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Dissertationen zum Thema „Psicologia dello sviluppo“

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Prandini, Carlo <1960&gt. „Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/1/TESTOUNICO2.pdf.

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Prandini, Carlo <1960&gt. „Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/.

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Antonello, Irene <1991&gt. „Teoria della mente e Disturbi dello Spettro Autistico: una possibile spiegazione del deficit sociale“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11479.

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I Disturbi dello Spettro Autistico sono fenomeni complessi dei quali la ricerca scientifica possiede poche certezze, nonostante i casi siano in continuo aumento. I soggetti colpiti presentano numerosi sintomi, primo fra tutti una carente capacità ad intrattenere rapporti sociali: essi hanno delle difficoltà a esprimere le loro emozioni, a comprendere quelle altrui e in alcuni casi non cercano spontaneamente il contatto sociale. In questa ricerca si descriveranno le principali caratteristiche dei Disturbi dello Spettro Autistico, prestando una maggiore attenzione al deficit sociale e si esporranno i diversi modelli teorici che sono stati offerti per spiegare la presenza di questo deficit. Si cercherà di verificare, in particolare, se le difficoltà delle persone con ASD (Autistic Spectrum Disorders) ad instaurare relazioni sociali adeguate possono derivare dallo mancato sviluppo della teoria della mente, meccanismo che nello sviluppo tipico permette di spiegare il comportamento altrui in termini di stati mentali, o, in altre parole, attribuendo loro pensieri, credenze, opinioni e desideri. Si tratterà infine delle principali pratiche terapeutiche che sino ad ora sono state proposte per sviluppare le abilità sociali di queste persone.
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VACCA, Tiziana. „L’espressione facciale di distress nelle primissime fasi dello sviluppo“. Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388838.

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Distress, described for the first time and very accurately by Charles Darwin in 1872, is the classic facial expression that accompanies the tears in the earliest stages of development. Term newborn manifests complete and mature distress facial expression, through intense muscular contraction of the bilateral type (Izard, Hembree, Dougherty, & Spizzirri, 1983; Izard, Hembree, & Huebner, 1987); in the preterm infant is performed spontaneously already at 30 weeks postconceptional age (Dondi, Costabile, Vacca, Franchin, Agnoli, Lombardi, & Corchia, 2008). This work presents three experimental studies that investigate the presence of the actions that characterize the facial expression of distress in the very early stages of development, through the use of Baby FACS (Oster, 2009), a methodology specifically developed for the analysis of facial expressions of the child. The first study concerns the analysis of spontaneous facial actions that identify the distress in a sample composed of three groups of fetuses with different gestational ages (20-21, 26 and 28 weeks), observed through the recording of 3D and 4D ultrasound. The results obtained have confirmed the presence of AU4 (Brow Knotting ) on the face of all the subjects of the sample. The second study concerns the analysis of spontaneous facial actions that identify the distress in a sample composed of two groups of preterm and one group of a term infants. The results support and reinforce what was stated up to now: distress is a mature facial expression and it is performed by preterm infants with a very low gestational age. In the third study we observed 12 term infants during a routine blood test. The results obtained in the study showed how the AU4 (Brow Knotting ) and the AU20 (Lip Stretcher), characterizing distress, are showed on the faces of infants with differences in terms of frequency of occurrence and duration of total average in the four phases of the sampling procedure from the heel. Key words: distress, pain, facial expressions, foetus, preterm.
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DE, FABRITIIS PAOLA. „Lo sviluppo della flessibilità rappresentazionale“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Trieste, 2003. http://hdl.handle.net/10281/36599.

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Representational flexibility is usually assessed in the graphic domain by whether children can innovate canonical drawings. According to the Karmiloff-Smith’s RR Model (RRM 1990), flexibility is acquired with a marked discontinuity at 8-9 years, when routine drawings are overcome once and for all. RRM, though, is inherently recursive, implying that innovation entertains a continuous trade-off with graphic conservatism along development. In this regard, a less recent model by van Sommers (1984) suggests that pictorial conservatism coexist with flexibility, even in adulthood, and that continuity models fit better flexibility development. This study aims at comparing the two models and their ability to predict the relationship between conservatism and flexibility during development. 75 children (5, 7, 9, 11 year-olds) and 20 adults were asked to draw two similar and two different houses (administration order balanced across the sample). Drawings were coded with a 5 point scale for 6 aspects (e.g. house’s structure and details). Results show that linear trends fit flexibility development in all aspects. Adults draw canonical houses more than older children, although score highly in the differentiation task. Results suggest that flexibility coexist with some conservatism even in adults, lending support to van Sommers’s model, in these regards.
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6

MOLTENI, STEFANIA. „Creatività e comprensione delle emozioni. Studi empirici con bambini a sviluppo tipico e con disturbo dello spettro autistico“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77220.

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La creatività è un costrutto multidimensionale di non semplice definizione (Antonietti, Colombo & Pizzingrilli, 2011a, 2011b; Runco, 2008). È una potenzialità psicologica presente – in diversa misura – in ogni individuo e una Life Skill fondamentale per il benessere e l’adattamento all’ambiente. Creatività e competenza emotiva – intesa come capacità di esprimere, comprendere e regolare le emozioni (Denham, 2006) – sembrano essere aspetti correlati: in particolar modo fluidità (produzione di tante idee) e flessibilità (produzione di idee diverse tra loro) sono legate alla competenza emotiva e alla stima di sé (Sànchez-Ruiz, Hernandez-Torrano, Pérez-Gonzàlez, Batey & Petrides, 2011; Hoffman & Russ, 2012) in bambini a sviluppo tipico. Studi con bambini a sviluppo atipico evidenziano come bambini con disturbo dello spettro autistico abbiano elevata creatività, a fronte di scarse competenze emotive. Sembra infatti che alcuni tratti tipici del disturbo – quali ad esempio la tendenza verso la perfezione, la capacità di focalizzarsi sui dettagli e un’ottima memoria (Happé & Vital, 2009) – siano particolarmente propizi per lo sviluppo della creatività. Spesso tuttavia ci si sofferma solo sugli aspetti deficitari della patologia, senza considerare le potenzialità che questi bambini possono avere. Con l’obiettivo di approfondire il legame tra creatività e comprensione delle emozioni in bambini con sviluppo tipico e con disturbo dello spettro autistico, sono stati condotti due studi empirici, valutando intelligenza fluida, abilità creativa e comprensione delle emozioni. Il primo ha coinvolto circa 400 bambini di età compresa fra 5 e 11 anni, prendendo in considerazione anche l’effetto diretto che alcune variabili socio-demografiche possono avere sul variare dei punteggi di creatività. Successivamente l’attenzione è stata focalizzata su un gruppo di circa 40 bambini con autismo ad alto funzionamento cognitivo appaiati per genere ed età a bambini con sviluppo tipico. Dallo Studio I emerge che, differentemente da intelligenza fluida e comprensione delle emozioni, la creatività non aumenta all’aumentare dell’età. Creatività e comprensione delle emozioni risultano significativamente correlate (fluidità e componente mentale: p<.05; flessibilità e componente esterna: p<.05; flessibilità e componente mentale: p<.01; elaborazione e componente mentale/riflessiva p<.05). Si osserva un interessante effetto di interazione tra le variabili, in particolar modo in riferimento a fluidità e flessibilità. I dati pongono quindi in evidenza che lo sviluppo dei due aspetti è, per qualche verso correlato. Dallo Studio II emerge invece che i bambini con autismo producono idee elaborate e originali, ma mostrano una tipologia di pensiero più rigida (fluidità: p<.05; flessibilità: p<.001) e difficoltà significative nella comprensione delle emozioni rispetto ai pari con sviluppo tipico. Tra gli aspetti indagati emergono correlazioni interessanti, in particolar modo tra comprensione delle emozioni e fluidità (Componente esterna: p<.05, Componente mentale: p<.01, Componente riflessiva: p<.001), flessibilità (Componente esterna: p<.05; Componente riflessiva: p<.05) ed elaborazione (Componente mentale: p<.01). In relazione agli interessanti risultati emersi si propone un percorso educativo per piccoli gruppi di bambini con autismo con focus su fluidità e flessibilità con l’obiettivo di incrementare la comprensione delle emozioni.
Creativity is a multidimensional construct, not easy to define (Antonietti, Colombo & Pizzingrilli, 2011a, 2011b; Runco, 2008). It represents a psychological potential that each individual owns in different measures and a fundamental Life Skill for the well-being and the adaptation to the environment. Creativity and emotional competence - like the ability to understand, express and regulate emotions (Denham, 2006) - seem to be related to each other: especially fluidity (generating a great number of ideas) and flexibility (generating original ideas, different from each other) are linked to emotional competence and to self-esteem (Sanchez-Ruiz, Hernandez-Torrano, Pérez-González, Batey & Petrides, 2011; Hoffman & Russ, 2012) in children with typical development. Studies with children with atypical development highlight that children with autism spectrum disorder seem to show high creativity but they find some difficulties in using emotional competence. In particular, some specific traits of the autism disorder – like tendency toward perfection, focus on details and good memory (Happé & Vital, 2009) – seem to be particularly favorable for the development of creativity. However, research often focuses only on their deficit, not considering the potentialities that these children may have. With the aim to investigate the link between creativity and emotion comprehension in children with typical development and with autism spectrum disorder, two empirical studies have been carried out, assessing fluid intelligence, creativity and emotion comprehension. The first one involved about 400 children aged between 5 and 11, considering also the direct effect that some socio-demographic variables might have on the variation of creativity scores. Afterwards, attention was focused on a group of about 40 children with high-functioning autism and 40 children with typical development paired for gender and age. The first Study shows that, differently from fluid intelligence and emotion comprehension, creativity does not grow with age. Creativity and emotion comprehension show interesting correlations (fluidity and mental component: p<.05; flexibility and external component: p<.05; flexibility and mental component: p<.01; elaboration and mental/reflexive component: p<.05). An interesting interaction effect among the variables emerges, particularly in relation to fluidity and flexibility. The data suggest that the development of the two aspects is, in some way, related. The second study shows that children with autism produce elaborate and original ideas, but show a more rigid way of thinking (Fluidity: p<.05; Flexibility: p<.001) and significant difficulties in emotion comprehension. Among the three investigated aspects, interesting correlations emerged: emotion comprehension appears to be linked to fluidity (External component: p<.05, Mental component: p<.01, Reflexive component: p<.001), flexibility (External component: p<.05; Reflexive component: p<.05) and elaboration (Mental component: p<.01). In relation to these interesting findings, we propose an educational training for small groups of autistic children, focused on fluidity and flexibility, with the aim to increase emotion comprehension.
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LUCCHINI, BARBARA. „Competenze di mentalizzazione e dello sviluppo morale in situazioni evolutive tipiche e atipiche“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/149.

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La tesi è articolata in due studi entrambi condotti nel settore di studi della teoria della mente. I due ambiti indagati sono l'abilità di finzione e la comprensione morale, in condizioni evolutive tipiche e atipiche. Il primo ambito indagato è il gioco di finzione nello sviluppo tipico, in particolare in riferimento all'interazione con la madre. I dati ottenuti dallo studio condotto, in cui si sono analizzate le espressioni verbali materne, supportano l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza delle madri ad utilizzare un linguaggio mentalistico in modo appropriato durante l'interazione di finzione con i loro bambini. Il secondo ambito di indagine è la comprensione morale, nello specifico la valutazione delle intenzioni che sottendono azioni di valenza morale in soggetti autistici. Lo studio condotto analizza la capacità di mentalizzazione e di comprensione morale e i loro eventuali legami, nell'autismo ad alto funzionamento e nello sviluppo tipico. I risultati della ricerca mostrano che, in accordo con la letteratura, si riscontrano difficoltà negli autistici nelle prove mentalistiche, ma non nelle prove sulla comprensione morale.
My dissertation consists of two researches concerning theory of mind, in particular pretend play and moral understanding, in typical and atypical development. The first study investigated the maternal mental language used during mother-child interaction in pretend and real contexts. The results suggest that mothers used an appropriated mental language during the mother-child interaction in pretend. The second study analyzed theory of mind and moral understanding in children with autism high-functioning and normal development children. The aim of this research was to explore evaluation of the intention of moral action and its link with mentalization ability. According to literature, results show significant differences between autistic and control groups in theory of mind tasks, but not in moral understanding tasks.
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LUCCHINI, BARBARA. „Competenze di mentalizzazione e dello sviluppo morale in situazioni evolutive tipiche e atipiche“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/149.

