Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Rinegoziazioni“

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Rinegoziazioni"

1

Corsello, Antonella, und Marinella Buttafarro. „Don Chisciotte e i mulini a vento: il bambino come risorsa nella terapia con la famiglia ricomposta“. RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, Nr. 33 (Juni 2011): 85–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033006.

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Nella societŕ italiana attuale, la famiglia ricomposta rappresenta una realtŕ sempre piů diffusa. Ciň spinge anche l'ambito della psicoterapia familiare a interrogarsi su cosa sia una famiglia ricomposta e quale sia la sua struttura. In questo articolo le autrici affrontano questo tema utilizzando la loro esperienza all'interno di un percorso di terapia familiare con una famiglia ricomposta. La ricerca di una nuova struttura sollecita il sistema terapeutico a confrontarsi con i propri vincoli e a trovare nuovi strumenti e strategie per trasformarli in risorse. Il bambino, attraverso i suoi sintomi, indica una direzione da percorrere, che impone a ciascuno una rinegoziazione delle regole e dei ruoli.
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2

Magri, Geo. „Rinegoziazione e revisione del contratto. Tribunale di Roma, Sez. vi, 27 agosto 2020“. Revista de Derecho Privado, Nr. 41 (02.06.2021): 397–418. http://dx.doi.org/10.18601/01234366.n41.14.

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3

Aiello, Sofia. „Un nuovo inizio“. PSICOBIETTIVO, Nr. 2 (Juli 2012): 117–33. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-002007.

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L'articolo racconta la terapia di una coppia rimasta bloccata nel tunnel di un'elaborazione del lutto mai portata a termine, che ha interrotto il suo percorso evolutivo e impedito il passaggio a una nuova fase del ciclo vitale. Inizialmente il lavoro si č concentrato sulla riattivazione della collaborazione, sulla riscoperta e rinegoziazione delle aspettative reciproche e sulle modalitŕ per rispondere ai bisogni dell'altro in modo piů funzionale. Successivamente raccontare e rivivere la storia di coppia ha premesso loro di condividere le paure e il dolore per la perdita subita, perdita che inizia cosě a trovare un senso e un posto nella loro storia e a essere finalmente accettata, permettendo loro di portare a termine l'elaborazione del lutto. Entrambi hanno riscoperto una nuova immagine di sé e dell'altro e con la consapevolezza delle risorse presenti sono riusciti a riprendere il loro percorso evolutivo.
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4

Soldati, Nicola. „Affitto di azienda alberghiera, rinegoziazione del contratto e tutela cautelare ai tempi del Covid-19“. RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, Nr. 36 (August 2022): 209–39. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-036012.

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Soldati, Nicola. „Affitto di azienda alberghiera, rinegoziazione del contratto e tutela cautelare ai tempi del Covid-19“. RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, Nr. 36 (August 2022): 1–7. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-036013.

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6

Anderson, Gary M., und William F. Shughart. „Is Breaking up Hard to Do? Legal Institutions and the Rate of Divorce *“. Journal of Public Finance and Public Choice 9, Nr. 2 (01.10.1991): 133–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345315.

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Abstract Alcune teorie economiche hanno tentato di rappresentare la famiglia come una specie di impresa economica, applicando il ragionamento economico al matrimonio ed al divorzio.Non vi è stata, tuttavia, un’analisi altrettanto approfondita dell’influenza del sistema giuridico sulla struttura e la natura dei contratti di matrimonio.Se la famiglia viene configurata come un’impresa, ed il divorzio come una rinegoziazione contrattuale, ci si può attendere che i parametri giuridici dello scambio svolgano un ruolo significativo sui costi e, quindi, sul numero dei divorzi.L’indagine svolta dimostra la correttezza di quest’ipotesi. In particolare, si dimostra che la legislazione che prevede una custodia dei figli congiunta tende ad aumentare il tasso di divorzio, forse perché evita una costosa battaglia per l’attribuzione della custodia dei figli. Al contrario, sistemi che richiedono lunghi periodi di residenza e impongono periodi obbligatori di separazione tendono ad avere un tasso di divorzio più basso.Questi risultati sono conformi all’intuizione e ai recenti contributi della teoria economica dei diritti di proprietà, applicati al modello della famiglia come impresa di carattere economico.
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7

Pepe, Tommaso. „Le «città proibite» di Curzio Malaparte e Alceo Valcini: narrazioni, diffrazioni e rinegoziazioni letterarie del ghetto di Varsavia in due scrittori italiani del dopoguerra“. Laboratoire italien, Nr. 24 (03.06.2020). http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.4856.

