Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Fry, Lucy“

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Fry, Lucy"

1

Mackinnon, Nick. „The Portrait of Fra Luca Pacioli“. Mathematical Gazette 77, Nr. 479 (Juli 1993): 130. http://dx.doi.org/10.2307/3619717.

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2

Ruberti, Saverio, und Raffaella Visini. „Competenza tecnica e attitudinipersonali nel lavoro dello psicoterapeuta cognitivista“. PSICOBIETTIVO, Nr. 1 (März 2021): 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001012.

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L'articolo approfondisce il rapporto fra gli aspetti tecnici della psicoterapia cognitiva e le dinamiche personali e affettive che intercorrono fra terapeuta e paziente. Gli autori evidenziano la crescente valorizzazione della relazione terapeutica nella psicoterapia cognitiva e mettono a fuoco i fattori di carattere emotivo nelle interazioni fra terapeuta e paziente, e il loro ruolo nella produzione del cambiamento. Questi elementi sono analizzati alla luce dei più recenti modelli di trattamento, noti come Terza Ondata della terapia cognitivocomportamentale.
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3

Scerbo, Andrea. „Culture e discipline costituzionali in tema di pena: Italia, Stati Uniti e Canada a confronto“. QUESTIONE GIUSTIZIA, Nr. 5 (Januar 2011): 152–70. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005011.

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1, Premessa e delimitazione del campo d'indagine / 2. Lo stretto legame fra diritto penale e Costituzioni / 3. Fini e funzioni della pena alla luce della giurisprudenza costituzionale: l'Italia / 4. ... segue: gli Stati Uniti / 5. ... segue: il Canada.
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4

Hann, John H. „1630 Memorial of Fray Francisco Alonso de Jesus on Spanish Florida's Missions and Natives“. Americas 50, Nr. 1 (Januar 1993): 85–105. http://dx.doi.org/10.2307/1007265.

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For the study of Spanish Florida's missions and natives the 1630 memorial by Fray Francisco Alonso de Jesus is a most important document that, strangely, has been little used to date. It ranks in significance with the 1675 letter of Bishop Gabriel Díaz Vara Calderón covering his pastoral visitation of Florida, published in 1936 by the Smithsonian Institution Press in a translation by Lucy N. Wenhold. Fray Alonso's memorial covers some of the same ground as the bishop's letter, but contains additional information dating from almost a half century earlier just before the beginning of the formal evangelization of the province of Apalachee. Fray Alonso covers topics such as the characteristics of the land, its trees and plants and minerals, its Indians and their customs, appearance, clothing, houses, council house, languages, government, inheritance system, tribute payment to native leaders, games, music, and dance, burial practices in heathen times, heathens who were clamoring for baptism in 1630, the number of doctrinas and villages and places belonging to the doctrinas, the number of Christians and catechumens, and the manner of construction of the churches.
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Testino, Arianna. „Empatizzare con i luoghi“. Balthazar 1, Nr. 6-7 (01.12.2023): 33–44. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/22270.

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Usando come bussola l’acqua, il rispecchiamento e il concetto di superficie, il saggio intende mettere in luce i punti di contatto fra la poetica di Iosif Brodskij, J.M.W. Turner, John Ruskin e Venezia, la città che accolse il loro sguardo.
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6

Pisu, Stefano. „Luce in periferia: rappresentazioni della Sardegna negli audiovisivi del fascismo“. MONDO CONTEMPORANEO, Nr. 3 (März 2013): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003001.

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Luce in periferia: rappresentazioni della Sardegna negli audiovisivi del fascismo, Stefano Pisu Oggetto del contributo sono le rappresentazioni cinematografiche della Sardegna offerte dai documentari e dai cinegiornali dell'Istituto Luce durante il fascismo. Nella produzione Luce l'autore riscontra una continua tensione fra le immagini di una Sardegna tradizionale - idillica ma anche arretrata - e quelle di un'isola piů dinamica, che viene trasformata dal regime fascista e proiettata nella modernitŕ. La diversitŕ delle rappresentazioni del Luce č ascrivibile al generale cambiamento di prioritŕ nell'agenda del potere, anche se non si puň parlare di cesure nette. Per l'autore č tuttavia sensibile il passaggio dalla rappresentazione dominante degli aspetti folclorici e tradizionali - frutto anche della mitologia ruralista degli anni Venti, che concedeva visibilitŕ all'esotismo locale delle periferie - al cambio di segno dalla seconda metŕ degli anni Trenta. L'Italia fascista, diventata una potenza imperiale e poi ufficialmente razzista, poteva rappresentare con il cinema la sua missione "civilizzatrice" anche negli spazi nazionali periferici, ancor piů in quelle aree, come la Sardegna, oggetto giŕ in etŕ liberale di discorsi pseudoscientifici e discriminatori.
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Grimshaw, Jean. „Luce Irigaray: Philosophy in the Feminine“. Feminist Review 42, Nr. 1 (November 1992): 111–14. http://dx.doi.org/10.1057/fr.1992.55.