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La tesi è articolata in due studi entrambi condotti nel settore di studi della teoria della mente. I due ambiti indagati sono l'abilità di finzione e la comprensione morale, in condizioni evolutive tipiche e atipiche. Il primo ambito indagato è il gioco di finzione nello sviluppo tipico, in particolare in riferimento all'interazione con la madre. I dati ottenuti dallo studio condotto, in cui si sono analizzate le espressioni verbali materne, supportano l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza delle madri ad utilizzare un linguaggio mentalistico in modo appropriato durante l'interazione di finzione con i loro bambini. Il secondo ambito di indagine è la comprensione morale, nello specifico la valutazione delle intenzioni che sottendono azioni di valenza morale in soggetti autistici. Lo studio condotto analizza la capacità di mentalizzazione e di comprensione morale e i loro eventuali legami, nell'autismo ad alto funzionamento e nello sviluppo tipico. I risultati della ricerca mostrano che, in accordo con la letteratura, si riscontrano difficoltà negli autistici nelle prove mentalistiche, ma non nelle prove sulla comprensione morale.
My dissertation consists of two researches concerning theory of mind, in particular pretend play and moral understanding, in typical and atypical development. The first study investigated the maternal mental language used during mother-child interaction in pretend and real contexts. The results suggest that mothers used an appropriated mental language during the mother-child interaction in pretend. The second study analyzed theory of mind and moral understanding in children with autism high-functioning and normal development children. The aim of this research was to explore evaluation of the intention of moral action and its link with mentalization ability. According to literature, results show significant differences between autistic and control groups in theory of mind tasks, but not in moral understanding tasks.
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GIUDICI, FEDERICA. „TEORIA DELLA MENTE E DECISION-MAKING: UN APPROCCIO INTEGRATO ALLO STUDIO DELLE ABILITA' MENTALISTICHE IN GIOVANI ADULTI“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/806.

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La ricerca si prefigge lo scopo di approfondire il funzionamento del ragionamento mentalistico negli adulti e l’associazione tra quest’ultimo e i processi decisionali (Astington, 1996; 1999; Sanfey e coll., 2003) . L’ approccio economico classico (Von Neumann, Morgenstern, 1947) alla decisione non considera adeguatamente la soggettività all’interno del processo decisionale; le recenti sollecitazioni in psicologia hanno sempre più evidenziato la necessità di descrivere come effettivamente le persone prendano delle decisioni. Il primo capitolo offre una definizione approfondita della ToM (Camaioni, 2003); Il secondo capitolo approfondisce la ToM negli adulti(Keysar e coll., 2003)e ei affronta il legame tra ToM e presa di decisione, la quale che richiede la capacità di gestire a livello mentalistico diverse rappresentazioni (Marchetti, Castelli, 2006). Nel terzo capitolo viene presentata l’analisi confermativa di una scala nata in ambito estone e anglosassone (Realo e coll., 2003) che valuta le credenze circa le proprie abilità mentalistiche. Il quarto capitolo descrive uno studio che studia il legame tra il pensiero mentalistico e due “bias decisionali”, l’outcome bias (Baron e coll., 1998) e l’hindsight bias (Fischhoff, 1975). Il quinto capitolo propone una ricerca il cui scopo è lo studio del ruolo della ToM nella decisione: il decision‐making richiede l’abilità di “incontrare la mente altrui” (Battistelli, 1995) per potersi attuare (2000; Fehr e coll., 2007).
The thesis aims to investigate ToM in adults and the association between ToM and decision making (Astington, 1996; 1999, Sanfey et al., 2003). The classical economic approach on decision making (Von Neumann, Morgenstern, 1947) does not consider the subjectivity in the choice-process; psychology have increasingly stressed the need to describe how people actually make decisions. The first chapter provides a ToM definition (Camaioni, 2003) The second chapter discusses ToM in adults (Keys et al., 2003) and addresses the link between ToM and decision making, which requires the ability to manage different mentalistic (Marchetti, Castelli, 2006). The third chapter presents the “Mind reading belief Scale” (Real et al., 2003) which assesses beliefs about mentalistic abilities. The fourth chapter describes a research that investigating the link between ToM and two “decisional bias”, the outcome bias (Baron et al., 1998) and the hindsight bias (Fischhoff, 1975). The fifth chapter proposes a research that aims to study the role of ToM in the decision: the decision-making requires the ability to "meet the other’s mind" (Battistelli, 1995) in order to make a choice(2000, Fehr et al., 2007).
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GIUDICI, FEDERICA. „TEORIA DELLA MENTE E DECISION-MAKING: UN APPROCCIO INTEGRATO ALLO STUDIO DELLE ABILITA' MENTALISTICHE IN GIOVANI ADULTI“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/806.

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La ricerca si prefigge lo scopo di approfondire il funzionamento del ragionamento mentalistico negli adulti e l’associazione tra quest’ultimo e i processi decisionali (Astington, 1996; 1999; Sanfey e coll., 2003) . L’ approccio economico classico (Von Neumann, Morgenstern, 1947) alla decisione non considera adeguatamente la soggettività all’interno del processo decisionale; le recenti sollecitazioni in psicologia hanno sempre più evidenziato la necessità di descrivere come effettivamente le persone prendano delle decisioni. Il primo capitolo offre una definizione approfondita della ToM (Camaioni, 2003); Il secondo capitolo approfondisce la ToM negli adulti(Keysar e coll., 2003)e ei affronta il legame tra ToM e presa di decisione, la quale che richiede la capacità di gestire a livello mentalistico diverse rappresentazioni (Marchetti, Castelli, 2006). Nel terzo capitolo viene presentata l’analisi confermativa di una scala nata in ambito estone e anglosassone (Realo e coll., 2003) che valuta le credenze circa le proprie abilità mentalistiche. Il quarto capitolo descrive uno studio che studia il legame tra il pensiero mentalistico e due “bias decisionali”, l’outcome bias (Baron e coll., 1998) e l’hindsight bias (Fischhoff, 1975). Il quinto capitolo propone una ricerca il cui scopo è lo studio del ruolo della ToM nella decisione: il decision‐making richiede l’abilità di “incontrare la mente altrui” (Battistelli, 1995) per potersi attuare (2000; Fehr e coll., 2007).
The thesis aims to investigate ToM in adults and the association between ToM and decision making (Astington, 1996; 1999, Sanfey et al., 2003). The classical economic approach on decision making (Von Neumann, Morgenstern, 1947) does not consider the subjectivity in the choice-process; psychology have increasingly stressed the need to describe how people actually make decisions. The first chapter provides a ToM definition (Camaioni, 2003) The second chapter discusses ToM in adults (Keys et al., 2003) and addresses the link between ToM and decision making, which requires the ability to manage different mentalistic (Marchetti, Castelli, 2006). The third chapter presents the “Mind reading belief Scale” (Real et al., 2003) which assesses beliefs about mentalistic abilities. The fourth chapter describes a research that investigating the link between ToM and two “decisional bias”, the outcome bias (Baron et al., 1998) and the hindsight bias (Fischhoff, 1975). The fifth chapter proposes a research that aims to study the role of ToM in the decision: the decision-making requires the ability to "meet the other’s mind" (Battistelli, 1995) in order to make a choice(2000, Fehr et al., 2007).
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TRENTINI, GIULIA ELENA. „Natura e psicologia: un approccio ortoterapico per la promozione del benessere psicologico“. Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1276571.

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Attualmente l’interesse nei confronti della relazione tra la natura ed il benessere umano è aumentato e molte discipline stanno investigando l’influenza che la natura esercita sulla salute degli esseri umani, sia fisica sia psicologica. L’esposizione ad un ambiente naturale ad esempio, è risultata essere una pratica utile nel miglioramento dei livelli di attenzione così come nell’abbassamento dei livelli di stress. Anche l’ortoterapia, nello specifico, utilizza attività di cura delle piante come terapia non farmacologica associata per il miglioramento della salute fisica e mentale. Lo scopo del presente dottorato industriale è studiare nuove modalità di promuovere il benessere psicologico tramite l’esposizione ad ambienti naturali e l’utilizzo di pratiche di ortoterapia, considerando la relazione tra l’esposizione di un individuo all’ambiente naturale e la sua salute psicologica. Nella prima parte dell’elaborato è presentata una revisione sistematica della letteratura unita ad un’analisi relativa al contesto specifico del centro di apprendimento in cui si è svolta la ricerca (contesto psico-educativo, tipo di utenza, necessità di utenti e professionisti, ecc…). Sono successivamente illustrate le fasi di progettazione e realizzazione di due spazi outdoor all’interno del centro, adatti ad accogliere vari tipi di attività ortoterapiche, includendo sessioni di psicoterapia ed insegnamento all’aperto. La seconda parte dell’elaborato illustra tre progetti paralleli con lo scopo comune di promuovere le attività outdoor ed esplorare in un secondo momento le possibili conseguenze sulla salute psicologica. Per prima cosa, sfruttando lo spazio del centro, sede dell’intera ricerca, è stata progettata e realizzata una struttura esterna adatta ad ospitare sedute di psicoterapia rivolte principalmente a pazienti adolescenti ed adulti. Parallelamente, è stato progettato e realizzato un giardino attrezzato pensato per gli utenti più piccoli, che permette di insegnare abilità outdoor, proporre giochi funzionali in contesto naturale e fare un programma di orto didattico. Infine è stata proposta a vari professionisti impegnati nel benessere psicologico, una valutazione sotto forma di questionario online anonimo, che prende in considerazione i benefici percepiti dal terapista, relativi a se stesso ed al paziente, durante una pratica di psicoterapia outdoor. Questa pratica, detta walk and talk, consiste nell’effettuare una sessione di terapia all’aperto e letteralmente “parlare e camminare insieme”. lo scopo dell’investigazione è molteplice: in primo luogo promuovere la scelta di un contesto outdoor da parte dei professionisti, fornire a professionisti e clienti nuove forme di sperimentazione all’interno del percorso di terapia ed infine raccogliere l’opinione dei terapisti stessi relativa ai benefici percepiti, così da poter valutare eventuali miglioramenti al protocollo attualmente in uso. I vari progetti iniziati all’interno dell’azienda saranno mantenuti attivi anche nel corso dei prossimi due anni almeno ed i dati raccolti saranno confrontati con quelli ottenuti dalle sessioni illustrate nel presente elaborato. I risultati attesi relativi al benessere psicologico sono di un aumento dei livelli del benessere relazionati sia all’esposizione di soggetti e professionisti ad un ambiente naturale sia alla realizzazione di terapie in contesto outdoor.
Currently, the interest in the relationship between nature and human well-being has increased and many disciplines are investigating the influence nature has on human health, both physical and psychological. Exposure to a natural environment, for example, proved to be a useful practice in improving attention levels as well as in lowering stress levels. Horticultural therapy also uses plant care activities as a non-pharmacological therapy associated for the improvement of physical and mental health. The aim of this industrial doctorate is to study new ways of promoting psychological well-being through exposure to natural environments and the use of orthotherapy practices, considering the relationship between an individual’s exposure to the natural environment and his psychological health. In the first part of this dissertation is presented a systematic review of literature and is also shown an analysis of the specific context of the learning center where the research was carried out (psycho-educational context, type of users, needs of users and professionals, etc...) The design and construction of two outdoor spaces inside the center are illustrated, suitable to accommodate various types of orthotherapeutic activities, including sessions of psychotherapy and outdoor teaching. The second part of the paper illustrates three parallel projects with the common aim of promoting outdoor activities and exploring at a later stage the possible consequences on psychological health. First, using the space of the center was designed and built an external structure suitable for hosting psychotherapy sessions, primarily aimed at adolescent and adult patients. At the same time, an equipped garden has been designed and built for younger users, allowing them to teach outdoor skills, propose functional games in a natural context and make a didactic vegetable garden program. Finally, an evaluation in the form of an anonymous online questionnaire, which takes into account the benefits perceived by the therapist, relating to himself and the patient, has been proposed to various professionals engaged in psychological well-being, during an outdoor psychotherapy practice. This practice, called walk and talk, consists of performing an outdoor therapy session and literally "talking and walking together". The aim of the investigation is manifold: firstly, to promote the choice of an outdoor environment by professionals, provide professionals and clients with new forms of experimentation within the therapy path and finally collect the opinion of the therapists themselves on the perceived benefits, so as to evaluate any improvements to the protocol currently in use. The various projects initiated within the company will be kept active over the next two years at least and the data collected will be compared with those obtained from the sessions illustrated in this paper. The expected results related to psychological well-being are an increase in levels of well-being related both to the exposure of individuals and professionals to a natural environment and to the implementation of therapies in the outdoor context.
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Carrara, Anna <1989&gt. „La valutazione delle capacità genitoriali“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5515.

