Dissertationen zum Thema „Metal-based systems“
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Paul, Satadal. „Theoretical investigation of magnetic behaviour in metal-based systems“. Thesis, University of North Bengal, 2013. http://hdl.handle.net/123456789/956.
Der volle Inhalt der QuelleMa, Wei. „Low temperature metal-based micro fabrication and packaging technology /“. View abstract or full-text, 2005. http://library.ust.hk/cgi/db/thesis.pl?MECH%202005%20MA.
Der volle Inhalt der QuelleEbenhoch, Carola [Verfasser]. „Memristive Systems Based on Metal Oxide Nanowires / Carola Ebenhoch“. Konstanz : KOPS Universität Konstanz, 2021. http://d-nb.info/1237222109/34.
Der volle Inhalt der QuelleZuki, Hafiza Mohamed. „Optical multi-metal ion sensing systems based on immobilised fluorescent reagents“. Thesis, University of Manchester, 2009. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.506630.
Der volle Inhalt der QuelleZhang, Guangrui. „Systems-based modelling and optimisation of fracture toughness of metal alloys“. Thesis, University of Sheffield, 2013. http://etheses.whiterose.ac.uk/4691/.
Der volle Inhalt der QuelleTravan, Andrea. „Nanocomposite systems based on metal nanoparticles and polysaccharides for biomedical applications“. Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3629.
Der volle Inhalt der QuelleQuesto lavoro riguarda lo sviluppo di materiali nanocompositi per applicazioni biomediche e si configura all’ interno del progetto europeo “Newbone” (EU-FP6); in particolare, lo scopo principale della tesi era realizzare un rivestimento biocompatibile e dotato di proprietà antibatteriche per protesi ortopediche. Sono stati preparati sistemi nanocompositi basati su un polisaccaride derivato dal chitosano (Chitlac) che permette di ottenere soluzioni colloidali di nanoparticelle (argento e oro) con proprietà antibatteriche. Parallelamente, è stato studiato un particolare meccanismo chimico di riduzione degli ioni argento ad opera dei residui di lattitolo del Chitlac; le proprietà ottiche delle nanoparticelle ottenute attraverso questo meccanismo sono state valutate attraverso spettroscopia Raman, evidenziando la possibilità di avere un incremento del segnale grazie al verificarsi dell’ effetto SERS. Essendo state riscontrate migliori proprietà biologiche del sistema a base di argento (Chitlac-nAg) rispetto a quello a base di oro in termini di efficacia antimicrobica e biocompatibilità, Chitlac-nAg è stato scelto per i successivi studi di realizzazione del rivestimento per la protesi. Test sul meccanismo antimicrobico della soluzione ChitlacnAg hanno dimostrato l’interazione tra le nanoparticelle e la membrana batterica. Allo stesso tempo, poiché la mancanza di barriere fisiche può favorire la diffusione delle nanoparticelle all’ interno delle cellule eucariote con rischio di effetti citotossici causati dalla loro internalizzazione, si è voluto realizzare delle strutture tridimensionali a base di Chitlac in grado di intrappolare le nanoparticelle. A questo scopo, sono state sfruttate le proprietà di gelificazione del polisaccaride alginato in modo da ottenere un sistema semi-solido in miscela con Chitlac-nAg; il materiale ottenuto possiede marcate proprietà antibatteriche senza però risultare tossico per le cellule eucariote, come dimostrato da test in vitro e in vivo. Questo risultato è particolarmente importante in relazione allo stato dell’ arte sull’ argomento. Poiché la parte portante della protesi è costituita da un polimero metacrilico, al fine di rivestire questo materiale di substrato è stata messa a punto una tecnica basata sull’ attivazione della superficie e successiva deposizione del rivestimento a base di Chitlac. Questa tecnica permette di ottenere un rivestimento nanocomposito costituito da nanoparticelle di argento incorporate nella matrice di Chitlac. Grazie a questo strato bioattivo la superficie della protesi acquisisce un’ efficace attività antibatterica che si manifesta quando i batteri entrano in diretto contatto con il materiale. Inoltre, test in vitro hanno dimostrato che le cellule eucariote aderiscono e proliferano sul rivestimento nanocomposito, suggerendo quindi una buona integrazione del materiale nei tessuti attorno all’ impianto. La combinazione di tali proprietà ha determinato la scelta di questo rivestimento per il test in vivo su “minipig” a conclusione del progetto europeo: questo test è al momento in via di svolgimento e da esso ci si può attendere una conferma degli incoraggianti risultati ottenuti dagli studi in vitro.
