Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Il Politico“

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Il Politico"

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Radaelli, Claudio Maria. „IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA: GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, Nr. 2 (August 1991): 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013290.

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IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Radaelli, Claudio Maria. „IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA: GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, Nr. 2 (August 1991): 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200021845.

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IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Mattei, Franco. „LE DIMENSIONI DELL'EFFICACIA POLITICA: ASPETTI METODOLOGICI“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, Nr. 1 (April 1987): 105–33. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016440.

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IntroduzioneIl senso di efficacia politica definito inizialmente come «la percezione che l'azione politica individuale ha, o può avere, un peso nel processo politico » ovvero come « la percezione che il mutamento politico e sociale è possibile e che i cittadini possono avere una parte nella determinazione di questo mutamento », ha rappresentato una variabile-chiave in numerose ricerche su cultura e comportamenti politici di massa nei sistemi democratici.
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Pasquino, Gianfranco. „Il Modello Westminster“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, Nr. 3 (Dezember 2002): 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Mastropaolo, Alfio. „PARLAMENTI E PARLAMENTARI NEGLI ANNI OTTANTA“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, Nr. 1 (April 1990): 29–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008947.

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IntroduzioneAll'interno di quello che si suole ormai definire il mercato politico, il successo degli interessi organizzati ha da qualche decennio a questa parte finito, com'é noto, per cancellare del tutto la tradizionale rappresentazione del parlamento quale baricentro del sistema politico. Superata la fase in cui l'insidia piò grave alle prerogative delle assemblee legislative veniva dai partiti politici, i grandi gruppi d'interesse funzionali hanno addirittura dato luogo ad un secondo circuito rappresentativo in pieno regola, postosi decisamente in concorrenza rispetto a quello della rappresentanza politica democratica, che ha nel parlamento il suo principale punto di transito.
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Murray, Oswyn. „History and reason in the ancient city“. Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 1–13. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009661.

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STORIA E RAZIONALISMO NELLA CITTA ANTICAViene trattato l'intreccio tra storia e razionalismo nell'organizzazione dello Stato nel mondo antico. Si dimostra che la vita politica greca si basava sul razionalismo e che la Storia veniva usata, ma subordinandola a speculazioni razionali. Ciò è provato dall'importanza degli Atti di fondazione mitici e dalla manipolazione della documentazione storica per fini politici. Vengono trovate le origini del razionalismo politico greco nelle origini della polis nel primo periodo arcaico. L'articolo termina con una discussione sul rapporto tra il razionalismo politico greco e lo sviluppo della polis in Etruria e Roma arcaica.
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Pansardi, Pamela. „IL CONCETTO DI LEGITTIMITÀ: FRA TEORIA E RICERCA EMPIRICA“. Il Politico 254, Nr. 1 (07.06.2021): 103–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.563.

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Il concetto di legittimità è senza dubbio uno dei più diffusi ed ambigui del linguaggio politico. L’attribuzione di legittimità ad un certo oggetto politico (il potere politico, un’istituzione politica, un dato sistema politico) sembra consistere in un’attribuzione di valore positivo a quello stesso oggetto. tuttavia, all’interno della letteratura sulla legittimità, non sembra esservi accordo su quale proprietà (o insieme di proprietà) un certo oggetto debba presentare per essere considerato legittimo.
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Severino, Paolo. „Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica“. STUDI JUNGHIANI, Nr. 52 (November 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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Severino, Paolo. „Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica“. STUDI JUNGHIANI, Nr. 52 (November 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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Cappelli, Ottorino. „AMMINISTRAZIONE E POLITICA IN URSS NELLE ANALISI COMPARATE DELLA SCIENZA POLITICA OCCIDENTALE“. Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, Nr. 1 (April 1988): 137–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017299.

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IntroduzioneAlla fine degli anni Sessanta la sovietologia era ancora un'«ibrida arte» orientata in senso interdisciplinare, priva di metodologie analitiche rigorosamente definite e in gran parte rinchiusa nei confini degli studi di area. Nei due decenni successivi alla seconda guerra mondiale era stato soprattutto il dialogo con la scienza politica in generale e con la politica comparata a rimanere penalizzato. Diversi erano gli approcci, le categorie, gli strumenti metodologici adoperati per analizzare i sistemi politici dell'est e dell'ovest. Tra le ricerche sull'URSS e gli studi politologici sull'occidente mancava un linguaggio disciplinare comune, non v'era simbiosi concettuale. Contribuivano a questa separatezza disciplinare sia la percezione di una assoluta estranietà tra «mondo socialista» e democrazie costituzionali, legata al contesto politico della guerra fredda, sia l'egemonia culturale del modello totalitario, fondato sul presupposto dell'unicità del sistema politico sovietico.
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Dissertationen zum Thema "Il Politico"

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Di, Girolamo Annarita Silvia <1982&gt. „Atto politico e motivazione politica“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3981/1/Di_Girolamo_Annarita_Silvia__Tesi.pdf.

