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Zeitschriftenartikel zum Thema „Potere spirituale“

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Lohs, Jacopo. „Subiectio e Oboedientia: Lessico e fondamento del potere in Francesco di Meyronnes (XIV sec.)“. Rivista Italiana di Filosofia Politica, Nr. 6 (05.10.2024): 169–90. http://dx.doi.org/10.36253/rifp-2469.

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La riflessione politica di Francesco di Meyronnes (m. 1328) contiene un’elaborazione personale connessa ai concetti di sottomissione (subiectio) e obbedienza (oboedientia), e si inscrive all’interno del pensiero teologico-politico del suo tempo, dove il dibattito sul potere assume forme e direzioni molto diverse. Nei suoi scritti, la concezione politica di Meyronnes è espressa attraverso analogie cosmologiche, naturalistiche e metafisiche, in cui il dato filosofico e quello religioso si riverberano all’interno di un discorso circolare che da Dio va all’uomo e dall’uomo a Dio. L’interrogazione dell’uomo, rivolta al funzionamento di ciò che sta al di sopra, ricerca l’ordine migliore tra i vari tipi di potere. Tra potere spirituale e potere temporale esiste un nesso che muove il secondo termine al primo “sicut ad finem”, e grazie ad esso viene nobilitato. L’obbedienza (oboedientia) di uno all’altro, che implica sottomissione (subiectio) – pur trovando il proprio fondamento implicito nello ius naturale e nella lex divina – non avviene se non per mezzo di un atto volontario.
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Martinelli, Monica, und Mauro Magatti. „Autorità, potere e spirito del capitalismo. Stili di leadership in impresa“. SOCIOLOGIA DEL LAVORO, Nr. 162 (März 2022): 98–120. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162005.

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Autorità, potere e spirito sono tre categorie che vengono diversamente comprese e articolate. Nello sviluppo dei modelli di capitalismo e nelle varie forme di leadership, la dimensione trascendente (evocata dall'autorità) arretra a favore di quella immanente (che contrassegna il potere), lasciando tuttavia irrisolte questioni cruciali per le organizzazioni e il modello di sviluppo socio-economico, nei loro (imprescindibili) nessi con la dimensione antropologica che il termine ‘spirito', in senso weberiano, manifesta. Il testo ripercorre l'evoluzione dei modelli gestionali nelle imprese dentro le diverse forme di capitalismo attorno a tre passaggi temporali: gli albori del capitalismo occidentale moderno, le trasformazioni avvenute nel ‘900 e soprattutto a inizio del XXI secolo con il capitalismo delle piattaforme, le possibili alternative verso un nuovo spirito del capitalismo. In questi passaggi, l'articolazione ‘autorità-potere', nonostante apparentemente irrilevante, in realtà sopravvive mettendo in luce la cruciale questione del riferimento a una dimensione ‘spirituale' che riguarda le forme organizzate.
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Battista, Ludovico. „Mosè typus papae nel decreto Moyses vir Dei (1439). II parte: Le radici nella dottrina teocratica.“ De Medio Aevo 12, Nr. 2 (11.10.2023): 243–76. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.91170.

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Il presente saggio si propone di prendere in esame la trattatistica filo-papale di Pietro del Monte e Juan de Torquemada, per evidenziare come l’applicazione tipologica al papa del modello di Mosè testimoni una lenta ma significativa trasformazione ideologica del suo potere, che lo ha portato a modificare la propria proiezione universalistica adattandola al nuovo contesto delle potenze europee, e a sdoppiarsi in due nature: una sempre spirituale e sacerdotale, l’altra apertamente temporale e principesca, con la nascita di un vero e proprio principato ecclesiastico. Per comprendere le specificità di questa evoluzione ideologica, il paper ne rileva tuttavia anche gli elementi di continuità con la trattatistica teocratica precedente, che la resero possibile e la fecero sviluppare a partire dalle tradizionali istanze universalistiche. In questo senso, dimostrando come i passi sull’interpretazione tipologica di Mosè come figura papale fossero in larga parte dipendenti da autori come Egidio Romano, Giacomo da Viterbo e Agostino d’Ancona, ci si propone di evidenziare su quali basi ideologiche si innestasse quest’evoluzione e su quali aspetti essa facesse perno. Ne emerge così una nuova immagine dei motivi teorici e delle condizioni di possibilità della trasformazione della sovranità papale sul modello di Mosè, ruotante in particolare attorno alla straordinaria elaborazione teologico-politica di Egidio Romano, che aveva tematizzato la supremazia assoluta del pontefice come riserva di potere d’eccezione rispetto alla legge e all’ordine che egli pone, quindi la legittimità dell’utilizzo straordinario della spada temporale al fine di difendere il bene spirituale.
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Saje, Andrej. „Abusi sessuali e spirituali nella Chiesa Cattolica“. Studia Teologiczno-Historyczne Śląska Opolskiego 40, Nr. 2 (30.10.2020): 69–85. http://dx.doi.org/10.25167/sth.2195.

