Bücher zum Thema „Problemi di max“

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Busacca, Maurizio, und Alessandro Caputo. Valutazione, apprendimento e innovazione nelle azioni di welfare territoriale. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-408-0.

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Tra il 2017 e 2019 i due Autori hanno condotto una ricerca valutativa sui Piani Giovani della Regione del Veneto e sulle politiche giovanili locali. La ricerca è stata l’occasione per approfondire le modalità di funzionamento di coalizioni locali di welfare organizzate in modo reticolare e per coinvolgerle nella progettazione partecipata di un sistema di valutazione dell’impatto sociale. Lo SROI Explore è un mix-method che cerca di rispondere ai problemi storici della valutazione nell’ambito delle politiche sociali attraverso una strategia partecipativa e l’ancoraggio alle teorie incorporate nell’azione professionale con l’obiettivo di intensificare i processi di apprendimento degli attori coinvolti.
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Dou, Jiangming. Yin qing di dai. Guangzhou: Nan fang ri bao chu ban she, 2000.

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Sangiorgi, Serena, Hrsg. Le tesi di laurea nelle biblioteche di architettura. Florence: Firenze University Press, 2003. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-102-0.

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Per le tesi manca un quadro legislativo generale e sono state elaborate alcune soluzioni a livello locale che possono essere importanti per i bibliotecari italiani delle Università. I problemi sono molteplici: tecnici, di copyright, ma anche più strettamente connessi alla biblioteconomia, come catalogazione, conservazione, accesso. Ogni biblioteca sembra aver trovato vie originali, ed è importante renderle note per dare suggerimenti per il trattamento di questo patrimonio documentale ancora di difficile accesso.
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Bellandi, Marco, und Alberto Magnaghi, Hrsg. La coscienza di luogo nel recente pensiero di Giacomo Becattini. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-462-6.

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Questo libro, nato ‘in corso d’opera’, raccoglie molte delle presentazioni pubbliche del libro di Giacomo Becattini La coscienza dei luoghi. Il territorio come soggetto corale, pubblicato da Donzelli nel 2015. In esse una grande passione teorica, metodologica, di prospettive concrete e anche di critica ha attraversato gli interventi, dal momento che il testo di Becattini ha sollevato problemi di grande rilievo, per le prospettive dello sviluppo locale, proiettandole sul futuro stesso delle società umane in un periodo di crisi e di grande incertezza sulle vie globali da percorrere. La ricchezza, la pluralità di accenti e la profondità del dibattito che si è sviluppato assicurano alla raccolta una ‘vita propria’ anche rispetto al libro d’origine. La scomparsa di Becattini, avvenuta proprio mentre si concludeva l’editing del volume, lascia un enorme vuoto ma stimola ancor più al dibattito su questo affresco, dipinto a più mani sulla traccia della sua recente opera.
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Cingari, Salvatore, Hrsg. Cultura democratica e istituzioni rappresentative. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-561-0.

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Il volume è un testo interdisciplinare a più autori che effettua una comparazione fra le due differenti vie novecentesche alla modernizzazione di Italia e Romania - variamente ispirate da modelli esterni di riferimento -, dal punto di vista politologico, culturale-politico, politico-istituzionale e politico-economico, con particolare riferimento al problema della rappresentanza. Il volume si compone di sei saggi di diversa ispirazione metodologica ed ideologica ma accomunati dalla tematizzazione dei contesti culturali e giuridico-politici dei due paesi, intesi come sistemi in "transizione", sospesi fra ricerca delle proprie caratteristiche storiche e l'attenzione ai modelli più avanzati del mondo occidentale.
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Pramusinto, Agus. Mozaik kebijakan publik di Indonesia, 2014: Percik pemikiran Komunitas Sekip di MAP Corner-MKP Klub tentang perubahan. Herausgegeben von Universitas Gadjah Mada. Institute of Governance and Public Affairs. Yogyakarta: Institute of Governance and Public Affairs, 2014.

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Manzato, Enzo, und Augusto Zaninelli, Hrsg. Racconti 33. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-908-5.

