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Dissertationen zum Thema „STORIA DELL'ARTE MODERNA“

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1

Boccianti, Giulia <1996&gt. „Provenance research e mercato dell'arte“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21542.

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Questa tesi si pone l’obiettivo di delimitare i confini della disciplina della ricerca della provenance e di porre l’accento sui risvolti economici che questa ha sul mercato dell’arte, evidenziando il ruolo giocato dai principali attori. La ricostruzione dei passaggi di proprietà di un’opera d’arte è di fondamentale importanza per tutti coloro che si trovano coinvolti nel collezionismo, nello studio e nelle esposizioni d’arte, da un punto di vista sia attributivo che puramente legale. La qualità della provenance e la frequenza relativa al passaggio di proprietà possono influenzare profondamente il valore di mercato di un oggetto. Determinare l’autenticità di un’opera è un processo complesso e multidisciplinare che include, oltre alla capacità di leggere e interpretare dati scientifici, una comprensione della connoisseurship e della provenance. La provenance non è né un concetto stabile nel tempo, né tanto meno uno strumento d’uso costante a sostegno del giudizio. In conclusione, si procederà ad una valutazione dell’influenza della provenance all’interno delle principali fiere d’arte e del ruolo giocato dai vetting committee.
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2

Uzumyemezoglu, Victoria Stephanie <1992&gt. „Istanbul Modern Museum: storia e analisi di un’istituzione museale moderna e contemporanea in Oriente“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13043.

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Il presente lavoro espone una panoramica sull’arte moderna e contemporanea in Turchia e si occupa in particolare di analizzare l'attività dell'Istanbul Modern Museum, nato nel 2004, che è il primo museo di arte moderna e contemporanea della città; città che a sua volta è stata una metropoli caratterizzata da un prezioso patrimonio culturale e artistico. Il lavoro si apre analizzando il sistema dell’arte in Turchia, le correnti artistiche, la storia della stessa città di Istanbul e il suo contesto culturale. Viene presentato poi uno studio dettagliato sul Museo Moderno di Istanbul: la storia dell’istituzione museale, la fondazione Eczacıbaşı Holding Group, la mission e le attività didattiche del museo. Si approfondirà poi l’attività espositiva del museo focalizzandosi su cinque esposizioni temporanee come casi di studio: “Osservazione, Interpretazione, Molteplicità” del 2005; “Fikret Mualla”del 2005; “Venezia e Istanbul” del 2006; “Roger Ballen: Retrospective” del 2017 e “Artista e il Tempo” del 2017. Successivamente verrà presentato un paragone con l’attività didattica di un'istituzione museale simile in Italia: la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino. Molte infatti sono le similitudini tra le due istituzioni museali, a cominciare dalla loro origine: entrambe nascono da collezioni private familiari diventate poi museo. L'analisi qui proposta riporta una ricostruzione storica della formazione delle collezioni private fino ad arrivare allo stato attuale di musei, analizzando gli elementi e le modalità attuali di gestione. A conclusione della tesi sono presentate delle valutazioni sul lavoro svolto dal Museo Moderno di Istanbul, determinando delle riflessioni sul suo operato e sul come si concretizza la loro offerta didattica al pubblico in confronto a quello della Pinacoteca Agnelli di Torino. Il lavoro è inoltre arricchito dalle interviste a Bedri Baykam, uno dei più noti artisti turchi a livello internazionale, e Yahşi Baraz, uno dei galleristi più importanti di Istanbul; e a Öykü Özsoy, uno dei curatori del Museo Moderno di Istanbul.
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3

Fregona, Simone <1992&gt. „Affreschi di Santo Stefano di Venezia. Storia di una attribuzione“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18545.

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L'elaborato esamina la storia degli affreschi del convento di santo Stefano di Venezia, ora conservati presso la galleria giorgio franchetti alla ca' d'oro. L'elaborato si concentrerà sull'attribuzione di quella parte di ciclo, attualmente attribuita a Domenico Campagnola
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4

Bassi, Emanuele <1991&gt. „Miti classici e storia antica nei rilievi veneziani del primo Rinascimento“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13186.

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Nel contesto della scultura veneziana rinascimentale, una particolare rilevanza sembra venir presa da rilievi a tema classico. Tra questi, i rilievi narrativi occupano una preminenza particolare, in virtù tanto della loro generalmente alta qualità quanto dell'eccellenza delle loro collocazioni. Comparsi per la prima volta in da alcune tombe dogali, acquisirono indipendenza tematica nei Camerini di Alfonso I d'Este. Infine, verrà analizzato il nucleo dei piccoli rilievi classicheggianti, una sorta di genere scultoreo a sé stante diffusosi tra Venezia, Ferrara e Padova nel secondo e terzo decennio del Cinquecento, con una digressione sulle sculture pseudo-antiche.
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Siracusano, Luca. „Scultura a Padova: 1540-1620 circa. Monumenti e ritratti“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/367737.

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The dissertation is about the sculpture in Padua from 1540 to 1620 ca., mainly focusing on the production of funerary monuments and portrait busts. Crucial is the connection between the sculptors, the Veneranda Arca di Sant'Antonio and the intellectuals related to the Studio or to the academies of the city. The stylistic development and peculiar forms are compared with those of the contemporary Venice.
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Massari, Silvia. „Il nostro moderno Algardi": Giuseppe Maria Mazza“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368982.

