Academic literature on the topic 'Abuso di informazioni privilegiate'

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Journal articles on the topic "Abuso di informazioni privilegiate"

1

Bellieni, Carlo V. "Privacy fetale." Medicina e Morale 53, no. 4 (August 31, 2004): 793–803. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.633.

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Abstract:
Nuovi scenari clinici si stanno affermando nel settore della medicina prenatale. In alcuni casi le conseguenze sono patologiche per la prole. Vengono esaminati alcuni degli effetti di tre scenari: abuso della diagnosi prenatale a fini di selezionare embrioni paradossalmente portatori di anomalie, diagnosi prenatale invasiva e fecondazione in vitro. L’autore fa delle considerazioni sui loro effetti collaterali, sul modo con cui talora sono utilizzati e sulla necessità di tutelare il feto, che porterà poi le conseguenze di eventuali, seppur rari, effetti collaterali. Infatti, se stanno aumentando le possibilità di “scelta” per i genitori, diminuiscono le garanzie per chi nascerà. Le conseguenze di questo “consumismo prenatale” non sono più solo la soppressione del nascituro, ma un rischio di disabilità per chi nasce. Viene poi considerato il problema dell’intrusione nella sfera della privacy del feto, del suo patrimonio genetico, del suo rischio di essere portatore di malattie nel corso della vita. Spesso infatti queste informazioni non hanno lo scopo di curare, ma di prevenire la nascita di feti affetti da caratteristiche che i genitori non vogliono. Siamo di fronte ad un atto medico fatto nell’interesse del paziente o ad un abuso che mai sarebbe possibile compiere su un essere già nato? Una volta decodificate, le informazioni sulla salute non saranno più una proprietà privata del paziente, ma già saranno note ai suoi genitori e possibilmente a lui stesso quando sarà nato, senza che egli/lei lo abbia richiesto. Queste informazioni possono essere ritorte contro di lui sia dal punto di vista di rischio per la sua soppressione prenatale, che da quello della coscienza di sé che già dall’età infantile potrebbe conoscersi predestinato a possibili tendenze e patologie.
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2

Ingrassia, Raimondo. "Il whistle-blowing come strumento di controllo interno delle organizzazioni." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2009): 40–70. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002003.

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Abstract:
- Uno di problemi che si pongono quando si parla di abusi dei colletti bianchi nel mondo del lavoro č quello di sottoporre al giudizio della collettivitŕ condotte discutibili sul piano etico, manageriale, professionale e giuridico delle quali perň č difficile avere conoscenza in quanto esse vengono consumate al riparo di organizzazioni legali e, spesso, poco permeabili alla societŕ. Una forma di controllo privilegiata per la qualitŕ delle informazioni che č in grado di fornire č la denuncia pubblica degli abusi del prestatore di lavoro legato all'organizzazione da un rapporto di dipendenza. La cultura anglosassone ha metaforicamente etichettato tale pratica con il termine di "whistleblowing", letteralmente "soffiare il fischietto", cioč dare un segnale di allarme per gli abusi osservati nel luogo di lavoro. Questo articolo intende offrire una rassegna sistematica dei principali temi esistenti in materia. Sono pertanto oggetto di trattazione i seguenti argomenti: le relazioni fra gli abusi dei colletti bianchi e le organizzazioni legali; le tipologie di abusi piů comuni; il profilo identitario di coloro che denunciano; i fattori oggettivi che influenzano le decisioni di denuncia; i rischi legati alle attivitŕ di denuncia; l'efficacia, la tutela giuridica e le policy del whistle blowing. La tesi conclusiva č che la denuncia pubblica degli abusi deve fare leva sulla responsabilitŕ personale e che il contesto organizzativo e istituzionale nei quali i prestatori di lavoro operano devono svolgere una funzione di incentivo e protezione dell'iniziativa individuale.
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3

Sette, Raffaella, and Simone Tuzza. "Abuso su minori in contesti istituzionali a carattere religioso: la parola agli operatori." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 15–31. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002002.