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GIUSTI, LORENZO. „SUPPORTARE I GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA: VALUTAZIONE E INTERVENTO CON VIDEO-FEEDBACK“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98838.

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IL LAVORO TRATTA IL TEMA DELLA VALUTAZIONE E DELL’INTERVENTO CON VIDEOFEEDBACK A FAVORE DI GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA. LA PRIMA PARTE PRESENTA PICCOLO, UN MODELLO DI VALUTAZIONE DEL FUNZIONAMENTO INTERATTIVO GENITORIALE CHE, PER LE CARATTERISTICHE CHE VENGONO DISCUSSE, E’ INDICATO PER ESSERE IMPLEMENTATO ALL’INTERNO DI INTERVENTI DI SUPPORTO AI GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA. DOPO UNA PANORAMICA DELLO STRUMENTO E DELLE SUE CARATTERISTICHE E’ PRESENTATO LO STUDIO DI ADATTAMENTO E VALIDAZIONE DI PICCOLO AL CONTESTO ITALIANO. 181 DIADI MADRE-BAMBINO SONO STATE RECLUTATE PER LA SOMMINISTRAZIONE DEL PROTOCOLLO OSSERVAZIONALE; I FILMATI DELLE INTERAZIONI SONO STATI CODIFICATI DA RICERCATORI FORMATI SOTTO LA SUPERVISIONE DEGLI AUTORI ORIGINALI DI PICCOLO. SI PRESENTANO LA TRADUZIONE ITALIANA, LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO E I RISULTATI DELLE ANALISI CIRCA LE PROPRIETA’ PSICOMETRICHE. L’ADATTAMENTO ITALIANO DI PICCOLO SI DIMOSTRA ATTENDIBILE E VALIDO, PUR CON QUALCHE FRAGILITA’ NELLA SUA STRUTTURA DIMENSIONALE. LA SECONDA PARTE DEL LAVORO TRATTA IL TEMA DELL’INTERVENTO CON VIDEOFEEDBACK. COME DESCRITTO, TALE TECNICA HA DELLE POTENZIALITA’ PER ESSERE APPLICATA AL CONTESTO DELLA GRAVE DISABILITA’ PRECOCE, IN QUANTO EFFICACE CON ALTRE POPOLAZIONI DI BAMBINI A RISCHIO NEL MIGLIORARE I COMPORTAMENTI GENITORIALI E INDIRETTAMENTE GLI ESITI DI SVILUPPO DEL BAMBINO. SI PRESENTA UNA REVISIONE SISTEMATICA DELLA LETTERATURA FINALIZZATA A DESCRIVERE LO STATO DELL’ARTE DELL’APPLICAZIONE DI TALE METODLOGIA DI INTEVENTO A POPOLAZIONI DI BAMBINI CON DISABILITA’. SONO DISCUSSE LE DIVERSE IMPOSTAZIONI METODOLOGICHE E PRESENTATI I RISULTATI DELLE RICERCHE IN TERMINI DI EFFICACIA NEL MODIFICARE I COMPORTAMENTI PARENTALI E, INDIRETTAMENTE, LO SVILUPPO DEL BAMBINO. INFINE, VIENE PRESENTATO IL METAMODELLO ABC-D, OVVERO UN MODELLO CONCETTUALE PER SUPPORTARE GLI OPERATORI CHE INCONTRANO I GENITORI DI BAMBINI CON DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA, GUIDANDOLI NEL COMPRENDERE I BISOGNI DI SUPPORTO PSICOLOGICO PREVALENTI E NEL PIANIFICARE L’INTERVENTO. IL MODELLO DISTINGUE QUATTRO DOMINI DA INDAGARE (AFFETTI/EMOZIONI, COMPORTAMENTI INTERATTIVI, RAPPRESENTAZIONI MENTALI E COGNIZIONI + DISABILITA’), DA CUI DISCENDONO SCELTE CIRCA GLI OBIETTIVI E LE METODOLOGIE DI INTERVENTO A FAVORE DEI GENITORI.
PARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS ASSESSMENT AND VIDEOFEEDBACK INTERVENTION ARE HERE DISCUSSED IN RELATION TO CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE FIRST CHAPTER IS A PRESENTATION OF THE PICCOLO, A OBSERVATIONAL EMPIRICALLY VALIDATED TOOL TO EVALUATE PARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS IN THE FIRST YEARS OF CHILDREN. SUCH INSTRUMENT APPEARS FITTED TO BE IMPLEMENTED WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY IN A HOSPITAL OR HOME SETTING. THE SECOND CHAPTER IS THE ITALIAN ADAPATION OF PICCOLO IMPLEMENTED WITH 181 MOTHER-INFANTS DYADS. THE SAMPLE HAS BEEN RECRUITED IN DIFFERENT PART OF ITALY AND THE MOTHERS WERE ASKED TO INTERACT FOR 10 MINUTES WITH THE CHILD- THE RECORDING HAS BEEN CODED FOLLOWING THE INSTRUMENTS MANUAL AND AFTER A TRAINING IN CONNECTION WITH AMERICAN ORIGINAL AUTHORS. THE RESULTS SHOWS SOM WEAKNESS IN PSYCHOMETRIC VALUES FOR ITALIAN ADAPTATION. THE THIRD CHAPTER PRESENTS A SYSTEMATIC REVIEW INVESTIGATING THE USE OF VIDEOFEEBACK INTERVENTION WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE STATE OF ART OF SUCH METHOD IMPLMENTATION ARE DISCUSSED, AND THE DIFFERENT METHODOLOGIES ARE PRESENTED. FINALLY, THE ABC-D MODEL, A META THEORY TO GUIDE PARENTAL PSYCHOLOGICAL INTERVENTIONS IN THE CONTEXT OF NEURODEVELOPMTAL DISABILITY, IS DISCUSSED. THE ABC-D MODEL HAS BEEN CONCEPTUALIZED AS COMPOSED BY FOUR DIMENSIONS: AFFECT, BEHAVIOR, COGNITION, AND DISABILITY. IMPLICATIONS FOR PRACTICTIONERS AND RESEARCHERS ARE PRESENTED.
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GIUSTI, LORENZO. „SUPPORTARE I GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA: VALUTAZIONE E INTERVENTO CON VIDEO-FEEDBACK“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98838.

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IL LAVORO TRATTA IL TEMA DELLA VALUTAZIONE E DELL’INTERVENTO CON VIDEOFEEDBACK A FAVORE DI GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA. LA PRIMA PARTE PRESENTA PICCOLO, UN MODELLO DI VALUTAZIONE DEL FUNZIONAMENTO INTERATTIVO GENITORIALE CHE, PER LE CARATTERISTICHE CHE VENGONO DISCUSSE, E’ INDICATO PER ESSERE IMPLEMENTATO ALL’INTERNO DI INTERVENTI DI SUPPORTO AI GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA. DOPO UNA PANORAMICA DELLO STRUMENTO E DELLE SUE CARATTERISTICHE E’ PRESENTATO LO STUDIO DI ADATTAMENTO E VALIDAZIONE DI PICCOLO AL CONTESTO ITALIANO. 181 DIADI MADRE-BAMBINO SONO STATE RECLUTATE PER LA SOMMINISTRAZIONE DEL PROTOCOLLO OSSERVAZIONALE; I FILMATI DELLE INTERAZIONI SONO STATI CODIFICATI DA RICERCATORI FORMATI SOTTO LA SUPERVISIONE DEGLI AUTORI ORIGINALI DI PICCOLO. SI PRESENTANO LA TRADUZIONE ITALIANA, LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO E I RISULTATI DELLE ANALISI CIRCA LE PROPRIETA’ PSICOMETRICHE. L’ADATTAMENTO ITALIANO DI PICCOLO SI DIMOSTRA ATTENDIBILE E VALIDO, PUR CON QUALCHE FRAGILITA’ NELLA SUA STRUTTURA DIMENSIONALE. LA SECONDA PARTE DEL LAVORO TRATTA IL TEMA DELL’INTERVENTO CON VIDEOFEEDBACK. COME DESCRITTO, TALE TECNICA HA DELLE POTENZIALITA’ PER ESSERE APPLICATA AL CONTESTO DELLA GRAVE DISABILITA’ PRECOCE, IN QUANTO EFFICACE CON ALTRE POPOLAZIONI DI BAMBINI A RISCHIO NEL MIGLIORARE I COMPORTAMENTI GENITORIALI E INDIRETTAMENTE GLI ESITI DI SVILUPPO DEL BAMBINO. SI PRESENTA UNA REVISIONE SISTEMATICA DELLA LETTERATURA FINALIZZATA A DESCRIVERE LO STATO DELL’ARTE DELL’APPLICAZIONE DI TALE METODLOGIA DI INTEVENTO A POPOLAZIONI DI BAMBINI CON DISABILITA’. SONO DISCUSSE LE DIVERSE IMPOSTAZIONI METODOLOGICHE E PRESENTATI I RISULTATI DELLE RICERCHE IN TERMINI DI EFFICACIA NEL MODIFICARE I COMPORTAMENTI PARENTALI E, INDIRETTAMENTE, LO SVILUPPO DEL BAMBINO. INFINE, VIENE PRESENTATO IL METAMODELLO ABC-D, OVVERO UN MODELLO CONCETTUALE PER SUPPORTARE GLI OPERATORI CHE INCONTRANO I GENITORI DI BAMBINI CON DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA, GUIDANDOLI NEL COMPRENDERE I BISOGNI DI SUPPORTO PSICOLOGICO PREVALENTI E NEL PIANIFICARE L’INTERVENTO. IL MODELLO DISTINGUE QUATTRO DOMINI DA INDAGARE (AFFETTI/EMOZIONI, COMPORTAMENTI INTERATTIVI, RAPPRESENTAZIONI MENTALI E COGNIZIONI + DISABILITA’), DA CUI DISCENDONO SCELTE CIRCA GLI OBIETTIVI E LE METODOLOGIE DI INTERVENTO A FAVORE DEI GENITORI.
PARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS ASSESSMENT AND VIDEOFEEDBACK INTERVENTION ARE HERE DISCUSSED IN RELATION TO CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE FIRST CHAPTER IS A PRESENTATION OF THE PICCOLO, A OBSERVATIONAL EMPIRICALLY VALIDATED TOOL TO EVALUATE PARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS IN THE FIRST YEARS OF CHILDREN. SUCH INSTRUMENT APPEARS FITTED TO BE IMPLEMENTED WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY IN A HOSPITAL OR HOME SETTING. THE SECOND CHAPTER IS THE ITALIAN ADAPATION OF PICCOLO IMPLEMENTED WITH 181 MOTHER-INFANTS DYADS. THE SAMPLE HAS BEEN RECRUITED IN DIFFERENT PART OF ITALY AND THE MOTHERS WERE ASKED TO INTERACT FOR 10 MINUTES WITH THE CHILD- THE RECORDING HAS BEEN CODED FOLLOWING THE INSTRUMENTS MANUAL AND AFTER A TRAINING IN CONNECTION WITH AMERICAN ORIGINAL AUTHORS. THE RESULTS SHOWS SOM WEAKNESS IN PSYCHOMETRIC VALUES FOR ITALIAN ADAPTATION. THE THIRD CHAPTER PRESENTS A SYSTEMATIC REVIEW INVESTIGATING THE USE OF VIDEOFEEBACK INTERVENTION WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE STATE OF ART OF SUCH METHOD IMPLMENTATION ARE DISCUSSED, AND THE DIFFERENT METHODOLOGIES ARE PRESENTED. FINALLY, THE ABC-D MODEL, A META THEORY TO GUIDE PARENTAL PSYCHOLOGICAL INTERVENTIONS IN THE CONTEXT OF NEURODEVELOPMTAL DISABILITY, IS DISCUSSED. THE ABC-D MODEL HAS BEEN CONCEPTUALIZED AS COMPOSED BY FOUR DIMENSIONS: AFFECT, BEHAVIOR, COGNITION, AND DISABILITY. IMPLICATIONS FOR PRACTICTIONERS AND RESEARCHERS ARE PRESENTED.
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Guarini, Annalisa <1977&gt. „Linguaggio e numero: traiettorie evolutive e relazioni tra competenze in bambini con sviluppo tipico e a rischio“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/278/1/TesiGuariniDottorato2007.pdf.