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Oggetto della ricerca è uno studio monografico sul prolifico e longevo scultore bolognese Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), il cui arco di attività copre gli anni che dalla seconda metà del Seicento conducono al quarto decennio del Settecento. Il profilo dello scultore è stato ripercorso a partire dalla figura semisconosciuta del padre Camillo (Bologna, 1601-1672), attivo solo marginalmente in patria, e in modo più consistente al di fuori delle mura felsinee, in particolare a Padova e a Venezia. Analogamente si è potuta indagare la prima formazione di Giuseppe Maria Mazza, avvenuta principalmente a Bologna con il pittore Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629-1700), e con lo scultore Gabriele Brunelli (Bologna 1615-1682). Si è poi proceduto con lo studio delle opere che segnano l’affermazione dello scultore: tra gli ultimi decenni del Seicento e i primi tre del Settecento, Giuseppe Maria Mazza detiene a Bologna il monopolio della scultura, partecipando quale sodale dei pittori Giovan Gioseffo dal Sole (Bologna, 1654–1719) e Marcantonio Franceschini (Bologna 1648–1729) alle principali imprese decorative che interessano la città, e intessendo un rapporto privilegiato con i collezionisti privati a cui destina numerose opere di piccolo formato perlopiù in terracotta ma anche in marmo. Seguendo la geografia della carriera artistica dello scultore, il raggio dello studio è stato ampliato alle altre numerose località in cui egli risulta attestato: dagli altri centri dell’Emilia Romagna (Parma, Modena, Reggio Emilia, Novellara, Ferrara, Imola, Rimini, Forlì, Cesena), alle Marche (Fano e Pesaro) e all’Umbria (Foligno). Particolare importanza è stata riservata allo studio dei due episodi professionali che ne attestano il prestigio fuori dalle mura cittadine e a livello europeo: ovvero le commissioni del principe Johann Adam I di Liechtenstein e l’attività svolta a Venezia.
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Bolandrini, Beatrice. „Dionigi Bussola 1612-1687: moderno Annibale Fontana in questi nostri tempi""“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368182.

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La tesi ricostruisce per la prima volta in modo sistematico il vasto catalogo delle opere realizzate dallo scultore lombardo Dionigi Bussola tra il 1648 e il 1687. Il lavoro è impostato secondo la formula dello studio monografico. Il capitolo introduttivo è dedicato alla fortuna critica dell'artista, a cui seguono il profilo biografico e una serie di capitoli dedicati ai cantieri in cui Bussola ha lavorato: il duomo di Milano, la Certosa di Pavia, l'Accademia Ambrosiana, i sacri monti di Domodossola, Varese, Orta, Varallo e il santuario del Varallino. Un capitolo è inoltre dedicato alle opere realizzate all'interno di svariati edifici religiosi dello stato di Milano. Ogni capitolo è corredato dalle schede delle opere.
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Facchi, Matteo. „La scultura a Piacenza in età sforzesca“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/368794.

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La ricerca si propone di studiare le sculture lapidee e fittili realizzate tra il 1450 e il 1521 circa per la città di Piacenza e il suo territorio. Dalla catalogazione delle opere e dalla ricerca d'archivio emergono, oltre a una panoramica sui principali cantieri ecclesiastici e nobiliari della città, le figure di numerosi scultori e botteghe impegnati nella realizzazione di statue, rilievi ed elementi architettonici.
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Zurla, Michela. „La scultura a Genova tra XV e XVI secolo. Artisti, cantieri e committenti“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/367652.

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La tesi si concentra sull'analisi dello sviluppo della scultura a Genova in un arco cronologico compreso tra il 1466, anno che diede avviò ad un più stretto controllo da parte del Ducato di Milano sui territori della Repubblica, e il 1528, che segnò l'affermazione di Andrea Doria e il passaggio nell'orbita spagnola. In un simile contesto si è cercato di enucleare le peculiarità dell'ambiente genovese mettendo in luce da un lato i rapporti con aree limitrofe come la Lombardia e la Toscana e dall'altro l'autonomia rispetto a tali influenze. Nonostante l'origine anagrafica degli scultori attivi in città, il linguaggio elaborato a Genova presenta infatti caratteristiche specifiche. Per analizzare una realtà così articolata si sono adottati più approcci metodologici, tenendo conto anche del rapporto con il contesto sociale e politico e delle dinamiche di committenza. All'analisi della documentazione nota e di quella emersa nel corso della ricerca si è accostata la lettura formale delle opere, allo scopo di dare una fisionomia distinta alle personalità attestate. I primi due capitoli sono dedicati ai principali scultori attivi a Genova, mentre gli altri tre si concentrano su tematiche specifiche, ovvero un cantiere di primo piano come quello della Cattedrale di San Lorenzo, l'evoluzione della tipologia del monumento funerario e la fortuna dei marmi genovesi in Europa.
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Negri, Massimo. „Rinascimento di pietra. Scultura nella Vicenza prepalladiana“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2016. https://hdl.handle.net/11572/368123.

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La tesi, movendo da un riesame complessivo della scultura lapidea vicentina tra Quattro e Cinquecento, cerca di mettere meglio a fuoco alcune peculiarità e tendenze nello sviluppo dell’arte scultorea ai piedi dei Berici. Procedendo con affondi mirati e inediti, si è definita in maniera più organica la situazione della scultura a Vicenza in quel torno di tempo e di comprendere meglio alcuni nessi altrimenti sfuggenti. Una particolare attenzione è stata rivolta a indagare fatti artistici peculiari del territorio quali le pale d'altare che, scolpite nella tenera pietra delle cave vicentine, si sono imposte come un’autentica specificità locale, in ragione delle proporzioni assunte da questo interessante ‘fenomeno’. Ampiamente diffuse, specie nel contado, tali ancone sono evidentemente esemplate su modelli padovani di matrice donatelliana. Il periodo in esame, che va dalle ultime decadi del Quattrocento ai primi lustri del secolo seguente, è d’altronde caratterizzato da frequenti e fecondi scambi con Padova, avanguardia di modernità e ricca di capolavori del Rinascimento. Echi della lezione di Donatello si avvertono anche in una serie di altorilievi che rappresentano il Cristo passo, sorretto o meno da angeli, e sono ugualmente disseminati nella provincia vicentina. A corredo del terzo capitolo della tesi, incentrato proprio su tale importante fenomeno artistico, si è allestito un repertorio completo dei singoli manufatti (pale plastiche e Cristi passi), di cui s'è trattato in ampie schede dove si sono ripercorse anche le vicende storico-architettoniche dei diversi contesti spaziali di pertinenza, non sempre rimasti immutati nei secoli.
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Meggiato, Andrea <1992&gt. „“Ovidio Metamorphoseos vulgare” 1497: storia, intrecci e fortuna di un incunabolo veneziano“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17453.