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L’abuso sessuale è ogni azione non verbale, verbale o fisica con cui si viola la dignità e si oltrepassano i confini di un’altra persona di qualsiasi età o sesso allo scopo di raggiungere il piacere sessuale o di compiere violenza. Parliamo di abuso spirituale quando in un contesto religioso viene violata la dignità della persona, per cui essa non gode più della sua piena autonomia. Ciò accade in modo manipolativo e senza il consenso del singolo, per cui sotto il pretesto della spiritualità nel senso più ampio della parola lo si umilia o annulla.La violenza sessuale e quella spirituale sono due diversi tipi di abuso che possono avvenire in modo indipendente l’una dall’altra, ma in entrambi i casi si tratta della questione dell’esercizio del potere e dell’autorità. L’abuso spirituale in ambiente religioso è spesso il preludio dell’abuso sessuale ed è meno studiato del primo. Sulla base di una descrizione storica dello sviluppo delle prescrizioni giuridiche nel trattamento della dinamica e della natura di entrambi i tipi di abusi, l’articolo propone alcune soluzioni, giungendo alla conclusione che gli abusi sono anche un problema strutturale della Chiesa, che offre agli autori degli abusi un ambiente favorevole a selezionare le vittime e la possibilità di nascondere quanto commesso.
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Ferrari, Chiara. „Il giuramento del juju nel sex trafficking e meccanismi di affrancamento“. MONDI MIGRANTI, Nr. 3 (November 2022): 183–202. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003010.

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Il presente contributo intende esplorare gli elementi che entrano in gioco durante il processo di affrancamento dal rito del juju nelle donne di origine africana sub-sahariana, trafficate con scopi sessuali. Diversi sono i contributi che in letteratura mettono in evidenza il potere di assoggettamento riconosciuto alla ritualità del ju-ju, ma pochi sono gli studi che si sono occupati di comprendere i meccanismi che qualificano il processo di affrancamento dal giuramento nel nuovo continente, effettuato senza aver estinto il debito. Con l'intento di colmare questa mancanza, presenteremo i risultati di una ricerca condotta con 26 donne sopravvissute al sex trafficking, provenienti dalla Nigeria, sottoposte al rito juju prima di partire per l'Italia. I principali risultati delle interviste mostrano la centralità della dimensione spirituale anche nel processo di emancipazione: quest'ultimo passa attraverso la riappropriazione e il rafforzamento di elementi spirituali cristiani utilizzati per svincolarsi dal giuramento.
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Brandodoro, Niccolò. „Noster Moyses papa. Una metafora teologico-politica nel conflitto fra Sisto IV e i Medici“. De Medio Aevo Avance en línea (20.07.2023): 1–12. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.89159.

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L’identificazione del pontefice come nuovo Mosè, detentore assoluto del potere politico e spirituale, fu il perno attorno a cui si strutturò l’ideologia del primato papale promossa da Sisto IV. In particolare, ai tragici eventi che seguirono la congiura dei Pazzi (1478) e che scatenarono il conflitto tra Roma e Firenze si accompagnò una vera e propria “guerra di propaganda” che il papa della Rovere decise di combattere riaffermando il codice teologico-politico di Moyses typus papae – Mosè figura del papa – in una pluralità di documenti (dalla bolla sistina Ad apostolice dignitatis auctoritatem, alla Dissentio inter sanctissimum dominum nostrum Papam et Florentinos suborta, fino agli affreschi laterali della Cappella Sistina eseguiti da un gruppo di eminenti pittori – tra cui molti fiorentini – probabilmente sotto la direzione del Perugino). Il presente saggio intende dunque descrivere l’impiego della metafora mosaica da parte di Sisto IV mostrandone la centralità all’interno della propaganda pontificia.
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Zingari, Guido Nicolás. „Città di Dio, città delle donne: Etnografia del quotidiano nella città sufi di Touba, Senegal“. Anuac 7, Nr. 2 (31.12.2018): 181–204. http://dx.doi.org/10.7340/anuac2239-625x-3295.

