Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Psicologia dello sviluppo“

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Psicologia dello sviluppo"

1

Gaj, Nicolň. „Verso un modello unificato in psicologia clinica. Un'analisi storico-epistemologica sullo sviluppo della disciplina“. RICERCHE DI PSICOLOGIA, Nr. 2 (April 2010): 73–94. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002004.

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La psicologia clinica in Italia si č sviluppata sotto l'influenza di svariate sollecitazioni scientifiche e culturali. Come nel resto d'Europa, la spinta della filosofia neo-positivistica permise il delinearsi di una disciplina autonoma, minacciata perň da istanze filosofiche e ideologiche proprie del nostro panorama culturale. La progressiva trasformazione del tessuto sociale e la maggiore soliditŕ scientifica e teorica della psicologia clinica chiamano i professionisti a occuparsi sempre di piů di problemi di rilevanza sociale. Entro questo scenario, risulta centrale la necessitŕ di chiarire e circoscrivere alcune questioni centrali nella definizione della psicologia clinica, quali il rapporto tra clinica medica e clinica psicologica, la specificazione delle caratteristiche dell'erogazione di servizi psicologici, le peculiaritŕ del ruolo dello psicologo clinico nell'operare congiunto con altri professionisti. In considerazione della pluralitŕ di contesti in cui opera lo psicologo clinico e della frammentazione del sapere psicologico, emerge l'opportunitŕ di individuare un frame condiviso, in grado di integrare e coordinare i principali riferimenti teorici e metodologici dell'intervento in psicologia clinica. L'individuazione di tale cornice teorico-metodologica non puň prescindere dalla considerazione di alcune istanze ritenute centrali nella definizione della clinica come dimensione applicativa della psicologia.
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2

Monti, Fiorella, Alessandra Farneti und Alessandra Sansavini. „Dalla psicologia dell'età evolutiva alla psicologia dello sviluppo“. RICERCHE DI PSICOLOGIA, Nr. 2 (Oktober 2021): 227–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12609.

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Il presente lavoro ripercorre alcune tra le principali ricerche nell'ambito della psicologia dell'età evolutiva, avviate dai primi allievi di Renzo Canestrari a partire dagli anni '50 del secolo scorso. In particolare, rilegge il percorso accademico degli allievi Marco Walter Battacchi e Giuliana Giovanelli, che hanno ricoperto la I e la II Cattedra di Psicologia dell'Età Evolutiva, poi Psicologia dello Sviluppo, nell'Ateneo di Bologna, ricordandone i principali contributi scientifici e didattici.Tra questi, i contributi, su numerosi temi, di Battacchi (il ritardo mentale, le difficoltà dei figli degli immigrati italiani in Germania, il pregiudizio etnico, la delinquenza minorile, lo sviluppo del pensiero e delle emozioni e i rapporti con il linguaggio e la teoria della mente) e di Giovanelli (modalità di valutazione e comunicazione tese a valorizzare le potenzialità di ogni bambino/a, psicologia della percezione, del tempo, del neonato a termine e pretermine e dei primi processi percettivi, cognitivi e linguistici) hanno dato un apporto innovativo e ampiamente riconosciuto a questa disciplina e ai primi 50 anni di storia dell'Istituto, poi Dipartimento, di Psicologia. Le loro idee e i loro lavori pioneristici hanno costituito un fondamentale riferimento per i nuovi gruppi di ricerca in ambito evolutivo sia nell'Ateneo di Bologna che a livello nazionale e internazionale.
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Bosio, Albino Claudio, Guendalina Graffigna und Serena Barello. „In dialogo con gli interventi sull'articolo: "uno scenario transdisciplinare sulla salute: nuovo paradigma per la psicologia e gli psicologi?"“. PSICOLOGIA DELLA SALUTE, Nr. 3 (Oktober 2021): 52–56. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003010.

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Gli Autori replicano ai contributi sull'articolo-bersaglio "Uno scenario transdisciplinare sulla salute: paradigma per la psicologia e gli psicologi?" sottolineando lo sviluppo di due linee tematiche di riflessione. Da un lato, si osserva un approfondimento delle ragioni a favore di un approccio transdi-sciplinare alla salute e a favore di un impegno della psicologia in tal senso. Da un altro lato, sono poste a tema una serie di "questioni aperte" (dal punto di vista para-digmatico, metodologico, organizzativo, culturale, formativo, istituzionale-politico) che la psi-cologia è chiamata ad affrontare nel prossimo futuro se vorrà orientare il suo sviluppo in chia-ve transdisciplinare. Entrambe le linee sono ritenute essenziali per una verifica di percorribilità dello scenario transdisciplinare da parte della psicologia della salute
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Freda, Maria Francesca. „La salute come bene comune sostenibile“. PSICOLOGIA DELLA SALUTE, Nr. 3 (Oktober 2021): 19–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003004.

