Academic literature on the topic '550 Scienze della Terra'

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Journal articles on the topic "550 Scienze della Terra"

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Pitrone, Angelo. "Terre di Racalmuto, casa della Noce." Quaderns d’Italià 27 (December 22, 2022): 193–96. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.552.

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Buongiorno, Erasmo. "L'aferesi tra arte e scienza." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S5—S8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1080.

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Abstract:
Arte e scienza, emozione e ragione rappresentano i fondamentali strumenti di conoscenza e di relazione dell'uomo con ciò che lo circonda, in un rapporto talora armonico, più spesso conflittuale, ma, sempre, fecondo. Oggi, quando solo le scienze sperimentali sembrano produrre conoscenze riproducibili, verificabili e in grado di spiegare il mondo com'è, relegando le scienze umane a un ruolo secondario, appare evidente, in realtà, come non possa esistere una scienza separata dalla filosofia di coloro che la coltivano, perché essa, sia nelle direzioni che intraprende che nei contenuti in cui si concretizza, è l'esito delle complesse stratificazioni culturali degli scienziati e vive nel suo tempo. L'Aferesi Terapeutica è una terra di confine, in cui le applicazioni tecnologiche seguono da vicino l'avanzamento della scienza, ma, talvolta, sembrano precederla, sembrano, cioè, crearsi loro stesse la strada e dettare i tempi della ricerca, in un nobile tentativo dell'uomo di superare la sua finitezza.
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Candela, Andrea. "Per una storia sperimentale delle Scienze della Terra: dal documento alla prova sul terreno." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana 44 (March 2018): 37–44. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2018.06.

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4

Bonci, Maria Cristina, Davide Dagnino, Andrea Mandarino, Aaron Mazzini, and Michele Piazza. "Revision of Ostrea (Gigantostrea) gigantica Solander var. oligoplana Sacco and Ostrea (Ostrea) isseli Rovereto (Oligocene, Tertiary Piedmont Basin, NW Italy)." Carnets de géologie (Notebooks on geology) 21, no. 3 (February 24, 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.2110/carnets.2021.2103.

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Abstract:
The aim of this paper is the revision and redocumentation of Ostrea (Gigantostrea) gigantica Solander var. oligoplana Sacco, 1897, Ostrea (Ostrea) isseli n. denom. Rovereto, 1897, and Ostrea (Ostrea) isseli n. denom. var. elongata Rovereto, 1897. These taxa are from the Oligocene strata of the Molare Formation (Tertiary Piedmont Basin, southern Piedmont - central Liguria, NW Italy). The syntypes of O. (G.) gigantica var. oligoplana are in the "Collezione Bellardi e Sacco", at the Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; the syntypes of O. (O.) isseli and O. (O.) isseli var. elongata are in the "Collezione BTP" (BTP Collection, at the Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita - DISTAV - of the Università di Genova). The var. oligoplana is here moved to the species rank and allocated to the genus Pycnodonte Fischer von Waldheim, 1835. O. (O.) isseli and O. (O.) isseli var. elongata are recognized as junior synonyms of the Sacco's taxon. Rovereto (1897) compared his new species with Ostrea subgigantea Raulin & Delbos, 1855, a poorly known taxon, that is here figured for the first time and shown to represent a species different from P. oligoplana (Sacco, 1897).
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Cirrincione, R., and R. Cristofolini. "Contributi italiani alla nascita della Petrografia." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 50, no. 380 (May 5, 2017): FP392—FP406. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v50i380.11.

