Zeitschriftenartikel zum Thema „Il Politico“

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Radaelli, Claudio Maria. „IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA: GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, Nr. 2 (August 1991): 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013290.

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IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Radaelli, Claudio Maria. „IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA: GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, Nr. 2 (August 1991): 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200021845.

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IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Mattei, Franco. „LE DIMENSIONI DELL'EFFICACIA POLITICA: ASPETTI METODOLOGICI“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, Nr. 1 (April 1987): 105–33. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016440.

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IntroduzioneIl senso di efficacia politica definito inizialmente come «la percezione che l'azione politica individuale ha, o può avere, un peso nel processo politico » ovvero come « la percezione che il mutamento politico e sociale è possibile e che i cittadini possono avere una parte nella determinazione di questo mutamento », ha rappresentato una variabile-chiave in numerose ricerche su cultura e comportamenti politici di massa nei sistemi democratici.
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Pasquino, Gianfranco. „Il Modello Westminster“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, Nr. 3 (Dezember 2002): 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Mastropaolo, Alfio. „PARLAMENTI E PARLAMENTARI NEGLI ANNI OTTANTA“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, Nr. 1 (April 1990): 29–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008947.

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IntroduzioneAll'interno di quello che si suole ormai definire il mercato politico, il successo degli interessi organizzati ha da qualche decennio a questa parte finito, com'é noto, per cancellare del tutto la tradizionale rappresentazione del parlamento quale baricentro del sistema politico. Superata la fase in cui l'insidia piò grave alle prerogative delle assemblee legislative veniva dai partiti politici, i grandi gruppi d'interesse funzionali hanno addirittura dato luogo ad un secondo circuito rappresentativo in pieno regola, postosi decisamente in concorrenza rispetto a quello della rappresentanza politica democratica, che ha nel parlamento il suo principale punto di transito.
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Murray, Oswyn. „History and reason in the ancient city“. Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 1–13. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009661.

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STORIA E RAZIONALISMO NELLA CITTA ANTICAViene trattato l'intreccio tra storia e razionalismo nell'organizzazione dello Stato nel mondo antico. Si dimostra che la vita politica greca si basava sul razionalismo e che la Storia veniva usata, ma subordinandola a speculazioni razionali. Ciò è provato dall'importanza degli Atti di fondazione mitici e dalla manipolazione della documentazione storica per fini politici. Vengono trovate le origini del razionalismo politico greco nelle origini della polis nel primo periodo arcaico. L'articolo termina con una discussione sul rapporto tra il razionalismo politico greco e lo sviluppo della polis in Etruria e Roma arcaica.
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Pansardi, Pamela. „IL CONCETTO DI LEGITTIMITÀ: FRA TEORIA E RICERCA EMPIRICA“. Il Politico 254, Nr. 1 (07.06.2021): 103–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.563.

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Il concetto di legittimità è senza dubbio uno dei più diffusi ed ambigui del linguaggio politico. L’attribuzione di legittimità ad un certo oggetto politico (il potere politico, un’istituzione politica, un dato sistema politico) sembra consistere in un’attribuzione di valore positivo a quello stesso oggetto. tuttavia, all’interno della letteratura sulla legittimità, non sembra esservi accordo su quale proprietà (o insieme di proprietà) un certo oggetto debba presentare per essere considerato legittimo.
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Severino, Paolo. „Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica“. STUDI JUNGHIANI, Nr. 52 (November 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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Severino, Paolo. „Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica“. STUDI JUNGHIANI, Nr. 52 (November 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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Cappelli, Ottorino. „AMMINISTRAZIONE E POLITICA IN URSS NELLE ANALISI COMPARATE DELLA SCIENZA POLITICA OCCIDENTALE“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, Nr. 1 (April 1988): 137–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017299.

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IntroduzioneAlla fine degli anni Sessanta la sovietologia era ancora un'«ibrida arte» orientata in senso interdisciplinare, priva di metodologie analitiche rigorosamente definite e in gran parte rinchiusa nei confini degli studi di area. Nei due decenni successivi alla seconda guerra mondiale era stato soprattutto il dialogo con la scienza politica in generale e con la politica comparata a rimanere penalizzato. Diversi erano gli approcci, le categorie, gli strumenti metodologici adoperati per analizzare i sistemi politici dell'est e dell'ovest. Tra le ricerche sull'URSS e gli studi politologici sull'occidente mancava un linguaggio disciplinare comune, non v'era simbiosi concettuale. Contribuivano a questa separatezza disciplinare sia la percezione di una assoluta estranietà tra «mondo socialista» e democrazie costituzionali, legata al contesto politico della guerra fredda, sia l'egemonia culturale del modello totalitario, fondato sul presupposto dell'unicità del sistema politico sovietico.
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PIAIA, Gregorio. „Dalla Politica di Aristotele all''averroismo politico'. Una vicenda paradossale // From Aristotle's Politics to 'Political Averroism'. A Curious Story“. Mediterranea. International Journal on the Transfer of Knowledge, Nr. 3 (31.03.2018): 19. http://dx.doi.org/10.21071/mijtk.v0i3.10768.