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La Medicina Narrativa nasce dal tentativo di colmare aree mancanti della medicina basata sull’evidenza, come la considerazione per la cura e gli aspetti personali del malato: alla sua definizione hanno contribuito lo studio umanitario in medicina, la medicina delle cure primarie, la narratologia e lo studio del rapporto con il paziente. La narrazione della malattia permette di affrontare in modo olistico i problemi del paziente, dando anche indicazioni terapeutiche e diagnostiche; si rivolge sia al paziente sia al personale medico, le due figure, in relazione tra loro, coinvolte nel processo di cura. La narrativa permette al paziente di non sentirsi isolato, ma al centro della struttura e viene quindi considerata al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa. I racconti di questo libro permettono di condividere le storie narrate e produrre spunti di riflessione ed approfondimento per i medici che affrontano situazioni cliniche analoghe o simili.
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Benigni, Valentina, Lucyna Gebert und Julija Nikolaeva, Hrsg. Le lingue slave tra struttura e uso. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.

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Il volume, che prende le mosse dal V Incontro di Linguistica Slava (Roma, 25-27 settembre 2014), riflette lo stato delle ricerche più recenti condotte in Italia nell’ambito di questa disciplina, proseguendo la tradizione già avviata alla fine degli anni ’80 dalla serie Problemi di morfosintassi delle lingue slave (Bologna 1988, 1990, 1991; Padova 1994, 1995), e poi rinnovata recentemente nei volumi che hanno seguito gli Incontri di Bergamo (2007), Padova (2008), Forlì (2010) e Milano (2014). Il presente contributo testimonia un ampliamento degli interessi oltre i confini della morfosintassi, verso altre aree della linguistica teorica e applicata, quali la pragmatica, la semantica, l’acquisizione e la sociolinguistica. Per la varietà dei temi trattati e delle metodologie utilizzate, la pubblicazione può interessare non solo quanti svolgono le loro ricerche, sia teoriche che applicate, nell’ambito delle lingue slave, ma anche gli studiosi di linguistica generale.
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Saint, Sanjay, Sarah Krein und Robert W. Stock. La prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza. Herausgegeben von Alessandro Bartoloni, Gian Franco Gensini, Maria Luisa Moro und Gian Maria Rossolini. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-331-5.

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Quasi 2 milioni di americani sviluppano ogni anno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria e circa 100.000 di loro, per questo motivo, muoiono. Eppure queste infezioni sono ragionevolmente prevenibili attraverso l’adozione e l’attuazione di interventi, basati sull’evidenza, per il miglioramento della qualità delle attività di prevenzione delle infezioni, ma ancora troppi membri del personale ospedaliero si oppongono a queste iniziative. Esiste un know-how tecnico per la prevenzione delle infezioni, ma l’umano problema dell’adattamento spesso non viene trattato e rimane irrisolto. Questo libro è stato pensato per rispondere a tale sfida. In uno stile scorrevole e in un linguaggio semplice, il libro conduce i lettori attraverso una descrizione passo passo di come un intervento per il miglioramento della qualità potrebbe attuarsi in un ospedale modello, individuando i possibili ostacoli e offrendo strategie pratiche per superarli. Il testo si avvale della vasta esperienza clinica personale degli autori, arricchita da esempi, aneddoti e semplici indicazioni pratiche.
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Bisutti, Francesca, und Elisabetta Molteni. La corte della Niobe. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-281-9.

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La coincidenza delle ricorrenze – l’Università Ca’ Foscari compie 150 anni dalla fondazione e sono passati 100 anni dalla fine della Grande guerra – invita a ricordare la coraggiosa, allora ancora giovane, Scuola Superiore di Commercio, che, alla fine del primo conflitto, è costretta a contare i suoi allievi caduti. Dopo due decenni, nel 1943, il Regio Istituto di Economia e Commercio stabilisce di dedicare la corte minore del palazzo Giustinian dei Vescovi alla memoria di tutti gli studenti, i docenti e i dipendenti caduti nei conflitti che fino ad allora avevano insanguinato il secolo. Monumenti, memorie e lapidi sono, in senso figurato, ricomposti nella statua di Niobe, Mater Studiorum che piange la morte violenta dei propri allievi. La corte della Niobe è abitata dalla potente scultura di Napoleone Martinuzzi, suo fulcro visivo ed emotivo, e da tanti, tanti nomi. Il tentativo è stato quindi di cominciare a restituire non solo la storia di quello spazio ma anche delle esistenze e del pensiero di coloro i cui nomi hanno qui trovato dimora. Questi aspetti della memoria sono stati al centro del lavoro di molti e sottotraccia nel lavoro di tutti: di chi si è occupato di delineare un profilo esistenziale dei caduti, di chi ha studiato le ideologie e le politiche che hanno animato i periodi tribolati delle guerre e dei dopoguerra o ha analizzato i processi istituzionali e la mentalità in tempo di guerra, di chi ha indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche a chi ha compiuto ricerche sui documenti e a chi ha studiato le pietre del sacrario e ne ha avuto cura.
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Dolfi, Anna, Hrsg. Il racconto e il romanzo filosofico nella modernità. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-380-9.