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Linguaggio e numero rappresentano due aspetti centrali nella storia del genere umano, dal momento che competenze precoci sono già descritte a partire dalla preistoria, accompagnano l’uomo durante la sua esistenza e non sono condivise pienamente da altre specie. I neonati mostrano già delle predisposizioni per gli stimoli linguistici e numerici, queste abilità si sviluppano precocemente nei primi anni di vita e accompagnano il bambino durante l’iter scolastico e l’adulto nella vita di tutti i giorni. Linguaggio e numero condividono, quindi, molte caratteristiche e lo studio di tali competenze e delle loro relazioni aggiunge importanti riflessioni alle teorie dello sviluppo. Inoltre lo studio di questi aspetti in popolazioni con sviluppo tipico, atipico e a rischio permette una migliore comprensione della complessità dinamica dello sviluppo all’interno di una prospettiva neurocostruttivista interessata ai processi sottostanti e non agli esiti finali. La tesi analizza la letteratura sulle competenze linguistiche (orali: cap. 1; scritte: cap. 2; relazioni: cap. 3), numeriche (sistema numerico approssimativo: cap. 4; sistema numerico esatto: cap. 5; relazioni: cap. 6) e sulle loro relazioni (cap. 7), descrivendo le ricerche che si sono occupate delle popolazioni con sviluppo tipico, atipico e a rischio. In ogni singolo capitolo sono confrontate le competenze linguistiche e numeriche e le loro reciproche relazioni in bambini con sviluppo tipico (nati a termine) e bambini nati pretermine sani, caratterizzati da un’elevata immaturità neonatale. I dati sono stati raccolti alla fine della scuola dell’infanzia e dopo due anni di scolarizzazione per comprendere le traiettorie evolutive in due momenti rilevanti di transizione. I risultati emersi hanno aggiunto nuove considerazioni interessanti per i bambini con sviluppo tipico, soprattutto rispetto alle relazioni tra linguaggio e numero che rappresentano un campo non ancora esplorato. I dati emersi con i nati pretermine hanno mostrato che questi bambini non presentano un ritardo cognitivo generalizzato, ma difficoltà specifiche e relazioni diverse da quelle descritte nello sviluppo tipico, indicando la presenza di una traiettoria che possiamo definire atipica. I risultati ottenuti aggiungono importanti considerazioni teoriche rispetto alle relazioni tra competenze innate ed apprese e tra fasi di acquisizione e di consolidamento delle abilità. Al tempo stesso emergono importanti indicazioni cliniche per la programmazione di interventi specifici per il recupero delle competenze maggiormente compromesse nei nati pretermine.
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Guarini, Annalisa <1977&gt. „Linguaggio e numero: traiettorie evolutive e relazioni tra competenze in bambini con sviluppo tipico e a rischio“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/278/.

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Linguaggio e numero rappresentano due aspetti centrali nella storia del genere umano, dal momento che competenze precoci sono già descritte a partire dalla preistoria, accompagnano l’uomo durante la sua esistenza e non sono condivise pienamente da altre specie. I neonati mostrano già delle predisposizioni per gli stimoli linguistici e numerici, queste abilità si sviluppano precocemente nei primi anni di vita e accompagnano il bambino durante l’iter scolastico e l’adulto nella vita di tutti i giorni. Linguaggio e numero condividono, quindi, molte caratteristiche e lo studio di tali competenze e delle loro relazioni aggiunge importanti riflessioni alle teorie dello sviluppo. Inoltre lo studio di questi aspetti in popolazioni con sviluppo tipico, atipico e a rischio permette una migliore comprensione della complessità dinamica dello sviluppo all’interno di una prospettiva neurocostruttivista interessata ai processi sottostanti e non agli esiti finali. La tesi analizza la letteratura sulle competenze linguistiche (orali: cap. 1; scritte: cap. 2; relazioni: cap. 3), numeriche (sistema numerico approssimativo: cap. 4; sistema numerico esatto: cap. 5; relazioni: cap. 6) e sulle loro relazioni (cap. 7), descrivendo le ricerche che si sono occupate delle popolazioni con sviluppo tipico, atipico e a rischio. In ogni singolo capitolo sono confrontate le competenze linguistiche e numeriche e le loro reciproche relazioni in bambini con sviluppo tipico (nati a termine) e bambini nati pretermine sani, caratterizzati da un’elevata immaturità neonatale. I dati sono stati raccolti alla fine della scuola dell’infanzia e dopo due anni di scolarizzazione per comprendere le traiettorie evolutive in due momenti rilevanti di transizione. I risultati emersi hanno aggiunto nuove considerazioni interessanti per i bambini con sviluppo tipico, soprattutto rispetto alle relazioni tra linguaggio e numero che rappresentano un campo non ancora esplorato. I dati emersi con i nati pretermine hanno mostrato che questi bambini non presentano un ritardo cognitivo generalizzato, ma difficoltà specifiche e relazioni diverse da quelle descritte nello sviluppo tipico, indicando la presenza di una traiettoria che possiamo definire atipica. I risultati ottenuti aggiungono importanti considerazioni teoriche rispetto alle relazioni tra competenze innate ed apprese e tra fasi di acquisizione e di consolidamento delle abilità. Al tempo stesso emergono importanti indicazioni cliniche per la programmazione di interventi specifici per il recupero delle competenze maggiormente compromesse nei nati pretermine.
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Mazzanti, Chiara <1978&gt. „Peer and group relationships in preschoolers: the role of social and linguistic skills“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3381/1/MAZZANTI_CHIARA_TESI.pdf.

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Being able to positively interact and build relationships with playmates in preschool years is crucial to achieve positive adjustment. An update review and two studies on such topics were provided. Study 1 is observational; it investigates the type of social experience in groups (N = 443) of children (N = 120) at preschool age in child-led vs. teacher-led contexts. The results revealed that in child-led contexts children were more likely to be alone, in dyads, and in small peer groups; groups were mostly characterized by same-gender playmates who engaged in joint interactions, with few social interactions with teachers. In teacher-led contexts, on the other hand, children were more likely to be involved in small, medium and large groups; groups were mostly characterized by other-gender playmates, involved in parallel interactions, with teachers playing a more active role. The purpose of Study 2 was to describe the development of socio-emotional competence, temperamental traits and linguistic skill. It examined the role of children’s reciprocated nominations (=RNs) with peers, assessed via sociometric interview, in relation to socio-emotional competence, temperamental traits and linguistic skill. Finally, the similarity-homophily tendency was investigated. Socio-emotional competence and temperamental traits were assessed via teacher ratings, linguistic skill via test administration. Eighty-four preschool children (M age = 62.53) were recruited within 4 preschool settings. Those children were quite representative of preschool population. The results revealed that children with higher RNs showed higher social competence (tendency), social orientation, positive emotionality, motor activity and linguistic skill. They exhibited lower anxiety-withdrawal. The results also showed that children prefer playmates with similar features: social competence, anger-aggression (tendency), social orientation, positive emotionality, inhibition to innovation, attention, motor activity (tendency) and linguistic skill. Implications for future research were suggested.
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Mazzanti, Chiara <1978&gt. „Peer and group relationships in preschoolers: the role of social and linguistic skills“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3381/.

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Being able to positively interact and build relationships with playmates in preschool years is crucial to achieve positive adjustment. An update review and two studies on such topics were provided. Study 1 is observational; it investigates the type of social experience in groups (N = 443) of children (N = 120) at preschool age in child-led vs. teacher-led contexts. The results revealed that in child-led contexts children were more likely to be alone, in dyads, and in small peer groups; groups were mostly characterized by same-gender playmates who engaged in joint interactions, with few social interactions with teachers. In teacher-led contexts, on the other hand, children were more likely to be involved in small, medium and large groups; groups were mostly characterized by other-gender playmates, involved in parallel interactions, with teachers playing a more active role. The purpose of Study 2 was to describe the development of socio-emotional competence, temperamental traits and linguistic skill. It examined the role of children’s reciprocated nominations (=RNs) with peers, assessed via sociometric interview, in relation to socio-emotional competence, temperamental traits and linguistic skill. Finally, the similarity-homophily tendency was investigated. Socio-emotional competence and temperamental traits were assessed via teacher ratings, linguistic skill via test administration. Eighty-four preschool children (M age = 62.53) were recruited within 4 preschool settings. Those children were quite representative of preschool population. The results revealed that children with higher RNs showed higher social competence (tendency), social orientation, positive emotionality, motor activity and linguistic skill. They exhibited lower anxiety-withdrawal. The results also showed that children prefer playmates with similar features: social competence, anger-aggression (tendency), social orientation, positive emotionality, inhibition to innovation, attention, motor activity (tendency) and linguistic skill. Implications for future research were suggested.
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Savini, Silvia <1975&gt. „Sviluppo cognitivo, motorio e comunicativo-linguistico: traiettorie evolutive nei primi 18 mesi di vita in bambini nati pretermine e a termine“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3727/1/Savini_Silvia_tesi.pdf.

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Nella presente ricerca si ipotizza che la nascita pretemine con elevata immaturità, in assenza di danni neurologici permanenti, comporti un differente sviluppo neuro-evolutivo e diverse traiettorie nei primi 18 mesi di vita con una più alta frequenza di ritardi rispetto ai bambini nati a termine. Metodo. E’ stato esaminato lo sviluppo psicomotorio di 17 bambini pretermine con età gestazionale estremamente bassa (ELGA) e di 51 bambini pretermine con età gestazionale molto bassa (VLGA, 29-31) confrontati con 11 bambini nati a termine (FT), comparabili per caratteristiche socio-culturali, mediante le Scale Griffiths a 3, 6, 9, 12 e 18 mesi di vita (età corretta per ELGA e VLGA). E’ stato inoltre esaminato lo sviluppo cognitivo, motorio e linguistico dei 17 pretermine ELGA e degli 11 bambini FT mediante le Scale Bayely-III a 12 e 18 mesi di vita. Infine per la valutazione delle competenze comunicative-linguistiche, è stato somministrato il questionario “Primo Vocabolario del Bambino” -PVB somministrato ai genitori dei bambini ELGA e FT dagli 8 ai 18 mesi. Risultati. L’analisi multilivello ha mostrato che i nati ELGA e VLGA hanno traiettorie evolutive differenti rispetto ai nati FT nello sviluppo psicomotorio e in quello comunicativo-linguistico con punteggi significativamente più bassi e con una percentuale più elevata di ritardi lievi e moderati che si evidenziano già a partire dal primo anno di vita e aumentano tra i 12 e i 18 mesi. Conclusioni. La nascita pretermine con elevata immaturità comporta un rischio per lo sviluppo delle funzioni di base nei primi 18 mesi di vita anche in assenza di danno neurologico. Le ripetute valutazioni e l’uso di strumenti diretti e indiretti hanno permesso di effettuare un’accurata valutazione delle specifiche competenze esaminate. Questi risultati dimostrano l’importanza di condurre follow-up continuativi per monitorare lo sviluppo delle funzioni di base, individuare precocemente i bambini con ritardo e avviare interventi abilitativi precoci.
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Savini, Silvia <1975&gt. „Sviluppo cognitivo, motorio e comunicativo-linguistico: traiettorie evolutive nei primi 18 mesi di vita in bambini nati pretermine e a termine“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3727/.

