Academic literature on the topic 'Accettazione sociale'

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Journal articles on the topic "Accettazione sociale"

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Zambianchi, Manuela, and Bitti Pio Enrico Ricci. "Benessere sociale e prospettiva temporale in etŕ anziana." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 221–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002004.

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Abstract:
La letteratura gerontologica contemporanea evidenzia nel mantenimento di una vita sociale attiva e partecipativa uno dei pilastri fondamentali dell'invecchiamento positivo (Rowe e Khan, 1997; Stevernik, Lindenberg, Slaets, 2005). Lo studio ha esaminato la relazione tra il benessere sociale, definito da Keyes (1998) come un costrutto formato da cinque dimensioni (integrazione sociale, accettazione sociale, attualizzazione sociale, contributo sociale, coerenza sociale) e la prospettiva temporale, definita da Zimbardo e Boyd come composta da cinque dimensioni (passato positivo, passato negativo, presente edonistico, presente fatalistico, futuro). Hanno partecipato allo studio 138 anziani (etŕ media 74,73 anni). I risultati evidenziano una relazione complessa tra la prospettiva temporale ed il benessere sociale. Il passato negativo ed il presente fatalistico influenzano negativamente quasi tutte le dimensioni del benessere sociale, mentre il futuro presenta una relazione positiva con le dimensioni dell'integrazione sociale e dell'attualizzazione sociale. Il presente edonistico esercita un'influenza positiva sul benessere sociale generale. Il genere, il livello di istruzione e la composizione del nucleo familiare influenzano anch'essi la prospettiva temporale ed il livello di benessere sociale percepito dagli anziani.
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Tassoni, Giorgia. "Aggiornamenti 2017 su pagamenti pecuniari e contratti turistici." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 20 (October 2018): 207–23. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020002.

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Abstract:
Il d.lgs. 25 maggio 2017, n. 90 ha modificato la normativa in materia di riciclaggio, pur mantenendo il limite massimo di tremila euro per i pagamenti in contanti, in assenza di tracciabilità. Tale decreto ha tuttavia modificato la cosiddetta soglia antiriciclaggio, riducendo l'importo da 15.000,00 a 10.000,00 euro. Con riferimento ai pagamenti elettronici non rifiutabili, i decreti - previsti dal co. 5 dell'art. 15 d.l. n. 179/2012 così come modificato dalla l. 208/2015 - non sono stati emanati, nonostante ciò fosse previsto. Il d.lgs. n. 218/2017 attua la Direttiva (UE) 2015/2366 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno e il rispetto delle norme interne al Regolamento (UE) 2015/751 relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carte. La mancata approvazione, nel 2017, dei decreti interministeriali contenenti le sanzioni applicabili in caso di diniego dell'operatore, unitamente alla percezione sociale della disuguaglianza implicita nella norma, rappresenta un chiaro indice della mancanza di efficacia della norma stessa. Ciò merita una riflessione seria, dato che una determinata modalità di pagamento può essere imposta dal legislatore solo se corrisponde a un comportamento sociale consuetudinario che è significativamente e ampiamente riconosciuto. Al contrario, i progetti legislativi in corso sembrano andare nella direzione opposta, dato che includono alcune proposte legislative volte a costruire, in caso di rifiuto dei pagamenti elettronici, una tipologia di reato analoga a quella prevista dall'art. 693 cod pen. ovvero il rifiuto di accettazione della moneta avente corso legale.
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Girolama Caruso, M., and Anna Valeri. "Sicut palea: Merini sotto l'urto del rifiuto." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (September 2021): 128–48. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001012.

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Abstract:
Il contributo si basa sul proficuo rapporto tra letteratura e sociologia e sulla relazione bidi-rezionale di conoscenza e analisi critica legata ai mutamenti sociali. La letteratura, per la sua portata, spesso, infatti, è uno strumento di riflessione sociologica. La relazione biunivoca tra letteratura e sociologia si ha quando gli argomenti letterari fuoriescono dall'analisi del testo e assumono la veste di riflessione sociologia. Il lavoro presenta due livelli di analisi: - la rilevanza didattica di un personaggio come la Merini, che è partita come analisi concreta della forma linguistica, risultante di un passaggio retorico da una sovrabbondanza di senso ad una pagina bianca, da una parte, e ricerca - discreta ma rigorosa della rap-presentazione invasiva sulla società del personaggio-artista, nel conflitto mai risolto della contaminazione genio-follia. - la riflessione sociologica che discende dal progetto didattico "Ricordami il pensiero della vita. Il mondo di Alda Merini" è stato motivo di approfondimento empirico sul concetto di normalità, stereotipo e dis-abilità. I quesiti proposti nella sezione sulla disabilità sono molteplici fanno riferimento alla tipologia della disabilità, alla rappresentazione sociale della dis-abilità livello di accettazione; l'inclusione e la relazione tra creatività e follia. La biografia della Merini ha avuto un significato particolare poiché, pur essendo esposta al giudizio e alla vergogna, il suo essere è una sfida alle gerarchie dell'abilismo.
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Molli, Samuele Davide, and Maurizio Ambrosini. "Immigrazione, Religione e Integrazione. Il caso delle comunità sikh e filippine in Lo." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 99–121. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12470.