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A partire dal primo Novecento si è diffuso il concetto di ‘averroismo politico’, con riferimento soprattutto a Dante Alighieri e a Marsilio da Padova. Di questo concetto, che presenta forti motivazioni di ordine teorico e ideologico, viene qui ricostruita la genesi più remota, che si può ricondurre essenzialmente a due elementi: il ruolo centrale occupato dalla riflessione politica in seguito alla Rivoluzione francese e l’assunzione di Averroè a figura-simbolo, anticipatrice del razionalismo moderno. // From the early twentieth century onwards, the concept of ‘political Averroism’ has become widespread, especially with reference to Dante Alighieri and to Marsilius of Padua. It is our intention here to establish and delineate the remotest origin of this concept, which can be fundamentally traced back to two elements: the central role accorded to political reflection as a consequence of the French Revolution, and the adoption of Averroes as a symbol and figure anticipating modern rationalism.
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Koryushkin, A. I. „The phenomenon of identity crisis of American political science in its discourse and historiography“. Belgorod State University Scientific bulletin. Series: History. Political science 46, Nr. 4 (30.12.2019): 754–65. http://dx.doi.org/10.18413/2075-4458-2019-46-4-754-765.

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The paper’s analysis is aimed at the phenomenon of identity crisis in contemporary political science being revealed by the author at the different stages of historical development of American political science, in its discourse and historiography. Interpretation of the history of political science as a search for its identity suggested here makes it possible to trace historical metamorphoses of politico-scientific identity crisis through the prism of the notions of scientific soundness and political relevance of the science of politics. Incomplete or inadequate embodiment of such necessary requirements of political science repeatedly caused the identity crises of American political science in the course of its historical development. Historical analysis of ontological-epistemological, methodological and politico-institutional factors of emergence of the identity crises in American political science presented here might be significant for comprehending problems and crisis phenomena in contemporary political science as a whole.
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Pasquino, Gianfranco. „TRENT'ANNI DI SCIENZA POLITICA: TEMI E LIBRI“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, Nr. 1 (April 2001): 5–29. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029531.

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Introduzione Qualsiasi bilancio è sempre problematico, soprattutto quando è il bilancio di una disciplina nella quale la ricerca continua e per la quale gli oggetti cambiano anche grazie alla ricerca, alle risultanze, agli interventi che ne derivano. Tuttavia, esistono occasioni nelle quali la necessità di un bilancio si impone. Trent'anni di vita, per una rivista accademica, non sono pochi. Meritano di essere analizzati e collocati nel più ampio territorio della scienza politica. Il primo fascicolo della «Rivista Italiana di Scienza Politica» fu pubblicato nell'aprile del 1971. Dal punto di vista della nascita e della professionalizzazione della scienza politica in Italia, la nascita della Risp costituì il logico sviluppo dell'attività di un piccolo gruppo di studiosi che pochi mesi prima sotto la guida di Giovanni Sartori aveva collaborato alla Antologia di Scienza Politica con sezioni curate nell'ordine da Giuliano Urbani (Metodi, approcci e teorie); Stefano Passigli (Potere ed élites politiche); Giacomo Sani (Cultura politica e comportamento politico); Domenico Fisichella (Partiti politici e gruppi di pressione); Vittorio Mortara (La pubblica amministrazione) e Gianfranco Pasquino (Lo sviluppo politico). Quanto alla Rivista, quel primo fascicolo era deliberatamente e opportunamente dedicato alla politica comparata per segnalare l'importanza di quella prospettiva e del metodo che vi era sotteso. Sulla comparazione conteneva articoli di Sartori, La politica comparata: premesse e problemi, di Arend Lijphart, Il metodo della comparazione e di George J. Graham Jr., Consenso e opposizione: una tipologia, conteneva anche un articolo di Fisichella, Conseguenze politiche della legge elettorale regionale in Italia e uno di Pasquino, Le crisi di sviluppo nell'esperienza giapponese. In entrambi i casi, quegli articoli erano la prosecuzione di un interesse scientifico che si era già tradotto nella pubblicazione di due volumi, rispettivamente Fisichella (1970, e poi 1982) e Pasquino (1970). Tuttavia, mentre nel caso dei sistemi elettorali stava per aprirsi una intensa, ma tuttora incompiuta, stagione di dibattito e di riforme, che la Rivista ha monitorato standone a opportuna distanza (ad esempio, AA.VV. 1984 e 1987), nel caso dello sviluppo politico, il tema stava giungendo ad esaurimento. A riprova, sulla Rivista, se ne scrisse in seguito relativamente, forse troppo, poco. Peraltro, l'analisi dello sviluppo politico si era incrociata spesso, opportunamente e fruttuosamente con la politica comparata. Proprio per questo «incrocio», mi sembra che qualsiasi ricognizione su quanto è avvenuto, in termini di temi e di libri, in questi trent'anni debba ripartire congiuntamente dagli studi di politica comparata e di sviluppo politico.
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Xue, Sainan, und Shuang Li. „Exploration of the Cultivation Path of Medical Students’ Politico-Ideological and Humanistic Quality Based on Deep Learning“. Computational and Mathematical Methods in Medicine 2022 (28.06.2022): 1–9. http://dx.doi.org/10.1155/2022/5766675.