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Dissertationen zum Thema "Rinegoziazioni"

1

Spangaro, Alessandra <1975&gt. „Rischio contrattuale e rinegoziazione“. Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2005. http://hdl.handle.net/10579/629.

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2

PORRARO, DOMENICO. „La rinegoziazione del debito d'impresa“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2001. http://hdl.handle.net/2108/59855.

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3

ROSSI, PAOLA. „Relazioni di credito, difficoltà finanziarie e rinegoziazione del debito“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2812.

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La tesi analizza come le relazioni tra banche e imprese influenzino la capacità di aziende in difficoltà di rinegoziare il loro debito. Dopo una rassegna della teoria, con particolare attenzione ai fallimenti di mercato che ostacolano la rinegoziazione (primo paper), la tesi approfondisce i problemi di coordinamento tra più banche in presenza di multiaffidamento (secondo paper). Un modello a giochi ripetuti viene utilizzato per descrivere la situazione di banche che si incontrano ripetutamente per discutere su numerose imprese in difficoltà. In tale contesto, il coordinamento è raggiunto seguendo una classica ,'trigger strategy', che prevede la punizione dei comportamenti opportunistici. All’aumentare del numero di banche, altre strategie possono essere utilizzate, come l’esclusione dei creditori considerati inaffidabili (‘ostracismo’), migliorando così la probabilità di cooperare. L’ultimo paper affronta questi temi empiricamente: le banche ristrutturano più facilmente aziende il cui debito è prevalentemente di origine bancaria, più grandi e con una migliore situazione economica e finanziaria prima della crisi. Al crescere del numero di banche la probabilità di ristrutturare e il credito concesso dopo la crisi aumentano fino ad una soglia, stimata tra tre e quattro banche, oltre la quale trovare un accordo diventa più difficile. Questo risultato può aiutare a spiegare la diffusione del multiaffidamento.
The thesis analyses how bank-firm relationships affect firms facing financial distress and their capability to renegotiate outstanding debt. The first paper reviews the theoretical contributions on this process and the market failures that hinder it. The second paper studies coordination problems among multiple banks. Banks have more than one distressed firm to face and, therefore, they come across repeatedly and behave strategically. This setting is modelled as a repeated game, wherein coordination is improved by following a classical trigger strategy, which threatens a punishment in case of free riding behaviours. As the number of lending banks increases, different strategies can be adopted, such as ostracism against untrustworthy players, thus improving the likelihood of cooperation. The last paper analyses empirically the issue: banks tend to restructure those firms they are more involved in, larger and with a better economic and financial situation before the distress event. A higher number of banks and more dispersed debt increase the restructuring probability, the new credit granted after the distress event and the survival probability, up to a threshold estimated between three and four banks, beyond which reaching an agreement becomes harder. This result gives a new rationale to multiple banking relations.
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4

ROSSI, PAOLA. „Relazioni di credito, difficoltà finanziarie e rinegoziazione del debito“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2812.