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Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una accelerazione dello sviluppo tecnologico, scientifico e culturale che ha radicalmente trasformato gli scenari della vita sociale, generato importanti opportunità, ma anche introdotto questioni relative alla stessa sostenibilità del pro-cesso. Anche in ambito sanitario, gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche han-no portato cambiamenti che non comprendono il solo ambito della medicina, ma implicano questioni etiche, sociali, economiche e, ovviamente, psicologiche. La sostenibilità è una domanda trasversale alla contemporaneità che, per essere affrontata, richiede l'istituzione di un campo di conoscenza transdisciplinare. Alla luce di questo scenario, l'autrice propone il riferimento alla Psicologia della Salute quale vertice fondamentale di un campo di conoscenza transdisciplinare che contribuisca allo sviluppo di un modello della salute come bene comune sostenibile.
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5

Muzio, Marisa, und Luca Argenton. „Psicologia dello sport: il benessere per la prestazione eccellente“. RICERCHE DI PSICOLOGIA, Nr. 1 (Mai 2021): 233–48. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11634.

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Lo studio delle relazioni tra attività fisica e qualità della vita rappresenta una delle aree di maggiore interesse per diverse discipline psicologiche, dalla psicologia della salute a quella applicata allo sport, fino alla psicologia del ciclo di vita. La psicologia dello sport, in particolare, si presenta oggi come area teoricoapplicativa in cui convergono e si integrano i contributi delle scienze dello sport e delle discipline psicologiche. In linea con le attuali tendenze della Positive Psychology, l'approccio applicativo tende a costruire il modello di funzionamento ottimale dell'atleta – sia nell'età dello sviluppo che ad alto livello agonistico – e a supportarne e svilupparne le condizioni di funzionamento ottimale. ? in questo quadro di riferimento che si contestualizzano gli studi sulla peak performance e sui peak moments in generale. Tra questi, l'articolo evidenzia e approfondisce la centralità del costrutto di flow sia in chiave teorica che nelle sue ricadute operative.
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Baudry, Francis. „La psicologia dell'Io, 1950-2010: stasi o evoluzione?“ PSICOANALISI, Nr. 2 (Februar 2013): 11–44. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-002002.

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L'articolo si propone di illustrare le idee centrali di Hartman, Kris e Loewenstein nei primi anni '50 e di mostrare come siano servite a strutturare quella che era stata fino ad allora un'impresa terapeutica alquanto caotica. Nella seconda parte l'autore analizza come dall'idea dell'analisi terapia del singolo si siano sviluppati altri punti di vista la persona Inserire riassunto di massimo 10 righe, soprattutto in Inghilterra e in Francia. Questi nuovi sviluppi si sono soffermati sul ruolo delle prime relazioni oggettuali con i contributi dei kleiniani e di Winnicott e sull'importanza della fase pre-edipica dello sviluppo. Nella terza parte l'Autore esamina brevemente come la pratica della cosiddetta psicologia dell'Io si sia silenziosamente evoluta, senza aver tuttavia dato vita a una nuova teoria ed esamina le conseguenze della disconnessione tra teoria e tecnica.
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7

Martino, Angela, Carla Gasparri und Lara Facchini. „Ergobiografia del professor Renzo Canestrari“. RICERCHE DI PSICOLOGIA, Nr. 2 (Oktober 2021): 15–59. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12596.

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La produzione scientifica del Professor Renzo Canestrari (del quale vengono sintetizzate le note biografiche essenziali) si è estesa per quasi settanta anni ed ha riguardato vari ambiti della psicologia, soprattutto la psicologia della percezione, la psicologia dell'età evolutiva e la psicologia clinica. Il corpus delle pubblicazioni nelle quali sono riportati i risultati di questa lunga attività di ricerca e di riflessione teorica costituisce un patrimonio culturale e accademico di enorme valore epistemologico e documentano molti aspetti dello sviluppo della psicologia italiana nella seconda metà del ‘900. Questi aspetti sono potenzialmente di grande interesse per studi di storiografia ed epistemologia delle scienze psicologiche.
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Di Pietro, Maria Luisa, und Adelia Lucattini. „Sviluppo adolescenziale e comportamenti sessuali“. Medicina e Morale 40, Nr. 2 (30.06.1991): 247–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1143.