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Medical talent development has its own characteristics, which means that political-ideological education in medical colleges must establish a development model that reflects these characteristics. In a methodological sense, research on the development of politico-ideological education in medical colleges should adhere to the coordinated development of politico-ideological education in medical colleges, which follows the requirements of the current situation and the three laws of politico-ideological education in medical colleges, namely, the requirements of the law of politico-ideological education, the law of teaching and educating people, and the law of study. In practice, in view of the practical contradictions in the politico-ideological work of medical colleges and universities at the present stage, explore the collaborative education mechanism of medical colleges and universities, constantly enrich the ways and methods of politico-ideological work in medical colleges and universities, improve the affinity, pertinence, and effectiveness of politico-ideological education, and constantly open up a new situation of politico-ideological education in colleges and universities. This work offers a path exploration approach based on deep learning for cultivating the political-ideological, and humanistic qualities of medical students’ curriculum, and the model’s performance is proven by simulation trials.
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Angelini, Valeria. „School as a political agent: the formative and recurring role of schools in society“. Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, Nr. 3 (31.12.2023): 242–50. http://dx.doi.org/10.36253/form-15082.

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The paper aims to explore the political role of schools and the importance of democratic education in the contemporary context. Education is a crucial factor in shaping future generations for change in societies. School, as a central institution in the educational process, plays a fundamental role in promoting democratic values and providing individuals with the necessary skills to actively participate in political life. It takes a critical and reflective perspective on the political role of schools and the importance of democratic education for the development of more inclusive, balanced and democratic societies. La scuola come agente politico: il ruolo formativo e ricorrente della scuola nella società. Il contributo si propone di esplorare il ruolo politico della scuola e l’importanza dell’educazione democratica nel contesto contemporaneo. L’educazione è un fattore cruciale nella formazione delle future generazioni per il cambiamento delle società. La scuola, come istituzione centrale nel processo educativo, svolge un ruolo fondamentale nel promuovere valori democratici e fornire agli individui le competenze necessarie per partecipare attivamente alla vita politica. Si pone come una prospettiva critica e riflessiva sul ruolo politico della scuola e sull’importanza di un’educazione democratica per lo sviluppo di società più inclusive, equilibrate e democratiche.
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Nevola, Gaspare. „LA POLITICA DELLA SECESSIONE“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, Nr. 1 (April 1998): 119–56. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025776.

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IntroduzioneUn nuovo termine sta facendo irruzione nel nostro lessico politico corrente: secessione. E con esso, un nuovo fantasma s'aggira anche per l'Italia. Dopo e accanto alla questione settentrionale, al federalismo e al problema del senso di nazione, con la parola d'ordine «secessione» è ancora una volta la Lega a ridefinire l'arena del dibattito politico, introducendovi temi di riflessione inediti o trascurati nel nostro paese. Suo malgrado, essendo di altra natura i suoi intenti, il leghismo ci costringe ad affrontare importanti questioni politico-culturali. A dispetto del dubbio spessore della cultura politica della sua leadership, con le sue iniziative ad effetto, spregiudicate e talora preoccupanti, il leghismo sta certamente contribuendo ad un progressivo rifacimento del linguaggio politico di casa nostra. In particolare, con i proclami secessionisti del leghismo «padano» emerge ancora una volta la centralità della dimensione territoriale in politica. Siamo insomma di fronte ad un tipico problema di «politicizzazione del territorio». Ma siamo altresì collocati sul terreno della politica: della «politica della secessione».
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Chebankova, Elena. „Ideas, Ideology & Intellectuals in Search of Russia's Political Future“. Daedalus 146, Nr. 2 (April 2017): 76–88. http://dx.doi.org/10.1162/daed_a_00436.

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The intellectual discourse of any state can function within two broad paradigms: consensual and pluralistic. In the first case, political elites, intellectuals, and the public agree on the base parameters of what constitutes “the good life” and argue about the methods of application. In the second case, participants hold radically different, incommensurable views, which coexist in society. This essay argues that the Western political system broadly rests on the politics of liberal consensus, formed throughout the period of capitalist modernization. But Russia's history took a different turn, following a path of alternative modernization. This engendered the politics of paradigmatic pluralism, in which a number of radically different politico-intellectual frameworks struggle for the dominant discourse. This essay examines these paradigms and argues that, due to the nature and substance of these models, fundamental change of Russia's dominant discourse, along with its main politico-institutional parameters, is unlikely.
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Mazzoli, Gino. „Prospettive della formazione all'impegno socio-politico“. PSICOLOGIA DI COMUNITA', Nr. 2 (November 2021): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-002005.

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Il presente lavoro ha l'obiettivo di esporre una riflessione, da un punto di vista psicosociale, sul ruolo della formazione al giorno d'oggi all'impegno socio-politico. Il classico modello formativo risulta essere troppo "top-down" per poter produrre competenze adeguate rispetto a un oggetto intrinsecamente pratico come la politica, che non si può imparare a fare soltanto ascoltando delle lezioni. L'evaporazione dei partiti politici e il diluvio di odio sui social hanno riproposto il tema di come si possa sostenere lo spirito civico utilizzando la formazione. Essendo tuttavia un processo riflessivo sul fare, la formazione può produrre pensieri in grado di ricalibrare gli obiettivi.
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Mangiarotti, Emanuela. „COMMUNAL CONFLICTS AND POLITICAL TRANSITIONS: THE CASE OF HYDERABAD STATE (1935-1948)“. Il Politico 260, Nr. 1 (07.06.2024): 66–80. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2024.920.