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La mia tesi di laurea magistrale si prefigge di affrontare un tema centrale all’interno degli studi storico artisti e letterari del Rinascimento, la riscoperta – prima – e la fortuna – poi – di un testo antico a classico come le “Metamorfosi” di Ovidio, che, soprattutto a Venezia, grazie alle realtà editoriali e artistiche cittadine, visse una seconda e nuova vita, estremamente più viva, lunga e articolata rispetto a quella creatasi attorno allo stesso testo nelle altre città italiane ed europee dell’epoca. La pubblicazione della prima edizione volgare italiana e illustrata delle Metamorfosi di Ovidio stampata da Giovanni Rosso da Vercelli per Lucantonio Giunta il 10 aprile 1497 rappresenterà l’oggetto principale di questo studio. L’incunabolo verrà dapprima contestualizzato all’interno della storia del libro tipografico veneziano delle origini, e in seguito verrà analizzato il suo importante apparato illustrativo attraverso l’opera di alcuni possibili disegnatori e intagliatori di xilografie attivi a Venezia a quel tempo.
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Fellini, Maria <1996&gt. „Minamoto no Yoshitsune. Un percorso nell'arte fra storia e leggenda“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19295.

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Gli eroi sono esistenze che hanno sempre fatto parte dell’immaginario dell’umanità, spesso associati a persone dagli alti valori e dalle grandi doti fisiche e intellettuali. Sin dall’antichità sono presenti queste figure che surclassano la figura dell’uomo comune con gesta che vanno oltre l’ordinario. Dall’antica Grecia ai tempi d’oggi la figura dell’eroe si è evoluta ma non ha mai perso i suoi tratti distintivi che cambiano in base al luogo di creazione della storia. Minamoto no Yoshitsune era ed è uno degli eroi più amati dal popolo Giapponese. Personaggio storico entrato nella leggenda grazie alle poche fonti certe attendibili. Questo ha permesso a scrittori e menestrelli di plasmare questa figura a piacimento a seconda delle necessità del periodo storico. Costante sono il valore e l’impeto in giovinezza dovuto alla smania di vendetta nei confronti dei Taira, in contrasto con un carattere ben più riflessivo e introspettivo durante la maturità che si concluderà con il gesto del suicidio rituale. Una vita ricca di successi che a causa di un malinteso con il fratello Minamoto no Yoritomo ha ricevuto un brusco cambiamento costringendolo a passare da eroe a vittima. In questo elaborato si andrà a trattare la figura di Minamoto no Yoshitsune nelle varie sfaccettature dell’arte giapponese.
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Daniele, Elisa Antonietta <1987&gt. „I ritratti del mondo : personificazioni dell'ecumene in età moderna“. Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12883.

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La ricerca traccia un itinerario attraverso le modalità di presentazione, declinazione e impiego delle personificazioni dell’ecumene - Europa, Asia, Africa e America - in età moderna (a partire, più precisamente, dalle prime manifestazioni del tema nella seconda metà del XVI secolo fino all’opera di Giambattista Tiepolo a Madrid). In questo arco cronologico sono prese in considerazione opere o serie che includono tutte e quattro le parti del mondo, in modo da poter comparare i corredi iconografici, riflettere sugli effetti pittorici e retorici del gruppo di personificazioni e l’articolarsi delle conoscenze europee su altri mondi e popoli. Un altro fondamentale prerequisito alla base del corpus iconografico qui riunito e analizzato, inoltre, è rappresentato dalle finalità celebrative e propagandistiche, più o meno scoperte, che accomunano quasi tutte le allegorie del percorso. L’offerta di informazioni, infatti, raramente esaurisce lo scopo di questo tipo di raffigurazioni, ma è spesso la premessa intorno alla quale edificare una visione del mondo rispondente alle esigenze ideologiche del committente o del contesto di applicazione, due componenti alle quali si è prestata un’attenzione precipua.
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Saviola, Laura <1994&gt. „Kandinskij in Italia. Storia della ricezione dell’arte del Maestro nella Penisola“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15402.

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Questo progetto di tesi ha lo scopo di analizzare come la figura e l’opera di Vasilij Kandinskij sono state accolte e recepite in Italia, sia a livello espositivo – cercando quindi di capire non solo e non tanto il graduale mutamento di gusto da parte del grande pubblico italiano quanto, piuttosto, come la personalità e la pittura dell’artista russo (o russo-tedesco) sono state raccontate –, che editoriale. Seguendo un percorso cronologicamente ordinato, l’elaborato si apre proprio con la prima personale di Kandinskij in Italia e con le vicende attorno alla pubblicazione della prima traduzione in italiano di Uber das Geistige in der Kunst. Verrà poi verificato il rapporto di Kandinskij con l’astrattismo degli anni Trenta e Quaranta, attraverso il confronto della pittura del maestro russo e dei suoi presupposti con quella dei maggiori astrattisti italiani dei due decenni. Nei capitoli successivi si parlerà delle retrospettive di Kandinskij organizzate dagli anni Cinquanta ad oggi. Ad una descrizione della mostra trattata seguirà, attraverso l’analisi dei testi di presentazione e di articoli usciti su testate nazionali, un’indagine sulla critica che ne scaturisce, il tutto dando conto del momento storico in cui tali interventi si inseriscono.
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Mor, Marta <1986&gt. „La Chiesa del Varallino di Galliate: storia e arte di un Sacro Monte in pianura“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2158.

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In questo lavoro si sono raccolte il maggior numero di informazioni riguardanti la Chiesa del Varallino di Galliate (San Pietro di Vulpiate) mettendola a confronto con la tipologia dei Sacri Monti e analizzandone la storia e l'apparato figurativo.
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Bragato, Elena <1984&gt. „I Torni a Mogliano. Storia e contesti di una villa tra XVIII e XIX secolo“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4915.

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La tesi illustrerà la storia della famiglia e della villa, focalizzandosi sui dati archivistici trovati. Verrà approfondito l'aspetto architettonico e artistico della villa, verranno inoltre studiati gli annessi, in particolare l'oratorio ancora oggi presente.
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Mori, Giulia. „La forma del fatato Achille". La scultura di Innocenzo Fraccaroli (1805-1882)"“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/368231.