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Scopo dell’elaborato risulta l’analisi del rapporto tra atto politico e motivazione politica. Partendo da una ricostruzione storica, l’obiettivo del lavoro è mettere in luce i profili problematici ed i riflessi che l’atto politico – tema apparentemente sopito tanto a livello dottrinale, quanto giurisprudenziale - ricomincia, soprattutto grazie a un certo numero di recenti pronunce dei giudici amministrativi, ad avere, fornendo nuovi spunti di riflessione. Proprio questa nuova tendenza giurisprudenziale, diventa l’oggetto di analisi del terzo capitolo. In esso si esamina il repertorio di casistica giurisprudenziale in materia di atti di alta amministrazione. In breve, tale capitolo viene orientato all’esame di tutte quelle tipologie di atti emergenti dalla valutazione caso per caso effettuata dalla giurisprudenza che, nel tempo, sono state fatte rientrare nel novero degli atti di alta amministrazione, al fine di mettere in evidenza la necessità di un riequilibrio della categoria dell’atto di alta amministrazione, che ormai sembra non apparire più rispondente alla ratio della sua previsione, verso l’emersione di una nuova categoria: il provvedimento amministrativo a motivazione politica. In particolare, si sostiene come non si possano ritenere rientranti tra gli atti di alta amministrazione quegli atti a carattere puntuale a motivazione politica, cioè sorretti da ragioni di fiduciarietà politica, quali, ad esempio, le nomine di carattere fiduciario, strettamente informate dalla contingenza politica. Evidentemente, se tale base giustificativa costituisce la ratio sottesa alla legittimità di tali nomine, non si comprende la ragione per cui l’atto di revoca degli incarichi derivanti da tali nomine sia sottoposto ad un sindacato di ragionevolezza cui sfugge la nomina stessa da cui origina. Ed allora non può non ammettersi che anche l’atto di revoca possa essere sorretto da una motivazione politica perché, altrimenti, perderebbe ragione d’essere anche la nomina stessa. La corrispondenza di disciplina tra nomina e revoca si renderebbe necessaria in quanto, in caso contrario, risulterebbero vanificate fin dall’inizio le esigenze garantiste da assicurare ai singoli e si rischierebbe di bloccare il corretto esercizio della funzione di governo. Si propone, allora, la prospettazione della nuova categoria del provvedimento amministrativo a motivazione politica come quella categoria che, contraddistinta dal carattere della fiduciarietà, venga in soccorso agli organi politici per un recupero effettivo del loro ruolo senza impingere con le esigenze di tutela dei singoli. L’ultimo capitolo della tesi, quindi, si incentra su “Il provvedimento a motivazione politica: una nuova categoria della politicità”. Si tenta di ricostruirne il particolare regime di disciplina, mettendo in evidenza i limiti e le deroghe alle previsioni della l. n. 241/1990, nonchè la peculiarietà di ritenere integrato il requisito della motivazione nella forma del “venir meno della fiducia”. Scopo dell’ultima parte del lavoro diviene, quindi, quello di comprendere quale volto assume la politicità degli atti nell’ordinamento contemporaneo. Si ipotizzano, infatti, tre facce della politicità degli atti, dislocate su tre diversi livelli: atto politico, atto di alta amministrazione e provvedimento amministrativo a motivazione politica.
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Di, Girolamo Annarita Silvia <1982&gt. „Atto politico e motivazione politica“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3981/.

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Scopo dell’elaborato risulta l’analisi del rapporto tra atto politico e motivazione politica. Partendo da una ricostruzione storica, l’obiettivo del lavoro è mettere in luce i profili problematici ed i riflessi che l’atto politico – tema apparentemente sopito tanto a livello dottrinale, quanto giurisprudenziale - ricomincia, soprattutto grazie a un certo numero di recenti pronunce dei giudici amministrativi, ad avere, fornendo nuovi spunti di riflessione. Proprio questa nuova tendenza giurisprudenziale, diventa l’oggetto di analisi del terzo capitolo. In esso si esamina il repertorio di casistica giurisprudenziale in materia di atti di alta amministrazione. In breve, tale capitolo viene orientato all’esame di tutte quelle tipologie di atti emergenti dalla valutazione caso per caso effettuata dalla giurisprudenza che, nel tempo, sono state fatte rientrare nel novero degli atti di alta amministrazione, al fine di mettere in evidenza la necessità di un riequilibrio della categoria dell’atto di alta amministrazione, che ormai sembra non apparire più rispondente alla ratio della sua previsione, verso l’emersione di una nuova categoria: il provvedimento amministrativo a motivazione politica. In particolare, si sostiene come non si possano ritenere rientranti tra gli atti di alta amministrazione quegli atti a carattere puntuale a motivazione politica, cioè sorretti da ragioni di fiduciarietà politica, quali, ad esempio, le nomine di carattere fiduciario, strettamente informate dalla contingenza politica. Evidentemente, se tale base giustificativa costituisce la ratio sottesa alla legittimità di tali nomine, non si comprende la ragione per cui l’atto di revoca degli incarichi derivanti da tali nomine sia sottoposto ad un sindacato di ragionevolezza cui sfugge la nomina stessa da cui origina. Ed allora non può non ammettersi che anche l’atto di revoca possa essere sorretto da una motivazione politica perché, altrimenti, perderebbe ragione d’essere anche la nomina stessa. La corrispondenza di disciplina tra nomina e revoca si renderebbe necessaria in quanto, in caso contrario, risulterebbero vanificate fin dall’inizio le esigenze garantiste da assicurare ai singoli e si rischierebbe di bloccare il corretto esercizio della funzione di governo. Si propone, allora, la prospettazione della nuova categoria del provvedimento amministrativo a motivazione politica come quella categoria che, contraddistinta dal carattere della fiduciarietà, venga in soccorso agli organi politici per un recupero effettivo del loro ruolo senza impingere con le esigenze di tutela dei singoli. L’ultimo capitolo della tesi, quindi, si incentra su “Il provvedimento a motivazione politica: una nuova categoria della politicità”. Si tenta di ricostruirne il particolare regime di disciplina, mettendo in evidenza i limiti e le deroghe alle previsioni della l. n. 241/1990, nonchè la peculiarietà di ritenere integrato il requisito della motivazione nella forma del “venir meno della fiducia”. Scopo dell’ultima parte del lavoro diviene, quindi, quello di comprendere quale volto assume la politicità degli atti nell’ordinamento contemporaneo. Si ipotizzano, infatti, tre facce della politicità degli atti, dislocate su tre diversi livelli: atto politico, atto di alta amministrazione e provvedimento amministrativo a motivazione politica.
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Macpherson, Sandra. „A "Politic well-wrought veil" : Edmund Burke's politico- aesthetic“. Thesis, McGill University, 1990. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=60059.

