimo <1991&gt. "Smart City e imprenditorialità: opportunità di sviluppo per imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9168.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, a causa della crescita della popolazione e dell’aumento del livello di urbanizzazione, le politiche di sviluppo urbano sono state fortemente influenzate dal concetto di Smart City, espressione che si riferisce a una modalità innovativa di risoluzione di problematiche sociali come disuguaglianza, disoccupazione e gestione delle risorse. Tale fenomeno richiede l’elaborazione di metodologie in grado di catturare la smartness delle città, che si propongano quali strumenti al servizio delle amministrazioni locali per il miglioramento della propria immagine e l’implementazione di una strategia di marketing coerente. Ciò rappresenta una sfida non solo per le amministrazioni pubbliche, ma anche per le imprese private: l’elaborato, per queste ragioni, si pone come obiettivo l’analisi della relazione tra smartness delle città e imprenditorialità, valutando le opportunità di sviluppo che le Smart City offrono a imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini.
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SANTACROCE, C. P. "Il recesso dagli accordi tra pubbliche Amministrazioni. Profili di diritto interno e comparato." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427090.

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Abstract:
The phenomenon of diffusion of agreements among the public Administrations regarding the action and organization of public authorities has already been highlighted for a long time and by many people as well, finding out the basis- upon the most attentive doctrinal speculations carried out in this subject- in the ordination’s transformation, in pluralistic and autonomous sense of its meaning. As a mater of fact, the roots of the increase of using the conventional modules in relations among the public subjects, there would be the affirmation of effective and equal (by nature) pluralism, attributable either to the passage to, so called, multi-class State, or to the effects of autonomous launch that had led to the gradual and progressive recognition of concrete autonomy area in favor of the minor territorial bodies. The consequent multiplications and fragmentations of administrative functions- with their distribution among the separate authority centers – would be, therefore, at the base of emerging need of frequent recurring to the collaboration forms among the various public Administrations involved with accordance to their attributions, in order to reach the re-composition of the functions and responsibilities that got split, due to implementation of, so called, institutional pluralism and decentralization (art. 5 and 114 Const.) principles. The national legislator, as the interpreter of this demand, has at first interfered with introducing in ordination of consensual points " for the sector practicality” (we consider here, just for example, certain provisions described in d.P.R. n. 616/1977, and as originally provided for law n. 64/1986, about the extraordinary intervention in Southern Italy), denominated in various ways (agreements, conventions, program accordance, etc.), and next he has come to, through the approval of administrative procedures law (l. n. 241/1990), generalization of the principles of the consensual collaboration among the public Administrations, by releasing the art. 15 of this law, assigned to confer an ample legislative cover for the conclusion of agreements among the public subjects with regard to implementation of the activities of common interest. The paragraph 1 of the mentioned article, actually, seems to assign the general recognition, in case when two or more public bodies decide to reach the regulation arranged by practicing the administrative authorities that were attributed to them. Even though it is permanently conclusive for the preliminary question of the dogmatic admissibility of consensual points with the practice of public authorities in subject, it is believed that the regulations of juridical category for the agreements among public Administrations and, contextually, for legislative discipline applicable (referring to the art. 15, paragraph 2 of the law nr 241/1990, as well as to some dispositions included in art. 11 of the same law, referring to the agreements among p. A. and privates), didn’t contribute in solving certain questions, which, though partially faced by Italian administrative doctrine, hadn’t found out the unambiguous answers up till today. We mean the issues which, starting from the questions of general theory concerning the exact juridical qualification of the agreements in subject, affect directly upon the detection of juridical rules and principles to which the above mentioned agreements must be considered subject. The main target of the doctoral thesis, therefore, is exactly to face the problem of dogmatic placement of agreements among public Administrations and next to outline their relative juridical regime applicable. After having faced in preliminary way the subject of the juridical nature of the consensual matter examined – regarding to which, this is the right point to reaffirm so, the Italian doctrinal elaboration doesn’t consent, up till now, to formulate any unambiguous conclusion – the survey’s intent will be to individuate the “juridical statute” of the agreements among the public Administrations, verifying the applicability level of the disposals and of civil principles expressly cited in art. 15 and 11 of the law nr 241/1990 on one hand, and the incidence of public “counterbalances” dedicated to guarantee the constant functionality in using the administrative authority in pursuing public interests which care results to be attributed to the “contracting” Administrations on the other hand. Therefore, we try to establish the measure and the way to balance, during various negotiations phases, the conclusion and the execution of the agreements among the public subjects, the contextual efficiency of public principles, in order to not only present the complexity of the problems already described in the latest doctrinal elaborations but to propose new interpretative options capable to provide the solution for questions that have been left either unresolved or on the ground as well. It seems appropriate to mention the way some subjects jump out due to their particular problematic nature- and that’s why they will be the subject of the particular attention during the research project- the questions regarding the constrains of the conventional decisions made in agreement among the “stipulating” public Administrations, of the continued ownership of the typical authorities of self protection as the guarantee of, the already mentioned, functionality of the administrative authority in public interests. The missing recall by the art. 15, paragraph 2 of law nr 241/1990, of the norm described in the art. 11, paragraph 4 of the same law (about the Administration’s faculty to withdraw, due to the contingent of public interests and, however, on compensate payment, from the agreement stipulated with the private subject) has caused the interpretative uncertainties of an absolute importance. As a matter of fact, we can nowadays find at least two distinct doctrinal guidelines. According to the first interpretation, the missing recall to the disposition about the withdrawal contained in the above mentioned art. 11, paragraph 4 of the law nr. 241/1990 is the direct declaration of the impossibility, for the public contracting subjects, of unilateral withdrawing- even in case of public interest- from the observance of the conventionally agreed determinations. According to the other part of the doctrine, the missing recall to the above mentioned disposal about the faculty of withdrawal, is not to be interpreted as an obstacle in its practicing, but as an implicit recognition of exclusion of existence of obligation, for the withdrawing Administration, to correspond with the indemnification in favor of the Administrations that will undergo this withdrawal. As a matter of fact, non of those two guidelines seem to be satisfactory. Indeed, if on one hand, the thesis about an implicit interdiction of withdrawal in conventional relations among public Administrations- even in case of public interests- collides obviously in irremediable way with, the already mentioned, demand of assuring the functional relation between the use of administrative faculties and following public interests, on the other hand, the exclusion, for the withdrawing Administration, from the obligation of corresponding with the indemnification in favor of other parties of the agreement undergoing the withdrawal, doesn’t seem to be supported by any appropriate motivation explaining the non compensating of any (possible) property damages caused by the Administration that decides unilaterally to get rid off the engagements assumed with the agreement.
Il fenomeno della diffusione degli accordi tra pubbliche Amministrazioni nell’azione e nell’organizzazione dei pubblici poteri è stato già da tempo e da più parti messo in luce, trovando fondamento – secondo le più attente speculazioni dottrinali condotte sul tema – in una trasformazione ordinamentale in senso pluralistico ed autonomistico. Alle radici dell’incremento dell’uso di moduli convenzionali nei rapporti tra soggetti pubblici, infatti, vi sarebbe l’affermarsi di un pluralismo effettivo e (tendenzialmente) paritario, dovuto sia al passaggio al c.d. “Stato pluriclasse”, sia agli effetti delle spinte autonomistiche che hanno condotto ad un graduale e progressivo riconoscimento di un ambito di concreta autonomia a favore degli enti territoriali minori. Le conseguenti moltiplicazioni e frammentazioni delle funzioni amministrative – con la ripartizione di esse tra distinti centri di potere – sarebbero, dunque, alla base dell’emersione dell’esigenza di ricorrere sempre più spesso a forme di collaborazione tra le diverse pubbliche Amministrazioni coinvolte in forza delle rispettive attribuzioni, onde pervenire ad una ricomposizione delle funzioni e delle competenze frammentatesi in attuazione dei principi del c.d. pluralismo istituzionale e del decentramento (artt. 5 e 114 Cost.). Il legislatore nazionale, nel farsi interprete di detta esigenza, è dapprima intervenuto mediante l’introduzione nell’ordinamento di fattispecie consensuali “ad operatività settoriale” (si considerino, a titolo esemplificativo, talune delle disposizioni di cui al d.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, nonché quanto originariamente previsto dalla legge 1 marzo 1986, n. 64, in tema di intervento straordinario per il Mezzogiorno) ed in vario modo denominate (intese, convenzioni, accordi di programma, etc.), per poi giungere, con l’approvazione della legge sul procedimento amministrativo (l. n. 241/1990), ad una generalizzazione del principio della collaborazione consensuale tra pubbliche Amministrazioni, attraverso l’immissione dell’art. 15 di detta legge, volta a conferire ampia copertura legislativa alla conclusione di accordi tra soggetti pubblici per lo svolgimento di attività di interesse comune. Il comma 1 del richiamato articolo di legge sembra assegnare, in effetti, un riconoscimento generale all’eventualità che due o più enti pubblici decidano di addivenire ad una regolamentazione concordata dell’esercizio dei poteri amministrativi loro attribuiti. La normativizzazione della categoria giuridica degli accordi tra pubbliche Amministrazioni e, contestualmente, della disciplina legislativa ad essi applicabile (a mezzo del rinvio operato dall’art. 15, comma 2 della l. n. 241/1990, a talune delle disposizioni dettate dall’art. 11 della stessa legge, in tema di accordi tra p. A. e privati), seppur definitivamente risolutiva della questione preliminare circa l’ammissibilità dogmatica di fattispecie consensuali aventi ad oggetto l’esercizio di potestà pubbliche, si ritiene non abbia contribuito a risolvere taluni interrogativi che, pur se in parte già affrontati dalla dottrina amministrativistica italiana, non hanno ad oggi ancora trovato risposte univoche. Trattasi di problematiche che, partendo da questioni di teoria generale concernenti l’esatta qualificazione giuridica degli accordi in oggetto, incidono direttamente sull’individuazione dell’insieme di regole e principi giuridici cui detti accordi debbano ritenersi assoggettati. Obiettivo principale della tesi di dottorato è, pertanto, proprio quello di affrontare il problema dell’inquadramento dogmatico degli accordi tra pubbliche Amministrazioni, per poi delinearne il relativo regime giuridico applicabile. Affrontato preliminarmente il tema della natura giuridica delle fattispecie consensuali in esame – rispetto al quale, è qui il caso di ribadirlo, l’elaborazione dottrinale italiana non consente, ad oggi, la formulazione di una conclusione univoca –, l’indagine è mossa dall’intento di individuare lo “statuto giuridico” degli accordi tra pubbliche Amministrazioni, verificando, da un lato, il grado di applicabilità delle disposizioni e dei principi di derivazione civilistica espressamente richiamati (per rinvio) dagli artt. 15 e 11 della l. n. 241/1990, e dall’altro, l’incidenza dei “contrappesi” pubblicistici volti a garantire la costante funzionalizzazione dell’uso del potere amministrativo al perseguimento degli interessi pubblici della cui cura risultino attributarie le Amministrazioni “contraenti”. Il tentativo è quello di stabilire, pertanto, la misura e il modo attraverso cui bilanciare, nelle diverse fasi della negoziazione, della conclusione e dell’esecuzione degli accordi tra soggetti pubblici, la contestuale operatività di principi pubblicistici e principi civilistici, al fine non solo di dar conto della complessità dei problemi sin qui già evidenziati dalle più recenti elaborazioni dottrinali, ma di proporre nuove opzioni interpretative in grado di fornire una soluzione alle questioni ad oggi lasciate ancora irrisolte o sullo sfondo. Tra queste ultime, pare opportuno evidenziare come spicchino per particolare problematicità – e sono state, pertanto, oggetto di particolare attenzione nell’ambito dell’attività di ricerca – le tematiche della vincolatività delle statuizioni convenzionali concordemente individuate dalle pubbliche Amministrazioni “stipulanti”, e della perdurante titolarità, in capo alle stesse, dei tipici poteri di autotutela posti a garanzia della già richiamata funzionalizzazione del potere amministrativo al pubblico interesse. Il mancato rinvio, da parte dell’art. 15, comma 2 della l. n. 241/1990, alla norma di cui all’art. 11, comma 4 della stessa legge (sulla facoltà dell’Amministrazione di recedere, per sopravvenienze di pubblico interesse e comunque previo indennizzo, dall’accordo stipulato con un soggetto privato) ha determinato incertezze interpretative di assoluto rilievo. Sul punto, infatti, possono ad oggi registrarsi almeno due distinti orientamenti dottrinali. Secondo una prima interpretazione, il mancato rinvio alla disposizione sul recesso contenuta nel suddetto art. 11, comma 4 della l. n. 241/1990 sarebbe diretto a sancire l’impossibilità, per i soggetti pubblici contraenti, di sottrarsi unilateralmente – seppur per sopravvenuti motivi di pubblico interesse – all’osservanza delle determinazioni convenzionalmente pattuite. Il che troverebbe giustificazione – secondo detta ricostruzione – nel valore “equiordinato” degli interessi pubblici in gioco, rispettivamente perseguiti dalle diverse parti dell’accordo. Secondo altra parte della dottrina, invece, l’omesso richiamo della suddetta disposizione sul potere di recesso non sarebbe da interpretarsi quale ostacolo ad un suo concreto esercizio, bensì come implicito riconoscimento dell’esclusione della sussistenza dell’obbligo, per l’Amministrazione recedente, di corrispondere un indennizzo a favore delle Amministrazioni che siano chiamate a subire detto recesso. In verità, entrambi i richiamati orientamenti non appaiono soddisfacenti. Se da un lato, infatti, la tesi circa un implicito divieto di recesso nei rapporti convenzionali tra pubbliche Amministrazioni – pur nella sopravvenienza di ragioni di pubblico interesse – si scontra evidentemente in modo insanabile con la già richiamata esigenza di garantire la relazione funzionale tra uso dei poteri amministrativi e perseguimento degli interessi pubblici, dall’altro, l’esclusione, per l’Amministrazione recedente, dell’obbligo di corresponsione di un indennizzo a favore delle altre parti dell’accordo destinatarie del recesso, non pare sia supportata da alcuna adeguata motivazione che spieghi la non indennizzabilità degli (eventuali) danni patrimoniali causati dall’Amministrazione che decida di liberarsi unilateralmente dagli impegni assunti in via pattizia.
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BINCI, DANIELE. "Clima organizzativo ed innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni: uno studio della Provincia di Ascoli Piceno." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1363.