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Abstract:
Verso la fine del XVIII e nei primi decenni del XIX secolo alcuni esperti italiani nella prospezione e sfruttamento minerario ed interessati nelle Scienze della Terra, G. Arduino, G. Marzari Pencati, G. Brocchi, e S. Breislak, hanno correttamente riconosciuto in base ad osservazioni sul campo la natura che oggi definiremmo magmatica di corpi sia intrusivi che vulcanici all'interno di sequenze sedimentarie, in contrasto con quanto previsto dalle teorie nettunistiche di Werner, allora dominanti. Ma anche celebrati studiosi di Storia Naturale, come L. Spallanzani e G. Gioeni hanno dato un importante contributo alle ricerche sulle rocce, ed al termine del periodo è da ricordare anche C. Gemmellaro, successore di Gioeni. La Petrografia si stava allora sviluppando, nella cornice della Storia Naturale, come disciplina autonoma dalla Mineralogia e dalla Geologia quando fu possibile classificare le rocce, già suddivise da Werner in gruppi fondati su criteri sistematici embrionalmente petrografici, sulla base dei primi fondamentali lavori di Cordier (1816), von Leonhard (1823) e Brongniart (1827), che hanno introdotto una tassonomia delle rocce, ancora affetta da inconsistenze ed ingenuità, in base alla loro composizione ed origine.
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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (July 2, 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Abstract:
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Marciani, Giulia, Giulia Capecchi, Vincenzo Spagnolo, Astolfo G. Mello Araujo, Sérgio A. De M. Chaves, Fabio Parenti, and Adriana Moroni. "Gestão, pesquisa e valorização do sítio arqueológico Grotta Dei Santi (Toscana - Itália)." Revista Memorare 5, no. 2 (August 14, 2018): 86. http://dx.doi.org/10.19177/memorare.v5e2201886-111.

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Abstract:
Grotta dei Santi-GDS é um sítio préhistórico do Paleolítico Médio, situado na região da Toscana (Itália Central). Apresenta vestígios da ocupação neandertalense entre 50.000 e 40.000 anos antes do presente. Por sua importância no panorama paleolítico italiano, o Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente-Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia dell’Università di Siena (Itália), há mais de dez anos, conduz as pesquisas, escavações e ações de valorização patrimonial com a finalidade de aprofundar o conhecimento sobre o comportamento neandertal na região e também valorizar um sítio que, por sua própria importância científica e localização, se apresenta como único em seu gênero. Neste capítulo, apresentamos o projeto desenvolvido no sítio GDS com foco numa gestão integrada do território.
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Giuliani, Silvia, Luca Giorgio Bellucci, Renata Łapińska-Viola, and Armida Torreggiani. "Il progetto ENGIE e le sue strategie per incoraggiare lo studio delle Scienze della Terra tra le nuove generazioni." Quaderni di Comunicazione Scientifica 2 (2022): 41. http://dx.doi.org/10.17454/qdcs02.05.

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9

Rappaport, Rhoda. "Giovanni Arduino (1714-1795): Il contributo di uno scienziato veneto al dibattito settecentesco sulle scienze della Terra. Ezio Vaccari." Isis 86, no. 3 (September 1995): 497–98. http://dx.doi.org/10.1086/357280.

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Reitano, Agatino, Fabio Liberto, Maria Stella Colomba, Ignazio Sparacio, and Rossana Sanfilippo. "Notes on some interesting species of Mollusca Gastropoda of the Monterosato collection preserved into the “Museo di Scienze della Terra” of Catania (Italy)." Biodiversity Journal 10, no. 4 (December 4, 2019): 499–516. http://dx.doi.org/10.31396/biodiv.jour.2019.10.4.499.516.

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Dissertations / Theses on the topic "550 Scienze della Terra"

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Sarnacchiaro, Gennaro. "I Depositi Tardo Quaternari del Banco della Montagna, golfo di Napoli." Thesis, Istituto per L'Ambiente Marino Costiero CNR, 1999. http://eprints.bice.rm.cnr.it/3045/1/tesi.PDF.

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Sacchi, Marco. "Late Miocene evolution of western Pannonian basin, Hungary." Thesis, Istituto di Ricerca Geomare Sud, 2001. http://eprints.bice.rm.cnr.it/7560/1/Sacchi_PhD_thesis_Late_Miocene_evolution_of_westwrn_Pannonian_basin%2C_Hungary.pdf.