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Gobbi, Anna <1986&gt. „Il sacrificio di Abramo: viaggio iconografico dall' epoca tardoantica all'epoca moderna“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16292.

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La tesi tratta l'episodio del sacrificio di Abramo e i modelli iconografici diffusi dalla sua comparsa in epoca tardoantica fino all'epoca moderna. Si analizzano le interpretazioni allegoriche presenti in numerosi manufatti suddivisi per tipologia e ordinati cronologicamente, inoltre notevole rilievo è dato ad un particolare iconografico inconsueto: Isacco bendato
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Prescendo, Claudia <1987&gt. „Contributi per la storia del collezionismo della famiglia Gradenigo di Rio Marin: Bartolomeo Gradenigo, vescovo di Brescia“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2006.

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Questo lavoro di tesi si è concentrato sulla famiglia Gradenigo del ramo Rio Marin, una famiglia nobile veneziana. L'obbiettivo è stato di portare nuovi contributi per la storia del collezionismo dei Gradenigo tra Sei e Settecento, con particolare attenzione ad un membro del casato: Bartolomeo Gradenigo, nominato vescovo di Brescia nel 1682. Alla sua morte venne stilato un inventario di dipinti ed oggetti che gli appartenevano, presenti nel palazzo veneziano; sulla base delle fonti documentarie, consultate presso il fondo Gradenigo Rio Marin all'Archivio di Stato di Venezia, sono emersi dati interessanti per valutare gli artisti scelti nella collezione e come le opere d'arte abbiano subito passaggi d'eredità tra i membri del casato.
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Civitelli, Silvia <1986&gt. „Il costume teatrale barocco: ricostruzione storica e rivisitazioni in epoca contemporanea“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/11994.

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Questa tesi nasce dall’esigenza di riconoscere la dovuta importanza all’aspetto costumistico nell’ambito degli studi sul teatro. La prima parte presenta una definizione di costume teatrale, analizzando le dinamiche riguardanti la sua realizzazione ed il rapporto con l’attore. Affronta quindi la questione delle fonti documentarie e iconografiche ed analizza infine le caratteristiche e le differenze tra abito e costume teatrale. La parte centrale vuole essere una ricostruzione storica del costume teatrale barocco e si articola nella disamina dei fenomeni più caratterizzanti dell’epoca, quali le feste di corte, i tornei, il melodramma. Analizza inoltre altri aspetti quali la teatralità nella vita quotidiana e nella moda coeva, la trattatistica riguardante l’aspetto costumistico e le questioni inerenti al corredo dell’attore, le spese e il noleggio dei costumi. La terza ed ultima parte evidenzia, attraverso una serie di esempi e relativa analisi, come alcuni noti costumisti in epoca contemporanea abbiano rivisitato il costume teatrale barocco e si conclude con la presentazione del lavoro costumistico di Giuseppe Palella per l’Orlando Furioso di Vivaldi, realizzato dalla sartoria del Teatro La Fenice in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria del 2017. La realizzazione è stata seguita e documentata in prima persona dall’autrice della tesi.
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Rodella, Francesca <1986&gt. „STIEGLITZ E LA DIVULGAZIONE DELL' ARTE MODERNA IN AMERICA NEL XX SECOLO“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2944.

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Biancotto, Filippo <1996&gt. „L'erculea fatica di Giovanni Antonio Fumiani. Storia, analisi e restauri del soffitto della chiesa di San Pantalon a Venezia“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20142.

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«Un oscuro pittore veneziano con fantasia ferace e con maniera larga e grandiosa figurò la gloria del Santo martire». Così Pompeo Molmenti descrive, in una sua monografia del 1909 dedicata a Giambattista Tiepolo, il lavoro di Giovanni Antonio Fumiani a San Pantaleone che è oggetto della nostra indagine: poche parole felicemente scelte che riassumono almeno due punti cruciali della ricerca che ci apprestiamo ad enunciare. Il primo riguarda la scelta del termine “oscuro” che si riferisce alla sua natura di pittore barocco che, all’epoca del Molmenti, era ritenuto un periodo buio per la storia dell’arte; il secondo riguarda la “fantasia ferace e la maniera grandiosa” che il Fumiani seppe sfruttare nel soffitto della chiesa di San Pantalon mescolando le sue giovanili conoscenze prospettiche bolognesi con gli apporti della pittura romana e gli stilemi dell’opera del Veronese. Per concludere la ricerca saranno esposte le fonti storiche e le descrizioni della medesima presenti nelle guide della Città e saranno corredate dalle documentazioni relative ai restauri che hanno vincolato nel tempo il nostro modo di rapportarci al telero.
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Pedretti, Valentina <1992&gt. „Una storia delle mostre al MART (MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO)“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13512.

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L'obiettivo principale di questa tesi è analizzare l'attività espositiva del MART (MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO) e in particolare trattare di alcune esposizioni che affrontano tematiche originali e diversi linguaggi dell'arte contemporanea. Partendo da una riflessione sulla situazione museale del XX secolo in Italia e nel resto d'Europa, si presenta una trattazione di come il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (Mart) sia divenuto un polo culturale importante. Dopo aver delineato la formazione delle collezioni permanenti e gli eventi espositivi che il museo propone al pubblico, vengono analizzate quattro mostre: "Fausto Melotti. L'opera in ceramica" (31 maggio 2003 14 settembre 2003), "Modigliani scultore" (18 dicembre 2010-27 marzo 2011), "Alice in Wonderland" (25 febbraio 2012-3 giugno 2012) e "Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and Stars" (2 aprile 2017-2 luglio 2017), particolarmente significative per questioni allestitive o curatoriali e interessanti da un punto di vista storico-artistico. Si dscrive infine, il ruolo pionieristico ed emblematico nelle offerte didattiche svolte dal Mart verificando come si tratti di un museo nato per creare esperienze sempre nuove intorno alle forme e linguaggi dell'arte contemporanea; un luogo che stimola la mente, la creatività e la capacità di pensare in modo più ampio che c'è in ciascuno di noi.
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Roquetti, Saroute Dunia <1985&gt. „La partecipazione brasiliana all'Esposizione internazionale d'arte di Venezia (1950-1964)“. Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19524.

