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Journal articles on the topic 'Alta correlazione'

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1

Alda, M. Scopesi, Maria Rosso Anna, Delfante Chiara, and Pangallo Simona. "Lessico psicologico e abilitŕ di mentalizzazione nella preadolescenza." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (January 2012): 375–94. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003004.

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Abstract:
Alcune ricerche sperimentali hanno evidenziato una stretta relazione tra la frequenza d'uso dei termini mentali e i risultati alle prove di teoria della mente (Hughes et al., 1998; Hughes et al., 2007), mentre e stata meno studiata la relazione tra lessico psicologico e abilita di mentalizzazione in contesti spontanei. Inoltre, la maggioranza degli studi in questo ambito e focalizzata sull'infanzia e la fanciullezza, mentre minore attenzione e stata dedicata alle fasce di eta successive. La presente ricerca si propone di analizzare la relazione tra abilita di mentalizzazione nella preadolescenza e uso del lessico psicologico nella spiegazione del comportamento. Alla ricerca hanno partecipato 42 ragazzi di 12 anni, di livello socio-economico medio, frequentanti la seconda classe della scuola secondaria di primo grado. La Child Attachment Interview (Shmueli-Goetz et al., 2008) e stata utilizzata allo scopo di valutare la frequenza e la qualita del lessico psicologico. Il livello di mentalizzazione e stato valutato tramite un'intervista semi-strutturata messa a punto da O'Connor e Hirsch (1999); in accordo con i criteri degli autori, l'abilita di mentalizzazione e stata valutata su tre livelli. L'intelligenza verbale e stata valutata con la sub scala verbale della WISC-III. I risultati indicano una correlazione elevata tra le abilita di mentalizzazione e il lessico psicologico, in relazione sia alla quantita sia alla qualita d'uso. Non sono emerse correlazioni tra lessico psicologico e abilita linguistiche, ne tra lessico psicologico e genere.
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2

Amato, C., M. Elia, S. A. Musumeci, P. Bisceglie, S. Vincenza, and M. Moschini. "Anomalie della migrazione neuronale e dell'organizzazione corticale nell'epilessia." Rivista di Neuroradiologia 11, no. 4 (August 1998): 443–52. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100403.

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Abstract:
In questo studio sono stati esaminati retrospettivamente gli esami di risonanza magnetica (RM), i dati anamnestico-clinici ed EEG di 266 pazienti con ritardo mentale, al fine di valutare la prevalenza di anomalie della migrazione neuronale e della organizzazione corticale (AMNOC) in questa popolazione e di analizzare l'eventuale correlazione tra alterazione neuroanatomica e quadro elettroclinico. Sono stati riscontrati complessivamente 22 casi di AMNOC (8,3%). Di questi 22 pazienti, 17 (77,3%) appartenevano alla popolazione con ritardo mentale ed epilessia, gli altri 5 presentavano solo ritardo mentale senza manifestazioni epilettiche e anomalie EEG. È stata trovata una correlazione spaziale tra anomalie EEG e alterazioni neuroradiologiche in 7/17 casi (41,2 %). Viene discussa l'importanza di una corretta correlazione RM-EEG nei soggetti con AMNOC ed epilessia farmacoresistente, anche in un'eventuale prospettiva chirurgica.
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Menafra, Teresa, Paolo Melani, and Pio Enrico Ricci Bitti. "Disposizione alla gratitudine e salute individuale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (January 2021): 99–119. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001007.

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Abstract:
In anni recenti la ricerca in alcuni ambiti della psicologia, tra cui quello clinico e della per-sonalità, ha riscontrato l'importanza della disposizione alla gratitudine per la comprensione di diversi aspetti del benessere, ciononostante nell'ambito della psicologia della salute la gratitu-dine rimane ancora poco studiata. Sebbene alcuni interventi, scientificamente fondati, finalizzati all'induzione di gratitudine abbiano mostrato di migliorare la salute, i meccanismi che spiegano la relazione fra gratitudine e salute non sono ancora del tutto chiariti. Il presente lavoro ha in-dagato la relazione tra disposizione alla gratitudine e alcuni indicatori della salute individuale: orientamento positivo, qualità di sonno e veglia e benessere psicologico e le differenze fra soggetti con alti e bassi livelli di gratitudine disposizionale rispetto a tali parametri. Lo studio ha interessato 172 studenti universitari (42 maschi, 130 femmine, età media=21.16, DS=3.3) cui sono stati somministrati quattro questionari che misurano le variabili di interesse. I risultati ottenuti hanno evidenziato correlazioni significative fra disposizione alla gratitudine e parametri di salute e confermato differenze significative fra soggetti con alta e bassa gratitudine disposi-zionale rispetto a quasi tutte le variabili considerate. Questi risultati forniscono dati sul ruolo della gratitudine utili al miglioramento di alcuni indici relativi al benessere individuale eviden-ziandone al contempo l'importanza nell'ambito della psicologia della salute.
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Montanaro, D., and R. Canapicchi. "La patologia orbitaria non traumatica: Correlazioni clinico-neuroradiologiche." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 435–48. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300313.

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Abstract:
Sono stati riesaminati i casi di patologia orbitaria non traumatica giunti alla nostra osservazione negli ultimi 10 anni di attività. Al fine di ottimizzare il percorso diagnostico per ciascun tipo di patologia sono stati confrontati i dati neuroradiologici con quelli clinici dei singoli pazienti. Sono stati cosi selezionati differenti gruppi di patologie in funzione dei principali sintomi di esordio. Per ogni gruppo di patologie vengono discussi le possibilità e i limiti dello studio neuroradiologico e viene identificata l'indagine eventualmente più informativa.
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5

Izzi, Claudia. "Il processo canonico di nullità del matrimonio dalla codificazione post-conciliare alla riforma scaturita dalla riflessione sinodale sulla famiglia." Estudios Eclesiásticos. Revista de investigación e información teológica y canónica 97, no. 383 (December 13, 2022): 1175–96. http://dx.doi.org/10.14422/ee.v97.i383.y2022.009.

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Abstract:
L’evoluzione normativa che negli ultimi quaranta anni ha riguardato le cause per la dichiarazione della nullità matrimoniale si pone in stretta correlazione con la dottrina del Concilio Vaticano II e con le istanze emerse nell’ambito della riflessione sinodale sulla famiglia promossa da Papa Francesco. Si evidenzia la costante e progressiva assimilazione dei principi informatori del processo canonico, alla luce dei quali vengono prospettati alcuni perfezionamenti e sviluppi possibili.
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Parisio, Caterina, and Michele Procacci. "Ritiro sociale e depressione durante la pandemia. Il caso di Angela." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 25–36. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002003.

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Abstract:
Gli autori, attraverso la presentazione di un caso clinico, portano alla luce e analizzano la correlazione esistente tra ritiro sociale e disturbo depressivo. I due fattori verranno altresi messi in rapporto con l'esplosione della pandemia da SARS-CoV-2, elemento questo che ha fatto da detonatore a un quadro clinico come quello preso in esame. Ci si soffermera sulle principali linee di trattamento sulla base dei maggiori dati di efficacia.
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Romano, Floriana, and Oriana Maria Todaro. "Le ragioni del volontariato: dare o ricevere?" PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 139–43. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001014.

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Abstract:
La ricerca esplora le motivazioni che stanno alla base dell'impegno personale in attivitŕ di volontariato e le relazioni tra queste motivazioni, il sistema valoriale e la struttura di personalitŕ. I partecipanti alla ricerca sono 104 volontari che operano in diverse associazioni di volontariato. Gli strumenti utilizzati sono il Voluntary Function Inventory, il Portrait Values Questionnaire, il Big Five Observer. Dai risultati č emerso che le donne fanno volontariato in percentuale maggiore rispetto agli uomini; si rileva una correlazione inversa tra l'etŕ e la funzione utilitaristica orientata alla carriera; soprattutto la funzione sociale č alla base delle azioni di volontariato. Il contesto si č rivelato fondamentale per promuovere l'impegno nel volontariato, al contrario, valori ed aspetti della personalitŕ si sono rilevati non influenti.
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8

Giorgino, Maria Cleofe, Anna Paris, and Sergio Paternostro. "I compensi agli amministratori: analisi della disclosure nei Bilanci delle società italiane quotate." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (November 2012): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003004.

