Dissertationen zum Thema „Pathogenic“
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Panagoda, Gehan Joseph. „Pathogenic features of Candida parapsilosis : an emerging fungal pathogen /“. Thesis, Hong Kong : University of Hong Kong, 1998. http://sunzi.lib.hku.hk/hkuto/record.jsp?B20377770.
Der volle Inhalt der QuelleCollingwood, Charlotte Rose. „Pathogenomic characterisation of a novel, layer-associated Avian Pathogenic Escherichia coli“. Thesis, University of Liverpool, 2016. http://livrepository.liverpool.ac.uk/3007233/.
Der volle Inhalt der QuelleFlorea, Florina [Verfasser], und Cassian [Akademischer Betreuer] Sitaru. „Pathogenic autoimmunity against skin laminins = Pathogene Autoimunität gegen Laminine der Haut“. Freiburg : Universität, 2012. http://d-nb.info/1123474478/34.
Der volle Inhalt der QuelleFeldmann, Friederike. „Implication of extraintestinal pathogenic Escherichia coli siderophore receptors in host pathogen interaction“. kostenfrei, 2008. http://mediatum2.ub.tum.de/doc/649951/649951.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleVyas, Ishan. „IDENTIFICATION OF PEPTIDASES IN HIGHLY-PATHOGENIC VERSUS WEAKLY-PATHOGENIC NAEGLERIA FOWLERI AMEBAE“. VCU Scholars Compass, 2014. http://scholarscompass.vcu.edu/etd/3524.
Der volle Inhalt der QuelleRingsted, S. „Pathogenic mechanisms in glomerulonephritis“. Thesis, University of Oxford, 1988. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.670361.
Der volle Inhalt der QuelleSalamina, M. „Helicobacter pylori Pathogenic Factors“. Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423803.
Der volle Inhalt der QuelleDal 1994 il batterio Helicobacter pylori è stato classificato come organismo cancerogeneno di prima classe e la sua infezione è associata a patologie gastroduodenali. Più di metà della popolazione mondiale ne è infettata con una maggiore prevalenza nei paesi sviluppati. Nonostante la maggior parte dei casi le infezioni sono asintomatiche, il 20% sviluppa gravi patologie come ulcere peptiche e nell’1% dei casi genera linfomi e gastro carcinomi. L’incidenza e le caratteristiche di questo batterio hanno ispirato batteriologi, gastroenterologi, oncologi e farmacologi per indagare gli aspetti fisiopatologici legati all’infezione, così come microbiologi, ecologi, biologi molecolari hanno cercato i fattori di virulenza coinvolti in nell’infezione. H. pylori è un batterio microaerofilico Gram negativo che colonizza la mucosa gastrica. Non è un batterio acidofilo, anche se è in grado di sopravvivere nel lume dello stomaco per un breve periodo necessario per raggiungere le cellule epiteliali spostandosi attraverso la mucosa gastrica. La colonizzazione è mediata da fattori di virulenza predominanti come la motilità flagellare associata alla chemiotassi. Per evitare che sia espulso dal tratto intestinale dalla peristalsi, il batterio H. pylori stabilisce un’infezione cronica. L’ureasi, che è un enzima nickel dipendente, che idrolizza l’urea presente in ammoniaca e CO2 tamponando il pH acido dello stomaco. I casi più gravi sono associati ai ceppi che esprimono l’isola di patogenicità cag-PAI, che consiste in un cromosoma delimitato da elementi trasponibili. Un altro importante fattore di virulenza è la tossina vacuolizzante VacA, che induce la formazione di vacuoli citoplasmatici. Anche il meccanismo di acquisizione di ferro e nickel è fondamentale per la colonizzazione batterica e dunque finemente regolata da un gran numero di geni. Lo sviluppo di un vaccino e nuovi antibiotici nutrono una costante ricerca di nuovi possibili bersagli farmacologici, necessari per completa ed efficiente eradicazione del batterio H. pylori. In questa tesi sono stati analizzati il ruolo e la struttura di alcune proteine patogenetiche del H. pylori. Questi potenziali target farmacologici sono stati clonati, otto su undici sono stati espressi in un sistema eterologo, due proteine di quelle purificate hanno generato cristalli e di una sola ne è stata definita la struttura molecolare. In particolare è stato definito un possibile ruolo della proteina CeuE (HP1561), appartenete alla famiglia delle proteine che legano un substrato, cristallizzata in presenza del complesso Ni(His)2 e definita l’affinità con lo stesso in vitro. Del flagello, che svolge un ruolo chiave durante l’infezione, ne è stata studiata la proteina coinvolta nella formazione dell’uncino FlgD che è stata clonata, espressa, purificata e cristallizzata. Inoltre è stato riportato anche uno studio di altri fattori del flagello e di alcune proteine coinvolte nella risposta allo stress cellulare. Per ottenere tali risultati sono stati utilizzati approcci differenti. Per individuare le migliori proteine candidate per uno studio cristallografico e progettare costrutti funzionali sono state effettuate predizioni bioinformatiche. Gli amplificati di PCR sono stati clonati in vettori plasmidici. Le condizioni di espressione sono state ottimizzate e fatte in E. coli, un sistema di espressione