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La presente tesi indaga la partecipazione brasiliana all’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nell’arco cronologico compreso tra gli anni 1950 – 1964, cioè dalla sua prima partecipazione nel Palazzo Centrale fino all’apertura del Padiglione Nazionale. Sezionando le potenti relazioni tra identità nazionale e arte, lo studio svolge un’analisi discorsiva delle metafore e figure che emergono dai testi di ricezione critica coeva, in termini di costruzione identitaria nazionale e di rappresentazioni stereotipe dell'alterità, soprattutto nella concezione dei rapporti tra Europa e Brasile.
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Paci, Giacomo <1996&gt. „L'arte della mediazione. Marcel Broodthaers e Harald Szeemann alle origini della curatela moderna“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17681.

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La tesi propone uno studio in parallelo delle carriere di Marcel Broodthaers e di Harald Szeemann. Da una parte un artista belga che nella sistematicità della propria opera è diventato imprenditore e curatore di sé stesso. Dall’altra uno dei padri della curatela moderna che ha spesso messo in discussione la linea di confine fra artisti e curatori. Lo scavare alle origini del dibattito sulla differenza fra creare e curare non si risolve nella definizione del concetto di mediazione. I due, partendo da punti diversi ma con una mentalità curiosamente simile, fanno della mediazione uno strumento per esplorare l’universo delle immagini. Il loro significato, il loro ruolo e valore nella società contemporanea. Alla base del loro agire vi è una stessa volontà di comprendere tutti i meccanismi dello Spiel der Kunst, il gioco dell’arte. La ricerca è organizzata in due parti. Per i due protagonisti si è effettuata una selezione di mostre da cui emergono le similitudini negli interessi reciproci e nel sostrato culturale e teorico che ha influenzato le loro azioni. Vivono la stessa epoca (per Szeemann si considera la carriera fino agli anni ’70), in più di un’occasione lavorano a contatto. Sottolineando la frequentazione che fanno degli stessi ambienti, degli stessi artisti, si cerca di dimostrare l’interesse dell’approfondimento di un confronto troppo spesso solo abbozzato.
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Pigozzo, Ester <1995&gt. „Gli sviluppi della botanica in ambito veneto tra XV e XVIII secolo: una storia di intrecci tra erbari, protagonisti eruditi e orti“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20109.

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Il lavoro si pone l’obiettivo di tracciare una storia degli sviluppi della botanica, disciplina tanto antica quanto versatile e innovativa, mantenendo il focus sullo scenario veneto tra i secoli XV e XVIII. A partire dagli albori di tale dottrina, tanto decantata tra le pagine dei trattati compilati dagli antichi greci, essa si diffuse e si fece strada all’interno dell’universo del sapere, attraversando i popoli d’Oriente e giungendo in Occidente, dove i testi iniziarono ad essere tradotti in latino in epoca medievale. I principali protagonisti della storia della botanica sono stati gli erbari, illustrati o essiccati, frutto di importanti ricerche, sia teoriche che pratiche, ma soprattutto implementati da una fitta rete di contatti e di proficui scambi tra esperti del settore durante il Rinascimento. Venezia, centro poliedrico e aperto alle nuove scoperte, abbracciò il destino della storia delle piante, la quale dapprima si introdusse nelle botteghe degli speziali per poi giungere nelle dimore di eruditi personaggi e nei loro orti, dove lo studio della natura si profilò in maniera più diretta e dove iniziò a nascere una curiosità più estetica che utilitaristica. Infatti, da sempre ritenuta strettamente legata all’universo medico-scientifico, la necessità di emancipazione della botanica si concretizzò verso il XVII - XVIII secolo, quando iniziarono a porsi le basi per un cambiamento, quando il diletto ed il crescente interesse per l’estetica della rappresentazione di piante e fiori si intrecciarono completamente con l’ambito artistico. In conclusione, il presente elaborato ha lo scopo di indagare più a fondo questo complesso e vasto argomento, in tutte le sue forme e ramificazioni, per metterne in luce le qualità spesso messe da parte nell'ottica degli studi di storia dell’arte.
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Mori, Giulia. „"La forma del fatato Achille". La scultura di Innocenzo Fraccaroli (1805-1882)“. Doctoral thesis, University of Trento, 2015. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/1557/1/G._MORI_tesi_dottorato.pdf.

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De, Marchi Laura <1984&gt. „Mari dipinti e immagini sacre nella cartografia : per una storia di carte, atlanti e planisferi miniati a Venezia nel XIV e XV secolo“. Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10357.

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La tesi prende in esame gli esemplari di cartografia nautica eseguiti a Venezia tra il secondo decennio del XIV secolo e la metà del secolo XV, concentrando l’attenzione sull’aspetto artistico di questi manufatti, spesso miniati. L’obiettivo è quello di evidenziare e chiarire la nascita di un ramo dell’arte della miniatura dedicato alla cartografia nautica, caratterizzato da una propria iconografia e iconologia.
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Boccato, Marta <1997&gt. „Marco Ricci e Francesco Zuccarelli nelle stampe di riproduzione inglesi: per una storia dei rapporti culturali tra Venezia e Inghilterra nel secolo XVIII“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20903.

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Questo elaborato propone una riflessione riguardante l'influenza del paesaggismo veneziano sullo sviluppo di una corrente artistica autoctona in Inghilterra tra XVIII e XIX secolo, evidentemente debitrice dei modelli italiani. La diffusione di questi modelli è stata sicuramente favorita dal fenomeno dei cosiddetti "artisti itineranti", che verrà ampiamente trattato nella tesi, ma la vera protagonista di questo processo di contaminazione culturale è stata la riproduzione a stampa, che ha permesso ad un pubblico sempre più vasto di familiarizzare con il linguaggio artistico dei pittori veneziani del Settecento. A seguito di una necessaria analisi dei contesti storico-sociali e artistici sia di Venezia sia della Gran Bretagna, verranno illustrati due case studies di particolare rilevanza, ovvero la riproduzione in incisione delle opere di Marco Ricci e Francesco Zuccarelli.
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Brusori, Giulia <1993&gt. „Nicolò dell'Abate in Francia: disegni e progetti decorativi. Proposta per un catalogo“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10222/1/Brusori_Giulia_tesi_.pdf.