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Abstract:
I criminologi si trovano sempre più spesso ad affrontare la problematica relati-va al verificarsi di abusi e maltrattamenti su minori. Tale questione, però, risulta difficilmente indagabile per via della natura fragile delle vittime e per i contesti in cui solitamente si verificano questi eventi e cioè gli ambienti familiari o quelli a ca-rattere istituzionale (come scuole, centri ricreativi e sportivi, strutture ecclesiastiche). Negli ultimi anni alcuni scandali relativi ad abusi perpetrati nei confronti dei minori all'interno di organizzazioni religiose e/o di ispirazione religiosa hanno de-stato l'interesse dell'opinione pubblica angloamericana, ma non solo. Questo particolare tipo di contesto in cui vengono perpetrati tali abusi su minori conduce a dover affrontare la questione sotto molteplici aspetti. Difatti, in deter-minati ambienti, molti fattori concorrono a rendere difficoltosa l'individuazione dell'abuso che risulta, per questo motivo, estremamente sottostimato. Il presente articolo, grazie alle informazioni ricavate da interviste semi-strutturate e focus group effettuati con criminologi, operatori del controllo sociale, educatori ed assistenti sociali nell'ambito della ricerca europea "SAFE - Suppor-ting Action to Foster Embedding of child safeguarding policies in Italian faith led organizations and sports club for children" (grant agreement n° 856807), si concentrerà sulla problematica degli abusi sui minori in organizzazioni religiose e/o di ispirazione religiosa con il fine di raccogliere nuovi elementi sul fenomeno, carat-terizzato da un elevato numero oscuro, e di proporre strategie d'intervento per la prevenzione della vittimizzazione. La partecipazione allo studio di testimoni signi-ficativi impreziosisce la pertinenza dell'approccio qualitativo proposto ed è utile per mettere in evidenza una questione scarsamente trattata dalla ricerca socio-criminologica italiana.
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4

Aliberti, Silvana Mirella, Giuseppe Ferrucci, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Rosetta Frammartino, Emanuela Santoro, Assunta Turco, et al. "Uso di sostanze psicoattive e performance compromessa sul lavoro." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 125–34. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.12.

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Abstract:
Non tutte le persone possiedono le stesse competenze in materia di salute, non tutti sono in grado di organizzarsi e decidere rispetto a questioni riguardanti il proprio benessere psico-fisico, migliorarlo, trovare informazioni e comprenderle, assumersi la responsabilità della propria qualità della vita. Queste competenze non fanno parte del bagaglio esperienziale comune ma, come afferma l’OMS: «La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama» I fattori di rischio lavorativo non sono solo agenti chimici, fisici e biologici ma anche errori umani, procedure non corrette, comportamenti inadeguati. I lavoratori stessi possono risultare pericolosi per gli altri. Ciò accade quando essi presentano condizioni come: uso e abuso di alcol, farmaci o droghe; malattie neuro-psichiatriche (demenze, disturbi comportamentali, etc.), malattie infettive contagiose [5]. Il rischio per i terzi può essere maggiore in settori come la sanità, i trasporti, le forze armate e di polizia, gli impianti industriali ove si manipolino prodotti pericolosi. Ma, più in generale, in tutti gli ambienti di lavoro si possono registrare situazioni critiche per la presenza di lavoratori con gravi problemi comportamentali. La legislazione vigente nel nostro Paese ha recentemente previsto un più accurato controllo sui lavoratori che svolgono mansioni ad elevato rischio per sé e per gli altri, con l’obiettivo di disincentivare condotte pericolose. Si ritiene, tuttavia, che il principale strumento di contrasto delle dipendenze debba essere la sensibilizzazione degli interessati attraverso un’informazione chiara e completa, per ottenere luoghi di lavoro liberi dalle conseguenze negative legate al consumo di alcol e sostanze stupefacenti.
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Gonçalves, Natamy de Almeida, and Camila Santos Dias. "Abusi sessuali su minori: aspetti storici, legali e danni allo sviluppo del bambino." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 9, 2021, 183–208. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/psicologia-it/aspetti-storici.