eterologo. La solubilità delle proteine ricombinanti è stata analizzata e ottenuta anche mediante refolding. Sono stati usati diversi sistemi di purificazione per ottenere un buon grado di purezza. Per la caratterizzazione proteica sono state usate come tecniche la gel filtrazione analitica, spettroscopia UV, DLS (Dynamic Light Scattering) e dicroismo circolare. Le proteine sono state concentrate e sottoposte a esperimenti di cristallizzazione. I cristalli sono stati analizzati al sincrotrone ESRF (Grenoble, France). Spettroscopia di fluorescenza, SPR (surface plasmon resonance) e spettroscopia di massa sono le tecniche utilizzate per la caratterizzazione In Vitro. Nel secondo capitolo viene decritta la struttura tridimensionale di una proteina patogenetica di H. pylori, cristallizzata in presenza del suo possibile substrato fisiologico. HP1561 (CeuE) è una proteina di H. pylori annotata come componente periplasmatico di un trasportatore ABC che lega e trasporta il ferro. Recentemente è stato pubblicato chele ceuE e fecDE di H. mustelae codificano per proteine coinvolte nel acquisizione del nickel e cobalto. Nei Gram negativi, l’acquisizione del nickel è garantita da sistemi di proteine che operano a livello di membrana e periplasmatico. Per l’acquisizione del nickel, l’ H. pylori integra diversi sistemi non ancora caratterizzati, necessari per la maturazione di enzimi chiave come l’ureasi e l’idrogenasi. Per chiarire tale contraddizione nel sistema di acquisizione del nickel nell’H. pylori, CeuE è stata clonata, espressa, purificata, cristallizzata e la sua struttura è stata risolta. L’identità di sequenza tra i due Helicobacter (pylori e mustelae) è del 44%. Le due Istidine (H103 e H197), potenzialmente coinvolte nel legame di coordinazione del sistema sideroforo/Ni2+ nel H. pylori CeuE, risultano essere parzialmente conservate. L’His corrispondente alla His103 di H. pylori è conservata, mentre His197 è sostituita da una Leucina. Al fine d’identificare se tale mutazione possa influenzare il legame sideroforo/Ni2+, è stato prodotto e purificato il mutante H. pylori CeuE H197L. La struttura molecolare di H. pylori CeuE è stata determinata con una risoluzione di 1.65 Å mediante metodo SAD, sia nella forma apo, che in complesso col Ni(His)2. Essa è costituita da due domini globulari simili, ognuno costituito da cinque foglietti-β circondati da α-eliche, comunemente classificato come Rossman fold. Strutturalmente H. pylori CeuE appartiene alla Classe III della famiglia di proteine che legano un substrato specifico (SBPs). Dati cristallografici, saggi di fluorescenza e analisi all’SPR ci permettono di escludere il coinvolgimento della proteina nel trasporto della VitB12, eme, entrobactina, e ioni Ni2+ isolati. Al contrario la struttura della proteina/complesso Ni(His)2 e le costanti di dissociazione ottenute mediante SPR suggeriscono che H. pylori CeuE lega e trasporta il nickel in vivo mediante il complesso Ni2+/His o altro ligando che lo mima. Nel terzo capitolo viene presentato lo studio su FlgD, una proteina flagellare fondamentale nella formazione di un complesso extracellulare, l’uncino del flagello. La motilità dell’H. pylori è considerata un fattore di colonizzazione, attraverso il quale ceppi meno motili hanno minori possibilità di colonizzare e sopravvivere nell’ospite di ceppi più motili. Per la formazione del flagello sono coinvolti più di 50 geni per la regolazione e l’assemblaggio delle varie componenti. Le tre componenti principali sono il filamento, l’uncino e il corpo basale. FlgD non è presente quando il flagello è maturo, ma ha un ruolo chiave durante l’assemblaggio. Perciò, è stato classificato come proteina necessaria per l’impalcatura dell’uncino (hook scaffolding protein), considerata anche proteina di testa dell’uncino (capping protein) in quanto interagisce con FlgL, FlgK e le proteine del corpo basale. Nel ceppo H. pylori G27, FlgD corrisponde al gene hp0858 che è stato amplificato dal DNA genomico purificato e clonato in un vettore plasmidico. La proteina è stata prodotta in E. coli BL21 e la proteina è risultata essere solubile. Gel filtrazione analitica e misure al DLS confermano il suo stato di oligomerizzazione, che risulta essere un tetramero in soluzione. La proteina è stata concentrata fino a 30 g/l e cristallizzata dopo un paio di mesi d’incubazione. I cristalli hanno diffratto a una risoluzione massima di 2.7 Å. Per la sostituzione molecolare è stata usata la tecnica del homology modelling. Sono stati costruiti diversi modelli molecolari per fittare i dati sperimentali. La struttura secondaria dei modelli generati è stata comparata con gli spettri di dicroismo circolare, dove FlgD è risultata essere composta da un 12% di eliche e complessivamente da un 45% di foglietti beta (190-260nm). Le statistiche cristallografiche non hanno dato convergenza positiva negli esperimenti di sostituzione molecolare con i modelli testati. Per risolvere la struttura di