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La tesi prende in esame l’attività artistica di Nicolò dell’Abate (Modena, 1509 – Parigi, 1571), con particolare riferimento alla sua grafica. L’artista lavorò circa sessanta anni suddivisi fra l’Emilia, in alcune delle sue piccole entità politiche autonome come Modena, Scandiano, Soragna, Busseto, Bologna, e la Francia, potente stato nazionale che, all’epoca qui presa in considerazione, era guidato dalla casata dei Valois: la carriera italiana di Nicolò dell’Abate si sviluppa in un arco temporale che si estende dal 1529 alla primavera del 1552, quando si trasferisce definitivamente oltralpe, morendo a Parigi alla fine di marzo del 1571. L’elaborato è diviso in quattro capitoli, dei quali il primo, introduttivo, ripercorre per sommi capi le principali tappe della sfaccettata attività italiana; il secondo e il terzo sono invece incentrati sull’esame dell’attività artistica francese del maestro, con particolare riferimento alla grafica, indagata sulla base della ricostruzione del contesto storico, culturale e artistico della Francia dell’epoca, con specifico riguardo alla corte reale della famiglia Valois nei periodi compresi fra l’arrivo di Nicolò, nel 1552, e la morte prematura del re Enrico II, nel 1559, e fra il 1560 e il 1571, durante il quale deteneva il potere de facto la regina madre Caterina de’ Medici, moglie di Enrico. Il quarto e ultimo capitolo costituisce il catalogo dei disegni italiani e francesi: è preceduto da un saggio introduttivo che esamina lo stile disegnativo di Nicolò dell’Abate in Italia e in Francia, le sue caratteristiche fondamentali e il suo mutamento, oltre alle tecniche grafiche impiegate dall’artista, la loro evoluzione e variazione e il loro ruolo nella sua poetica. Infine, in appendice, è presente il regesto delle fonti francesi sull’attività dell’artista e di alcuni dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola di Fontainebleau.
The thesis examines the artistic activity of Nicolò dell'Abate (Modena, 1509 - Paris, 1571), with a particular reference to his draughtsmanship. The thesis is divided into four chapters: the first, introductory, retraces in detail the main stages of Nicolò’s Italian activity; the second and third chapters focus on the examination of his French artistic activity, with a particular reference to his draughtsmanship, studied on the basis of the reconstruction of the historical, cultural and artistic context of France at the time, with a specific reference to the Royal Court of the Valois in the periods between the arrival of Nicolò, in 1552, and the premature death of King Henry II in 1559, and that of 1560 to 1571, during which the queen-mother Catherine de Medici held power. The fourth chapter is the catalogue of Italian and French drawings: it is preceded by an introductory essay which examines the style of drawing of Nicolò dell'Abate in Italy and France. Finally, in the appendix, the French sources on the activity of the artist and some of the principal representatives of the school of Fontainebleau are reported.
La thèse examine l’activité artistique de Nicolò dell’Abate (Modène, 1509 - Paris, 1571), avec une référence particulière à sa production dessinée. La thèse est divisé en quatre chapitres : le premier, introductif, retrace en détail les principales étapes de l’activité italienne; le deuxième et le troisième chapitres sont centrés sur l’examen de l’activité artistique française du maître, avec une référence particulière à ses dessins, étudié sur la base de la reconstruction du contexte historique, culturel et artistique de la France de l’époque, avec une référence spécifique à la cour royale des Valois dans les périodes comprises entre l’arrivée de Nicolò, en 1552, et la mort prématurée du roi Henri II, en 1559, et celle de 1560 à 1571, durant laquelle la reine-mère Catherine de Médicis détenait le pouvoir. Le quatrième chapitre constitue le catalogue des dessins italiens et français : il est précédé d’un essai introductif qui examine le style de dessin de Nicolò dell’Abate en Italie et en France. Enfin, en annexe, les sources françaises sur l’activité de l’artiste et de quelques-uns des principaux représentants de l’école de Fontainebleau sont reprises.
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Culatti, Marcella <1972&gt. „La raffigurazione delle arti in Italia: le allegorie della pittura e della scultura in epoca moderna“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/612/1/culatti_tesi.pdf.

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Culatti, Marcella <1972&gt. „La raffigurazione delle arti in Italia: le allegorie della pittura e della scultura in epoca moderna“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/612/.

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Caprara, Francesco <1968&gt. „Heinrich Bodmer. Guida storico-artistica di Budrio e del suo circondario“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1099/1/Tesi_Caprara_Francesco.pdf.

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Caprara, Francesco <1968&gt. „Heinrich Bodmer. Guida storico-artistica di Budrio e del suo circondario“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1099/.

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Pascual, Chenel Alvaro Luis <1978&gt. „Il ritratto di Stato all'epoca di Carlo II. L'ultimo re della Casa d'Austria in Spagna (1661-1700)“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1100/1/Tesi_Pascual_Chenel_Alvaro_Luis.pdf.

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Pascual, Chenel Alvaro Luis <1978&gt. „Il ritratto di Stato all'epoca di Carlo II. L'ultimo re della Casa d'Austria in Spagna (1661-1700)“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1100/.

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Lapenta, Stefania <1973&gt. „Aspetto, carattere e mitiche imprese di Diana, dela della caccia e della Luna, nella cultura artistica italiana tra XIV e XVI secolo“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1200/1/TESI_Lapenta_Stefania.pdf.

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Lapenta, Stefania <1973&gt. „Aspetto, carattere e mitiche imprese di Diana, dela della caccia e della Luna, nella cultura artistica italiana tra XIV e XVI secolo“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1200/.

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Rubbi, Valeria <1967&gt. „L'architettura a Bologna nel Rinascimento (1899) di Francesco Malaguzzi Valeri: introduzione storico-critica al testo con aggiunte e precisazioni sui momenti centrali del Rinascimento bolognese“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1201/1/tesi_rubbi_valeria.pdf.