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Abstract:
Il presente contributo intende analizzare la disclosure relativa alla remunerazione percepita dagli amministratori, il cui ruolo di primo piano nel definire le sorti di un'azienda rende l'informativa ad essi correlata di particolare interesse per i diversi stakeholder. Obiettivo degli autori è quello di indagare nei documenti ufficiali (relativi all'esercizio 2009) delle 50 società italiane quotate maggiormente capitalizzate, al fine di verificare il livello di informativa obbligatoria e/o volontaria ivi fornita in merito ai compensi percepiti dai rispettivi amministratori. Le risultanze emerse saranno sintetizzate in un disclosure index di cui sarà valutata l'eventuale correlazione con alcuni parametri, selezionati in base a specifiche ipotesi di ricerca, inerenti alla struttura del board e alla dimensione aziendale.
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Ruggieri, Giancarlo. "Diffusione della dialisi peritoneale in Italia e nel mondo, suoi limiti e loro cause." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 13, 2014): S13—S14. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.956.

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Abstract:
L'utilizzo della dialisi peritoneale nel mondo rappresenta tuttora mediamente il 10–13% della terapia dialitica. Il rapporto fra reddito pro capite e uso della DP non dimostra una correlazione significativa, esistente se la dialisi peritoneale è normalizzata sul reddito pro capite, almeno relativamente al periodo qui considerato, 1997–2008 (2). Sembra evidente il peso del rimborso nella scelta dialitica, mentre sulla DP pesa tuttora negativamente la patologia peritoneale dovuta alla limitata biocompatibilità delle soluzioni dialitiche.
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Ferrari, G., A. Bacci, C. Mascari, V. Manetto, and A. Pazzaglia. "Esoftalmo: Correlazioni anatomo-radiologiche A proposito di tre casi." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (June 1995): 437–44. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800310.

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Abstract:
Le cause di esoftalmo sono estremamente variabili. La diagnosi si avvale di elementi clinici obiettivi e di imaging. Focalizziamo l'attenzione sulla TC e la RM che forniscono dati essenziali per l'inquadramento etiopatogenetico dell'affezione. Vengono presentati 3 casi di esoftalmo la cui causa, al reperto TC e RM, era diversa, analizzandone le caratteristiche in funzione della natura istologica della lesione. Si tratta di un caso di angioma cavernoso, una caso di dacrioadenite e un caso di cisti sierosa del muscolo retto laterale. Le modificazioni di densità (TC), di segnale (RM) e il rapporto con le strutture anatomiche coinvolte, hanno consentito di formulare ipotesi diagnostiche. La verifica istologica è riportata alla fine di ogni caso.
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Adornato, Francesco. "Agricoltura plurale paradigma dell’Europa." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(30) (June 8, 2022): 13–24. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.2.

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Abstract:
L’articolo si propone di affrontare il tema dell’agricoltura plurale paradigma dell’Europa. Il ruolo assegnato alla funzione agricola è stato soggetto a cambiamenti i cui confini sono stati notevolmente ampliati al di là della produzione alimentare. In tal contesto sono emerse problematiche paesaggistiche e ambientali legate ad aspetti sociali e culturali combinati con il rapporto urbano-rurale. A livello dell’UE appaiono nuovi percorsi di sviluppo dell’agricoltura in correlazione con il cibo, l’ambiente, il benessere degli animali (welfare).
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Romaniello, Romina, and Renato Borgatti. "Disturbi dell'attenzione ed epilessia: revisione della letteratura ed esperienza personale." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03006.

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Abstract:
Gli Autori analizzano la natura dei processi attentivi alla luce delle recenti ricerche neuropsicologiche e dello Human Information Processing, esaminando poi le possibili relazioni tra i disturbi di tali processi e la patologia epilettica. L'articolo mette in evidenza il rapporto tra le prestazioni cognitive, con particolare riguardo alla dinamica attenzionale, e fattori quali l'epoca di esordio delle crisi, la loro tipologia e frequenza, l'azione dei farmaci antiepilettici e la presenza di problematiche comportamentali, relazionali o affettive; gli Autori riferiscono poi i dati salienti di tre studi da loro recentemente condotti a questo proposito, in cui viene confermata la correlazione tra i suddetti fattori e i deficit di attenzione.
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Bravi, Marina, Sergio Giaccaria, and Antonio Talarico. "Affitto o proprietŕ? Un modello di scelta residenziale urbana." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2010): 47–70. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-002003.

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Abstract:
Numerosi studi evidenziano la correlazione tra scelte di tenure - affitto o proprietŕ - e i fenomeni di mobilitŕ residenziale. L'articolo illustra i risultati di un'analisi alla scala urbana su un campione di affittuari e proprietari. Il livello di attrattivitŕ della proprietŕ residenziale e l'effetto dell'housing affordability vengono esaminati attraverso un modello ad utilitŕ stocastica, confermando una riduzione delle possibilitŕ di accesso alla proprietŕ, anche in relazione al canone di locazione originario dei movers. Vengono inoltre simulati dei canoni teorici di accesso ottimale al mercato della proprietŕ. La divergenza tra i valori simulati e i canoni effettivamente rilevati nello stesso contesto, viene presentata come indicatore di disagio abitativo.
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Ippolito, Antonella. "Vom »aer perso« zum »giallo de la rosa sempiterna«: Farbabstufungen von Luft und Erde in der ›Landschaft‹ der Commedia." Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no. 1 (September 23, 2020): 53–68. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0005.

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Abstract:
Riassunto Il contributo prende in esame gli effetti cromatici associati nella Divina Commedia alla rappresentazione di aria e terra. Partendo dalle premesse teoriche alla base della concezione dantesca del colore, come pure dal rapporto con la concezione patristica e medievale che vede nell’aer caliginosus la sede delle potenze diaboliche, si mostrano i connotati metaforici dell’oscurità e della densità dell’aria, che rinviano alla correlazione tra tenebre e peccato, ma anche, in un’ottica filosofica, tra tenebre e lontananza dal vero. Riferimenti a precise tonalità acquistano inoltre una funzione chiave che rivela i livelli di significato interni al testo, in relazione all’impianto metaforico dell’intero poema. Nel corso dell’analisi, inoltre, uno sguardo ad una selezione di esempi consente di osservare come gli aspetti discussi si riflettano nelle illustrazioni medievali della Commedia.
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POPOV, T. M., T. DIKOV, T. E. GORANOVA, G. STANCHEVA, R. P. KANEVA, S. TODOROV, O. STOYANOV, et al. "Infiltrazione macrofagica e densità capillare nel carcinoma della laringe. Studio su 52 casi." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 321–24. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-588.

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Abstract:
L’angiogenesi è uno dei sei principali meccanismi alla base del cancro, ed è stato studiato approfonditamente negli ultimi 20 anni. L’obiettivo del presente studio è stato quello di determinare sia la densità capillare sia l’infiltrato macrofagico nei campioni di carcinoma laringeo e di determinarne la correlazione con gli aspetti clinici e patologici. Sia la densità capillare (CD34) sia l’infiltrato macrofagico (CD68) sono stati determinati con metodiche immunoistochimiche mediante microarray. Il nostro campione ha mostrato una densità capillare media di 14,27 ± 12,92 vasi su campo ingrandito a 200×, e l’infiltrato macrofagico medio è stato di 5,19 ± 4,32. La densità capillare si è dimostrata superiore nei pazienti metastatici. Inoltre uno studio di regressione lineare ha mostrato che l’entità dell’infiltrato macrofagico poteva predire la densità capillare del campione di carcinoma laringeo preso in esame. Non abbiamo invece individuato una correlazione fra ambo i fattori studiati e l’incidenza delle recidive o gli altri fattori clinici presi in esame. Il nostro studio aggiunge dati ad un problema che per quanto studiato a fondo negli ultimi 20 anni resta nella sostanza controverso.
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Genovese, Claudia. "Le conseguenze psicologiche derivanti dall’interruzione volontaria della gravidanza: i risultati di alcune ricerche." Medicina e Morale 51, no. 4 (August 31, 2002): 711–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.690.

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Abstract:
Il contributo porta sinteticamente a conoscenza i risultati di alcune ricerche, condotte in diversi paesi, sul disagio post-abortivo. Sensi di colpa, idee autolesioniste, depressione, abuso di alcool o stupefacenti, disturbi del comportamento, ipervigilanza, “sindrome dell’anniversario” sono solo alcuni tra i sintomi osservati. I dati emergono da studi conformi alla metodologia dell’indagine psicologica e non appaiono pertanto condizionati dall’approccio alla problematica dell’aborto. Se ne traggono conclusioni circa le strategie preventive del ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza e circa il ruolo assegnato al pericolo per la salute psichica della donna dalla legislazione in materia di aborto. Tale pericolo risulta invero fondatamente riscontrabile, alla luce dei dati raccolti, proprio laddove un’interruzione volontaria della gravidanza venga effettuata. Ciò conduce a esprimere il convincimento che gli interessi del concepito e della madre rispetto alla gravidanza non siano in contrapposizione, ma in stretta, reciproca correlazione.
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Bertolini, Sonia. "Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Abstract:
Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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De Benedittis, Giuseppe. "AUTO-IPNOSI. Alla ricerca della risorsa interiore." IPNOSI, no. 1 (July 2022): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2022-001001.

