Academic literature on the topic '606 Organizzazioni'

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Journal articles on the topic "606 Organizzazioni"

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Becucci, Stefano. "Il trapianto delle organizzazioni mafiose su scala internazionale." Quaderni di Sociologia, no. 58 (June 1, 2012): 134–38. http://dx.doi.org/10.4000/qds.601.

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Panigada, G., M. Campanini, A. Fontanella, and R. Nardi. "Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel Dipartimento Medico e continuità assistenziale." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (December 31, 2015): 499. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.6.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel dipartimento medico e continuità assistenziale</strong> 499<br /><em>G. Panigada, I. Chiti</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni3.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Organizzazione delle Medicine Interne della Toscana: analisi specifica delle criticità</strong> 503<br /><em>R. Laureano, S. Meini</em></p><p class="titolo"><strong>Risultati di una <em>survey</em> sulla complessità promossa da FADOI</strong> 509<br /><em>M. Gambacorta, A. Montagnani, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong><em>Fare di più non significa fare meglio</em>: il contributo FADOI al programma di <em>Slow Medicine</em> per una medicina sostenibile</strong> 513<br /><em>L. Lusiani, R. Frediani, A. Fortini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti della riorganizzazione ospedaliera sulla comunicazione medico-paziente: un’analisi di cambiamento necessario</strong> 523<br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Survey sui fabbisogni di formazione e aggiornamento degli internisti FADOI</strong> 528<br /><em>C. Canale, M. Cannone, M. La Regina, R. Risicato, M. Silingardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni21.jpg" alt="" /> <br /><p class="titolo"><strong>L’internista ospedaliero: dentro o fuori?</strong> 531<br /><em>F. Orlandini, F. Pietrantonio</em></p><p class="titolo"><strong>La telemedicina in Medicina Interna</strong> 537<br /><em>A. Sciascera</em></p><p class="titolo"><strong><em>Red flags</em> e modelli di <em>fast track</em> per accedere rapidamente alla diagnosi precoce</strong> 541<br /><em>F. Pieralli, F. Corradi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni4.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Sovraffollamento e qualità assistenziale in Ospedale: sono previste soluzioni nei patti per la salute?</strong> 544<br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>L’area critica di medicina interna: stato dell’arte nella Regione Puglia. Quali motivazioni? Per quali pazienti? Secondo quali normative?</strong> 548<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Il <em>medico tutor</em> nell’ospedale per intensità di cura</strong> 556<br /><em>M. Alessandri</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>Hospitalist</em></strong> 563<br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>Il dipartimento medico è tuttora una soluzione per il governo clinico della complessità assistenziale?</strong> 567<br /><em>G. Landini</em></p><p class="titolo"><strong>Modalità organizzative e clima interno nell’area medica</strong> 569<br /><em>S. De Carli, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie endocrino-metaboliche in area medica: percorsi clinico-assistenziali ed implicazioni economiche</strong> 575<br /><em>M. Cappagli, S. Barbieri, V. Scardigli, C. Rossi, L. Sanna, E. Romano</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative: nuova branca specialistica o competenze da riscoprire?</strong> 583<br /><em>G. Chesi, P. Montanari, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Strumenti di comunicazione esterna per la continuità assistenziale: dimissioni protette, percorsi integrati ospedale territorio, integrazione di servizi</strong> 588<br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, N. Branchetti, C. Sarti, F. Bencivenni, A. Giudici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Integrated delivery system</em>: effetti su costi e qualità. Quale futuro?</strong> 599<br /><em>E. Desideri</em></p><p class="titolo"><strong>L’ospedale del futuro tra assistenza in acuzie e continuità di cura: il modello inglese può essere implementato anche nei nostri ospedali?</strong> 601<br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Montagnani</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>Conclusioni: chi garantisce il coordinamento e la continuità delle cure?</strong> 608<br /><em>C. Nozzoli</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>I documenti FADOI</strong> 610<br /><em>M. Campanini</em></p>
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Dissertations / Theses on the topic "606 Organizzazioni"

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Capannelli, Martina. "La gestione dei raee per la sostenibilita delle organizzazioni. Il caso dell'Ateneo di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6068/.

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Tonini, Susan <1990&gt. "Il bilancio sociale nelle organizzazioni non profit. L'esperienza trentina e il caso della Cooperativa Laboratorio Sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6086.