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Mele, Vincenza, Giuseppina Girlando und Elio Sgreccia. „La diagnosi genetica sui lavoratori: recenti acquisizioni scientifiche, problematiche etiche ed etico-giuridiche“. Medicina e Morale 39, Nr. 2 (30.04.1990): 301–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1183.

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L'articolo si propone di suggerire alcune linee etiche direttive in tema di diagnosi genetica sui lavoratori alla luce dei principi della bioetica personalista, tenendo conto del contributo dei più importanti documenti giuridici europei e statunitensi. La riflessione etico-giuridica si muove sulla base delle recenti acquisizioni scientifiche a proposito dell'associazione fra status genetico e malattie professionali, e si basa su vari parametri, fra cui il grado di certezza di tale associazione, la gravità della malattia e le finalità del test diagnostico.
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Fusar Poli, Elisabetta. „Oltraggi d’autore“. LawArt 1, Nr. 1 (30.01.2020): 140–80. http://dx.doi.org/10.17473/lawart-2020-1-6.

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Lo studio propone un’indagine in prospettiva storica intorno al dialogo multiforme fra arte e diritto, prendendo in considerazione l’arte come oggetto di diritto e, al contempo, come dispositivo di interrelazione, ovvero come diaframma materiale e concettuale fra cultura giuridica e cultura tout court. Entro questa prospettiva, è affrontata la questione della ‘vera arte’ nell’interpretazione del giurista, attraverso la giurisprudenza in tema di oltraggio al pudore, fra codice penale liberale e codice del 1930. La transizione fra i due testi normativi, che vedono la luce in contesti storici e culturali profondamente differenti, porta a un apparente affrancamento normativo dell’arte dalla morale, finché la libertà dell’arte troverà forma costituzionale. Il dissidio fra arte e morale, tuttavia, si mantiene vivo per il giurista, facendosi intrinseco alla possibilità di qualificare un’opera dell’ingegno quale opera d’arte.
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Facchi, Emanuele. „Dal territorio agli edifici: Arquata del Tronto in prospettiva diacronica“. TERRITORIO, Nr. 96 (September 2021): 18–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096002.

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La montagna fra Umbria e Marche, frequentemente colpita da devastanti terremoti è oggi un caso limite fra le ‘aree interne', ‘fragili': ripercorrere sul più lungo periodo i rapporti fra vita sociale e costruzione dell'abitato, uso del territorio, vie di comunicazione, dà un senso e una misura al recupero dei due edifici simbolo di Arquata, la Rocca e il convento di San Francesco, ma mette anche in luce le radici di una crisi più profonda e più remota. Gli studi sulle Marche, nel secondo dopoguerra hanno precocemente mostrato l'utilità di vedere temi oggi essenziali, l'ambiente e la sostenibilità, in una prospettiva storica e sono una premessa necessaria di questo tentativo.
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Dissertationen zum Thema "Fry, Lucy"

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Tremolada, Pierantonio. „"E fu annoverato fra iniqui" : prospettive di lettura della Passione secondo Luca alla luce di Lc 22.37 (Is 53,12d) /“. Roma : Ed. Pontificio istituto biblico, 1997. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37648973t.

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Vaccaro, Luca <1987&gt. „ e : Francesco Maria Vialardi, fra filosofia, storia, politica e teatro“. Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8614/1/Luca%20Vaccaro.%20Tesi%20di%20dottorato%20in%20Culture%20letterarie%20e%20filologiche.%20Ciclo%20XXX.pdf.