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Rubbi, Valeria <1967&gt. „L'architettura a Bologna nel Rinascimento (1899) di Francesco Malaguzzi Valeri: introduzione storico-critica al testo con aggiunte e precisazioni sui momenti centrali del Rinascimento bolognese“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1201/.

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Basalti, Chiara <1980&gt. „Il disegno di ornato nella seconda metà del Settecento a Bologna tra tradizione e innovazione“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2229/1/Basalti__Chiara_Tesi_HI.pdf.

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Basalti, Chiara <1980&gt. „Il disegno di ornato nella seconda metà del Settecento a Bologna tra tradizione e innovazione“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2229/.

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Nadezda, Chamina <1977&gt. „La fortuna della scenografia italiana nella Russia Neoclassica. Il teatro di Pietro Gonzaga a Mosca“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3167/1/Chamina_Nadezda_La_fortuna_della_scenografia_italiana_nella_Russia_neoclassica_Il_teatro_di_Pietro_Gonzaga_a_Mosca.pdf.

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La tesi ha come oggetto lo studio dei legami culturali posti in essere tra la Russia e l’Italia nel Settecento effettuato a partire dall’analisi del teatro di Arkhangelskoe (nei pressi di Mosca), ideato da Pietro Gonzaga. Ciò ha consentito di inquadrare l’atmosfera culturale del periodo neoclassico a partire da un’angolazione insolita: il monumento in questione, a dispetto della scarsa considerazione di cui gode all’interno degli studi di storia dell’arte, racchiude diverse ed interessanti problematiche artistiche. Queste ultime sono state tenute in debito conto nel processo dell’organizzazione della struttura del lavoro in relazione ai differenti livelli di analisi emersi in riferimento alla tematica scelta. Ogni capitolo rappresenta un punto di partenza che va utilizzato al fine di approfondire problematiche relative all’arte ed al teatro nei due Paesi, il tutto reso possibile grazie all’applicazione di un originale orientamento analitico. All’interno della tesi vengono infatti adoperati approcci e tecniche metodologiche che vanno dalla storia dell’arte all’analisi diretta dei monumenti, dall’interpretazione iconografica alla semiotica, per arrivare agli studi sociologici. Ciò alla fine ha consentito di rielaborare il materiale già noto e ampiamente studiato in modo convincente ed efficace, grazie al ragionamento sintetico adottato e alla possibilità di costruire paralleli letterari e artistici, frutto delle ricerche svolte nei diversi contesti. Il punto focale della tesi è rappresentato dalla figura di Pietro Gonzaga. Tra i decoratori e gli scenografi italiani attivi presso la corte russa tra il Settecento e l’Ottocento, questi è stato senza dubbio la figura più rilevante ed affascinante, in grado di lasciare una ricca eredità culturale e materiale nell’ambito dell’arte scenografica russa. Dimenticata per lungo tempo, l’opera di Pietro Gonzaga è attualmente oggetto di una certa riconsiderazione critica, suscitando curiosità e interesse da più parti. Guidando la ricerca su di un duplice binario, sia artistico che interculturale, si è quindi cercato di trovare alcune risonanze tra l’arte ed il pensiero di Gonzaga ed altre figure di rilievo non solo del suo secolo ma anche del Novecento, periodo in cui la cultura scenografica russa è riuscita ad affrancarsi dai dettami impartiti dalla lezione settecentesca, seguendo nuove ed originali strade espressive. In questo contesto spicca, ad esempio, la figura di Vsevolod Meyerchold, regista teatrale (uno dei protagonisti dell’ultimo capitolo della tesi) che ha instaurato un legame del tutto originale con i principi della visione scenica comunicati da Pietro Gonzaga. Lo sviluppo dell’argomento scelto ha richiesto di assumere una certa responsabilità critica, basandosi sulla personale sicurezza metodologica ed esperienza multidisciplinare al fine di tener conto dall’architettura, della teoria e della pratica teatrale – dalla conoscenza delle fonti fino agli studi del repertorio teatrale, delle specifiche artistiche locali, del contesto sociale dei due paesi a cavallo tra il ‘700 e l’‘800. Le problematiche toccate nella tesi (tra le quali si ricordano il ruolo specifico rivestito dal committente, le caratteristiche proprie della villa neoclassica russa, il fenomeno di ‘spettacoli muti’, la “teatralità” presente nel comportamento dei russi nell’epoca dei Lumi, la risonanza delle teorie italiane all’interno del arte russa) sono di chiara attualità per quanto concerne le ricerche relative al dialogo storico-artistico tra i due Paesi.
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Nadezda, Chamina <1977&gt. „La fortuna della scenografia italiana nella Russia Neoclassica. Il teatro di Pietro Gonzaga a Mosca“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3167/.