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Nella presente ricerca si ipotizza che la nascita pretemine con elevata immaturità, in assenza di danni neurologici permanenti, comporti un differente sviluppo neuro-evolutivo e diverse traiettorie nei primi 18 mesi di vita con una più alta frequenza di ritardi rispetto ai bambini nati a termine. Metodo. E’ stato esaminato lo sviluppo psicomotorio di 17 bambini pretermine con età gestazionale estremamente bassa (ELGA) e di 51 bambini pretermine con età gestazionale molto bassa (VLGA, 29-31) confrontati con 11 bambini nati a termine (FT), comparabili per caratteristiche socio-culturali, mediante le Scale Griffiths a 3, 6, 9, 12 e 18 mesi di vita (età corretta per ELGA e VLGA). E’ stato inoltre esaminato lo sviluppo cognitivo, motorio e linguistico dei 17 pretermine ELGA e degli 11 bambini FT mediante le Scale Bayely-III a 12 e 18 mesi di vita. Infine per la valutazione delle competenze comunicative-linguistiche, è stato somministrato il questionario “Primo Vocabolario del Bambino” -PVB somministrato ai genitori dei bambini ELGA e FT dagli 8 ai 18 mesi. Risultati. L’analisi multilivello ha mostrato che i nati ELGA e VLGA hanno traiettorie evolutive differenti rispetto ai nati FT nello sviluppo psicomotorio e in quello comunicativo-linguistico con punteggi significativamente più bassi e con una percentuale più elevata di ritardi lievi e moderati che si evidenziano già a partire dal primo anno di vita e aumentano tra i 12 e i 18 mesi. Conclusioni. La nascita pretermine con elevata immaturità comporta un rischio per lo sviluppo delle funzioni di base nei primi 18 mesi di vita anche in assenza di danno neurologico. Le ripetute valutazioni e l’uso di strumenti diretti e indiretti hanno permesso di effettuare un’accurata valutazione delle specifiche competenze esaminate. Questi risultati dimostrano l’importanza di condurre follow-up continuativi per monitorare lo sviluppo delle funzioni di base, individuare precocemente i bambini con ritardo e avviare interventi abilitativi precoci.
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Romagnoli, Simone <1974&gt. „Competence: intelligence in sheep's clothing? Culture, representations, and cognitive performance“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5817/1/romagnoli_simone_tesi.pdf.

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The first aim of this thesis was to contribute to the understanding of how cultural capital (Bourdieu, 1983/1986) affects students achievements and performances. We specifically claimed that the effect of cultural capital is at least partly explained by the positioning students take towards the principles they use to attribute competence and intelligence. The testing of these hypothesis have been framed within the social representations theory, specifically in the formulation of the Lemanic school approach (Doise, 1986).
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Romagnoli, Simone <1974&gt. „Competence: intelligence in sheep's clothing? Culture, representations, and cognitive performance“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5817/.

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The first aim of this thesis was to contribute to the understanding of how cultural capital (Bourdieu, 1983/1986) affects students achievements and performances. We specifically claimed that the effect of cultural capital is at least partly explained by the positioning students take towards the principles they use to attribute competence and intelligence. The testing of these hypothesis have been framed within the social representations theory, specifically in the formulation of the Lemanic school approach (Doise, 1986).
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Benassi, Erika <1981&gt. „Early Language Development in Extremely Preterm Infants: Relationships between Infant Communicative and Motor Skills and Role of Maternal Responses“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7576/1/Benassi_Erika_tesi.pdf.

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Despite the importance to identify infants at risk for later language concerns, little research focused on early communicative behaviors in extremely-low-gestational-age infants (ELGA, GA < 28 weeks). In particular, none investigated the multimodal communication in these infants, also considering possible connections to motor skills. Furthermore, rarely the communicative development of these infants has been studied as a result of the interplay among individual and environmental components. Thus, guided by the theoretical framework of the Dynamic Systems Theory, which views development as a result of the interaction between multiple subsystems within the infant and the context, two studies were designed. In Study 1, spontaneous communicative behaviors (gestures, vocal utterances, and coordinations) were evaluated during mother-infant interactions in 20 ELGA infants and 20 full-term (FT) infants at 12 months. Less advanced communicative and motor abilities emerged in ELGA infants relative to FT infants. Giving and representational gestures were produced at a lower rate by ELGA infants, and pointing gestures and words were produced by a lower percentage of ELGA infants. Positive associations between gestural and fine motor skills were found in the ELGA group. In Study 2, maternal responses provided to the infants' communicative behaviors were coded with regard to contingency and relevancy at 12 months. The mothers of the ELGA infants did not appear at risk for providing less prompt and meaningful responses relative to the mothers of FT infants, and their relevant responses were strictly related to their infants' communicative abilities at 12 months. Overall, the repeated labeling responses had a predictive effect on the expressive language at 24 months. We discuss the importance to combine spontaneous communicative behaviors and motor skills in the clinical assessment and early intervention with ELGA infants. We also emphasize the usefulness of the maternal repeated labeling for supporting language development of these infants.
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Guardabassi, Veronica <1988&gt. „The Weight of Weight Stigma. Negative Stereotypes and Cognitive Performance in Children and Adults with Obesity“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8160/12/Guardabassi%20Veronica.pdf.

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Obesity is a highly stigmatizing condition, and lack of intelligence is a stereotypical trait often ascribed to individuals with excess weight. Even though research suggests that obesity reduces cognitive proficiency throughout the life span, in the present work we tested the hypothesis that negative stereotypes about cognitive ability may contribute to disrupt cognitive functioning in children (Study 1) and adults (Study 2) with obesity (vs. average weight). Stereotype salience was manipulated by alternatively labelling a cognitive task as a sensitive intelligence test (stereotype activation) or as a non-evaluative computer game (stereotype deactivation; Study 1 and Study 2). In Study 2, a neutral control condition was also added, in which the task was presented as a memory test, and no bogus information was provided. Furthermore, we hypothesized that anxiety mediates the relation between children’s body weight and working memory under stereotype activation, and that children and adults’ experiences of weight-based discrimination, negative weight-related attitudes, and body dissatisfaction may further moderate the explored relation. Results confirmed the predicted weight status X stereotype salience interaction in Study 1 and Study 2. In both studies, the average-weight participants outperformed those with obesity in working memory tasks only when the tasks were labelled as diagnostic of cognitive proficiency, but not in the deactivation condition. In Study 2 the negative relation between body weight and working memory proficiency also emerged in the neutral condition. Neither moderated mediation or moderated moderation models were supported. These findings provide evidence that stereotype threat contributes to explain working memory deficits associated with obesity, by depleting executive resources in ostensibly evaluative contexts. Interventions aimed at contrasting weight stigma and negative weight-related stereotypes may not only enhance the emotional and social well-being of individuals with excess weight, but also preserve their cognitive efficiency.
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Benvenuti, Martina <1989&gt. „Online and Offline Life: A New Framework to Understand Problematic Internet Use and Functional Internet Use“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8552/1/TESI_Dottorato_BENVENUTI.pdf.

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The Internet is an important part of our daily lives. The possibility of being technically always connected increases dramatically the amount of the time spent online, and the Internet has become such a pervading part of our lives. The goal of the present research goes beyond the dualism that consider the Internet good or bad, since in the literature there is an excessive imbalance to the problematic/addiction side. Thus, the research tries to answer the question: “when, how and under which conditions is the Internet usage problematic or functional for people?”, considering both, the problematic Internet use (PIU) that lead to an inverse instrumentality, and functional internet use (FIU) that consider the Internet as a functional organ. Sample consist of 2130 participants divided in 574 adolescents, 671 younger emerging adults 163 older emerging adults and 722 adults. Hypotheses of multiple moderation, mediation and moderated moderated mediation are tested using factors both related to the PIU (self-esteem, self-control, online social-support, offline social-support, mindfulness, cognitive absorption) and to the FIU (online social-support, number of online contacts, life satisfaction, job satisfaction). All hypotheses are tested using a multiple regression analysis. The results show that as age decreases, the hours spent online increase, and consequently PIU increases. The most significant difference is between younger emerging adults and older emerging adults, in favor of the latter. Moreover, adults have the highest scores in FIU followed by older emerging adults, adolescents and, lastly, younger emerging adults. Also, gender differences are funded, but only related to age both in problematic and functional Internet use. Limitations regarding the sampling, the instruments and the methodology are reported. The relevance of these findings for future research and the possible practical application in the areas of prevention, education and work are discussed.
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Soncini, Annalisa <1992&gt. „Learning from errors: Psychological, relational, and cultural aspects“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10362/1/Final%20Thesis_Soncini.pdf.

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Although errors might foster learning, they can also be perceived as something to avoid if they are associated with negative consequences (e.g., receiving a bad grade or being mocked by classmates). Such adverse perceptions may trigger negative emotions and error-avoidance attitudes, limiting the possibility to use errors for learning. These students’ reactions may be influenced by relational and cultural aspects of errors that characterise the learning environment. Accordingly, the main aim of this research was to investigate whether relational and cultural characteristics associated with errors affect psychological mechanisms triggered by making mistakes. In the theoretical part, we described the role of errors in learning using an integrated multilevel (i.e., psychological, relational, and cultural levels of analysis) approach. Then, we presented three studies that analysed how cultural and relational error-related variables affect psychological aspects. The studies adopted a specific empirical methodology (i.e., qualitative, experimental, and correlational) and investigated different samples (i.e., teachers, primary school pupils and middle school students). Findings of study one (cultural level) highlighted errors acquire different meanings that are associated with different teachers’ error-handling strategies (e.g., supporting or penalising errors). Study two (relational level) demonstrated that teachers’ supportive error-handling strategies promote students’ perceptions of being in a positive error climate. Findings of study three (relational and psychological level) showed that positive error climate foster students’ adaptive reactions towards errors and learning outcomes. Overall, our findings indicated that different variables influence students’ learning from errors process and teachers play an important role in conveying specific meanings of errors during learning activities, dealing with students’ mistakes supportively, and establishing an error-friendly classroom environment.
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Grinzato, Roberta <1987&gt. „Mantenere i legami: la riunificazione familiare del bambino allontanato“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2563.

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Questa tesi risponde al tentativo di approfondire la questione del mantenimento, rafforzamento o ricostruzione dei legami del bambino in affidamento con la sua famiglia d’origine partendo dall’ipotesi che, nel nostro paese, sia poco sviluppata un’attenzione sistematica ai problemi della riunificazione familiare. L’istituto dell’affidamento non si configura come intervento fine a sé stesso, ma bensì come strumento volto alla tutela del bambino e al recupero della sua famiglia, nella prospettiva del superamento della temporanea situazione di crisi e dell’auspicabile ricongiungimento familiare. A tal fine, infatti, la L. 149/2001, di riforma della la L. 184/1983, all’art. 1 prevede che lo Stato, le Regioni e gli enti locali dispongano di idonei interventi di sostegno e di aiuto a favore della famiglia, garantendo, così, il rispetto del diritto del bambino di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. In questo elaborato vengono presentati, dopo una breve riflessione sulla complessità insita nella pratica dell’affidamento, il modello della riunificazione familiare e le connesse problematicità, e il lavoro finalizzato al recupero e al sostegno della famiglia, condizione necessaria affinché l’affidamento produca esiti positivi e non venga svuotato di senso.
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Vecchies, Michela <1989&gt. „Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Sapere e fare sé stessi superando le influenze degli stereotipi di genere“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4243.