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Abstract:
Questa tesi analizza il clima organizzativo in una pubblica amministrazione locale con due finalità principali, la prima relativa a fornire un avanzamento nella teoria circa il rapporto tra innovazione, clima ed equilibrio organizzativo, e la seconda relativa ad un contributo per l'ente in cui la tesi si è realizzata. Per quanto riguarda il primo aspetto, la letteratura italiana evidenzia che le riforme del settore pubblico, presentano sotto il profilo empirico un gap di implementazione. L'obiettivo è quindi quello di analizzare il gap della riforma della pubblica amministrazione attraverso il concetto di clima per l'innovazione, in relazione alla efficacia di di implementazione delle ICT. Inoltre, si propone in questa tesi il concetto di clima come variabile proxy dell'equilibrio organizzativo. La letteratura non analizza direttamente i due costrutti ma ci sono evidenze di analisi indiretta tra i due concetti derivanti ad esempio dalla teoria dello scambio sociale e lo scambio leader-member. Per quanto riguarda il secondo aspetto, il lavoro ha fornito un supporto alla direzione generale dell'ente in cui la ricerca si è realizzata nel comprendere e decidere come risolvere le principali problematiche organizzative, attraverso l'analisi del clima.
This thesis has two purposes. The first is a contribution to theory, to advance in the knowledge of organizational climate and organizational equilibrium in a public sector context. With regards to the first topic, the starting point is that Italy is very oriented to introducing new reforms but often weak in their implementation. Furthermore, the public management literature does not seem to analyze in depth the issues related to values, culture and climate in order to better understand their effective implementation. So we aim at analyzing implemention gap of public reform through the concept of climate for innovation, in relation to implementation effectiveness of Information and Communication Technologies (ICT). With regards to the second topic, we propose the concept of organizational equilibrium in relation with the concept of climate. There are evidences of indirect link between the two constructs, derived for example from social exchange theory and leader-member exchange. So we develop the idea that organizational climate can be used as a proxy to evaluate organizational equilibrium. The second is a contribution to practice where research project is realized (with a practitioners audience) to support the general management, to better understand organizational problems and decide how to solve it, trough an organizational climate analisys.
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Garavello, Stefano <1988&gt. "Indicatori e strategie di social media marketing per amministrazioni locali e piccole/medie imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3841.