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The purpose of this thesis is to demonstrate the aesthetic strategy of the political philosophy of Edmund Burke, by considering the relation between the "artificial infinite" of the Enquiry Into our Ideas of the Sublime and Beautiful, and the "immemorial custom" of the Reflections on the Revolution in France. The argument addresses misreadings of Burke found in recent critical theories on the "aestheticism" of "bourgeois ideology."
The thesis shows that the demotion of the sublime in favour of the beautiful which is considered by these critics to be characteristic of bourgeois aestheticism, does not happen in Burke's aesthetics. It also shows that the "naturalism" of bourgeois ideology is contradicted by the strategic artificiality of Burke's politico-aesthetic. Insofar as the ideologue seeks to resolve the contingent aspects of language and history, Burke cannot be considered an ideological thinker. Rather, Burke's political philosophy consistently fails to provide the coalescence of subjective and universal which is required for ideology. Finally, the irreconcilable contingency of Burke's view of political experience shows that his conservatism is not, as his critics would have it, static and unchanging.
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FASULO, FILIPPO. „Potere e governo in Cina: l'idea di potere come fondamento del sistema politico“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2466.

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L’obiettivo di questa tesi è comprendere il sistema politico cinese. Tale intendimento è perseguito attraverso la definizione di uno schema interpretativo fondato sull’idea di potere. In questa tesi si assume che l’idea di potere sia funzionale alla definizione della forma di governo e viene analizzata l’evoluzione del sistema politico cinese attraverso modifiche dell’idea di potere. Il Potere è inteso come potere di governare e l’idea di potere viene definita sulla base di sei elementi comparabili: sovranità, esercizio, legittimità, obiettivo, limite e confine. Lo schema così delineato viene poi applicato alle principali teorie politiche cinesi con l’obiettivo di individuarne continuità e discontinuità. Pertanto le domande di ricerca vertono su quale sia l’idea di potere in Cina e quale sia la sua variazione diacronica. Infine vengono analizzati i risultati dell’applicazione dello schema interpretativo per comprendere l’attuale sistema politico. L’attenzione è rivolta soprattutto agli elementi del pluralismo, della relazione fra popolo ed esercizio di governo e sullo stato. Elemento centrale è il ruolo del pluralismo valoriale in rapporto al sistema politico.
The aim of this dissertation is to understand Chinese political system. This task is pursued trough the development of an interpretative schema based on the idea of power. This dissertation assumes the idea of power is functional in shaping the form of government and tries to analyze the evolution of Chinese political system via changes within the idea of power. Power is intended as power to govern and the idea of power is set trough six comparable items: sovereignty, exercise, objective, legitimacy, limit and border. This schema is then applied to China’s main political philosophy in order to trace continuities and discontinuities. Therefore Research questions are what the idea of power is and what its evolution was. Finally this dissertation analyzes outcomes from interpretative schema’s application to understand current political system. This dissertation focuses mainly on the element of pluralism, relation between the people and the exercise of the government and the state. This dissertation concentrates on the role of value pluralism in relation to the political system.
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FASULO, FILIPPO. „Potere e governo in Cina: l'idea di potere come fondamento del sistema politico“. Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2466.

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L’obiettivo di questa tesi è comprendere il sistema politico cinese. Tale intendimento è perseguito attraverso la definizione di uno schema interpretativo fondato sull’idea di potere. In questa tesi si assume che l’idea di potere sia funzionale alla definizione della forma di governo e viene analizzata l’evoluzione del sistema politico cinese attraverso modifiche dell’idea di potere. Il Potere è inteso come potere di governare e l’idea di potere viene definita sulla base di sei elementi comparabili: sovranità, esercizio, legittimità, obiettivo, limite e confine. Lo schema così delineato viene poi applicato alle principali teorie politiche cinesi con l’obiettivo di individuarne continuità e discontinuità. Pertanto le domande di ricerca vertono su quale sia l’idea di potere in Cina e quale sia la sua variazione diacronica. Infine vengono analizzati i risultati dell’applicazione dello schema interpretativo per comprendere l’attuale sistema politico. L’attenzione è rivolta soprattutto agli elementi del pluralismo, della relazione fra popolo ed esercizio di governo e sullo stato. Elemento centrale è il ruolo del pluralismo valoriale in rapporto al sistema politico.
The aim of this dissertation is to understand Chinese political system. This task is pursued trough the development of an interpretative schema based on the idea of power. This dissertation assumes the idea of power is functional in shaping the form of government and tries to analyze the evolution of Chinese political system via changes within the idea of power. Power is intended as power to govern and the idea of power is set trough six comparable items: sovereignty, exercise, objective, legitimacy, limit and border. This schema is then applied to China’s main political philosophy in order to trace continuities and discontinuities. Therefore Research questions are what the idea of power is and what its evolution was. Finally this dissertation analyzes outcomes from interpretative schema’s application to understand current political system. This dissertation focuses mainly on the element of pluralism, relation between the people and the exercise of the government and the state. This dissertation concentrates on the role of value pluralism in relation to the political system.
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Silva, Valdir Alvim da. „Poder politico e politicas publicas: inventario politico do poder oligarquico em Santa Catarina uma historia de dominação de classe“. reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1996. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/76518.