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Abstract:
A new stratigraphic framework for the Upper Miocene continental strata of the western Pannonian basin is presented in this study, based on unconformity – bounded stratigraphic units derived from seismic stratigraphic interpretation. The data set used for this research work consists of 1700 km of conventional, multi - channel reflection seismic profiles across western Hungary, integrated with some 350 km of high and ultra high - resolution single - channel seismic profiles, specially acquired on Lake Balaton between 1993 and 1997. Seismic stratigraphic analysis has been constrained by selected geolog ical mapping, well logs and borehole data. A magnetostratigraphic record was also available from a corehole in the study area, together with recent ⁴⁰K/⁴⁰Ar dating of basaltic rocks from the Balaton Highland. Five 3rd - order stratigraphic sequences (with 10⁶ year periodicities) have been identified and correlated at regional scale in the post - rift basin fill of Southern Transdanubia. This set of sequences includes most of the Pannonian s. l. succession of western Hungary and approximately correlates with theUpper Serravallian – Messinian strata of the standard marine chronostratigraphy. In contrast to earlier views, no major paleoenvironmental impact can be recognized in the western Pannonian basin during the Messinian salinity crisis of the Mediterranean. How ever, a significant change in the regional stratigraphic patterns may be observed since the earliest Pliocene, possibly associated with the very beginning of a large - scale tectonic inversion within the intra Carpathian area. The case of the Upper Miocene nonmarine strata of the western Pannonian basin is a textbook example of how single categories of stratigraphic units do not meet chronostratigraphic correlation. The use of an integrated stratigraphic approach offers new insights into the complex and long - debated problem of time - stratigraphic correlation between the Upper Neogene deposits of the Pannonian basin and “similar” nonmarine strata of the Central Paratethys realm. This research shows that the so - called “Pontian facies” (sensu Stevanović, 1951) of western Hungary corresponds to an unconformity -bounded unit, which is older than the Pontian (sensu stricto) facies of the stratotype area (Black Sea basin). A final result of the study is that to resolve this major contradiction a new chronostratigraphic subdivision should be used in order to discriminate between such similar – in - facies but different – in - age strata.
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Valotto, Gabrio <1980&gt. "Tecniche fisiche di indagine e loro potenziale applicazione in tematiche attinenti alle scienze della Terra." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/989.

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Abstract:
L’obiettivo principale di questa tesi di dottorato è di utilizzare, esplorandone le potenzialità, alcune tecniche fisiche di indagine che non rientrano nella prassi sperimentale della ricerca in Scienze della Terra (XPS, EXAFS, IBIL), caratterizzando alcuni campioni di road dust raccolti all’interno dell’impianto di aerazione forzata del traforo del San Bernardo che è un sito di campionamento ideale per lo studio del particolato emesso dai veicoli a motore. Questi campioni sono stati inoltre analizzati con le tecniche ICP-OES, ICP-MS e una tecnica sedigrafica standard.
The main objective of this PhD thesis is to use, exploring their potential, some physical techniques of investigation not covered in the usual experimental research in Earth Sciences (XPS, EXAFS, IBIL). Some samples of road dust were characterized, collected inside the ventilation air shaft of Traforo del San Bernardo tunnel, which is an ideal sampling site to study particulate from motor vehicles. These samples were also analyzed with the techniques ICP-OES, ICP-MS, as well as with a standard sedigraphic technique.
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Angelica, Carmelo. "Potenziale sismogenetico dell'Italia, da dati sismici e geodetici." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1085.

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Abstract:
L' Italia rappresenta una zona chiave per capire la complessa dinamica dell'Area Mediterranea. La disponibilità di reti GPS sempre più dense e dati sismici precisi, permette di avere informazioni sul campo di deformazione asismica, che è l'elemento principale per capire il potenziale sismico delle strutture sismogenetiche.
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Sicali, Simona. "Caratterizzazione sismica dell area etnea tramite l analisi della distribuzione spazio-temporale degli intertempi." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1576.