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Addentrarsi nel mondo degli addolescenti nel tentativo di comprendere il perché delle loro scelte e dei loro comportamenti, in particolar modo sessuali, è impresa alquanto ardua: non vi è infatti nessuna altra fase dello sviluppo umano che sia sì intrisa di contraddittorietà e di provvisorietà come l'adolescenza e quindi difficilmente passibile di schematizzazioni e di soluzioni. Lo scopo di questo lavoro, che si avvale della vasta letteratura esistente in tema di adolescenza, è quello non di schematizzare ma di individuare - anche alla luce degli apporti della psicologia - le ragioni dei comportamenti adolescenziali in campo sessuale (rapporti sessuali, uso della contraccezione, diffusione delle malattie sessualmente trasmesse) perché questa conoscenza sia punto di partenza per l'elaborazione di una mirata strategia educativa della sessualità.
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Pine, Fred. „Oltre il pluralismo: psicoanalisi e funzionamento della mente“. PSICOANALISI, Nr. 1 (September 2012): 51–80. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-001005.

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Soggetti che Freud ha escluso o analizzato in maniera incompleta in oltre un secolo di osservazione sono stati oggetto di indagine teorica: il ruolo dell'altro, il sé, il periodo preedipico, l'azione, il controtransfert, i limiti di neutralitŕ/anonimitŕ/astinenza, i loci del dramma analitico, gli effetti che vanno oltre l'interpretazione e i bisogni di base (vs. i desideri). Questi sviluppi hanno generato teorie contrastanti e gruppi settari. L'autore discute i processi della psicologia di gruppo e propone una visione ampia e inclusiva della psicoanalisi sotto l'intestazione dello studio dei "meccanismi della mente". Offre alcune proposte integrative rispetto ai compiti centrali dello sviluppo individuale, alle teorie della mente, all'approccio relazionale e ad alcuni aspetti tecnici.
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Guerra, Giovanni. „La relazione medico paziente: dialogo tra psicologia e medicina sull'adattamento“. RICERCHE DI PSICOLOGIA, Nr. 1 (Mai 2021): 137–51. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11606.

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Il rapporto medico-paziente, tema ampiamente dibattuto in letteratura, viene qui proposto indicando l'adattamento come terreno di incontro nel quale medicina e psicologia possano dialogare, condividendo lo stesso punto di osservazione, pur mantenendo le loro specificità di lettura dei fenomeni e di intervento.La vita è un continuo processo adattativo la cui storia è il risultato deterministico e imprevedibile del gioco delle risorse, delle possibilità, dei vincoli, dei limiti, delle occasioni propri sia del soggetto sia della realtà.Questa formulazione dell'adattamento si applica tanto allo sviluppo biologico quanto allo sviluppo psicologico e, pur nella differenza dei "materiali" osservabili, offre un comune vertice di osservazione.La malattia è un evento quasi inevitabile della vita e coinvolge il soggetto in tutta la sua complessità bio-psico-sociale. Da qui, la sollecitazione a includere il malato con la sua soggettività (valori, storia, emozioni, fantasie …) all'interno del campo clinico. Tale inclusione, peraltro, pone due domande: da una parte, sulle ragioni dell'eclissi dell'interesse per la soggettività e, da un'altra parte, sul potenziale valore aggiunto apportato dalla presenza della soggettività del paziente nel campo clinico.La logica dello sviluppo del sapere e delle tecniche in medicina spiega le ragioni del progressivo disinteresse per la soggettività, ma lo stesso sviluppo implica la valorizzazione dell'individualità biologica. L'individualità non è, di per sé, la soggettività ma costituisce indubbiamente la via per prendere in considerazione la singolarità dei processi adattativi alla malattia.L'inclusione della soggettività se appare evidentemente vantaggiosa per il paziente, offre anche al clinico il vantaggio di una partecipazione attiva e di adesione ai percorsi diagnostici e terapeutici. Nella narrazione che il paziente fa della storia della malattia, infatti, si può rintracciare e comprendere anche la sua strategia adattativa. In particolare, si avanza la proposta di lettura della narrazione ipotizzando il vissuto della malattia e le aspettative nei confronti del curante come organizzatori della narrazione.
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Dissertationen zum Thema "Psicologia dello sviluppo"

1

Prandini, Carlo <1960&gt. „Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/1/TESTOUNICO2.pdf.

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Prandini, Carlo <1960&gt. „Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/.