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Il saggio analizza come le transizioni politiche che hanno accompagnato l’annessione dello Stato principesco dell’Hyderabad all’Unione indiana nel 1948 abbiano definito le dinamiche di comunitarizzazione della vita pubblica. In particolare, l’antagonismo tra le comunità religiose è emerso come una caratteristica distintiva dei dibattiti politici sull’annessione dello Stato principesco e sulla riconfigurazione dei rapporti di potere nel successivo ordinamento amministrativo. Lo scopo del saggio è illustrare come e perché la rapida e violenta transizione politica, insieme all’altrettanto repentina burocratizzazione di un sistema socio-politico basato su un’organizzazione feudale, abbia favorito la riconfigurazione dell’appartenenza comunitaria lungo linee di polarizzazione sociale basate sull’appartenenza religiosa e l’elaborazione di un discorso politico basato sul paradigma del comunitarismo.
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FUNG, EDMUND S. K. „Nationalism and Modernity: The Politics of Cultural Conservatism in Republican China“. Modern Asian Studies 43, Nr. 3 (Mai 2009): 777–813. http://dx.doi.org/10.1017/s0026749x07003472.

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AbstractThis article explores the political dynamics of modern Chinese cultural conservatism. It proceeds from the premise that modern Chinese conservatism, as distinct from traditionalism, was a response to modernity and, as such, a part of modernity. The article identifies the conservative with the nationalist, but not vice versa, and understands politico-cultural conservatism as politico-cultural nationalism. It will first trace the rise of modern Chinese conservative thought, revisit the ideas of two noted cultural conservatives Liang Shuming and Zhang Junmai, examine the politics of China-based cultural reconstruction, and then explore the conservative thought of the war period (1937–1945) to illustrate the interplay of war, culture and nationalism. It argues, basically, that although the conservatives did not defend the prevailing socio-political order as a whole, their understanding of politics from a cultural perspective was nuanced and that they stood in an ambiguous relationship with the existing regime and the party-state.
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Santucci, Giacomo. „La Nascita di Forza Italia nella stampa quotidiana (novembre 1993-marzo 1994)“. MONDO CONTEMPORANEO, Nr. 2 (Dezember 2012): 51–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002003.

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Il saggio analizza le diverse risposte del giornalismo italiano all'ingresso in politica di Silvio Berlusconi e alla nascita del suo partito politico, Forza Italia. Partendo da una lettura sistematica della stampa del periodo, il testo prende quindi in esame l'orientamento dei principali quotidiani nazionali in relazione ai temi principali del dibattito politico che caratterizzarono la campagna elettorale del 1994: dall'apertura politica in favore di Gianfranco Fini, leader del Movimento sociale italiano, al tema del duplice ruolo di imprenditore ed esponente politico di Berlusconi, dalla nuova forma-partito di Forza Italia al tentativo di costruire un nuovo polo conservatore dopo la crisi del sistema partitico italiano, dalle difficoltŕ della duplice alleanza politica di centrodestra durante la campagna elettorale all'inizio delle indagini giudiziarie sul gruppo Fininvest. L'autore infine propone alcune osservazioni sul ruolo e sulla capacitŕ dei quotidiani di comprendere gli elementi di rottura incarnati da Forza Italia e il ruolo di Silvio Berlusconi come elemento innovativo nel panorama politico italiano
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Krzyżanowski, Michał. „Social media in/and the politics of the European Union“. Journal of Language and Politics 17, Nr. 2 (07.02.2018): 281–304. http://dx.doi.org/10.1075/jlp.18001.krz.

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Abstract This paper looks at how social/online media – using the example of Twitter – are used in the politico-organizational communication of the European Union at a time when it faces multiple crises and is in acute need of effectively communicating its politics to the European demos. Proposing a critical discourse framework for the analysis of the politico-organizational use of Twitter, the paper shows that while, to some extent, bringing change or ‘modernization’ to EU political communication patterns, social/online media help in sustaining some of the deep-seated dispositions in EU communicative and organizational practices as well as political discourses. As deployed by the EU’s – and specifically the European Commission’s – spokesperson service, social/online help in solidifying some of the controversial patterns in EU political communication. They also bring in other, more contemporary, challenges as regards using Twitter and social media as parts of political and institutional/organizational communication.
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Vegetti, Mario. „Politica dell’anima e anima del politico nella Repubblica“. Études platoniciennes, Nr. 4 (01.10.2007): 343–50. http://dx.doi.org/10.4000/etudesplatoniciennes.923.

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Contarini, Silvia. „La politica nella letteratura, il politico della letteratura“. Narrativa, Nr. 29 (01.09.2007): 7–21. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.1828.

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Koroma, N. „SCHEME OF SYSTEMIC POLITICO-GEOGRAPHICAL ANALYSIS: THEORETICAL AND METHODOLOGICAL FOUNDATIONS“. Bulletin of Taras Shevchenko National University of Kyiv. Geography, Nr. 66-67 (2017): 105–8. http://dx.doi.org/10.17721/1728-2721.2017.66.16.