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Questo lavoro ha l’obiettivo di descrivere la poco conosciuta biografia e attività letteraria del vercellese Francesco Maria Vialardi, attraverso documenti nuovi ed inediti. L’organizzazione formale dell’elaborato è suddivisa in tre parti: Una vita immaginata nella gloria dell’araldica imperiale (Parte I), Gli anni prima e dopo il carcere (Parte. II) e Lei che «spia sin quel, che si fa nel globo della Luna». Un esploratore del mondo sociale e politico (Parte. III). La prima prima parte del lavoro racchiude la descrizione degli anni dalla nascita alla maturità dell’autore. La seconda parte, costituita da cinque capitoli, affronta l’ingresso dell’autore nella prestigiosa Accademia della Crusca e il commento alla Conquistata del Tasso, terminando con il resoconto della prigionia dell’autore presso le carceri del Santo Uffizio di Roma. Il secondo e terzo capitolo della terza parte sono dedicati all’analisi del vivere politico-letterario dell’autore. Rimanendo nel contesto letterario dell’Accademia degli Umoristi, l’ultimo capitolo «AMOR SOL MERTA Amore» si distacca dalla biografia del Vialardi per abbracciare la relazione tra l’ambiente letterario romano e quello bolognese. Protagonisti di quest’ultimo capitolo sono l’inedito carteggio tra il cardinale M. Barberini e il poeta R. Campeggi e lo spettacolo teatrale bolognese dei Quattro elementi.
The objective of this doctoral thesis is to trace, by using new and unpublished documents, the less-known biography and literary work of Vercelli’s writer Francesco Maria Vialardi. The work is presented in three main Parts: Part 1. A life in the glory of imperial heraldry, Part 2. The years before and after imprisonment, and Part 3. Lei che «spia sin quel che si fa nel globo della Luna». An explorer of the social and political life. The first Chapter covers the author’s life from his birth to his transition to adulthood. The second five-Chapter Part elaborates the period when the author was accepted in the prestigious Accademia della Crusca and his comment to the Tasso’s Conquistata, closing up with the period of his imprisonment in the Rome’s Santo Ufficio Prison. The second and third Chapters of the last part are dedicated to the analysis of Vialardi’s political and literary work. Faithful to the literary context of the Accademia degli Umoristi, his latest contribution «AMOR SOL MERTA Amore». Among the letters of Ridolfo Campeggi to Maffeo Barberini, the revision of the poem of the Lagrime di Maria Vergine and the wonderful theatrical representation in Bologna of the Quattro elementi (Four Elements) is a distinguished piece of work that creates a literary bridge between the settings of Rome and Bologna. Key elements of this last chapter are the unpublished correspondence between Cardinal M. Barberini and the poet R. Campeggi, as well as the Bologna’s play Quattro elementi (Four Elements).
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Nicolas, Guillaume Delamarche Paul. „Des données anatomiques à la simulation de la locomotion application à l'homme, au chimpanzé, et à Lucy (A.L. 288-1) /“. Rennes : Université Rennes 2, 2007. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00198655/fr.

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RICCIARDI, Giuseppe Carlo. „LA RIALLOCAZIONE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE FRA ENTI TERRITORIALI ALLA LUCE DELLA SEMPLIFICAZIONE E DELLA SPENDING REVIEW, NEL CONTESTO TRANSNAZIONALE“. Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2019. http://hdl.handle.net/11392/2488008.