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La città santa di Touba, Senegal, è un califfato sufi governato dalla confraternita dei murid. Il clan del fondatore, C. A. Bamba Mbacké, vi ha istituito un sistema politico e religioso che ruota intorno a numerosi lignaggi marabuttici, a specifiche istituzioni rituali come a un’intensa attività economica che fa di Touba la seconda città più estesa e dinamica del paese. Le grandi narrazioni e gli spazi di culto di questa imponente metropoli spirituale restituiscono l’immagine di una città disegnata e dominata dalle sue guide religiose. Un’etnografia del quotidiano ridimensiona la centralità del patto sociale e cultuale su cui si fonda il loro potere e sui cui si sono concentrati tutti gli studi storico-antropologici dedicati alla confraternita. Una tale etnografia mostra tutta l’importanza delle case e delle famiglie dei marabutti nella vita della città e delle reti che intesse fuori dalle sue mura. Intese come veri e propri luoghi di vita, al di là delle rappresentazioni religiose, questi contesti rivelano un sorprendente e irriducibile protagonismo delle donne nella fabbricazione e la trasformazione dei paesaggi e dei legami che costituiscono l’infrastruttura stessa di questa città di Dio.
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Łupiński, Józef. „Dziekani okręgowi w diecezji wigierskiej i diecezji augustowskiej czyli sejneńskiej“. Prawo Kanoniczne 49, Nr. 1-2 (15.06.2006): 195–226. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.1-2.08.

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La diocesi Wigry esistette negli anni 1799-1818, diocesi Augustów cioe’ di Sejny dal 1818 fino alla I guerra mondiale. Ambedue furono divise in decanati. Vicario foraneo rappresentante del vescovo nel decanato. Nel Regno Polacco, anche il potere civile decideva della sua nomina. Egli visitava le parocchie del decanato. I parrocci in iscritto rispondevano alle sue numerose domande. Esse riguardavano in maggioranza edifici ecclesiastici e parrocchiali, attrezzatura ecclesiastica, terreni apparteneti alla parrocchia e dei sacerdoti che svolgevano il compito pastorale. I moduli delle visite dei decani erano meno dettagliati che moduli delle visite dei vescovi. Queste invece in parte avevano simile contenuto come visite decanali; invece in modo dettagliato descrivevano la vita sacramentale e spirituale delle parrocchie. Dopo l’Insurrezzione di Gennaio 1863 nelle due categorie di visite non erano toccati problemi di proprietà terrene e fondazioni della parrocchia perché furono passatte sotto il tesoro dallo stato. In modulo delle visite del vicario forneo ufficialmente descriveva: opinione della vita personale del clero, introduzione di un nuovo parroco nella parrocchia, cura del beneficio parrocchiale dopo la morte del parrocco, conferma degli accordi tra il parroco e vicario, assicurazione di continuità delle funzioni nella parrocchia nel caso di assenza del sacerdote, controllo dei libri delle metriche, consegna della corrispondenza e degli ordini del vescovo, accompagnamento al vescovo durante sua visita nel decanato, formazione dell’opinione nel caso di erezione di una nuova parrocchia oppure nel caso di spostamento dei villaggi da una parrocchia all’altra e cura delle scuole elementari
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Carrasco de Paula, Ignacio. „Etica e Salute: due quesiti, due compiti“. Medicina e Morale 51, Nr. 6 (31.12.2002): 1039–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.679.

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Etica e salute pur essendo due componenti di ogni singolo uomo sono lette spesso come realtà inconciliabili. Il diritto alla salute occupa un posto di rilievo tra le conquiste della modernità. Tuttavia, nonostante la ben nota definizione di salute che ha dato l’OMS, definizione tendente a precisare, più che una realtà, un potere d’intervento da parte dell’istituzione stessa, è ancora necessario chiarire con che cosa si identifichi, nella pratica, tale diritto: non si tratta di mera sopravvivenza, ma neppure del godimento della pienezza somatica e funzionale del proprio corpo, e comunque non si può prescindere dal considerare in questo contesto anche il benessere spirituale della persona. Il centro dell’attenzione va posto sull’uomo sofferente. Diviene inoltre prioritario affrontare la minaccia della discriminazione nell’accesso ai servizi indispensabili per la difesa della salute stessa. Quest’ultimo aspetto si pone come una questione di giustizia e si gioca a due livelli: quello della giustizia commutativa, nel contesto di un rapporto medico-paziente ridotto a prestazione professionale meramente contrattuale, fondata sull’informazione più che su una reale comunicazione. C’è poi la questione della giustizia distributiva che prevede che a ciascuno venga dato quanto gli spetta. Questa deve essere guidata dal principio di sussidiarietà, dove il sussidio non deve divenire un surrogato pena l’impossibilità da parte dello Stato di farsi carico dei bisogni di tutti. Nell’allocazione delle risorse il rispetto della giustizia distributiva si gioca a tre livelli di responsabilità molto precisi: quello delle politiche sanitarie, quello della professione medica e quello gestione locale delle risorse e dei servizi. Il perseguimento del bene comune trova però un limite nella centralità e preziosità di ogni singola persona, sana o malata che sia, la cui dignità rappresenta un limite invalicabile, neppure nel nome della giustizia.
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Betak, Chintaharan. „Spiritual consciousness: A potent means of environmental protection“. Environment Conservation Journal 20, Special Edition (12.12.2019): 103–9. http://dx.doi.org/10.36953/ecj.2019.se02020.