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In the second half of the twentieth century, the new generation of political geographers significantly expanded the field of scientific research in studies of the political sphere changing the discourse of political geography. One of the major territorial systems is the territorial and political system (TPS) – the object of political geography, as the direction of human geography. The territorial and political system – is the result of functioning in a particular territory objectively linked elements of political activity. The appearance in the political geography term of “the territorial and political system” has expanded the field of political and geographical researches and gave the opportunity to study the problems territorial-political organization at different hierarchical levels of the world system. The purpose of this work is to formulate the basic research approaches for investigation the territorial and political systems (TPS) on different levels to develop schemes of their politico-geographical analysis. The research solves a series of new tasks that have a theoretical and methodological importance: interpretation the system of concepts forms the modern field of politico-geographical research TPS on different hierarchical levels and helps to build the scheme of systemic politico-geographical analysis. Practical implementation of the scheme systemic politico-geographical analysis will allow to fully studying problems of territorial and political organization of society, to carry out highly specialized research of individual elements of TPS or to analyze the territory in terms of a key (main) issue. Substantiated key positions for building the scheme of systemic politico-geographical analysis have to take into account modern challenges in society. Methodology. Using the methods of system analysis and synthesis, inductive-deductive proof, abstraction and logical constructs provide the systemic research. It was analyzed a great massive of scientific and journalistic materials on the politico-geographical and geopolitical studies.
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DI BENEDETTO, Arnaldo. „Manzoni politico“. Giornale storico della letteratura italiana 188, Nr. 621 (Januar 2011): 22–43. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129034.

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Ferrarová, Miroslava. „Camilleri politico“. Écho des études romanes 17, Nr. 2 (01.03.2022): 51–61. http://dx.doi.org/10.32725/eer.2021.016.

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Kriesi, Hanspeter. „SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, Nr. 1 (April 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Damiani, Marco, und Giovanni Barbieri. „Elezioni e classe politica nella Regione Umbria (1970-2010)“. Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 66, Nr. 2 (30.12.2011): 90–122. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9804.

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Introduzione Per un quadro generale del primo quarantennio di storia elettorale della Regione Umbria L'astensionismo Autonomia e/o dipendenza del ceto politico regionale Il ricambio del ceto politico regionale umbro dal 1970 al 2010 Profilo sociografico della classe politica regionale umbra La classe politica regionale umbra nella IX consigliatura: rinnovamento o conservazione? Continuità o scongelamento?
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Cotta, Maurizio. „IL SOTTO-SISTEMA GOVERNO-PARLAMENTO“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, Nr. 2 (August 1987): 241–83. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016683.

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IntroduzioneIl tema dei rapporti governo-parlamento è stato spesso all'ordine del giorno della discussione sia politica che accademica nell'Italia del secondo dopoguerra. Nell'ultimo quindicennio poi questo interesse si è ulteriormente sviluppato fino a cristallizzarsi in una serie di proposte di ingegneria costituzionale che dovrebbero, nelle intenzioni dei proponenti (operatori politici o studiosi che siano), ovviare alle disfunzionalità del sistema politico italiano.
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Lippolis, Vincenzo. „LE ELEZIONI DEL 1994“. Il Politico 251, Nr. 2 (03.03.2020): 186–99. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.244.

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Le elezioni del 1994 sono state il risultato finale della crisi dei partiti di massa del XX secolo. Esse hanno portato alla formazione di un sistema politico bipolare di prima-past-the-post. Il sistema dei partiti è diventato completamente diverso dal precedente. La novità principale fu la vittoriosa "entrata nella mischia" di Berlusconi che innovò profondamente i modelli della politica italiana. Si presentava come un leader carismatico a diretto contatto con gli elettori grazie a un sapiente uso della televisione. Il partito da lui fondato, Forza Italia, si identifica con la sua persona e non esisterebbe senza di lui. È un partito personale. Questo ha segnato un salto di qualità nel processo di personalizzazione della leadership che caratterizzerà il sistema politico italiano da quel momento in poi. Berlusconi ha vinto anche perché è stato il primo a capire che - con il nuovo sistema elettorale a scrutinio unico - lo scontro sarebbe stato tra destra e sinistra, senza possibilità di partiti centristi, e che sarebbe stato necessario costituire coalizioni elettorali. Ha così formato un'alleanza con la Lega del Nord e il MSI senza alcun riguardo per la coesistenza politica dell'alleanza. Il bipolarismo italiano acquisirebbe così la caratteristica negativa di coalizioni fragili ed eterogenee, non essendo il sistema elettorale adatto a limitare la frammentazione dei partiti. Il sistema politico diventerebbe fortemente conflittuale a causa della mancata legittimazione dei due fronti politici.
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Buana, Mirza Satria. „Legal-Political Paradigm of Indonesian Constitutional Court: Defending a Principled Instrumentalist Court“. Constitutional Review 6, Nr. 1 (02.06.2020): 36. http://dx.doi.org/10.31078/consrev612.