The present work is focused on the development of nanocomposite systems for biomedical applications and has been carried out in the framework of the European Project called “Newbone” (EU-FP6); in particular, the main goal of the thesis was to realize biocompatible coatings for orthopedic prosthesis endowed with antimicrobial properties. Nanocomposite systems based on a chitosan-derived polysaccharide (Chitlac) that stabilizes metal nanoparticles (silver and gold) have been prepared in colloidal solutions which possess broad spectrum antibacterial properties. As a complementary work, it was studied and defined a particular chemical mechanism of silver ions reduction carried out by the lactose moieties of Chitlac; the optical properties of the metallic nanoparticles obtained through this mechanism were tested by means of Raman spectroscopy, thus detecting considerable enhancements of the signal due to the SERS effect (Surface Enhanced Raman Scattering). Given the better biological properties of silver-based systems (Chitlac-nAg) with respect to gold in terms of antimicrobial efficacy and biocompatibility, only the former metal was chosen in the following steps towards the preparation of the nanocomposite coating for the prosthesis. Studies on the biocidal mechanism of the Chitlac-nAg solution ascribed the activity to the interaction metal-bacteria membrane. On the other hand, since the lack of physical barriers to nanoparticle diffusion into eukaryotic cells determines the risk of a massive uptake with cytotoxic outcomes, we focused our attention toward the preparation of Chitlac-based threedimensional structures entrapping silver nanoparticles. To this end, the gel forming properties of the polysaccharide alginate were exploited allowing the production of a semi-solid system in a mixture with Chitlac-nAg: this material displays potent antibacterial properties without showing cytotoxic effects towards eukaryotic cells, as verified by in vitro and in vivo tests. Such result was particularly important in relation to the state of the art in this research field. Since the core material of the prosthesis is made of methacrylic thermosets, in order to coat this substrate material we have devised a technique based on surface activation followed by deposition of the Chitlac-based layer. Such technique allows obtaining a nanocomposite coating where silver nanoparticles are entrapped within the Chitlac matrix. This bioactive layer endows the thermoset surface with considerable antimicrobial properties, as bacteria are rapidly killed upon direct contact with the material. At the same time, in vitro tests proved that eukaryotic cells adhere and proliferate on the nanocomposite coating, which indicates the possibility to have good integration of the material in the tissues surrounding the implant. The combination of these properties determined the choice of our coating for the final in vivo test in a minipig model as a conclusion of the European project; this test is in progress at the moment and it will hopefully confirm the encouraging studies in vitro.
XXII Ciclo
1981
Naik, A. J. T. „Hetero-junction and nanomaterial systems for metal oxide semiconductor based gas sensing“. Thesis, University College London (University of London), 2015. http://discovery.ucl.ac.uk/1463687/.
Der volle Inhalt der QuelleSidiropoulos, Themistoklis. „Enhanced light-matter interactions in laser systems incorporating metal-based optical confinement“. Thesis, Imperial College London, 2014. http://hdl.handle.net/10044/1/30831.
Der volle Inhalt der QuelleSorarù, Antonio. „Molecular and nanodimensional metal based systems for the therapy against neurodegenerative diseases“. Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424628.
Der volle Inhalt der QuelleLe reazioni biochimiche che coinvolgono il trasferimento di elettroni dall’ossigeno per dare acqua, durante la respirazione cellulare, e dall’acqua per dare ossigeno, durante la fotosintesi, possono portare alla formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS, reactive oxygen species), dovute alla “perdita” di elettroni dal ciclo catalitico. Tra queste specie troviamo inizialmente il superossido O2-•, l’acqua ossigenata e il radicale ossidrile. Queste possono reagire con altre molecole per dare origine ad altre specie reattive, per esempio dell’azoto, ma soprattutto possono danneggiare peptidi, lipidi e DNA e causare ingenti danni alle funzioni cellulari fino a portare alla morte della cellula stessa. In condizioni di stress ossidativo, l’accumulo di queste specie sembra giocare un importante ruolo nelle malattie degenerative, come ad esempio il morbo di Alzheimer (AD). In questo caso, la malattia è caratterizzata dalla presenza di aggregati proteici in forma di placche, che hanno un effetto neurotossico. Questi accumuli proteici sono costituiti