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Zeitschriftenartikel zum Thema „Imprese manifatturiere“

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De Marchi, Valentina, Eleonora Di Maria und Katharina Spraul. „Collaborazioni università-impresa: i risultati sul fronte dell'eco-innovazione“. ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, Nr. 3 (Dezember 2018): 62–71. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003006.

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Lo studio analizza le caratteristiche e i risultati delle collaborazioni università-impresa legati all'innovazione orientata alla sostenibilità, sulla base dell'analisi di una banca dati originale di oltre 350 contratti di consulenza e ricerca realizzati da oltre 70 professori specializzati in discipline connesse alla sostenibilità ambientale dell'Università di Padova (periodo 2008-2012). Ne emerge che le performance economico-finanziarie delle imprese che collaborano sono positivamente associate alla collaborazione con l'Università; maggiore è il numero di contratti, migliore la performance economica. Tale vantaggio è maggiore per le imprese più piccole, non manifatturiere e localizzate fuori dal Veneto. Al contrario, il coinvolgimento dei professori con imprese per supportare innovazione ambientale non contribuisce a migliori performance di ricerca, misurate in termini di pubblicazioni. Le caratteristiche della rete del professore impattano invece sulle sue performance di ricerca.
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Chiarvesio, Maria, und Eleonora Di Maria. „Innovazione, comunicazione e presidio dei mercati. le performance delle imprese del made in Italy“. MERCATI & COMPETITIVITÀ, Nr. 1 (Juni 2012): 131–53. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-001009.

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Le imprese manifatturiere sono chiamate a rinnovare la propria offerta attraverso un piů esplicito investimento nel marketing come funzione in grado di costruire relazioni interattive con i clienti e supportare l'innovazione simbolica e la proposta di nuovi significati da veicolare al mercato. Dal punto di vista empirico sono ancora limitati gli studi che approfondiscono le strategie di marketing, in particolare sul fronte della comunicazione, delle imprese italiane mettendo a confronto le politiche di prodotto, il ruolo del design, l'investimento in marca e le politiche distributive, con un'attenzione ai mercati esteri. Il paper sviluppa un approfondimento empirico relativo alle strategie di comunicazione delle piccole e medie imprese specializzate nei settori del made in Italy, attraverso un'analisi quantitativa relativa a oltre 400 imprese operanti nei mercati finali.
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Donati, Cristiana. „L'adozione delle ICT e l'ipotesi di complementaritŕ nelle imprese italiane“. QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, Nr. 3 (Oktober 2012): 25–45. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-003002.

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L'adozione delle ICT e l'ipotesi di complementaritŕ nelle imprese italiane Il lavoro s'inserisce nel filone di studi che analizza le precondizioni che garantiscono agli investimenti in ICT di avere un impatto positivo sulla performance economica delle imprese valutando se gli input considerati, ossia ICT, cambiamenti organizzativi e formazione della forza lavoro siano legati da un rapporto di complementaritŕ. L'analisi empirica č condotta su un panel chiuso di imprese manifatturiere italiane considerate nel periodo 2001-2006. I risultati ottenuti tramite due diversi metodi di stima evidenziano che l'interazione tra ICT, mutamento organizzativo e formazione della forza lavoro esercita un effetto positivo sulla produttivitŕ del lavoro; tale risultato č confermato in entrambe le stime, solo per il sottocampione di imprese che ha coinvolto parte dei propri occupati in corsi di formazione.
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Fontana, Dario, und Giovanni Solinas. „Qualità del lavoro nell'industria digitalizzata: risultati di una ricerca empirica“. SOCIOLOGIA DEL LAVORO, Nr. 158 (November 2020): 74–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158004.