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Negli ultimi dieci anni le autonomie locali hanno conosciuto una serie di interventi di riforma informati alla semplificazione della mappa amministrativa locale, alla razionalizzazione delle competenze ed alla spending review. Molte delle tensioni ordinamentali degli anni della crisi hanno conosciuto un primo approdo nella Legge n. 56 del 2014, la quale si caratterizza per alcuni punti qualificanti: essa ha trasformato le Province in Enti di 2a generazione, ha offerto applicazione alle Città metropolitane ed ha promosso un riordino delle funzioni amministrative degli Enti territoriali presso tutti i livelli del governo locale, nell’attesa della successiva riforma del Titolo V della Costituzione. A tale disciplina, tuttavia, si sono affiancati diversi provvedimenti normativi recanti disposizioni informate al risparmio della spesa pubblica legata alle dotazioni organiche e finanziarie degli Enti territoriali, che hanno dispiegato effetti immediati sulla capacità amministrativa locale. Dopo una prima fase di attuazione della c.d. “Legge Delrio” da parte delle Regioni, il referendum costituzionale del 4/12/2016 ha fatto registrare esito negativo, impedendo il completamento del programma di riforme ed aprendo ad una nuova stagione di incertezze operative per le autonomie locali. Con queste premesse, la ricerca mira a comprendere se il Legislatore potesse compiere scelte più coerenti ed individua su quali aspetti urge intervenire. In particolare, il lavoro parte dal sempre attuale, principio enunciato da M.S. Giannini, secondo il quale «in principio sono le funzioni», per comprendere se tale enunciato sia stato seguito dal Legislatore italiano. Si giunge alla conclusione che il Legislatore ha preferito fondare le proprie leggi di riforma su tagli lineari alla spesa pubblica incoerenti tra loro, anziché raggiungere i dichiarati risultati attesi in materia di razionale riallocazione delle funzioni amministrative, come sottolineato anche da alcune pronunce della Corte costituzionale. La ricerca individua, dunque, le soluzioni normative poco desiderabili sotto i profili del metodo e del merito e propone alcuni correttivi concretamente apportabili all’attuale disciplina, cercando di individuare dei principi di base – a completamento dell’adagio per il quale «in principio sono le funzioni» – propedeutici alla declinazione di una teoria della riallocazione funzionale valida per ogni eventuale riordino funzionale. La parte “speciale” della tesi affronta, invece, due distinti approfondimenti. Il primo descrive l’assetto funzionale degli Enti territoriali francesi, con un approccio di diritto comparato. In Francia le recenti riforme sembrano informate agli stessi obiettivi di quelle italiane, salvo risultare meglio programmate e recare una maggiore coerenza intrinseca tra le misure adottate negli anni per favorire la chiarificazione delle competenze. Il secondo approfondimento affronta il tema della dimensione europea di alcune politiche riguardanti gli Enti territoriali e tenta di ricostruire un legame tra alcune politiche transnazionali ed alcune politiche di sviluppo locale, con la finalità di sottolineare il ruolo della disciplina europea rispetto al supporto (anche economico) alle competenze amministrative delle autonomie locali. La ricerca si chiude con alcune proposte per una possibile teoria della riallocazione delle competenze amministrative, le quali evidenziano: a) l’esigenza di forme di interconnessione e di raccordo tecnico-funzionale tra i soggetti funzionali che agiscono nelle aree vaste; b) la necessità di ulteriori forme di differenziazione per quanto attiene al livello di governo comunale; c) l’utilità dell’accoglimento del principio di correlazione tra risorse e funzioni e, segnatamente, dell’applicazione dello schema «FOCJ» mutuato dalla teoria economica del federalismo funzionale a qualsiasi riordino di funzioni, soprattutto quelle fondamentali.
In the last ten years the local authorities have experienced a series of reform interventions shaped on the simplification of the local administrative map, the rationalization of competences and the spending review. Many of the tensions of the years of crisis experienced a first result in Law no. 56 of 2014, that it is characterized by some qualifying points: it transformed the Provinces into second-generation organizations, offered realization to metropolitan cities and promoted a reorganization of the administrative functions of territorial bodies, both fundamental and non-fundamental, at all levels of local government, waiting for the next reform of Title V of the Constitution. To this regulation, however, various legislative provisions have been added with orientated provisions towards saving public spending linked to the organic and financial endowments of local authorities that deployed immediate effects on local administrative capacity. After a first phase of implementation of the so called Delrio law by the Regions, the constitutional referendum of 4 December 2016 had a negative outcome, preventing the completion of the reform program and opening a new season of operational uncertainties for local authorities. With these premises, the research aims to understand if the Legislator could make more coherent choices and it identifies on which aspects it is urgent to intervene. In particular, the work starts from the always current principle enunciated by Massimo Severo Giannini, according to which «in principio sono le funzioni [in the beginning are the functions]», to understand if this statement was followed by the Italian Legislator. It is concluded that the legislature has preferred to base its reform laws on linear cuts to public spending that are inconsistent with each other, rather than achieving the expected results in terms of rational reallocation of administrative functions as also underlined by some rulings by the Constitutional Court. The research identifies, therefore, the legal solutions that are not desirable in terms of method and merit and it proposes some concretely applicable corrections to the current discipline, trying to identify basic principles – to complete the adage for which «in principio sono le funzioni [in the beginning are the functions]» – preparatory to the declination of a functional reallocation theory valid for any functional reorganization. The "special" part of the thesis deals with two distinct insights. The first one describes the functional structure of the French territorial authorities, with a comparative law approach. In France the recent reforms seem to be informed to the same objectives as those of Italy, unless they are better planned and bring greater intrinsic coherence among the measures adopted over the years to favor the clarification of competences. The second one deals with the topic of the European dimension of some policies concerning local authorities and tries to reconstruct a link between some transnational policies and some local development policies with the aim of underlining the role of the European discipline with respect to the support (also economic) to the administrative competences of the local authorities. The research closes with some proposals for a possible theory of the reallocation of administrative functions, which highlight: a) the need for forms of interconnection and technical-functional connection between functional subjects acting in wide areas; b) the need for further forms of differentiation as regards the level of municipal government; c) the usefulness of the acceptance of the principle of correlation between resources and functions and, in particular, of the application of the "FOCJ" scheme borrowed from the economic theory of functional federalism to any reorganization of functions, especially fundamental ones.
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Brocherioux, Chrystèle Rétat Pierre. „Le mythe de Vauvenargues une interprétation polémique du dix-huitième siècle /“. [S.l.] : [s.n.], 1999. http://demeter.univ-lyon2.fr:8080/sdx/theses/lyon2/1999/cfieurgant.