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Abstract:
In questa tesi è stata analizzata la variazione, sia nello spazio che nel tempo, delle distribuzioni degli intertempi (IETs) della sismicità registrata all Etna tra il 1988 ed il 2011. Il fine di questo studio è quello di identificare il comportamento periodico o stazionario della sismicità etnea e correlarlo alle caratteristiche vulcano-tettoniche della regione. Il confronto con l analisi della sismicità in Sicilia ed in Italia, mostra che a larga scala gli IETs sono ben modellati da una distribuzione Gamma, mentre su scala del vulcano la distribuzione degli IETs è una curva bimodale, i cui picchi sono dovuti: (i) al contributo di sciami sismici locali caratterizzati da tempi di interriccorrenza molto brevi, (ii) all attività sismica regionale e stazionaria di background. La variazione spaziale delle distribuzioni degli IETs, nei differenti settori dell Etna, mostra che la sismicità indotta dalla pressione dei magmi è ben evidente in un volume sismogenico che si estende dalla superficie fino a 5 km di profondità, localizzato nell area dei crateri sommitali. La sismicità nei volumi crostali etnei risente sia dalla pressione del magma che dell azione della tettonica regionale; quest ultima induce (i) una sismicità di background riconoscibile in ogni settore del vulcano ed (ii) un differente stile sismico, tra fianco orientale ed occidentale del vulcano, ben distinguibile per profondità Z > 5 km. Per terremoti con Z > 5 km, sia nel versante orientale del vulcano che nel settore orientale della Sicilia, le distribuzioni degli IETs sono caratterizzate da eventi indipendenti che suggeriscono che entrambe le aree, sono influenzate dello stesso regime tettonico estensionale. Le distribuzioni nel fianco occidentale del vulcano e nel settore nord-occidentale della Sicilia, sono invece bimodali e rivelano che in entrambe le aree agisce lo stesso regime compressivo. Quindi l analisi degli IETs su sub-dataset etnei ed il confronto con il contesto regionale, conferma che il vulcano è localizzato al confine tra due differenti domini tettonici, come precedentemente osservato da altri autori utilizzando altre metodologie di indagine. A conclusione dell analisi svolta, è stato condotto uno studio di dettaglio sull Etna, ampliando il catalogo dei terremoti con i dati registrati dalla rete sismica gestita dall Università di Catania durante il periodo 1976 1987. Gli IETs sono stati analizzati unitamente alla variazione, nel tempo e nello spazio, della della sismicità nei diversi settori del vulcano, al fine di verificare possibili correlazioni tra l attivazione di particolari volumi sismogenici e processi eruttivi. I risultati ottenuti avvalorano le considerazioni precedenti e confermando la bontà dell approccio statistico utilizzato. Inoltre, periodici cambiamenti nella frequenza di accadimento dei terremoti nel settore occidentale del vulcano, mettono in evidenza una tendenza alla migrazione degli ipocentri da volumi crostali più profondi (Z > 12 km) a più superficiali (5 < Z < 12 km), prima di molte eruzioni laterali. Questo fenomeno, potrebbe essere interpretato come la risposta ad una ricarica profonda del sistema di alimentazione seguita da migrazione di magma verso livelli più superficiali. Infine, l analisi temporale degli IETs, svolta selezionando sub-periodi, in funzione delle variazioni del rate sismico osservate sull intero dataset (1976-2011), mostra che quando è presente una elevata attività eruttiva laterale, l accadimento degli sciami sismici è ristretta al livello di profondità Z < 5 km. Un diverso comportamento caratterizza i periodi di intensa attività sommitale, durante i quali all Etna è presente solo una moderata attività di background, espressa da molti eventi indipendenti ed una quantità minore di eventi correlati.
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Pavano, Francesco. "Riconoscimento, caratterizzazione cinematica e valutazione dei tassi di deformazione di strutture tettoniche tardo quaternarie lungo il confine meridionale dell Arco Calabro." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1567.