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In questo saggio si discutono i risultati di una ricerca sulle condizioni di lavoro in imprese "digitalizzate". Sono stati intervistati oltre mille lavoratori occupati in imprese manifatturiere e nel settore bancario nella provincia di Modena. L'indagine ha riguardato le diverse dimensioni della qualità del lavoro privilegiando il confronto tra i lavoratori "digitalizzati" e "classici". Lo sfondo teorico dello studio è, in larga parte, quello originariamente proposto da Gallino. Per le imprese prese a riferimento, le trasformazioni in atto determinano una forte intensificazione dei carichi di lavoro e una standardizzazione di procedure e compiti. Questo fenomeno coinvolge una larga maggioranza dei lavoratori. L'assetto digitale ha lasciato invariati (se non peggiorati) i gradi di autonomia e di controllo senza rafforzare i meccanismi partecipativi e di condivisione dei destini e della mission aziendale. Per tutte le dimensioni emergono segni marcati di discriminazione di genere.
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Paiola, Marco, Heiko Gebauer und Nicola Saccani. „L'offerta di servizi e soluzioni nelle imprese manifatturiere: possibili approcci strategici“. ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, Nr. 3 (Februar 2013): 64–75. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003005.

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Basile, Roberto, und Alessandro Girardi. „Differenze territoriali nel comportamento ciclico delle imprese manifatturiere italiane: un'analisi microeconometrica“. SCIENZE REGIONALI, Nr. 2 (Juli 2010): 105–8. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-002006.

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Gallo, Riccardo. „Le grandi imprese nel sistema produttivo italiano“. ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, Nr. 1 (April 2009): 31–39. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001004.

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- Based on the analysis of the R&S-Mediobanca survey on multinationals, in 2006 the 17 Italians were small, but not "midgets", as a result of domestic and mostly transnational M&As. In the last ten years, their economic performance and financial structure have been always very sound and in line with the other multinationals. Their labour productivity has been lower than the average, but has improved since 1997. Italian manufacturing multinationals, however, show lower ratios than those of the utilities sector. Given the dire economic outlook worldwide, the Author believes that multinationals, Government and Unions in Italy should provide social support, mostly at labour level, and implement measures aimed at increasing size and productivity, fostering globalisation, and improving corporate governance. Keywords: multinationals, size, ratios, manufacturing companies, utilities, crisis, outlook, social support, corporate governance Parole chiave: multinazionali, dimensione, indicatori, manifatturiere, servizi, crisi, previsioni, ammortizzatori sociali, corporate governance Jel Classification: L25
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Nifo, Annamaria, und Domenico Scalera. „Le trasformazioni dell'industria italiana e l'impatto della crisi. Un commento al libro di Laura Rondi e Francesco Silva“. QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, Nr. 2 (Juni 2011): 111–29. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002005.

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Il recente volumecurato da Laura Rondi e Francesco Silva offre un interessante panorama su molteplici aspetti del cambiamento intrapreso dall'industria italiana nell'ultimo decennio. Questo commento si propone di presentare sinteticamente i diversi saggi, di evidenziarne i punti salienti e soprattutto di fornire una possibile lettura unitaria di essi, in riferimento alle caratteristiche complessive e alla dinamica recente dell'industria italiana. Inoltre, laddove reso possibile dalle prime frammentarie evidenze disponibili, si esamina l'impatto che la crisi ha prodotto e verosimilmente produrrŕ nel prossimo futuro sulle imprese manifatturiere italiane e sui processi di trasformazione da esse intrapresi.
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Giuliani, Diego, und Giuseppe Espa. „Un metodo per l'analisi empirica dei fenomeni di concentrazione spaziale delle attivitŕ economiche basato su dati micro-geografici“. RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, Nr. 3 (Oktober 2012): 38–58. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-003003.