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Sbordoni, Anna <1995&gt. „Il diritto d'autore dalle origini ad oggi. Confronto fra SIAE e Soundreef alla luce della direttiva 2014/26/UE e un'introduzione al diritto d'autore in architettura“. Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15508.

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Questo elaborato si propone di fornire un inquadramento storico e normativo del diritto d’autore, mostrandone l’evoluzione dalle origini alla recente liberizzazione che ha portato, in Italia, alla comparsa di alternative alla SIAE, in primis Soundreef. Analizzando la storia del diritto d’autore europeo, ci si sofferma in particolare sulle vicende inglesi e francesi del Settecento, che, sommate ad una percezione romantica, hanno creato le basi del diritto d’autore moderno. A fronte di differenze nazionali più o meno accentuate, si riscontra una matrice comune che, a partire dalla fine del XIX sec, numerosi stati hanno sentito l’esigenza di definire a livello internazionale, nell’ottica di una progressiva armonizzazione delle normative domestiche. Alle convezioni internazionali in materia è seguito un tentativo di armonizzazione, tuttora in atto, a livello dell’UE, con l’obiettivo di uniformare i trattamenti riservati agli aventi diritto nei diversi stati dello spazio comune europeo. Significativo è stato l’apporto della Dir. 2014/26/UE, che ha aperto nuove possibilità alle collecting societies europee ed agli aventi diritto che ad esse si affidano. Nello specifico, si analizzano le due società SIAE e Soundreef e si cerca un contributo da parte di professionisti del settore che permetta di capire, a livello pratico, l’impatto di quanto descritto. Infine, si analizza il caso particolare del diritto d’autore in architettura, cui spesso non viene dedicata particolare attenzione.
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Brocherioux, Chrystèle. „Le mythe de Vauvenargues : une interprétation polémique du dix-huitième siècle“. Lyon 2, 1999. http://theses.univ-lyon2.fr/documents/lyon2/1999/cfieurgant.

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La vie et l'oeuvre de Luc de Clapiers, marquis de Vauvenargues, invitent au mythe: d'une faible santé, le moraliste meurt en 1747, à l'ge de trente-deux ans, après avoir publié son Introduction à la connaissance de l'esprit humain suivie de Réflexions et Maximes, cette oeuvre, éditée en 1746, se caractérise par ses formes fragmentaires issues de la tradition morale mais révèle aussi les nombreuses influences subies par l'écrivain, du stoI͏̈cisme aux philosophies modernes, comme celle de Spinoza, tout en accordant une place prépondérante aux penseurs du dix-septième siècle, malgré le soutien de Voltaire, ses contemporains lui réservent un faible accueil mais des extraits de son ouvrage seront intégrés à l'Encyclopédie. La critique va s'emparer de ces éléments et faire du moraliste une figure exemplaire représentative de ce qu'elle accepte ou refuse du dix-huitième siècle. Comme ses contemporains, Vauvenargues place sa confiance dans la nature humaine, mais il ne cherche pas à abuser l'homme par une confiance excessive en ses facultés: il n'a donc pas participé à la décadence de la conscience humaine, de la notion du devoir et de la croyance en Dieu dont l'aboutissement est dans 1789 et la Terreur. Le mythe de Vauvenargues met en évidence les relations qu'une certaine classe politique et culturelle entretient avec le dix-huitième siècle. Il prouve aussi, par son évolution et son déclin, que l'intérêt d'une oeuvre est accru lorsqu'elle est étudiée pour elle-même, lorsqu'elle devient son propre référent. "
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Verraes, Jennifer. „Politiques de la parole filmée dans le cinéma de fiction. A quoi pensent les films quand ils parlent?“ Thesis, Paris 3, 2012. http://www.theses.fr/2012PA030160.