FlgD sono necessari cristalli di FlgD derivatizzata con Selenometionine, che è stata espressa, purificata e cristallizzata. Nel quarto capitolo sono riportate le proteine patogenetiche di H. pylori che sono state caratterizzate in questa tesi. Queste proteine possono essere divise in due gruppi, il primo delle proteine flagellarli ed il secondo delle proteine coinvolte nella risposta allo stress cellulare in collaborazione con il Prof. V. Scarlato del dipartimento di Biologia dell’università di Bologna. FliN è una proteina citosolica localizzata nell’anello C del corpo basale del flagello ed interagisce con altri due componenti FliM e FliG. Mutazioni missenso di fliN sono state associate a ceppi non-motili ed è stato riportato che regola la rotazione oraria/antioraria del flagello. H. pylori FliN è stata clonata, espresso e purificata dai corpi d’inclusione dopo refolding. Lo grado di oligomerizzazione è stato analizzato mediante DLS e gel filtrazione analitica. La proteina è risultata essere polidispersa i soluzione e non sono stati ottenuti cristalli di proteina. FliD è la proteina “capping” del filamento cellulare ed è stato osservato che interagisce con FliT, che non è solo un chaperon substrato specifico del sistema III di esporto flagellare, ma inibisce anche l’espressione di fliD attraverso l’interazione con il complesso FlhD4C2. Al fine di analizzare la struttura del complesso FliD-FliT, è stata pianificata la co-espressione di queste proteine. Entrambe sono state clonate con un sistema di purificazione differente, ma solo la purificazione di FliT è stata possibile dai corpi d’inclusione. Lo spettro di dicroismo circolare ha rivelato una forte componente di foglietti-β nella struttura secondaria. Secondo le misure di DLS e gel filtrazione analitica FliT è polidispersa in soluzione e perciò non stati ottenuti cristalli della stessa. FlgN è una proteina del sistema secrezione tipo III ed è stato osservato che interagisce in maniera specifica con le proteine di giunzione dell’uncino con il filamento FlgK ed FlgL, prevenendone la proteolizzazione prima della maturazione del flagello. Queste proteine sono state clonate in differenti tipi di vettori plasmidici, ma solo FlgN è stata efficacemente espressa in E. coli. FlgN ricombinante è stata purificata mediante Ni-IMAC è risultata essere solubile. La proteina è stata caratterizzata con gel filtrazione analitica, DLS e CD. La proteina è un monomero in soluzione con un 30% di struttura secondaria non definita (190-260 nm). FlgN è stata concentrata e sottoposta a test di cristallizzazione. Nell’ultimo gruppo ci sono tre proteine HSPs (Heat Shock Response), prodotte dal batterio quando incontra stress come elevate temperature, etanolo, H2O2 e acidi. E’ stato accurato che le HSPs di H. pylori svolgono un ruolo importante durante l’infezione dell’ospite. HrcA e HspR reprimono la trascrizione di groESL e dnaK. L’attività di HrcA è influenzata dalla presenza di HspR, in quanto è stato dimostrato che HrcA non è in grado di legare il DNA in assenza di HspR. Queste due proteine sono state espresse in E. coli e purificate con Ni-IMAC. Durante le fasi di concentrazione hanno mostrato un limite di solubilità. Mutagenesi mirata sul costrutto di HspR e screening di detergenti su HrcA sono hanno migliorato il sistema, senza però riuscire ad ottenere una condizione ottimale per la formazione di cristalli di proteina. HP1026 (ORF) è un gene presente nello stesso operone di HspR (hp1025), ma con funzione non nota. Dall’analisi della sequenza è stato identificato un dominio con attività elicasica ed un dominio legante l’ATP. La proteina è stata espressa in E. coli e purificata con Ni-IMAC. Per la caratterizzazione sono state effettuate gel filtrazione analitica e dicroismo circolare. La proteina risulta essere un dimero in soluzione con un 35% di α-elica. I test di cristallizzazione son stati effettuati scrinando diverse concentrazioni e anche in presenza del possibile cofattore, ATPγS in forma non idrolizzabile. Nessun cristallo è stato ottenuto dalle condizioni testate. Appendice: Studio strutturale e funzionale della proteasi umana S1P/SKI1 Lo studio di questa proteasi umana è stato effettuato in collaborazione con il Prof. S. Kunz dell’Istituto di Microbiologia, del Centro Universitario Ospedaliero e dall’ Univ. Di Lausanne, Svizzera. S1P/SKI1 è una serina proteasi della famiglia delle Proprotein Convertasi (PCs). Lo scopo di membri di questa famiglia è quello di mediare l’attivazione di diversi importanti substrati per la vita cellulare. Tra queste proteasi, S1P presenta una specificità di substrato, con un sito di taglio dopo un residuo non basico. Tra i target cellulari di S1P sono stati identificati SREBP-2, coinvolto nella biosintesi dei lipidi e del colesterolo, BDNF, ATF-6 e glicoproteine superficiali di virus appartenenti alla famiglia delle Arenaviridae. S1P pesa 118kDa ed è una proteina multidominio; quindi 2 regioni di S1P sono state studiate, il “Prodomain” (ProD) che regola l’attività catalitica, ed il “cathalytic domain” (cS1P) che include i residui responsabili per la reazione proteasica. Inoltre è stato analizzato un mutante inattivo (cS1P_H249A) e due costrutti per il dominio di regolazione (ProD_AB e ProD_AC). Le sequenze nucleotidiche dei corrispettivi costrutti sono state sintetizzate come geni ottimizzati per l’espressione in E. coli e subclonati in vettori plasmidici per l’espressione ottenendo proteine in fusione con una coda di 6-His. Questi costrutti sono stati espressi in E. coli, purificati con Ni-IMAC e le frazioni positive sono state raccolte e concentrate per test di cristallizzazione. Sfortunatamente non sono stati ottenuti cristalli di proteina nelle condizioni testate. Per chiarire il ruolo di una variante mutata nel sito di taglio “C” del dominio di regolazione è stata effettuata una analisi di spettrometria di massa. La proteina secreta S1P mut C (sS1P_MutC, 116kDa) è stata purificata dal medium di coltura di una linea di HEK293 trasfettate e isolata con Co-IMAC. Il campione è stato denaturato in Guanidinio 6M e caricato in HPLC. Le frazioni corrispondenti ai picchi predominanti sono stati essiccati ed iniettati in spettrometro di massa (ESI-TOF). L’analisi delle masse, confrontate con la forma nativa (sS1P_WT) ha permesso di generare un profilo preliminare del pattern di processamento del dominio di regolazione (ProD) with a quadrupole-TOF spectrometer. Analysis of mass spectra, compared with wild-type form of S1P, allows generating a Pro Domain auto-processing profile.
Sousa, Oliveira Márcia Patrícia de. „Microbial safety of lettuce: foodborne pathogens incidence, their pathogenic potential and biopreservative stratagies“. Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2015. http://hdl.handle.net/10803/307379.
Der volle Inhalt der QuelleLa investigación descrita en esta tesis se enfoca en la determinación de la influencia de las prácticas de manejo del cultivo, procesamiento y condiciones de almacenamiento en la calidad microbiológica de la lechuga mínimamente procesada y en el estudio de las estrategias de mitigación para mejorar su seguridad. Se ha estudiado el efecto de los sistemas de producción, orgánico o convencional, en la calidad microbiológica de lechuga fresca. Se evaluó la transferencia y la persistencia de L. innocua y E. coli O157:H7 en las hojas de lechuga y en el suelo durante el otoño y la primavera, utilizando diferentes métodos de riego contaminado artificialmente y el compost. La capacidad de L. monocytogenes, Salmonella y E. coli O157:H7 para crecer en lechuga mínimamente procesada y envasada en tres diferentes condiciones de atmósfera, creada por la utilización de películas con diferentes permeabilidades a dos temperaturas de almacenamiento fue evaluada. Se examinó el potencial patogénico de dos cepas de S. Typhimurium DT104, con el objetivo de medir su capacidad para sobrevivir al tracto gastrointestinal simulado y de adherirse e invadir a las células diferenciadas Caco-2, después de la incubación secuencial en el suelo, lechuga y lechuga cortada almacenada en MAP. En esta tesis también se evaluó el efecto de aumentar la microbiota de lechuga sometida a las diferentes etapas de pre-acondicionamiento en la supervivencia de L. monocytogenes y E. coli O157:H7 como método bioconservante. Por último, se ha estudiado el uso de la adición de bioconservantes como método para controlar o reducir los PTA en lechuga mínimamente procesada.
The research described in this thesis is focused on the determination of the influence of field management practices, processing and storage conditions on the microbial quality of fresh-cut lettuce and on the study of mitigation strategies to enhance its safety. The effect of production system, organic or conventional, on the microbiological quality of fresh lettuce was studied. The transfer and persistence of L. innocua and E. coli O157:H7 on lettuce leaves and in soil during fall and spring using different artificially contaminated irrigation methods and compost was evaluated. The ability of L. monocytogenes, Salmonella and E. coli O157:H7 to grow on shredded lettuce packaged in three different atmosphere conditions created by means of using different permeability films at two storage temperatures was evaluated. The pathogenic potential of two S. Typhimurium DT104 strains was examined, with the aim to measure their capability to survive a simulated gastrointestinal tract system and to adhere to and invade differentiated Caco-2 cells, after sequential incubation into soil, lettuce and cut lettuce stored under MAP conditions. In this thesis the effect of enhancing native microbiota of lettuce submitted to different pre-conditioning steps on survival of L. monocytogenes and E. coli O157:H7 as a biopreservative method was also evaluated. Finally, the use of adding biopreservatives as a method to control or reduce FBP in fresh-cut lettuce was studied.
