Academic literature on the topic 'Abitazione temporanea'

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Journal articles on the topic "Abitazione temporanea"

1

Postiglione, Gennaro. "Riuso temporaneo vs abitazioni temporanee." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 65–68. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056006.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema riuso temporaneo sottolineando come non sia una pratica a cui fare ricorso solo quando si hanno a disposizione spazi aperti, terreni abbandonati, aree dismesse, ma una strategia operativa in grado di approcciare anche il complesso fenomeno urbano della cittŕ costruita. In particolare viene affrontato il tema dell'‘abitare temporaneo': tipologie di abitazionicontainer danno risposta facilmente e velocemente alla domanda abitativa studentesca inevasa di circa 50.000 alloggi, ma siamo sicuri del risparmio economico di tale modello rispetto a tecnologie piů tradizionali di prefabbricazione edilizia? L'autore mette in guardia sul non abusare dell'idea ‘giovani=colore=vitalitŕ urbana', ma invece di incentivare usi temporanei in aree dismesse che con poche infrastrutture possono accogliere e essere occasione per attivitŕ spontanee sportive, ludiche, ricreative.
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2

Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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3

Mazzette, Antonietta, and Sara Spanu. "Cambiamenti d'uso delle città tra turismo e politiche di rigenerazione: il caso delle abitazioni temporanee." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 122 (May 2020): 113–30. http://dx.doi.org/10.3280/sur2020-122008.

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4

Colleoni, Matteo. "La dinamica temporale della localizzazione territoriale delle abitazioni in Italia in tempo di crisi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 112 (March 2017): 41–51. http://dx.doi.org/10.3280/sur2017-112005.

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5

Mazzette, Antonietta, and Sara Spanu. "Cambiamenti d'uso delle città tra turismo e politiche di rigenerazione: il caso delle abitazioni temporanee. Supplementary materials." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 122 (May 2020): 179–85. http://dx.doi.org/10.3280/sur2020-122012.

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Dissertations / Theses on the topic "Abitazione temporanea"

1

GIACARDI, Alberto. "L’ABITAZIONE TEMPORANEA SECONDO I PRINCIPI DELLA SOSTENIBILITA’. Soluzioni costruttive lignee “a montaggio semplificato reversibile” e sistemi di comunicazione ed interazione multimediali." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2003. http://hdl.handle.net/11583/2498427.

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Questa Tesi intende proporre un prototipo ligneo eco-sostenibile "a montaggio semplificato reversibile" per la gestione delle emergenze abitative in contesti limite. Le fasi di autocostruzione dei moduli e di gestione dei processi vengono agevolati da sistemi multimediali per la correlazione delle informazioni, in particolare in termini tridimensionali e di realtà aumentata, così da agevolare gli stessi fruitori nelle delicate fase di predisposizione dei luoghi e di montaggio delle unità abitative. Sono stati inoltre studiati e realizzati: 1. un utensile "all-in-one" per la gestione di tutte le fasi di montaggio; 2. un "Manuale per la gestione dell'emergenza"; 3. il nodo di fondazione del prototipo abitativo.
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2

Landi, Federico. "EMBODIED ARCHITECTURE Tinder dynamic as an Actor-Network and the spatial consequences of the self-profiling." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’obiettivo del progetto di tesi qui presentato è stato di evidenziare i caratteri urbani dei servizi di incontri digitali, in particolare di Tinder, e di come i social media influenzino l’uso dello spazio. Attraverso l’impiego della teoria actor-network sono stati rilevati tutti gli attanti coinvolti nella creazione della dinamica di Tinder, gli utenti coinvolti, le psicologie di utilizzo e le tecnologie utilizzate, arrivando a definire i caratteri urbani della dinamica. La negoziazione sessuale, attraverso Tinder e grazie alla localizzazione, si sposta dai luoghi una volta deputati a questa azione, come discoteche e saune, a quegli spazi di interazione che combinano spazi reali e digitali. L’urbanità della negoziazione sessuale grazie agli smartphone si sposta dalle modalità in cui sono configurate le città ai corpi degli utenti ed al modo in cui questi gestiscono i propri profili online. Da questo è stato poi elaborato un progetto architettonico, declinazione delle caratteristiche dell’attuazione urbana di Tinder. Sono state progettate una serie di abitazioni temporanee per gli utenti di Tinder, dalle dimensioni ridotte, ma flessibili e completate da una serie di spazi pubblici, bar, palestra, area relax e di lavoro. Tutti gli spazi sono stati progettati cercando di permettere varie modalità di utilizzo ed organizzati in modo frammentato al fine di creare vari ambiti, alcuni più pubblici, altri più privati. La negoziazione sessuale e tutti i caratteri dell’urbanità digitale possono quindi essere performati negli spazi proposti, assieme alle specificità di azione che ogni spazio progettato, grazie alle dotazioni presenti, può ospitare.
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3

MONTELLA, ILARIA. "Emergenza abitativa e requisiti minimi per l’accoglienza: contributo alla strategia di resilienza." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1079391.