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Abstract:
L'auto-ipnosi è una generalizzazione dell'etero-ipnosi, di cui rappresenta la necessaria integrazione. Benché largamente applicata in ambito clinico, poco si sa della sua fenomenologia, della relazione con l'etero-ipnosi e la mindfulness, dei suoi meccanismi neurofisiologici e neuropsicologici, della sua efficacia clinica e del suo profilo di sicurezza. La letteratura in merito è sorprendentemente scarna e aneddotica. L'auto-ipnosi costituisce un'importante risorsa interiore auto-regolatoria e terapeutica, qualitativamente differente dall'etero-ipnosi, ma verosimilmente di non diversa efficacia clinica in numerosi ambiti di applicazione (e.g. controllo del dolore, dell'ansia, dei disturbi della condotta alimentare, ecc.). I correlati neurofisiologici e neuropsicologici dell'auto-ipnosi restano virtualmente sconosciuti per la mancanza di studi dedicati e di confronto con l'etero-ipnosi. Si discute ancora se l'esperienza auto-ipnotica possa essere autogena o indotta dalla suggestione etero-ipnotica, mentre sembra accertata una correlazione positiva tra ipnotizzabilità e profondità della trance auto-indotta. Anche il profilo di sicurezza rimane largamente impregiudicato, perché la stragrande maggioranza degli studi clinici omette la prevalenza e la tipologia di eventi avversi e/o effetti collaterali dipendenti dalla pratica ipnotica in generale. Assiomaticamente, si tende a considerare l'auto-ipnosi come una pratica altamente sicura e priva di effetti collaterali. In conclusione, all'importanza clinica dell'auto-ipnosi corrisponde paradossalmente una sostanziale mancanza di studi clinico-sperimentali. L'auto-ipnosi è dunque una Terra Incognita che aspetta urgentemente di essere esplorata.
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Fabbroni, Roberto, Sergio Resta, and Davide Pagnoncelli. "Tumore al seno maschile in crescita, quali cause e prevenzione? Il ruolo della Psiche nella manifestazione e proliferazione della malattia tumorale nello specifico caso e in linea generale sulla nascita e proliferazione del tumore." Scienze Biofisiche 3, no. 1 (October 2021): 1–11. http://dx.doi.org/10.48274/ibi12.

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Abstract:
Scopo di questo articolo è quello di fornire un contributo sulla attenzione e prevenzione del tumore al seno maschile e sul ruolo in generale che possiede la nostra psiche nel favorire questa e altre problematiche similari. Nel contesto specifico possiamo inoltre valutare come le recenti correlazioni tra Neuroscienze, PNEI, Biofisica e Fisica Quantistica possano portare alla conoscenza di Tecniche naturali a supporto della prevenzione ma anche coadiuvanti e quindi integrative delle più usuali terapie in campo oncologico.
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Teggi, R., M. Manfrin, C. Balzanelli, O. Gatti, F. Mura, S. Quaglieri, F. Pilolli, L. O. Redaelli de Zinis, M. Benazzo, and M. Bussi. "Prevalenza dei sintomi vertigine e instabilità in un campione di 2672 soggetti e correlazione con il sintomo cefalea." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 215–19. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-847.

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Abstract:
La vertigine e l’instabilità sono sintomi molto comuni nella popolazione la cui prevalenza è stimata tra il 20 e il 56%. L’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di determinare la prevalenza di questi sintomi in una popolazione di 2672 soggetti. È stato somministrato loro loro un questionario; nella prima parte sono stati richiesti i dati demografici e se avessero mai sofferto di vertigine o instabilità nella loro vita. L’età media del campione è stata di 48,3 ± 15 anni, il 46,7% erano maschi. Sul totale della popolazione 1077 (40,3%) hanno riferito di aver sofferto di vertigine o instabilità nella loro vita, con un primo episodio occorso all’età di 39,2 ± 15,4 anni. Nella seconda parte del questionario sono state indagate le caratteristiche delle vertigini (età del primo episodio, il tipo di vertigine, presenza di più episodi, esacerbazione posizionale della vertigine, presenza di sintomi cocleari infine la presenza di cefalea da moderata o severa nel corso della vita e le sue caratteristiche cliniche (riferita a un emicrania, pulsante, associata a fono o fotofobia, peggiore con l’attività fisica). È stata osservata una correlazione della vertigine con l’età e con il sesso, essendo la prima 4,4 volte più frequente nelle donne e 1,8 volte nei soggetti con oltre 50 anni. Sul campione complessivo di 2672 soggetti, 13,7% hanno riferito vertigine rotatoria, 26,3% episodi recidivanti, 12,9% esacerbazione correlata alla posizione e il 4,8% presenza sintomi cocleari; il 34,8% ha lamentato cefalea nel corso della loro vita. I soggetti affetti da cefalea presentavano un’incidenza aumentata di vertigini recidivanti, di esacerbazione correlata alla posizione, di sintomi cocleari e un’età più giovane di comparsa del primo episodio di vertigine/instabilità. Nella discussione i nostri dati sono stati confrontati con quelli di precedenti studi. Gli autori sottolineano la correlazione tra vertigine/instabilità da un lato e cefalea con caratteristiche emicraniche dall’altro.
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Costa, Andrea, and Alberto Rebaicini. "Dipendenza da Internet e sensation seeking negli adolescenti: uno studio descrittivo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (June 2021): 54–75. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002005.

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Abstract:
Gli obiettivi di questo studio erano di valutare il grado di dipendenza da internet nella po-polazione adolescente e la relazione esistente tra questo costrutto e la ricerca di sensazioni forti. Lo studio ha coinvolto 155 adolescenti frequentanti dei Centri di Aggregazione Giovanile di Brescia che hanno compilato il questionario sull'uso, abuso e dipendenza da internet (UA-DI-2) e la Brief Sensation Seeking Scale (BSSS). I risultati hanno dimostrato che un sempre crescente numero di adolescenti, senza differen-ze di genere, abusa degli strumenti informatici o ne è dipendente per un tempo sempre maggio-re nell'arco della giornata e si è confermata la correlazione con le dimensioni della sensation seeking riferite alla suscettibilità alla noia e alla disinibizione. Sono necessari ulteriori studi per identificare quali fattori influenzano l'elevata variabilità circa il tempo di connessione e le modificazioni legate ad un uso massivo dei device durante l'emergenza Covid-19. Questi studi sono molto rilevanti al fine di promuovere efficaci piani di promozione ed educazione all'utilizzo degli strumenti informatici, che coinvolgano bambini e adolescenti e i loro genitori.
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Napoli, Maria. "Tra (s)cortesia e salvataggio della faccia: l’evidenzialità in Aristofane." Veleia, ´39 (February 21, 2022): 143–56. http://dx.doi.org/10.1387/veleia.22343.

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Abstract:
Questo articolo ha come obiettivo quello di porre in correlazione la teoria della (s)cortesia con l’analisi della categoria linguistica dell’evidenzialità, secondo una prospettiva che non è mai stata adottata negli studi sul greco antico, quantomeno a nostra conoscenza. Attraverso l’analisi di passi tratti da due commedie di Aristofane, Le Nuvole e Lisistrata, cercheremo di dimostrare come la necessità di evitare un attacco alla propria faccia positiva, per tutelare i propri interessi pragmatici e scongiurare situazioni di conflittualità, possa essere un fattore chiave nella scelta di forme di evidenzialità di tipo indiretto o diretto. In quest’ottica, l’evidenzialità può essere interpretata come strategia preventiva di salvataggio della faccia nel contesto del dialogo realizzato sulla scena teatrale.
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Manetti, Mara, Elena Zini, and Paola Cardinali. "Processi di accomodamento intersistemico nelle relazioni scuola famiglia: la funzione dei supporti nella costruzione del benessere di adolescenti italiani e immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 63–72. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001006.

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Abstract:
La famiglia e la scuola rappresentano i microsistemi piů significativi per gli adolescenti. L'inserimento scolastico e la relazione genitore-adolescente sono associati alla capacitŕ di adattamento dei migranti; inoltre, l'accordo intersistemico fra famiglia e scuola influenza il benessere degli adolescenti. Questo lavoro analizza il sistema casa-scuola cosě come percepito da 177 adolescenti italiani, 175 di origine est europea e 83 sud americani, evidenziandone le relazioni con i costrutti di benessere e supporto sociale. In accordo con la letteratura, abbiamo rilevato una correlazione tra il supporto sociale e il successo scolastico. Inoltre, in accordo con il modello della partnership, a piů alti livelli di dissonanza tra casa e scuola corrisponde un benessere inferiore.
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Tozzi, Chiara. "Le emanazioni oscure della psiche. Ombre e bagliori nel Libro Rosso di Jung, nelle fiabe, nei film e nella psiche individuale e collettiva." STUDI JUNGHIANI, no. 49 (May 2019): 107–30. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2019oa7912.