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Abstract:
La trasformazione multireligiosa dell'Italia è uno dei più rilevanti fenomeni sociali seguiti ai flussi migratori, nonché una delle questioni più controverse. L'articolo entra nel merito del nuovo pluralismo e discute il rapporto tra le comunità religiose ristabilite dagli immigrati e i processi di integrazione che ne derivano. Dopo una rassegna della letteratura internazionale sul tema, il contributo prende in esame due casi studio rappresentativi dei tipi di pluralismo religioso: il caso dei sikh in provincia di Bergamo e dei cattolici filippini nella città di Milano; in chiave comparativa, si confronta il ruolo della religione per due significative esperienze di radicamento territoriale e di partecipazione economica degli immigrati in Lombardia. Nello specifico, in primo luogo, vengono ricostruiti i processi alla base dello sviluppo di una nuova geografia religiosa; si analizzano le differenti risorse che la partecipazione ai luoghi di culto fornisce ai fedeli sikh e filippini per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'inserimento in nuovo contesto. Vengono poi esaminate le forme di accettazione nei confronti di tali tipi di pluralismo, e infine viene indagato lo spirito civico sviluppato invece verso la più ampia realtà sociale. L'articolo conclude mostrando come le comunità religiose, nonostante le difficoltà rilevate rispetto al loro riconoscimento, siano una risorsa per i processi di integrazione degli immigrati, con importanti ricadute per la società ricevente.
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Huskinson, Janet. "‘Unfinished portrait heads’ on later Roman sarcophagi: some new perspectives." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 129–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004256.

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Abstract:
‘TESTE INCOMPLETE DI RITRATTI’ SU SARCOFAGI TARDO ROMANI: NUOVE PROSPETTIVEQuesto articolo prende in considerazione teste ‘incomplete’ di ritratti su sarcofagi romani dal secondo al quarto secolo d.C: esse rappresentano un fenomeno diffuso (apparentemente sempre più diffuso verso la fine del periodo considerate) ed includono materiale sia cristiano che non. Quasi tutte le precedenti discussioni su questo fenomeno hanno preso in considerazione quando e perchè esso si sia verificato, proponendo varie spiegazione pratiche per il mancato completamento del lavoro – quali l'indifferenza del cliente, possibili aggiunte più tarde di pittura o stucco ecc. Lo scopo di questo articolo è di esplorare quale fosse il valore collettivo di questi ritratti incompleti in relazione a vari aspetti della società contemporanea. Dopo un resoconto del ruolo avuto dai ritratti nella cultura funeraria romana l'articolo descrive i materiali e discute precedenti lavori sul-l'argomento. La possibilità che questi ritratti incompleti possano aver rappresentato una variante (estrema) di uno stile astratto nell'arte tardo antica viene considerata, nonchè il significato che essi possono aver assunto dal punto di vista dell'osservatore in termini di identità sociale e attitudine verso la morte. La conclusione è che tali significati positivi possano essere stati forti abbastanza da spiegare la generale accettazione dei volti incompleti su questi sarcofagi.
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6

Ignazi, Piero. "LA CULTURA POLITICA DEL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 431–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008650.