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Abstract:
Poiché è una violenza che affligge diversi bambini e adolescenti nel mondo nel corso della storia, l’abuso sessuale sui minori richiede molta attenzione, considerando che si tratta di un fenomeno complesso e, in molti casi, difficile da identificare, essendo l’abusatore di solito una persona fidata della famiglia e che ci si aspetta che si prenda cura della vittima, come genitori biologici, patrigno, zii o amici intimi, per esempio. Inoltre, la maggior parte dei casi di abuso sessuale si verificano nella casa della vittima, dove ci si aspetta poco dal bambino e dall’adolescente che si trovano in una situazione vulnerabile. Sulla base dei fattori descritti, questa ricerca presenta la seguente domanda guida: cos’è l’abuso sessuale e quali sono i suoi impatti sullo sviluppo del bambino? Questo articolo mirava a rivedere gli aspetti storici e legali dell’abuso sessuale, esplorando le complessità delle sue definizioni e presentando i possibili effetti sulla vittima. Per questo è stata fatta una rassegna bibliografica di carattere qualitativo, descrittivo ed esplorativo, suscitando riflessioni sul tema. Si è visto che il bambino e l’adolescente non avevano sempre il supporto legale, avendo subito diverse violenze senza la dovuta punizione per i loro aggressori. Nel corso del tempo, sono state istituite leggi e, in Brasile, lo Statuto dei bambini e degli adolescenti (ECA) aveva segnato un momento di determinazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, stabilendo meccanismi di protezione, anche contro la violenza come l’abuso sessuale. Infine, è stato considerato in questo studio che vi è una mancanza di informazioni alla popolazione sull’argomento, che corrobora la riproduzione del suddetto reato. È stato osservato che, considerando i danni alla salute biopsicosociale della vittima e della sua famiglia, sono stati realizzati studi e progetti di prevenzione, nonché istituito diverse forme di denuncia di questo crimine. Si è concluso che è necessario preparare strategie per preparare le famiglie, i professionisti e le istituzioni responsabili di garantire i diritti dei bambini e degli adolescenti in modo che possano contribuire a rafforzare la lotta contro gli abusi sessuali.
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Marra, Luisa. "The testimony of a minor: when does a procedural truth correspond to a historical truth? / La testimonianza del minore: quando una verità processuale corrisponde ad una verità storica? / El testimonio del menor: ¿cuándo una verdad procesal corresponde a una verdad histórica?" Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, October 8, 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.63.