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Abstract:
Intervistata da Chiara Tozzi, Nancy Swift Furlotti narra il suo percorso esistenziale individuale intrecciandolo a quello di analista junghiana e illustrando il suo rapporto con le "emanazioni oscure della psiche": dai fantasmi individuali e collettivi alle immagini archetipiche rappresentate da Jung nel Red Book, di cui Furlotti ha curato, insieme ad altri per la Philemon Foundation, la scannerizzazione e pubblicazione. Furlotti illustra la sua prospettiva sulla pratica dell'immaginazione attiva e la correlazione fra le immagini archetipiche e quelle dei film, in virtù della sua partecipazione alla realizzazione di documentari su Jung ed altri esponenti della comunità junghiana, e della sua attività come membro del Direttivo del Mercurius Prize.
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Tozzi, Chiara. "Le emanazioni oscure della psiche." STUDI JUNGHIANI, no. 49 (May 2019): 161–79. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2019oa7915.

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Abstract:
Intervistata da Chiara Tozzi, Nancy Swift Furlotti narra il suo percorso esistenziale individuale intrecciandolo a quello di analista junghiana e illustrando il suo rapporto con le "emanazioni oscure della psiche": dai fantasmi individuali e collettivi alle immagini archetipiche rappresentate da Jung nel Red Book, di cui Furlotti ha curato, insieme ad altri per la Philemon Foundation, la scannerizzazione e pubblicazione. Furlotti illustra la sua prospettiva sulla pratica dell'immaginazione attiva e la correlazione fra le immagini archetipiche e quelle dei film, in virtù della sua partecipazione alla realizzazione di documentari su Jung ed altri esponenti della comunità junghiana, e della sua attività come membro del Direttivo del Mercurius Prize.
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Bezzi, Roberto, Carla Farinazzo, and Paolo Miragoli. "Capitolo 3: Bibliografia ragionata della Scala HoNOS." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 15–32. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000204.

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Abstract:
Scopo della ricerca descritta in questo articolo era la validazione della HoNOS in un comune contesto clinico. 115 pazienti sono stati valutati da keyworkers (operatori di riferimento, generalmente infermieri ma anche operatori sociali) che utilizzavano la HoNOS e da ricercatori che utilizzavano altri strumenti di confronto (SCAN, SBS, SRPS, scelti in quanto dettagliati, standardizzati e in parte sovrapponibili nel contenuto alla HoNOS) e successivamente compilavano la HoNOS, alla luce di queste informazioni supplementari. Tutte le valutazioni sono state ripetute dopo 6 settimane. Sono stati effettuati confronti tra i punteggi HoNOS ottenuti dai keyworkers e dai ricercatori; questi sono stati inoltre confrontati con i punteggi ottenuti con gli strumenti di riferimento. Ciò ha evidenziato una mediocre performance della HoNOS compilata da keyworkers, in relazione sia alla valutazione da parte dei ricercatori, sia agli strumenti di confronto; la performance era peggiore considerando il cambiamento dei punteggi tra le due successive valutazioni come misura di esito. Riguardo alla performance dei singoli items, più problematici risultavano essere 1'8 (Altri problemi mentali e comportamentali), il 4 (Problemi cognitivi), il 7 (Problemi relativi a umore depresso) e il 12 (Problemi relativi a attività occupazionali) che, se confrontati con gli items equivalenti degli altri strumenti citati, rivelavano una correlazione molto bassa; la correlazione non era comunque in generale elevata, tranne che per il sub-punteggio “Funzionamento sociale”. I risultati di questo studio indicano che la HoNOS non offre una buona valutazione dei sintomi ma fornisce prestazioni migliori come misura di funzionamento sociale. Le difficoltà relative agli items sopra citati sono dovute probabilmente al fatto che ognuno di essi valuta fenomeni e circostanze differenti; questa caratteristica rende lo strumento più conciso ma viene persa la precisione della valutazione. Il valore limitato delle valutazioni HoNOS fatte dai key worker dipenderebbe dal fatto che non sempre le due valutazioni (iniziale e follow-up) venivano fatte dalla stessa persona (a differenza che per i ricercatori), dalla scarsa preparazione dei keyworkers che si evidenziava soprattutto nella valutazione dei sintomi e infine dalla minore disponibilità di informazioni rispetto ai ricercatori. Nel complesso l'uso della HoNOS come misura di routine della condizione clinica nei servizi psichiatrici risulta problematica; la sua performance appare correlata al training e all'esperienza dei keyworkers. Tuttavia gli autori ritengono che questo strumento possa essere utile allo scopo di diffondere una cultura di valutazione nei servizi di comunità; propongono che venga migliorato il training dei keyworkers e che esso comprenda sia aspetti generali relativi alla valutazione dello stato mentale e sociale dei pazienti, sia aspetti specifici riguardanti la compilazione della HoNOS; ritengono inoltre che debbano essere fatti ulteriori miglioramenti alla struttura di questo strumento di valutazione.
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Pedrazza, Monica, and Giulio Boccato. "Attachment style questionnaire: contributo alla validazione italiana." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (December 2011): 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001002.

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Abstract:
Nella prima infanzia, gli individui sviluppano stili di attaccamento che possono essere di tipo sicuro versus insicuro, a seconda delle reazioni della figura primaria alle loro richieste di protezione e sicurezza. Il particolare stile di attaccamento sviluppato nella prima infanzia influenza il modello operativo interno, nelle relazioni intime adulte, guidando percezioni, attribuzioni e stile comunicativo tra partner. L'Attachment Style Questionnaire (ASQ, Feeney, Noller e Hanrahan, 1994) si presenta come un ottimo strumento per la misurazione degli stili di attaccamento in etŕ adulta: e di facile somministrazione e scoring, costa poco, ha ragionevoli proprietŕ psicometriche e validitŕ di criterio. Lo scopo del presente studio e di contribuire alla validazione dell'ASQ nel contesto italiano: 402 studenti universitari hanno partecipato allo studio. I coefficienti di affidabilitŕ variano da .64 a .71, presentando quindi moderati ma soddisfacenti livelli di affidabilitŕ. La validitŕ di criterio, esaminata tramite correlazioni sia tra le sottoscale dell'ASQ, sia tra queste e le descrizioni proposte da Hazan e Shaver (1987), confermano una buona corrispondenza tra lo strumento ed i profili. La struttura fattoriale e stata indagata attraverso analisi fattoriale confermativa che ha mostrato l'adeguatezza del modello a tre fattori: sicuro, evitante, ansioso. I risultati replicano quelli ottenuti da Feeney e colleghi anche nel contesto italiano. L'ASQ si pone dunque come un ottimo strumento auto-somministrabile per la misurazione delle differenze individuali negli stili di attaccamento anche in etŕ adulta. Nella discussione sono affrontate alcune questioni metodologiche legate alla misura dell'attaccamento in etŕ adulta.
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Panico, Mario. "Longevità della cultura. La memoria al vaglio semiotico." Estudos Semióticos 17, no. 2 (August 13, 2021): 203–18. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1980-4016.esse.2021.180824.

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Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è di indagare la correlazione tra cultura e memoria così come proposta nella teoria semiotica di Juri M. Lotman e dagli altri studiosi della scuola di Tartu-Mosca. In queste pagine, particolare spazio è dato alla disamina del concetto di “longevità della cultura”, intesa come la “durata” semantica di testi e codici. Questo concetto, proposto per la prima volta da Lotman e Uspenskij, viene messo in dialogo con specifici aspetti comuni al binomio cultura/memoria: il carattere relazionale e retrospettivo, la comune diacronia. Inoltre, con l’obiettivo finale di enfatizzare la componente politica nella teoria semiotica della memoria e della cultura, in questo articolo la longevità è posta in relazione ai processi traduttivi del filtraggio e della dimenticanza.
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Sechi, Daniele. "OSSERVAZIONI SULLA BIOLOGIA DI VESPERUS MACROPTERUS (Coleoptera, Cerambycidae)." Fragmenta Entomologica 43, no. 1 (April 30, 2011): 75. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.54.