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Abstract:
IntroduzioneIl mondo politico-culturale della destra italiana del dopoguerra è stato trascurato, per lungo tempo, dalla comunità scientifica. A parte il pionieristico lavoro di Giorgio Galli, risalente alla metà degli anni settanta, è soltanto con l'inizio di questo decennio che si sviluppa una seria linea di ricerca su alcune componenti della destra italiana. In particolare, per motivi diversi, vengono privilegiati due versanti: la Nuova Destra e l'area radicale e terrorista. L'attenzione dedicata a questi due fenomeni non è casuale ma trova spiegazione nel fatto che essi costituiscono una sorta di “novità” rispetto al filone centrale del neofascismo: da un lato, la Nuova Destra, emersa alla fine degli anni settanta sulla scia dellaNouvelle Droitefrancese, rappresenta il contributo intellettualmente piò originale e articolato di riflessione e rielaborazione delle coordinate ideologiche e politiche della destra; dall'altro, l'area radicale e terrorista costituisce per la sua intrinseca drammaticità un forte stimolo all'approfondimento delle motivazioni, del costrutto ideologico e delle articolazioni organizzative. Gli studi condotti negli anni ottanta su queste due aree forniscono importanti tasselli alla ricostruzione o alla comprensione dellaWeltanschauungdi destra. Tuttavia è rimasto escluso da questo risveglio di interesse l'espressione piò solida e corposa della destra italiana, vale a dire il Movimento Sociale Italiano.Va subito precisato, infatti, che il MSI, i movimenti di destra radicale (DR) e la Nuova Destra (ND) pur essendo contigui, si differenziano percomplessità organizzativa, strategia politicaereferenti culturali.Per quanto riguarda la complessità organizzativa, essa è:— elevata nel MSI: il partito si struttura secondo il classico modello duvergeriano del «partito di massa» e, tra l'altro, inquadra centinaia di migliaia di iscritti;— ridotta nelle formazioni della DR: i vari gruppi si strutturano o come piccole sette (i movimenti golpisti e terroristi) o come «comitati» (i movimenti di contromobilitazione moderata e reazionaria degli anni settanta);— molto bassa nella ND: essa mantiene uno stadio fluido di movimento culturale legato ad iniziative editoriali.In merito alla strategia politica, essa si articola in tre posizioni distinte:— alternativa al regime ma accettazione (e pratica) delle regole democratiche per il MSI;— abbattimento immediato e violento del sistema e rifiuto dei meccanismi democratici per la DR;— estraneità rispetto al sistema e superamento degli istituti liberaldemocratici attraverso un processo «metapolitico» di egemonizzazione culturale e di ridefinizione delle coordinate ideologiche («al di là della destra e della sinistra») per la ND.Per quanto attiene, infine, ai referenti culturali si può affermare che, nonostante tutte le componenti attingano ad un medesimo serbatoio, esse si differenziano:a)per la diversa considerazione del contributo evoliano — superficiale-strumentale nel MSI («doveroso» omaggio ad uno dei pochissimi pensatori forti della destra ma sostanziale ininfluenza dei suoi contributi), esegetico-esistenziale nella DR («il mondo delle rovine», «rapolitia», «l'uomo differenziato», «lo spirito legionario», ecc.), marginale nella ND dove viene ridimensionato per la sua impostazione anti-moderna («il mito incapacitante»);b)per l'assenza nella DR e nella ND di alcuni cardini della cultura politica missina come il pensiero giuridico (Rocco e Costamagna) e filosofico (Gentile e Spirito) fascista.Anche se la delimitazione dei confini di queste tre componenti, è stata, in certi periodi e per certi gruppi, alquanto incerta, soprattutto perché il MSI ha rappresentato sempre ilprimum mobiledi tutta Tarea di destra (di qui i frequenti passaggi di confine tra partito e organizzazioni esterne di variroutiersdella destra), esse vanno tenute adeguatamente distinte.Ciò premesso, in questo lavoro intendiamo occuparci esclusivamente del soggetto rimasto finora più in ombra, il Movimento Sociale Italiano. Più in particolare, ci soffermeremo sui tratti salienti della «cultura politica» di questo partito quale emerge, in primo luogo, dalla pubblicistica interna e dai documenti ufficiali (e quindi l'immagine che il partito proietta — e/o intende proiettare — all'esterno) e, in secondo luogo, dalle risposte ad una serie di domande di atteggiamento fornite da un campione significativo di quadri intermedi del MSI.
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Zanon, Vittorio. "Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

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Abstract:
Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
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Rothschild, Berthold. "Il "familiarismo". Notizie dall'interno dell'idillio." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2010): 53–66. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001004.