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Ghigi, Nicoletta. „Il Galileo di Husserl ne La Crisi delle scienze europee“. Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, Nr. 2 (22.08.2021): 129–36. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27978.

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Muovendo dall’analisi del pensiero galileiano che Husserl svolge nella celebre conferenza di Praga, edita successivamente con il titolo di La crisi delle scienze europee, in questo lavoro ci si prefigge di mettere il luce come, nonostante i meriti che il padre della fenomenologia riconosca al filosofo scienziato Galileo Galilei, alcuni grandi errori filosofici si sono perpetuati nella storia proprio a seguito della divulgazione e applicazione del suo metodo alle scienze umane. Il concetto di quantificazione, ad esempio, nato dall’idea della matematizzazione della natura, ha condotto la riflessione scientifica della psicologia ad un vicolo cieco e ad una impossibilità reale di poter comprendere a fondo la complessa struttura della natura spirituale dell’essere umano. La riflessione (la “presa di coscienza storica”) sulla perpetuazione di una forma mentis che nasce dall’assunzione di tale metodo, può dunque, secondo Husserl, salvarci dalla profonda crisi in cui a conseguenza di ciò sono scivolate le scienze. Tanto più importante oggi, in un momento storico così articolato e delicato, in cui la psicologia ha assolutamente bisogno di tornare a dialogare con la dottrina dell’anima e con una considerazione della natura non quantificabile dello spirito umano e del mondo-della-vita.
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Hasniah, Hasniah, Siti Hamidah, Munazar Munazar und Cut Mutiah. „Hubungan Pendampingan Perawat Dengan Layanan Spiritual: Doa Dan Tawakkal Terhadap Tingkat Kecemasan Pasien Pre Operasi Fraktur Tertutup Di Rumah Sakit Meuraxa Kota Banda Aceh 2021“. Barongko: Jurnal Ilmu Kesehatan 2, Nr. 3 (27.07.2024): 510–24. http://dx.doi.org/10.59585/bajik.v2i3.439.

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Surgery or operations are all medical procedures using invasive procedures, with the stages of opening or exposing the part of the body being treated. Surgery is performed to diagnose or treat an illness, disability or injury, as well as treat conditions that cannot be cured with simple procedures or medication (Poter, P.A. Perry. 2016). This surgery can be caused by various things, including bone fractures (fracture). A fracture is a break in the continuity of bone tissue caused by force or external pressure that is greater than the bone can absorb. Fractures experienced will have an impact on psychological and social problems. One of the problems that arises is anxiety. The aim of this research is to determine the relationship between nurse assistance and spiritual services: Prayer and Tawakkal on the anxiety level of pre-closed fracture surgery patients at Meuraxa Hospital, Banda Aceh City. Research method the research design used is analytical with a Cross Sectional Study approach. The number of samples in this study was 43 respondents. The sampling technique used was accidental sampling. The research was carried out on 06 April-01 May 2021. The results showed that of the 43 respondents in the surgical room, men and women received good assistance, 2 people (4.7%), 14 people (32.6%) received adequate assistance and less assistance. as many as 27 people (62.8%), of the 43 respondents in the surgical ward, men and women experienced mild anxiety as many as 7 people (16.3%), moderate anxiety as many as 15 people (34.9%), severe anxiety as many as 21 people (48.8%). and the results of bivariate analysis show P value = 0.032 <0.05 which states that there is a relationship between nurse assistance and spiritual services: Prayer and Tawakkal on the anxiety level of pre-closed fracture surgery patients at Meuraxa Hospital, Banda Aceh City in 2021. Conclusion: there is a relationship Accompanying nurses with spiritual services: Prayer and Tawakkal with the anxiety level of pre-closed fracture surgery patients at Meuraxa Hospital, Banda Aceh City in 2021.
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Ott, Christine. „La vesta, ch’al gran dì sarà sì chiara: Dante, Michelangelo und das Jüngste Gericht“. Deutsches Dante-Jahrbuch 93, Nr. 1 (28.09.2018): 3–24. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0002.