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La concentrazione spaziale delle attivitŕ economiche, a causa delle implicazioni che puň avere per la crescita economica locale e le disparitŕ territoriali, č un fenomeno di grande interesse per l'economia e le scienze regionali. Č stato tuttavia riconosciuto che un ostacolo rilevante allo studio di tale fenomeno č rappresentato dalla mancanza di metodi appropriati per la sua misurazione (Combes, Overman, 2004; Combes et al., 2008). Un recente approccio alla misurazione, basato sulle metodologie della point pattern analysis, utilizza dati micro-geografici e considera le imprese come punti privi di dimensione distribuiti nello spazio economico. Rispetto alle misure di concentrazione tradizionali tale approccio non soffre del problema dell'arbitrarietŕ dei confini regionali. Tuttavia, in circostanze pratiche, i punti (imprese) osservati nello spazio economico non possono essere considerati privi di dimensione e sono, al contrario, caratterizzati da dimensioni diverse in termini di numero di occupati, fatturato, capitale ecc. L'approccio basato sulla point pattern analysis trascura l'aspetto della diversa dimensione delle imprese e quindi ignora il fatto che un grado elevato di concentrazione spaziale possa essere dovuto, per esempio, sia a un numero elevato di imprese di piccole dimensioni localizzate in un'area geografica ristretta e sia a poche imprese di grandi dimensioni localizzate vicine. In questo articolo, facendo riferimento alla teoria dei processi di punto marcati (Penttinen, 2006), il problema viene affrontato adattando la funzione K di Ripley in modo tale che tenga conto della dimensione dei punti. Per illustrare il metodo proposto, viene presentata un'applicazione empirica all'analisi della distribuzione spaziale delle imprese manifatturiere ad alta e medio-alta intensitŕ tecnologica nei comuni di Milano e Torino
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Morandi, Valentina. „The determinants of different types of R&D cooperation“. ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, Nr. 1 (April 2009): 41–66. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001005.

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- This paper provides new empirical evidence on the determinants of R&D cooperation by investigating the drivers of cooperation with different types of partners. Using data collected by the Third Italian Community Innovation Survey, this study estimates the influence of perceived obstacles to innovation, technological regime and market extension, a firm's absorptive capacity, appropriability conditions, partner selection capabilities, and management skills on the propensity to cooperate. The results of the multivariate analysis suggest a relatively stable set of R&D cooperation determinants, as well as some differences across cooperation types. Keywords: R&D cooperation, innovating manufacturing firms, Italian CIS-3 Parole chiave: collaborazione in R&S, imprese manifatturiere innovative, CIS 3 italiana JEL Classification: O310, O320
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Gabriele, Roberto, Sandro Trento, Enrico Tundis und Enrico Zaninotto. „Crescita della produttività, progresso tecnico e impiego del lavoro nelle imprese manifatturiere italiane: 1996-2006“. ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, Nr. 4 (Dezember 2012): 25–61. http://dx.doi.org/10.3280/poli2012-004002.

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Gotti, Andrea, und Mario Benassi. „L'offerta di servizi da parte delle imprese manifatturiere in ambito internazionale: il caso del distretto nautico del Sebino“. ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, Nr. 3 (September 2010): 13–37. http://dx.doi.org/10.3280/poli2010-003002.

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Pasquariello, Massimo, Michela Bia und Alberto Cassone. „Uno studio economico-territoriale del Nord-Ovest italiano tramite l'analisi delle componenti principali“. RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, Nr. 1 (März 2011): 43–81. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001002.

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L'analisi economica di contesti micro-territoriali č di grande interesse per le scienze sociali, in quanto capace di contribuire all'interpretazione di processi sociali ed economici complessi spesso sottostanti a dinamiche macro-economiche. Scopo di questo studio č descrivere e analizzare una realtŕ economica e sociale articolata, attraverso l'utilizzo di adeguati indicatori. In particolare il presente lavoro sviluppa un'analisi empirica dei Sistemi locali del lavoro. L'area geografica presa in considerazione č il Nord-Ovest dell'Italia (Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d'Aosta). Allo scopo di individuare i principali fattori economici descrittivi delle diverse realtŕ locali, applichiamo la tecnica dell'analisi delle componenti principali. In particolare i risultati ottenuti mettono in evidenza tre componenti che risultano meglio descrivere le aree studiate: la componente, la componentee la componente. La prima segnala la relazione positiva tra la numerositŕ delle imprese manifatturiere, livelli occupazionali piů elevati e infrastrutture piů diffuse nell'area oggetto di studio; la seconda individua una relazione positiva tra i settori dei servizi alle imprese, il commercio e piů alti tassi di disoccupazione; la terza rileva la correlazione positiva tra il valore aggiunto, il tasso di occupazione e la densitŕ imprenditoriale ma negativa se ci si condiziona alle strutture imprenditoriali di tipo micro. L'articolo pone in evidenza le relazioni esistenti tra il territorio, le specializzazioni produttive e il posizionamento geografico delle unitŕ di osservazione. Particolare attenzione č stata data all'aspetto geo-spaziale individuando aree di analisi omogenee che trascendono i meri confini amministrativi.
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Corò, Giancarlo, Monica Plechero und Mario Volpe. „Il ruolo degli investimenti in tecnologie digitali sulla capacità di risposta all'emergenza Covid-19: un'indagine sulle imprese manifatturiere del Veneto“. ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, Nr. 2 (Oktober 2020): 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-002016.