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Leopardi nelle prime pagine dello Zibaldone aveva osservato che l’«amore dei lumi» induce la passione per la filosofia, facendone un elemento fondante della cultura moderna. Nessun dubbio che in questa prospettiva un posto di rilievo spetti allora al Candide di Voltaire, o al Rousseau che unisce pensar filosofico, istanze educative, passione politica e schermata autobiografia. Ma per passare dal conte al romanzo, dall’apologo e dai trattati a personaggi complessi che pure mantengono una forte allure speculativa, bisognava lasciare il Settecento, sperimentare il Romanticismo, nutrire nel secolo successivo le rêveries dei nuovi promeneurs solitaires con l’inquietudine e gli interrogativi di Dostoevskij, Kafka, Sartre, Camus, e di Pirandello, Proust, Musil…, di quanti hanno accompagnato la passione per il racconto con lo smascheramento di ogni ingannevole teodicea. Riconducendo il romanzo, a partire dall’ironica pensosità cervantina, ai borgesiani intrecci, alle ansie esistenziali. Ma, in assenza di dichiarazioni, dove trovare la prova della presenza del philosophique nel romanzo, o come individuare testi a cui si addica la definizione di roman philosophique? Questo libro, progettato e curato da Anna Dolfi, non solo pone il problema, ma tenta di rispondervi, mentre intreccia le idee del/da romanzo con le teorie costruttive, e attiva il confronto tra insignificante e significanza, emblemi e codici mitici, semiosi e destino, osservando come il linguaggio, nello sfilare degli autori, modifichi se stesso fino ad arrivare alla figuratività del graphic-novel. Punto estremo d’arrivo per un percorso che – per campioni – fissa significativi frammenti nel caleidoscopio per altri versi infinito del narrare.
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Gimigliano, Roberta. Come le idee agiscono nella storia: Il problema dell'"autonomia" delle idee nella sociologia della religione di Max Weber. Napoli: Liguori editore, 2013.

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Giuliodori, Claudio. Intelligenza teologica del maschile e del femminile: Problemi e prospettive nella rilettura di von Balthasar e P. Evdokimov. Roma: Città nuova, 1991.

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Convegno, di studi sulla Magna Grecia (40th 2000 Taranto Italy). Problemi della chora coloniale dall'Occidente al Mar Nero: Atti del quarantesimo Convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto, 29 settembre-3 ottobre 2000. Taranto: Istituto per la storia e l'archeologia della Magna Grecia, 2001.

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Shakespeare, William. Sogno di una notte di mezz'estate. Milano: Mondadori, 1998.

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Shakespeare, William. Sogno di una notte di mezza estate. 7. Aufl. Milano: Garzanti, 1988.

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Ovid. L'arte di amare. [Milan]: Arnoldo Mondadori Editore, 2015.

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Giussani, Paolo. Prezzi, valori e saggio del profitto: Problemi di teoria economia marxista oggi : atti del convegno organizzato a Milano il 20 marzo '88 dal CITEP e dal Centro Karl Marx. Piacenza: Vicolo del Pavone, 1989.

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Ovid. L' arte di amare. [Milan]: Fondazione Lorenzo Valla, 1991.

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1935-, Lo Cascio Vincenzo, Sabatini Francesco, Tosi Arturo und Commissione consultiva interministeriale per lo studio dell'italiano come lingua seconda., Hrsg. Per una politica della lingua italiana all'estero: Conclusioni della commissione interministeriale (MAE-MPI) 1982-1990 e segnalazione dei problemi urgenti : Londra, 9-11 maggio 1991, Istituto italiano di cultura : documento. Roma: Ist. poligr. e Zecca dello Stato, 1991.