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RiassuntoDopo un’introduzione al dibattito medievale sul giudizio universale e la risurrezione dei corpi, il contributo analizza l’immaginario della »vesta« all’interno della concezione dantesca della risurrezione. Sebbene l’ammonizione di Catone, che in Purg. II esorta le anime a »spogliarsi« di un involucro ingombrante, sembri propagare una condanna del corpo come fonte di peccato, la concezione dantesca vede la felicità ultraterrena (e risurrezionale) in una riunione di corpo e anima, la »doppia vesta« di Par. XXV. Anche in Michelangelo si incontra spesso l’immaginario del vestito o della pelle come simboli di una condizione peccaminosa di cui l’uomo deve »spogliarsi« per accedere alla felicità ultraterrena. La pelle del peccatore ha trovato una concretizzazione pittorica impressionante nel celebre autoritratto che Michelangelo ha nascosto nella pelle di san Bartolomeo, nel Giudizio universale della Sistina. Impossibile decidere se essa raffiguri l’involucro dell’uomo »vecchio«, che va eliminato per accedere alla via eterna, oppure un qualcosa che »va salvato«. Altrettanto impossibile dire se l’artista volesse esprimere una sorta di auto-condanna oppure la speranza di poter risorgere lasciando dietro di sé la propria natura di peccatore. Nella lirica michelangiolesca il discorso non è affatto più semplice. Accanto alle liriche improntate a un dualismo neoplatonico di anima e corpo, vi sono altre che trattano la tematica della risurrezione in maniera frivola, concettistica, celebrando la bellezza di un giovane amato, che anche dopo la morte dovrà risorgere tale quale e che darà conforto alle altre anime – in paradiso oppure in inferno. Il tono spirituale e quello amoroso possono anche essere intimamente connessi, come si mostrerà infine in base al sonetto D’altrui pietoso. In questo testo segnato da reminiscenze dantesche e petrarchesche, un’io lirico esprime il desiderio di lasciare la propria pelle per rivestirne l’amato – che a sua volte appare contemporaneamente come essere terreno e come figura di Dio.
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Carillo, Saverio. „Tra la terra e il cielo. La casa medievale nelle contrade intorno al Vesuvio“. De Medio Aevo 13, Nr. 1 (09.05.2024): 77–100. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.92966.

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La storia degli spazi costruiti racconta del complesso rapporto che l’uomo ha stabilito sia con il suolo che con l’ambiente in cui egli realizzava la propria dimora. Racconta, inoltre, di tutta una serie di contenuti mentali dovuti al processo di comprensione, dal punto di vista esistenziale, dei complessi fenomeni in cui egli ha vissuto e che ha dovuto superare anche quando si manifestavano in maniera misteriosa, tanto da non essere immediatamente capiti. L’aspetto fenomenologico del vissuto umano è per tanti versi registrato puntualmente nella costruzione della residenza in cui l’uomo offriva riparo e conforto al proprio nucleo familiare. Ritrovare nella residenza tradizionale del territorio regionale esteso attorno al vulcano Vesuvio alcune delle soluzioni arcaiche adoperate per esorcizzare la natura selvaggia e violenta che incuteva timore all’uomo e che doveva essere invece domata, rende ragione di un percorso di comprensione del fenomeno e giustifica alcuni degli aspetti tuttora presenti nei contesti edilizi e che occorre fortemente tutelare. Perdurano, infatti, in questo territorio, importanti sussistenze di residenze medievali che hanno non solo nella forma ma anche nella concezione costruttiva, archetipi principi che restituiscono un mondo ricco di richiamo alle cosmologie e anche ad alcune narrazioni che sembrerebbero uscite direttamente dall’Antico Testamento. D’altra parte la medesima fine di Pompei ed Ercolano, distrutte e seppellite da una pioggia di cenere lapilli infuocati, come Sodoma e Gomorra, racconta di una convivenza con il territorio e con l’ambiente che doveva, necessariamente, provvedere a creare esperienze costruttive che diventassero esse stesse ‘antidoto’ al cattivo seme del conflitto con l’ambiente. La casa medievale campana, infatti, trattiene tutta una serie di accorgimenti tecnici che la rendono esplicitazione plastica del voler assecondare gli agenti atmosferici per poter trarre da essi la linfa vitale per l’esistenza. Gli stessi materiali utilizzati per la costruzione delle case restano reperiti e recuperati dal suolo con l’importante organizzazione progettuale che contempla, insieme allo scavo delle fondazioni, la creazione resiliente di una cisterna entro cui convogliare le acque meteoriche sapientemente captate dalla superficie ad estradosso voltato che raccoglie la maggiore quantità possibile della risorsa idrica piovuta dal cielo. Anche in questa esperienza sembra riproporsi l’arcaica fondazione del mondo narrata dal libro della Genesi quando al secondo giorno l’Eterno Padre separò “le acque che sono sotto il firmamento da quelle che sono sopra il firmamento”. Non diversamente, lo stesso solaio intermedio delle case, realizzato con l’impiego di alberi di castagno -utilizzando i tronchi come travi e i rami come tavolame di chiusura tra gli interassi- ripropone l’ospitale, e perciò propiziatoria e benigna, accoglienza del patriarca Abramo che, alle querce di Mamre, accolse, sotto gli alberi, il Signore con i suoi angeli, prima che si recasse a verificare di persona ciò che accadeva a Sodoma. Il contributo proposto, investigando lo spazio costruito della residenza, intende restituire le ragioni culturali fondanti le relazioni culturali tra attese spirituali dell’uomo e sue contingenze secolari.
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Franceschi, Fabio. „Le istituzioni ecclesiastiche nel Settecento in Italia tra potere spirituale e potere secolare“. Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 01.12.2010. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23946.