Botelho, Rebecca A. „Plasmacytoid dendritic cell function in pathogenic vs. non-pathogenic HIV and SIV infection“. Diss., Search in ProQuest Dissertations & Theses. UC Only, 2009. http://gateway.proquest.com/openurl?url_ver=Z39.88-2004&rft_val_fmt=info:ofi/fmt:kev:mtx:dissertation&res_dat=xri:pqdiss&rft_dat=xri:pqdiss:3378484.
Der volle Inhalt der QuelleClayton, Selina Ruth. „The ZUR (zinc uptake regulator) regulon of pathogenic and non-pathogenic Escheria coli“. Thesis, University of Nottingham, 2012. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.606007.
Der volle Inhalt der QuelleTurner, Paul Christopher. „Haem utilisation by pathogenic neisseriae“. Thesis, University of Nottingham, 2000. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.326660.
Der volle Inhalt der QuelleDodd, Roger Bradley. „Structural studies of pathogenic proteins“. Thesis, University of Cambridge, 2005. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.615193.
Der volle Inhalt der QuelleAl-Mossawi, Mohammad Hussein. „Pathogenic immune responses in spondyloarthritis“. Thesis, University of Oxford, 2016. https://ora.ox.ac.uk/objects/uuid:eab12909-6af6-4269-85de-69fa99d11af7.
Der volle Inhalt der QuelleBryant, Josephine Maria. „Evolutionary genomics of pathogenic mycobacteria“. Thesis, University of Cambridge, 2015. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.708462.
Der volle Inhalt der QuelleCotter, Sheena C. „Trade-offs in insect disease resistance“. Thesis, University of Stirling, 2002. http://hdl.handle.net/1893/26688.
Der volle Inhalt der QuelleVieBrock, Lauren. „ORIENTIA TSUTSUGAMUSHI ANKYRIN-REPEAT PROTEIN FAMILY TARGETING OF THE HOST ENDOPLASMIC RETICULUM“. VCU Scholars Compass, 2015. http://scholarscompass.vcu.edu/etd/4023.
Der volle Inhalt der QuelleTorriani, Stefano F. F. Torriani Stefano F. F. „Mitochondrial genomes of plant pathogenic fungi /“. [S.l.] : [s.n.], 2008. http://opac.nebis.ch/cgi-bin/showAbstract.pl?sys=000265868.
Der volle Inhalt der QuelleClarke, Daniel William. „The pathogenic cascade of Acanthamoeba Keratitis“. Access to abstract only; dissertation is embargoed until after 5/15/2007, 2006. http://www4.utsouthwestern.edu/library/ETD/etdDetails.cfm?etdID=153.
Der volle Inhalt der QuelleCorran, Andrew John. „Squalene synthase in plant pathogenic fungi“. Thesis, Royal Holloway, University of London, 1996. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.243317.
Der volle Inhalt der QuellePettigrew, D. „Pathogenic ligands of decay-accelerating factor“. Thesis, University of Oxford, 2006. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.433336.
Der volle Inhalt der QuelleValanne, M. S. „The pathogenic potential of Propionibacterium acnes“. Thesis, Queen's University Belfast, 2003. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.273147.
Der volle Inhalt der QuelleSkinner, Wendy. „Non-pathogenic mutants of Mycosphaerella graminicola“. Thesis, University of Bristol, 2001. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.391093.
Der volle Inhalt der QuelleKhan, Naveed Ahmed. „Detection and differentiation of pathogenic Acanthamoeba“. Thesis, University of Hull, 1999. http://hydra.hull.ac.uk/resources/hull:12458.
Der volle Inhalt der QuelleLau, Siu Ha. „Molecular epidemiology of pathogenic escherichia coli“. Thesis, University of Manchester, 2010. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.517731.
Der volle Inhalt der QuelleLi, Qiuye. „Structural Studies of Pathogenic Protein Aggregates“. Case Western Reserve University School of Graduate Studies / OhioLINK, 2020. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=case1586199043739315.
Der volle Inhalt der QuelleSegelmark, Mårten. „Pathogenic aspects of rapidly progressive glomerulonephritis“. Lund : Dept. of Nephrology, Lund University, 1995. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/39160027.html.
Der volle Inhalt der QuelleMassey, Ward L. K. „Pathogenic mechanisms in human carious pulpitis“. Thesis, The University of Sydney, 1992. http://hdl.handle.net/2123/4650.
Der volle Inhalt der QuelleThis work was digitised and made available on open access by the University of Sydney, Faculty of Dentistry and Sydney eScholarship . It may only be used for the purposes of research and study. Where possible, the Faculty will try to notify the author of this work. If you have any inquiries or issues regarding this work being made available please contact the Sydney eScholarship Repository Coordinator - ses@library.usyd.edu.au
Massey, Ward L. K. „Pathogenic mechanisms in human carious pulpitis“. University of Sydney, 1992. http://hdl.handle.net/2123/4650.