principalmente da peptidi di 40-42 amminoacidi chiamati β-amiloidi (Aβ), che tendono ad aggregare, in forma di fibrille. Le cause della formazione e accumulo di questi peptidi non sono ancora del tutto chiare, ma si hanno evidenze sul coinvolgimento delle ROS nella fase di formazione dei peptidi, e sull’aumento della loro produzione, dopo la formazione delle fibre, a causa di reazioni mediate dai metalli intrappolate nelle fibre stesse. La natura ha sviluppato dei sistemi per proteggersi da queste specie reattive, tra questi citiamo gli enzimi superossido dismutasi (SOD) e catalasi (CAT), capaci rispettivamente di eliminare superossido e acqua ossigenata, che tuttavia in certe situazioni di elevato stress ossidativo possono risultare insufficienti per prevenire i danni. È quindi di estremo interesse lo studio di composti artificiali capaci di aiutare gli enzimi naturali nel loro compito di eliminare le ROS dall’ambiente biologico. Considerando ciò, in questa tesi sono state considerate le seguenti quattro classi di composti, utilizzati come enzimi sintetici (synzymes), per imitare le funzioni dei sistemi anti ROS naturali: I. Complessi mononucleari ed isostrutturali di manganese, di formula generale [Mn(L)X2], caratterizzati da un legante pentadentato, L, contenente differenti eteroatomi (N, O, o S), sono stati studiati nella dismutazione dell’acqua ossigenata e del radicale anione superossido. L’attività è stata inizialmente analizzata in solvente organico (acetonitrile) per aver dei termini di paragone con altri composti di letteratura. In seguito l’attività è stata studiata anche in acqua, dove solo pochi composti di letteratura sono risultati attivi. Se utilizzati in presenza di base, i complessi [Mn(L)(OTf)2] contenenti zolfo mostrano una duplice attività SOD/CAT ed un’elevata stabilità. II. Complessi dinucleari ed isostrutturali di manganese, di formula generale [Mn2L2X], sono stati studiati inizialmente per l’eliminazione dell’acqua ossigenata. Un confronto con simili composti di letteratura è stato effettuato tramite il calcolo dei parametri, derivati dall’ equazione di cinetica enzimatica di Michalis-Menten, KM e kcat. E’ stata anche analizzata la capacità di smaltire il superossido, dimostrando le caratteristiche uniche di [Mn2L2X] nella duplice attività CAT/SOD, in ambiente acquoso, rispetto ad altri complessi dinucleari. Infine, modificando i leganti, si è cercato di introdurre nuove funzionalità adatte alla veicolazione del composto in cellula. In particolare, sono stati utilizzati residui organici noti per la loro affinità verso i mitocondri, come i derivati della rodamina e i sali di trifenilfosfonio. III. Sono stati studiati oxoclusters multimetallici di manganese, contenti 6-13 atomi di metallo, sintetizzati durante un Short Term Scientific Mission (STSM, COST action CM1203) a Dublino, presso il laboratorio del Prof. Wolfgang Schmitt, analizzandone per la prima volta l’attività di dismutazione dell’ acqua ossigenata e del superossido, oltre che la stabilità in soluzioni acquose. IV. Un composto completamente inorganico, un poliossometallato (POM) contenete quattro atomi di rutenio, di formula [Ru4O4(OH)2(H2O)4(γ-SiW10O36)2]10-, è considerato per la sua solubilità in ambiente acquoso e la capacità di dismutare efficacemente l’acqua ossigenata. L’attività è stata analizzata in diversi tamponi e mezzi comunemente usati per analisi di sistemi biologici. In soluzione, il complesso è capace di ridurre la produzione di ROS e anche di interagire con peptidi amiloidei, evitandone l’aggregazione in fibrille, dimostrandosi quindi promettente nel contrastare due importanti eventi che si verificano durante la malattia di Alzheimer. In collaborazione con la Dr.ssa de Bartolo (ITM-CNR, Rende, CS) sono state quindi effettuate prove preliminari in cellule neuronali, per verificare sia la tossicità del composto (che risulta essere nulla anche a 100µM di concentrazione) che l’effettiva attività anti-ROS e anti-amiloidogenica in vitro. Infine si è studiato l’inserimento del POM all’interno della shell di microcapsule polimeriche multistrato, con la prospettiva di controllarne la veicolazione in cellula.
Koo, Yiu, und 顧耀. „Synthesis of metal-containing thiophene-based conjugated polymers for photovoltaic applications“. Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2009. http://hub.hku.hk/bib/B41897262.
Der volle Inhalt der QuelleKoo, Yiu. „Synthesis of metal-containing thiophene-based conjugated polymers for photovoltaic applications“. Click to view the E-thesis via HKUTO, 2009. http://sunzi.lib.hku.hk/hkuto/record/B41897262.
Der volle Inhalt der QuellePIETROBON, LUCA. „Synthesis and reactivity of new transition metal-based catalytic systems in carbonylation reactions“. Doctoral thesis, Università degli Studi di Trieste, 2022. http://hdl.handle.net/11368/3010971.