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Abstract:
Nello studio dell evoluzione tettonica recente dell arco Calabro-Peloritano si è fatto fin qui riferimento ad una enorme mole di dati geologici, non estendibili oltre circa 600 ka, cui si sono aggiunti i dati dei terrazzi marini che hanno coperto l intervallo temporale mancante, lasciando ampie aree distanti dalla costa prive di informazioni. Negli ultimi decenni, i dati geodetici hanno fornito informazioni utilissime per la ricostruzione della cinematica attiva, riferendosi comunque ad una finestra temporale troppo ristretta, che non garantisce affatto la trasferibilità del dato sul lungo periodo. Lo studio è consistito in una analisi del paesaggio della Sicilia nord-orientale, condotta in due parti. La prima ha previsto l analisi del rilievo, al fine di ottenere le informazioni regionali utili all identificazione del quadro deformativo recente, da confrontare con i dati geologici disponibili. La seconda parte è invece consistita in una analisi morfometrica quantitativa del reticolo idrografico, effettuata con lo scopo di evidenziare la significatività dei diversi indici generalmente utilizzati in letteratura per studi sulla tettonica recente e attiva e selezionare i campi di applicazione ottimale per ognuno di essi. L analisi del rilievo ha delineato la presenza di un blocco crostale denominato Blocco Mobile Peloritano (BMP), indipendente dai movimenti delle aree adiacenti. I margini del blocco corrispondono a strutture già conosciute in letteratura, lungo le quali si realizzano chiare discontinuità di comportamento dell evoluzione a lungo periodo del paesaggio. Le discontinuità morfologiche e tettoniche individuate coincidono con nette variazioni delle anomalie gravimetriche, che attesterebbero il loro radicamento profondo. Lungo il limite occidentale del BMP è stato possibile misurare una velocità relativa, rispetto al resto della Sicilia, di circa 1 mm/a, secondo un vettore orientato NE ed inclinato di circa 16° verso SW. In settori discreti del blocco mobile, faglie normali, orientate perpendicolarmente alla direzione di movimento del blocco, si sono generate per locali fenomeni di tettonica di collasso, mostrando parametri geometrici che denunciano un loro rilevante potenziale sismogenico, in linea con le stime di intensità degli eventi sismici di epoca storica. L individuazione del BMP ha sancito l instaurarsi di una nuova dinamica responsabile della frammentazione della terminazione meridionale dell arco. Il quadro tettonico ricostruito è stato utilizzato come riferimento indispensabile per l interpretazione dei risultati delle analisi morfometriche, discusse nella seconda parte. Per il riconoscimento dei limiti del BMP e l individuazione dei due domini al suo interno sono risultate significative le anomalie gerarchiche e la densità di drenaggio, perfettamente sovrapponibili ai risultati ottenuti nella prima parte. La metodologia adottata ha permesso di verificare l efficacia dell utilizzo come elemento di calcolo solo degli indici relativi ai bacini di un determinato ordine, preliminarmente scelto come ordine gerarchico significativo, che snellisce di molto le procedure senza intaccare la affidabilità dei dati ottenuti. Le analisi hanno evidenziato che la significatività sia del fattore di asimmetria come tiltmetro naturale che degli SL index, nonostante essi siano tra gli indici più diffusi in analisi delle deformazioni attive, risulta molto ridimensionata e che l uso di questi indici andrebbe ristretta ai casi in cui la deformazione tettonica sia stata documentata anche da dati indipendenti di altra natura. Nel corso della ricerca è stata, infine, applicata una metodologia di indagine dei profili longitudinali dei corsi d acqua da abbinare allo studio dei terrazzi marini, allo scopo di ampliare l estensione delle fasce analizzate.
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Leonardi, Chiara Giuseppa Elena. "Innovative technologies of phytoremediation for contaminated soils." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3937.