Full text
Abstract:
La tesi si propone di mettere in evidenza le analogie e le differenze che possono venirsi a creare attraverso una strategia di social media marketing in un contesto pubblico (in riferimento alle Pubbliche Amministrazioni Locali) e privato (in riferimento alle piccole-medie imprese). Il duplice obiettivo è quindi, quello di mettere in pratica tecniche diverse ma con strumenti simili, per riuscire a misurare da una parte l’efficacia delle politiche di e-government e delle pubbliche amministrazioni locali, e dall’altra per misurare la presenza nel web di determinati prodotti e dei relativi attributi, in modo da monitorare il feedback dal lato client. Vengono messi in evidenza, inoltre, tutta una serie di indicatori utilizzati nella strategia di social media marketing sia in ambito pubblico che in ambito privato, e le modalità con cui gli indicatori stessi vengono generati. Infine, attraverso gli strumenti e le tecniche descritte, la tesi cerca di individuare un possibile modello di business da poter attuare nei mercati di riferimento.
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AMADDEO, Francesca. "Compliance degli intermediari finanziari nella nuova era dello scambio di informazioni tra Amministrazioni finanziarie." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2488166.

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Abstract:
La disciplina dello scambio di informazioni, di recente emanazione ed implementazione, costituisce una nuova chiave di volta nella lotta avverso i fenomeni di evasione ed elusione fiscale. Nel corso dell’iter evolutivo che ha portato alla definizione dell’attuale sistema, il ruolo degli intermediari finanziari è assurto progressivamente quale centro di bilanciamento di interessi e responsabilità, trovandosi a dover, da un lato, garantire un’efficace collaborazione con le Amministrazioni finanziarie e, dall’altra, tutelare la posizione del contribuente. Nel presente elaborato dottorale, sulla scorta di un approfondito studio della tassazione sul risparmio e del rilievo degli intermediari finanziari in tale ambito, si è proceduto ad una disamina del progressivo sviluppo della disciplina dello scambio in generale, condotta sia a livello internazionale (nella specie, adottando come riferimento, la Confederazione elvetica) sia a livello euro-unitario (avendo riguardo, talvolta, al sistema domestico italiano), con particolare focus sulla veicolazione automatica dei dati fiscalmente rilevanti. Tale studio ha consentito di evidenziare le relazioni sussistenti tra i fenomeni di erosione della base imponibile, operati, in particolare, nei cd. paradisi fiscali e nei centri offshore, e la partecipazione degli intermediari finanziari, vagliandone doveri e responsabilità previsti, in primis, dalla disciplina antiriciclaggio e, soprattutto, dal neo-coniato sistema di trasmissione delle informazioni. Ne è conseguita una valutazione sulle ridondanze e sulle lacune normative che si pongono quali cause preclusive ad un miglioramento dell’intero framework operativo. In particolare, si è cercato di chiarire quali siano, di fatto, gli obblighi cui gli intermediari medesimi sono soggetti e quali conseguenze siano previste in caso di violazioni sia nei confronti delle Amministrazioni finanziarie competenti sia dei singoli contribuenti. La posizione di questi ultimi ha dato adito a riflessioni di più ampio respiro: gli stessi, si è rilevato, si trovano ad essere sicuramente sprovvisti di uno schema di tutele sufficienti, sicché, alla stregua di un’analisi delle più recenti sentenze rese dalla Corte di Giustizia e della Corte di Strasburgo, si sono evidenziate le questioni maggiormente ostiche, proponendone possibili soluzioni.
This doctoral thesis deals with the compliance of financial intermediaries with their new duties regarding the exchange of information between tax authorities. Indeed, this new operative framework represents a milestone in the fight against tax evasion and - overall - tax avoidance. The role of financial intermediaries has grown on both the international and the European level, representing, nowadays, the core of the balancing process between duties and liabilities: indeed, on the one hand, they have to assure fiscal administration an effective cooperation and, on the other hand, taxpayers’ rights had to be guaranteed. On the basis of a deep study about the taxation of saving income, with a focus on the role of financial intermediaries in this context, the analysis conducted has followed the evolutional iter of the whole discipline, leading to a comparison between the implementation at the international level, especially in Switzerland, and at the European one (having regard also to the Italian tax system) and a theorisation of the transmission of foreseeable relevant information. In this way, it has been possible to underline the strong relation existing between the base erosion and profit shifting phenomenon, which is widely spread in tax havens and offshore centres, and the presence of financial intermediaries, which are subject both to the anti-money laundering and the exchange of information disciplines. By comparing different schemes, shared traits are identified as well as areas with potential for convergence: joined in a single mechanism these parallel frameworks would be more efficient. At the same time, even through a study of the European Court of Justice and the European Court of Human Rights’s decisions, the present work aims to come up with a solution for carefully balance the opposing interests of taxpayers to protect their rights and the States to strengthen their taxing powers.
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Trinchieri, Marco <1987&gt. "I DERIVATI TOSSICI NELLA PANCIA DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: I SINTOMI, LA PROGNOSI E LA CURA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3576.

Full text
Abstract:
Questa tesi si propone di affrontare il complesso e controverso tema dell'uso degli strumenti finanziari derivati da parte degli enti locali. Dopo un'analisi delle caratteristiche di questi strumenti e dei mercati in cui vengono scambiati, ci si addentrerà più in profondo sull'uso che ne viene fatto nelle P.A., avvalendosi di dati quantitativi, riferimenti normativi, e casi reali, che permettano alla fine di avere un quadro completo sul problema e sulle idee per risolverlo e prevenirlo in futuro.
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Crosato, Emanuele <1982&gt. "LO SVILUPPO DELLA NORMATIVA DEI S.A.P.R. E IL LORO UTILIZZO DA PARTE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13328.

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Abstract:
I SAPR ovvero i Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto vengono anche comunemente definiti droni, in piccola parte e nella loro eccezione più comune, essi hanno la funzione di volare o sorvolare piccoli tratti di cielo, non bisogna però dimenticare che esistono anche dei droni terrestri capaci di muoversi sulla superficie terrestre, rientrano entrambi nella più ampia categoria dei veicoli senza pilota a bordo. I droni (Dynamic Remotely Operated Navigation Equipment) rientrano quindi nella categoria dei SAPR, venendo comunemente identificati come quei veicoli, che comandati a distanza riescono a volare per poco tempo a seconda delle tecnologie di cui sono dotati; questi sempre più spesso li vediamo utilizzati nella quotidianità. Il presente elaborato vuole definire quali siano i principali droni utilizzati le loro basilari caratteristiche, ma soprattutto la normativa internazionale, europea e nazionale alla quale devono sottendere. In un secondo momento si vuol osservare le attuali e future applicazioni che tali veicoli hanno o potranno avere nell’ambito delle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni, con particolare attenzione per le amministrazioni locali.
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Tollon, Giulia <1987&gt. "Il Post-graffitismo negli spazi urbani, il rapporto tra artisti e amministrazioni comunali: il caso di Padova." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3309.

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Abstract:
Post-graffitismo tra gli spazi urbani, il rapporto tra artisti e amministrazioni comunali: il caso di Padova. Dopo un’iniziale descrizione di Writing e Street art, con una raccolta delle della letteratura critica sul tema, viene analizzato il rapporto del Post-graffitismo col mercato dell’arte, in relazione con il cambiamento di interesse da parte dei media. Si passa poi alle soluzioni adottabili dalle amministrazioni per una pratica legale di questa forma d’arte, dalla concessione di spazi all’organizzazione di eventi in collaborazione con gli artisti, per una conseguente riduzione dei fenomeni vandalici. Il caso di Padova è un ottimo esempio di rapporti fruttuosi tra writer e amministrazione, con la regolamentazione di muri legali e l’organizzazione di numerosi eventi di successo per l’avvicinamento della cittadinanza al mondo del Post-graffitismo, fra tutti Urbanizeme nel 2011, con ospiti locali, nazionali e internazionali che hanno esposto in galleria, oltre ad eventi correlati per la sensibilizzazione dei più giovani ad una pratica legale.
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ESPOSITO, PAOLO. "State capture, corruzione, accountability nelle amministrazioni pubbliche: una lettura basata sugli approcci economico-aziendali e di public management." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1429.