Der volle Inhalt der QuelleThis work was digitised and made available on open access by the University of Sydney, Faculty of Dentistry and Sydney eScholarship . It may only be used for the purposes of research and study. Where possible, the Faculty will try to notify the author of this work. If you have any inquiries or issues regarding this work being made available please contact the Sydney eScholarship Repository Coordinator - ses@library.usyd.edu.au
Forster, Anthony Carlyle. „Self-cleavage of plant pathogenic RNAs“. Title page, contents and summary only, 1987. http://web4.library.adelaide.edu.au/theses/09PH/09phf7331.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleMaresca, Alessandra <1982>. „Pathogenic mechanisms in mitochondrial optic neuropathies“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3592/1/Maresca_Alessandra_tesi.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleMaresca, Alessandra <1982>. „Pathogenic mechanisms in mitochondrial optic neuropathies“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3592/.
Der volle Inhalt der QuelleCrossley, Brian E. „Role of the Exopolysaccharide Alginate in Adherence to and Inflammation of Pulmonary Epithelial Cells“. VCU Scholars Compass, 2016. http://scholarscompass.vcu.edu/etd/4473.
Der volle Inhalt der QuelleMohanty, Subhasis. „Role of pathogenic antibodies in rheumatic diseases“. [S.l.] : [s.n.], 2003. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?idn=967642760.
Der volle Inhalt der QuelleNeelakanta, Girish. „Genome variations in commensal and pathogenic E.coli“. [S.l. : s.n.], 2005. http://deposit.ddb.de/cgi-bin/dokserv?idn=974330329.
Der volle Inhalt der QuelleSahlin, Charlotte. „Pathogenic Mechanisms of the Arctic Alzheimer Mutation“. Doctoral thesis, Uppsala University, Department of Public Health and Caring Sciences, 2007. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-7582.
Der volle Inhalt der QuelleAlzheimer’s disease (AD) is a progressive neurodegenerative disorder, neuropathologically characterized by neurofibrillay tangles and deposition of amyloid-β (Aβ) peptides. Several mutations in the gene for amyloid precursor protein (APP) cause familial AD and affect APP processing leading to increased levels of Aβ42. However, the Arctic Alzheimer mutation (APP E693G) reduces Aβ levels. Instead, the increased tendency of Arctic Aβ peptides to form Aβ protofibrils is thought to contribute to the pathogenesis.
In this thesis, the pathogenic mechanisms of the Arctic mutation were further investigated, specifically addressing if and how the mutation affects APP processing. Evidence of a shift towards β-secretase cleavage of Arctic APP was demonstrated. Arctic APP did not appear to be an inferior substrate for α-secretase, but the availability of Arctic APP for α-secretase cleavage was reduced, with diminished levels of cell surface APP in Arctic cells. Interestingly, administration of the fatty acid docosahexaenoic acid (DHA) stimulated α-secretase cleavage and partly reversed the effects of the Arctic mutation on APP processing.
In contrast to previous findings, the Arctic mutation generated enhanced total Aβ levels suggesting increased Aβ production. Importantly, this thesis illustrates and explains why measures of both Arctic and wild type Aβ levels are highly dependent upon the Aβ assay used, with enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA) and Western blot generating different results. It was shown that these differences were due to inefficient detection of Aβ oligomers by ELISA leading to an underestimation of total Aβ levels.
In conclusion, the Arctic APP mutation leads to AD by multiple mechanisms. It facilitates protofibril formation, but it also alters trafficking and processing of APP which leads to increased steady state levels of total Aβ, in particular at intracellular locations. Importantly, these studies highlight mechanisms, other than enhanced production of Aβ peptide monomers, which could be implicated in sporadic AD.
Okanga, Francis Inyangala. „Biotransformation of cruciferous phytoalexins by pathogenic fungi“. Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1999. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk1/tape7/PQDD_0016/NQ37905.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleSmith, Hayden. „SOCIAL PATHOGENIC SOURCES OF POOR COMMUNITY HEALTH“. Master's thesis, University of Central Florida, 2007. http://digital.library.ucf.edu/cdm/ref/collection/ETD/id/3496.
Der volle Inhalt der QuellePh.D.
Other
Health and Public Affairs
Public Affairs PhD
Kearney, Theresa Elizabeth. „Survival of pathogenic bacteria in anaerobic digesters“. Thesis, Queen's University Belfast, 1991. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.334706.
Der volle Inhalt der QuelleAjaj, Fateh Omar. „Mineral transformations iin vitro by pathogenic fungi“. Thesis, University of Sheffield, 2005. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.419564.
Der volle Inhalt der QuelleJoseph-Horne, Tim. „Mechanisms of antifungal resistance in pathogenic fungi“. Thesis, University of Sheffield, 1995. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.387760.
Der volle Inhalt der QuelleMiddleton, J. „Potentially pathogenic Phytophthora isolates in irrigation systems“. Thesis, University of Reading, 1985. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.354090.
Der volle Inhalt der QuelleKim, Hyung Joo. „Electrochemical detection and enumeration of pathogenic bacteria“. Thesis, King's College London (University of London), 1996. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.244045.