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Abstract:
The child abuse in its various forms, physical, sexual and psychological violence, is a complex phenomenon, potentially able to alter not only the natural development of the subject abused, but also his ability to relate to others. This paper aims to point out the way that the child has to take from the moment he decided to take over being a victim of abuse at the time when it is called to testify about the abuse right away, with all the difficulties that this witness implies, not only for the child himself, but also for those who are called upon to decide and rule on the quality of that testimony. The art. 196 of the current Code of Criminal Procedure recognizes everyone the ability to testify, then, including minors. Nothing therefore prevents the operators from taking information from a child in criminal trials. Moreover, investigators have wide discretion not only "if" hearing the minor, but also on the methods to do it. This entails serious risks on the authenticity of the evidential result: mnestic lability, suggestibility, tendency to pander to the interlocutor's expectations, all of which are typical factors of the minor that can compromise the correct reconstruction of the facts. RiassuntoL’abuso dell’infanzia, nelle sue diverse forme, fisica, sessuale e psicologica, è un fenomeno complesso, potenzialmente in grado di alterare non solo il naturale sviluppo del soggetto abusato, ma anche la sua capacità di rapportarsi agli altri. Il presente lavoro mira a sottolineare il cammino che il minore si trova a dover compiere dal momento in cui decide di rilevare il suo essere vittima di abuso al momento in cui è chiamato a testimoniare circa l’abuso subito, con tutte le difficoltà che tale testimonianza implica, non solo per il minore stesso, ma anche per coloro che sono chiamati a decidere e pronunciarsi sulla qualità di tale testimonianza. Il vigente codice di procedura penale all’art. 196 riconosce a chiunque la capacità di testimoniare, inclusi dunque i minori. Nulla vieta perciò, agli operatori, di assumere informazioni dal minore nell’ambito del procedimento penale. Per di più gli investigatori godono di ampia discrezionalità non solo sul “se” sentire il minore, ma anche sulle modalità di questa audizione. Ciò comporta seri rischi sulla genuinità del risultato probatorio: labilità mnestica, suggestionabilità, tendenza ad assecondare le aspettative dell’interlocutore, che sono tutti fattori tipici del soggetto minorenne che possono compromettere la corretta ricostruzione dei fatti. ResumenEl maltrato infantil, en sus diversas formas, física, sexual y psicológica, es un fenómeno complejo, potencialmente capaz de alterar no sólo el desarrollo natural del sujeto maltratado, sino también su capacidad de relacionarse con los demás. El presente trabajo pretende subrayar el camino que el niño debe recorrer desde el momento en que decide detectar su condición de víctima de abuso hasta el momento en que es llamado a testificar sobre el abuso sufrido, con todas las dificultades que este testimonio implica, no sólo para el propio niño, sino también para aquellos que están llamados a decidir y pronunciarse sobre la calidad de este testimonio. El actual Código de Procedimiento Penal, en su artículo 196, reconoce la capacidad de toda persona para testificar, incluidos los menores de edad. Por lo tanto, no hay nada que impida a los operadores obtener información del menor en el contexto del proceso penal. Además, los investigadores gozan de un amplio margen de discrecionalidad no sólo en cuanto al "si" de la audiencia del menor, sino también en cuanto a las modalidades de la misma. Esto conlleva graves riesgos sobre la autenticidad del resultado probatorio: discapacidad mnésica, sugestión, tendencia a cumplir con las expectativas del interlocutor, todos ellos factores propios del sujeto menor que pueden comprometer la correcta reconstrucción de los hechos.
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Dissertations / Theses on the topic "Abuso di informazioni privilegiate"

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Brusegan, Carlotta. "L'Abuso di informazioni privilegiate: dalle tradizionali problematiche alle nuove prospettive comunitarie." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422579.