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Maugeri, Giuseppe, und Graziano Serragiotto. L’insegnamento della lingua italiana in Giappone Uno studio di caso sul Kansai. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-525-4.

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This research stems from the need of the Italian Cultural Institute to map the institutions involved in teaching Italian in the area considered and to analyse the quality of the teaching and learning process of the Italian language. The objectives are multiple and linked to the importance of finding the causes that slow the growth of the study of Italian in Japanese Kansai. Therefore, the first part of this action research will outline the cultural and linguistic education coordinates that characterize the Japanese context; in the second part, the research data will be interpreted in order to trace new methodological development trajectories to increase the quality of the Italian teaching process in Kansai.Part 1 This part focuses on the situation of foreign language teaching in Japan. It also describes the strategies to promote the teaching of the Italian language in Japan from 1980 to now. 1 Modern Language Policy in Japan Between Past and Present This first chapter describes linguistic policy for the promotion of foreign languages in Japan by the Ministry of Education (MEXT). 2 Japanese Educational System Focus of this chapter are the cultural, pedagogical and linguistic education characteristics of the context under investigation. 3 Teaching Italian Language in Japan The purpose of this chapter is to outline the general frame of the spreading of the Italian cultural model in a traditional Japanese context. Part 2In the second part the action research and the training project design are described. 4 The Action-Research Project This chapter describes the overall design of the research and the research questions that inspired an investigation in the context under study. The aim is to understand whether there is a link between the methodological choices of the teachers and the difficulties in learning Italian for Japanese students. Part 3 In this third part, the situation of teaching Italian in relation to different learning contexts in Japanese Kansai will be examined. 5 A Case Study at Italian Culture Institute in Osaka The goals of this chapter are to analyse the problems of teaching Italian at the IIC and suggest methodological improvement paths for teachers of Italian language at IIC. 6 A Case Study at Osaka University The data obtained by the informants will be used to analyse the situation of the teaching of Italian at Department of Italian language of this university and suggest curricular and methodological improvements to increase the quality of teaching and learning Italian. 7 A Case Study at Kyoto Sangyo University The chapter outlines the methodological and technical characteristics used to teach Italian at Kyoto Sangyo University and suggests strategies aimed at enhancing students’ language learning.
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Shakespeare, William. Di shi er ye: Twelfth night. Taibei Shi: Shi jie shu ju, 1996.

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Péter, Erdő, Pázmány Péter Katolikus Egyetem und Universitatea "Babeș-Bolyai", Hrsg. Bűn és isteni irgalom mint a mai ember problémája =: Peccato e misericordia divina come problema dell'uomo di oggi : a Pázmány Péter Katolikus Egyetem és a Babes̆-Bólyai Tudományegytem Teológiai Karainak 2001. november 28-án Budapesten tartott konferenciája előadásai. Budapest: Márton Áron, 2002.

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Lezioni di Matematica -Programma triennio scuole superiori, vol.2-. Autopubblicato, 2023.

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Tassinari, Davide. Nemo tenetur se detegere. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg263.

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Il tema dei profili sostanziali del nemo tenetur se detegere è stato di rado analizzato dalla letteratura penalistica italiana, che se ne è occupata in pochi – ma assai pregevoli – studi. La possibile valenza del principio quale causa di non punibilità, operante al di fuori dell’angusto ambito segnato dall’art. 384 c.p., è stata, a seconda dei diversi punti di vista, tout court esclusa, ovvero ricondotta all’ambito dell’antigiuridicità penale, ovvero ancora al discusso contesto della inesigibilità. La problematica viene affrontata attraverso un’analisi del principio, estesa ai suoi profili storici e filosofici, nei sistemi di common law, ove esso è stato per la prima volta affermato ed ha altresì trovato un espresso riconoscimento nel quinto Emendamento della Costituzione statunitense. Lo studio di diritto comparato assume un ruolo centrale per la ricostruzione della struttura e dei contenuti del se detegere anche nell’ordinamento italiano. In particolare, il principio si rivela connotato da una duplice valenza, oggettiva e soggettiva, al contempo valore dell’ordinamento e prerogativa individuale, e perciò interagisce con i diversi livelli della struttura del reato: tipicità, antigiuridicità e colpevolezza. Nell’ambito dell’antigiuridicità, il suo modus operandi viene ricostruito mediante un’innovativa analisi dei problemi (di fatto lasciati irrisolti dal dibattito dottrinale del nostro Paese) del bilanciamento di interessi e del concorso di persone nel reato; nel contesto della colpevolezza, per contro, emergono i profili umanistici del se detegere, ed esso non viene in considerazione quale diritto, ma assume una fisionomia ribelle e anarchica, dominata dall’impulso del reo alla ricerca dell’impunità.
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Ganarin, Manuel. L'interpretazione autentica nelle attuali dinamiche evolutive del diritto canonico. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg290.