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Abstract:
Il concetto di "familiarismo" riunisce le correnti sotterranee attive, presenti nelle costellazioni parentali del passato e attuali e nelle manifestazioni psichiche e sociali. Piů precisamente, č l'espressione di forme relazionali che sono guidate da una spinta (Reiz) che attraversa l'intera esistenza, volta al ripristino di una rete relazionale in cui "appartenenza", "reimpossessamento" e "accettazione" giocano un ruolo fondamentale. Il familiarismo si collega ai modelli delle relazioni precoci conosciute nella prima infanzia come "fantasma" e "strato interiorizzato". Contiene relazioni di cura e di ambivalenza. Non si riferisce ai rapporti reali, ma piuttosto a un terreno dell'immaginario, con effetti sul presente e sulle configurazioni psichiche.
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Caso, Daniela. "L'accettabilitŕ del vaccino contro il Papilloma Virus (HPV): fattori psicosociali che incidono sulla scelta delle madri." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 83–99. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001007.

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Abstract:
L'Italia č stato il primo paese europeo a pianificare una strategia di vaccinazione pubblica contro l'HPV, l'agente virale responsabile del carcinoma della cervice uterina, primo tumore riconosciuto dall'OMS come totalmente riconducibile ad una infezione, proponendo il vaccino alle ragazze nel dodicesimo anno di vita. Con l'avvio della somministrazione di tale vaccino sono sorti dubbi e perplessitŕ riguardo la sua efficacia, i suoi effetti e soprattutto sulla sua possibile accettazione. Pertanto questo studio, che ha coinvolto 507 madri napoletane con figlie dodicenni, si pone l'obiettivo di indagare il ruolo che alcune variabili psicosociali (conoscenze, aspettative di risultato, percezione del rischio, intenzioni, autoefficacia genitoriale ed efficacia familiare) hanno sull'accettazione del vaccino da parte delle madri. Dall'analisi dei dati, raccolti con un questionario self-report, sono emersi profili differenziati delle intervistate in funzione della loro scelta verso il vaccino HPV. Ciň potrebbe avere utili implicazioni nelle campagne di prevenzione in favore degli screening vaccinali, suggerendo di adottare strategie differenziate a seconda delle caratteristiche delle donne da contattare.
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Salerno, Alessandra, and Sebastiana Giuliano. "La coppia sterile tra lutto, coping e resilienza." TERAPIA FAMILIARE, no. 96 (August 2011): 27–45. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-096002.

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Abstract:
L'articolo fornisce una panoramica delle implicazioni psicologiche e sociali dell'infertilitŕ sulla coppia. Con unsull'evoluzione dell'attuale comprensione teorica in questo settore, le autrici esplorano i vissuti di coppia di fronte alla sterilitŕ, tenendo conto delle differenze di genere e dell'impatto che l'impossibilitŕ a generare produce sulla relazione, in bilico tra lo sgretolamento ed il rafforzamento del legame. Vengono analizzati sia gli effetti di alcune strategie di coping, che appaiono adattive per uno dei partner, ma che risultano causa di stress e depressione per l'altro e, dunque, sinonimo di un basso adattamento coniugale; sia le strategie di coping piů funzionali, quali la non esclusiva accettazione della responsabilitŕ e l'attribuzione di significato all'evento sterilitŕ. Viene inoltre approfondito il concetto di resilienza come fattore critico per sostenere le interazioni positive e le percezioni nelle coppie sterili. Infine, si focalizza l'attenzione sull'importanza di un percorso di sostegno o terapeutico per le coppie "in crisi", al fine d'integrare la ferita della perdita della fertilitŕ nella propria identitŕ e nella propria storia di coppia e di rivedere i propri obiettivi di vita.
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Dissertations / Theses on the topic "Accettazione sociale"

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PINI, ERIKA. "STRESS, RELAZIONI e LAVORO: due studi sugli operatori dei dipartimenti di emergenza e accettazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/847.

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PINI, ERIKA. "STRESS, RELAZIONI e LAVORO: due studi sugli operatori dei dipartimenti di emergenza e accettazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/847.

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Veneziani, Chiara A. "Consapevolezza, accettazione e comprensione di sé: associazioni con il benessere individuale e l'apertura prosociale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423966.