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Abstract:
The present research looks at the study and the analysis of the criminal offence of Insider trading. First of all, an outline of the essential issues that lie at the basis of the current Italian regulation is presented, with particular attention to the evolution in legislation and case law of Insider trading in the U.S.. The analysis reviews the most significant steps of such genesis, highlighting any possible connection with the rules currently in force in Italy. Subsequently, the exegesis of the Italian legislation is briefly presented, starting with the basics of European Union law (starting from Directive 89/592/EEC until the most recent Law 62/2005). Then, the present investigation deals with the theories developed in relation to the ratio of the repressive prohibition and to the interest protected by the captioned rule, outlining the various positions resulting from the doctrine and the relationship of the relevant regulation with the s.c. corporate transparency. The investigation continues with the study of what constitutes inside information (Article 181 t.u.f.), focusing on the precise nature of the information and on the price sensitivity. Against this background, the author reaches the core of her research, namely the analysis of the criminal offence of Insider Trading (Articles 184 and 187 bis t.u.f.), highlighting the relevant outstanding issues. Thus, the investigation comes to the comparison with the new administrative offence of Insider trading introduced by Law 62/2005, focusing on the decriminalization of the action of the so-called secondary Insiders. Additionally, the (dual) role of Consob in criminal and administrative proceedings of Insider trading is briefly mentioned. The analysis focuses, in the end, on the new European requirements for reforming the law with a comprehensive view, by way of mentioning, inter alia, a recent intervention of the Court of Justice of the European Union and two measures developed at the end of 2011 by the European Commission (a Proposal for a Directive and a Proposal for a Regulation). The underlying intent of these measures is to dictate the minimum rules of discipline of the phenomenon in the criminal law and to standardize the rules of the Member States of the EU. In conclusion, the author gives an assessment of the current legislation on the basis of its effectiveness and systematic consistency.
La presente ricerca ha ad oggetto lo studio e l’analisi della fattispecie di Abuso di informazioni privilegiate. In primo luogo, vengono prospettate le questioni che si pongono alla base dell’attuale disciplina in Italia. Viene tracciato un breve quadro sull’evoluzione normativa e giurisprudenziale della fattispecie di Insider trading nell’ordinamento statunitense, ripercorrendo le tappe maggiormente significative della sua genesi e mettendo in luce eventuali punti di raccordo con la disciplina attualmente vigente in Italia. Viene, poi, brevemente ricostruita l’esegesi della normativa italiana, partendo dalle basi del diritto comunitario (dalla Direttiva 89/592/CEE fino a giungere alla più recente Legge 62/2005). La presente indagine arriva, quindi, a trattare delle teorie elaborate in relazione alla ratio repressiva del divieto e all’interesse tutelato dalla norma, dando conto delle varie posizioni elaborate dalla dottrina e del rapporto sussistente con la trasparenza societaria. L’approfondimento prosegue, dunque, con lo studio della nozione di informazione privilegiata (art. 181 t.u.f.), soffermandosi sul carattere preciso dell’informazione e sull’influenza della notizia sull’andamento del prezzo degli strumenti finanziari (c.d. price sensitivity). Al termine di tale ricostruzione, si arriva al cuore della presente ricerca, ossia l’analisi della fattispecie di Abuso di informazioni privilegiate (artt. 184 e 187 bis t.u.f.) evidenziando le relative questioni aperte. L’indagine giunge, poi, al raffronto con la nuova fattispecie amministrativa di Insider trading introdotta con la Legge 62/2005, concentrandosi sulla depenalizzazione dell’agire dei c.d. insiders secondari. Viene fatto cenno al (duplice) ruolo della Consob nei procedimenti penali e amministrativi per Abuso di informazioni privilegiate. L’analisi si concentra, infine, sulle nuove esigenze europee di riforma della disciplina letta in un’ottica di insieme. Vengono, in particolare, illustrati un recente intervento della Corte di Giustizia della Comunità Europea e due provvedimenti elaborati a fine 2011 dalla Commissione europea (una Proposta di Direttiva e una Proposta di Regolamento). L’intento sotteso a tali provvedimenti è quello di dettare delle regole minime di disciplina del fenomeno sotto il profilo penale e di uniformare la disciplina dei Paesi membri. Conclusivamente, si cerca di valutare la normativa attuale sotto il profilo dell’efficacia e della coerenza sistematica.
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Ducci, Duccio Ruben. "L'appropriazione di corporate opportunities da parte di amministratori di società: tests giurisprudenziali e definizione della fattispecie." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200799.