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The establishment of the Indonesian Constitutional Court in 2003 signified the formation of a bridge between the judiciary and politics. Through its judicial review process, there is a more tangible presence of the judiciary and court in the political arena. The Court helps with addressing moral predicaments and influencing the products of the legislature. This paper discusses the shifting of the legal-politico paradigm, particularly relating to judicial leadership of the Court because this significantly affects the role of the Court in the political arena. The history of the establishment of the Court’s authority in judicial review is explored through a stylised analysis of the actions of two early Chief Justices. This paper also examines two Court decisions which illustrated the Court’s authority on judicial review because they demonstrated the importance of policy-driven decisions and judicial restraint. The main argument of this work is that it is hard to categorize the legal-politico actions of the Indonesian Court into either legalism or instrumentalism. Often, the Court synthesises the two. The legal-politico paradigm is a dynamic one. The most feasible model of the Indonesian Constitutional Court is that of a Principled Instrumentalist Court, where policy decisions guide the formation of legislation according to constitutional values, but the judges maintain prudential self-restraint.
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Husain, Ejaz. „Pakistan: Civil-Military Relations in a Post-Colonial State“. PCD Journal 4, Nr. 1-2 (08.06.2017): 113. http://dx.doi.org/10.22146/pcd.25771.

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This article has attempted to explain why the military has remained a powerful political institution/force in Pakistan. Its purpose was to test a hypothesis that posited that the colonial authority structure and the 1947 partition-oriented structural dynamics provided an important structural construct in explaining politics and the military in post-colonial Pakistan. To explain and analyse the problem, the study used books, journals, newspapers and government documents for quantitative/explanatory analysis. The analysis has focused on the military in the colonial authority structure in which the former, along with the civil bureaucracy and the landed-feudal class, formed an alliance to pursue politico-economic interests in British India. The article has also explained and analysed the partition-oriented structural dynamics in terms of territory (Kashmir) and population (Indian refugees). The findings proved that these 'structural dynamics' have affected politics and the military in Pakistan. The theoretical framework in terms of 'praetorian oligarchy' has been applied to structurally explain colonial politics ad well as politics and the military in Pakistan. The study treated Pakistan as a praetorian state which structurally inherited the pre-partition 'praetorian oligarchy'. This praetorian oligarchy constructed 'Hindu India' as the enemy to pursue politico-economic interests. The military, a part of praetorian oligarchy, emerged from this as a powerful political actor due to its coercive power. It has sought political power to pursue economic objectives independently.
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Violante, Luciano. „TANGENTOPOLI: GIUDICI CONTRO?“ Il Politico 251, Nr. 2 (03.03.2020): 158–76. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.242.

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I processi per corruzione politica e amministrativa iniziati a Milano nel 1992 hanno segnato la fine del sistema politico stabilitosi dopo la Liberazione. Non sempre consapevolmente, la magistratura ha svolto il ruolo di ostetrica del nuovo sistema nato dalle elezioni del 1994. quel sistema è nato in un clima di sospetto e diffidenza nei confronti della politica e dei leader politici. questi tratti continuano a prevalere e continueranno a prevalere fino a quando non si troverà la forza di ricostruire modalità di condotta civile, politica e istituzionale sul modello dei principi di fiducia e rispetto.
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Vučetić, Zorica. „Il linguaggio della politica: il lessico della politica“. Linguistica 44, Nr. 1 (01.12.2004): 27–46. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.27-46.

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Lo scopo del presente lavoro è di fornire un quadro sistematico della vasta problematica del lessico politico e di far luce su alcuni problemi lessicologici riguardanti la formazione delle parole e il prestito linguistico. L'articolo tratta del lessico politico in chiave lessicologica; la terminologia politica è innovative e si arricchisce di nuove unita lessicali; iprocedimenti principali che riguardano l'arricchimento del lessi­ co politico sono laformazione delle parole, che crea ineologismi dal materiale gia esistente nella lingua, e il prestito linguistico, che arricchisce la lingua dall'esterno di prestiti eforestierismi presi da altre lingue.
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Pirni, Andrea. „Giovani e politica in Italia: gli studenti e la rielaborazione silenziosa del politico“. OBETS. Revista de Ciencias Sociales 8, Nr. 2 (15.12.2013): 315. http://dx.doi.org/10.14198/obets2013.8.2.05.

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L'articolo ha l'obiettivo di segnalare la dinamica di trasformazione dell'elaborazione del politico da parte dei giovani studenti italiani. Vengono presentate tre diverse coordinate attorno alle quali si è sviluppata la ricerca empirica italiana su giovani e politica e i rispettivi risultati. Successivamente vengono utilizzati i dati raccolti in una recente ricerca per presentare le discontinuità che propongono i “nuovi” giovani rispetto alle generazioni precedenti che costituiscono la base di una profonda trasformazione in corso della sfera del politico.
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Kurniaty, Rika. „Human Security in The Age of Electoral Democracy: Politico-Business Alliances in The Malang Regency, Indonesia“. International Journal of Sustainable Future for Human Security 7, Nr. 1 (Februar 2021): 2–10. http://dx.doi.org/10.24910/jsustain/7.1/210.