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Abstract:
La tesi ruota attorno alla tematica della rendicontazione sociale, ponendo particolare attenzione all'ambito del non profit. Nella prima parte viene fatto un quadro generale della rendicontazione sociale, ponendo l’accento sulla responsabilità sociale d’impresa, fulcro da cui nasce appunto la necessità di creare documenti di rendicontazione come il bilancio sociale; e individuando le principali linee guida, sia nazionali che internazionali, per la stesura di un documento completo e comparabile. Sempre in questa parte viene analizzata la teoria degli stakeholder, teoria fondamentale nei processi di rendicontazione e soprattutto nell'ambito delle organizzazioni non profit. Nella seconda parte si analizza lo stato dell’arte all'interno della Provincia Autonoma di Trento, territorio da sempre considerato all'avanguardia nel campo della rendicontazione sociale, ponendo particolare attenzione alla riforma del welfare disciplinata dalla legge 13/2007 e al progetto Equal RESTORE, che tenta di creare un modello unico di bilancio sociale per tutto il territorio. Attraverso un breve questionario, inoltre, si è voluto esaminare cosa pensano le organizzazioni non profit della rendicontazione e come si approcciano ad essa. Nella terza parte, infine, viene preso in esame un caso concreto: quello della cooperativa Laboratorio Sociale, che per la prima volta si avvicina alla stesura di un documento di rendicontazione. A tal proposito, attraverso delle interviste si indagano le motivazioni che hanno portato alla nascita di questo documento e gli obiettivi che ci si pone in riferimento ad esso. Il documento, inoltre, è stato analizzato in profondità e confrontato con gli standard cui afferma di attenersi, per valutare la comprensibilità e l’affidabilità, nonché l’efficacia del documento stesso. A conclusione del lavoro è stata fatta un’analisi del coinvolgimento degli stakeholder, valutando se per la cooperativa il bilancio sociale è un semplice adempimento burocratico oppure rientra all'interno di un progetto più ampio di miglioramento dell’impresa.
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Mattoni, Silvia. "La ricerca scende nelle profondità del mare : tecnologie, lavoro e pratiche sociali sulla nave oceanografica Urania." Thesis, 2011. http://eprints.bice.rm.cnr.it/3257/1/tesi_oceanografica_con_indice_21_febbraio_2011.pdf.

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Abstract:
Cos’è un gruppo di ricerca? Come cambia il suo funzionamento quando la maggior parte delle attività si svolgono in ambiente chiuso e limitato come una nave e con tempi strettissimi? Quanto le tecnologie complesse influenzano le pratiche lavorative dei ricercatori e come queste vengono a loro volta modificate, ossia ricostruite e rinegoziate, all’interno del sistema di attività e di interazione del gruppo? Lo studio intende rispondere a queste domande attraverso una dettagliata analisi etnografica discorsiva dei fenomeni organizzativi complessi che si creano nei contesti lavorativi ad alta tecnologia come quelli delle navi oceanografiche. Durante la ricerca saranno analizzate pratiche svolte quotidianamente dalla comunità di ‘esperti’ e di ‘novizi’, utilizzando un approccio di ricerca di tipo emico. L’ipotesi di partenza é capire se e come le attività lavorative, particolarmente complesse, (in questo caso esperti di tecnologie informatiche e strumentazioni sofisticate) in alcuni settori, come quello oceanografico in navigazione (dove l’emergenza può verificarsi in qualsiasi momento), possano generare sentimenti di precarietà e soprattutto sensazioni di incertezza, sia lavorativa che di vita. Lo studio parte dall’osservazione delle pratiche dei ricercatori, dei tecnici scientifici e dei componenti dell’equipaggio della nave, i loro discorsi e i loro gesti, per poi arrivare all’uso delle infrastrutture materiali e tecnologiche. Il viaggio nel mondo della ricerca in mare si sviluppa attraverso 5 capitoli: nel primo vengono descritte le strategie e le modalità utilizzate per accedere all’interno dell’organizzazione; il secondo analizza l’impianto teorico-metodologico scelto per sviluppare la ricerca; il terzo spiega le varie tappe che hanno portato all’incontro con il gruppo dei ricercatori; il quarto delinea le pratiche lavorative, sociali e conviviali dell’équipe che si svolgono a bordo dell’Urania a partire dal racconto delle storie personali di ogni singolo membro; e infine l’ultimo tratta delle varie problematiche collegate al mondo della ricerca in senso lato, dalla passione sfrenata per la ricerca in mare, fino alla paura che possa capitare ancora una volta un incidente durante la navigazione, come due anni fa alla Thetis. Foto e still frames, tratte da registrazioni video realizzate durante la missione, aiuteranno poi a documentare in modo sicuramente più pregnante le relazioni e le interazioni che si succedono nell’arco della settimana, mentre a completare lo studio un DVD con immagini riprese durante l’osservazione. L’indagine ha rilevato una particolare organizzazione a bordo della nave Urania: rispetto ad altre realtà straniere, soprattutto quella statunitense descritta da Goodwin (2003), che presenta un equipaggio tipicamente militare, la flotta oceanografica italiana offre una maggiore libertà di manovra nelle operazioni di ricerca. Altra differenza, la proprietà della flotta: prettamente militare per le navi oceanografiche statunitensi; di proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche per quella italiana. Una distinzione da non sottovalutare, visto che in questo secondo caso la ricerca in mare non solo diventa opportunità per diversi Enti e Università italiani, nonostante gli elevati costi, di realizzare lavori sull’argomento, ma addirittura di poterlo fare in piena autonomia. Lo studio si chiude con una ulteriore prospettiva di ricerca: creare un team di esperti (collaboratori interni e/o esterni al Cnr) in grado di monitorare periodicamente la comunità dei ricercatori durante le campagne oceanografiche per migliorare da una parte il sistema organizzativo delle pratiche lavorative quotidiane e dall’altra la progettazione dell’usabilità degli apparati tecnologici complessi e di nuova generazione, sviluppando al contempo nuove strategie di ricerca per ridefinire in modo innovativo la relazione tra tecnico e sociale, cambiando in meglio le attività di lavoro.
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