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3

Antonello, Irene <1991&gt. „Teoria della mente e Disturbi dello Spettro Autistico: una possibile spiegazione del deficit sociale“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11479.

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I Disturbi dello Spettro Autistico sono fenomeni complessi dei quali la ricerca scientifica possiede poche certezze, nonostante i casi siano in continuo aumento. I soggetti colpiti presentano numerosi sintomi, primo fra tutti una carente capacità ad intrattenere rapporti sociali: essi hanno delle difficoltà a esprimere le loro emozioni, a comprendere quelle altrui e in alcuni casi non cercano spontaneamente il contatto sociale. In questa ricerca si descriveranno le principali caratteristiche dei Disturbi dello Spettro Autistico, prestando una maggiore attenzione al deficit sociale e si esporranno i diversi modelli teorici che sono stati offerti per spiegare la presenza di questo deficit. Si cercherà di verificare, in particolare, se le difficoltà delle persone con ASD (Autistic Spectrum Disorders) ad instaurare relazioni sociali adeguate possono derivare dallo mancato sviluppo della teoria della mente, meccanismo che nello sviluppo tipico permette di spiegare il comportamento altrui in termini di stati mentali, o, in altre parole, attribuendo loro pensieri, credenze, opinioni e desideri. Si tratterà infine delle principali pratiche terapeutiche che sino ad ora sono state proposte per sviluppare le abilità sociali di queste persone.
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VACCA, Tiziana. „L’espressione facciale di distress nelle primissime fasi dello sviluppo“. Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388838.

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Distress, described for the first time and very accurately by Charles Darwin in 1872, is the classic facial expression that accompanies the tears in the earliest stages of development. Term newborn manifests complete and mature distress facial expression, through intense muscular contraction of the bilateral type (Izard, Hembree, Dougherty, & Spizzirri, 1983; Izard, Hembree, & Huebner, 1987); in the preterm infant is performed spontaneously already at 30 weeks postconceptional age (Dondi, Costabile, Vacca, Franchin, Agnoli, Lombardi, & Corchia, 2008). This work presents three experimental studies that investigate the presence of the actions that characterize the facial expression of distress in the very early stages of development, through the use of Baby FACS (Oster, 2009), a methodology specifically developed for the analysis of facial expressions of the child. The first study concerns the analysis of spontaneous facial actions that identify the distress in a sample composed of three groups of fetuses with different gestational ages (20-21, 26 and 28 weeks), observed through the recording of 3D and 4D ultrasound. The results obtained have confirmed the presence of AU4 (Brow Knotting ) on the face of all the subjects of the sample. The second study concerns the analysis of spontaneous facial actions that identify the distress in a sample composed of two groups of preterm and one group of a term infants. The results support and reinforce what was stated up to now: distress is a mature facial expression and it is performed by preterm infants with a very low gestational age. In the third study we observed 12 term infants during a routine blood test. The results obtained in the study showed how the AU4 (Brow Knotting ) and the AU20 (Lip Stretcher), characterizing distress, are showed on the faces of infants with differences in terms of frequency of occurrence and duration of total average in the four phases of the sampling procedure from the heel. Key words: distress, pain, facial expressions, foetus, preterm.
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5

DE, FABRITIIS PAOLA. „Lo sviluppo della flessibilità rappresentazionale“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Trieste, 2003. http://hdl.handle.net/10281/36599.

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Representational flexibility is usually assessed in the graphic domain by whether children can innovate canonical drawings. According to the Karmiloff-Smith’s RR Model (RRM 1990), flexibility is acquired with a marked discontinuity at 8-9 years, when routine drawings are overcome once and for all. RRM, though, is inherently recursive, implying that innovation entertains a continuous trade-off with graphic conservatism along development. In this regard, a less recent model by van Sommers (1984) suggests that pictorial conservatism coexist with flexibility, even in adulthood, and that continuity models fit better flexibility development. This study aims at comparing the two models and their ability to predict the relationship between conservatism and flexibility during development. 75 children (5, 7, 9, 11 year-olds) and 20 adults were asked to draw two similar and two different houses (administration order balanced across the sample). Drawings were coded with a 5 point scale for 6 aspects (e.g. house’s structure and details). Results show that linear trends fit flexibility development in all aspects. Adults draw canonical houses more than older children, although score highly in the differentiation task. Results suggest that flexibility coexist with some conservatism even in adults, lending support to van Sommers’s model, in these regards.
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6

MOLTENI, STEFANIA. „Creatività e comprensione delle emozioni. Studi empirici con bambini a sviluppo tipico e con disturbo dello spettro autistico“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77220.