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Abstract:
Heavy metals pollution has become a global problem in all industrialized countries. Since the industrial revolution, a continuous release of heavy metals has led to a severe contamination of the soil. There are many techniques available for the remediation of contaminated soils, that to date represent a constantly evolving field, absorbing a lot of resources for research and development. Phytoremediation is a technique that uses plants to clean up metals and other contaminants from the soil or to make them harmless or less dangerous. Cynara cardunculus L. (cardoon), a perennial species from Asteraceae family, native to Mediterranean countries, is a crop studied as a metal accumulator in several researches. In this work, two experiments were performed to evaluate the effects of Cadmium (Cd) and Arsenic (As) on growth of different cardoon subspecies and to determine if this crop can be used for the remediation of polluted soils, combining this application with energy production. Different As and Cd concentrations were tested in Cynara cardunculus L. var. altilis in Experiment 1, with the aim to study the biological response of cardoon to heavy metals stress. In cardoon, the biomass production and Cd and As concentrations were determined in 4 different stages of the biological cycle in different parts of plant. The results showed that the cardoon was a plant that could tolerate the presence of Cd and As, even in high doses. Under Cd treatment, the Cd concentration decreased in the roots while increased in the leaves over time. Under As treatment, the As concentration in cardoon tissues increased with increasing As concentration; in particular the plants showed a several reduction in the production of biomass and the highest dose of As caused the death of the plants. In the combined Cd and As treatments, the plants improved resistance to As and Cd and the presence of Cd increased the ability of cardoon to tolerate As up to 45 days after artificial contamination. In the second study (Experiment 2), three accessions belonging to var. altilis (Gen 1) and var. sylvestris (Gen 2 and Gen 3) were compared and different concentrations of As, Cd and As+Cd were used. The aim of this work was to assess the concentration and bioaccumulation of As and Cd in the soil and in different parts of the plant, to understand the effects of Cd and As comparing different varieties and genotypes of cardoon plants and to study the specific speciation of As and Cd into plants. The results showed that plants were considerable tolerant to Cd and As, suggesting that this species was able to tolerate low doses of these toxic elements. Moreover, as shown in the values of bioaccumulation factor, cardoon plants had the ability to accumulate large quantities of metal contaminants in its tissue. The results regarding the speciation of As and Cd suggested that exposure of plants to toxic metals appeared to induce the synthesis of sulfur-rich ligands such as phytochelatins, a cysteine-rich oligopeptide, that strongly bound metals. The presence of As upregulated the production of these specific proteins/ligands that bound and traslocated Cd into the plant tissue suggesting that the two metals interacted to magnify phytochelatin production, leading to sequestration of both metals and consequently increasing the tolerance to both. In conclusion cardoon was a plant that could tolerate the presence of heavy metals including Cd and As. The combination of As+Cd treatment, however, increased the resistance of plants allowing them to survive. Furthurmore, Cynara Cardunculus var. sylvestris was the best subspecies that could tolerate high levels of As and Cd in its tissues and bioaccumulate greater concentrations of both metals than var. altilis. It would be useful to continue the trials with the selected Genotype 3 in future works, with the aim to test for more years, its remediation efficiency in polluted soils and exploit its biomass for energy purposes.
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Scudero, Salvatore. "Analisi dei processi morfotettonici finalizzata alla mappatura della pericolosità geologica in un settore dell arco calabro meridionale." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1328.

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Abstract:
Lo spunto al presente lavoro di tesi è rappresentato dai numerosi dissesti che hanno interessato il versante orientale dei Monti Peloritani nel mese di Ottobre 2009. Questi dissesti, e in generale tutti gli eventi simultanei, costituiscono un ottimo data-set per comprendere quali siano stati i fattori geologici e geomorfologici che hanno contribuito alla formazione di quello scenario. Combinando il catalogo degli eventi con i fattori predisponenti, attraverso l uso di più tecniche statistiche, sono stati prodotti dei modelli di suscettibilità alle frane superficiali. Questi sono caratterizzati da un ottimo grado di affidabilità: le aree classificate come suscettibili o molto suscettibili racchiudono l 84,4% di tutti i dissesti mappati, mentre solamente l 1,8% di questi è mappato nella classe a suscettibilità più bassa. Le verifiche eseguite in due distinte aree di test indicano che anche in aree esterne il modello è in grado di fornire risultati considerevoli. L elaborazione e la validazione del modello di suscettibilità ha consentito di ottenere due risultati principali. Per primo, sono state identificate con precisione le aree con maggiore probabilità d essere soggette a dissesti futuri; successivamente è stato possibile investigare la relazione che esiste tra la combinazione di fattori che maggiormente favoriscono il dissesto e i processi legati alla tettonica attiva. L idea consiste nel considerare che dietro i fattori che determinano le instabilità giocano un ruolo fondamentale sia la storia geologica passata che la tettonica recente. Tramite l analisi di suscettibilità è possibile quindi legare in maniera indiretta l attività tettonica con i fattori geologico-ambientali quali ad esempio l esposizione, la pendenza e la distanza dal reticolo di drenaggio. Lo studio suggerisce che l influenza della tettonica, e la sua variazione nel tempo e nello spazio debba essere presa in considerazione come fattore predisponente in futuri studi di suscettibilità. Dimostrando l influenza dei processi tettonici su quelli superficiali, è stato quindi possibile proporre un modello che includa la variazione nello spazio di un fattore tettonico . È stata considerata la variazione spaziale del sollevamento tettonico, che si ritiene essere il processo dominante nell area. Questo fattore vuole esprimere il potenziale morfogenetico che la deformazione verticale esercita sul territorio. È stato quindi elaborato un modello empirico per il versante orientale dei Monti Peloritani e parte di quello settentrionale i cui risultati indicano una corretta selezione dei fattori la loro precisa mappatura. L utilizzo di nuovi cataloghi, estesi su tutti i Monti Peloritani, potrà essere in grado di affermare la bontà dl modello e di questo nuovo tipo di approccio.
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Fichera, Giusj Valentina. "Caratterizzazione e studi di provenienza delle malte della Villa dei Quintili (Roma)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1355.