Der volle Inhalt der QuelleMorris, B. M. „The electrotactic responses of plant pathogenic fungi“. Thesis, University of Aberdeen, 1993. http://digitool.abdn.ac.uk/R?func=search-advanced-go&find_code1=WSN&request1=AAIU539652.
Der volle Inhalt der QuellePerera, Thanuja Harshini. „Regulation of thigmotropism in human pathogenic fungi“. Thesis, University of Aberdeen, 1998. http://digitool.abdn.ac.uk/R?func=search-advanced-go&find_code1=WSN&request1=AAIU098400.
Der volle Inhalt der QuelleCollins, Cathleen A. „Ubiquitin in host defense against pathogenic mycobacteria“. Diss., Search in ProQuest Dissertations & Theses. UC Only, 2009. http://gateway.proquest.com/openurl?url_ver=Z39.88-2004&rft_val_fmt=info:ofi/fmt:kev:mtx:dissertation&res_dat=xri:pqdiss&rft_dat=xri:pqdiss:3359543.
Der volle Inhalt der QuelleBirk, Julia. „Fibrillar aggregations of pathogenic pro-vasopressin mutants /“. Basel : [s.n.], 2009. http://edoc.unibas.ch/diss/DissB_8880.
Der volle Inhalt der QuelleSalmon, Richard Michael. „Structural studies on proteins from pathogenic bacteria“. Thesis, University of Sheffield, 2012. http://etheses.whiterose.ac.uk/3287/.
Der volle Inhalt der QuelleRawkins, Ann. „Virulence and pathogenic mechanisms of Legionella pneumophila“. Thesis, Open University, 1994. http://oro.open.ac.uk/54371/.
Der volle Inhalt der QuelleMpongoshe, Vuyiseka. „Gene expression changes in macrophages infected with pathogenic M. tuberculosis and non-pathogenic M. smegmatis and M. bovis BCG“. Thesis, Stellenbosch : Stellenbosch University, 2014. http://hdl.handle.net/10019.1/86729.
Der volle Inhalt der QuelleENGLISH ABSTRACT: The current anti-TB drugs have had success in decreasing the number of deaths caused by TB, however, this success is limited by the emergence of drug resistant TB strains. Therefore, a novel TB therapy that limits the development of resistance has become necessary in an attempt to effectively control TB. The anti-TB drugs directly target mycobacterial enzymes, and potentiate the development of this resistance, and have therefore provided the rationale for this study. The aim was therefore to identify host macrophage genes that affect M. tb intracellular survival. The proposed alternative anti-TB therapy potentially involves the application of RNA interference (RNAi) and RNA activation (RNAa) biological processes that will target host genes, thereby inducing an indirect bactericidal effect. We hypothesized that macrophage genes that are differentially expressed by pathogenic and non-pathogenic mycobacterial species may be important in the regulation of M. tb intracellular survival. The lipid-rich mycobacterial cell wall is implicated in the excessive clumping of the mycobacterial cells in liquid culture. In order to minimize this, Tween 80 detergent was supplemented (mycobacteriaT). However, due to substantial evidence emphasising the detrimental effects of Tween 80 on the mycobacterial cell wall, mycobacteria were also cultured without Tween 80 (mycobacteriaNT), in order to investigate if the perturbed mycobacterial cell wall induced by Tween 80 affects the transcriptional response of macrophages. We endeavoured to develop a new method to culture mycobacteria without Tween 80 that will still generate single cells. We further hypothesized that the macrophage gene expression profile induced by mycobateriaNT differs from the response induced by mycobacteriaT. Differentiated THP-1 (dTHP-1) cells were infected with pathogenic and non-pathogenic mycobacteria (for 3 h, 24 h and 48 h with M. tb and M. bovis BCG, and 3 h and 8 h with M. smegmatis) cultured in the presence or absence of Tween 80. The expression of 12 macrophage genes, selected based on their involvement in the phagocytic pathway and autophagy, as well as their general involvement in the immune response, was determined by qRT-PCR and further analysed on the REST programme. The expression of each target gene was normalised relative to the expression of the reference gene (Beta actin). We observed that out of the 12 genes, TLR7 and VAMP7 were consistently downregulated in dTHP-1 cells infected with M. tbNT and upregulated in dTHP-1 cells infected with M. smegmatisNT. Their response to M. bovis BCG was inconsistent and not significantly different, and therefore could not be interpreted. Furthermore, CCL1 was upregulated by all the mycobacterial species. However, its expression was more pronounced in response to mycobacteriaNT, when compared to mycobacteriaT. Differential gene expression of TLR7 and VAMP7 in response to pathogenic and non-pathogenic mycobacteriaNT suggests that these 2 genes may be potential targets for RNAa-based anti-TB therapy, even though we could not conclude whether their response was specific to macrophages. In addition, the observed difference in the expression of CCL1 induced by mycobacteriaNT, compared to mycobacteriaT suggests that the perturbation caused by Tween 80 on the mycobacterial cell wall most likely affected the response of macrophages to infection with mycobacteria. Furthermore, this study has demonstrated a feasible method by filtration to generate single cells from mycobacteriaNT, which should be considered for future mycobacterial infection studies.