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L'elaborato ha inizio con il mettere in luce uno degli aspetti che caratterizzano l'esistenza dell'essere umano, ossia la dicotomia tra uomo e donna. Nascere maschi e femmine significa possedere determinati attributi sessuali differenziati; in seguito, mediante il processo di socializzazione, le persone acquisiscono modi di sentire, comunicare e interagire che ne determinano l'appartenenza sessuale. La questione del genere viene affrontata come concetto culturalmente e socialmente appreso: dalla prima infanzia si imparano quali sono i comportamenti consoni al proprio corredo biologico e come costruire l'identità di genere. Attribuendo fondamentale importanza al principio del "partire da sé", si è ritenuto importante partire dalle esperienze e dai vissuti personali, presupposto imprescindibile per fondare un percorso di presa di coscienza della propria identità. Per tal motivo verrà rivolta l'attenzione, nella seconda parte dell'elaborato, ad un progetto educativo che da quattro anni si svolge nelle Scuole secondarie di primo grado del Comune di Jesolo: il Progetto Educativo "In&Out" il quale, partendo dall'esperienza e dai vissuti dei ragazzi li accompagna al confronto diretto allo scopo di contrastare il prima possibile gli stereotipi di genere, in particolar modo quelli trasmessi dal media più pervasivo, la televisione, allo scopo di instaurare rapporti e relazioni rispettosi e paritari. Alla conclusione delle sperimentazioni contro gli stereotipi di genere, si metteranno in luce gli aspetti cruciali e le criticità del lavoro a partire da una profonda riflessione su come si è vissuta l'esperienza, sia a livello personale-individuale sia a livello professionale, proiettandosi in un possibile futuro operativo nell'ambito del Servizio Sociale.
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Carraro, Micol Deborah <1987&gt. „Vulnerabilità silenziose: la scuola, una finestra sull'interculturalità. Il caso italiano“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4828.

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Il multiculturalismo nelle scuole italiane, analisi sull'inserimento dei bambini stranieri nelle classi e distinzione tra le difficoltà scolastiche dei bambini stranieri arrivati da soli o con ricongiungimento familiare e bambini adottati. Interviste a bambini adottati approfondendo il loro vissuto e le difficoltà che affrontano a scuola. L'ipotesi da verificare è se bambini adottati e bambini stranieri di 1.5 -2 generazione abbiano le stesse difficoltà a scuola.
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Valtellina, Enrico <1964&gt. „Tipi umani particolarmente strani : la sindrome di Asperger come oggetto culturale“. Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6523.

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Interrogarsi sulle ragioni della straordinaria fortuna diagnostica che negli ultimi anni ha caratterizzato le problematiche dello spettro autistico è il proposito fondamentale del lavoro, che si inserisce nel dibattito attuale di quel settore specifico dei Disability Studies che sono i Critical Autism Studies. A tale dibattito cerca di contribuire in primo luogo attraverso un lavoro sulle risignificazioni storiche delle problematiche relazionali, dai folk tales alla storia della psichiatria, quindi mettendo in dialogo altre tracce culturali, nel tentativo di dare una rappresentazione dinamica dell'autismo come oggetto culturale. In qualche modo l'esito è una prospettiva esplosa dell'oggetto, una rappresentazione dinamica, quella che mi è parsa più adeguata per dare forma all'oggetto autismo.
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Vanzo, Serena <1993&gt. „Prendersi cura dei minori. Dalla teoria alla prassi, le metodologie utilizzate nell'ambito della tutela minori“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11677.

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Una delle relazioni fondamentali su cui si basano la disciplina e la professione del servizio sociale è il legame tra teoria e prassi, ma è davvero così? Le metodologie spiegate nei libri possono trovare applicazione in un’area multiproblematica come quella della tutela minori? L’analisi dell’attuale welfare state, in particolare quello italiano, individua nella famiglia il principale attore che i soggetti possono attivare in caso di bisogno. Le teorie del servizio sociale mutano con i bisogni della società: è importante quindi comprendere come la famiglia e il ruolo del minore sono mutati nel tempo. Dall’Unità d’Italia ai giorni nostri la disciplina e la professione del servizio sociale si sono sempre più arricchite di teorie specifiche per i vari bisogni delle persone. La tutela minori è, tuttavia, l’area più complessa e delicata in cui l’agire professionale deve essere sorretto da una metodologia efficace ed adeguata. Il servizio per l’Età evolutiva del distretto di San Martino di Lupari dell’AULSS 6 Euganea e un caso complesso saranno oggetto di analisi e fungeranno da esempio di come la teoria studiata possa essere trasposta nell’agire concreto e nella quotidianità.
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Nguyen, Thuy Duong <1985&gt. „Memory retrieval and implicit prosody during reading: anaphora resolution by L1 and L2 speakers of English“. Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22071.

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This thesis focuses on L1 (native English speakers) and L2 (Vietnamese speakers of English) processing and resolution of reflexive-antecedent dependencies. The experimental design crossed the three factors: implicit prosody in the form of text presentation formats (word-by-word, phrase-segment, and whole-sentence); syntactic structure (simple, complex); and grammaticality (target-match, target-mismatch). An example of the stimuli is shown in (I). (I) The actress that {Mary/John} interviewed at the awards ceremony {about two years ago/held outside the theater} described {herself/himself} as an extreme workaholic. Participants were asked to read the experimental sentences presented on the computer screen in one of the three reading formats: word-by-word (rapid serial visual presentation), phrase-segment (self-paced), and whole-sentence (self-paced), then complete the two follow-up tasks: grammaticality judgment and comprehension probes. Participants’ English reading proficiency was measured via a reading test of which the scores significantly and positively correlated with the results of the self-rated proficiency questionnaire. During sentence processing, participants are expected to employ a retrieval probe that is created by the combination of retrieval cues in order to integrate previously accessed input with current linguistic representations (Martin, 2018). Retrieval of cues during processing might be obstructed by interfering items that share linguistic features with those of the target (e.g., +FEM : actress, Mary, herself as in (I)). Cue overload occurs when multiple items have features that match retrieval cues, resulting in longer retrieval latency and higher probability of misretrieval (Engelmann, Lewis, & Vasishth, 2019; Lewis & Vasishth, 2005; Parker, 2019; Parker, Shvartsman, & Van Dyke, 2017). When a comprehender fails to deploy retrieval cues due to heavy cognitive load, the comprehender is predicted to resort to a processing strategy that is “good enough” to maintain general comprehension (Ferreira, Bailey, & Ferraro, 2002; Ferreira, 2003; Ferreira & Patson, 2007). Sacrifice of detailed syntactic analysis in exchange for heuristic computation of input is suggested to result from the language system’s preference for a cognitive equilibrium state that prioritizes early arrival at comprehension (Karimi & Ferreira, 2016). Though prosodic parsing that is in line with the syntactic structure of a sentence is expected to reduce cognitive load, thus increasing probability of accurate retrieval (Bader, 1998; Fodor, 1998, 2002), no prosodic information seems to provide any further help with syntactic processing once the comprehender opts for a simple, good enough processing approach. Language proficiency and reading fluency are predicted to mediate between utility of prosodic information and deployment of cues during retrieval. Results of the study showed that there was evidence of trade-off effects between general comprehension and grammaticality judgment. Interference effects across experimental items were experienced by both groups of participants, particularly among L2. The effects were found to be most robust when there was an interaction between grammaticality and syntactic complexity. Though both L1 and L2 participants benefited from the sentence format, the two groups differed in the effects of the other two reading paradigms. L1 speakers were most disrupted by the word-by-word format, and L2 speakers by the phrase-segment format. I suggest that the differences between the two groups be attributed to differences between L1 and L2 processing strategies and the development of reading fluency. Overall, the findings of the study contribute to the processing model based on the framework of the Good-enough and Online Cognitive Equilibrium hypotheses. This model takes into account the combined effects of cognitive load, memory access, and implicit prosody (Pratt & Fernandez, 2016).
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FERRARA, Matteo Pio. „SVILUPPO DELLA DIPENDENZA DA GIOCO TRA AMBIENTE FISICO E VIRTUALE“. Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2020. http://hdl.handle.net/11580/74863.

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In recent years some particular forms of addiction have developed, the "New Addiction", in which the use of a chemical is not involved, but one or more lawful / legal and socially recognized activities. These behaviors, while being considered as normal habits or activities of daily life, can for some individuals become real addictions, which upset and invalidate the existence of the person and his system of relationships. Behavioral addictions are manifested in the urgent need to have to practice an activity to satisfy an uncontrollable impulse, unaware that all this will lead to self-destruction. Therefore, even if there is no intake of chemicals, the phenomenological picture is very similar to that of drug addiction and alcoholism. These new addictions cross each other, or are accompanied by addictions to substances; for example, the association of Pathological Gambling and Addiction to Alcohol or between gambling, the internet, video games and smartphones is very frequent.
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GIANNELLI, ENRICA. „Lo sviluppo della capacità mentalistica: dati empirici sul compito di falsa credenza“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/278.

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Questa tesi di dottorato si divide in tre capitoli. I primi due capitoli riguardano il panorama teorico affrontato e il terzo rappresenta il cuore della ricerca.
This PhD dissertation is divided into three chapters, the first two concerning the theoretical panorama investigated and the third centred on the presentation of the research.
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GIANNELLI, ENRICA. „Lo sviluppo della capacità mentalistica: dati empirici sul compito di falsa credenza“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/278.

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Questa tesi di dottorato si divide in tre capitoli. I primi due capitoli riguardano il panorama teorico affrontato e il terzo rappresenta il cuore della ricerca.
This PhD dissertation is divided into three chapters, the first two concerning the theoretical panorama investigated and the third centred on the presentation of the research.
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INGOGLIA, Sonia. „LO SVILUPPO DELL’AUTONOMIA EMOTIVA DURANTE L’ADOLESCENZA“. Doctoral thesis, Università degli studi di Palermo, 2004. http://hdl.handle.net/10447/385186.

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REPETTO, ANNA MARIA. „Educare alla cittadinanza: Per un’ipotesi di didattica esistenziale agita in spazi di co-esistenza“. Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/497.

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ONOFRI, AGNESE. „Disturbi del sonno e cefalee primarie: correlati psicopatologici e neuropsicologici in infanzia e in adolescenza“. Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192069.

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Background: La cefalea ed il sonno hanno aspetti anatomici, biochimici, neurotrasmettitoriali e funzionali comuni, anche se la natura di questa associazione risulta ancora enigmatica. La clinica e l’epidemiologia indicano che il 25-40% dei bambini con cefalea, presenta disturbi del sonno, ma dall’analisi di revisioni sistematiche, emerge che diversi studi hanno valutato rigorosamente il costrutto “cefalea” seguendo i criteri diagnostici dell’ICHD e scarsamente i disturbi del sonno e studi focalizzati sui disturbi del sonno che utilizzano strumenti standardizzati ma che non documentano una diagnosi di cefalea accurata. Obiettivo di studio: Studio prospettico osservazionale trasversale, che indaga la relazione tra alcune forme di cefalee primarie e i disturbi del sonno, in una coorte di bambini e adolescenti, al fine di verificare: (1) prevalenza e tipo di cefalea primaria; (2) prevalenza disturbi del sonno; (3) presenza disturbi psicopatologici e neuropsicologici associati alle cefalee primarie e ai disturbi del sonno; (4) efficacia e differenza della medicina complementare e alternativa rispetto al trattamento farmacologico standard. Materiali e Metodi: 127 bambini e adolescenti, con diagnosi di cefalea primaria (ICHD-3,2018), afferenti consecutivamente tra Gennaio 2019 e Ottobre 2021, presso il Centro Cefalee per l’età evolutiva - ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi in base alla loro età: gruppo A-bambini e gruppo B-adolescenti, e sono state analizzate le diagnosi e le comorbilità psicopatologiche e neuropsicologiche. Strumenti di assessment utilizzati: SDSC; Scale SAFA, CBCL/6-18 e YSR/11-18; TAS-20; test AS della Leiter-3 e test di Corsi. I dati sono rappresentati come numeri assoluti, percentuali o come medie aritmetiche con relative DS. Sono stati utilizzati il test del χ 2 e il test esatto di Fisher, come appropriato. Per la verifica delle correlazioni tra due o più variabili oggetto di studio, sono stati utilizzati la correlazione di Pearson e quella non-parametrica di Spearman. Per tutti i test utilizzati, il livello di significatività è stato fissato per valori di p ≤ 0.05. Risultati: (1) La diagnosi più rappresentata nel campione totale era quella di ESA (31%); il gruppo A, mostrava maggiori percentuali statisticamente significative in ESA e CT rispetto al gruppo B, che invece, mostrava maggiori percentuali statisticamente significative in ECA, EC e CTC. (2) Dal test SDSC, somministrato alle madri dei partecipanti dell’intero campione, venivano rilevati disturbi del sonno nel 18% dei loro figli in DIMS (41%), DTSV (41%), DES (34%) e DRS (31%). Il confronto tra i due gruppi mostrava significatività statistiche in relazione all’età dei partecipanti (gruppo A vs gruppo B) in DRS (p=0.0113), DA (p<0.0001) e DTSV (p=0.0023). (3) Dal test CBCL/6-18 somministrato alle madri venivano rilevati problemi emotivo-comportamentali (Ansia, Depressione e Lamentele somatiche) nel 66% di entrambi i gruppi di studio. Inoltre gli adolescenti del gruppo B, mostravano distribuzioni statisticamente significative in Ansia (p=0.0245), Depressione (p=0.0088), Ossessioni e compulsioni (p=0.0243). Emergeva una significatività statistica tra i valori positivi al test SDSC e CBCL/6-18 delineandosi una associazione diretta tra il sonno e i problemi totali (p<.0001). Il 30% dei bambini del gruppo A, presentava prestazioni inferiori alla media nella valutazione dell’attenzione sostenuta. (4) I bambini del gruppo A aderivano di più al trattamento singolo con nutraceutico (58%) e alla psico-educazione (25%), mentre gli adolescenti del gruppo B al trattamento con nutraceutico associato a psico-educazione (48%). Conclusioni: Questo studio dimostra una relazione significativa tra i disturbi del sonno e le cefalee primarie.
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GIANCOLA, MARCO. „Fattori cognitivi, di personalità ed emotivi coinvolti nella creatività: dall'infanzia all'età adulta“. Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192068.