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La tesi analizza come le relazioni tra banche e imprese influenzino la capacità di aziende in difficoltà di rinegoziare il loro debito. Dopo una rassegna della teoria, con particolare attenzione ai fallimenti di mercato che ostacolano la rinegoziazione (primo paper), la tesi approfondisce i problemi di coordinamento tra più banche in presenza di multiaffidamento (secondo paper). Un modello a giochi ripetuti viene utilizzato per descrivere la situazione di banche che si incontrano ripetutamente per discutere su numerose imprese in difficoltà. In tale contesto, il coordinamento è raggiunto seguendo una classica ,'trigger strategy', che prevede la punizione dei comportamenti opportunistici. All’aumentare del numero di banche, altre strategie possono essere utilizzate, come l’esclusione dei creditori considerati inaffidabili (‘ostracismo’), migliorando così la probabilità di cooperare. L’ultimo paper affronta questi temi empiricamente: le banche ristrutturano più facilmente aziende il cui debito è prevalentemente di origine bancaria, più grandi e con una migliore situazione economica e finanziaria prima della crisi. Al crescere del numero di banche la probabilità di ristrutturare e il credito concesso dopo la crisi aumentano fino ad una soglia, stimata tra tre e quattro banche, oltre la quale trovare un accordo diventa più difficile. Questo risultato può aiutare a spiegare la diffusione del multiaffidamento.
The thesis analyses how bank-firm relationships affect firms facing financial distress and their capability to renegotiate outstanding debt. The first paper reviews the theoretical contributions on this process and the market failures that hinder it. The second paper studies coordination problems among multiple banks. Banks have more than one distressed firm to face and, therefore, they come across repeatedly and behave strategically. This setting is modelled as a repeated game, wherein coordination is improved by following a classical trigger strategy, which threatens a punishment in case of free riding behaviours. As the number of lending banks increases, different strategies can be adopted, such as ostracism against untrustworthy players, thus improving the likelihood of cooperation. The last paper analyses empirically the issue: banks tend to restructure those firms they are more involved in, larger and with a better economic and financial situation before the distress event. A higher number of banks and more dispersed debt increase the restructuring probability, the new credit granted after the distress event and the survival probability, up to a threshold estimated between three and four banks, beyond which reaching an agreement becomes harder. This result gives a new rationale to multiple banking relations.
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5

Montani, Veronica. „Il project financing tra inquadramento teorico e rinegoziazione delle sopravvenienze“. Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423496.