Der volle Inhalt der QuellePolad, Serkan. „Quantum Mechanical Treatment Of Fullerene-based Systems Doped With Various Metal And Non-metal Elements As Prospective Spin-qubits“. Master's thesis, METU, 2010. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/12612173/index.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleRose, Linsey. „Ribosomal RNA-based and bioluminescence-based techniques for the monitoring of heavy metal bioavailability in ecological systems“. Thesis, University of Aberdeen, 1999. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.311198.
Der volle Inhalt der QuelleGoswami, Tamal. „Theoretical investigation on aromaticity, magnetic exchange coupling and magnetic anisotropy in metal based systems“. Thesis, University of North Bengal, 2015. http://ir.nbu.ac.in/handle/123456789/1851.
Der volle Inhalt der QuelleAbdin, Zainul. „Components models for solar hydrogen hybrid energy systems based on metal hydride energy storage“. Thesis, Griffith University, 2017. http://hdl.handle.net/10072/370890.
Der volle Inhalt der QuelleThesis (PhD Doctorate)
Doctor of Philosophy (PhD)
School of Natural Sciences
Science, Environment, Engineering and Technology
Full Text
Qian, Limin. „Soft X-Ray Spectroscopic Study of Fullerene Based Transition-Metal Compounds and Related Systems“. Doctoral thesis, Uppsala : Acta Universitatis Upsaliensis : Univ.-bibl. [distributör], 2001. http://publications.uu.se/theses/91-554-5104-7/.
Der volle Inhalt der QuelleTünnermann, Maike [Verfasser]. „Photocatalytic water reduction systems based on iridium and non-noble metal complexes / Maike Tünnermann“. Paderborn : Universitätsbibliothek, 2018. http://d-nb.info/1170228267/34.
Der volle Inhalt der QuelleFarabi, Shiva. „Luminescent assemblies based on surface active transition metal complexes and supramolecular host-guest systems“. Thesis, University of Birmingham, 2012. http://etheses.bham.ac.uk//id/eprint/3833/.
Der volle Inhalt der QuelleDyasi, Nontsikelelo. „Model systems for the investigation of metal-support interactions in cobalt based Fischer-Tropsch“. Master's thesis, Faculty of Engineering and the Built Environment, 2021. http://hdl.handle.net/11427/33639.
Der volle Inhalt der QuelleKumagai, Takashi. „Visualization of Hydrogen-Bond Dynamics with Water-Based Systems Assembled on a Metal Surface“. 京都大学 (Kyoto University), 2011. http://hdl.handle.net/2433/142394.
Der volle Inhalt der QuelleRegazzo, Paolo. „Active vibration control systems based on magneto-rheological fluids for sheet metal forming processes“. Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421659.
Der volle Inhalt der QuelleLe operazioni di formatura sono tra i processi più diffusi nell’ambito della lavorazione della lamiera metallica. La presenza di fenomeni dinamici è critica per l’accuratezza geometrica dei manufatti e per la vita di servizio delle attrezzature, in particolare per le aziende ad elevata tecnologia nel settore della produzione di macchine utensili. Ottime ripetibilità ed accuratezze dimensionali sono ottenute grazie a presse ad elevata rigidezza strutturale a discapito, tuttavia, della vita degli utensili, esposti a rapidi ed eccessivi fenomeni di usura. Dall’altro lato, l’uso di architetture poco rigide permette di aumentare la durata degli utensili, ma con limiti di efficienza energetica e degli standard di precisione dimensionale. Pertanto il corretto bilanciamento dei differenti fattori rappresenta il prerequisito fondamentale per il successo tecnologico ed economico dell’intero processo. In particolare, nella produzione di geometrie complesse e non simmetriche, oppure quando fenomeni vibratori si manifestano durante il processo di lavorazione. Poiché l’efficienza dinamica di una macchina per formatura è il risultato dell’interazione di diversi fattori, risulta fondamentale un sistema di controllo avanzato per la compensazione delle deformazioni elastiche, soprattutto in relazione alle specifiche richieste dei prodotti. Gli attuatori tradizionali presentano grossi limiti sia nelle prestazioni sia in affidabilità, con poche possibilità di realizzare una catena chiusa nel controllo. La migliore soluzione è rappresentata dall’introduzione di nuove tecnologie, capaci di aumentare il controllo dei processi. I fluidi Magneto–Reologici (MR) rappresentano una delle più versatili e promettenti soluzioni per lo sviluppo di sistemi di smorzamento ad elevata efficienza, capaci di ottima versatilità e controllo continuo dei fenomeni dinamici. Il principale obbiettivo di questo lavoro consiste nello studio della innovativa tecnologia basata sui fluidi magneto–reologici, prevalentemente diffusa nell’ambito automotive