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Il contributo è destinato alla pubblicazione nel prossimo numero della Rivista Diritto e religioni SOMMARIO: 1. Le istituzioni ecclesiastiche in Italia nei primi decenni del XVIII secolo: uno sguardo d’assieme - 2. L’avvio di una politica riformista da parte dei principi della penisola e l’affermarsi del giurisdizionalismo di matrice confessionista quale sistema di rapporto tra gli Stati italiani e la Chiesa - 3. La svolta di metà secolo. Aumento dell’ingerenza delle autorità civili nell’organizzazione e nell’attività delle Chiese locali. Assunzione da parte delle stesse di autonome competenze normative in materia di istituzioni e di patrimonio della Chiesa. Parziale inquadramento delle istituzioni ecclesiastiche in seno alle organizzazioni statuali - 4. I principali provvedimenti adottati negli Stati della penisola nel campo delle istituzioni e del patrimonio ecclesiastico - 5. Provvedimenti soppressivi di istituzioni esistenti - 6. (segue) Misure dirette a cancellare i privilegi e le immunità delle istituzioni ecclesiastiche ed a contrastare il fenomeno della manomorta - 7. (segue) Misure dirette a riformare l’organizzazione e l’attività della Chiesa in sede locale e a sottoporre le istituzioni ecclesiastiche al controllo dell’autorità civile - 8. (segue) Misure dirette a secolarizzare le funzioni assistenziali ed educative. Sottrazione dei relativi ambiti di attività alla Chiesa ed alle sue istituzioni - 9. (segue) Rivendicazioni statali in tema di creazione delle istituzioni ecclesiastiche. Tentativi volti ad affermare la necessità e il carattere essenziale del riconoscimento o della confirmatio imperantis dei corpi morali in genere, e delle istituzioni ecclesiastiche in particolare - 10. Istituzioni secolari ed istituzioni regolari. Incidenza dell’azione degli Stati sull’assetto della ripartizione fra le due componenti dell’organizzazione ecclesiastica. L’ostilità dei sovrani riformatori nei confronti dell’organizzazione regolare e della Compagnia di Gesù in particolare. Soppressione di conventi e monasteri - 11. Le istituzioni del clero secolare. Rafforzamento degli episcopati locali e delle strutture organizzative diocesane come effetto della politica ecclesiastica riformista degli Stati italiani. Parziale riorganizzazione, territoriale e funzionale, delle parrocchie e dei seminari - 12. Considerazioni conclusive.
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Franceschi, Fabio. „Le istituzioni ecclesiastiche nel Settecento in Italia tra potere spirituale e potere secolare“. Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 01.12.2010. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23948.