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La tesi ha come oggetto lo studio dei legami culturali posti in essere tra la Russia e l’Italia nel Settecento effettuato a partire dall’analisi del teatro di Arkhangelskoe (nei pressi di Mosca), ideato da Pietro Gonzaga. Ciò ha consentito di inquadrare l’atmosfera culturale del periodo neoclassico a partire da un’angolazione insolita: il monumento in questione, a dispetto della scarsa considerazione di cui gode all’interno degli studi di storia dell’arte, racchiude diverse ed interessanti problematiche artistiche. Queste ultime sono state tenute in debito conto nel processo dell’organizzazione della struttura del lavoro in relazione ai differenti livelli di analisi emersi in riferimento alla tematica scelta. Ogni capitolo rappresenta un punto di partenza che va utilizzato al fine di approfondire problematiche relative all’arte ed al teatro nei due Paesi, il tutto reso possibile grazie all’applicazione di un originale orientamento analitico. All’interno della tesi vengono infatti adoperati approcci e tecniche metodologiche che vanno dalla storia dell’arte all’analisi diretta dei monumenti, dall’interpretazione iconografica alla semiotica, per arrivare agli studi sociologici. Ciò alla fine ha consentito di rielaborare il materiale già noto e ampiamente studiato in modo convincente ed efficace, grazie al ragionamento sintetico adottato e alla possibilità di costruire paralleli letterari e artistici, frutto delle ricerche svolte nei diversi contesti. Il punto focale della tesi è rappresentato dalla figura di Pietro Gonzaga. Tra i decoratori e gli scenografi italiani attivi presso la corte russa tra il Settecento e l’Ottocento, questi è stato senza dubbio la figura più rilevante ed affascinante, in grado di lasciare una ricca eredità culturale e materiale nell’ambito dell’arte scenografica russa. Dimenticata per lungo tempo, l’opera di Pietro Gonzaga è attualmente oggetto di una certa riconsiderazione critica, suscitando curiosità e interesse da più parti. Guidando la ricerca su di un duplice binario, sia artistico che interculturale, si è quindi cercato di trovare alcune risonanze tra l’arte ed il pensiero di Gonzaga ed altre figure di rilievo non solo del suo secolo ma anche del Novecento, periodo in cui la cultura scenografica russa è riuscita ad affrancarsi dai dettami impartiti dalla lezione settecentesca, seguendo nuove ed originali strade espressive. In questo contesto spicca, ad esempio, la figura di Vsevolod Meyerchold, regista teatrale (uno dei protagonisti dell’ultimo capitolo della tesi) che ha instaurato un legame del tutto originale con i principi della visione scenica comunicati da Pietro Gonzaga. Lo sviluppo dell’argomento scelto ha richiesto di assumere una certa responsabilità critica, basandosi sulla personale sicurezza metodologica ed esperienza multidisciplinare al fine di tener conto dall’architettura, della teoria e della pratica teatrale – dalla conoscenza delle fonti fino agli studi del repertorio teatrale, delle specifiche artistiche locali, del contesto sociale dei due paesi a cavallo tra il ‘700 e l’‘800. Le problematiche toccate nella tesi (tra le quali si ricordano il ruolo specifico rivestito dal committente, le caratteristiche proprie della villa neoclassica russa, il fenomeno di ‘spettacoli muti’, la “teatralità” presente nel comportamento dei russi nell’epoca dei Lumi, la risonanza delle teorie italiane all’interno del arte russa) sono di chiara attualità per quanto concerne le ricerche relative al dialogo storico-artistico tra i due Paesi.
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Solacini, Claudia <1978&gt. „Miti ed eroi nella ritrattistica francese tra XVI e XVIII secolo“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3182/1/solacini_claudia_tesi.pdf.

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Solacini, Claudia <1978&gt. „Miti ed eroi nella ritrattistica francese tra XVI e XVIII secolo“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3182/.

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Madrid, Martin Jose Maria <1981&gt. „Matters of taste: the neoclassical furniture in the Italian portraits from the late eighteenth century to the Restoration“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4534/1/madridmart%C3%ACn_jos%C3%A9mar%C3%ACa_tesi.pdf.

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Analysis and description of the furniture shown on Italian portraits from the late eighteenth century to the period of the Restoration. We have studied real examples of environments still exist with their furniture, chairs, mirrors, lamps, etc. in different areas of Italy. All this to explain the refined taste and cosmopolitan of the characters painted in the portraits, that for this reason they were considered fashionable
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Madrid, Martin Jose Maria <1981&gt. „Matters of taste: the neoclassical furniture in the Italian portraits from the late eighteenth century to the Restoration“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4534/.

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Analysis and description of the furniture shown on Italian portraits from the late eighteenth century to the period of the Restoration. We have studied real examples of environments still exist with their furniture, chairs, mirrors, lamps, etc. in different areas of Italy. All this to explain the refined taste and cosmopolitan of the characters painted in the portraits, that for this reason they were considered fashionable
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Spissu, Maria Vittoria <1980&gt. „Il caso del Maestro di Ozieri e la cultura pittorica del Cinquecento in Sardegna“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5084/1/spissu_mariavittoria_tesi.pdf.

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La tesi si occupa del rapporto tra il Maestro di Ozieri e la produzione figurativa in Sardegna nella prima metà del Cinquecento. Studia l'uso delle incisioni. Valuta l'influenza della pittura romana e meridionale. Riflette sulla possibile identità straniera del pittore, sulla base delle molte somiglianze con artisti tedeschi e fiamminghi. Si occupa di comprendere quali possano essere considerate le opere autografe e quali quelle eseguite da seguaci e imitatori. Riformula alla luce dei confronti stilistici e delle ricerche in archivio la personalità dell'artista e la sua collocazione cronologica.
The present doctoral thesis research focuses on the relationship between the Master of Ozieri and early 16th-century painting in Sardinia (1500-1550). We studied the use of prints and assessed the influence of Roman and southern Italian painting. We pondered on the possibility of the artist's being a foreigner native of northern Europe, given the many similarities between his and German and Flemish works. We delved into understanding which of the paintings presently attributed to him are in fact the Master of Ozieri's work, rather than his followers' and imitators'. Thus, on the basis of painting style comparisons and archives research, the Master of Ozieri's profile and placement in time has been reconsidered.
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Spissu, Maria Vittoria <1980&gt. „Il caso del Maestro di Ozieri e la cultura pittorica del Cinquecento in Sardegna“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5084/.

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La tesi si occupa del rapporto tra il Maestro di Ozieri e la produzione figurativa in Sardegna nella prima metà del Cinquecento. Studia l'uso delle incisioni. Valuta l'influenza della pittura romana e meridionale. Riflette sulla possibile identità straniera del pittore, sulla base delle molte somiglianze con artisti tedeschi e fiamminghi. Si occupa di comprendere quali possano essere considerate le opere autografe e quali quelle eseguite da seguaci e imitatori. Riformula alla luce dei confronti stilistici e delle ricerche in archivio la personalità dell'artista e la sua collocazione cronologica.
The present doctoral thesis research focuses on the relationship between the Master of Ozieri and early 16th-century painting in Sardinia (1500-1550). We studied the use of prints and assessed the influence of Roman and southern Italian painting. We pondered on the possibility of the artist's being a foreigner native of northern Europe, given the many similarities between his and German and Flemish works. We delved into understanding which of the paintings presently attributed to him are in fact the Master of Ozieri's work, rather than his followers' and imitators'. Thus, on the basis of painting style comparisons and archives research, the Master of Ozieri's profile and placement in time has been reconsidered.
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