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Abstract:
La crescente pressione demografica e l’inurbamento massivo nelle metropoli, determinano un disagio abitativo costante che impatta sui contesti urbani ambìti da un grande segmento di popolazione che, per varie ragioni, e a causa di condizioni economiche precarie, non ha accesso al mercato immobiliare, neanche in affitto, ed è alla ricerca di condizioni migliori e di una casa. Il riferimento è ai migranti, a chi è in condizioni di disagio economico improvviso, a coloro che, già in lista d’attesa per la casa popolare, o non ancora iscritti in essa, non hanno accesso ad un alloggio. In assenza di risposte rapide della programmazione urbanistica tradizionale, l’emergenza abitativa pone la popolazione in condizioni precarie e si traduce in risposte autogestite e informali che diventano, a loro volta, emergenza. Si richiede al sistema città, e a tutti i suoi sottosistemi, di essere resiliente alle condizioni mutevoli, di fronteggiare lo stress dell’emergenza improvvisa e cronica pur preservando la stabilità, attraverso la pianificazione preventiva di risposte abitative, rapide e a basso costo, che esulino da soluzioni emergenziali e dall’abuso di suolo. Considerando la resilienza come sommatoria di processi coordinati che abbiano la ricaduta di aumentare l’adattamento della città e dei suoi abitanti, la ricerca indaga su che apporto possa dare l’architettura al framework di resilienza e se esistano caratteri connotanti - tecnologici, tipologici, funzionali, procedurali - per modelli abitativi minimi ed essenziali che, se applicati in via preventiva fin dalla fase progettuale, possano contribuire, seppur in modo indiretto, alla resilienza complessiva del sistema urbano coadiuvandone risposte rapide, adattive, dal basso costo di costruzione, gestione, manutenzione, dal basso dispendio energetico e di risorse. Pensare alla resilienza come caratteristica presente in nuce in molti ambiti, ma codificata in pochi, ha indotto a strutturare una metodologia complessa che, attraverso selezione e analisi di Casi di Studio (scelti tra progetti di cooperazione Stato-abitanti per la prevenzione di insediamenti informali), e attraverso l’analisi di aspetti tipologici degli insediamenti informali (ex-novo oppure di occupazione informale di edifici esistenti, intesi come fonte di informazioni esigenziali perché risposte pratiche dell’utente ad un’esigenza), ha portato alla deduzione di best-practices, generalizzabili e replicabili, e alla definizione di un profilo esigenziale specifico dell’utente. Ad esso, assumendo come riferimento il meta-progetto, è seguita la deduzione di requisiti connotanti e la redazione di un “Framework di indicazioni tecniche di una risposta abitativa essenziale, di nuova costruzione e di natura temporanea”, strutturato in “Schede Tecniche per la Progettazione”, contenente indicazioni progettuali e procedurali, e volto ad essere di ausilio a tutti gli attori coinvolti nei processi progettuali, perché abbiano essi esiti resilienti. ENGLISH Strong population pressure and massive urbanization in megacities cause constant housing problems, which have an impact on the urban contexts desired by a large segment of the population which, due to various reasons and because of precarious economic conditions, does not have access to the property market, not even the rental one, and is therefore seeking better conditions and a home. The reference is to those who do not have access to housing, including migrants, those who find themselves in sudden financial hardship and those who are already on the waiting list for public housing or not yet enrolled on it. Without the quick response of traditional urban planning, the housing crisis puts the population in precarious conditions, which result in self-managed and informal responses that, in turn, become an emergency. The city system, as well as all its subsystems, must be resilient to the changing conditions. It must face the constant stress of the sudden and chronic emergency, while preserving stability, through advance planning of housing responses that are fast and low cost and go beyond emergency solutions. Considering resilience as the sum of coordinated processes which have the consequence of increasing the adaptation of the city and its inhabitants, the study investigates what contribution architecture might make to the framework of resilience and if there are distinguishing characteristics — technological, typological, functional, procedural — for minimum and essential housing models, which, if applied on a preventive basis at the design stage, could contribute, albeit indirectly, to the overall resilience of the urban system, cooperating for quick, adaptive responses at a low cost for construction, management, maintenance and low consumption of energy and resources. Thinking of resilience as a feature present in many areas, but encoded in few, has led to structuring a complex methodology which, through the analysis of Case Studies (chosen from state-inhabitant cooperation projects for the informal settlements prevention) and through the analysis of the informal settlements typological aspects (such as the user’s practical responses to a need), has led to the definition of a user-specific needs profile. This, assuming as reference the metadesign, is followed by the specific requirements definition and the drafting of a “Framework of technical indications for essential, new and temporary housing construction”, structured into “Technical Sheets for the Design”, and aimed at being of help to all those involved in resilient design processes."
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