e nei sistemi civili antisismici, in modo da estenderla anche ai processi di formatura dei materiali metallici. In seguito alla complessità dei molteplici campi fisici interagenti, la maggior parte dei modelli si basano su descrizioni analitiche che, sebbene relativamente semplici e veloci da implementare, presentano grossi limiti per un’accurata progettazione di dispositivi. Pertanto viene introdotto un nuovo approccio, basato su una modellazione multi-fisica accoppiata dei sistemi di smorzamento e una calibrazione mediante simulazione agli elementi finiti. Sono stati realizzati più prototipi di smorzatori magneto-reologici, in modo da analizzare le prestazioni sia dei fluidi che dei dispositivi stessi, attraverso test di laboratorio. Successivamente, l’applicazione di questi innovativi sistemi di smorzamento è estesa al contesto industriale e valutata mediante prove su una pressa idraulica per tranciatura. Attraverso test sperimentali che comprendono anche il confronto con dispositivi commerciali idraulici, le prestazioni degli smorzatori magneto-reologici vengono analizzate con particolare riferimento allo studio delle frequenze eccitate, alla tipologia di vibrazione e alle potenze in gioco, in modo da quantificare l’impatto dei fenomeni dinamici intervenenti sulla qualità dei prodotti finiti. I prototipi sviluppati sono in grado di elevare le performance di smorzamento senza complessi aggiustaggi durante il settaggio delle nuove sequenze di processo, rendendo flessibile la progettazione del processo stesso.
Ellern, Ilya. „Metal organic frameworks based microcantilever gas sensors for detection of volatile organic compounds“. Thesis, Georgia Institute of Technology, 2013. http://hdl.handle.net/1853/49127.
Der volle Inhalt der QuelleMileyeva-Biebesheimer, Olga. „An Investigation into Metal Oxide Nanoparticle Toxicity to Bacteria in Environmental Systems Using Fluorescence Based Assays“. University of Toledo / OhioLINK, 2011. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=toledo1302125170.
Der volle Inhalt der QuellePokhrel, Lok R. „Evaluation of Colloidal Stability and Ecotoxicity of Metal-based Nanoparticles in the Aquatic and Terrestrial Systems“. Digital Commons @ East Tennessee State University, 2013. https://dc.etsu.edu/etd/1132.
Der volle Inhalt der QuelleReissner, Alexander. „Metal Hydrides as Enabling Technology for the use of Hydrogen-Based Energy Storage Systems on Telecommunication Satellites“. Doctoral thesis, Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2017. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-229226.
Der volle Inhalt der QuelleEs kann davon ausgegangen werden, dass der Trend hin zu Telekommunikationssatelliten mit immer höherer Leistung in den nächsten 10 Jahren zu Satelliten-Plattformen mit 30kW und mehr führen wird. Batterien, welche eine Leistung von 30kW für Eklipse-Längen von 72 Minuten zur Verfügung stellen müssen, werden daher einen immer größeren Einfluss auf die Gesamtmasse des Satelliten haben. Regenerative Brennstoffzellensysteme wurden daher schon vor Jahren als mögliche Alternative zu wieder aufladbaren Batterien untersucht. Mehrere unabhängige Studien sind zu dem Schluss gekommen, dass die größte Problematik in der Einführung von Brennstoffzellensystemen auf Satelliten darin besteht, die relativ großen Mengen an Abwärme effizient abzustrahlen. Die Radiatoren, die hierfür benötigt werden können 50% der Masse des Gesamtsystems ausmachen. Um dieses Problem zu überwinden wurde als Startpunkt der vorliegenden Arbeit die Nutzung von Metallhydriden als kombinierter Wasserstoff- und Wärmespeicher vorgeschlagen. Während sich der Satellit im Erdschatten befindet produziert die Brennstoffzelle Abwärme, während zur gleichen Zeit der Metallhydrid-Tank Wärme benötigt um Wasserstoff freizusetzen. Die Abwärme der Brennstoffzelle muss daher nicht direkt über Radiatoren abgestrahlt werden, sondern wird von Metallhydrid-Tank absorbiert um dann während dem restlichen Erdumlauf 20 mal langsamer mit einem deutlich kleinerem und leichteren Radiator abgegeben werden zu können. Diese Arbeit hat zum Ziel, das durch analytische und experimentelle Methoden untersuchte Potential der Anwendung einer solchen Technologie auf Satelliten zu präsentieren. Die Modellapplikation für diese Arbeit ist ein 39kW Telekommunikationssatellit. Die Ergebnisse lassen sich allerdings auch auf andere Anwendungen skalieren und übertragen
Kim, Jeong Ah. „The role of legislation in driving good occupational health and safety management systems: A comparison of prescriptive based legislation“. Queensland University of Technology, 2004. http://eprints.qut.edu.au/15966/.