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Abstract:
Il presente lavoro fornisce un primo contributo alla conoscenza della biologia di <em>Vesperus macropterus</em> Sama, 1999 ed è basato su osservazioni in campo, effettuate in un sito della provincia di Cagliari. Le femmine di questa specie depongono le uova sulle infiorescenze disseccate di alcune piante erbacee anche a più di 1,5 m di altezza; le larve neonate raggiungono il terreno spostandosi sulla superficie o all’interno della pianta, a seconda della specie vegetale dove è avvenuta la deposizione. In nessuna altra specie del genere <em>Vesperus</em> Dejean, 1821 è mai stata osservata una tale biologia. Si ipotizza inoltre che esista una correlazione tra lo sviluppo delle ali membranose delle femmine e l’atipica strategia di ovideposizione della specie.
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Zelenik, K., I. M. Kajzrlikova, P. Vitek, O. Urban, M. Hanousek, and P. Kominek. "There is no correlation between signs of reflux laryngitis and reflux oesophagitis in patients with gastro-oesophageal reflux disease symptoms." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 5 (October 2017): 401–5. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1237.

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Abstract:
Lo scopo dello studio è stato determinare l’esistenza di una correlazione tra i segni di laringite da reflusso (RL) ed esofagite da reflusso (RE) in pazienti con sintomi da malattia da reflusso gastroesofageo (GORD). Durante l’esecuzione di esofagogastroduodenoscopie, sono state ottenute fotografie laringee, le quali sono state esaminate da otorinolaringoiatri esperti di reflusso extra-esofageo al fine di valutare la presenza e la gravità di RL. La presenza di RE, invece, è stata valutata dai gastroenterologi. Fumatori, alcolisti e pazienti con asma bronchiale sono stati esclusi dall’analisi statistica. Sono stati analizzati 681 pazienti. RL è stata diagnosticata in 367 (53,9%) pazienti, dei quali 182 avevano una forma lieve, 118 una forma moderata, e 67 una forma severa (Reflux Finding Score > 7). RE è stata diagnosticata in 103 (28,1%) pazienti con RL e in 80 (25,7%) pazienti senza RL. In merito alla presenza di RE, la differenza tra l’intero gruppo di pazienti con RL e quelli senza RL non è stata statisticamente significativa (OR 1.141, 95% CI 0.811-1.605, p = 0.448), e allo stesso modo non si sono rivelate statisticamente significative le differenze tra ciascuno dei sottogruppi di pazienti con RL lieve, moderata e severa, e quelli senza RL. L’OR e il 95% CI per RL lieve, moderata e severa sono stati rispettivamente i seguenti: 1.042, 95% CI 0.712-1.526, p = 0.834, 1.182, 95% CI 0.764-1.831, p = 0.453 and 1.0, 95% CI 0.566-1.766, p = 0.999. In conclusione, non è risultata nessuna correlazione tra RL e RE in pazienti con sintomi da malattia da reflusso gastroesofageo.
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Cannavò, Michele, Jelena Zeleskov Doric, Alessandro Cereda, and Azzurra G.M. Alù. "L'uso delle immagini e della fotografia nella psicoterapia della Gestalt. Neuroestetica, neuroni specchio e risonanza corporea." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (November 2021): 29–43. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-002003.

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Abstract:
La psicoterapia della Gestalt permette l'uso delle immagini e delle fotografie nel processo terapeutico in ragione della sua natura fenomenologica orientata al processo. Le fotografie di-ventano un mezzo che consolida la consapevolezza dei pazienti, facilitando la dinamica figura/sfondo. Questo articolo offre un excursus teorico che spazia tra la fototerapia e la psicoterapia della Gestalt, con riferimento ai capisaldi della epistemologia gestaltica come la consapevolezza, la concentrazione e la presenza ai sensi. Propone altresì una trattazione sulla correlazione tra le recenti ricerche neuroscientifiche sui neuroni specchio, il campo di indagine della neuroestetica, il concetto di conoscenza relazionale estetica e quello di risonanza corporea, come sfondo teorico alla validità dell'uso della fotografia nei processi trasformativi terapeutici. Gli autori concludono con esempi di applicazione del mezzo fotografico nel processo di terapie individuali.
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Bronzetti, Giovanni, Maurizio Rija, Graziella Sicoli, and Dominga Anna Ippolito. "Diversità di genere e sistema sanitario: un'analisi su un campione di aziende sanitarie italiane." MECOSAN, no. 120 (February 2022): 63–81. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120005.

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Abstract:
Il lavoro analizza in che misura la diversita di genere fa parte delle attuali pratiche delle aziende sanitarie. Attraverso un'analisi di tipo statistico- inferenziale su un campione di 39 strutture ospedaliere appartenenti al Gruppo San Donato, ha lo scopo di valutare se la presenza delle donne nel CdA influenza la performance aziendale. I risultati suggeriscono che la diversita nelle aziende sanitarie e un tema poco esplorato e non mancano opportunita e ostacoli al percorso di carriera delle donne. L'analisi di correlazione e regressione conferma che la presenza delle donne e positivamente correlata all'indice di performance delle strutture; la strada per arrivare alla parita non e breve e implica che le aziende sanitarie, se vogliono garantire parita di genere, devono riprogettare e migliorare l'organizzazione interna aprendo i loro CdA piu ampiamente alle donne.
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Pelliccioli, G. P., O. Presciutti, P. Floridi, S. Campanella, P. Chiarini, R. Tarducci, and M. Zampolini. "La risonanza magnetica funzionale nello studio della riorganizzazione plastica cerebrale, post-ictale." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 31. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s209.

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Abstract:
Negli ultimi anni lo studio dei meccanismi di recupero funzionale dopo ictus è progredito grazie all'utilizzo di nuove tecniche di indagine sia con immagini che con registrazione elettrofisiologiche. L'interesse è accentuato dal potenziale utilizzo di queste conoscenze per mettere a punto opportuni programmi terapeutici e riabilitativi. Scopo di questo lavoro è stato quello di indagare mediante Risonanza Magnetica funzionale (fMR) quali aree motorie fossero coinvolte nel recupero dopo ictus cerebrale. Sono stati studiati 10 pazienti con ictus sottocorticale ischemico (5 con emiparesi destra e 5 con emiparesi sinistra) in buon recupero funzionale. L'età media era 59,1 anni (min 37, max 84). Tutti i pazienti sono stati indagati effettuando uno studio per immagini e funzionale. La fMR è stata realizzata con apparecchiatura General Electric 1,5 T mediante sequenze SPGR (TR/TE 64/48 ms, Flip Angle 17°, FOV 22×6 cm2, matrice 256times128, spessore di strato 6 mm) costituite da 3 sezioni assiali oblique contigue, parallele alla linea inter-commissurale, condotte a livello della corteccia motoria. L'esame funzionale è stato preceduto da uno studio convenzionale utilizzato per dimostrare le lesioni, per programmare le sequenze funzionali e per fornire una correlazione anatomica ai pixel attivati. La fMR è stata effettuata alternando acquisizioni ottenute durante un movimento delle dita con sequenze eseguite in condizioni di riposo sia per la mano paretica che per quella sana. Per l'elaborazione è stata usata la tecnica “cross correlation” con soglia usando la “box-car” come forma d'onda di riferimento. Sono stati considerati “attivati” i pixel con coefficiente di correlazione (CC) ≥ 70% del CC massimo. I pixel selezionati, codificati mediante colorazione e sovrapposti alle immagini anatomiche, sono stati quantificati con apposito programma, suddivisi per aree motorie corticali. I risultati hanno evidenziato un'attivazione bilaterale durante il movimento della mano paretica mentre si è registrata un'attivazione controlaterale più selettiva durante il movimento della mano sana. Nell'emisfero omolaterale alla paresi si è inoltre rilevato un incremento dell'attivazione nelle aree premotoria e supplementare motoria. Questi dati sembrerebbero dimostrare che una maggiore attivazione delle aree motorie corticali omolaterali alla lesione sia un importante meccanismo di compenso al danno funzionale conseguente ad ictus. Tale attivazione può avere un duplice significato: un rinforzo delle vie discendenti cortico-spinali già presenti nel soggetto sano e un ausilio funzionale da parte delle aree premotoria e supplementare motoria verso il lato lesionato.
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Perin, Giantullio, and PierGiorgio Gabassi. "Stress lavorativo ed extra lavorativo: mito dei mondi separati?" RISORSA UOMO, no. 2 (February 2012): 219–29. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002006.

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Abstract:
Con il Decreto Legislativo 81/2008 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro č stato introdotto l'obbligo alla valutazione del rischio da stress lavoro correlato. Nel presente studio si č voluto verificare la relazione tra stress lavorativo ed extralavorativo e in particolare l'ipotesi che i due siano fenomeni indipendenti e non correlati. La valutazione č stata eseguita su un campione di 110 soggetti, attraverso la somministrazione assistita di uno strumento di valutazione. Le scale impiegate per la verifica dell'ipotesi hanno evidenziato correlazioni significative (p &lt; .01) che non confermerebbero l'ipotesi di indipendenza tra i tipi di stress e quindi la difficoltŕ di distinguere lo stress lavoro- correlato dallo stress extralavorativo. .
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Carrus, Alessandro, Elena Lovicu, Dorian Soru, Giovanni Chierroni, Maria Grazia Zunnui, Raffaella Maxia, and Francesco Logias. "Valutazione Visiva Degli Exit Site Nei Cateteri Venosi Centrali in Emodialisi: Validazione Preliminare Di Una Scala Italiana." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (March 4, 2014): 55–61. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.862.