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Marconi, Mauro, Anna Grazia Quaranta und Silvana Tartufoli. „Lineamenti dell'evoluzione del settore manifatturiero. Le Marche quale laboratorio“. ARGOMENTI, Nr. 35 (September 2012): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-035001.

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L'economia italiana dal 2007 ha subìto una profonda turbolenza recessiva. In un sistema economico popolato da piccole e medie imprese, il più delle volte il dato nazionale nasconde la reale entità delle modifiche strutturali dei settori produttivi e delle realtà territoriali. L'economia marchigiana, caratterizzata da un'alta densità imprenditoriale, è un microcosmo nel quale le modifiche strutturali del comparto manifatturiero possono essere adeguatamente analizzate. Lo strumento di indagine proposto è quello di un campione chiuso di imprese, osservato dal 1994 al 2010. Dalla ricerca emergono alcuni fatti stilizzati quali il processo di concentrazione basato sulle medie imprese, un'alta propensione all'esportazione ed una crescente patrimonializzazione. A questi aspetti si accompagnano una riduzione dell'efficienza operativa, un alto indebitamento a breve termine ed un'inerzia all'espansione dimensionale.
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Pasetto, Attilio. „Imprese sociali e sistemi produttivi locali“. QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, Nr. 3 (September 2011): 149–66. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003007.

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La Nota approfondisce il rapporto tra imprese sociali e sistemi produttivi locali, partendo dalla constatazione che oggi i distretti non riescono piů ad assicurare la coesione sociale territoriale che, in passato, era stato un fattore determinante del loro successo. Č, infatti, cresciuta l'esigenza di fruire di beni sociali in modo personalizzato, che, a livello locale, sono spesso assicurati dal settore nonprofit. Serve quindi una governance del territorio, in cui il sistema manifatturiero e quello dei servizi alle persone dialoghino fra loro, puntando alla valorizzazione delle risorse in una logica inclusiva per tutti i soggetti che ne fanno parte.
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Meliciani, Valentina, und Maria Savona. „Economie di agglomerazione, legami a valle e specializzazione regionale nei servizi alle imprese nell'Unione Europea a 27“. RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, Nr. 3 (Oktober 2012): 78–100. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-003005.

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Questo articolo cerca di spiegare la specializzazione settoriale nei servizi alle imprese (SI) all'interno delle regioni dei Paesi dell'Unione Europea a 27. Oltre alle fonti tradizionali delle economie di agglomerazione come le esternalitŕ di localizzazione e di urbanizzazione, vengono incluse anche la struttura regionale specifica dei legami a valle ŕ la Hirschmann e la densitŕ di capitale umano. In piů si tiene conto della presenza di tali fattori nelle regioni confinanti. L'analisi empirica si basa su dati panel estratti dal database REGIO per il periodo 1999-2003. I risultati della stima di un modello spaziale di Durbin mostrano che le economie di urbanizzazione e i legami a valle ŕ la Hirschmann - sia con il settore manifatturiero sia soprattutto con altri comparti del settore dei servizi - spiegano larga parte della specializzazione nei SI. La dotazione di capitale umano di una regione č un altro fattore determinante della concentrazione regionale dei SI. Le stime fatte evidenziano significativi effetti spaziali che influenzano la specializzazione regionale nei servizi alle imprese, il che supporta le tesi avanzate dalla letteratura sulle economie di agglomerazione e in particolare il ruolo giocato dai legami a valle ŕ la Hirschmann (con i settori del manifatturiero e dei servizi) per la localizzazione dei servizi alle imprese
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Betti, Marco. „Struttura produttiva e performance economiche del Sistema locale del lavoro di Thiene“. RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, Nr. 1 (März 2011): 82–105. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001003.