Der volle Inhalt der QuelleKim, Jeong-Ah. „The role of legislation in driving good occupational health and safety management systems: A comparison of prescriptive based legislation“. Thesis, Queensland University of Technology, 2004. https://eprints.qut.edu.au/15966/1/Jeong-ah_Kim_Thesis.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleSommer, Samantha. „Hybrid Metal-Ligand Hydrogen-Bonded (MLHB) Architectures Based on the Quinolone Subunit: Understanding and Expanding the Accessible Space of Supramolecular Systems“. Thesis, University of Oregon, 2015. http://hdl.handle.net/1794/19298.
Der volle Inhalt der Quelle10000-01-01
Rae, Bruce R. „Micro-systems for time-resolved fluorescence analysis using CMOS single-photon avalanche diodes and micro-LEDs“. Thesis, University of Edinburgh, 2009. http://hdl.handle.net/1842/4219.
Der volle Inhalt der QuelleReissner, Alexander [Verfasser], Martin [Akademischer Betreuer] Tajmar und Andreas [Gutachter] Werner. „Metal Hydrides as Enabling Technology for the use of Hydrogen-Based Energy Storage Systems on Telecommunication Satellites / Alexander Reissner ; Gutachter: Andreas Werner ; Betreuer: Martin Tajmar“. Dresden : Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2017. http://d-nb.info/1140735268/34.
Der volle Inhalt der QuelleKijak, Anna M. „Analytical Preconcentration Systems Based on Nanostructured Materials“. Miami University / OhioLINK, 2003. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=miami1049915571.
Der volle Inhalt der QuelleRobinson, Simon Jonathan. „Catalytic and selective transition metal mediated isomerisations of allylic alkoxides to enolates“. Thesis, University College London (University of London), 1998. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.286152.
Der volle Inhalt der QuelleBhowmik, Ayan. „Refractory metal laves phase alloys based on the Cr-Ta system“. Thesis, University of Cambridge, 2013. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.607770.
Der volle Inhalt der QuelleGonzález, Fernández Alfredo A. „Studies and integration of Silicon-based light emitting systems“. Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2014. http://hdl.handle.net/10803/285863.
Der volle Inhalt der QuelleEste proyecto aborda el estudio de dispositivos y materiales luminiscentes basados en silicio para su uso en la fabricación de un sistema óptico que integre emisor de luz, guía de ondas, y sensor en un solo chip obtenido mediante el uso de técnicas y materiales estándar para la fabricación CMOS. Las características atómicas y estructurales de los materiales son analizados y relacionados con su respuesta luminiscente. Considerando los resultados de la caracterización del material activo, se presenta el diseño, fabricación, y caracterización de dispositivos electroluminiscentes basados en dichos materiales. Finalmente, se discute y analizan el diseño, fabricación, y caracterización de un transceptor como Sistema Óptico Integrado. Los materiales activos para la emisión de luz fueron distintos Dióxidos de Silicio enriquecidos con Silicio (SRO por sus siglas en inglés) y bi-capas SRO-Si3 N4, obtenidos mediante una variedad de técnicas compatibles con los procesos CMOS y distintos parámetros para los mismos. Se identificaron dos mecanismos que contribuyen a la fotoluminiscencia del SRO en todos los casos, relacionados con defectos radiativos y fenómenos de Confinamiento Cuántico, respectivamente. Se sugiere y pone a prueba un modelo para describir este último, basado en la aproximación de la masa efectiva y la relación entre la cantidad de enlaces Si-Si y el volumen de nano-aglomerados. En muestras bi-capa, se observó una banda adicional de luminiscencia, cuya generación fue identificada en el material de transición entre el nitruro de silicio y el óxido, y relacionada con estados de energía introducidos por defectos. Muestras con un espesor de SRO diez veces mayores a aquel del nitruro presentaron una clara dominación de la luminiscencia relacionada con el óxido. Se halló que los centros responsables por la electroluminiscencia en los dispositivos electrónicos son fundamentalmente los mismos que los responsables de la fotoluminiscencia a pesar de las diferencias en los espectros medidos, y se concluyó que la influencia de la arquitectura sobre el espectro de salida es de importancia significativa. Se mostró que dispositivos bi-capa entregan mejores resultados en términos de eficiencia, control sobre la luz emitida, distribución de la misma, y estabilidad en el funcionamiento. Se observó que los mecanismos de transporte de carga hallados en los dispositivos están dominados por ruptura del material en el caso de dispositivos de una sola capa, y Tuneleo Asistido por Trampas en el caso de dispositivos bi-capa. El Sistema Óptico que integra el emisor, una guía de ondas, y el detector de luz, fue diseñado y fabricado con base en los resultados de la fabricación y análisis de los dispositivos emisores de luz aislados. Durante la etapa de diseño, se corroboró mediante simulaciones por computadora que las características de la luz emitida por los dispositivos que presentaron la máxima eficiencia