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Abstract:
Il contributo è diviso in due parti. La PARTE I, composta dal Capitolo 1 e dal Capitolo 2, è volta a meglio circoscrivere gli obiettivi e descrivere le metodologie utilizzate nel corso della trattazione. In particolare nel Capitolo 1 vengono definiti gli obiettivi, le research questions e le metodologie utilizzate, con ampia descri-zione degli elementi e delle analisi rinvenienti dallo studio della letteratura utili per la definizione di linee guida per la sperimentazione di un virtuoso modello or-ganizzativo, strategico-manageriale, rendicontativo, culturale, comportamentale anti-corruttivo. Il Capitolo 2, indaga la dinamica evolutiva nella letteratura dei fenomeni di corruzione e cattura dello Stato e all’esplicitazione e discussione dei risultati del Transparency International avente ad oggetto il ranking mondiale dei paesi affetti da gravi fenomeni di corruttela attraverso l’analisi di appositi indicatori di corru-zione percepita. Nella PARTE II, composta dal Capitolo 3, dal Capitolo 4 e dal Capitolo 5, il tentativo è finalizzato ad offrire un contributo al dibattito scientifico in essere, at-traverso l’analisi delle relazioni/correlazioni tra i fenomeni di corruttela, i modelli di governance ed i sistemi di accountability adottati negli enti locali italiani. Que-sto tema è particolarmente sviluppato nel Capitolo 3. Il Capitolo 4, invece, in particolare, integra l’analisi di fonti normative e docu-mentali (TUEL, Manuale Ocse, decreti di scioglimento EELL, relazioni delle commissioni ministeriali di accesso, bilanci degli enti locali sciolti,ecc.) e dallo spoglio degli articoli del Sole 24 ore Enti Locali (anni 2005/2009). References Database Methodology  Word Bank  OECD  FMI  Transparency International  Annual Reporting 2009  Annual Reporting 2008  Annual Reporting 2000/07  Questionnaires  Social network analysis Fig. 1.2 - Principali fonti documentali (Fonte: Elaborazione propria) I casi dei diversi Enti Locali del Mezzogiorno, oggetto della ricerca, sciolti ai sensi dell’art. 143 del TUEL, sono trattati nel Capitolo 5, tentando da una parte di rispondere alla domanda di ricerca principale, quale la RQ10: Che relazione esiste tra lo scioglimento dei Comuni per infiltrazione camorristiche e scioglimento a seguito della dichiarazione di dissesto? Esiste una normativa derogatoria e positiva per il mancato rispetto del Patto di Stabilità Interno da parte di quegli Enti sciolti per infiltrazioni camorristiche “doppiamente non virtuosi”? Per quale ragione?; dall’altro, di ricostruire lo stato dell’arte in materia, e fornire spunti di riflessione ed insegnamenti/principi che emergono dall’interpretazione in chiave sistemica dei fenomeni osservati. Si ritiene significativo il perimetro di ricerca trattato nel Capitolo 4 e nel Capi-tolo 5, in quanto ha ad oggetto l’analisi del DNA dei Comuni sciolti, “almeno una volta” sciolti per infiltrazione camorristica dal 1991 ad oggi (art. 143 Tuel), e per dichiarato dissesto finanziario (artt. 244/246 TUEL); e l’analisi degli interessi e-conomici delle joint venture Enti Locali – Criminalità Organizzata . Nella provin-cia di Napoli, negli ultimi venti anni di amministrazione, sono stati sciolti per grave inquinamento degli organi elettivi (art. 143 TUEL), ben 61 Enti Locali sui 95 presenti sul territorio (quasi il 70 %). A tal fine, si è deciso di procedere attraverso la metodologia del case study, con lo scopo di catturare molteplici aspetti di fenomeni nuovi che si presentano particolarmente complessi, attraverso un analisi comparata utilizzando molteplici fonti che si ritengono tra loro complementari: le informazioni provenienti da fonti normative e documentali (leggi, delibere, piani strategici, bilanci di previsione, bilanci pluriennali, R.P.P., PGS, PEG, Report sui Patti di Stabilità Interno,rendiconti finanziari, report delle commissioni ministeriali di accesso agli EELL per lo scioglimento, ecc.), sono state, infatti, integrate da interviste semistrutturate a testimoni privilegiati.
The main purpose of this research is to test an innovative reporting and organizational model in local Italian Public Administration governance or lines guide (Borgonovi, 2002; Meneguzzo, 2006) in order to monitor and prevent, control and account the occurrences of corruption, deformation and capture of the Regulatory State (Rawls, 1971; Mintzberg, 1996; Bresser Perreira, 1999; Scott, 2000; Moran, 2002; Schick, 2003). Today, the public administrations have a particular government system that is beyond the effective application of law, and they are also accountable just to people predominating through the use of corruption and bribery (Klitgaard, 1988; World Bank, 1997; Broadman H. G., Recanatini F., 2001; OECD/PUMA, 2002), ruling out the citizen’s power. Consequently, the research aims to identify not chameleon-like political tools in order to improve political accountability and citizens’ participation, switching from a government system to a responsibility governance system (Cepiku, 2005; Meneguzzo, 2006). A well-functioning public sector is critical for poverty alleviation. It must de-liver quality public services that match the needs of its citizens, foster private market-led growth while managing fiscal resources prudently, and be accountable to its citizens for all actions (World Bank, 2007). This research facilitates learning from others experiences with ideas and prac-tices that promote responsive, responsible and accountable public governance in Italy in special way. Performance-based accountability is appealing because of its potential to improve government service delivery performance and to ensure the integrity of public operations, empowering citizens to demand accountability for results from their governments. But implementation of such an accountability sys-tem represents a major challenge for any public sector organization; most such re-forms fail as a result of difficulties in design and implementation. This research provides advice on how to institutionalize performance-based ac-countability, especially in countries that lack good accountability systems. The work is divided into two parts: the first part argues about public management re-forms (NPM) to ensure the integrity and improve the efficiency of government operations. It outlines that in Italy more than talk of NPM should be better to speak of Public Governance considering a much calmer approach to reform com-pared to Anglo-Saxon countries (i.e., UK with common law system). On the other hand, the contribute highlights the causes of corruption and the cost of corruption for the society and government. It provides advice on how to tailor anticorruption programs and how to use of both internal and external ac-countability system and other mechanisms of control to fight it with the aim of en-suring sustainability
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MAZZILLO, ANDREA. "La Governance ambientale e la misurazione della performance ambientale delle amministrazioni locali: l'esperienza dei bilanci ambientali di ISPRA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1071.

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De, Marco Ivana <1961&gt. "Legge 7 Agosto 2015, n.124: dirigenti e riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Un focus sul Servizio Sanitario Nazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7468.

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Abstract:
Il presente lavoro ha lo scopo di analizzare il percorso normativo che ha regolato l’evoluzione del rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione. Nello specifico, si analizza il ruolo del dirigente diventato “datore di lavoro” con la privatizzazione del pubblico impiego. Il dirigente deve poter disporre di piani e programmi interni ed esterni per raggiungere gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità garantendo imparzialità e trasparenza dell’azione amministrativa. Nonostante il ripetuto intervento del Legislatore per arginare le criticità lamentate dai cittadini, i dipendenti della pubblica amministrazione sono considerati dei nullafacenti con potere datoriale limitato dalla politica e dalla contrattazione collettiva. L’analisi effettuata mira, attraverso un confronto fra letteratura, norme e prassi operativa, a ripercorrere la regolamentazione che si è succeduta negli ultimi anni, a partire dallo studio e confronto dei dd.lgs 164/2001 – 150/2009 e dalla revisione della letteratura giuslavorista ed economico organizzativa, fino ad arrivare alla recente pubblicazione del d.lgs. n. 124/2015, cosiddetta Legge Madia. Quest’ultima non è una legge di dettaglio, ma detta principi, criteri e tempi entro i quali il legislatore delegato dovrà produrre vere e proprie disposizioni operative. Infine, la tesi propone un’esemplificazione focalizzata su un Presidio Ospedaliero di un ASL Veneta.
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CATTANEO, MARIA CHIARA. "LE AMMINISTRAZIONI INTERNAZIONALI DELLA BOSNIA ERZEGOVINA E DEL KOSOVO. LA NOZIONE DI SOVRANITA' NEL CASO DI ENTITA' TERRITORIALI CON PERSONALITA' GIURIDICA INTERNAZIONALE PARZIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/803.