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Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Socio Economico, 1996
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Este trabalho constitui num estudo exploratório para se conhecer melhor as coisas de Santa Catarina. Assim, o Estado é analisado aqui sob a forma de um espaço de organização e controle do poder político desenvolvido por indivíduos organizados, numa ação de classe, como bloco no poder, expressão real do poder político. Indivíduos que possuem uma trajetória política pelas estruturas do Estado e exercem um papel histórico para a consolidação das transformações da própria estrutura, conformando os elementos do poder político de classe.
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Odello, Laura. „Scritture del politico“. Paris 3, 2007. http://www.theses.fr/2007PA030024.

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La thèse s’organise en deux volets :1. Le sujet souverain défini comme ipséité se constitue dans l’effacement fantasmatique de l’altérité qui loge en son cœur. Depuis ses premiers ouvrages analysant l’autoaffection vocale comme condition de la conscience de soi, Jacques Derrida n’a cessé d’œuvrer à un décentrement radical de cette autoposition souveraine du « je peux ». Il ne saurait donc être question de « tournant » dans sa pensée, même si ses écrits tardifs se consacrent plus explicitement à des questions juridico-politiques, en déconstruisant toutes les figures de la responsabilité qui sont liées à l’autonomie de l’ipse. Dissocier souveraineté et inconditionnalité, tel est l’enjeu d’une messianicité sans messianisme, pure structure d’attente exposée à la venue de l’événement. 2. De 1999 à 2001, la peine de mort a constitué le thème central du séminaire de Jacques Derrida. Or, la question de la peine de mort, scandée par l’histoire des déclarations internationales qui tentent d’en proclamer l’abolition sans y parvenir de façon inconditionnelle, se confond largement avec celle de la souveraineté en déconstruction, entre ses survivances dans des formes état-nationales et ses transformations en cours. Par ailleurs, la raison philosophique, dans son architectonique, semble être structurellement vouée à soutenir l’« échafaudage de l’échafaud », dont la critique, historiquement, se produit du côté de la littérature. Aussi, au fil des argumentations abolitionnistes d’Albert Camus ou de Victor Hugo, la réflexion se porte-t-elle, d’une part, sur la responsabilité de la littérature une hyper(ir)responsabilité qui lie l’espace littéraire à la démocratie à venir – et, d’autre part, sur la dimension méta-performative comme au-delà de la souveraineté même. L’enjeu de la déconstruction est et a toujours été la désobéissance du texte ou de la trace. Il y va, en somme, des écritures du politique
The thesis is divided into two parts :1. The sovereign subject, defined as ipseity, is constituted in the phantasmal erasure of otherness that inhabits its heart. Jacques Derrida, beginning with his earliest work — the texts that analyze vocal autoaffection as a condition of consciousness of the self — never ceased to elaborate a radical decentering of the sovereign autoposition of the “I can”. Thus there is no “turn” in his thought, even if his late work, devoted more explicitly to juridico-political questions, deconstructs the figures of responsibility that are tied to the autonomy of the ipse. Dissociating sovereignty and unconditionality leads to a messianicity without messianism, defined as a pure structure of expectation open to the occurrence of the event. 2. From 1999 to 2001, the central topic of Jacques Derrida’s seminar was death penalty. The question of capital punishment, as evidenced by the history of the universal declarations that have attempted to proclaim its abolition, though not without conditions, is generally related to the question of state sovereignty now in the process of deconstruction — moving between what is left of the forms of the nation-state and their progressive transformations. Furthermore, philosophical reason, in its architectonics, appears to be structurally devoted to sustaining the “scaffolding of the scaffold”, of which the critique, historically, has been carried out in literary works. So, following the course of the abolitionist arguments of Albert Camus or Victor Hugo, the thesis focuses, on the one hand, on the responsibility of literature — a hyper(ir)responsability that links literary space to the democracy to come – and, on the other, on the meta-performative dimension as beyond sovereignty itself. Deconstruction is, and has always been, concerned with the disobedience of the text, or of the trace. With the writings of the political, in sum
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Trolese, Elena <1987&gt. „Antonio politico comunicatore“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3636.

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Pigozzo, Chiara Alice. „Derrida filosofo politico“. Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421708.