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The paper aims to provide a legal analysis of project finance, examining profiles and civil problems arising from the legal instrument, also through comparative insights. In particular, the paper develops in three directions: (i) analysis of the overall phenomenon, in public contracts area as well as in the private contracts context; (ii) examination of the aforesaid theoretical framework as a whole; (iii) the existence of a legal obligation to renegotiate between the parties themselves. As regards the first issue after a brief reconstruction of the economic phenomenon and the analysis of the essential features of the project finance, the unity of the purpose of the contract was emphasized, arguing that its application in public or private contexts does not alter the nature of the contract itself that remains, therefore, the same. And in fact, the rules contained in the Italian Public Contract Code concerning the project financing cannot be considered neither as a discipline of the legal instrument nor as the discipline of the legal relations existing between the parties; rather the abovementioned rules should be considered as an adaptation of the funding model to the specific needs of the public sector. Therefore, the validity of a general unique scheme is not altered: it is therefore characterized by the presence of specific elements in both areas, public and private: this being true, the legal issues raised by the legal instruments of private and public project finance have been jointly dealt with. As for the second issue, after investigated the relationships existing among the stakeholders of the project finance, the thesis sustained is that the most convincing qualification of the legal tool supporting the economic operation should described as a unique multilateral contract with common purpose, thus rejecting the more common qualification as ‘connected contract’. Once the distinction between ‘connected contracts’ and a unique multilateral contract with common purpose has been imputed to the existence of a unitary consideration, it has been argued that in the project finance the unitary consideration consists in splitting the risk of the project among the involved parties to the contract. This thesis seems confirmed by the special operational guarantees asset, as well as by the conditioning mechanism by which the loan agreement is subject to the existence of construction building, management, supply and sales contracts, while in turn, the abovementioned contracts are subject to the condition precedent consisting in the fulfillment of the loan contract. More precisely: evidence of the common purpose is given by the existence of a common interest of all the stakeholders of the economic operation. A first commonality can be perceived among SPV and lenders, through a parallelism with the Italian agriculture associative agreements and their corresponding institutions in Islamic finance. A second commonality can be highlighted among SPV and the other “satellite” participants, thus assuming a compatibility between exchange contracts and associated contracts, as noted by some academics in the area of network contracts. Consequently, art. 1420 of the Italian civil code would apply, thus avoiding the implications of the principle simul stabunt simul cadent applied to ‘connected contracts’. In other words: the interest of the parties to the fulfillment of the project is, in fact, confirmed by the systematic presence of a specific contractual clause, defined as “terms of survival of the project”. In relation to the third and final point, project finance proves to be an elective ground for renegotiation as appropriate remedy. The legal obligation - now expressly regulated in the German, Dutch and Greek Civil Code as well as implicitly subsisting in the U.S. system - proves to be accepted in the Italian legal system, where it is based on the principle of good faith in the performance of the contract, as interpreted in the light of solidarity constitutional values ?? protected by art. 2 of the Italian Constitution. Additionally, the unified framework of project finance would be consistent with the need to overcome the logic of relativity of contractual fragments, as demonstrated both by the English academic debate now reflecting on the role of sanctity of contract and on the concept of connected contracts, and by the French experience in the area of contractual ‘indivisibilté’. Not every relationship established between the parties is contractual stricto sensu, since there are bilateral agreements: nevertheless, the close “organisational relation” generated leads to reflect on the opportunity to allow an extension of limitation or exclusion liability objections also between the parties of the global operation not linked themselves by a contract and to conclude that there is a responsibility among them that exceed the forms of non-contractual liability. The observations proposed hereabove would lead to a reinterpretation of the borderline between the two legal instruments, ‘connected contracts’ and multilateral contracts, thus leading to the conclusion that there is a legal obligation to renegotiate in both contractual schemes, as both can be defined as relational contracts.