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Abstract:
The positive psychology approach involves the study of characteristics that may contribute to an optimal functioning of individual and society (e.g. Gable & Haidt, 2005), by improving for instance well-being and prosocial orientation. In this scenario, mindfulness, i.e. a non-judgmental awareness that emerges through paying attention to the present moment (e.g. Kabat-Zinn, 1994), is particularly relevant. Similarly, a growing interest has been recently devoted to self-compassion, i.e. a non-judgmental attitude towards own weaknesses (Neff, 2003). Mindfulness and self-compassion showed to be related to improved well-being (e.g. Bernard & Curry, 2011; Keng, Smoski, & Robins, 2011). Their relation to prosocial tendencies (e.g. Block-Lerner, Orsillo, & Plumb, 2004, Neff & Germer, 2013) is less clear though. Aiming to better understand the relationship of mindfulness and self-compassion with indicators of well-being and prosocial orientation, two new constructs have been developed in this thesis. The first construct is "emotional awareness", a non-judgmental awareness toward own emotions, positive and negative, which are therefore fully experienced, without alterations or suppressions. The second one, "self-caring", covers (i) the awareness to be in a time of trouble and to need help; and (ii) the openness to accept the offered support. Mindfulness is hypothesized to be a precondition of self-compassion (e.g. Birnie, Speca, & Carlson, 2010), emotional awareness and self-caring. We aimed to investigate the relationship of mindfulness, self-compassion, emotional awareness and self-caring with different indicators of well-being and prosocial tendencies, considering the simultaneous effects of social desirability. More specifically, we tested a mediation model in which the relationship of mindfulness with well-being and prosocial inclinations was mediated by self-compassion, emotional awareness and self-caring. In order to test this hypothesis, we developed an Italian adaptation of the instruments used to asses mindfulness and self-compassion, i.e., the Mindful Attention Awareness Scale (MAAS; Brown & Ryan, 2003; Study 1), and the Self-Compassion Scale-Short Form (SCS-SF; Raes, Pommier, Neff & Van Gucht, 2011; Study 2). Furthermore, we developed the two instruments for the assessment of emotional awareness and self-caring dispositions and we investigated their main psychometric characteristics (Study 3). Then, through a confirmatory factor analysis, we showed that the analyzed constructs were different from each other, although partially overlapping, controlling also for their susceptibility to social desirability (Study 4). The subsequent study has preliminarily investigated the relationship of mindfulness, self-compassion, emotional awareness and self-caring with indicators of well-being and prosocial orientation (Study 5). The mediation model has been therefore tested for the first time. Finally, the last two studies examined more in depth the mediation model. Specifically, we employed indicators of general, subjective and psychological well-being (Study 6), unconditional respect and prosocial personality (Study 7). In these studies we also tested a two-level mediation model, where the relationship of mindfulness with well-being and prosocial tendencies was mediated by self-compassion, emotional awareness and self-caring, at the first level, and by gratitude and inter-being, at the second level. Gratitude has already showed to be related to an increase in well-being and prosocial inclinations, while inter-being is a new construct of Eastern origin. In all these studies, the mediation model has been examined adopting a structural equation model approach. Overall, the results suggest that mindfulness is associated with improved well-being and increased prosocial orientation, especially through higher emotional awareness, gratitude and inter-being. Strengths, limitations, implications of the studies and future perspectives are discussed.
La psicologia positiva si occupa dello studio delle caratteristiche che possono contribuire al funzionamento ottimale dell’individuo e della società (e.g. Gable & Haidt, 2005), facilitando, per esempio, il benessere individuale o l’apertura prosociale. Una delle caratteristiche maggiormente considerate è la mindfulness, una forma di consapevolezza non giudicante rivolta all’esperienza presente, momento dopo momento (e.g. Kabat-Zinn, 1990). Più recentemente, alla mindfulness si è affiancato lo studio della self-compassion, un atteggiamento non giudicante verso le proprie inadeguatezze (Neff, 2003). Entrambe queste variabili sembrano associarsi a diversi indicatori di benessere individuale (e.g. Bernard & Curry, 2011; Keng, Smoski, & Robins, 2011). Meno chiara è invece la loro associazione con gli indicatori di apertura prosociale (e.g. Block-Lerner, Orsillo, & Plumb, 2004, Neff & Germer, 2013). Allo scopo di chiarire meglio le associazioni della consapevolezza e dell’accettazione sia con il benessere individuale sia con gli indicatori di apertura prosociale, sono stati teorizzati due nuovi costrutti. Il primo, definito “consapevolezza emotiva”, consiste in una forma di consapevolezza non giudicante rivolta verso le proprie emozioni, positive e negative, così da riuscire