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Abstract:
Nella presente tesi sono state esaminate alcune malte storiche romane prelevate all interno della Villa dei Quintili , un sito romano di grande interesse storico-archeologico, risalente al II sec. d.C. Si tratta del primo studio archeometrico ad oggi effettuato sul sito in questione ed è stato eseguito in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma. Il sito è costituito da strutture imponenti che si estendono a sud-est di Roma, tra la via Appia Antica e l Appia Nuova. La villa, articolata in più nuclei distinti, sembra aver conosciuto diverse fasi edilizie. Per tale ragione, il campionamento è stato eseguito in accordo e in presenza degli archeologi della Soprintendenza Archeologica di Roma, che hanno autorizzato il prelievo di un totale di 40 campioni di malta, di differenti tipologie, rappresentativi di ciascuna fase costruttiva. I campioni prelevati sono stati sottoposti ad un programma analitico integrato che ne ha consentito la caratterizzazione completa al fine di ottenere informazioni utili a chiarire molteplici aspetti riguardanti sia l area di approvvigionamento delle materie prime sia le tecnologie di produzione in relazione alle diverse fasi costruttive ad oggi ipotizzate unicamente su base archeologica. Tale programma analitico ha previsto l uso di molteplici metodologie, quali MOP, SEM-EDS, XRD e LA-ICP-MS. L analisi petrografica in sezione sottile ha permesso di definire i principali costituenti delle malte e i loro rapporti volumetrici, mentre le indagini mineralogiche (XRD), le analisi micromorfologiche (SEM) e quelle chimiche (SEM-EDS) hanno consentito di analizzare singolarmente i vari componenti. La verifica dell ipotesi riguardante l esistenza di diverse fasi costruttive è stata basata sul confronto dei risultati ottenuti dall analisi petrografica con le ipotesi cronologiche effettuate dagli archeologi. Uno dei caratteri più innovativi del presente lavoro riguarda l utilizzo della metodologia LA-ICP-MS finalizzata a studi di provenienza. Attraverso l elaborazione dei dati LA-ICP-MS è stato possibile individuare le aree di approvvigionamento delle materie prime utilizzate nel confezionamento delle malte. Seguendo l approccio già proposto da Barone et al. (2010), tale tecnica è stata qui applicata ai clinopirosseni rinvenuti nell aggregato vulcanico per discriminare la tipologia di pozzolana impiegata. Come proposto da Barba et al. (2009), l analisi LA-ICP-MS è stata condotta anche sui grumi di calce e su calcari locali allo scopo di individuare le materie prime utilizzate nella preparazione del legante.
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Spina, Laura. "Investigation on Mt. Etna dynamics by seismic and acoustic signals (August 2007 December 2010)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1566.