Il lavoro mira ad offrire un’analisi giuridica della finanza di progetto esaminando, anche attraverso spunti di comparazione, i profili e le problematiche civilistiche che originano dall’istituto. In particolare, il lavoro si sviluppa secondo tre direzioni: un’analisi del fenomeno tout court (in ambito pubblicistico e privatistico), al fine di dimostrarne l’unitarietà concettuale; l’inquadramento teorico dell’istituto complessivamente considerato; una disamina del fenomeno delle possibili sopravvenienze contrattuali e della sussistenza di un obbligo legale di rinegoziazione tra le parti stesse. Sotto il primo profilo, svolta una breve ricostruzione del fenomeno economico e degli elementi caratterizzanti la finanza di progetto, si pone in evidenza l’unitarietà dell’istituto, argomentando come la sua applicazione in un contesto pubblico ovvero privato non alteri la natura del contratto in questione che rimane, dunque, sempre la medesima. La normativa contenuta nel Codice dei Contratti Pubblici non rappresenterebbe, dunque, né una disciplina dell’istituto ex se né una regolamentazione dei rapporti sussistenti tra i soggetti coinvolti nell’operazione, bensì un adattamento del modello di finanziamento alle esigenze specifiche del settore nel quale trova applicazione, senza dunque intaccare la validità di uno schema generale connotato dalla presenza dei prospettati elementi specializzanti. All’unitarietà dell’istituto consegue anche una ricostruzione unitaria delle problematiche giuridiche. Sotto il secondo profilo, indagate le relazioni che si vengono a creare tra i diversi attori della finanza di progetto, si propone un tentativo di inquadramento dell’istituto in termini di contratto plurilaterale con comunione di scopo, distaccandosi dalla più classica qualificazione in termini di collegamento negoziale. Ravvisato, infatti, il discrimine tra collegamento negoziale e contratto unitario nella sussistenza di una causa unitaria, si è posto in evidenza come essa, nel project financing, consista nel frazionamento del rischio del progetto, confermato dal particolare quadro di garanzie poste a fondamento della struttura contrattuale, nonché mediante un preciso meccanismo di condizionamento di ciascuno dei singoli contratti secondo cui il contratto di finanziamento risulterà subordinato all’effettiva sussistenza dei contratti di costruzione, gestione, fornitura e vendita (c.d. conditions precedent), a loro volta, sottoposti alla condizione sospensiva costituita dal perfezionarsi del contratto di finanziamento. La comunione di scopo, in particolare, sarebbe dimostrata dalla sussistenza di un interesse comune di tutti gli attori dell’operazione: tra società veicolo e finanziatori, da un lato, attraverso un parallelismo con i contratti associativi agrari e con i corrispondenti istituti della finanza islamica; tra società veicolo e operatori “satellite”, dall’altro, dichiarando una compatibilità tra contratti di scambio e contratto associativo, come osservato da parte della dottrina in materia di contratti di rete. Ne conseguirebbe l’applicazione dell’art. 1420 c.c. ovviandosi in tal modo alle implicazioni derivanti dal principio di simul stabunt simul cadent, caratterizzante il collegamento negoziale: l’essenzialità e la centralità dell’interesse della parti alla prosecuzione del progetto risulta, infatti, confermata dalla presenza sistematica di apposite clausola contrattuali, definite, “clausole di sopravvivenza” del progetto. In relazione al terzo ed ultimo aspetto, quello della gestione delle possibili sopravvenienze economiche, il project financing si dimostra essere terreno elettivo per l’applicazione del rimedio manutentivo della rinegoziazione. L’obbligo, oggi espressamente disciplinato nel Codice Civile tedesco, olandese e greco, nonché implicitamente sussistente nel sistema statunitense, potrebbe dirsi esistente anche nel sistema italiano sulla base del principio di buona fede nell’esecuzione del contratto, letto alla luce dei valori costituzionali di solidarietà tutelati dall’art. 2 Cost. L’inquadramento unitario della finanza di progetto risulterebbe compatibile, ulteriormente, con l’esigenza di superamento della logica di relatività dei frammenti contrattuali, come dimostrato dall’esperienza inglese che si interroga sull’attualità del principio di sanctity of contract e sulla nozione di network contrattuale nonché dall’esperienza francese in tema di indivisibilté contrattuale. Non tutte le relazioni che si instaurano tra i diversi soggetti sono contrattuali in senso stretto, trattandosi di contratti tendenzialmente bilaterali; tuttavia, la stretta organisational relation che si genera induce a riflettere sulla possibilità di ammettere l’opponibilità delle eccezioni di limitazione o esonero di responsabilità tra i soggetti del collegamento negoziale non uniti da un contratto in senso stretto e di ritenersi sussistente una responsabilità tra i diversi soggetti che superi le forme della responsabilità extracontrattuale. Simili osservazioni indurrebbero ad una rilettura del confine tra gli istituti del collegamento negoziale e del contratto plurilaterale, potendosi, in conclusione, ritenere sussistente un obbligo di rinegoziazione ex lege anche nel primo, anch’esso caratterizzato da un profilo relazionale.
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Favarolo, Ada. „La gestione delle sopravvenienze nei contratti ad evidenza pubblica: la rinegoziazione“. Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/135.