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Il paper analizza la relazione tra mutamento socio-politico locale e sviluppo economico in seguito alle trasformazioni politiche che hanno investito il Veneto. La nostra attenzione č concentrata sulle trasformazioni di medio e breve periodo nel distretto industriale di Thiene. Per rispondere al quesito sono state effettuate due analisi. La prima, di medio periodo, mette al centro la trasformazione della struttura produttiva nel decennio compreso tra il censimento del 1991 e quello del 2001. La seconda, invece, analizza le trasformazioni di breve periodo nel quinquennio 2001-2006: il fenomeno della terziarizzazione del distretto, con una particolare attenzione all'occupazione nei "servizi alle imprese". In un'ottica di medio periodo, l'immagine del Sistema locale del lavoro che emerge analizzando i dati del Censimento del 2001 non č molto diversa da quella del 1991. Cresce l'occupazione complessiva e rimangono stabili le specializzazioni produttive. Nel breve periodo, invece, prosegue sia l'erosione della base occupazionale nelle specializzazioni tipiche sia la crescita della terziarizzazione. Il Sistema locale del lavoro mostra una sostanziale tenuta dell'occupazione complessiva, con un incremento modesto di occupati. La riduzione dell'occupazione manifatturiera viene compensata dalla crescita degli occupati nei servizi, in particolare nel settore dei "servizi alle imprese". In un contesto di forte dinamismo a livello regionale, il distretto industriale di Thiene segue un trend di crescita di occupati che accomuna quasi tutti i sistemi locali regionali. Diminuisce l'occupazione manifatturiera, compensata dalla crescita degli addetti nei "servizi alle imprese", evidenziano un processo di "terziarizzazione complementare". In questo ambiente le imprese leader giocano un ruolo strategico creando un rete di subfornitura radicata nel territorio.
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Nifo, Annamaria, und Gaetano Vecchione. „A quali imprese vanno i sussidi pubblici? evidenza dall'industria manifatturiera italiana“. RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, Nr. 3 (Dezember 2015): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/rest2015-003001.

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Pasetto, Attilio. „Mutamenti strutturali nel sistema delle imprese italiane e risposte alla crisi attuale“. QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, Nr. 3 (August 2009): 141–52. http://dx.doi.org/10.3280/qu2009-003007.

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- The article brings into focus the main structural changes that have taken place in the Italian manufacturing enterprises in the last few years with the aim of ascertaining the firms' reactions to the present crisis. During the period 2004-2007 Italian export firms showed a positive response to the previous years of "decline" (2001-2003) thanks to organizational changes, innovation and a better quality of exported products. The present crisis implies important strategic changes for all firms, and not only the exporting firms. Priority must go to demand control, considering both the consumers' new needs and the necessity to enter into alliances with other firms, including competitors.EconLit Classification: L220, L600Keywords: Firm Organization and Market Structure, Industries Studies, Manufacturing GeneralParole chiave: Organizzazione dell'impresa e struttura di mercato, Studi sull'industria, Industria manifatturiera in generale
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Aureli, Selena, Massimo Ciambotti und Mara Del Baldo. „Il contratto di rete come strumento di sviluppo delle piccole e medie imprese. Un'analisi delle prime esperienze“. ARGOMENTI, Nr. 33 (Dezember 2011): 75–104. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033004.