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This study discusses the politico-business configuration of electoral democracy and its impact on human security in Malang. Indonesia's reforms in the post-Soeharto era marked by implementing new institutions of democracy through direct local elections (Pilkada), where people acquire their rights to directly determine their executive leader at both national and regional levels. Democracy institution is believed would naturally lead to greater human security. However, evidence -from the cases experienced in Malang- reveals a different result. The introduction of democratic institutions harmed human security because predatory alliances hijacked it. Liberal space as well as the opening up of elite competitions, provided by democracy, interfered with local politics. Both local politics and economic spheres were dominated by political and business elite coalitions. Also, the sustainability of good governance and democratic institutions tends to be dictated by the interests of these predatory elite alliances. Although there have been abundant studies on Indonesia’s democratization and decentralization, the problem of human security in the democratization process has rarely been conducted. This study, therefore, aims to reveal the practice of politico- business alliances in Malang that take over public resources and local budgets for their interests through the democratic institution. The significance of this study is an empirical contribution to develop an understanding of the process of how democratic institutions are hijacked by a few people (local elites) by seizing regional resources and sacrificing human security. Keywords: electoral democracy, human security, politico-business alliance, Malang Regency
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Ertuğrul, Kürşad. „AKP's neo-conservatism and politics of otherness in Europe-Turkey relations“. New Perspectives on Turkey 46 (2012): 157–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0896634600001540.

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AbstractThis study uncovers the neo-conservative “style of thought” informing the ideology of theAdalet ve Kalkinma Partisi(Justice and Development Party, AKP). The AKP's politico-cultural strategy in pursuing Turkey's goal of full membership to the EU is constituted on this ideological ground. Based on critical constructivism, this article argues that the AKP constitutes a domestic-foreign policy nexus of change characterized by a neo-conservative “style of thought” that aims to redefine the identity of Turkey. Along this line of politics, Europe appears as a politico-cultural space, as an ideational structure, enabling and limiting the AKP to act as a political and cultural agent. While the AKP adopts and sublimates the position of the “other” in the ideational structure of Europe, it reconstitutes the identity and interests of Turkey through neo-conservative ideas. Both are mutually reinforcing.
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Haddad, Gérard. „Theologico-politico-familial“. Insistance 1, Nr. 1 (2005): 223. http://dx.doi.org/10.3917/insi.001.0223.

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Oriente Moderno, Editors. „Sezione Politico-Storica“. Oriente Moderno 46, Nr. 1-4 (05.12.1996): 1–253. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-0460104002.

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Caillé, Alain. „Le politico-religieux“. Revue du MAUSS 19, Nr. 1 (2002): 304. http://dx.doi.org/10.3917/rdm.019.0304.

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Gonzalez-Eiras, Martín, und Dirk Niepelt. „Politico-economic equivalence“. Review of Economic Dynamics 18, Nr. 4 (Oktober 2015): 843–62. http://dx.doi.org/10.1016/j.red.2015.08.001.

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Krusell, Per, und Jos�-V�ctor R�os-Rull. „Politico-economic transition“. Review of Economic Design 7, Nr. 3 (01.11.2002): 309–29. http://dx.doi.org/10.1007/s100580200080.

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Vestov, F. A. „Some Aspects of Political and Legal Representations about Power in XVIII–XX Сenturies“. Izvestiya of Saratov University. Economics. Management. Law 10, Nr. 1 (2010): 82–85. http://dx.doi.org/10.18500/1994-2540-2010-10-1-82-85.

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The paper deals with questions of the formation of political and legal representations about power, depending on what politico-legal school the representative of a considered doctrine belongs to. The work tries to estimate the degree of development of the politico-legal representations about power in the XVIII–XX centuries.
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Lattes, Gianfranco Bettin. „Sul concetto di generazione politica“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, Nr. 1 (April 1999): 23–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026484.

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IntroduzioneL'interrogativo principale cui ci si propone di dare una risposta in queste pagine è: perché (e come) riflettere sul concetto di generazione politica? L'interrogativo è apparentemente confinato ad un tema dai contorni piuttosto limitati. Il nodo da sciogliere, in realtà, è assai più complicato ed è da rintracciare nella palese insufficienza dell'armamentario sociologico tradizionalmente adottato per lo studio del mutamento politico. Un esempio di come si pone il problema è forse utile anche ai fini analitici. Nella storia europea uno dei dati ricorrenti è quello di una duplice forma di conflitto che ha sempre agito come motore di mutamento politico: da un lato il conflitto tra le nazioni e dall'altro lato il conflitto tra le classi. Il conflitto tra la coscienza nazionale e la coscienza di classe è stato in generale risolto a vantaggio del valore della nazione; tuttavia oggi questi due tipi di conflitto non hanno molto spazio perché sono mutati – forse in modo irreversibile – i loro fondamenti sociali, culturali e politici.
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Saad, Tlili. „A Critical Discourse Study of Shakespeare’s Theological Conceptions in Acts IV and V of Richard II: The ‘Divine Mandate’ of Richard Kingship Falls Apart“. Studies in Pragmatics and Discourse Analysis 4, Nr. 1 (01.07.2023): 14–31. http://dx.doi.org/10.48185/spda.v4i1.732.