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2009 - 2010
Il rischio delle sopravvenienze - tanto maggiore quanto più esteso è il lasso temporale tra la conclusione e l’esecuzione del contratto - determina una divaricazione tra il regolamento contrattuale, di per sé statico, e la realtà, dinamica, e pone notevoli difficoltà in ordine alla gestione del rapporto. A fronte di tali evenienze, si rivela utile il ricorso agli strumenti conservativi invalsi nella prassi negoziale, soprattutto internazionale, che sono orientati al riequilibrio del rapporto. In luogo dei tradizionali rimedi ablativi si auspica l’applicazione, in via generalizzata, di meccanismi di prosecuzione del rapporto che consentono la rimodulazione degli accordi, in via convenzionale e/o giudiziale. Questa soluzione si presenta in linea con le nuove frontiere del diritto contrattuale, una delle quali è quella che si sviluppa attraverso la sequenza conservazione-adeguamento-rinegoziazione del contratto. Si evidenzia l’autonomia della fase esecutiva del rapporto e si attribuisce al contratto una flessibilità indispensabile per porre rimedio, mediante l’adeguamento, alla inevitabile incompletezza economica dei rapporti destinati a protrarsi nel tempo. L’interesse verso l’applicazione dell’istituto della rinegoziazione ai contratti della pubblica amministrazione muove dalla crescente diffusione dei rapporti consensuali in cui è coinvolta la p.a., sul piano sia delle previsioni normative che delle prassi amministrative. Le ragioni di questo sviluppo si rinvengono nelle forti trasformazioni sociali che hanno caratterizzato l’ordinamento in senso pluralistico e autonomistico, nonché nel riconoscimento della rilevanza di tali contratti dal punto di vista economico, in considerazione dell’intervento sempre più massiccio dei pubblici apparati nella dinamica dei fenomeni economici ed imprenditoriali. Acquisita la consapevolezza circa la possibilità di perseguire il fine pubblico mediante moduli consensuali, le pubbliche amministrazioni hanno fatto sempre più ricorso a strumenti di stampo civilistico, attuando, così, i fondamentali principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa e superando il dogma della incompatibilità tra discrezionalità amministrativa e autonomia negoziale, nonché l’idea del ricorso al modello autoritativo quale strumento esclusivo di realizzazione degli interessi pubblici. La funzionalizzazione dell’attività amministrativa al perseguimento del pubblico interesse implica l’operatività di regole particolari, che, però, non garantiscono la predisposizione o, comunque, la persistenza di una regolamentazione equilibrata di tutti gli interessi coinvolti. L’esigenza di tutelare l’equilibrio contrattuale non è estranea ai contratti della P.A., poiché un regolamento non rispondente a tutti gli interessi rappresentati nel contratto, o non più tale per effetto di circostanze sopravvenute, integra un momento patologico dell’attività amministrativa. In questa prospettiva, la ricerca si prefigge l’obiettivo di valutare la configurabilità e gli eventuali limiti della rinegoziazione nei contratti della Pubblica Amministrazione, quale strumento di pianificazione dei conflitti e modalità di tutela dell’interesse pubblico. L’esigenza di evitare distorsioni della concorrenza e assicurare l’attuazione del principio della par condicio tra i partecipanti alle gare giustifica la diffidenza verso l’istituto, al punto da affermare un divieto di rinegoziazione, sia nella fase propriamente procedimentale sia in quella successiva alla stipula del contratto. Questo divieto sarebbe espressione dell’impossibilità di dar luogo a forme di contrattazione nell’ambito delle procedure di evidenza pubblica, in quanto, alla possibilità di rivedere in melius - anche in favore della stazione appaltante- le condizioni contrattuali, si oppone l’esigenza di salvaguardare la par condicio fra i concorrenti di una procedura ormai definitivamente conclusa e, pertanto, intangibile. La questione merita di essere analizzata anche alla luce dei criteri di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa, in ossequio al principio del buon andamento. La dialettica tra questi principi è idonea a conferire alla rinegoziazione una diversa dignità di ruolo e consente di configurare le operazioni di adattamento contrattuale, in presenza di sopravvenienze, come rispondenti ad esigenze legittime sia dell’amministrazione, sia del soggetto aggiudicatario. Non sembra pertanto corretto ritenere che la rinegoziazione comporti necessariamente una violazione dei principi di trasparenza e concorrenza. La rigorosa delimitazione dell’ambito applicativo della rinegoziazione nei contratti ad evidenza pubblica alla sola gestione degli eventi sopravvenuti, con il fine di ripristinare l’equilibrio economico-giuridico esistente al momento della stipulazione del contratto consente di superare la principale obiezione mossa all’impiego degli strumenti manutentivi, rappresentata dalla lesione delle regole della concorrenza, e realizza, al contempo, un equilibrato bilanciamento tra gli interessi coinvolti. Si evidenzia, così, l’impossibilità di accogliere una soluzione univoca e la necessità di procedere a una verifica in concreto circa i reali effetti sortiti dalla rinegoziazione sull’assetto complessivo della gara. La soluzione prospettata è il risultato sia di una valorizzazione della capacità negoziale della P.A. - che non si esaurisce al momento della conclusione del contratto, ma rimane aperta alla dinamica degli interessi (pubblici e privati) - sia di una ricostruzione della buona fede quale clausola generale del nostro ordinamento con valenza non solo interpretativa, ma anche integrativa del contenuto contrattuale, idonea a garantire la conservazione dell’equilibrio economico-giuridico del contratto. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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7