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Il presente articolo intende fornire una panoramica generale dei primi contratti di rete stipulati in Italia, analizzando le dimensioni delle reti create ed i settori coinvolti, per poi verificare se questo nuovo strumento giuridico č idoneo a favorire lo sviluppo e la competitivitŕ internazionale delle PMI cosě come auspicato dal legislatore. Attraverso l'esame dei contratti riferibili all'industria manifatturiera, gli Autori verificano se gli elementi considerati necessari per il buon funzionamento dei rapporti interaziendali (obiettivi strategici perseguiti, operazioni programmate, organi di funzionamento della rete e risorse finanziarie) sono chiaramente indicati e coerenti con le finalitŕ perseguite, gettando le basi per una riflessione sulla reale efficacia del contratto di rete rispetto allo sviluppo delle aziende di minore dimensione.
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Magagnoli, Stafano. „Le aree industriali attrezzate: genealogia ed evoluzione di un modello di sostegno allo sviluppo locale“. STORIA URBANA, Nr. 130 (Oktober 2011): 11–43. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130002.

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Dopo aver indicato i principali assunti teorici e le esperienze salienti che contrassegnano la genealogia del concetto di Area industriale attrezzata (Aia), il saggio si sofferma sulla sua applicazione in Italia, interrogandosi sulla natura del modello istituzionale che nel nostro paese č stato alla base delle politiche di creazione di aree per l'industria. Quali scopi ha avuto, in Italia, la realizzazione delle Aia? Esse sono state usate al fine di sostenere l'industrializzazione, agevolando la nascita e la crescita delle imprese, oppure come semplici strumenti amministrativi atti a consentire l'utilizzo razionale di una risorsa scarsa quale č il territorio? Quella delle Aia č stata una politica a sostegno delle dinamiche evolutive dell'impresa (ovvero una politica di promozione dello sviluppo delle risorse endogene) o esse sono state uno strumento di competizione territoriale? Qual č stato, infine, il ruolo delle aree industriali attrezzate nel processo di sviluppo manifatturiero italiano? Proponendo queste domande come possibili chiavi di lettura delle vicende osservate, il saggio rimarca, nella conclusione, come il "modello italiano" si riveli estremamente sfaccettato, composto di esperienze particolari e impossibili da ricondurre a paradigmi unificanti. La stretta relazione tra capitale e Stato appare, tuttavia, come una componente di forte continuitŕ.
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Manfrellotti, Stefania. „Longevità e capacità di resilienza delle imprese familiari nella provincia di Salerno fra XX e XXI secolo = Longevity and resilience of family firms in the province of Salerno between the 20th and 21st century“. Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, Nr. 18 (30.06.2014): 19. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i18.1642.