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Abstract:
Il catetere venoso centrale (CVC) rappresenta, per i pazienti in emodialisi, un’alternativa alla fistola arterovenosa (FAV), ma, purtroppo, è spesso associato a un importante numero di complicanze infettive. L’infermiere è il primo operatore sanitario che rileva le possibili infezioni e, per questo, è importante sviluppare una scala visiva che gli sia di ausilio. Tale scala è importante anche per consentire a chi si avvicina da poco alla medicazione dei CVC di prendere in considerazione i principali indicatori di una possibile infezione. Essa, infine, può essere di ausilio per tenere conto dell’evoluzione del CVC nella cartella clinica del paziente. Questo studio presenta una prima validazione italiana di una scala utilizzabile per la valutazione degli exit site dei CVC in emodialisi (derivata dalla “Scala Twardowski”). La validazione ha coinvolto gli infermieri di una Rete di Nefrologia e Dialisi e un’infermiera esterna, non impegnata nella medicazione, la quale ha valutato gli exit site di tutti i pazienti della Rete, subito prima che la stessa scala venisse utilizzata da chi effettuava la medicazione. La buona correlazione di Spearman (ρ=0.85) tra la valutazione dell’infermiera esterna e le valutazioni degli altri colleghi conferma la bontà di questa prima traduzione italiana della scala. (nursing)
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Kalem, Hrvoje. "Sulle tracce di alcuni modelli della rivelazione nella riflessione di Paul Tillich." Diacovensia 30, no. 1 (2022): 29–49. http://dx.doi.org/10.31823/d.30.1.2.

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Abstract:
In questo lavoro intendiamo approfondire le tracce di alcuni modelli della rivelazione in Paul Tillich. Innanzitutto, cercheremo di rispondere a che cosa servono i modelli nella teologia in generale, e soprattutto nella rivelazione quale il concetto teologico essenziale. In seguito, metteremo alla luce i segni e i mezzi della rivelazione nel pensiero di teologo tedesco-americano Paul Tillich. Nell’ultimo passo, cercheremo di offrire una lettura dei modelli o almeno delle tracie dei modelli della rivelazione in Tillich. Considerando che Tillich non ha mai parlato dei modelli della rivelazione, partendo da alcuni suoi concetti chiave come il simbolo, il fine supremo (ultimate concern) e la correlazione tra la domanda e la risposta, cercheremo di mettere in luce i modelli della rivelazione: il simbolo, la risposta, e il fine supremo. Il nostro tentativo non è esauriente, tenendo presente che si potrebbe ravvisare forse qualche altro modello della rivelazione nel complesso sistema teologico tillichiano.
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Trinceri, Giuseppina. "SIBLINGS: ANALYSIS OF LIVED THROUGH THE DESIGN OF THE FAMILY." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 455. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.283.

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Abstract:
Si intende mettere in evidenza come l’approccio alla disabilità di un bambino ha ormai acquisito senso e significato solamente se è l’intero mondo familiare ad essere preso in considerazione, con particolare riferimento ai siblings. In particolare, si vogliono cogliere, su un campione di 100 siblings, diviso in un gruppo di riferimento e uno in gruppo di controllo, le principali dinamiche relazionali dei fratelli con sviluppo tipico, le rappresentazioni di base e, soprattutto, gli indicatori di potenziali fattori di rischio e fattori protettivi rispetto all’evento disabilità del fratello/sorella.Il cuore di questo lavoro sarà l’analisi dei vissuti prototipi e i fattori ad esso associati, espresso mediante il disegno della famiglia e l’inchiesta associata. Si desidera attivare una ricerca in grado di offrire la possibilità di rintracciare, nel vissuto, elementi specifici in ordine alle proprie competenze di resilienza in correlazione con la rete di supporto o meno.
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Fabbroni, Roberto. "Teoria del Campo di Consapevolezza Unificata." Scienze Biofisiche 1, no. 1 (March 2021): 1–16. http://dx.doi.org/10.48274/ibi7.

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Abstract:
In questo lavoro si intende presentare la Teoria della Consapevolezza Unificata che ha l’intendimento di spiegare i processi di funzionamento legati alla salute di una persona in relazione ai campi di Energia-Informata che lo compongono e le loro interazioni con tutti gli altri campi esistenti in natura. Questo, secondo correlazioni e interconnessioni esistenti in una visione sistemica e unitaria dell’Universo e non solo. In questo contesto si conferma la visione in cui corpo-mente e Spirito sono correlati e che la Consapevolezza è un processo profondo, intimo e fondamentale per la Salute e che non è semplicemente uno stato di coscienza attiva ma è un Ente senziente mediatore tra i campi che compongono l’essere umano in una accezione non-locale e che potremmo anche chiamare Anima.
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Pintus, Giancarlo, and Laura Laudicina. "Esperienza addictive ed esperienza traumatica: fratture dello sfondo a confronto. Un contributo di ricerca." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (November 2021): 45–57. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-002004.

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Abstract:
Alla luce di analoghi studi su addiction ed eventi traumatici, gli autori approfondiscono le correlazioni tra alcune dimensioni emotive e relazionali rilevabili in questi due tipi di esperienze delineando, coerentemente con una visione gestaltica, l'insorgere dell'esperienza addictive co-me "un'esperienza traumatica persistente". Si è condotta un'indagine sperimentale su un cam-pione di tossicodipendenti e vittime di trauma da maltrattamento o abuso in trattamento. I risul-tati sostengono la tesi secondo cui addiction e trauma siano figure fisse su uno sfondo irrigidi-to che limitano la crescita e l'integrazione e che la sofferenza dei soggetti addicted sia altamente correlata a carenze relazionali precoci. Un lavoro terapeutico sullo sfondo può favorire la ride-finizione della funzione personalità e della funzione es e ripristinare l'orientamento spontaneo verso la relazione.
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Sampagnaro, Gabriele. "I profili di criticitŕ del Private equity negli schemi di asset allocation." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 509–31. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003006.

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Abstract:
Lo scopo di questo contributo č quello di descrivere i profili di criticitŕ che si affrontano nell'adattamento degli schemi tradizionali di(di tipo mediavarianza) agli investimenti in Private equity (Pe). L'elevato livello di illiquiditŕ degli investimenti in Pe alterano i valori dei parametri di rischio e di rendimento generando, a cascata, effetti di instabilitŕ e di inaffidabilitŕ delle frontiere efficienti. Nel corso del lavoro si procede, in particolare, ad una discussione circa: i) i fattori esplicativi dell'alterazione dei rendimenti (e, conseguentemente, dei rischi e delle correlazioni), ii) le metodologie piů diffuse per la neutralizzazione delle distorsioni sulle serie storiche nonché iii) le implicazioni per gli analisti deputati alla costruzione di un portafoglio diversificato comprensivo di una quota di Private equity.
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Baldoni, Franco, Bruno Baldaro, and Mariagrazia Benassi. "Disturbi affettivi e comportamento di malattia nel periodo perinatale: correlazioni tra padri e madri." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003002.

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Abstract:
Secondo la teoria dell'attaccamento una funzione principale dell'essere genitori č fornire una "base sicura", cioč una particolare atmosfera di sicurezza e di fiducia all'interno della relazione con la figura di attaccamento. Questa necessitŕ si manifesta anche nella vita di coppia, in particolare durante la gravidanza e nel periodo successivo alla nascita di un figlio. Per studiare l'influenza di alcuni aspetti psicologici e comportamentali nelle madri e nei padri durante il periodo perinatale, gli autori hanno studiato un campione di 40 coppie valutate dal secondo trimestre di gravidanza al primo trimestre dopo il parto. In quattro occasioni a tutti i soggetti sono stati somministrati quattro questionari: il CES-D, il Symptom Questionnaire, l'Illness Behaviour Questionnaire e il Perinatal Couple Questionnaire. L'analisi statistica ha evidenziato che in questo periodo i padri manifestano alterazioni emotive con oscillazioni che sono correlate con la sofferenza materna. I padri le cui compagne hanno sofferto di disturbi affettivi durante il post-partum sono risultati piů depressi, ansiosi e irritabili, tendono a manifestare la loro sofferenza sotto forma di sintomatologia somatica e ad essere preoccupati per la propria salute e per il ruolo paterno. Gli interventi psicologici sui disturbi affettivi nel periodo perinatale dovrebbero perciň riguardare non solo la madre, ma entrambi i genitori. Nelle situazioni maggiormente a rischio, un aiuto psicoterapeutico finalizzato a ridurre la sintomatologia depressiva e ansiosa, le preoccupazioni ipocondriache e le difficoltŕ genitoriali puň favorire una migliore relazione di attaccamento non solo nei confronti del bambino, ma anche del proprio partner.
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Sedda, Franciscu. "Nello specchio dell’antropologia: la natura, la cultura, il semiotico." Estudos Semióticos 17, no. 2 (August 13, 2021): 44–67. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1980-4016.esse.2021.182112.