Carollo, Giulia <1982&gt. „Dal Bangladesh alla provincia vicentina: maternità migranti tra negazione e rinegoziazione di sé“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8393.

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Questa tesi analizza le modalità secondo cui alcune donne immigrate dal Bangladesh e residenti ora nella provincia di Vicenza, hanno gestito e raccontano la maternità, tanto quella vissuta nel loro paese quanto quella vissuta nel contesto di migrazione. Ho scelto alcuni punti di vista precisi: da una parte la relazione tra queste donne e gli insegnamenti tradizionali del loro paese circa la gestazione e la maternità e il modo in cui tale relazione si è modificata con la migrazione, dall'altra il rapporto instaurato con la realtà sanitaria del nuovo luogo di residenza. Dai racconti delle donne emerge che l'esperienza migratoria risulta essere tanto irta di difficoltà e ostacoli, legati soprattutto alla mancanza dei punti di riferimento noti, quanto ricca di opportunità e libertà inedite da scoprire e di cui godere, svincolate dal controllo esercitato in patria dalla famiglia e dalla società. Un ulteriore punto di vista che ho preso in considerazione è quello offerto dalle operatrici sanitarie dell'Ulss 4 Alto Vicentino, e in particolare del consultorio di Thiene, e dal loro lavoro quotidiano per costruire una modalità di relazione il più possibile efficace con queste donne: il percorso di queste operatrici è fitto di dubbi e difficoltà ma anche di desiderio di conoscenza, di confronto e di apertura. Per entrare in contatto con queste realtà ho utilizzato principalmente la tecnica dell'intervista qualitativa.
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ROMBI, PATRIZIA. „Sopravvenienze e rimedi nel contratto d'appalto: la previsione del cosiddetto obbligo di rinegoziazione“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266819.

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In this thesis I study how the legal system reacts (or ought to react) to unforeseen circumstances that interfere with the functioning of long term contractual relationships. More precisely, I investigate whether mandatory renegotiation would be an appropriate tool to guarantee the flexibility that long-term relationships require. Furthermore, after having analyzed the instruments that our legal system offers to preserve long-term contractual relationships, I explore the solutions adopted by other legal systems. This comparative analysis helps to formulate normative proposals to improve the functioning of our legal system.
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GENTILE, CAROLINA. „GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DELL'IMPRESA ARTICOLATA IN UN GRUPPO“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98839.

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La tesi si propone l’obbiettivo di analizzare la disciplina degli accordi di ristrutturazione dei debiti dell’impresa articolata in un gruppo, come prevista nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il lavoro è strutturato in quattro capitoli, il primo dei quali ha la funzione di breve introduzione all’argomento. Più precisamente, nell’ambito del primo capitolo si è voluto dare conto dello stato dell’arte nel contesto ante riforma e dei principi che hanno ispirato la riforma. Esaurita la parte introduttiva, il secondo capitolo è stato dedicato, invece, ad esporre i rilievi preliminari sui termini del problema, anche al fine di individuare le modalità interpretative per una ricostruzione dottrinale della disciplina, la quale appare, prima facie, piuttosto lacunosa. La seconda parte del capitolo è stata dedicata, invece, ad esaminare la nozione di gruppo, al fine di definire l’ambito applicativo della nuova disciplina. Nell’ambito del terzo capitolo si è proceduto, invece, a dare conto del ruolo riferibile alla holding nella gestione della crisi di gruppo. Si è, poi, dato luogo all’analisi della fattispecie normativa degli accordi di ristrutturazione dell’impresa articolata in un gruppo, trattando in modo più approfondito dei problemi applicativi che l’istituto pone. Il quarto capitolo, infine, è stato dedicato ad una disamina dei profili procedimentali, ovvero delle problematiche che vengono in considerazione nella fase processuale cui gli accordi di ristrutturazione sono soggetti al fine della loro omologazione.
The thesis aims to analyze the discipline of debt restructuring agreements of the corporate group enterprise, as provided for in the new code of business crisis and insolvency. The work is structured into four chapters, the first of which serves as a brief introduction to the topic. More precisely, in the context of the first chapter it is showed the state of the art in the pre-reform context and of the principles that inspired the reform. The second chapter is dedicated, instead, to exposing the preliminary remarks on the terms of the problem, also in order to identify the interpretative methods for a doctrinal reconstruction of the discipline which appears, prima facie, rather incomplete. The second part of the chapter is dedicated to examining the notion of group, in order to define the application scope of the new discipline. In the context of the third chapter, instead, it was considered the role attributable to the holding in managing the group crisis. Then there were analyzed the application problems of the discipline debt restructuring agreements of the group enterprise. The fourth chapter is dedicated to an examination of the procedural profiles, i.e. the problems that are taken into consideration with regard to the procedural phase to which the restructuring agreements are subject in order to be approved.
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GENTILE, CAROLINA. „GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DELL'IMPRESA ARTICOLATA IN UN GRUPPO“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98839.