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Creativity is one of the four primary skills in the 21st century, along with critical thinking, communication, and collaboration. It represents a crucial factor for achieving social and economic growth and solving daily life problems. The current dissertation relies on seven studies and aims to deepen the roots of creativity, considering both creative potential (e.g., divergent and convergent thinking) and creative production at different developmental stages. The findings of the seven studies support the idea of creativity as a confluence of the multiplicative interaction amongst individual resources, including cognitive processes and personality traits. In particular, whereas cognition is crucial during the generation of creative thoughts, explaining how creativity is materialised, personality is responsible for the extent to which cognitive processes are used.
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PERASSO, GIULIA. „I fattori associati all’uso di alcol e alla cyber-vittimizzazione in adolescenza. Evidenze dal protocollo Health Behaviour in School Aged Children 2014“. Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1422616.

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La presente tesi approfondisce alcune delle sfide che gli adolescenti, nella società contemporanea, devono affrontare per perseguire uno stato ottimale di salute biopsicosociale. In particolare, questo lavoro si concentra su due tematiche: (a) il consumo di alcol negli adolescenti e (b) la vittimizzazione online nella forma di esperienze di cyberbullismo (subite). L'adolescenza è, infatti, un'età del ciclo di vita caratterizzata da un alto rischio di mettere in atto comportamenti dannosi per la salute (ad esempio, il consumo di alcolici). Inoltre, la presenza pervasiva di Internet nella vita quotidiana degli adolescenti aumenta il rischio subire cyber-bullismo. La tesi comprende tre studi che sono stati condotti sui dati del protocollo self-report Health Behaviour in School-Aged Children (2014), raccolti sul territorio della Lombardia. Il protocollo HBSC consente di studiare l'adolescenza in tre fasi cruciali: 11 anni, età corrispondente alla pubertà e all’inizio della scuola secondaria di primo grado; 13 anni, età corrispondente – in Italia – alla scelta della carriera scolastica futura (la scuola secondaria di secondo grado); 15 anni, età corrispondente alla scuola secondaria di secondo grado e alla piena adolescenza. Il primo capitolo prende in esame l'interazione tra genere, controllo parentale e cene familiari per contrastare il consumo mensile di alcol degli adolescenti. Il secondo capitolo indaga le differenze e le comunalità tra la cyber-vittimizzazione, la cyber-vittimizzazione visiva e la cyber-vittimizzazione scritta. Il terzo capitolo analizza i fattori associati alla cyber-vittimizzazione femminile, con un focus specifico sulle variabili legate al peso (ad esempio, peso effettivo in chilogrammi, peso percepito, indice di massa corporea). I tre studi rivelano indizi chiave per la prevenzione del consumo di alcol e del bullismo, sottolineando il ruolo cruciale della sorveglianza HBSC nel monitorare i pattern comportamentali di rischio e benessere per le nuove generazioni.
The present dissertation addresses some of the challenges that adolescents have to face to pursuit health in contemporary society. Specifically, this work focuses on: (a) adolescents alcohol consumption and (b) cyberbullying victimization. Adolescence is, in fact, an age characterized by a high risk for engaging harmful behaviours. Plus, the pervasive presence of the Internet environment in adolescents’ everyday life enhances the risk of being cyberbullied. The dissertation includes three studies that have been conducted on Health Behaviour in School-Aged Children (HBSC) 2014 data from Lombardy. HBSC protocol consents to study adolescence in three crucial phases (i.e., age 11, corresponding with puberty and the beginning of middle school; age 13 corresponding – in Italy – to the choice of the high school career; age 15, corresponding with high school years). The first chapter questions the interaction of gender, parental control, and family dinners in counteracting adolescents’ monthly alcohol consumption. The second chapter investigates the differences and the commonalities among general, visual, and written cyberbullying victimization. The third chapter analyzes the associated factors of girls’ cyberbullying victimization, with a specific focus on weight-related variables (e.g., actual weight in kilograms, perceived weight, body-mass index). The three studies reveal key-clues for prevention, emphasizing the crucial role of HBSC surveillance in monitoring the emerging patterns of risk and wellbeing for the new generations.
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DEL, SETTE PAOLA. „The social side of pragmatics in middle childhood: is metaphor understanding associated with Theory of Mind?“ Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1422595.

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Canale, Caterina <1994&gt. „Indagine esplorativa sulla teatro terapia come risorsa nel processo di riabilitazione linguistica di ragazzi ipoacusici Prospettive di ragazzi, genitori e logopediste a confronto“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13955.

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La teatro terapia, applicata a ragazzi ipoacusici, si pone come obbiettivo il raggiungimento di un buon livello di produzione e comprensione linguistica, evidenziando l'importanza dell'espressività ed esortando i ragazzi ad essere il più comunicativi possibile. Inoltre, si lavora molto per far sì che il ragazzo si sviluppi in modo equilibrato in tutti gli ambiti della vita, non solo quello linguistico, ma anche emotivo, relazionale e cognitivo. Scopo della ricerca è quello di comprendere gli effetti della teatro terapia applicata a soggetti ipoacusici, con la finalità di migliorarne il linguaggio e la comunicazione. Si ipotizza che la terapia porti i ragazzi ad un miglioramento nelle loro prestazioni linguistiche e comunicative, grazie anche alla crescita psicologica ed emotiva che il teatro porta con sé I partecipanti allo studio sono stati undici ragazzi ipoacusici dagli undici ai quattordici anni (cinque maschi e sei femmine), le loro logopediste (otto) ed i genitori (sei). La raccolta dati si è svolta tramite interviste semistrutturate composte da domande semi aperte riguardanti tre categorie: motivazione, cambiamenti ed ambiti. I dati sono stati poi analizzati tramite un software di analisi linguistica T-lab, grazie al quale è stato possibile creare tabelle e diagrammi. In particolare, risulta evidente che la teatro terapia applicata a ragazzi ipoacusici lavora in particolar modo sugli aspetti che riguardano l'emotività dei ragazzi, preparandoli ad affrontare situazioni nuove e simili a quelle reali, insegnando loro a valorizzare i propri pregi e a sfidare i propri limiti mettendosi in gioco e incitandoli a superare quei blocchi dovuti ad esempio alla timidezza. Con il teatro i ragazzi sono spronati a mettersi in gioco e a superare il senso di inadeguatezza. Tutto questo incide considerevolmente sullo sviluppo linguistico e comunicativo.
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Brisotto, Chiara <1993&gt. „Les émotions de l'enseignant de langues étrangères“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14415.

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Ce mémoire vise à analyser le rôle des émotions chez l’enseignant de langues étrangères, et en particulier la façon dont les émotions éprouvées influencent l’identité et la motivation de l’enseignant, ainsi que ses pratiques d’enseignement. La première partie de ce travail est théorique : dans le premier chapitre nous nous focalisons sur le concept d’émotion, étudié d’un point de vue cognitif et social. Dans les chapitres suivants, notre recherche prend en compte les effets des émotions dans la construction de l’identité, dans la motivation et dans le bien-être. Partant de ce corpus théorique, dans la deuxième partie nous proposons une étude de cas focalisée sur des enseignants de langues étrangères qui travaillent en Italie. Notre objectif est de comprendre, à travers un questionnaire, quelles émotions sont le plus souvent ressenties, dans quels contextes et si les émotions ont une influence sur la satisfaction et sur la motivation de l’enseignant. Les résultats montrent que les enseignants éprouvent des émotions de joie et d’orgueil dans leur travail. En général ils sont encore satisfaits de leur enseignement, quoiqu’ils soulignent souvent un sentiment de frustration lié au manque d’autonomie, inhérent à leur profession encadrée par le ministère. Nous considérons que la régulation efficace des émotions peut être un support valable afin d’éviter que les émotions négatives n’affectent la qualité de l’enseignement et l’apprentissage des élèves.
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Raza, Nadia <1986&gt. „Exploring Emotions and Motivation in Second Language Learning“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16130.

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The presenty study aims to investigate language learners’ emotional experiences trying to relate them to the L2 motivational self system. Although past studies focused more on negative emotions, this study takes in consideration also the positive ones providing a picture of L2 learners’ emotions and their motivation in second language acquisition. The study is divided into two parts: the first part deals with the L2 emotions and motivation and the theories that have been dealing with them. The second part of the paper describes the empirical research conducted on the sample of 52 secondary school students in age from 16 to 49 years.
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Quasimodo, Silvia <1993&gt. „Learning strategies in pluralistic approaches to foreign languages: a study of "Intercomprehension between Romance languages" university students“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17777.

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Le strategie di apprendimento linguistico sono uno degli ambiti di ricerca più produttivi nel campo della glottodidattica. La maggioranza degli studi ha analizzato le strategie usate per imparare una singola lingua straniera. Tuttavia, l’uso delle strategie in corsi di lingua basati su approcci plurali non è stato considerato con altrettanta attenzione. Pertanto, questa tesi intende sopperire a tale mancanza esaminando le strategie impiegate dagli studenti di "Intercomprensione fra lingue romanze", un corso dell’Università di Verona basato sull’omonimo approccio plurale. Gli obiettivi di questo lavoro sono (1) identificare le strategie usate dagli studenti di intercomprensione e (2) paragonarle con le strategie impiegate da altri studenti di lingue che non frequentino tale corso. Le informazioni inerenti all’uso delle strategie sono state raccolte tramite un questionario composto dal SILL (Oxford, 1990) e da una sezione aggiuntiva basata sulle strategie incluse nel FREPA (2012). Inoltre, è stato utilizzato un think-aloud protocol per identificare le strategie impiegate dagli studenti di intercomprensione nello svolgimento di un’attività di comprensione in una lingua romanza a loro non familiare (Gallego). I risultati hanno mostrato che gli studenti di intercomprensione utilizzano le strategie più frequentemente e ne hanno una maggior conoscenza teorica rispetto agli altri apprendenti di lingue. Inoltre, dal think-aloud protocol si desume che gli studenti di intercomprensione padroneggiano una gamma di strategie di tre diverse tipologie (cognitive, compensative e metacognitive). Il risultato più significativo è che gli studenti sono in grado di combinare strategie diverse per far fronte alle parole opache del testo.
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Bosco, Martina <1996&gt. „Le linee guida sui DSA: basi scientifiche, evoluzione, ricadute“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21755.