y fiabilidad fueran apropiadas para su transmisión a través de la guía de ondas propuesta. También se corroboró teóricamente que las capacidades de detección de los sensores diseñados fuera la adecuada para el tipo de luz emitida. Se exploró el apropiado funcionamiento de los elementos del sistema finalmente fabricado. Se encontraron diferencias en la operación de los dispositivos emisores de luz aislados y aquellos integrados, pero la luminiscencia resultante se halló dentro de los límites del espectro transmisible. La operación del Sistema Óptico Integrado fue probada y estudiada de manera preliminar, con la obtención de resultados positivos en su respuesta estímulo-detección, cumpliendo así con el objetivo principal del trabajo, y abriendo la puerta para estudios posteriores que pueden guiar a la optimización del diseño del sistema para aplicaciones particulares.
Bektas, Murat. „Fundamentals Of A Metal Surface Imaging System Based On Laser-optic Principles“. Master's thesis, METU, 2009. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/2/12610595/index.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleWang, Wanhe. „Development of luminescent iridium(III) complex-based probes for monitoring analytes in environmental and biological systems“. HKBU Institutional Repository, 2019. https://repository.hkbu.edu.hk/etd_oa/660.
Der volle Inhalt der QuelleBurwell, Edwin Dudley IV. „A MICROPLASMA-BASED SPUTTERING SYSTEM FOR DIRECT-WRITE, MICROSCALEFABRICATION OF THIN-FILM METAL STRUCTURES“. Case Western Reserve University School of Graduate Studies / OhioLINK, 2015. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=case1449545772.
Der volle Inhalt der QuelleChoi, Jaehyouk. „Fully-integrated DLL/PLL-based CMOS frequency synthesizers for wireless systems“. Diss., Georgia Institute of Technology, 2010. http://hdl.handle.net/1853/42698.
Der volle Inhalt der QuelleAgarwal, Kuldeep. „Physics Based Hierarchical Decomposition of Processes for Design of Complex Engineered Systems“. The Ohio State University, 2011. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=osu1322152146.
Der volle Inhalt der QuelleAlbert-Soriano, María. „Towards sustainability in organic transformations catalysed by 1,3-bis(carboxymethyl)imidazole-based systems“. Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2020. http://hdl.handle.net/10045/115117.
Der volle Inhalt der QuelleOzsuer, Erhan. „Development Of A Web-based Manufacturing Application System For Rotational Parts“. Master's thesis, METU, 2003. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/1059930/index.pdf.
Der volle Inhalt der QuelleSinha, Rajib. „Industrial Ecology Approaches to Improve Metal Management : Three Modeling Experiments“. Licentiate thesis, KTH, Industriell ekologi, 2014. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kth:diva-164872.
Der volle Inhalt der QuelleQC 20150420
Ilina, Yulia. „Structural characterization of Ni-containing metalloenzymes from archaea by X-ray crystallography and transmission electron microscopy“. Doctoral thesis, Humboldt-Universität zu Berlin, 2019. http://dx.doi.org/10.18452/20596.
Der volle Inhalt der QuelleIn this work, we structurally characterize two metal-based enzyme systems from archaea: Ni-containing CO dehydrogenase (CODH) and [NiFe] containing hydrogenase. In the first chapter we investigate, using transmission electron microscopy, the ACDS complex from A. fulgidus (AfACDS). The purified ACDS complex can be visualized as an intact globular protein particle by negative stain and vitrification techniques. The 3D reconstruction is determined de novo to 29 Å-resolution by single-particle analysis. We suggest three possible positions for the CODH subunit within ACDS by rigid-body fitting. In the second chapter we determine the X-ray crystal structure of the CODH subunit. The 220 kDa protein is composed of α- and ε-subunits that form a heterodimer with (α2ε2) stoichiometry (Afα2ε2). While the overall structure of Afα2ε2 resembles the previously reported structure of the α2ε2-subunit from M. barkeri (Mbα2ε2), the naturally-occurring exchange of the Cys to Asp and Glu results in a depletion of the bridging iron-sulfur cluster. The role of the ε-subunit is investigated by kinetics studies. CO-dependent FAD reduction activity of Afα2ε2 exhibits Michaelis-Menten type kinetics. The same kinetic type is demonstrated for the Mbα2ε2-subunit. In contrast, the ε-subunit lacking CODH-II from C. hydrogenoformans shows linear dependency between CO-dependent FAD reduction activity and flavin concentration. The data suggests that the ε-subunit provides a scaffold for the flavin binding. In the third chapter we study the F420-reducing hydrogenase from M. barkeri (MbFRH). Its structure is solved by X-ray crystallography, revealing a dodecameric arrangement of 1.2 MDa. Along with the established ET chain observed in FRH from M. marburgensis, one solvent-exposed [2Fe2S] cluster and an additional Fe metal site are detected. The combined approach of X-ray crystallography and vibrational spectroscopy reveals that MbFRH is isolated in the previously structurally uncharacterized Nia-S state.