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The task of this work is to prove that the Derrida’s deconstructionism is permeated by many philosophical, ethical and political implications. In order to understand the reasons why it is possible to consider Derrida as a “political philosopher”, I firstly try to see in which sense his deconstructive thought consists in questioning the western philosophical tradition. Derrida affirms that it is characterized by “Phonologocentrism” and, from the political point of view, by “Fallogocentrism” and “Ipsocentrism”. The crucial point of our researches concerns the idea that Deconstruction does not represent a negative, nihilistic and irresponsible theoretical operation. On the contrary, it historically corresponds to the “course of things”, it assumes the shape of an “event” and it constitutes an assumption of responsibility towards that same event. Thanks to Deconstruction we can obtain many concepts (i.e. Democracy “to come”, Justice beyond Right, and Messianic without Messianism) that are able to “overcome” the global political crisis by relaunching a new political conceptuality, and the identification of a new international subject (Europe “to come”) which is able to work with this deconstructed conceptuality. Derrida also engages an interesting debate with two great thinkers of the political crisis: W. Benjamin and C. Schmitt. Finally, the deconstruction is able to give a punctual interpretation of the most representative event of our time: September 11th, 2001.
In questo lavoro di ricerca s’intende mostrare come il decostruzionismo derridiano costituisca un tentativo filosofico forte, carico d’implicazioni etico-politiche. Per capire in che senso Derrida possa essere definito un “filosofo politico”, si approfondisce il modo in cui la decostruzione opera una messa in questione della tradizione filosofica occidentale che il Nostro interpreta in termini di fonologocentrismo, nonché, dal punto di vista politico, in termini di fallogocentrismo e ipsocentrismo. Il punto cruciale dell’interpretazione verte sull’idea che la decostruzione non rappresenti un’operazione negativa, nichilistica e irresponsabile; al contrario, essa corrisponderebbe al corso delle cose, ovvero coinciderebbe con una forma di avvenimento e con un’assunzione di responsabilità nei confronti di ciò che accade. In particolare, grazie alla decostruzione, emergerebbero concetti chiave (democrazia “a venire”, giustizia al di là del diritto, e messianico senza messianismo) per il “superamento” della crisi della concettualità politica moderna, e sarebbe possibile individuare un nuovo soggetto sulla scena internazionale (l’Europa “a venire”) in grado di effettuare un rilancio del politico in dissoluzione. In questo lavoro si mostra inoltre come Derrida ingaggi un serrato confronto con alcuni dei più illustri (anche se per molti aspetti distanti) pensatori politici della crisi del politico: Carl Schmitt e Walter Benjamin, e infine come il decostruzionismo derridiano sia in grado di fornire un’efficace interpretazione di quello che è considerato l’evento capitale della contemporaneità, l’11 settembre.
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10

Santin, Caterina <1989&gt. „Asilo Politico in Israele“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5516.

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La tesi qui presentata si propone di analizzare il sistema di asilo politico israeliano. Il fenomeno verrà studiato a partire da una contestualizzazione storica e politica che permetterà di inquadrare la situazione in cui nasce lo Stato di Israele, focalizzando l'attenzione in particolare sull'ideologia sionista che lo caratterizza e sulle teorie etnocentriche su cui è fondato. Seguirà un'indagine relativa al sistema migratorio israeliano, differenziato fra immigrazione ebraica e non ebraica, per passare poi ad esaminare in che modo Israele sia impegnato sul piano internazionale per quanto riguarda i rifugiati e richiedenti asilo. Il lavoro continuerà quindi con l'analisi dei casi di asilo politico che si sono presentati in Israele nei suoi primi cinquant'anni di vita. La seconda sezione del lavoro sarà invece dedicata agli anni più recenti: si vedrà innanzitutto come sia cambiata la situazione e quali siano le ragioni che hanno causato tale mutamento, nonché le novità in campo normativo, dovute al forte incremento di arrivi. La ricerca continuerà seguendo il percorso attuale di una richiesta di asilo: come viene presentata, esaminata e infine valutata una domanda. Nel terzo capitolo ci si soffermerà su quelle organizzazioni e movimenti che si occupano di richiedenti asilo e rifugiati in Israele, provando a capire chi sono, come e dove operano. Innanzitutto, verrà presentato l'UNHCR, agenzia delle Nazioni Unite; seguiranno poi diverse ONG, associazioni di vario tipo e altri movimenti attivi per la tutela dei rifugiati, mettendo particolarmente in rilievo come la popolazione stessa si sia attivata nel tempo, dando vita a molteplici forme di solidarietà. Ampio spazio sarà dato poi alla presentazione di coloro che costituiscono oggi i maggiori gruppi di richiedenti asilo, analizzandone l'origine, la storia, le motivazioni e lo svolgimento del viaggio, l'arrivo e le condizioni in cui versano una volta giunti in Israele. Per concludere, uno sguardo alle espressioni di razzismo e violenza che si sono registrate in Israele nell’ultimo periodo: da un lato, le reazioni negative della società all’incremento di arrivi di rifugiati e richiedenti asilo; dall’altro, la campagna xenofoba attuata da figure politiche, da autorità religiose, dai media, che ha contribuito ad incitare i cittadini contro la popolazione immigrata.
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Bücher zum Thema "Il Politico"

1

Plato. Politico. [Bari?]: Laterza, 1997.

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2

Brambilla, Marina Marzia. Linguaggio politico e politica delle lingue. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2011.

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3

Bodei, Remo. La politica, perché?: Riflessioni sull'agire politico. Roma: Donzelli, 2001.

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4

Rawls, John. Liberalismo politico. Milano: Edizioni di Comunità, 1994.

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5

Ungaro, Daniele. Localismo politico. Formello, RM [i.e. Roma]: Edizioni SEAM, 2001.