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<p>La provincia di Salerno ha rappresentato, nella seconda metà del Novecento, una delle realtà più rilevanti del Mezzogiorno d’Italia sotto il profilo industriale. Nel secondo dopoguerra l’industria nell’area salernitana visse un’intensa crescita, soprattutto grazie agli aiuti per il Mezzogiorno. Rispetto alle altre aree del Sud Italia, non vi furono grandissimi stabilimenti siderurgici, metalmeccanici e petrolchimici ma vi fu un movimento vivace di piccole e medie industrie soprattutto nel settore manifatturiero. Tra gli anni Settanta e Ottanta le crisi nazionali e internazionali segnarono il passo dell’economia italiana e più in generale di tutte le economie occidentali. Nella provincia di Salerno le fabbriche statali, quelle appartenenti a multinazionali estere o alle grandi imprese del settentrione furono le più colpite dalla crisi. Al contrario molte aziende locali riuscirono, sebbene con momenti di incertezza, ad avere un ciclo di sviluppo ininterrotto. Si tratta principalmente di imprese familiari, create e gestite da imprenditori salernitani, espressione del territorio, della cultura, delle tradizioni, che hanno saputo trarre dal contesto locale le energie e spesso le risorse per puntare all’eccellenza. Ancora oggi, sebbene quarant’anni di legislazione speciale per il Mezzogiorno non siano bastati a mettere in moto uno sviluppo duraturo e soprattutto autonomo delle imprese meridionali, lo sviluppo industriale meridionale è legato alle piccole e medie attività imprenditoriali operanti soprattutto nel settore manifatturiero. Tra le diverse esperienze di capitalismo locale e familiare di quest’area del Mezzogiorno si è scelto di analizzare una delle realtà imprenditoriali più longeve della provincia salernitana: il sistema di imprese della famiglia Di Mauro di Cava de’Tirreni. Dalla fine dell’Ottocento, la famiglia ha saputo affermare, espandere e reinventare la propria attività nel campo della tipografia, dell’editoria, e della cartotecnica, passando indenne per le difficili congiunture del ’900, e giungendo a essere attualmente una realtà di punta nel tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno.</p><p>In the second half of the twentieth century, the Salerno province represented one of the most important industrial reality of the southern Italy. After Second World War, the Salerno province industry lived an intense growth, mainly thanks to the aids for the southern Italy. There were not many steelworks, petrochemical and engineering mills, compared to other areas of the southern Italy, but there was a lively movement of small and medium industries, especially in manufacturing. Among the seventies and eighties the national and international crisis damaged the Italian economy and also other Western economies. In the Salerno province, the state enterprises, those belonging to the foreign multinationals or the great enterprises of the northern Italy, were the worst hit by the crisis. On the other hand, although with uncertainty, many local enterprises managed to have a continuous development. They were mainly family businesses, created and managed by the Salerno province entrepreneurs, expression of the territory, the culture, the traditions that have been able to take energy from the local context and the resources to aim at the excellence.</p> <p>To this today, though forty years of special legislation for the southern Italy are not enough to launch a continuous development and in particular an independent development of the southern enterprises, the industrial development of southern Italy is linked to small and medium enterprises, especially in the manufacturing sector. Among the several experiences of local and family capitalism of the southern Italy, I have chosen to analyze one of the entrepreneurial reality more long-running of the Salerno province. It is the system of enterprises of the Di Mauro family from Cava de’Tirreni. Since the end of nineteenth century, the Di Mauro family was able to establish, expand and reinvent its business in the field of printing, publishing, and converting industry, passing unscathed to the difficult junctures of the twentieth century, and now coming to be very important in the business of the southern Italy.</p>
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Achilli, Riccardo, und Gioacchino de Candia. „La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia: un'analisi settoriale“. RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, Nr. 2 (Juni 2010): 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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„Il ruolo della comunicazione per la competitività delle imprese manifatturiere in Italia“. Referred Electronic Conference Proceeding, 12.11.2014, 561–76. http://dx.doi.org/10.7433/srecp.2014.36.

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Baldassare, Fabrizio, Sergio Salomone, Savino Santovito und Raffaele Silvestri. „Prospettive e criticità nella rilocalizzazione delle produzioni manifatturiere. Il back-shoring delle imprese tessili pugliesi“. Referred Electronic Conference Proceeding, 12.11.2014, 441–55. http://dx.doi.org/10.7433/srecp.2014.28.

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„Imprenditorialità e crescita delle piccole imprese familiari manifatturiere. Analisi di un campione di artigiani artistici fiorentini“. Referred Electronic Conference Proceeding, 12.11.2014, 593–610. http://dx.doi.org/10.7433/srecp.2014.38.

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Beretta, Enrico, und Andrea Migliardi. „Territori, Servizi Logistici E Infrastrutture: Un'Indagine Presso Le Imprese Manifatturiere (Territories, Logistics Services and Infrastructures: A Survey of Manufacturers)“. SSRN Electronic Journal, 2014. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2564114.

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„Il ruolo strategico della media impresa nei distretti industriali manifatturieri“. Referred Electronic Conference Proceeding, 12.11.2014, 667–84. http://dx.doi.org/10.7433/srecp.2014.43.

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„Territorio e impresa manifatturiera a Taranto, quale futuro? Dal passato, una questione di prospettive“. Referred Electronic Conference Proceeding, 12.11.2014, 657–66. http://dx.doi.org/10.7433/srecp.2014.42.

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