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La tesi si propone l’obbiettivo di analizzare la disciplina degli accordi di ristrutturazione dei debiti dell’impresa articolata in un gruppo, come prevista nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il lavoro è strutturato in quattro capitoli, il primo dei quali ha la funzione di breve introduzione all’argomento. Più precisamente, nell’ambito del primo capitolo si è voluto dare conto dello stato dell’arte nel contesto ante riforma e dei principi che hanno ispirato la riforma. Esaurita la parte introduttiva, il secondo capitolo è stato dedicato, invece, ad esporre i rilievi preliminari sui termini del problema, anche al fine di individuare le modalità interpretative per una ricostruzione dottrinale della disciplina, la quale appare, prima facie, piuttosto lacunosa. La seconda parte del capitolo è stata dedicata, invece, ad esaminare la nozione di gruppo, al fine di definire l’ambito applicativo della nuova disciplina. Nell’ambito del terzo capitolo si è proceduto, invece, a dare conto del ruolo riferibile alla holding nella gestione della crisi di gruppo. Si è, poi, dato luogo all’analisi della fattispecie normativa degli accordi di ristrutturazione dell’impresa articolata in un gruppo, trattando in modo più approfondito dei problemi applicativi che l’istituto pone. Il quarto capitolo, infine, è stato dedicato ad una disamina dei profili procedimentali, ovvero delle problematiche che vengono in considerazione nella fase processuale cui gli accordi di ristrutturazione sono soggetti al fine della loro omologazione.
The thesis aims to analyze the discipline of debt restructuring agreements of the corporate group enterprise, as provided for in the new code of business crisis and insolvency. The work is structured into four chapters, the first of which serves as a brief introduction to the topic. More precisely, in the context of the first chapter it is showed the state of the art in the pre-reform context and of the principles that inspired the reform. The second chapter is dedicated, instead, to exposing the preliminary remarks on the terms of the problem, also in order to identify the interpretative methods for a doctrinal reconstruction of the discipline which appears, prima facie, rather incomplete. The second part of the chapter is dedicated to examining the notion of group, in order to define the application scope of the new discipline. In the context of the third chapter, instead, it was considered the role attributable to the holding in managing the group crisis. Then there were analyzed the application problems of the discipline debt restructuring agreements of the group enterprise. The fourth chapter is dedicated to an examination of the procedural profiles, i.e. the problems that are taken into consideration with regard to the procedural phase to which the restructuring agreements are subject in order to be approved.
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Bücher zum Thema "Rinegoziazioni"

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Cesàro, Vincenzo Maria. Clausola di rinegoziazione e conservazione dell'equilibrio contrattuale. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2000.

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De Pamphilis, Matteo. Rinegoziazione e default rule. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph03.

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"Nella lunga vita di molti contratti, possono verificarsi eventi imprevisti che incrinano l’equilibrio, soprattutto economico, delle reciproche prestazioni. Il discorso intorno al diritto-dovere di rinegoziare gli accordi esposti a sopravvenienze è ormai un tema classico del diritto civile, che rispunta ciclicamente in occasione di eventi di rilevanza mondiale capaci di compromettere la tenuta di innumerevoli contratti in corso. La pandemia di COVID-19 è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. Questa ricerca si propone di individuare il miglior approccio giuseconomico per affrontare il dilemma della rinegoziazione, in prospettiva strutturale, cercando di coniugare le soluzioni proposte dagli interpreti del diritto civile con i contributi di analisi economica del diritto, nella prospettiva della riforma del codice civile italiano e della progressiva armonizzazione del diritto privato europeo e internazionale. In questo percorso, l’individuazione di una regola di default stabile e duratura per un contesto mutevole e multiforme è forse la contraddizione in termini che più vale la pena affrontare. Matteo de Pamphilis, dopo la laurea in Giurisprudenza e il conseguimento del dottorato di ricerca in Diritto civile nell’Università di Bologna, collabora con la stessa Alma Mater come professore a contratto e tutor didattico in materie privatistiche. Negli ultimi anni è stato docente degli insegnamenti in lingua inglese Planning and public intervention in the lifestyle and health sector e Public and private action for the development of services nel corso di laurea magistrale in Wellness culture: sport, health and tourism. È socio aggregato dell’Associazione Civilisti Italiani e svolge la professione di avvocato nel Foro di Bologna, prevalentemente nel settore civile, commerciale e concorsuale."
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