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Abstract:
La dottrina delle corporate opportunities si inserisce nel vasto tema degli agency costs connessi al rapporto tra azionisti e amministratori e pertanto costituisce un argomento comune a tutte le società per azioni dei paesi a economia avanzata. Il legislatore italiano del 2003 ha affrontato la questione con una norma sostanzialmente incompleta: essa prescrive essenzialmente che una data condotta è vietata e fonte di responsabilità per l’amministratore infedele. Non è detto ciò che si intende per opportunità d’affari, né se l’appropriazione, di per sé illecita, può essere autorizzata dalla società e a quali condizioni. La questione, del resto, è comune a tutti gli ordinamenti con strutture societarie analoghe, quindi è necessario guardare agli Stati in cui le regole si sono formate progressivamente dietro sollecitazione della giurisprudenza e tramite un costante affinamento dottrinale. L’introduzione dell’ultimo comma dell’art. 2391 c.c. in occasione della riforma del diritto societario evoca l’immagine, già utilizzata con riferimento ad altri istituti, del legal transplant, ovvero di una trasposizione artificiale che non tiene conto del contesto in cui opera. Prima ancora però di analizzare la norma in questione nell’ordinamento italiano in rapporto alle peculiarità di questo sistema, è necessario rivolgere l’attenzione, per quanto possibile, dentro l’apparato normativo nel tentativo di mettere in luce i fondamenti della dottrina in esame. Questa analisi di base è largamente comune a tutti i sistemi giuridici e prescinde dalla questione dell’enforcement della regolazione ottimale. Il lavoro intende offrire un contributo alla definizione di corporate opportunity, concetto nuovo all’ordinamento italiano. La definizione, infatti, è l’elemento essenziale della dottrina della corporate opportunites e per molti aspetti anche il più incerto. Il nodo centrale è la nozione di opportunità sociale, dove sociale sta per "appartenente alla società", in base a un rapporto di appartenenza in termini di attribuzione di property rights. A tal fine si analizzeranno criticamente i tests elaborati dalla giurisprudenza statunitense, nel tentativo di rintracciare un comune denominatore che orienti il giudizio. Nel fare ciò si è rivolta particolare attenzione alle teorie sottostanti ai vari tests, evidenziando come la definizione di corporate opportunity sia in larga misura una conseguenza della teoria generale del rapporto tra managers e azionisti. In conclusione si svolgono alcune considerazioni sulle modalità di trasposizione della corporate opportunity doctrine nell’ordinamento italiano, in particolare nel contesto degli interessi degli amministratori.
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Pisani, Federico. "Knowledge workers management. Concorrenza e invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato: il modello statunitense." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425914.