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Abstract:
Dopo aver delineato nel primo capitolo i necessari fondamenti teorici della disciplina relativa all’acquisto della sovranità e dunque della personalità giuridica internazionale anche nel caso di entità territoriali non statuali, è presentata una descrizione delle caratteristiche principali dell’amministrazione internazionale della Bosnia Erzegovina (capitolo 2) e del Kosovo (capitolo 3). Per fornire un quadro il più possibile chiaro, si rende anzitutto necessario indagare l’applicabilità della nozione di Stato a ciascuna delle due entità territoriali prese in esame le quali, sebbene sotto profili istituzionali differenti, sono state parte della Federazione delle Repubbliche socialiste iugoslave. Se per la Bosnia Erzegovina prassi e dottrina si sono dimostrate concordi nel riconoscere lo status di Stato indipendente, nel caso del Kosovo tale sintonia di posizioni non è ad oggi riscontrabile a causa del peculiare e incompiuto percorso di acquisizione della personalità giuridica internazionale.
Legal scholars have increasingly considered the phenomenon of international territorial administrations as a governance device which challenges some of the fundamental patterns of international law. Indeed, international territorial administrations have created normative problems by shaping both concepts of State and sovereignty. In several cases international administrators have exercised full legislative and executive authority in the administered territories, placing them in the role of governmental institutions of a State. This is the case of Bosnia and Herzegovina and Kosovo which have been ruled international administrations vested with the power to adopt acts with direct effect on the legal order of those territories. After briefly examining previous experiments in internationalized territories, this thesis applies this category to Bosnia and Herzegovina and Kosovo and describes how sovereignty was dealt with by international actors.
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MORELLO, Francesco. "La sicurezza del lavoro nelle pubbliche amministrazioni per il benessere organizzativo, la customer satisfaction e la qualità del servizio reso agli utenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30447.

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Abstract:
La normativa posta a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, risulta imperniata sulla centralità del concetto di organizzazione e si applica tanto al settore privato quanto al complesso sistema del pubblico impiego. Il presente lavoro si propone di dimostrare che la matrice dell’organizzazione prevista dal T.U. d.lgs. 81/2008 si conforma, in un ottima sistematica, con la mission e le precipue finalità istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni. Garantire e valorizzare la dignità della persona che lavora, assicurando uno “stato di completo benessere fisico mentale e sociale” (art. 2, T.U.), significa sia dare attuazione concreta, alla disciplina prevenzionale, che migliorare il processo produttivo o di lavoro. Benessere individuale e organizzativo si riflettono sul livello di performance raggiunto dalle organizzazioni e ciò in particolare in ambito pubblico ove il tema del miglioramento del clima lavorativo si colloca nella prospettiva dell'inveramento dei principi e valori costituzionali nell'Amministrazione reale, oggi chiamata a rispondere con limitate risorse finanziarie alle domande correlate ai cambiamenti della società e alla crisi economica in atto. L’evoluzione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dalla contrattualizzazione del rapporto di lavoro alle recenti riforme “efficientiste” e di spesa dell’organizzazione pubblica, hanno prodotto un articolato sistema che distingue macro e micro organizzazione. Ogni amministrazione pubblica deve per legge incrementare il proprio livello di benessere, modulando secondo le rispettive specificità strumenti e forme di partecipazione, così da fornire un servizio qualitativamente in linea con le esigenze della collettività. A tal fine vengono passate in rassegna insieme alle norme anche talune esperienze concretamente sviluppatesi con riferimento anche ai fini della customer satisfaction. Nella stessa ottica si muove l’indagine che attraverso l’analisi dei principali rischi, quelli psicosociali (stress, mobbing, burn out…), individua per ogni soggetto dell’organizzazione non solo il proprio debito di sicurezza ma soprattutto il proprio ruolo nell’implementazione del benessere. L’autore giunge infine a configurare in capo al lavoratore pubblico un vero e proprio diritto al benessere, organizzativo e individuale, esigibile in base ad un paradigma risarcitorio, che in uno alle responsabilità ad esso correlate, esaminate anche nei profili emersi più di recente, conferma che nelle P.A. sicurezza sui luoghi di lavoro, benessere organizzativo e ciclo della performance sono tra loro strettamente e necessariamente complementari.
The regulation of occupational health and safety is mainly focused on the importance of organisational aspects regarding both private and public sector. The aim of this study is to demonstrate that the origin of the public organisation system set out in the T.U. d.lgs 81/2008 is in compliance with the mission and institutional aims of the Public Administration, under a systematic perspective. “Valuing and protecting the dignity of the workers, safeguarding the physical, mental and social welfare”, will practically enforce the preventive regulatory system and increase the productivity of the working process. The individual and organisational well-being is strictly co-related to the general level of performance achieved by organisations specifically in the public sector, where the improvement of working conditions can be considered as an implementation of Constitutional principles in the context of the Public Administration which nowadays is deemed to face, with limited financial resources, the changes of the society and the current economic crisis. Each public organisation shall, by law, increase its level of welfare according to its own means and type of participation, in order to provide a service that complies qualitatively with the needs of the public. For this purpose the study is conducted through the analysis of legislations and practical experiences related also to the aims of the customer satisfaction. Moreover the study establishes which are the main psychosocial risks (stress, mobbing, burn out), and identifies for each member of the organisation not only its own debt security but also the importance of its role in the growth of the well-being. In the end the author concludes that public employees have the right to obtain a collective and individual well-being through a compensation scheme and that in the public administrations, the job safety, the organisational well being and the job performance are strictly and inevitably interdepend.
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GIRGENTI, ALFIO LIVIO. "Il contratto di cooperazione nel codice dei contratti pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/152404.