Secondo, Lynn E. „Toxicological Inhalation Effects of Metal-Based Nanoparticle Aerosols as Studied by a Portable In Vitro Exposure Cassette“. VCU Scholars Compass, 2018. https://scholarscompass.vcu.edu/etd/5705.
Der volle Inhalt der QuelleKarayilan, Dilek. „Removal Of Hydrogen Sulfide By Regenerable Metal Oxide Sorbents“. Master's thesis, METU, 2004. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/12605046/index.pdf.
Der volle Inhalt der QuellelSen Dogu June 2004, 166 pages High-temperature desulfurization of coal-derived fuel gases is an essential process in advanced power generation technologies. It may be accomplished by using metal oxide sorbents. Among the sorbents investigated CuO sorbent has received considerable attention. However, CuO in uncombined form is readily reduced to copper by the H2 and CO contained in fuel gases which lowers the desulfurization efficiency. To improve the performance of CuO-based sorbents, they have been combined with other metal oxides, forming metal oxide sorbents. Sulfidation experiments were carried out at 627 oC using a gas mixture composed of 1 % H2S and 10 % H2 in helium. Sorbent regeneration was carried out in the same reactor on sulfided samples at 700 oC using 6 % O2 in N2. Total flow rate of gas mixture was kept at 100 ml/min in most of the experiments. In this study, Cu-Mn-O, Cu-Mn-V-O and Cu-V-O sorbents were developed by using complexation method. Performance of prepared sorbents were investigated in a fixed-bed quartz microreactor over six sulfidation/regeneration cycles. During six cycles, sulfur retention capacity of Cu-Mn-O decreased slightly from 0.152 to 0.128 (g S)/(g of Sorbent) while some decrease from 0.110 to 0.054 (g S)/(g of Sorbent) was observed with Cu-Mn-V-O. Cu-V-O showed a very good performance in the first sulfidation and excessive thermal sintering in the first regeneration prevented further testing. Sulfur retention capacity of Cu-V-O was calculated as 0.123 (g S)/(g of Sorbent) at the end of the first sulfidation. In addition, SO2 formation in sulfidation experiments was observed only with Cu-V-O sorbent.
Huang, Yan-Yu. „CMOS-based amplitude and phase control circuits designed for multi-standard wireless communication systems“. Diss., Georgia Institute of Technology, 2011. http://hdl.handle.net/1853/44908.
Der volle Inhalt der QuelleBaydemir, Tuncay. „Investigations On The Properties And Drug Releases Of Biodegradable Polymer Coatings On Metal Substrates As Drug Carriers“. Phd thesis, METU, 2009. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/3/12611140/index.pdf.
Der volle Inhalt der Quelle#946
-TCP (&
#946
-tricalcium phosphate) homogeneously distributed in poly(D,L-lactide-co-glycolide) solution in chloroform followed by an inert coating with poly(L-lactide) system proved to be feasible. By this technique, initial burst release was minimized and drug release from implants lasted nearly 2 months. Multiple coatings on polymer plus drug coating layer also gave promising results. In vivo studies on dorsal muscles of native rabbits with antibiotic loaded implants gave no negative effect on the surrounding tissues with high compatibility free of infection.
Park, Yunseo. „Direct Conversion RF Front-End Implementation for Ultra-Wideband (UWB) and GSM/WCDMA Dual-Band Applications in Silicon-Based Technologies“. Diss., Georgia Institute of Technology, 2005. http://hdl.handle.net/1853/7563.
Der volle Inhalt der QuelleLinder, Marc [Verfasser]. „Automotive cooling systems based on metal hydrides / by Marc Linder“. 2010. http://d-nb.info/1005593779/34.
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