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Abstract:
In order to shed light on the dynamics of the plumbing system, and define the source-mechanism of acoustic events at Mt. Etna, infrasound signals-continuously recorded by Istituto Nazionale di Geofisica and Vulcanologia- were analyzed in this thesis, jointly with some seismic signals. In particular, we focused on the period comprised between August 2007 and December 2010, during which a wide spectrum of eruptive activity occurred. Until the activation of Bocca Nuova (BN), on August 2010, the three main vents radiating infrasound were North East Crater (NEC), South East Crater (SEC), and the Eruptive Fissure of the 2008-2009 eruption (EF). Location and spectral analyses carried out on the infrasound signals, revealed the numerical dominance and the steadiness of NEC events, radiating almost continuously acoustic energy, oppositely to SEC and EF. Furthermore, NEC events most relevant changes (spectral and amplitude variation) occurred systematically after the renewal of activity at SEC or at the EF. This evidence led us to infer the existence of a persistent link among their feeding system, and confirm the presence of a double resonance model for NEC events. Successively, events from EF were gathered and analyzed in detail through high precision location methods, allowing to define the cyclic activation of an highest altitude vent along the fissure, likely corresponding to the arrival of new batch of magma, rich in volatiles. During 2010, instead, Mt. Etna eruptive style was different, being characterized by a total number of roughly 35 minor ash emissions from SEC, BN and NEC. Three main episodes are here analyzed, by studying the morphological and compositional features of the sampled ash and the seismic and acoustic signals radiated during those events. Different conditions were deduced for the craters. In particular, for SEC and BN the presence of material plugging the upper conduit was inferred, while data shows that NEC was characterized by open conduit conditions. Finally, a dataset of acoustic signals, regarding few days of explosive activity occurring at Mt. Yasur (Vanuatu) was analyzed. Indeed, the comparison with other volcanic environments is fundamental in order to widen the knowledge on the volcanic phenomena. Mt. Yasur data, revealed completely different features, suggesting that different source dynamics were active. Furthermore, the existence of propagation effects, affecting the signals´ characteristics and due to the topography is discussed.
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Books on the topic "550 Scienze della Terra"

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Buccianti, Antonella. Metodi matematici e statistici nelle scienze della terra. Napoli: Liguori, 2000.

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Chiara, Tampellini, and D'Amico Claudio, eds. 5. Giornata Le scienze della terra e l'archeometria: Bari, febbraio 1998. Bologna: P'atron, 1999.

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Tomìo, Luca. La meravigliosa forma: Leonardo da Vinci e le scienze della terra. Perugia: Morlacchi editore, 2019.

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4

Giornata "Le scienze della terra e l'archeometria" (5th 1998 Bari, Italy). 5a Giornata Le scienze della terra e l'archeometria: Bari, febbraio 1998. Bologna: Pàtron, 1999.

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D'Holbach e le rivoluzioni del globo: Scienze della terra e filosofie della natura nell'età dell'encyclopédie. Firenze: L.S. Olschki, 2003.

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Carusone, Angela, and Luca Olivetta. Thesaurus italiano di scienze della Terra: Italian thesaurus of earth sciences : biblioteca APAT ThIST. Roma: APAT, 2006.

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Convegno le scienze della terra nella pianificazione territoriale (1987 Chieti, Italy). Atti del Convegno Le scienze della terra nella pianificazione territoriale, Chieti, 7-8 maggio 1987. Roma: Società geologica italiana, 1990.

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Tega, Walter. L'itinerario scientifico di un grande europeo: La regolata struttura della terra di Luigi Ferdinando Marsili. Bologna: Bononia University Press, 2012.

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9

Luzzini, Francesco. Il miracolo inutile: Antonio Vallisneri e le scienze della terra in Europa tra XVII e XVIII secolo. Firenze: Leo S. Olschki editore, 2013.

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10

Vaccari, Ezio. Giovanni Arduino (1714-1795): Il contributo di uno scienziato veneto al dibattito settecentesco sulle scienze della terra. Firenze: L.S. Olschki, 1993.

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Book chapters on the topic "550 Scienze della Terra"

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Pappalardo, Marta. "Il contributo delle Scienze della Terra alla conoscenza dei cambiamenti climatico-ambientali su scala globale." In Effetti, potenzialità e limiti della globalizzazione, 161–73. Milano: Springer Milan, 2007. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0609-6_11.

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