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This article studies the rebellious Shakespeare’s politico-religious discourse in the Renaissance England. An appropriated interdisciplinary blend of Critical Discourse Analysis (henceforth CDA) is employed to lay bare the discursive strategies appropriated by William Shakespeare to safely express his pragmatic philosophy of politics and religiosity in Acts 4 and 5 of Richard II. This study attempts to bring together linguistic, sociocognitive, and critical metaphorical aspects in one single CDA framework. Serving methods and tools of analysis from various well-known CDA approaches such as Fairclough (1989 and 1995), Van Dijk (1993 and 2001), and the Critical Metaphor Analysis (henceforth CMA) model (e.g., Lakoff and Johnson, 1980) are selected to fulfil the aims of analysis. The horrendous fate of King Richard II is an exemplar that evidently embodies Shakespeare’s preach of political pragmatism against a deep-rooted holistic system of politico-religious justified by alleged divine regencies.
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Смирнова, У. В. „SYNTHESIS OF RELIGION AND POLITICS IN MODERN ANGLO-AMERICAN DISCOURSE“. НАУЧНЫЙ ЖУРНАЛ СОВРЕМЕННЫЕ ЛИНГВИСТИЧЕСКИЕ И МЕТОДИКО-ДИДАКТИЧЕСКИЕ ИССЛЕДОВАНИЯ, Nr. 4(60) (17.12.2023): 48–59. http://dx.doi.org/10.36622/vstu.2023.40.96.004.

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Постановка задачи. В статье на материале политического дискурса, представленного общественно-политическими речами американских политиков Дж. Буша-мл, Д. Трампа, Б. Обамы, Дж. Спиэр, религиозного дискурса апологетов американского евангелизма, блогов и постов в социальных сетях политического и религиозного характера, исследуется глубинное проникновение религиозного в политическое в англо-американском политическом дискурсе с позиции когнитивных исследований религии, семиотики и дискурс-анализа. Синтез религиозного и политического рассматривается в работе как продукт «отражения» внутриполитических кризисов, переживаемых по моделям, заданным религиозным знанием, и реализуемых в форме лозунга, социальной практики, истории или высказывания, с одной стороны, и как результат экспертного конструирования и эксплуатации религиозных структур массового сознания, с другой стороны. Результаты. Формулируется понятие псевдореференции, религиозно-политического мифа и исследуются некоторые религиозно-политические мифы. Описаны высказывания, конструируемые по концептуальным моделям евангелизма «calling» (призыв Господа), «awakening» (пробуждение), и структурным моделям контрастивных смыслов, лежащих в основе религиозных проповедей американских евангелистов. Анализируется дискурс политических оппонентов и обывателей на предмет осмысления политического как религиозного в форме лозунга движения КьюЭнон «Trust the Plan» и сакрализации фигуры Дж. Флойда. Выводы. Гибрид религиозного и политического в англо-американском политическом дискурсе возникает, когда общественно-политическая речь интегрирует структурные схемы и концептуальные смыслы проповеди, исповеди или откровения, при этом евангельские смыслы интерпретируется в контексте политической повестки дня. Религиозно-политический миф обнаруживается в политическом дискурсе не только как средство манипуляции, но и как результат обыденного переживания политического как религиозного. tatement of the problem. The article discusses the integration of religion into politics in Anglo-American political discourse from the perspective of cognitive science of religion, semiotics, and discourse analysis. The author draws examples from political speeches by G.W. Bush, D. Trump, J. Speier, sermons by American evangelical apologists, and religion and politics blogs on social media. Results. The author introduces the terms "pseudo-reference" and "politico-religious myth" and addresses some of the politico-religious myths in Anglo-American political discourse. The author analyzes utterances that are constructed following the conceptual evangelical models of "calling" and "awakening," as well as contrasting models that structure the conceptual idea of sermons by American evangelists. The author also highlights signs of interpreting politics as a religious phenomenon in the discourse of political opponents and grassroots discourse. These interpretations take the form of political slogans (such as "Trust The Plan" by the QAnon movement) and social and verbal practices that sacralize the figure of G. Floyd. Conclusion. Hybrids of politics and religion result from the expert integration of structural schemes and concepts characterizing genres of sermon, confession, and revelation into political discourse, as well as the interpretation of political agenda events in the context of evangelical ideas. Politico-religious myths surface in political discourse not only as an expert manipulation technique but also as a result of experiencing politics against religious events and phenomena
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Stocchi-Perucchio, Donatella. „Dante Politico: Toward a Mapping of Dante’s Political Thought“. Mediaevalia 38, Nr. 1 (2017): 13–36. http://dx.doi.org/10.1353/mdi.2017.0001.

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Bellando, Edoardo. „Norberto Bobbio, Mutamento politico e rivoluzione. Lezioni di filosofia politica“. EUNOMÍA. Revista en Cultura de la Legalidad, Nr. 22 (23.03.2022): 574–76. http://dx.doi.org/10.20318/eunomia.2022.6839.

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Ciavolella, Riccardo. „Farsi soggetto politico: Considerazioni sul tradursi del folklore in politica“. Anuac 11, Nr. 1 (26.06.2022): 65–74. http://dx.doi.org/10.7340/anuac2239-625x-5280.

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