a provarle appieno, senza negarle o distorcerle. Il secondo costrutto, definito “self-caring”, misura da un lato la consapevolezza di avere bisogno di aiuto nei momenti di difficoltà, e dall’altro la capacità di accettarlo quando offerto. Come per la self-compassion (e.g. Birnie, Speca, & Carlson, 2010), anche per la consapevolezza emotiva e il self-caring la mindfulness è considerata essere un precursore. Scopo generale della presente tesi è indagare la relazione di mindfulness, self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring con diversi indicatori di benessere individuale e di prosocialità, tenendo sotto controllo gli effetti della desiderabilità sociale. In particolare, si procede a testare l’ipotesi che l’associazione tra la mindfulness e gli indicatori di benessere individuale e prosocialità sia mediata da un aumento nelle capacità disposizionali di self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring. Allo scopo di testare questa ipotesi, è stato innanzitutto necessario procedere alla validazione delle versioni italiane delle scale per la misurazione della mindfulness e della self-compassion, ovvero la Mindful Attention Awareness Scale (MAAS; Brown & Ryan, 2003; Studio 1), e la Self-Compassion Scale-Short Form (SCS–SF; Raes, Pommier, Neff, & Van Gucht, 2011; Studio 2). È stato inoltre necessario sviluppare due strumenti per la misurazione della consapevolezza emotiva e del self-caring e testarne le proprietà psicometriche principali (Studio 3). In seguito, attraverso un’analisi fattoriale confermativa, si è dimostrato che i costrutti indagati, pur con aree di sovrapposizione, sono distinti ed è stata controllata la loro suscettibilità alla desiderabilità sociale (Studio 4). Il quinto studio ha esplorato preliminarmente la relazione di mindfulness, self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring, sia con indicatori di benessere sia di prosocialità, testando per la prima volta l’ipotesi di mediazione. Infine, gli ultimi due studi hanno indagato in modo più specifico e approfondito l’ipotesi di mediazione. In particolare sono stati utilizzati rispettivamente indicatori di benessere generale, soggettivo e psicologico (Studio 6) e di rispetto incondizionato e personalità prosociale (Studio 7). In questi ultimi due studi si è testata anche un’ipotesi di mediazione a due livelli, in cui in aggiunta ai mediatori di primo livello (self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring), vi sono due mediatori di secondo livello, ovvero la propensione alla gratitudine, variabile che ha già dimostrato di associarsi a un maggior benessere e prosocialità, e l’inter-essere, un nuovo costrutto di derivazione orientale. In tutti gli studi, l’ipotesi di mediazione è stata testata attraverso la tecnica delle equazioni strutturali. I risultati degli studi nel complesso sembrano suggerire che la mindfulness si associ a un miglior benessere individuale e una maggior prosocialità attraverso soprattutto un aumento in consapevolezza emotiva, gratitudine e inter-essere. Vengono discussi punti di forza, limiti, implicazioni degli studi e prospettive future.
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NICOLOTTI, MATILDE. "ON BECOMING ONESELF - Autenticità nell’adultità emergente." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/325879.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi affronta il tema dell’autenticità tra gli adulti emergenti, soffermandosi in particolare sui legami dell’autenticità con lo sviluppo identitario e sul ruolo del contesto familiare di riferimento nel supportare un funzionamento autentico e il benessere dell’individuo. Definire la propria identità è un compito complesso per l’adulto emergente che si trova ad affrontarlo, in particolare nel contesto sociale odierno, caratterizzato da una moltitudine di possibilità identitarie da selezionare e integrare. L’adulto emergente è chiamato a compiere delle scelte e in questo contesto si tratta da un lato di una sfida ricca di stimoli, dall’altro di una fonte di distress non indifferente. La qualità delle domande che guidano l’esplorazione in questa fase, inoltre, porta l’adulto emergente a confrontarsi con la propria conoscenza e consapevolezza di Sé, mettendo in luce il tema dell’autenticità dell’individuo e dell’identità che va costruendosi. Sebbene vi sia un’ampia letteratura teorica e una crescente letteratura empirica relativa al costrutto di autenticità, alla sua definizione e alle sue implicazioni per il benessere della persona, scarsa attenzione è stata dedicata alla relazione tra autenticità e identità, nonostante il forte nesso teorico riscontrabile tra i due costrutti. Muovendo da queste considerazioni, la prima parte del presente elaborato è dedicata al rapporto tra autenticità e identità nell’adulto emergente. Viene dato spazio alla definizione dell’adultità emergente, dei processi di formazione dell’identità e del costrutto di autenticità, a partire dalla sua storia nel pensiero filosofico e psicologico. A seguire, un primo contributo empirico presenta un’analisi dei rapporti tra autenticità e formazione dell’identità nell’adulto emergente e pone a confronto due modalità di analisi degli stessi, evidenziando i potenziali vantaggi di un approccio analitico centrato sulla persona. La seconda parte dell’elaborato volge invece