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La creatività è un costrutto multidimensionale di non semplice definizione (Antonietti, Colombo & Pizzingrilli, 2011a, 2011b; Runco, 2008). È una potenzialità psicologica presente – in diversa misura – in ogni individuo e una Life Skill fondamentale per il benessere e l’adattamento all’ambiente. Creatività e competenza emotiva – intesa come capacità di esprimere, comprendere e regolare le emozioni (Denham, 2006) – sembrano essere aspetti correlati: in particolar modo fluidità (produzione di tante idee) e flessibilità (produzione di idee diverse tra loro) sono legate alla competenza emotiva e alla stima di sé (Sànchez-Ruiz, Hernandez-Torrano, Pérez-Gonzàlez, Batey & Petrides, 2011; Hoffman & Russ, 2012) in bambini a sviluppo tipico. Studi con bambini a sviluppo atipico evidenziano come bambini con disturbo dello spettro autistico abbiano elevata creatività, a fronte di scarse competenze emotive. Sembra infatti che alcuni tratti tipici del disturbo – quali ad esempio la tendenza verso la perfezione, la capacità di focalizzarsi sui dettagli e un’ottima memoria (Happé & Vital, 2009) – siano particolarmente propizi per lo sviluppo della creatività. Spesso tuttavia ci si sofferma solo sugli aspetti deficitari della patologia, senza considerare le potenzialità che questi bambini possono avere. Con l’obiettivo di approfondire il legame tra creatività e comprensione delle emozioni in bambini con sviluppo tipico e con disturbo dello spettro autistico, sono stati condotti due studi empirici, valutando intelligenza fluida, abilità creativa e comprensione delle emozioni. Il primo ha coinvolto circa 400 bambini di età compresa fra 5 e 11 anni, prendendo in considerazione anche l’effetto diretto che alcune variabili socio-demografiche possono avere sul variare dei punteggi di creatività. Successivamente l’attenzione è stata focalizzata su un gruppo di circa 40 bambini con autismo ad alto funzionamento cognitivo appaiati per genere ed età a bambini con sviluppo tipico. Dallo Studio I emerge che, differentemente da intelligenza fluida e comprensione delle emozioni, la creatività non aumenta all’aumentare dell’età. Creatività e comprensione delle emozioni risultano significativamente correlate (fluidità e componente mentale: p<.05; flessibilità e componente esterna: p<.05; flessibilità e componente mentale: p<.01; elaborazione e componente mentale/riflessiva p<.05). Si osserva un interessante effetto di interazione tra le variabili, in particolar modo in riferimento a fluidità e flessibilità. I dati pongono quindi in evidenza che lo sviluppo dei due aspetti è, per qualche verso correlato. Dallo Studio II emerge invece che i bambini con autismo producono idee elaborate e originali, ma mostrano una tipologia di pensiero più rigida (fluidità: p<.05; flessibilità: p<.001) e difficoltà significative nella comprensione delle emozioni rispetto ai pari con sviluppo tipico. Tra gli aspetti indagati emergono correlazioni interessanti, in particolar modo tra comprensione delle emozioni e fluidità (Componente esterna: p<.05, Componente mentale: p<.01, Componente riflessiva: p<.001), flessibilità (Componente esterna: p<.05; Componente riflessiva: p<.05) ed elaborazione (Componente mentale: p<.01). In relazione agli interessanti risultati emersi si propone un percorso educativo per piccoli gruppi di bambini con autismo con focus su fluidità e flessibilità con l’obiettivo di incrementare la comprensione delle emozioni.
Creativity is a multidimensional construct, not easy to define (Antonietti, Colombo & Pizzingrilli, 2011a, 2011b; Runco, 2008). It represents a psychological potential that each individual owns in different measures and a fundamental Life Skill for the well-being and the adaptation to the environment. Creativity and emotional competence - like the ability to understand, express and regulate emotions (Denham, 2006) - seem to be related to each other: especially fluidity (generating a great number of ideas) and flexibility (generating original ideas, different from each other) are linked to emotional competence and to self-esteem (Sanchez-Ruiz, Hernandez-Torrano, Pérez-González, Batey & Petrides, 2011; Hoffman & Russ, 2012) in children with typical development. Studies with children with atypical development highlight that children with autism spectrum disorder seem to show high creativity but they find some difficulties in using emotional competence. In particular, some specific traits of the autism disorder – like tendency toward perfection, focus on details and good memory (Happé & Vital, 2009) – seem to be particularly favorable for the development of creativity. However, research often focuses only on their deficit, not considering the potentialities that these children may have. With the aim to investigate the link between creativity and emotion comprehension in children with typical development and with autism spectrum disorder, two empirical studies have been carried out, assessing fluid intelligence, creativity and emotion comprehension. The first one involved about 400 children aged between 5 and 11, considering also the direct effect that some socio-demographic variables might have on the variation of creativity scores. Afterwards, attention was focused on a group of about 40 children with high-functioning autism and 40 children with typical development paired for gender and age. The first Study shows that, differently from fluid intelligence and emotion comprehension, creativity does not grow with age. Creativity and emotion comprehension show interesting correlations (fluidity and mental component: p<.05; flexibility and external component: p<.05; flexibility and mental component: p<.01; elaboration and mental/reflexive component: p<.05). An interesting interaction effect among the variables emerges, particularly in relation to fluidity and flexibility. The data suggest that the development of the two aspects is, in some way, related. The second study shows that children with autism produce elaborate and original ideas, but show a more rigid way of thinking (Fluidity: p<.05; Flexibility: p<.001) and significant difficulties in emotion comprehension. Among the three investigated aspects, interesting correlations emerged: emotion comprehension appears to be linked to fluidity (External component: p<.05, Mental component: p<.01, Reflexive component: p<.001), flexibility (External component: p<.05; Reflexive component: p<.05) and elaboration (Mental component: p<.01). In relation to these interesting findings, we propose an educational training for small groups of autistic children, focused on fluidity and flexibility, with the aim to increase emotion comprehension.
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7