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Se pourrait-il que le cinéma ne se soit pas mis à parler parce qu’il avait quelque chose à dire, mais afin de faire parler la parole, de la mettre sur écoute, de renseigner les imaginaires discursifs qui configurent notre expérience commune ? Se pourrait-il que le langage soit ainsi inscrit au cœur du septième art, comme il fut au centre des savoirs de la modernité théorique ? Notre époque a inventé les moyens de reproduire techniquement la parole, mais n’a sans doute pas tout à fait pris la mesure de la révolution anthropologique induite par la visibilité exceptionnelle que ceux-ci lui donnent. Nous partons de l’hypothèse qu’il y a une pensée cinématographique du langage et de ses usages, un savoir (esthétique, rhétorique, poétique) qui s’ajoute à la parole dès lors qu’elle est représentée dans les films. Plaçant la parole filmée au centre de l’analyse de quatre fables cinématographiques — Fury (1936) de Fritz Lang, Fail Safe (1963) de Sidney Lumet, Salò (1975) de Pier Paolo Pasolini et Film Socialisme (2010) de Jean-Luc Godard —, ce travail donne à entendre quatre "leçons de langage", interrogeant les puissances et les infortunes de la parole dans un monde persuadé qu’il communique massivement. À quoi pensent les films quand ils parlent ? Entre autres choses, ils méditent la portée sociale et politique des actes de parole
Could it be that movies did not started talking because they had something to say, but in order to make the speech speak, to overhear it, to inform the discursive imaginaries that shape our common experience ? Could it be that language is at the very heart of the art of film, as it has been at the centre of modern theoretical knowledges ? Our times have invented the means of reproducing speech technically, but we have probably not fully appreciated the importance of the anthropological revolution induced by the exceptional visibility that it provides to it. Our hypothesis is that there is a cinematographic thought of language and of its uses, an aesthetical, rhetorical and poetical knowledge that is added to speech when it is represented in films. Putting the filmed speech in the centre of the analysis of four cinematographic fables — Fritz Lang’s Fury (1936), Sidney Lumet’s Fail Safe (1963), Pier Paolo Pasolini’s Salò (1975) and Jean-Luc Godard’s Film Socialisme (2010) — our work proposes four « language lessons », questioning the powers and misfortunes of speech in a world convinced that we communicate massively. What do films think when they talk ? Among other things, they meditate the social and political significance of speech acts
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SCOLARI, BALDASSARE. „State Martyr Representation and Performativity of Political Violence“. Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251176.

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L’indagine prende in esame l’uso e la funzione politica della figura del martire nello spazio pubblico contemporaneo. La ricerca, pur nel riferimento consapevole alla consolidata letteratura ormai classica sull'argomento, ha tra i propri riferimenti filosofici specificatamente la teoria del discorso di Michel Foucault, con la sua metodologia dell’analisi discorsiva, e segue un approccio transdiscipli¬nare fra scienze culturali e filosofia. Essa ha come punto di partenza, come caso di studio, la rappresentazione mediale del politico e statista democristiano Aldo Moro quale martire di stato durante e dopo il suo assassinio per opera delle Brigate Rosse nel 1978. La ricerca si sviluppa sulla scorta dell’ipotesi di una connessione fra procedure di legittimazione dell’autorità politica e delle strutture di potere e l’emergere della figura del martire di Stato. Le rappresentazioni martirologiche sono considerate pratiche discorsive performanti, attraverso le quali la morte di Moro viene ad assumere il significato di un martirio per lo Stato, la Repubblica Italiana e i valori democratici. L’ipotesi di lavoro è che, attraverso l’allocazione dello statuto di martire, la morte di Moro acquisisca il significato di un atto (volontario) di testimonianza della verità assoluta e trascendentale dei diritti umani, garantiti dalla costituzione (in particolare articolo 2 della Costituzione Italiana), così come della necessità dello Stato come garante di tali diritti. Attraverso questa significazione, la figura di Moro assurge inoltre a corpo simbolico dello Stato-nazione, legittimando lo stesso e fungendo da simbolo d’identificazione collettiva con la nazione. Si tratta qui di mettere in luce il rapporto intrinseco fra la figura del martire e una narrazione mitologica dello Stato, dove mito sta a indicare un «assolutismo del reale» (Absolutismus der Wirklichkeit). La ricerca vuole altresì mettere in luce la dimensione strumentale delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro, le quali hanno mantenuto e tuttora mantengono un’efficacia performativa nonostante il chiaro ed evidente rifiuto, espresso da Moro stesso, di essere sacrificato «in nome di un astratto principio di legalità.» La ricerca si propone di dimostrare la valenza di tale ipotesi di lavoro attraverso l’analisi dell’apparizione e diffusione delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro in forme mediali differenti nell’intervallo temporale di quattro decenni. Il corpus delle fonti preso in esame include: articoli di giornali e riviste, i documenti prodotti da Moro e della Brigate Rosse durante i 55 giorni di sequestro, trasmissioni televisive (documentari e reportage), opere letterarie e cinematografiche. La teoria discorsiva e l’analisi archeologico-genealogica sviluppate da Michel Foucault fungono da base teorico-metodologica del lavoro. Il taglio transdisciplinare dell’indagine rende necessaria la distinzione di due diversi piani di ricerca. In primo luogo, ci si pone come obiettivo di individuare e analizzare le diverse rappresentazioni come elementi di una formazione discorsiva il cui tema comune è la morte di Aldo Moro. Si tratta di operare una ricognizione, attraverso il lavoro empirico, dei modi di rappresentare l’uccisione di Aldo Moro e di individuare le regole che determinano ciò che può essere detto e mostrato a tale riguardo. In secondo luogo, a partire da qui, ci si propone di fare un’analisi critica dell’uso e della funzione del linguaggio e della simbologia di matrice religiosa all’interno della forma¬zione discorsiva presa in esame. L'obiettivo è di mettere così in luce non solo il dispositivo di legittimazione politica che presiede alla costruzione della figura del martire, ma anche la sua polivalenza.
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GORLA, Sandra. „Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII“. Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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Bücher zum Thema "Fry, Lucy"