l’attenzione agli elementi del contesto sociale, in particolare del contesto familiare, in grado di supportare uno sviluppo e un funzionamento autentico. La letteratura teorica ed empirica converge infatti nel suggerire che elementi di accettazione incondizionata, supporto all’autonomia e calore nella relazione con i genitori siano fondamentali per lo sviluppo di consapevolezza e autonomia, elementi centrali nella definizione di autenticità, nonché per sostenere il benessere dell’individuo anche nella fase dell’adultità emergente. A seguito dell’esposizione delle principali formulazioni teoriche sull’argomento e dei principali contributi della ricerca in merito, vengono presentati i risultati di due studi empirici. Il primo studio sottopone a verifica empirica il modello che vede l’autenticità come mediatore nella relazione tra dette caratteristiche della relazione con i genitori e il buon adattamento psicologico dell’adulto emergente. Il secondo prende in considerazione diadi di genitori e figli in questa fase dello sviluppo approfondendo i legami tra caratteristiche della relazione, autenticità di genitori e autenticità dei figli e tenendo in considerazione possibili differenze nelle diadi materne e paterne. I risultati degli studi presentati sostengono l’importanza di promuovere un funzionamento autentico, in particolare nella componente relativa alla consapevolezza di Sé, in relazione alla formazione dell’identità degli adulti emergenti. Mettono inoltre in luce la rilevanza di relazioni significative caratterizzate da calore, vicinanza e accettazione a sostegno dell’autenticità dei giovani in questa fase evolutiva e del loro benessere.
The present work takes on the topic of authenticity among emerging adults, reflecting in particular on the ties between authenticity and identity development and on the role of the family context in supporting authentic functioning and individual well-being. Defining one’s identity is a complex task for the emerging adult who faces it, in particular in the modern social context, which is characterized by a multitude of identity possibilities to be selected and integrated. Emerging adults are called to make choices and in this context this is on one hand a stimulating challenge, on the other a source of considerable distress. Moreover, the quality of questions which guide exploration in this phase brings about confrontation with one’s knowledge and awareness of one’s own Self, highlighting matters of authenticity of the individual and of the identity that is being built. Although there is broad theoretical literature and growing empirical studies on the concept of authenticity, its definition and its implications for personal well-being, scarce attention has been dedicated to the relationship between authenticity and identity, despite the strong theoretical link between the two constructs. Moving from these considerations, the first part of the present work is dedicated to the relationship between authenticity and identity in emerging adults. The concepts of emerging adulthood, identity formation and authenticity are defined thoroughly, the latter starting from its history in philosophical and psychological thinking. Following, a first empirical study presents an analysis of the connections between authenticity and identity formation in emerging adulthood and confronts two different analytical approaches, underlining potential advantages of a person centered statistical approach. The second part of the essay turns its attention towards the elements of the social context, particularly the family context, able to support an authentic development and functioning. Indeed, theoretical and empirical literature converge in suggesting that elements of unconditional acceptance, autonomy support and warmth in the relationships with one’s parents are fundamental for the development of awareness and autonomy, central elements in the definition of authenticity, as well as for sustaining individual well-being also in emerging adulthood. Following an exposition of the main theoretical formulations and empirical contributes on the subject, the results of two empirical studies are presented. The first study verifies the goodness of a model which sees authenticity as a mediator in the relationship between the aforesaid characteristics of the relationship with parents and god psychological adjustment in emerging adult children. The second study considers dyads formed by parents and emerging adult children and it focuses on the links between characteristics of the relationship, parents’ authenticity and children’s authenticity, taking into account possible differences in maternal and paternal dyads. Results of presented works highlight importance of promoting an authentic functioning, especially in the component relative to one’s Self awareness, relative to identity formation in emerging adults. They also underline the relevance of significative relationships characterized by warmth, closeness and acceptance to sustain authenticity and well-being of youth in this developmental phase.
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MESSETTI, MARINA. "Le relazioni tra pari in età prescolare e scolare: un’indagine sui fattori associati al grado di accettazione e di rifiuto sociale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/273357.