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6

D'Addio, Mario. Manzoni politico. Lungro di Cosenza (Cosenza): Marco, 2005.

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7

Rawls, John. Liberalismo politico. Torino: Ed. di Comunità, 1999.

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8

Aresta, Geraldo. Proteu politico. Barcelos, Portugal: Editora do Minho, 1988.

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9

Rèpaci, Leonida. Taccuino politico. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2001.

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10

Cervetto, Arrigo. L'involucro politico. Milano: Lotta comunista, 1994.

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Buchteile zum Thema "Il Politico"

1

Chakrabarty, Bidyut. „Politico-ideological issues“. In India’s Constitutional Identity, 77–108. Abingdon, Oxon ; New York, NY : Routledge, 2019. |: Routledge, 2019. http://dx.doi.org/10.4324/9780429507175-6.

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2

Chakrabarty, Bidyut. „Politico-ideological structures“. In India’s Constitutional Identity, 109–40. Abingdon, Oxon ; New York, NY : Routledge, 2019. |: Routledge, 2019. http://dx.doi.org/10.4324/9780429507175-7.

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3

Despres, John. „Politico-Military Assessment“. In Modeling and Analysis of Conventional Defense in Europe, 193–95. Boston, MA: Springer US, 1986. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4613-2175-0_11.

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4

Pettman, Ralph. „The Politico-Cultural Context“. In World Politics, 40–53. London: Palgrave Macmillan UK, 2001. http://dx.doi.org/10.1057/9780230286726_2.

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5

Pettman, Ralph. „The Politico-Social Dimension“. In World Politics, 54–64. London: Palgrave Macmillan UK, 2001. http://dx.doi.org/10.1057/9780230286726_3.

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6

Pettman, Ralph. „The Politico-Economic Dimension“. In World Politics, 65–72. London: Palgrave Macmillan UK, 2001. http://dx.doi.org/10.1057/9780230286726_4.

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7

Pettman, Ralph. „The Politico-Strategic Dimension“. In World Politics, 73–76. London: Palgrave Macmillan UK, 2001. http://dx.doi.org/10.1057/9780230286726_5.

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8

Alvarado, Sergio J. „Representing Politico-Economic Knowledge“. In The Kluwer International Series in Engineering and Computer Science, 25–48. Boston, MA: Springer US, 1990. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4613-1561-2_2.

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9

Nove, Alec, und Desmond Donnelly. „A Politico-Economic Appraisal“. In Trade with Communist Countries, 55–57. London: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781003243328-8.

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10

Mehan, Asma. „City of Politico-Religious Reasons“. In Tehran, 7–25. London: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781003140795-2.

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Konferenzberichte zum Thema "Il Politico"

1

Carvalho, Camila dos Santos, Mauriceia Ligia Neves da Costa Carneiro und Thaysa Oliveira. „A DIMENSÃO POLITICO CULTURAL DA POLITICA DE ASSISTÊNCIA SOCIAL EM TEMPOS DE COVID 19“. In ANAIS DO 2º CONGRESSO BRASILEIRO CIÊNCIA E SOCIEDADE. Galoa, 2021. http://dx.doi.org/10.17648/cbcs-2021-137817.

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2

Evre, Bülent. „The Politico-Psychological Factors Of The Cyprus Conflict“. In 4th icPSIRS International Conference on Political Science, International Relations and Sociology. Cognitive-crcs, 2017. http://dx.doi.org/10.15405/epsbs.2017.02.14.

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3

Moatti, Alexandre. „Retour sur quelques interprétations politico-écologiques de Ramuz“. In Ramuz et la nature. Perceptions et interdépendances. Fabula, 2023. http://dx.doi.org/10.58282/colloques.8960.

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4

Hua, Dianya Mia, Rhys Jones, Jeffrey Bardzell und Shaowen Bardzell. „The Hidden Language of Vibrators: A Politico-Ontological Reading“. In DIS '22: Designing Interactive Systems Conference. New York, NY, USA: ACM, 2022. http://dx.doi.org/10.1145/3532106.3533448.

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5

Neocleous, Costas, und Christos N. Schizas. „Modeling socio-politico-economic systems with time-dependent fuzzy cognitive maps“. In 2012 IEEE International Conference on Fuzzy Systems (FUZZ-IEEE). IEEE, 2012. http://dx.doi.org/10.1109/fuzz-ieee.2012.6250798.

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6

Gluhova, Alexandra. „POLITICO-INSTITUTIONAL FACTORS OF STRUCTURING OF URBAN CONFLICTS IN MODERN RUSSIA“. In 5th International Multidisciplinary Scientific Conferences on SOCIAL SCIENCES and ARTS SGEM2018. STEF92 Technology, 2018. http://dx.doi.org/10.5593/sgemsocial2018/1.2/s01.025.

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7

Dyachenko Olga, Viktorovna, und Andrey Petrovich Mazurenko. „LA POLITIQUE LÉGISLATIVE EN TANT QUE STRATÉGIE ET TACTIQUE LÉGISLATIVE“. In Themed collection of papers from Foreign International Scientific Conference «Science and innovation in the framework of the strategic partnership between Algeria and Russia» by HNRI «National development» in cooperation with the University of Science and Technology Houari Boumediene. April 2024. Crossref, 2024. http://dx.doi.org/10.37539/240425.2024.59.13.008.