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Questo contributo mira a tracciare un quadro di sintesi sull’istituto dell’interpretazione autentica delle leggi universali della Chiesa. La teoria e la prassi dell’attività di interpretazione hanno costituito da sempre un tema rilevante nell’evoluzione dell’ordinamento canonico: ancor più dopo la scelta di dar vita ad una codificazione universale. Come per il Codex Iuris Canonici del 1917 Benedetto XV aveva istituito una Commissione ad hoc, così per quello attualmente in vigore tale compito è stato assegnato prima alla Pontificia Commissione per l’Interpretazione Autentica del Codice di Diritto Canonico e poi al Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi (ora Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi). Il presente volume, mentre analizza in maniera sistematica tutto lo spettro nel quale si può articolare e tentare di catalogare lo sforzo ermeneutico, cerca al contempo di indagarne motivazioni e dimensioni entro le marcate specificità che caratterizzano lo ius Ecclesiae. La coerenza intrinseca dell’opera interpretativa va individuata non nella ricerca metodologica di una perfezione formale (come non di rado si è registrato invece nella dommatica giuridica secolare di stampo giuspositivistico), ma nell’esigenza di far emergere e trionfare le esigenze sostanziali di giustizia, ripristinando così in tutta la sua effettività, risolvendone dubbi e contraddizioni, la rationabilitas della legge. La domanda ultima investe il possibile anacronismo dell’istituto dell’interpretazione autentica, stante, da una parte, il progressivo affermarsi di una deregulation che si diffonde in tutti gli ordinamenti e, dall’altra, un orientamento apparentemente meno confidente nel ruolo e nella capacità dello strumento giuridico quale mezzo di composizione dei conflitti che sembra in particolare segnare le attuali dinamiche evolutive del diritto canonico. Questo studio non risolve (né potrebbe) il problema, consapevole di come esso vada ben al di là del perimetro qui indagato, ma non rinuncia a farlo trasparire in filigrana dall’illustrazione compiuta ed esigente di un istituto giuridico, quale l’interpretazione autentica, ricco di implicazioni e sviluppi nelle diverse stagioni della Chiesa e, conseguentemente, della scienza canonistica.
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Rasia, Carlo. La crisi della motivazione nel processo civile. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg283.

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La crisi della motivazione diventa un nuovo e diverso fenomeno di “patologia giudiziaria”, in quanto i rimedi apprestati dalle recenti riforme normative – sulla struttura, sul contenuto e sul controllo motivazionale delle sentenze – non riescono a fornire una soluzione al problema generale dell’aumento del carico giudiziario, il quale continua a trovare il principale “collo di bottiglia” nel momento della redazione della parte motiva della decisione. L’idea di riconoscere uno stretto legame tra completezza argomentativa e correttezza della motivazione – frutto di una cultura crociana ispirata all’eleganza estetico-letteraria – non risulta più attuale ed è destinata al tramonto, poiché non giova innanzitutto all’efficacia e ai tempi della giustizia. Si sta facendo oggi avanti l’idea di una motivazione che punta più al rafforzamento del proprio profilo funzionale che di quello formale: flessibile, deformalizzata ed improntata a conciliare i bisogni di effettività della tutela delle parti con le esigenze di efficienza del sistema. Si cerca, infatti, di rendere una motivazione comprensibile ed idonea ad esplicitare il ragionamento decisorio ma, al contempo, di giungere alla conclusione della lite in tempi ragionevoli. In questo volume, l’autore, dopo un’attenta analisi della disciplina vigente e della giurisprudenza di legittimità, propone una lettura sistematica della motivazione all’interno di una più ampia visione del nostro sistema processuale contemporaneo, giungendo al risultato che essa è, da un lato, in crisi, ma dall’altro, comincia a rinascere a nuova vita, ponendosi più in linea con le molteplici forme e contenuti che caratterizzano oggi la decisione giudiziaria. Un costrutto motivazionale, dunque, sempre più vicino a un processo civile prossimo a lasciare modelli rigidi per schemi flessibili e semplificati, nel quale si affida al giudice e alla sua sensibilità il potere di calibrare anche il momento decisorio, rendendolo più aderente allo scopo del singolo processo
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Pizzirani, Chiara. Iconografia e rituale funerario. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche29.