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Abstract:
Il presente studio affronta gli argomenti della concorrenza e delle invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato statunitense. L’attività di ricerca è stata svolta in parte presso la School of Law della Boston University, USA, sotto la supervisione di Micheal C. Harper, professore di diritto del lavoro. L’argomento presenta una crescente rilevanza, considerato che nella nuova organizzazione produttiva, fondata in gran parte sulla conoscenza globalizzata, al lavoro dipendente si chiede ormai sempre maggiore professionalità, innovazione e creatività. La scelta di esaminare questa tematica dalla prospettiva del “laboratorio USA”, è dovuta al primato di cui tale nazione gode a livello internazionale sul piano economico, scientifico e dell’innovazione dei processi lavorativi, che fanno emergere criticità in altri Paesi probabilmente ancora non avvertite. Al fine di inquadrare gli istituti giudici menzionati nel modello statunitense, si è reso opportuno dare conto del sistema delle fonti normative negli USA, con particolare focus sul Restatement of Employment Law, cioè la raccolta di principi fondamentali elaborati negli anni dal common law in materia di rapporto di lavoro. All'esame delle fonti segue la definizione del concetto di lavoratore subordinato (employee) e lavoratore autonomo (independent contractor), necessario per l’inquadramento del campo di applicazione degli obblighi scaturenti dal rapporto di lavoro subordinato, tra cui il duty of loyalty, implicato nel rapporto fiduciario. In tale ambito, si è osservata l’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all'adozione dei criteri relativi alla distinzione in esame, prevalentemente concernenti il giudizio sulla rilevanza degli elementi fattuali determinanti per l’accertamento della subordinazione. Delineati i contorni della fattispecie di lavoro subordinato, il presente studio affronta la tematica della tipica forma del contratto di lavoro statunitense, il c.d. employment-at-will, cioè il rapporto a libera recedibilità. Tale peculiarità scaturisce dal principio fondamentale per cui le parti non sono vincolate ad alcun obbligo di fornire la motivazione per il licenziamento. La terza parte del lavoro ha ad oggetto la disciplina della concorrenza del lavoratore effettuata sulla base delle conoscenze acquisite, legalmente o illegalmente, durante il rapporto e le relative tecniche di tutela del datore di lavoro, a fronte della violazione del duty of loyalty, quale obbligo del lavoratore subordinato di esecuzione della prestazione lavorativa nell'interesse esclusivo dell’imprenditore e, conseguentemente, di astensione dal porre in essere condotte pregiudizievoli nei confronti di quest’ultimo. Quanto alle tecniche di tutela esperibili in caso di violazione degli obblighi esaminati, vengono illustrati i rimedi legali e equitativi che il diritto statunitense offre al datore di lavoro. La parte finale del presente studio si occupa della disciplina relativa alla titolarità dei diritti scaturenti dalle invenzioni sviluppate dai dipendenti nel corso del rapporto di lavoro. In questo senso si sono esaminate le definizioni di “invenzione” e “brevetto” ed il loro rapporto nel contesto della regolamentazione giuslavoristica; si è posta in rilievo la differenza tra invenzione come opera di ingegno e proprietà intellettuale tutelata dal diritto d’autore. Inoltre, si sono osservati i meccanismi sottesi alle norme fondamentali che regolano la materia e la loro convivenza con la libertà contrattuale delle parti e il loro potere di disporre dei suddetti diritti.
This work addresses the issues of competition and inventions in the U.S. employment relationships. The research was carried out in part at the Boston University School of Law of, under the supervision of Micheal C. Harper, professor of Labour Law. The selection of the topic is justified in the light of its importance, given that in the new production organization, based largely on globalized knowledge, employees are now increasingly being asked for professionalism, innovation and creativity. The decision to examine this issue from the perspective of the "U.S. laboratory" is due to the primacy that this nation holds at international level on the economic, scientific and innovation of work processes, which bring out critical issues that in other Countries probably have not yet been raised. In order to frame the above-mentioned topics, it has become appropriate to give an account of the system of regulatory sources in the USA, with particular focus on the Restatement of Employment Law, i.e. the collection of fundamental principles developed over the years by common law in the field of employment relationships. The examination of the sources is followed by the definition of the concept of employee and self-employed worker (independent contractor), necessary for the assessment of the application of the obligations arising from the employment relationships, including the duty of loyalty, involved in the fiduciary law. In this context, the evolution of the case law has been observed, as well as the examination of the criteria relating to the distinction between employees and independent contractors, mainly concerning the judgement on the relevance of the factual elements determining the assessment of the existence of an employment relationship. Subsequently, this study addresses the issue of the typical form of the U.S. employment contract, the so-called employment-at-will. This peculiarity is originated from the principle that the parties are not bound by any obligation to provide reasons for termination. The third part of the work has as its object the discipline of competition of the worker carried out on the basis of the knowledge acquired, legally or illegally, during the relationship and the relative legal remedies for the employer, against the violation of the duty of loyalty, intended as an obligation of the employee to perform the work in the exclusive interest of the entrepreneur and, consequently, to refrain from engaging in prejudicial conduct against the company. About the remedies available in the event of breach of the obligations examined, the legal and equitable remedies that U.S. law offers the employer have been explained. The final part of this study deals with the rules governing the ownership of rights arising from inventions developed by employees in the course of their employment. The definitions of "invention" and "patent" and their relationship in the context of employment law has been examined and the difference between invention as a work of genius and intellectual property protected by copyright has been highlighted. In addition, the mechanisms underlying the basic rules governing the subject matter and their coexistence with the contractual freedom of the parties and their power to dispose of these rights have been observed.
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Books on the topic "Abuso di informazioni privilegiate"

1

Bartalena, Andrea. L' abuso di informazioni privilegiate. Milano: A. Giuffrè, 1989.

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