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The purpose of the study is to analyze modern law-making policy as a strategy and tactics in the field of lawmaking. The main method is a comparative analysis of different points of view on this type of legal policy. As a result of the research, the author's conclusions about the signs and concepts of the political and legal phenomenon under consideration are presented. Le but de l'étude est d'analyser la politique juridique moderne en tant que stratégie et tactique dans le domaine de l'élaboration de lois. La principale méthode consiste à comparer les différents points de vue sur ce type de politique juridique. En tant que résultat de l'étude, les conclusions de l'auteur sur les caractéristiques et la notion du phénomène politico-juridique en question.
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8

Ivannikov, Ivan. „Politico-legal values of the European community and the specifics of Russia“. In The 20th anniversary of Russia's accession to the Council of Europe. History and prospects ». ru: INFRA-M Academic Publishing LLC., 2016. http://dx.doi.org/10.12737/23304.

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9

Luz, Camila Santiago. „O estoicismo e o modelo de homem politico do imperador-filósofo romano“. In IV Congresso Internacional de História. Programa de Pós-Graduação em História e Departamento de História - Universidade Estadual de Maringá - UEM, 2009. http://dx.doi.org/10.4025/4cih.pphuem.402.

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10

Casian, Angela, und Daniel Madan. „Post-pandemic period: budgetary policy – fiscal pro or countercyclical approach“. In International Scientific Conference “30 Years of Economic Reforms in the Republic of Moldova: Economic Progress via Innovation and Competitiveness”. Academy of Economic Studies of Moldova, 2022. http://dx.doi.org/10.53486/9789975155663.38.

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Actualitatea studiului este determinată de necesitatea intervenției rapide și sistemice a statului prin instrumente de ordin economic, social, politic și nu în ultimul rând financiar, impactul deciziilor de politică bugetar – fiscală și amploarea efectelor acesteia în perioada care o traversează întreaga umanitate denumită generic pandemia Covid-19. Astfel, scopul primordial îl constituie clarificarea abordării pro sau contraciclice a politicii financiare, și în special a celei bugetar – fiscal, ce urmează a fi proiectată și implementată, în regim de urgență, în Republica Moldova, începutul deja fiind ratat, demotivant și haotic, negat cu înverșunare ca fiind obiectiv de bază al perioadei 2019 – 2021 de către guvernul socialist de la Chișinău. În vederea atingerii scopului stabilit, respectivul studiu s-a axat pe următoarele obiective operaționale: confruntarea politicii bugetar-fiscale contraciclice vs prociclice; analiza situației Bugetului de Stat și a politicii bugetar-fiscale postCovid, enunțarea unor propuneri de politici pentru relansarea economică.
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Berichte der Organisationen zum Thema "Il Politico"

1

Kinney, Douglas. The Politics of Intervention - Panama and U.S. Grand Strategy for the Trans-Century Politico-Military Environment. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, Januar 1990. http://dx.doi.org/10.21236/ada437746.

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2

Tyson, Paul. Sovereignty and Biosecurity: Can we prevent ius from disappearing into dominium? Mέta | Centre for Postcapitalist Civilisation, 2021. http://dx.doi.org/10.55405/mwp3en.

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Drawing on Milbank and Agamben, a politico-juridical anthropology matrix can be drawn describing the relations between ius and bios (justice and political life) on the one hand and dominium and zoe (private power and ‘bare life’) on the other hand. Mapping movements in the basic configurations of this matrix over the long sweep of Western cultural history enable us to see where we are currently situated in relation to the nexus between politico-juridical authority (sovereignty) and the emergency use of executive State powers in the context of biosecurity. The argument presented is that pre-19th century understandings of ius and bios presupposed transcendent categories of Justice and the Common Good that were not naturalistically defined. The very recent idea of a purely naturalistic naturalism has made distinctions between bios and zoe un-locatable and civic ius is now disappearing into a strangely ‘private’ total power (dominium) over the bodies of citizens, as exercised by the State. The very meaning of politico-juridical authority and the sovereignty of the State is undergoing radical change when viewed from a long perspective. This paper suggests that the ancient distinction between power and authority is becoming meaningless, and that this loss erodes the ideas of justice and political life in the Western tradition. Early modern capitalism still retained at least the theory of a Providential moral order, but since the late 19th century, morality has become fully naturalized and secularized, such that what moral categories Classical economics had have been radically instrumentalized since. In the postcapitalist neoliberal world order, no high horizon of just power –no spiritual conception of sovereignty– remains. The paper argues that the reduction of authority to power, which flows from the absence of any traditional conception of sovereignty, is happening with particular ease in Australia, and that in Australia it is only the Indigenous attempt to have their prior sovereignty –as a spiritual reality– recognized that is pushing back against the collapse of political authority into mere executive power.
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3

Grosso, Julio E. Politico-Military Relations, a Basis for Military Interaction between Argentina and the United States. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, Juni 1990. http://dx.doi.org/10.21236/ada227316.

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4

Phelps, Priscilla M. La Contribución del Desarrollo Local y Municipal. Inter-American Development Bank, Dezember 2003. http://dx.doi.org/10.18235/0007452.