AFRIKAANSE OPSOMMING: Die huidige anti-tuberkulose middels se sukses lê daarin dat dit die aantal sterftes verminder maar hierdie sukses word weer beperk met die ontstaan van middel-weerstandige M.tb stamme. Daarom is nuwe middels nodig wat die ontwikkeling van middel-weerstandigheid beperk in ʼn poging om effektiewe TB behandeling te bewerkstellig. Anti-tuberkulose middels teiken hoofsaaklik mycobakteriële ensiemsisteme en ontlok sodoende weerstandigheid in M.tb stamme en dit vorm die rasionale vir hierdie studie. Die doel was om gasheer makrofaag gene te identifiseer wat M.tb oorlewing intrasellulêr bewerkstellig. Die voorgestelde alternatiewe anti-TB behandeling sal dan behels die toepassing van RNA intervensie (RNAi) en RNA aktivering (RNAa) tegnologie wat gasheer selgene teiken (inaktiveer) en sodoende ʼn bakterisidiese respons induseer. Die kanse is skraal dat mycobakterieë weerstandigheid sal kan ontwikkel onder hierdie omstandighede. Ons hipotetiseer dus dat makrofaag gene wat differensieel uitgedruk word deur patogeniese en nie-patologiese mycobakteriële spesies belangrik mag wees vir die oorlewing van M.tb intrasellulêr. Die lipiedryke selwand van mycobakterieë word geïmpliseer in die oormatige sameklomping van die bakterieë in vloeistofkulture. Om hierdie effek te minimaliseer word Tween 80 normaalweg tot die medium gevoeg (mycobakterieëT). Maar weens genoegsame bewyse dat Tween-80 die selwand van bakterieë nadelig beïnvloed, is mycobakterieë ook in die afwesigheid van Tween 80 gekultureer (mycobakterieëNT) om te bepaal of die nadelige effek van Tween 80 op die selwand die transkripsionele respons in makrofage beïnvloed post-infeksie. Dit was daarom ook ons doelstelling om ʼn nuwe tegniek te ontwikkel om mycobakterieë te kultureer in die afwesigheid van Tween 80 wat ook enkelselle sal genereer vir beter gekontroleerde makrofaag infeksie. Ons hipotetiseer ook verder dat makrofaag geenuitdrukking-profiele verskil afhangende of infeksie gedoen is met mycobakterieë wat in die afwesigheid of teenwoordigheid van Tween 80 gekultureer is. Gedifferensieerde THP-1 (dTHP-1) was geïnfekteer met patogeniese en nie-patogeniese mycobakterieë (vir 3 h, 24 h en 48 h met M.tb en M.bovis BCG, en 3 h en 8 h met M.smegmatis) gekultureer in die teenwoordigheid en afwesigheid van Tween 80. Die uitdrukking van 12 makrofaag gene, geselekteer op grond van hul betrokkenheid in die fagositose meganisme en in outofagie asook hul betrokkenheid in die immuunrespons, is gekwantifiseer met qRT-PCR en daaropvolgens geanaliseer met die REST-program. Die uitdrukking van elke geen is genormaliseer relatief tot die uitdrukking van die verwysingsgeen (Beta actin). Daar is bevind dat van die 12 gene, TLR7 en VAMP7 deurlopend afgereguleer was in dTHP-1 selle geïnfekteer met M.tbNT en opgereguleer was in dTHP selle geïnfekteer met M.smegmatisNT. Selrespons met M.bovis BCG was onbeduidend en derhalwe kon geen gevolgtrekking hier gemaak word nie. Ook, CCL1 was opgereguleer met infeksie deur enige van die mycobakteriële spesies, maar CCL1 se uitdrukking was groter in respons tot mycobakterieëNT wanneer vergelyk word met respons tot mycobakterieëT. Differensiële geenuitdrukking van TLR7 en VAMP7 in respons tot patogeniese en nie-patogeniese mycobakterieëNT impliseer dat hierdie twee gene potensiële teikens kan wees vir RNAa-gebaseerde anti-TB behandeling, alhoewel ons nie kon beslis of hierdie respons spesifiek vir makrofage was nie. Ook, die verskille waargeneem in die uitdrukking van CCL1 geïnduseer deur mycobakterieëNT, vergeleke met mycobakterieëT, impliseer dat die steuring in die selwand veroorsaak deur Tween 80, heelwaarskynlik die respons van die makrofaag beïnvloed het. Hierdie studie beskryf ook ʼn filtrasiemetode om enkele mycobakteriële selle te genereer wat oorweeg moet word by toekomstige mycobakteriële infeksiestudies.
Brownell, Abigael C. „The Roles of Microcystin and Sulfide in Physiology and Tactic Responses of Pathogenic and Non-Pathogenic Mat-Forming Cyanobacteria“. FIU Digital Commons, 2014. http://digitalcommons.fiu.edu/etd/1364.
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