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Macchia, Giovanni. Elogio della luce: Incontri fra le arti. Milano: Adelphi, 1990.

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Henson, F. C. Luck has little to do with it: Suggestions for successful small stream fly fishing. Lake City, CO: Western Reflections Publishing Company, 2013.

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Cantini, Federico, und Francesco Salvestrini, Hrsg. Vico Wallari – San Genesio ricerca storica e indagini archeologiche su una comunità del medio Valdarno inferiore fra alto e pieno medioevo. Florence: Firenze University Press, 2010. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-598-6.

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Il volume raccoglie le relazioni presentate nel corso della giornata di studio tenutasi a San Miniato il primo dicembre 2007, dedicata all'indagine storiografica e ad un bilancio della lunga ricerca archeologica condotte sul sito di San Genesio nel Valdarno inferiore, villaggio che ebbe continuità insediativa dall'Antichità al pieno Duecento e che venne definitivamente abbandonato a seguito di una violenta distruzione da parte degli abitanti della vicina San Miniato al Tedesco. La località è nota dalle fonti scritte per alcune assemblee e incontri politici ad alto livello ivi tenutisi fra XI e XII secolo, incontri destinati a svolgere un ruolo significativo nel più ampio contesto della Toscana comunale. L'abitato è stato riportato alla luce nel corso di una quasi decennale campagna di scavo che ha fornito risultati di grande rilievo, tali da farne un interessantissimo case-study. Il volume si pone come momento di confronto fra metodologia storica e archeologica ed ha l'ambizione di evidenziare la grande utilità della collaborazione interdisciplinare sul terreno di realtà campione particolarmente propizie. Nel contempo esso fornisce un primo quadro complessivo circa la storia di un centro abbandonato ma dal passato ricco ed eccezionalmente documentato, proponendo un punto di riferimento per altre analoghe indagini destinate a far luce sulle vicende politiche, sulle istituzioni eclcesiastiche e sulle dinamiche del popolamento nell'Italia medievale.
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Roberto, Mugavero, Hrsg. La Madonna di San Luca fra storia e fede. San Giorgio di Piano, BO [i.e., Bologna]: Minerva edizioni, 2001.

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Special World Conference to Celebrate Fra' Luca Pacioli (1994 Venice, Italy). Convegno internazionale straordinario per celebrare Fra' Luca Pacioli =: Special World Conference to Celebrate Fra' Luca Pacioli : Venezia, Centro Zitelle, 9-12 aprile 1994. [Milano]: IPSOA editore, 1995.

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Guerrini, Mauro, Alessandro Parenti und Tiziana Stagi, Hrsg. Carlo Battisti linguista e bibliotecario. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-880-8.

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Carlo Battisti (Trento 1882-Empoli 1977) è stato uno dei maggiori linguisti italiani ed è entrato nella storia del cinema come protagonista del film Umberto D. di Vittorio De Sica. La sua lunga e intensissima attività fu per larghi tratti divisa fra la linguistica e la biblioteconomia, fin dagli esordi all’Università di Vienna. A Firenze Battisti ha insegnato Storia comparata delle lingue romanze e Biblioteconomia e Bibliografia alla Scuola per bibliotecari e archivisti paleografi, di cui fu anche direttore. Gli otto studi qui pubblicati ne ricostruiscono il profilo biografico e intellettuale e portano alla luce una serie di documenti inediti. Il volume è completato da un’appendice iconografica.
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Chiesa di San Paolo (Modena, Italy), Hrsg. Immagini di luce: Dalla Scuola di Burano al chiarismo, fra pittura e fotografia. Modena: Provincia di Modena, 2002.

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Caneppele, Paolo. Fra luci e ombre: Intrattenimento e propaganda sugli schermi cinematografici di Bolzano (1919-1945). Bolzano: Provincia autonoma di Bolzano Alto Adige, 2002.