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Abstract:
Il contratto di cooperazione è un istituto introdotto per la prima volta nel codice dei contratti pubblici, all’art. 5, comma 6, D.Lgs. n. 50/2016, in attuazione delle direttive europee sui contratti pubblici di quarta generazione. In particolare, tale tipo di contratto è finalizzato alla cooperazione nei servizi pubblici in comune attraverso la condivisione di attività esposte al mercato aperto, e si presenta come una fattispecie comune alle tre direttive europee in materia di concessioni (art. 17, par. 4, dir. 2014/23/UE), appalti pubblici nei settori ordinari (art. 12, par. 4, dir. 2014/24/UE) e nelle “utilities” (art. 28, par. 4, dir. 2014/25/UE), che hanno codificato la fattispecie elaborata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Essenzialmente, tale cooperazione per via consensuale si configura, sul piano formale, sotto forma di (i) convenzione pubblicistica conclusa esclusivamente tra enti pubblici, (ii) esente dall’obbligo di gara. La ricerca si concentra su entrambe le caratteristiche di tale tipo di contratto e persegue un duplice obiettivo: da un lato criticare, sul piano strutturale, l’adeguatezza della nozione di accordo amministrativo ai fini della qualificazione della natura di tale contratto, e dall’altro lato estendere, sul piano funzionale, la portata dell’esenzione oltre la classica libertà di cooperare e di organizzare i servizi pubblici in forma aggregata, sancita dall’art. 2, par. 1, secondo periodo, dir. 2014/23/UE. Ciò implica le seguenti due questioni: se il contratto di cooperazione si risolve in sostanza nella codificazione nell’ambito del diritto europeo di una situazione meramente interna (l’accordo di collaborazione) e, se in caso contrario, tale tipo di contratto comporta l’esenzione dall’obbligo di gara di una fattispecie che comunque non ricade nell’ambito di applicazione dalle libertà fondamentali (in quanto strumento di autoproduzione in senso lato). A tale fine, prenderò in esame le origini giurisprudenziali della fattispecie, in modo da ricostruire il percorso logico e cronologico che ha portato a differenziare tale contratto di cooperazione dal partenariato pubblico-pubblico, dai contratti in house e, infine, dall’accordo di collaborazione, attraverso il confronto con le fattispecie previste dal diritto nazionale di accordo inter-amministrativo, che il diritto europeo prende sì in considerazione, ma senza armonizzarle. Alla luce di questa analisi, si cercherà di mettere in evidenza che la nozione codificata di contratto di cooperazione rappresenta la versione evoluta dell’accordo di collaborazione, con la quale sono esentati appalti pubblici e concessioni aventi ad oggetto attività economiche esposte al mercato aperto, finalizzate all’erogazione di servizi pubblici e scambiate in regime cooperazione pubblica. Al centro di tale interpretazione sta la previsione, introdotta in modo innovativo rispetto alla precedente giurisprudenza, che ammette lo svolgimento di attività esposta al mercato aperto, come previsto alla lettera c) dell'articolo citato. In sintesi, intendo sostenere che il contratto di cooperazione è formalmente un accordo inter-amministrativo e sostanzialmente un contratto pubblico quando, sotto il profilo strutturale, può riguardare attività accessorie al servizio pubblico, e non comporta alcun rapporto in house, nonché dimostrare che, sotto il profilo funzionale, l’esenzione di tale contratto va oltre la semplice aggregazione dei servizi ed è estesa ai casi in cui si verifica la condivisione delle risorse e delle prestazioni attraverso lo svolgimento di attività complementari.
The cooperation contract is a legal type common to the three European directives on concessions (art. 17, para 4, dir. 2014/23/EU), procurement in the public sector (art. 12, para 4, dir. 2014/24/EU) and utilities (art. 28, para 4, dir. 2014/25/EU), which never introduced before, but established by the case law. Essentially, such contract is aimed to the cooperation in the public services in common through the sharing of activities exposed to the open maket, and configures, at a formal level, (i) an arrangement concluded exclusively between public bodies, (ii) exempt from the obligation to follow the competitive procedures. The research focalizes both the characteristics of the legal type and aims a twofold objective: on the one hand -structurally-, criticizing the adequacy of the concept of public agreement in order to qualify the nature of that contract, and on the other hand -functionally-, extending the scope of that exemption beyond the classic freedom of cooperation and organization of public services in aggregate form, provided by art. 2, para 1, second sentence, dir. 2014/23/EU). This entails the following two questions: whether the cooperation contract resolves essentially in the codification of European law in the context of a purely internal situation (the cooperation agreement) and, if not, this type of contract involves the exemption from the obligation to follow the competitive procedures of a situation that in any case does not fall within the scope of the fundamental freedoms (as an instrument of in house providing in a broad sense). To this purpose, I will delve into the jurisprudential origins of the present legal type, in such a way to reconstruct the logical and chronological path which leads to differentiate such a cooperation contract from the public-public partnership, from the in-house contract and, finally, from the cooperation agreement, by means of the comparison with the legal types of inter-administrative arrangement provided by the domestic law, which the European law takes into account without a full harmonization. In the light of this analysis, I will seek to point out the codified notion of cooperation contract represents the evolved version of the collaboration agreement, with which are exempted public contracts and concessions relating to economic activities exposed to the open market, aimed to the provision of public services and exchanged in cooperation within the public sector. At the core of this interpretation is the provision, introduced in innovative way than the previous case law, that allows the performance in cooperation of activities exposed to the open market, as provided in subparagraph c) of the cited articles. Furthermore, with regard to structure yet, it will observe that the cooperation contract does not overlap or interfere with the in house providing in a narrow sense, even if this kind of contract is inserted in the same statutory package. Turning to the scope of the exemption from the functional point of view, it should be noted that as part of the contractual cooperation was allowed, in the recitals of the 2014 EU directives, the integration between public bodies to carry out complementary activities. In summary, I want to argue that the cooperation contract is formally an inter-administrative arrangement and essentially a public contract as, structurally, may relate to activities ancillary to the public service, and does not imply any in house relationship, and to demonstrate that, functionally, the exemption of that contract goes beyond simple service aggregation and is extended to cases where there is the sharing of performance by carrying out complementary activities.
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Fantuzzi, Sara <1981&gt. "La diffusione della filiera corta agro-alimentare e le prospettive di sviluppo nel territorio: il ruolo delle amministrazioni locali e le potenzialità del mercato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1869/1/Fantuzzi_Sara_tesi.pdf.

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Fantuzzi, Sara <1981&gt. "La diffusione della filiera corta agro-alimentare e le prospettive di sviluppo nel territorio: il ruolo delle amministrazioni locali e le potenzialità del mercato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1869/.

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Novero, Annamaria <1996&gt. "L’applicazione del trattamento prudenziale riservato alle esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali, con riguardo ai prestiti concessi alle imprese nel contesto emergenziale COVID-19 in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18360.

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Abstract:
Viviamo in un periodo in cui il mondo, a seguito dello scoppio dell’epidemia COVID-19, si trova ad affrontare una situazione di crisi senza precedenti e in cui il ruolo delle banche assume un’importanza fondamentale al fine di evitare il rischio di una recessione economica. In tale circostanza, le autorità europee e nazionali, hanno quindi emanato una serie di provvedimenti volti ad incentivare l’attività di esercizio del credito, facendo leva su quanto previsto dalle norme di vigilanza in materia di adeguatezza patrimoniale stabilite dagli Accordi di Basilea, le quali disciplinano, tra l’altro, i requisiti di capitale minimi che le banche devono detenere per far fronte al rischio di credito associato ad ogni posizione assunta. I finanziamenti concessi alle imprese ai sensi del D.L. n.23/2020, infatti, trovano la loro ragion d’essere nel trattamento prudenziale che, in questo quadro regolamentare, viene riservato alle esposizioni verso, e garantite da, amministrazioni centrali e banche centrali, per le quali, in un contesto di impiego del metodo standardizzato, è prevista l’applicazione di un fattore di ponderazione nullo. Detto ciò, risulta di particolare interesse comprendere quali saranno gli effetti benefici sugli assorbimenti patrimoniali delle banche italiane a seguito del rilascio di garanzie statali sui prestiti concessi alle imprese in tale contesto emergenziale.
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Salvi, Federica. "Studio di una strategia locale di adattamento ai cambiamenti climatici: il caso dei Comuni della Romagna Faentina registrati EMAS." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9874/.

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Abstract:
Il cambiamento climatico è un fenomeno in atto a livello globale, oggi scientificamente dimostrato, irreversibile nel breve periodo, i cui effetti hanno già provocato nel Mondo ingenti perdite sociali, economiche ed ecosistemiche. Il fattore di incertezza che permane riguarda il modo in cui evolverà il clima nel futuro, che a sua volta dipende dalle quantità di gas climalteranti che continueranno ad essere immesse in atmosfera, e di conseguenza la tipologia e la dimensione degli impatti che potranno verificarsi. Di fronte all’inevitabilità del problema e dei rischi che ne derivano, l’uomo può adattarsi, come per sua natura ha sempre fatto di fronte a condizioni esterne – anche climatiche – avverse. Le strategie di adattamento al cambiamento climatico, secondo un approccio bottom-up, mirano a ridurre la vulnerabilità dei sistemi esposti alle variazioni del clima, rendendoli più preparati ad affrontare il futuro. Oltre ai fattori climatici vi sono altri elementi che incidono in modo determinante sulla vulnerabilità: sono tutte le variabili interne e specifiche di un sistema che ne definiscono il grado di sensibilità verso un potenziale danno. Lo studio ha focalizzato l’attenzione su tre Comuni dell’Appennino Faentino al fine di capire come il cambiamento climatico influisce sulle criticità naturali già esistenti e sulla vita dell’uomo e le sue attività e, conseguentemente, quali azioni potranno essere messe in atto per limitare il pericolo e i potenziali danni.
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Panzetta, Cosimo <1991&gt. "Analisi di impatto sui bilanci delle banche italiane a seguito di una ipotesi di modifica del trattamento prudenziale riservato alle esposizioni verso le amministrazioni centrali e banche centrali con ponderazione nulla." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12138.

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Abstract:
Il rischio di credito ha da sempre costituito la principale causa delle perdite registrate dalle istituzioni finanziare durante l’esercizio della loro attività. La necessità di gestire tale situazione, se da un lato ha portato alla nascita e al conseguente sviluppo di modelli analitici funzionali alla quantificazione del rischio di credito, dall’altro è stata supportata dalla normativa di vigilanza, mediante la definizione di criteri di adeguatezza patrimoniale, al fine di promuovere una maggiore solidità ed efficienza del sistema bancario internazionale. Con riferimento a quest’ultimo aspetto rileva l’accordo sul capitale, che ha avuto la sua prima formulazione nel 1988 e che è stato successivamente oggetto di continui aggiornamenti e modifiche, fino ad arrivare alla definizione del nuovo impianto regolamentare, conosciuto con il nome di Basilea 3. Il principio di adeguatezza patrimoniale, in un’ottica di gestione del rischio di credito, trova applicazione con riferimento a tutte le posizioni bancarie per le quali è previsto il pagamento, da parte del debitore, di somme di denaro prestabilite. Tuttavia ai nostri fini si cercherà, dapprima, di rappresentare ed analizzare l’andamento negli ultimi dieci anni dei titoli governativi emessi dallo stato italiano, per poi individuare, con riferimento ad un campione casuale di banche italiane, il possibile impatto patrimoniale derivante da un’ipotetica modifica normativa che attribuisce un diverso trattamento prudenziale a quelle esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali per le quali, in un contesto di applicazione del metodo standardizzato ai fini della determinazione del requisito minimo patrimoniale, è previsto attualmente un fattore di ponderazione nullo.
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Donati, Alberto. "Analisi, problematiche e soluzioni relative ai rischi connessi ai dati aziendali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20578/.