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Abstract:
Il presente lavoro si inserisce all’interno di quel filone di ricerca che considera le relazioni sociali, in particolare quelle che il bambino instaura con i propri pari, fondamentali per lo sviluppo delle abilità cognitive, emotive e sociali. In tale prospettiva, l’accettazione e il rifiuto da parte dei membri del proprio gruppo di riferimento assumono una rilevanza specifica in quanto questa seconda condizione può facilitare l’insorgenza di difficoltà in campo scolastico e portare, nel tempo, allo sviluppo di problematiche emotivo – comportamentali. A partire da queste premesse risulta, dunque, importante comprendere quali sono i fattori che possono concorrere a determinare il grado di accettazione e di rifiuto sociale tra pari. In quest’ottica sono stati condotti quattro studi che, nel complesso, hanno inteso verificare la natura delle associazioni, dirette ed indirette, tra alcune caratteristiche e competenze individuali e gli outcomes sociali, in bambini di età prescolare e scolare, considerando altresì il possibile ruolo del fattore genere. Nel primo capitolo vengono esaminate le relazioni che intercorrono tra il grado di accettazione e di rifiuto sociale, la capacità di regolazione emotiva e alcuni tratti temperamentali, quali l’inibizione alla novità, l’attività motoria e l’attenzione, in un gruppo di bambini di età scolare (Studio 1) ed in uno di età prescolare (Studio 2). Dai risultati emerge il ruolo chiave della regolazione emotiva nel mediare l’influenza che alcuni tratti temperamentali, differenti in funzione del genere di appartenenza dei bambini nonché della fase evolutiva in cui si trovano, esercitano sugli outcomes sociali. Il terzo studio approfondisce il ruolo della competenza emotiva, considerandone non solo la componente regolatoria ma anche quella relativa alla comprensione delle emozioni. A partire dall’analisi delle inter – relazioni tra queste componenti e le abilità lessicali, viene esaminato il modo in cui esse, separatamente e congiuntamente, concorrono alla costruzione di relazioni tra pari più o meno positive in età prescolare. Il quarto studio, infine, esamina le relazioni che intercorrono tra le capacità regolatorie infantili, il rifiuto sociale e le problematiche emotivo - comportamentali in età scolare, con l’obiettivo di identificare in che modo la capacità di regolazione ed il grado di rifiuto sociale contribuiscano a determinare il funzionamento comportamentale dei bambini. Nel complesso, dal lavoro di ricerca emerge il ruolo fondamentale della competenza emotiva per lo sviluppo di relazioni sociali tra pari positive ed efficaci e, conseguentemente, l’importanza di promuovere lo sviluppo di tali capacità attraverso programmi mirati.
The present work focuses on social relationships, in particular the ones the child establishes with his peers, known to be fundamental for the development of cognitive, emotional and social abilities. From this perspective, social acceptance and rejection among peers assume particular importance as they are related to children’s later well-being. In fact, studies have shown that children who are liked by their peers have positive adjustment, while numerous negative outcomes have been associated with peer rejection, including emotional and behavioral problems, school avoidance and academic failure. Therefore, it is important to better understand the factors that can contribute to influence peer acceptance and rejection. In this perspective, we conducted four studies in order to verify the nature of the associations between some children’s individual characteristics and competences and their social outcomes, both in preschool and school aged children, also considering the possible role of gender. The first chapter examines the relationships between peer acceptance and rejection, emotion regulation abilities and some temperamental traits, such as inhibition to novelty, motor activity and attention, in a group of school (Study 1) and preschool aged children (Study 2). From the results, it emerges the key role of emotion regulation which mediates the impact of temperament on social outcomes. The third study explores the role of emotional competence, not only in its regulatory aspects but also in terms of emotion comprehension. Moreover, it investigates the inter-relationships of these components with lexical abilities and the way they, separately or jointly, facilitate or hinder social relations. Conclusively, the fourth study examines the relationships between emotion regulation abilities, peer acceptance and rejection and behavioral problems in order to identify the way emotion regulation and peer rejection determine children behavioral functioning. Overall the present research work points out the role of emotional competence for the development of positive social relations among peers and appoints the importance of promoting the development of such skills through targeted programs.
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Books on the topic "Accettazione sociale"

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Perna, Fabiola. L'altra faccia della medaglia: Il vissuto di immigrati albanesi e la loro accettazione sociale. Roma: Armando, 2011.

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Cassandro, Michele. Intolleranza e accettazione: Gli ebrei in Italia nei secoli XIV-XVIII : lineamenti di una storia economica e sociale. Torino: G. Giappichelli, 1996.

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Intolleranza e accettazione: Gli ebrei in Italia nei secoli XIV-XVIII : lineamenti di una storia economica e sociale. 2nd ed. Torino: G. Giappichelli, 2008.

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