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In ogni tempo e in ogni luogo, le immagini hanno rappresentato un codice di comunicazione dalla straordinaria ricchezza semantica. Così fu anche per Etruschi, Italici e Greci, che attraverso temi, scene e schemi iconografici crearono un vero e proprio mondo di significati e di valori, nel quale le singole comunità umane potevano rispecchiarsi al loro interno e autorappresentarsi verso l’esterno. Il linguaggio che le immagini parlano è però tutt’altro che immediatamente comprensibile all’osservatore moderno. Infatti, l’immaginario non è fotografia della realtà antica, ma è, al contrario, codice comunicativo arbitrario, meditato, filtrato in conseguenza della scelta di valori che la comunità – e il singolo individuo – decidono di affidare alla memoria collettiva. L’esegesi dei significati, spesso volutamente ambigui, che le immagini sottendono rappresenta una delle più affascinanti sfide della ricerca archeologica. Per la loro straordinaria portata semantica, figure e rappresentazioni furono presto integrate all’interno della ritualità funeraria, nei singoli corredi tombali, venendo a configurarsi spesso come vero e proprio manifesto ideologico del defunto o dei defunti che in quella sepoltura trovavano la loro ultima dimora. Chiave di lettura indispensabile per comprenderne la valenza semantica originaria è l’interpretazione del contesto nel quale erano inserite. La prospettiva contestuale nella lettura delle immagini funerarie è il trait d’union imprescindibile dei contributi che questo volume raccoglie. I saggi, inoltre, si coagulano attorno ad un tema di straordinaria rilevanza nella percezione antica: la prospettiva della morte e, eventualmente, del destino oltremondano. Il volume inaugura una serie di incontri e di riflessioni sul significato delle immagini nei contesti funerari che si propone di indagare in maniera ampia, contestuale e interculturale il problema della percezione antica dell’immaginario rapportato alla dimensione funeraria, dalla selezione, alla fruizione, all’eventuale rifunzionalizzazione del segno iconico.
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Problemi della chora coloniale dall'Occidente al Mar Nero: Atti del quarantesimo Convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto, 29 settembre-3 ottobre 2000. Taranto: Istituto per la storia e l'archeologia della Magna Grecia, 2001.

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Bianchi, Giovanna. Public Powers, Private Powers, and the Exploitation of Metals for Coinage. Oxford University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780198777601.003.0029.

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In 1994, an article appeared in the Italian journal Archeologia Medievale, written by Chris Wickham and Riccardo Francovich, entitled ‘Uno scavo archeologico ed il problema dello sviluppo della signoria territoriale: Rocca San Silvestro e i rapporti di produzione minerari’. It marked a breakthrough in the study of the exploitation of mineral resources (especially silver) in relation to forms of power, and the associated economic structure, and control of production between the twelfth and thirteenth centuries. On the basis of the data available to archeological research at the time, the article ended with a series of open questions, especially relating to the early medieval period. The new campaign of field research, focused on the mining landscape of the Colline Metallifere in southern Tuscany, has made it possible to gather more information. While the data that has now been gathered are not yet sufficient to give definite and complete answers to those questions, they nevertheless allow us to now formulate some hypotheses which may serve as the foundations for broader considerations as regards the relationship between the exploitation of a fundamental resource for the economy of the time, and the main players and agents in that system of exploitation, within a landscape that was undergoing transformation in the period between the early medieval period and the middle centuries of the Middle Ages.
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