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Le linee guida sono elaborate mediante un processo di revisione della letteratura con lo scopo di fornire una guida ai professionisti sanitari sulla scelta di modalità più appropriate in determinate situazioni cliniche. Il lavoro si basa su un’analisi accurata delle Linee Guida pubblicate sui DSA nel 2022 allo scopo di comprendere cosa è cambiato nei consigli per la diagnosi e per il trattamento rispetto alle precedenti Linee Guida, pubblicate nel 2011. Sono state formulate delle raccomandazioni per degli aspetti che precedentemente non erano stati indagati. Tra questi, il Disturbo di Comprensione nella Lettura; a tal proposito si esplicita che la difficoltà di comprensione del testo non deve essere una conseguenza di un disturbo di decodifica e richiede l’utilizzo di prove standardizzate. Espone inoltre raccomandazioni per la valutazione e la diagnosi di DSA negli studenti bilingui. Secondo i dati del MIUR, il 10% degli studenti in Italia è costituito da persone bilingue ed è per questo che la diagnosi DSA deve far riferimento a prove standardizzate su popolazioni bilingue. Un altro aspetto indagato è la diagnosi DSA nei giovani adulti; infatti, con le nuove Linee Guida i clinici possono far riferimento a direttive diagnostiche più chiare. Gli argomenti che sono stati aggiornati sono: disgrafia, con sviluppo di nuove prove di valutazione; discalculia, con relativa raccomandazione di includere nel processo diagnostico la valutazione delle abilità compromesse nei DSA; individuazione precoce di DSA per individuare bambini che presentano un possibile rischio di sviluppare un disturbo dell’apprendimento a partire dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia.
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CORRIAS, GIADA. „Progettazione, realizzazione e testing di un ambiente di realtà virtuale immersiva per l’apprendimento“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2021. http://hdl.handle.net/11584/319508.

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This thesis presents the results of the research activities carried out during the PhD course in Philosophy, Epistemology and History of Culture at the University of Cagliari. The doctorate is part of the "Innovative Doctorates with industrial characterization" (PON-RI - XXXIII cycle), aimed at the promotion and strengthening of higher education in line with the needs of the national production system and with the National Strategy of Intelligent Specialization 2014-2020 approved by the European Commission. The research project mainly concerned the study of perception-action cycles in immersive virtual reality (VR) environments in order to understand how to better design virtual environments for learning and teaching, testing the collaboration between psychology, education and computer science. During the doctoral period, through the close collaboration between the research group of the Department of Pedagogy, Psychology and Philosophy of the University of Cagliari, the Lawrence Technological University of Detroit and the Software House "Infora", it was possible to design and develop a laboratory for immersive virtual reality called VirtuaLab (VLab), with the aim of analysing the impact on procedural learning of different combinations of structural and functional characteristics and implementable scenarios. The thesis is structured in three parts. The first part examines the theoretical aspects related to the use of virtual reality in areas ranging from learning to health professions, including entertainment and industrial training: the first chapter is dedicated to the definition of the concept of virtual reality and a detailed description of the different types of virtual reality available to the broad public. The following chapter contains a reasoned bibliographic review of the studies that have examined the different applications and objectives that virtual reality has encountered over time, regarding virtual environments dedicated to learning and professional training. The second part introduces the VirtuaLab software (VLab) which was developed for the thesis work and its main characteristics. The third part of the thesis presents two experiments carried out with the designed software: starting with the presentation of the first experiment carried out with a first version of the VLab software, Virtual Kitchen 1.0, focused on the analysis of the effects of different approaches in the presentation and execution of a procedure (implicit feedback VS explicit feedback), in order to evaluate its effectiveness in relation to procedural learning in immersive virtual reality environments. In the next chapter the main changes to which the VLab environment has been subjected are exposed thanks to the analysis carried out on the user experience of the subjects participating in the experiment with VK 1.0, and subsequently a second experiment is presented realized with the modified VLab software (Virtual Kitchen 2.0 or VK 2.0), aimed to verify the effects on performance and learning of two different tutorial modes (textual VS visual), to test the effect on the procedural learning in immersive VR environments. At the end of the thesis work, the results of the experiments are presented and possible future developments of the VirtuaLab software are discussed.
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ONNIVELLO, SARA. „La variabilità in bambini e adolescenti con sindrome di Down“. Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3448670.

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La sindrome di Down (SD) è caratterizzata da eterogeneità sia a livello globale che dominio specifico. La presente tesi esplora tale variabilità da diverse angolazioni. Conoscere le tappe di sviluppo facilita la pianificazione dell’intervento e l'individuazione precoce di fattori in comorbidità. Sono presenti tabelle normative per l'acquisizione delle abilità cognitive e comunicative nello sviluppo tipico, ma meno si sa sulla SD. Gli obiettivi dello Studio I sono: fornire informazioni sull’acquisizione di abilità cognitive e di comunicazione nella SD; facilitare l'identificazione precoce di bambini a rischio di comorbidità. 74 bambini con SD (4-18 mesi) hanno completato la Bayley Scales of Infant Development-III (BSID-III). I genitori hanno fornito informazioni sullo sviluppo del bambino e sulla storia familiare. Le percentuali dei bambini che hanno acquisito ogni abilità sono state calcolate per item dalle scale cognitive e di comunicazione all'interno di fasce d’età di 2 mesi. Per coloro che non avevano acquisito una determinata abilità, sono stati calcolati anche i tassi di prematurità, difetti cardiaci, interventi chirurgici e malattie. Questo studio ha permesso di ottenere informazioni utili nel determinare le tappe dello sviluppo cognitivo e comunicativo nella SD. Crescendo, gli individui con SD hanno un profilo di sviluppo caratterizzato da punti di relativa forza e debolezza, ma è anche evidente una grande eterogeneità. Questa nozione ha dato luce allo Studio II, che mira a: esplorare il profilo di sviluppo complessivo di bambini con SD durante l’infanzia; esaminare se l’eterogeneità sia rilevabile già durante questo periodo; identificare il ruolo di fattori ambientali e relativi alla salute che potrebbero influenzare l'acquisizione delle prime abilità. 54 bambini con SD (3-17 mesi) hanno completato le BSID-III, mentre i genitori hanno fornito informazioni sulla storia di sviluppo e familiare. I punteggi BSID-III sono stati analizzati per esplorare il profilo di sviluppo di tutto il gruppo e, tramite un’analisi dei cluster, la presenza di profili di sviluppo differenti. Sono state anche esplorate le associazioni con l'età cronologica, la prematurità, i problemi medici, le terapie e il livello di istruzione materno. A livello di gruppo, la comunicazione espressiva è emersa come un punto di forza relativo, e le abilità grosso-motorie come una debolezza. Sono emersi inoltre due diversi profili di sviluppo: uno caratterizzato da punteggi di sviluppo più alti, l’altro più bassi, e con i bambini del primo gruppo più piccoli di quelli del secondo. L'eterogeneità negli individui con SD è stata ulteriormente esplorata nello Studio III, spostando l'attenzione su bambini più grandi e adolescenti. Gli obiettivi di questo studio sono: esplorare il profilo cognitivo; esplorare la presenza di diversi profili cognitivi; indagare l'associazione tra profilo cognitivo e tappe dello sviluppo, condizioni mediche e livelli di istruzione dei genitori. 72 bambini/adolescenti con SD (7-16 anni) sono stati valutati con la Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence - III. Sono stati adottati punteggi età equivalente e sono stati ottenuti un indice verbale e uno non verbale, prima analizzati per esplorare il profilo cognitivo dell'intero gruppo, poi utilizzati per un’analisi dei cluster. A livello di gruppo, sono emersi punteggi omogenei tra i due domini, mentre l’analisi dei cluster ha identificato tre diversi profili, "Non-Verbale", "Verbale" e "Omogeneo". Il primo sottogruppo aveva i punteggi più bassi e il profilo tipico della sindrome; il secondo presentava punteggi intermedi e punteggi migliori nei compiti verbali rispetto ai non verbali; e il terzo, con i punteggi più alti, mostrava punteggi simili nei due domini. Questi tre sottogruppi non differivano per età cronologica e le variabili ambientali sembrano aver avuto un ruolo nel determinare i profili "Verbale" e "Omogeneo".
Down syndrome (DS) is characterized by a marked inter-individual variability on both the global and the domain-specific levels. The present dissertation explores the variability in the syndrome from different angles. Understanding the timing of developmental milestones facilitates intervention planning and the early detection of risk for co-occurring conditions. The normative timing for typically-developing children to acquire cognitive and communication skills has been established, but little is known about what happens in DS. The aims of Study I were: to provide foundational information on when infants with DS acquire cognitive and communication skills; to facilitate the early identification of infants at risk of concomitant developmental delays. 74 infants with DS (4-18 months) completed the Bayley Scales of Infant Development-III (BSID-III). Parents provided information regarding their infant’s developmental and family history. The percentages of the infants acquiring each skill were calculated within 2-month age bands for selected items from the cognitive and communication scales. For those failing to acquire a given skill within each age band, the rates of prematurity, heart defects, corrective heart surgery and significant illness were calculated. This study generated information for developing a timetable for the cognitive and language development of infants with DS. As they grow up, individuals with DS are generally predisposed to a pattern of relative developmental strengths and challenges, but a great deal of within-syndrome heterogeneity is also apparent. This prompted Study II, which aimed: to explore the overall developmental profile of infants with DS; to examine whether any heterogeneity is detectable already during infancy; to identify any associations with various health-related and environmental factors that might influence early skills acquisition. 54 infants with DS (3-17 months) completed the BSID-III. Parents provided information on their developmental and family history. Scores obtained on the BSID-III scales were analyzed to ascertain the developmental profile of the sample and to identify any different profiles using a clustering approach. Associations with chronological age (CA), prematurity, medical problems, therapies and mothers’ education level were also explored. At group level, expressive communication emerged as a relative strength and gross motor skills as a weakness. Two different developmental profiles emerged, one more and one less advanced developmentally, with infants in the first group being younger. Heterogeneity in individuals with DS was further explored in Study III, shifting the focus to childhood and adolescence. The goals of this study were: to explore the cognitive profile of children and adolescents with DS; to examine whether their inter-individual variability could be classified in terms of subgroups with different cognitive profiles; to investigate the association between cognitive profile(s) and developmental milestones, medical conditions, and parents’ education levels. 72 children/adolescents with DS (7-16 years old) were assessed with the Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence – III. Age-equivalent scores were adopted, and Verbal and Non-Verbal indexes were obtained. These scores were first analyzed to explore the cognitive profile of the whole group, then used for a cluster analysis. Considering the whole sample, similar scores in the verbal and non-verbal domains emerged, while cluster analysis identified three different profiles, the “Non-Verbal”, “Verbal” and “Homogeneous”. The first subgroup had the lowest scores and the typical DS profile; the second had intermediate scores and fared better on verbal tasks; the third, with the highest scores, fared equally well in the two domains. CA did not differ in these subgroups. Environmental variables seemed to have had a role in shaping the Verbal and Homogeneous profiles.
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Bembich, Caterina. „Early attachment behavior in mother-infant dyad: a study on Maternal Physical Engagement“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2012. https://hdl.handle.net/11572/368832.

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The purpose of this study, is to compare the extent and types of physical proximity and contact between mothers and infants across different countries during the early child stage of life, and to discuss how those activities are modulated by contrasting cultural styles. We have compared the way in which mothers are physical engaged with their children in different societies, to investigate similarities and differences in the physical and proximal maternal behaviors, selecting 5 different countries belonging to the Western (Italy and USA), Eastern (Korea and Japan) and Developing countries (Kenya). Moreover, the research analyzed how those early maternal activities are related to the child’s subsequent development, examining how experiences during early life could affect his future growth. The results are discussed in light of the culture-universal as well as culture-specific aspects of parenting. Three studies have been developed: the first examines and compares the ways in which mothers physically engage their very young infants in Italy and the USA, and asks whether they differ in the proximal and physical response to infant vocalizations; the second proposes a wider analysis of the maternal physical engagement across different countries, and investigates similarities and differences in the physical and proximal maternal behaviors in countries belonging to the Western (Italy and USA), Eastern (Korea and Japan) and Developing countries (Kenya); the third evaluates the influence of maternal physical engagement on the development of infant play, adaptive behavior, and child emotion availability, in the Italian sample. Finally, in the Appendix, is reported a study on a particular form of attachment behavior presented in mammalian (the Transport Response (TR)), in mice genetically modified who show deficits in attachment behavior. The study corroborates the importance of investigating the genetic basis of attachment behavior in order to better understand the affiliative relationship in higher mammals.
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Decarli, Gisella. „The two core systems of numerical cognition in infants and developmental dyscalculia“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/368641.

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The present dissertation collects several works that aim to examine multiple aspects of ANS and OTS during infancy. In particular, the predictive role of ANS on mathematical abilities, the importance of dynamic information in OTS and the role of OTS and ANS in developmental dyscalculia.
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