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Il contributo è destinato alla pubblicazione nel prossimo numero della Rivista "Diritto e religioni". SOMMARIO: 1. Le istituzioni ecclesiastiche in Italia nei primi decenni del XVIII secolo: uno sguardo d’assieme - 2. L’avvio di una politica riformista da parte dei principi della penisola e l’affermarsi del giurisdizionalismo di matrice confessionista quale sistema di rapporto tra gli Stati italiani e la Chiesa - 3. La svolta di metà secolo. Aumento dell’ingerenza delle autorità civili nell’organizzazione e nell’attività delle Chiese locali. Assunzione da parte delle stesse di autonome competenze normative in materia di istituzioni e di patrimonio della Chiesa. Parziale inquadramento delle istituzioni ecclesiastiche in seno alle organizzazioni statuali - 4. I principali provvedimenti adottati negli Stati della penisola nel campo delle istituzioni e del patrimonio ecclesiastico - 5. Provvedimenti soppressivi di istituzioni esistenti - 6. (segue) Misure dirette a cancellare i privilegi e le immunità delle istituzioni ecclesiastiche ed a contrastare il fenomeno della manomorta - 7. (segue) Misure dirette a riformare l’organizzazione e l’attività della Chiesa in sede locale e a sottoporre le istituzioni ecclesiastiche al controllo dell’autorità civile - 8. (segue) Misure dirette a secolarizzare le funzioni assistenziali ed educative. Sottrazione dei relativi ambiti di attività alla Chiesa ed alle sue istituzioni - 9. (segue) Rivendicazioni statali in tema di creazione delle istituzioni ecclesiastiche. Tentativi volti ad affermare la necessità e il carattere essenziale del riconoscimento o della confirmatio imperantis dei corpi morali in genere, e delle istituzioni ecclesiastiche in particolare - 10. Istituzioni secolari ed istituzioni regolari. Incidenza dell’azione degli Stati sull’assetto della ripartizione fra le due componenti dell’organizzazione ecclesiastica. L’ostilità dei sovrani riformatori nei confronti dell’organizzazione regolare e della Compagnia di Gesù in particolare. Soppressione di conventi e monasteri - 11. Le istituzioni del clero secolare. Rafforzamento degli episcopati locali e delle strutture organizzative diocesane come effetto della politica ecclesiastica riformista degli Stati italiani. Parziale riorganizzazione, territoriale e funzionale, delle parrocchie e dei seminari - 12. Considerazioni conclusive.
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GOMEZ, SUSANA. „THE BOLOGNA STONE AND THE NATURE OF LIGHT“. Nuncius, 1991, v—32. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00759.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>La pietra di Bologna fu nel XVII e XVIII secolo uno dei più bei regali che uno scienziato potesse ricevere. Il suo potere di emanare luce nell'oscurità era in quell'epoca un fenomeno difficile da spiegare. Come tante altre «curiosità naturali» il fosforo diventò un esempio spirituale delle diverse teorie della luce e della materia. Alchimisti, chimici, cartesiani e newtoniani interpretarono la fosforescenza della pietra di Bologna con i loro diversissimi modelli esplicativi. In particolar modo all'Accademia delle Scienze di Bologna il fosforo costituì nel XVIII secolo un eccellente esempio della diffusione del newtonianesimo e nello stesso tempo del metodo sperimentale a cui si dovevano sottoporre tutte le teorie scientifiche.
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Bettetini, Andrea. „Tra autonomia e sussidiarietà: contenuti e precedenti delle convenzioni a carattere locale tra Chiesa e Istituzioni pubbliche“. Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 01.05.2010. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23627.

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Il presente lavoro è destinato alla pubblicazione negli Atti del convegno "Gli accordi tra Chiesa ed Istituzioni pubbliche a livello locale", tenutosi a Venezia i giorni 6-7 maggio 2010. SOMMARIO: 1. Premessa. Autonomia delle confessioni religiose e relazioni istituzionali (apicali e di base) con il potere politico – 2. Da una concezione verticistica a una concezione plurale delle relazioni tra religione e Stato. Il principio di sussidiarietà – 3. La competenza delle regioni in materia religiosa. La riforma del tit. V Cost. e il soddisfacimento degli interessi locali – 4. Gli accordi tra Regioni amministrative e Regioni ecclesiastiche. Tentativi di dialogo e attuale legittimazione – 5. Autonomia delle confessioni e forme di legittimazione alla stipula di intese in materia di beni culturali e di assistenza spirituale – 6. Le “nuove” materie di accordo a livello regionale. Il protagonismo sussidiario della società civile – 7. Conclusioni. Rilievo pubblico dei soggetti sociali religiosi, nuove forme pattizie decentralizzate e principio di sussidiarietà.
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Patrizi, Luca. „“RIEMPI IL CALICE, O COPPIERE”: LA PRATICA DEL MAJLIS SUFI COME BANCHETTO DEI BEATI NEL PARADISO ATTRAVERSO LA LETTERATURA SUFI MEDIEVALE“. El Azufre Rojo, Nr. 9 (10.12.2021). http://dx.doi.org/10.6018/azufre.504401.