LUCCHINI, BARBARA. „Competenze di mentalizzazione e dello sviluppo morale in situazioni evolutive tipiche e atipiche“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/149.

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La tesi è articolata in due studi entrambi condotti nel settore di studi della teoria della mente. I due ambiti indagati sono l'abilità di finzione e la comprensione morale, in condizioni evolutive tipiche e atipiche. Il primo ambito indagato è il gioco di finzione nello sviluppo tipico, in particolare in riferimento all'interazione con la madre. I dati ottenuti dallo studio condotto, in cui si sono analizzate le espressioni verbali materne, supportano l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza delle madri ad utilizzare un linguaggio mentalistico in modo appropriato durante l'interazione di finzione con i loro bambini. Il secondo ambito di indagine è la comprensione morale, nello specifico la valutazione delle intenzioni che sottendono azioni di valenza morale in soggetti autistici. Lo studio condotto analizza la capacità di mentalizzazione e di comprensione morale e i loro eventuali legami, nell'autismo ad alto funzionamento e nello sviluppo tipico. I risultati della ricerca mostrano che, in accordo con la letteratura, si riscontrano difficoltà negli autistici nelle prove mentalistiche, ma non nelle prove sulla comprensione morale.
My dissertation consists of two researches concerning theory of mind, in particular pretend play and moral understanding, in typical and atypical development. The first study investigated the maternal mental language used during mother-child interaction in pretend and real contexts. The results suggest that mothers used an appropriated mental language during the mother-child interaction in pretend. The second study analyzed theory of mind and moral understanding in children with autism high-functioning and normal development children. The aim of this research was to explore evaluation of the intention of moral action and its link with mentalization ability. According to literature, results show significant differences between autistic and control groups in theory of mind tasks, but not in moral understanding tasks.
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8

LUCCHINI, BARBARA. „Competenze di mentalizzazione e dello sviluppo morale in situazioni evolutive tipiche e atipiche“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/149.

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La tesi è articolata in due studi entrambi condotti nel settore di studi della teoria della mente. I due ambiti indagati sono l'abilità di finzione e la comprensione morale, in condizioni evolutive tipiche e atipiche. Il primo ambito indagato è il gioco di finzione nello sviluppo tipico, in particolare in riferimento all'interazione con la madre. I dati ottenuti dallo studio condotto, in cui si sono analizzate le espressioni verbali materne, supportano l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza delle madri ad utilizzare un linguaggio mentalistico in modo appropriato durante l'interazione di finzione con i loro bambini. Il secondo ambito di indagine è la comprensione morale, nello specifico la valutazione delle intenzioni che sottendono azioni di valenza morale in soggetti autistici. Lo studio condotto analizza la capacità di mentalizzazione e di comprensione morale e i loro eventuali legami, nell'autismo ad alto funzionamento e nello sviluppo tipico. I risultati della ricerca mostrano che, in accordo con la letteratura, si riscontrano difficoltà negli autistici nelle prove mentalistiche, ma non nelle prove sulla comprensione morale.
My dissertation consists of two researches concerning theory of mind, in particular pretend play and moral understanding, in typical and atypical development. The first study investigated the maternal mental language used during mother-child interaction in pretend and real contexts. The results suggest that mothers used an appropriated mental language during the mother-child interaction in pretend. The second study analyzed theory of mind and moral understanding in children with autism high-functioning and normal development children. The aim of this research was to explore evaluation of the intention of moral action and its link with mentalization ability. According to literature, results show significant differences between autistic and control groups in theory of mind tasks, but not in moral understanding tasks.
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9