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Abstract:
Il saggio analizza una serie di prese di posizione antropologiche – quelle di Lévi-Strauss, Geertz, Clifford, Appadurai, Latour, Viveiros de Castro, Descola in particolare – che hanno al centro il rapporto natura/cultura. Esso mostra la ricchezza di visioni e strategie insite in queste posizioni, quanto le loro complesse e spesso inavvertite correlazioni. Il saggio mostra come i raddoppiamenti della natura e della cultura, così come i tentativi di trovare scappatoie all’opposizione, assumano significato in relazione alla semiotica e possano ispirare nuovi modelli per pensare la cultura. In particolare il lavoro antropologico ci darà modo di individuare nel semiotico quella dimensione relazionale che sta al fondo tanto della natura quanto della cultura, che attraversa l’umano e il non umano, che ci sfida come semiotici a ripensare il valore e la forma del nostro stesso relazionalismo.
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Ronfani, Paola. "La violenza dei genitori verso i figli. Orientamenti della cultura giuridica e dei saperi esperti." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (December 2011): 109–36. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002006.

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Abstract:
Nella cultura giuridica, cosě come nei saperi esperti, in particolare quelli sociologico e psicologico, il dibattito internazionale sulla violenza, fisica e psicologica, dei genitori verso i figli ha raggiunto dimensioni ragguardevoli e si esprime in una vasta gamma di opinioni, valutazioni e proposte di programmi di intervento nei confronti delle vittime e dei perpetratori delle violenze. Nell'articolo, in cui si ripercorre tale dibattito facendo ampio riferimento alla letteratura straniera, si evidenzia come nella cultura giuridica vi sia una buona condivisione di orientamenti circa l'esigenza che il diritto proibisca espressamente ai genitori di sottoporre a trattamenti umilianti e degradanti i figli nell'esercizio delle loro funzione di cura ed educativa. Al contrario, nei saperi esperti gli orientamenti appaiono piů problematici e controversi per ciň che concerne sia l'ambito semantico del concetto di violenza familiare, sia la comprensione dei fattori sociali e culturali alla base dei comportamenti violenti dei genitori verso i figli. Questa disparitŕ di opinioni si riflette, sul piano pratico, nelle scelte dei possibili modelli di trattamento e di contrasto (politico- sociale, amministrativo, giudiziario) di tali comportamenti. Nel lavoro si sottolinea, in particolare, l'esigenza di non trascurare la correlazione, che emerge da numerose ricerche empiriche, fra disorganizzazione e vulnerabilitŕ sociali ed esercizio della responsabilitŕ genitoriale considerato moralmente inadeguato.
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Sisto, Alessandra, Maria Assunta Zanetti, Marco Bartolucci, and Federico Batini. "La validazione della versione italiana delle GRS-S (Pfeiffer-Jarosewich, 2003) - Scale di Valutazione della Plusdotazione (modulo per l'età scolare) - Dati Umbria 2019 - Università di Perugia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–49. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14577.

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Abstract:
La plusdotazione in Italia è un argomento ancora scarsamente affrontato. Nonostante il 5% circa della popolazione sia plusdotato, non esiste una formazione obbligatoria specifica per gli insegnanti, sebbene sia auspicabile un'individuazione precoce della plusdotazione. Tra gli strumenti più utilizzati a questo scopo, dopo il test del QI, troviamo le Gifted Rating Scales (GRS), ovvero le Scale di Valutazione della Plusdotazione, di Pfeiffer-Jarosewich (2003). Si tratta di uno strumento di screening diagnosticamente appropriato e concepito per essere utilizzato con semplicità ed efficacia dagli insegnanti. È disponibile in due versioni, GRS-P (fascia d'età prescolare 4-6 anni) e GRS-S (fascia d'età scolare 6-13 anni), tese a valutare la percezione dell'insegnante rispetto al livello di abilità dello studente in confronto ai pari, in differenti aree: abilità intellettiva, abilità accademica, talento artistico, creatività, motivazione e leadership (quest'ultima è presente soltanto nelle GRS-S). Data la loro elevata solidità psicometrica, sono state tradotte e validate in molte lingue. La validazione della versione italiana delle GRS-S è stata avviata da uno studio di Beretta-Zanetti su un campione di 449 soggetti, provenienti dalla Lombardia, cui si sono aggiunti successivamente altri 142 soggetti provenienti da Roma. Nel presente lavoro, che si inserisce nel medesimo filone, sono state somministrate le GRS-S, dopo opportuna formazione degli insegnanti, ad un campione di 204 bambini tra i 6 ed i 14 anni provenienti dal Centro Italia (Regione Umbria), ampliando quindi la numerosità del campione proveniente dall'Italia centrale. Sono state quindi indagate le seguenti proprietà: asimmetria, curtosi, affettività e correlazione item-totale corretta. La coerenza interna delle scale è stata valutata attraverso il coefficiente alfa di Cronbach e l'errore standard di misurazione. La validità è stata analizzata mediante correlazione tra scale e attraverso un'analisi fattoriale esplorativa. I risultati hanno mostrato adeguate proprietà psicometriche ed una consistenza interna soddisfacente, tuttavia sono emerse criticità (valori molto elevati dell'indice alfa di Cronbach e soluzione a 5 fattori nell'analisi fattoriale esplorativa) che sono state ampiamente discusse e per le quali sono state avanzate alcune ipotesi (ad esempio ridondanza di item e bias interpretativo degli insegnanti) pur considerando la scarsa ampiezza campionaria di questa ricerca e riconoscendo il valore degli studi sul medesimo strumento che l'hanno preceduta. Si conferma pertanto la attendibilità della versione italiana delle GRS-S, tuttavia, per maggiore completezza dei dati ed omogeneità del campione, si segnala la necessità di rilevare dati da un campione più ampio, auspicabilmente proveniente dalle scuole del Sud Italia.
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Nair, P. G., and B. M. Basheer. "Influence of temporal resolution skills in speech discrimination abilities of older subjects." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 58–62. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-863.

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Abstract:
Un alterata capacità di risoluzione temporale del sistema uditivo può essere uno dei fattori alla base della ridotta discriminazione verbale nei soggetti anziani. Ben pochi studi in passato hanno approfondito questo aspetto in modo sistematico. Il presente studio si è pertanto posto come obiettivi: 1) Stabilire una normativa in una popolazione di anziani in un contesto culturale Indiano per il test Gaps in Noise (GIN); 2) Stabilire la relazione fra la discriminazione verbale e le capacità di risoluzione temporale in una popolazione di individui anziani normo udenti. Sono stati arruolati complessivamente trenta pazienti anziani normo udenti (età: 55-75 anni; età media: 59,86 ± 4,11 anni). La valutazione audiologica si è composta di una timpanometria, audiometria tonale e vocale (Speech Reception Threshold-SRT, Speech Discrimination Score-SDS) e il GIN. I risultati del presente studio ci hanno permesso di determinare per la popolazione studiata un GDT (Gap Detection Threshold) medio di 8,7 millisecondi (SD : 3,38) per l’orecchio destro e di 8,83 millisecondi (SD : 2,86) per l’orecchio sinistro. Il TPS (Total Percentage Score) medio per l’orecchio destro è stato del 47% (SD : 11,92) e per l’orecchio sinistro del 45% (SD : 11,29). I nostri risultati suggeriscono che le abilità di discriminazione temporale siano peggiori nei soggetti anziani rispetto ai soggetti giovani e adulti. Né il TPS né il GDT hanno mostrato differenze interaurali significative. Il GDT ha presentato una correlazione inversa con le performance di discriminazione verbale. Il TPS ha mostrato una correlazione diretta con l’SDS. Il presente studio dimostra in modo chiaro la relazione che intercorre fra la discriminazione verbale e le abilità di risoluzione temporale. Il presente database di dati rappresenta una risorsa per la valutazione delle abilità di risoluzione temporale in soggetti anziani affetti da ipoacusia. Riteniamo che tutti i soggetti anziani vadano sottoposti a una valutazione delle abilità di risoluzione temporale nel corso di una valutazione dell’udito, indipendentemente dal fatto che siano o meno affetti da alterazioni uditive.
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Francescato, Donata, and Maura Benedetti. "Umorismo e Salute: una sinergia possibile." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001007.