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Abstract:
Nel corso degli anni si è potuto vedere quanto i dati siano importanti per le aziende. I dati possono creare enormi guadagni (o danni) sia alle aziende medio/piccole sia alle grandi multinazionali. Non sempre le aziende si rendono conto di quanto i dati siano fondamentali per continuare a lavorare. Questa tesi vuole fare un’analisi della gestione dei dati e dei rischi ad essi connessi. Propone inoltre delle soluzioni su come prevenire i danni ai dati e un caso di un’azienda che è riuscita a non fallire nonostante un grave incendio che ha distrutto la sede. Negli anni sono stati creati diversi standard ISO relativi anche alla gestione delle informazioni e alla business continuity, alcuni dei quali vengono utilizzati in questo elaborato. In questo scritto viene illustrata la situazione relativa alla gestione dei dati di aziende e Pubbliche Amministrazioni. Inoltre, questa tesi illustra dei punti fondamentali del piano di Disaster Recovery. Questo piano è molto utile in caso di disastro di qualsiasi tipo per gestire al meglio la situazione.
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Scarlato, Tommaso. "Open Source e amministrazione pubblica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1197/.

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Festa, Gianclaudio. "Il danno all'immagine della pubblica amministrazione." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1249.

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MARTA, PAOLO. "Il danno all’immagine della Pubblica Amministrazione." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2014. http://hdl.handle.net/11579/46566.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di compiere un’accurata analisi sulla materia del danno all'immagine della pubblica amministrazione, istituto che negli ultimi anni ha vissuto una copiosa evoluzione legislativa e giurisprudenziale, diventando uno degli argomenti maggiormente dibattuti all’interno del più ampio genus della responsabilità amministrativa. Senza pretese di esaustività, la tesi sarà strutturata in modo da consentire una ricostruzione della materia soprattutto dal punto di vista sostanziale, senza, tuttavia, trascurare alcuni aspetti processuali di maggiore rilevanza. Al fine di rendere completa la trattazione, si comincerà da una breve disamina del diritto all’immagine quale diritto della personalità, considerato che, in ogni caso, la fattispecie di danno all'immagine della P.A. trae origine dalla categoria dei diritti della personalità, i quali, pur avendo carattere spiccatamente individuale, sono stati estesi alle persone giuridiche. Sul punto, sarà analizzata l’evoluzione giurisprudenziale che ha caratterizzato l’origine e l’evoluzione di questo istituto; trattasi, infatti, di un istituto di nascita pretoria, che è stato positivizzato soltanto dal 2009 in poi. Sarà, dunque, ricostruita l’evoluzione legislativa in materia, prestando particolare attenzione all’art. 17, comma 30 ter, D.L. 78/2009 (il cosiddetto “lodo Bernardo”, dal nome del parlamentare firmatario della proposta) che ha determinato una seria restrizione delle fattispecie risarcibili, oltre ad aver suscitato diverse problematiche interpretative. A tal proposito, fondamentale sarà l’analisi della sentenza n. 355/2010 della Corte costituzionale, che è stata investita della questione da diverse sezioni territoriali della magistratura contabile. La predetta sentenza di rigetto è stata oggetto di critiche e tentativi di “superamento”, ai quali sarà dedicata particolare attenzione. Infine, la trattazione riguarderà, in particolare, gli effetti dirompenti che hanno avuto sull'istituto le recenti disposizioni in materia di corruzione (legge 2 n.190/2012) e trasparenza (D.lgs n.33/2013); tali atti legislativi hanno rimesso in discussione quanto previsto dal “lodo Bernardo” e dalla giurisprudenza ad esso conformatasi, determinando una applicazione del danno all’immagine indubbiamente più estesa, ma creando, allo stesso tempo, notevoli problemi di interpretazione sistematica di disposizioni fra loro confliggenti. Un ultimo capitolo sarà dedicato alla questione del cd clamor fori. Nello specifico, l’analisi sarà incentrata sui due orientamenti che si sono formati in giurisprudenza e dottrina, fra chi considera il clamor fori quale elemento costitutivo del danno all’immagine e chi si limita a qualificarlo quale criterio di quantificazione del danno. Anche su questa materia verranno sondati gli effetti causati dalla legge 190/2012 e dal D.lgs 33/2013.
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BIANCHINI, Stefano. "La responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389341.

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Abstract:
The matter regarding the culpa in contrahendo of the public administration and in particular the enforceability of the rules about precontractual liability – contained in the civil code – to contractual activity brought about by the public administration has aroused interest by the science of law and the jurisprudence both administrative and civil. This topic has been widely studied indeed. The different surveys have considered and developed the various problems concerning first the abstract admissibility of the precontractual liability of the public administration, secondly the application peculiarities of the culpa in contrahendo because of the public nature of the administration. Before dealing with these issues, I will make some comments about the civil discipline of the precontractual liability, first considering the notion and the rule principles of the institution in question. The notion of good faith in objective sense, which – as it is common knowledge – is the conceptual and applicatory requirement of the culpa in contrahendo, gets a special importance for this research. More precisely, starting from the importance of the concept of good faith as developed by the civil science of law and jurisprudence I will consider its significance in administrative law while dealing with the well-known issue of the application of the good faith principle to the legal paradigms of public law, which are characterized by the exertion of discretionary power by the administration. Concerning this subject, I will consider some of the most authoritative doctrinal directions that have proposed – also considering the jurisprudential development due to the necessity of protecting the good faith of interested parties within public relations between citizens and the public administration, also when the administration acts in the exertion of its discretionary powers – of alternative dogmatic reconstructions for recognizing the subjection of the administration to loyalty and correctness rules, which are specifications of the general principle of the objective good faith. In particular, I will analyse the theories which state that the effectiveness of the institution de quo in public relations is based on the impartiality principle ex art. 97 Cost. (Allegretti), the tutelage of the confidence aroused within private parties by a previous provision or behavior of the public administration (Merusi), the tutelage of the favourable judicial situations of private parties produced by a previous decision of the administration (Mantero). After a few theoretical and historiographical notes regarding the admissibility of the civil liability of the public administration, in the first part of this research I will relate systematically and refute the arguments that the jurisprudence and part of the science of law have been supporting until the first half of the last century for denying the admissibility of a precontractual liability of the public administration: the public nature of the person, the discretionary nature of the administrative acting during negotiation of the contract, the discipline of controls that would exclude ex sé the admissibility of a precontractual tort. After supposing the abstract admissibility of a precontractual liability of the public administration and recognizing the importance of the objective good faith principle also within administrative law, I will analyse the admissibility of the culpa in contrahendo of the public administration in the public phase of the public evidence, proposing the admissibility of a tort from provision activity (illecito da attività provvedimentale), also considering the reconstructive theories that I will criticize: the theory of the contractual administrative nature of the provisions that compose the so-called public phase of the public evidence, and the theory of the admissibility of the precontractual liability as liability “for non-fulfilment of correctness duties” (responsabilità “per inadempimento degli obblighi di correttezza”) or liability “from qualified administrative contact” (responsabilità “da contatto amministrativo qualificato”).
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Letterio, Donato. "Pubblica amministrazione e nuove certezze: prime osservazioni." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1250.

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Abstract:
Il lavoro si propone di esaminare gli strumenti di certezza pubblica alla luce delle nuove esigenze che il mondo della globalizzazione e del mercato rende pressanti. In particolare, la ricostruzione prospettata assume quale punto privilegiato di osservazione l'impatto sociale che gli strumenti di certezza producono. Nella tesi vengono accolte le più recenti ricostruzioni in ordine alla classificazione degli strumenti di certezza sotto il profilo funzionale, sviluppate e tradotte per quanto possibile in termini più strettamente giuridici.
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Gastaldi, Evita <1988&gt. "Il project financing per la pubblica amministrazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1557.