GIUDICI, FEDERICA. „TEORIA DELLA MENTE E DECISION-MAKING: UN APPROCCIO INTEGRATO ALLO STUDIO DELLE ABILITA' MENTALISTICHE IN GIOVANI ADULTI“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/806.

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La ricerca si prefigge lo scopo di approfondire il funzionamento del ragionamento mentalistico negli adulti e l’associazione tra quest’ultimo e i processi decisionali (Astington, 1996; 1999; Sanfey e coll., 2003) . L’ approccio economico classico (Von Neumann, Morgenstern, 1947) alla decisione non considera adeguatamente la soggettività all’interno del processo decisionale; le recenti sollecitazioni in psicologia hanno sempre più evidenziato la necessità di descrivere come effettivamente le persone prendano delle decisioni. Il primo capitolo offre una definizione approfondita della ToM (Camaioni, 2003); Il secondo capitolo approfondisce la ToM negli adulti(Keysar e coll., 2003)e ei affronta il legame tra ToM e presa di decisione, la quale che richiede la capacità di gestire a livello mentalistico diverse rappresentazioni (Marchetti, Castelli, 2006). Nel terzo capitolo viene presentata l’analisi confermativa di una scala nata in ambito estone e anglosassone (Realo e coll., 2003) che valuta le credenze circa le proprie abilità mentalistiche. Il quarto capitolo descrive uno studio che studia il legame tra il pensiero mentalistico e due “bias decisionali”, l’outcome bias (Baron e coll., 1998) e l’hindsight bias (Fischhoff, 1975). Il quinto capitolo propone una ricerca il cui scopo è lo studio del ruolo della ToM nella decisione: il decision‐making richiede l’abilità di “incontrare la mente altrui” (Battistelli, 1995) per potersi attuare (2000; Fehr e coll., 2007).
The thesis aims to investigate ToM in adults and the association between ToM and decision making (Astington, 1996; 1999, Sanfey et al., 2003). The classical economic approach on decision making (Von Neumann, Morgenstern, 1947) does not consider the subjectivity in the choice-process; psychology have increasingly stressed the need to describe how people actually make decisions. The first chapter provides a ToM definition (Camaioni, 2003) The second chapter discusses ToM in adults (Keys et al., 2003) and addresses the link between ToM and decision making, which requires the ability to manage different mentalistic (Marchetti, Castelli, 2006). The third chapter presents the “Mind reading belief Scale” (Real et al., 2003) which assesses beliefs about mentalistic abilities. The fourth chapter describes a research that investigating the link between ToM and two “decisional bias”, the outcome bias (Baron et al., 1998) and the hindsight bias (Fischhoff, 1975). The fifth chapter proposes a research that aims to study the role of ToM in the decision: the decision-making requires the ability to "meet the other’s mind" (Battistelli, 1995) in order to make a choice(2000, Fehr et al., 2007).
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10

GIUDICI, FEDERICA. „TEORIA DELLA MENTE E DECISION-MAKING: UN APPROCCIO INTEGRATO ALLO STUDIO DELLE ABILITA' MENTALISTICHE IN GIOVANI ADULTI“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/806.