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Esta presentación fue comisionada por la Red de Reducción de la Pobreza y Protección Social del Diálogo Regional de Política para la VI Reunión Hemisférica celebrada los días 9 y 10 de diciembre de 2003. Convergencia entre el desarrollo local/communitaria y el desarrollo municipal. Nuevo concepto del tejido socio-politico entre la comunidad, el sector privado y el gobierno local. Creciente reconocimiento del gobierno local como un intermediario apropiado para ciertos tipos de intervenciones y un participante necesario en otros. Énfasis en la sistematización y replicabilidad de las experiencias ganadas.
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5

Tyson, Paul. Climate Change Mitigation and Human Flourishing: Recovering Teleology, Avoiding Tyranny. Mέta | Centre for Postcapitalist Civilisation, 2021. http://dx.doi.org/10.55405/mwp5.

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It is most unlikely that adjusting to a 1.5 to 2 degree hotter world is possible within the prevailing political and economic norms of our times. In our post-capitalist times we need to modify modern technological market “liberalism” (which has become, actually, techno-feudalism). If we do not modify our present norms, the collapse of the natural means of power and privilege native to our present world order makes it almost inevitable that democratic liberalism will devolve further into a distinctly anti-liberal species of techno-tyranny. To avoid such a dystopian future, this paper explores how we might re-imagine our global politico-economic norms without embracing techno-tyranny. The argument put forward is that modern liberalism makes the means of personal wealth accumulation and private freedom, the end of public life. This confusion of means with ends implies, ironically, that if our means become unviable, we have no way of aiming at valuable human ends by different means. We have a culturally assumed faulty teleology in political economics and in our philosophy of technology. A revised form of Aristotle’s teleology is proposed whereby an understanding of common human flourishing defines human ends, and where a range of new means could then be pursued to achieve that end, respecting the natural limitations on means that are now upon us.
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6

Bolton, Laura. Armed Groups and Mining. Institute of Development Studies (IDS), September 2021. http://dx.doi.org/10.19088/k4d.2021.137.

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The relationship between armed groups and mining is complex. Reports of armed interference in mining are provided by the United Nations (UN) Group of Experts on the Democratic Republic of Congo (DRC) and reported in the literature, including which groups have been found to operate in which areas. Academic analysis finds the presence of industrial mining companies reinforces the power of politico-military entrepreneurs. This rapid review found a relatively large body of literature on the issue of armed groups and mining. Articles are a mix of academic literature and agency report prioritised based on relevance to the question, date, and location. The complexity of the issue requires broader investigation than is possible within the scope of a K4D helpdesk.
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7

Anwar, Shamena, Patrick Bayer und Randi Hjalmarsson. Politics in the Courtroom: Political Ideology and Jury Decision Making. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, Mai 2015. http://dx.doi.org/10.3386/w21145.

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8

Nazneen, Sohela. Women’s Leadership and Political Agency in Fragile Polities. Institute of Development Studies, Juni 2022. http://dx.doi.org/10.19088/ids.2022.046.

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Recent evidence from Afghanistan shows that even in the most difficult contexts, women will still protest for their rights. This paper draws on evidence from the Action for Empowerment and Accountability (A4EA) research programme to show how women express their political agency and activism and seek accountability in repressive contexts. A4EA research looked at cases of women-led protest in Egypt, Mozambique, Nigeria, and Pakistan, and explored women’s political participation in Nigeria and Pakistan. The research shows that despite some success in claim-making on specific issues, ‘sticky norms’ and male gatekeeping prevail and govern women’s access to public space and mediate their voice in these contexts. The paper concludes by calling on donors to go beyond blueprints in programming, and to work in agile and creative ways to support women’s rights organising.
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9

Diprose, Rachael, Amalinda Savirani und Tamas Wells. Gender-inclusive Development and Decentralised Governance: Promoting Women’s Voice and Influence through Collective Action in Rural Indonesia. University of Melbourne with Universitas Gadjah Mada and MAMPU, 2020. http://dx.doi.org/10.46580/124335.

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Annotation:
This peer-reviewed research and policy paper draws on analysis of how women influence decision making in Indonesia's multi-level governance structure under the new Village Law in Indonesia. The analysis identifies the ways that women, through different causal processes, influence development priorities, spending, projects, policies and policy actors, as well as social norms in communities. The analysis draws from a large, qualitative comparative study conducted in different places throughout Indonesia, providing an analytical framework for understanding variation in social and politico-economic contexts in terms of the constraints and opportunities for gender inclusion and women's empowerment. The research also explains variations in the processes by which women exercise voice and influence in these differing contexts, providing considerations for policy makers and others concerned with gender inclusion, women's empowerment and everyday wellbeing.
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10

Diprose, Rachael, Amalinda Savirani und Tamas Wells. Gender-inclusive Development and Decentralised Governance: Promoting Women’s Voice and Influence through Collective Action in Rural Indonesia. University of Melbourne with Universitas Gadjah Mada and MAMPU, 2020. http://dx.doi.org/10.46580/124335.

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This peer-reviewed research and policy paper draws on analysis of how women influence decision making in Indonesia's multi-level governance structure under the new Village Law in Indonesia. The analysis identifies the ways that women, through different causal processes, influence development priorities, spending, projects, policies and policy actors, as well as social norms in communities. The analysis draws from a large, qualitative comparative study conducted in different places throughout Indonesia, providing an analytical framework for understanding variation in social and politico-economic contexts in terms of the constraints and opportunities for gender inclusion and women's empowerment. The research also explains variations in the processes by which women exercise voice and influence in these differing contexts, providing considerations for policy makers and others concerned with gender inclusion, women's empowerment and everyday wellbeing.
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