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Abstract:
La presente ricerca ha esplorato le relazioni tra l'umorismo e la qualitŕ della vita, intesa come benessere psicofisico degli individui. Lo scopo della ricerca č stato quello di esaminare la relazione tra inclinazione generale all'umorismo nelle sue componenti di apprezzamento e creativitŕ umoristica e la salute e l'empowerment individuale, nonché la relazione tra questi e la tendenza ad utilizzare l'umorismo come strategia di coping. I soggetti coinvolti nella ricerca sono stati in totale 333, di cui 160 maschi e 173 femmine. Ai partecipanti sono state somministrate le seguenti scale: Test di Ziv sull'Umorismo; Coping Humor Scale; Symptom Checklist-90-R; Scala dell'Empowerment. Le correlazioni tra le scale mostrano che ad una maggiore inclinazione all'umorismo corrisponde un miglior stato di salute. In particolare un elevato apprezzamento umoristico č maggiormente correlato con la presenza di minori sintomi di malattie psicosomatiche. Chi ha un'elevata inclinazione all'umorismo, in particolare nella sua dimensione di apprezzamento dell'umorismo, ha, inoltre, punteggi piů alti di empowerment, specialmente per ciň che riguarda la sottoscala della leadership e perseguimento degli obiettivi. Coloro che hanno alti punteggi alla Coping Humor Scale hanno bassi punteggi alla scala delle malattie psicosomatiche ed un empowerment piů elevato in tutte le sue dimensioni.
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Cappellini, M., N. Robertson, J. Cox, J. Kuint, C. Fonda, and G. Bydder. "Correlazioni fra reperti spettroscopici e tomografici in tre neonati affetti da encefalopatia ipossico-ischemica con selettivo coinvolgimento dei nuclei alla base." Rivista di Neuroradiologia 12, no. 3 (June 1999): 363–70. http://dx.doi.org/10.1177/197140099901200301.

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MION, M., R. BOVO, R. MARCHESE-RAGONA, and A. MARTINI. "Predittori di efficacia nel trattamento dell'otite esterna maligna fungina: una review sistematica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 307–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-669.

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Abstract:
Obiettivo dello studio è stato riassumere i dati della letteratura sugli aspetti clinici e la gestione abituale dell’otite esterna maligna fungina (OEMF), ed identificare possibili fattori predittivi di esito positivo del trattamento. Gli articoli sono stati inizialmente selezionati sulla base del titolo e degli abstract. Sono poi stati recuperati ed analizzati per intero seguendo criteri predeterminati. È stata stilata una lista di riferimento degli articoli selezionati per cercare eventuali pubblicazioni mancati. Gli studi raccolti sono stati infine valutati metodologicamente. Dei 143 articoli iniziali, ne sono stati selezionati 14 focalizzati sulla gestione dell’OEMF. La maggior parte di questi ha dimostrato una correlazione tra l’efficacia del trattamento, inteso come risoluzione dei sintomi, ed alcune variabili cliniche e di gestione della patologia quali l’astensione da procedure chirurgiche invasive, l’assenza di paralisi facciale, l’Aspergillus spp come patogeno causante e l’assenza di segni radiologici alla diagnosi e nel corso del follow-up. L’efficacia del trattamento dipende dalla valutazione dello stato dei nervi cranici, dal patogeno alla base e dai segni radiologici, più precisamente: l’assenza di paralisi facciale, l’Aspergillus spp e l’imaging negativo alla diagnosi e durante il follow-up correlano con la risoluzione dei sintomi. L’evidenza che il trattamento farmacologico possa associarsi ad un miglior outcome rispetto a procedure chirurgiche invasive potrebbe semplicemente riflettere il fatto che pazienti affetti da una patologia più avanzata richiedono un approccio più aggressivo mentre le forme più lievi possono essere trattate in modo conservativo. È necessario quindi prestare attenzione nell’interpretazione dei dati a causa della necessità di ulteriori studi sull’argomento.
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Torretta, Rossella. "Costituzione identitaria e possibile incidenza dell'evento traumatico non elaborato nella diagnosi di infertilitŕ inspiegata o parzialmente inspiegata." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2011): 113–28. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002009.

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Abstract:
L'esperienza acquisita nei colloqui con le coppie "infertili" ha permesso di evidenziare il peso predominante della mente nei casi di infertilitŕ inspiegata o parzialmente inspiegata. Aspetti affettivi non risolti legati alla vita della coppia, o di uno dei partner, sembrano influenzare la capacitŕ generativa. L'esperienza clinica ha suggerito l'esistenza di un legame profondo tra infertilitŕ inspiegata e la presenza di conflitti che rendono impossibile da affrontare la possibilitŕ di poter generare. Sono tanti i motivi per cui si desidera concepire e, tra questi, anche il bisogno di riparazione. Riparazione alla frattura nel proprio divenire identitariamente, ma anche a quella di adulti significativi nella propria vita. Nel corso di percorsi psicoterapeutici con coppie che si sottoponevano a fecondazione assistita č stata osservata la ricorsivitŕ di esperienze traumatiche e/o luttuose non elaborate, accadute nel corso delle loro vite e in quelle dei loro adulti di riferimento. Per poter approfondire e verificare l'eventuale correlazione e incidenza tra trauma/lutto non elaborato e infertilitŕ inspiegata sono stati studiati questi aspetti su un campione di 89 coppie infertili all'inizio di un programma di PMA. Il 71% del campione presentava almeno un lutto o un trauma non elaborati. L'infertilitŕ inspiegata puň essere letta come un sintomo dietro il quale si celano richieste di autorizzazione a essere, a potersi definire identitariamente. Il trauma č allora stato visto come impossibilitŕ ad acquisire un significato di sé in relazione al contesto nel quale si č inseriti, ostacolo alla possibilitŕ di ricerca della propria identitŕ. Identitŕ intesa come presenza a sé stessi
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Ursino, S., V. Seccia, P. Cocuzza, P. Ferrazza, T. Briganti, F. Matteucci, L. Fatigante, et al. "Qual è l’effetto della radioterapia sulla funzionalità deglutitoria nei pazienti con tumore del rinofaringe e orofaringe? Risultati a breve termine di uno studio prospettico." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 174–84. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-640.

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Abstract:
In questo lavoro vengono riportati i risultati a breve termine di uno studio prospettico, finalizzato alla valutazione strumentale della funzionalità deglutitoria in pazienti affetti da tumore del rinofaringe e orofaringe sottoposti a trattamento radio o radiochemioterapico con tecnica ad intensità modulata (IMRT). L’ IMRT è stata finalizzata, oltre che al miglioramento della conformazione della dose radiante al volume tumorale, alla riduzione della stessa alle strutture responsabili della deglutizione (SWOARs). I criteri dello studio hanno previsto in tutti i pazienti la valutazione strumentale della deglutizione con Videofluoroscopia (VFS), Fibroscopia Endoscopica della deglutizione (FEES) e Scintigrafia Orofaringea (OPES) prima dell’inizio del trattamento e ad 1 mese dal termine dello stesso. Ogni esame è stato eseguito rispettivamente in seguito all’assunzione di un bolo liquido (L) e semiliquido (SL) e per ognuno sono stati calcolati i seguenti valori strumentali: presenza o meno di caduta pre-deglutitoria, presenza o meno di aspirazione, tempo di transito faringeo (PTT) ed indice di ritenzione ipofaringeo (HPRI). Dal Gennaio 2012 al Giugno 2013, un totale di 20 pazienti ha terminato il trattamento ed ha eseguito la valutazione strumentale a 1 mese dal termine della radioterapia. Il confronto tra i valori dell’HPRI prima e dopo il trattamento radiante ha mostrato un peggioramento significativo sia alla FEES-L (p = 0,021) e SL (p = 0,02) che alla VFS-L (p = 0,008) che SL (p = 0,005). Inoltre è stata riscontrata una significativa correlazione tra i valori dell’HPRI basale ed a 1 mese alla FEES-L e SL (p = 0,005) così come alla VFS-L e SL (p < 0,001). Diversamente, il tempo di transito faringeo (PTT) non è risultato essere influenzato dalla radioterapia (p > 0,2). Solo in pochi pazienti è stata riscontrata la comparsa di caduta pre-deglutitoria ( 1 paziente con tumore della base linguale alla FEES-L e SL) e la presenza di aspirazione (1 paziente con tumore del rinofaringe alla OPES-L e FEES-SL). Nel complesso i risultati iniziali del nostro studio mostrano che l’ IMRT, finalizzata al risparmio delle SWOARs, determina soltanto un significativo incremento della ritenzione di bolo a livello del distretto ipofaringeo. Un follow-up più lungo sarà necessario per valutare se tale incremento sia associato o meno ad un maggior rischio di sviluppare fenomeni di aspirazione tardivi.
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