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La ricerca si prefigge lo scopo di approfondire il funzionamento del ragionamento mentalistico negli adulti e l’associazione tra quest’ultimo e i processi decisionali (Astington, 1996; 1999; Sanfey e coll., 2003) . L’ approccio economico classico (Von Neumann, Morgenstern, 1947) alla decisione non considera adeguatamente la soggettività all’interno del processo decisionale; le recenti sollecitazioni in psicologia hanno sempre più evidenziato la necessità di descrivere come effettivamente le persone prendano delle decisioni. Il primo capitolo offre una definizione approfondita della ToM (Camaioni, 2003); Il secondo capitolo approfondisce la ToM negli adulti(Keysar e coll., 2003)e ei affronta il legame tra ToM e presa di decisione, la quale che richiede la capacità di gestire a livello mentalistico diverse rappresentazioni (Marchetti, Castelli, 2006). Nel terzo capitolo viene presentata l’analisi confermativa di una scala nata in ambito estone e anglosassone (Realo e coll., 2003) che valuta le credenze circa le proprie abilità mentalistiche. Il quarto capitolo descrive uno studio che studia il legame tra il pensiero mentalistico e due “bias decisionali”, l’outcome bias (Baron e coll., 1998) e l’hindsight bias (Fischhoff, 1975). Il quinto capitolo propone una ricerca il cui scopo è lo studio del ruolo della ToM nella decisione: il decision‐making richiede l’abilità di “incontrare la mente altrui” (Battistelli, 1995) per potersi attuare (2000; Fehr e coll., 2007).
The thesis aims to investigate ToM in adults and the association between ToM and decision making (Astington, 1996; 1999, Sanfey et al., 2003). The classical economic approach on decision making (Von Neumann, Morgenstern, 1947) does not consider the subjectivity in the choice-process; psychology have increasingly stressed the need to describe how people actually make decisions. The first chapter provides a ToM definition (Camaioni, 2003) The second chapter discusses ToM in adults (Keys et al., 2003) and addresses the link between ToM and decision making, which requires the ability to manage different mentalistic (Marchetti, Castelli, 2006). The third chapter presents the “Mind reading belief Scale” (Real et al., 2003) which assesses beliefs about mentalistic abilities. The fourth chapter describes a research that investigating the link between ToM and two “decisional bias”, the outcome bias (Baron et al., 1998) and the hindsight bias (Fischhoff, 1975). The fifth chapter proposes a research that aims to study the role of ToM in the decision: the decision-making requires the ability to "meet the other’s mind" (Battistelli, 1995) in order to make a choice(2000, Fehr et al., 2007).
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Bücher zum Thema "Psicologia dello sviluppo"

1

Berti, Anna Emilia. Psicologia dello sviluppo. Bologna: Il mulino, 2001.

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2

Grasso, Rossella. Psicologia dello sviluppo religioso. Lecce: Milella, 2013.

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3

Aprile, Luigi, Hrsg. Psicologia dello sviluppo cognitivo-linguistico: tra teoria e intervento. Florence: Firenze University Press, 2003. http://dx.doi.org/10.36253/8884530652.

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Il volume, pubblicato in onore di Filippo Boschi, si compone di un'introduzione e sedici contributi che riportano studi e ricerche realizzate da autori di varie Università italiane, tra cui Firenze, Padova, Roma, Trieste, spesso in collaborazione con gruppi di studiosi di prestigiose Università straniere. Il volume presenta quindi alcune delle più aggiornate acquisizioni scientifiche sulla psicologia della lettura in particolare e dello sviluppo cognitivo e linguistico in generale, ed è destinato non solo a specialisti e cultori del settore, ma anche agli studenti universitari impegnati nello studio della psicologia dello sviluppo e dell'educazione.
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4

D'Amico, Simonetta, und Antonella Devescovi. Psicologia dello sviluppo del linguaggio. Bologna: Il mulino, 2013.

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5

Luigia, Camaioni, Hrsg. Manuale di psicologia dello sviluppo. Bologna: Il Mulino, 1994.

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6

Silvia, Bonino, Hrsg. Dizionario di psicologia dello sviluppo. Torino: G. Einaudi, 1994.

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7

Patrizia, Catellani, Hrsg. Psicologia dello sviluppo individuale e sociale. Milano: Vita e pensiero, 1985.

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8

Battacchi, Marco Walter. Psicologia dello sviluppo: Conoscere e divenire. Roma: La Nuova Italia scientifica, 1988.

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9

Luigia, Camaioni, und Simion Francesca, Hrsg. Metodi di ricerca in psicologia dello sviluppo. Bologna: Il Mulino, 1990.

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10

Levati, William. Psicologia e sviluppo delle risorse umane nelle organizzazioni. Milano: F. Angeli, 2002.

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Buchteile zum Thema "Psicologia dello sviluppo"

1

Cena, Loredana. „Neuroscienze dello sviluppo e psicologia clinica perinatale“. In Neuroscienze e teoria psicoanalitica, 77–99. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5346-5_5.

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2

Oasi, Osmano. „Psicologia dinamica: radici e aree di sviluppo della disciplina“. In La psicologia dinamica e Sigmund Freud, 1–16. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2525-7_1.

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