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Riassunto: Nell’ambito del Sufismo delle confraternite, la sessione di dhikr rituale collettiva, solitamente definita majlis, mostra caratteristiche analoghe anche in contesti molto differenti. Nonostante questa pratica ricopra un’importanza e una funzione assolutamente primarie nel contesto del Sufismo, alla sua analisi non è ancora stato dedicato alcuno studio specifico. In particolare, nessuna attenzione è stata portata fino ad oggi al suo processo di formazione, e questo non soltanto nella sua dimensione di pratica, ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico e metaforico. In questo articolo cercherò quindi di mettere in luce come la pratica del majlis sufi mostri l’influenza diretta di due complesse metafore teologiche: la metafora della regalità, che si esercita sul majlis sufi grazie al rapporto, allo stesso tempo metaforico e reale, che intercorre tra regalità e potere spirituale, e la metafora del banchetto dei beati nel paradiso. Abstract: Within the context of Brotherhood Sufism, the collective ritual dhikr session, usually referred to as majlis, shows similar characteristics even in very different contexts. Although this practice has an absolutely primary importance and function in the context of Sufism, no specific study has yet been devoted to its analysis. In particular, no attention has been paid until now to its formation process, not only in its practical dimension, but also and above all from a symbolic and metaphorical point of view. In this paper I will therefore try to highlight how the practice of Sufi majlis shows the direct influence of two complex theological metaphors: the metaphor of kingship, which is exercised on Sufi majlisthrough the metaphorical and real relationship between kingship and spiritual power, and the metaphor of the banquet of the blessed in paradise.
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Berlingò, Salvatore. „La competenza di legittimità e di merito della Segnatura Apostolica secondo la Lex propria“. Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 10.06.2024. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23637.

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Relazione svolta nella “Sala dei Cento Giorni” del Palazzo della Cancelleria Apostolica, in Roma, per la prima delle “Riunioni culturali 2009”, programmate dall’Arcisodalizio della Curia Romana. Il testo è destinato, in edizione ridotta, agli Studi in onore di Antoni Stankiewicz. SOMMARIO: 1. Prodromi e caratteri del sistema di giustizia amministrativa ecclesiastica – 2. La varietà tridimensionale delle competenze della Segnatura e la sua «identità giustiziale» - 3. L’inconciliabilità fra lo scopo della curatela spirituale del singolo fedele e l’opposizione binaria fra legittimità e merito – 4. Oltre il limite della pura e semplice dichiarazione di illegittimità dell’atto impugnato – 5. Le pronunzie della Segnatura e l’efficacia ultimamente risolutoria delle controversie – 6. La Segnatura come giudice per l’ottemperanza delle sue stesse pronunzie – 7. La via giustiziale nell’esplicazione dei poteri sostitutori della Segnatura – 8. L’interesse del fedele al riscontro di una (eventuale) manifesta iniquitas per il tramite di un processo – 9. I caratteri indeclinabili del «giusto processo» amministrativo canonico – 10. La necessaria, adeguata motivazione delle pronunzie della Segnatura – 11. L’indispensabile confronto con l’opinione pubblica ecclesiale mediante una sistematica ed ufficiale pubblicazione delle pronunzie del Tribunale Apostolico
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Kaushik, Sulochana, Samander Kaushik, Lalit Dar und Jaya Parkash Yadav. „Eugenol isolated from supercritical fluid extract of Ocimum sanctum: a potent inhibitor of DENV-2“. AMB Express 13, Nr. 1 (02.10.2023). http://dx.doi.org/10.1186/s13568-023-01607-x.

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AbstractDengue is one of the fairly prevalent viral infections at the world level transmitted through mosquitoes (Aedes aegypti and Aedes albopictus). Due to various environmental factors, dengue cases surged rapidly at the global level in recent decades, with 193245 cases in 2021 and an increment of 110473 cases in 2022. There is no antidote available against dengue and other flaviviruses. In the absence of a dengue vaccine or specific antiviral, medicinal plants or their products can be the only choice for its effective management. Ocimum sanctum is known as ‘‘The Incomparable One,’’ ‘‘Mother Medicine of Nature’’ and ‘‘Queen of Herbs’’ in Ayurveda, and is considered an "elixir of life" supreme in both healthcare and spiritual terms. In present study eugenol was isolated in O.sanctum. Eugenol (1-hydroxy-2-methoxy-4-allylbenzene) has been substantially responsible for its therapeutic potential. High-performance thin-layer chromatography, Fourier transform infrared spectroscopy and ultraviolet–visible spectroscopy were applied to identify the compound. The Rf value of isolated compound was same in the chromatogram (0.69 + 0.05) with compare to standard. The safe dose of plant and eugenol were found as < 31.25 μg/ml and < 15.62 µg/ml. The anti-dengue activity was assessed in C6/36 cell lines, their effect was determined through Quantitative PCR. The NMR of the isolated eugenol showed similar properties as the commercial marker compound. The eugenol and SFE extract of O. sanctum showed the inhibition of 99.28% and completely against Dengue-2, respectively. Docking study exposed that the interaction of eugenol with NS1 and NS5 dengue protein showed the binding energy as − 5.33 and − 5.75 kcal/mol, respectively. The eugenol from the O. sanctum plant has the potential to be a good source of future treatment medications for dengue illness, as well as a valuable tool in its successful management
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