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BARONI, LEONARDO. "Modelli di amministrazione nella Politica agricola comune." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/140400.

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Abstract:
The purpose of this research is to examine the dynamics of administrative procedure which are peculiar to the field of Common Agricultural Policy (CAP). It has been observed that the longevity of CAP’s objectives, which have remained unchanged since 1957, is due to their flexibility and adaptability to different situations; abovementioned characteristics occur also when we consider the principles, as they are an integral part of the CAP (market unity, Community preference, financial solidarity). It has also been examined how the Commission’s authority has increased, in such a way as to transform it into an effective “controlling organ” for the Members States, assuring proper implementation of the EU decisions, which must always be implemented in a unified manner, avoiding discrimination and unequal treatment. The research focuses on administrative actions concerning the field of agricultural support and market control, as well as authorization procedures for marketing of GM and other specific procedures defining whether these products are dedicated to human or animal consumption. Moreover, issues were examined related to the safeguard clauses, to the adoption of national restrictive measures and to Community constraints to the adoption of such measures. The research emphasizes how the so called principle of sincere cooperation can be a new and interesting way of understanding the “models of administrative intervention” which have till now evolved inside the CAP. It exists, in fact, one cooperative dimension within the CAP, which embodies the relationships among the different subjects (national and European; institutional and non-institutional) involved in the same procedure. A “cooperation” that needs to be perceived positively, as it is aims at reaching Community objectives.
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SPADARO, NADIA SIMA. "Inerzia della pubblica amministrazione e tutela risarcitoria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/40193.

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Abstract:
The thesis addresses a topic that has been matter of discussion and dissertations in the administrative law doctrine and in the decisions of the Courts for a long while. Even though most of the Courts had taken a clear position on it, many authors, probably more attentive to the effectiveness of the individual rights protection, have suggested different solutions. The issue refers to the possibility of compensating the individual that has not received a response from the Public Authority at the deadline provided by the procedure established by the law. The Courts generally admitted this possibility only in the case of late satisfactory measures. Therefore, the compensation granted to the individual was related to the damage caused by the delay in taking advantages of the good of life requested and lately granted. The delay in receiving an unsatisfactory measure or the simple lack of action of the Public Authority was not compensated. This standing is based on the ground that the compensation of the legitimate interest needs the preliminary check of the possibility to attribute the requested good of life. Nevertheless, and this is the thesis argued in the present work, this standing can be met even admitting the compensation for delay in receiving an unsatisfactory measure for the simple lack of action by the Public Authority. Time in itself, in fact, can be considered a good of life, essential in the enterprises’ business planning, and a fundamental component in the investment choice. This assumption is confirmed by the analysis of the relevant rules of International law (especially article 6 of the CEDU under the European Court’s interpretation), as well as the European Union law and the internal law (especially the Italian Constitution). Once demonstrated that time is considered a value in our legal system, the work concentrates in examining the specific components of the delay damage.
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Bergomi, Matilde. "Politica e amministrazione in Val Malenco nell'età moderna /." Sondrio : Società storica valtellinese, 2006. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb413439632.

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Vindigni, Marcella. "Inerzia della Pubblica amministrazione: profili sostanziali e processuali." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1246.

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Abstract:
la tesi affronta la tematica dell'inerzia della Pubblica Aministrazione e i relativi profili di tutela; in particolare viene esaminato l'esame della tempistica procedimentale e dell'inadempimento dell'obbligo di provvedere della pubblica amministrazione e gli strumenti di tutela a disposizione del cittadino alla luce delle recenti novità normative, in particolare l'emanazione del codice del processo amministrativo che ha sancito la trasformazione del giudizio amministrativo da giudizio sull'atto a giudizio sul rapporto, e tenendo conto dei principali orientamenti dottrinali e giurisprudenziali
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SEVERINO, Chiara. "I contratti atipici e flessibili nella pubblica amministrazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28668.

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Abstract:
Atypical and flexible contractual types, used incorrectly within the Public Administration, resulted into the nowadays flexible work pathological and social phenomenon, wrongly – or maybe correctly - called “precarious work”. Given an atypical contracts’ regulation was not initially provided for, the subject was left to the contractual freedom of the parties and, in particular, to local agreements and II level bargaining, achieving a partial discipline since the 1998-2001 bargaining season. As time went by, following a change in the socio-economic context and the need to re-organize a welfare and occupational model closer to EU social policy, our Parliament tried to find flexible rules for personnel management and work organization. This is the reason why it became necessary to introduce, in the body of legislative decree 165/2001, exceptions to the access via selective procedure rule; that which regulates work as a civil servant. This research will also concentrate on all issues related to the recent legislative interventions which, discarding the specificities of public work and of the laws that regulate the work of civil servants, modified the private work sector and the contractual types ruled by the civil code and by special laws which, in some way, impacted on public work. So as to better understand the differences in application of the same contractual types in the private and public sectors, an overview of both National and Communitarian applicative issues will be provided, which developed after the most recent regulatory intervention. The last part of the research will concentrate on a possible discipline and regulation of the public sector, on atypical and flexible contractual types.
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Richiedei, Michela <1974&gt. "La responsabilità della Pubblica Amministrazione per danno ambientale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4955.

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Abstract:
La Pubblica Amministrazione, realizzando opere pubbliche e rilasciando autorizzazioni o provvedimenti, pone in essere delle attività che possono essere dannose per l’ambiente. Un danno ambientale può derivare, quindi, non solo dall’attività di un privato ma anche da comportamenti o omissioni posti in essere dallo Stato e dalla Pubblica Amministrazione (P.A.). L’attività pubblica diventa quindi essenziale per la tutela e la valorizzazione ambientale e si configura come vera e propria politica ambientale la cui sfera ha avuto nel corso degli anni un progressivo allargamento. La Pubblica Amministrazione può incorre in responsabilità per danno ambientale sia direttamente, con un'opera pubblica, sia indirettamente mediante la concessione di autorizzazioni, ritardi di intervento, omissioni e silenzi. L’evoluzione della normativa nazionale di tutela dell’ambiente, inoltre, è una conseguenza positiva per il nostro ordinamento derivante dal potere normativo comunitari, pertanto, anche se non si configura come una azione con effetti diretti nell’ambiente, il soggetto pubblico incorre in responsabilità anche quando non adempie agli obblighi comunitari in materia di ambiente.
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Veliu, Ardit <1989&gt. "LA CORRUZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: UN CONFRONTO INTERNAZIONALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15111.

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Abstract:
La tesi indaga il processo di attuazione delle politiche di lotta alla corruzione nella Pubblica Amministrazione. L'elaborato tratta un esame teorico del rapporto tra New Public Management e la Pubblica Amministrazione che attirata dalle pratiche del settore privato, che ha ''istigato'' di sfidare le strutture di autorità burocratiche formali per migliorare le prestazioni del governo e delle capacità e lotta alla corruzione. Il modello di lotta alla corruzione delineata dal presente regolamento avviene attraverso un complesso schema di relazioni tra molti attori con diversi ruoli, in particolare articolati a tradurre in pratica attraverso un sistema capillare di responsabilità, progetti e la conformità.
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CAMERA, L. LA. "IL COORDINAMENTO FRA AMMINISTRAZIONE COMUNITARIA DIRETTA E INDIRETTA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/352792.

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Abstract:
The research examines the relations between the direct and indirect European administration in medias res, concentrating its attention away from the framework introduced following the adoption of the Treaty of Lisbon amending the Treaty on European Union and the Treaty establishing the European Community, entered into force on 1 December 2009. After a re-reading of the concepts of 'coordination' and 'executive function', the work reviews the procedures for exercising the executive European power updated by the treaties and some methods of coordination to which it is resorted in these first years of activities, instruments that seem to have favored complex and inefficient plots of skills in place of definitive solutions to the common work of the bureaucracy involved from the European administration. In this direction, the work analyzes, e.g., the cases of the management of structural funds, with specific reference to the Italian institution of the Agency for National Cohesion, next to punctual requests from the European Commission, and of the Agency for Cooperation between national energy regulators, particularly with respect to the this body’s powers of direct administration attributed by REMIT discipline. Retrieved, finally, some considerations on the possibility of establishing Partnerships between European and national legal order based on the criteria of hierarchy and on the (new) legitimacy of the European equipment, the work concludes considering the introduction of a European regulation of the administrative procedure, for consequences of structural significance, as a useful tool for coordination between the various forms of implementing EU law.
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