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Aprile, Nello. L' uomo fra bene e male: Considerazioni alla luce della moderna scienza dello spirito. Poggibonsi: Lalli editore, 1992.

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Silvia, Toniato, Hrsg. I giochi matematici di fra' Luca Pacioli: Trucchi, enigmi e passatempi di fine Quattrocento. Bari: Dedalo, 2011.

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Buchteile zum Thema "Fry, Lucy"

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Trovato, Giovanni. „Fracto ponetur syllaba versu: genesi, funzioni ed effetti di alcune mutazioni metrico-prosodiche in età tardoantica“. In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 235–54. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2024. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-734-5.15.

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Il grado di fluidità raggiunto dalla lingua poetica latina nella tarda antichità è un dato già posto in evidenza in numerosi studi. La prospettiva di indagine è in molti casi quella di un confronto teso al riconoscimento di una deviazione dal canone compositivo classico; tuttavia, il fenomeno risulta anche interpretabile come una progressiva ridefinizione e semplificazione della norma tecnica. È possibile identificare alcune tendenze “anomale” nella versificazione dattilica fra il III e il VI secolo d.C.? Come si ridefinisce la norma metrico-prosodica e come vengono recepite queste novità dai poeti e dagli eruditi dell’epoca? Si tenta con questo contributo di chiarire questi punti, ragionando su un periodo che non è solo un’epoca di transizione fra l’antichità e il Medioevo, ma anche il momento in cui la lingua poetica latina riflette con più consapevolezza su sé stessa e porta alla luce molte delle sue potenzialità tecnico-espressive.
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Maračić, Ljudevit. „Fra Ivan Marko (Giovanni Marco) Lukačić alla luce della più recente documentazione archivistica“. In Epitome musical, 65–78. Turnhout: Brepols Publishers, 2022. http://dx.doi.org/10.1484/m.em-eb.5.132037.

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3

Di Santo, Emanuele. „Sub umbra Damasi. I rapporti fra Girolamo e Ambrosiaster alla luce del progetto ecclesiologico di Damaso“. In Instrumenta Patristica et Mediaevalia, 153–91. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.ipm-eb.5.122959.

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4

Pérez-Gómez, Alberto. „The Glass Architecture of Fra Luca Pacioli“. In Chora 4, 245–86. McGill-Queen's University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.1515/9780773570801-011.

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Coffee, John C. „The Rise, Fall, and Redefinition of the Auditor: From Bookkeeper to Professional to Information Consultant“. In Gatekeepers: The Professions and Corporate Governance, 108–91. Oxford University PressOxford, 2006. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780199288090.003.0011.

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Abstract Accounting is an old art, but a relatively modern profession. Conventional histories of accounting usually begin with the formalization of double-entry bookkeeping, which is credited to an Italian monk, Fra Luca Pacioli, who in 1494 published the first work explaining the accounting practices that Italian merchant houses had probably already used for at least a half-century.
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Zartaloudis, Thanos. „Nomos Basileus“. In The Birth of Nomos, 212–57. Edinburgh University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.3366/edinburgh/9781474442008.003.0008.

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This chapter examines the uses of nomos family of words in the poetry of Pindar, including an extensive analysis of fr.169a. In doing so it also considers Plato’s, Carl Schmitt’s, Giorgio Agamben’s, Jean-Luc Nancy’s and Friedrich Hölderlin’s references to the Pindaric fragment.
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Hargittai, Magdolna. „Inventors and Technologists“. In Meeting the Challenge, 241—C8F16. Oxford University PressNew York, 2023. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780197574751.003.0008.

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Abstract The renowned inventor Hertha Ayrton lived between the 19th and 20th centuries, yet even today relatively few women become inventors and technologists. When Ayrton’s fellowship at the Royal Society came up, it was declined on account of her husband already having been an FRS, and she was not considered to be an independent entity. Katharina Blodgett was lucky in having a fair-minded Nobel laureate mentor, Irving Langmuir. Pioneer aviators and space travelers had to be physically and emotionally able to handle unexpected situations and needed the necessary knowledge to do so. Of the seven individuals mentioned in this category, both aviators and two of the space travelers lost their lives during their respective missions. The modern innovator Nobel laureate Frances Arnold combined engineering and biochemistry to produce mutations of enzymes for useful purposes.
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Bencsik, Andrea, und Tímea Juhász. „Knowledge Management Strategy as a Chance of Small and Medium-Sized Enterprises“. In International Business Strategy and Entrepreneurship, 52–81. IGI Global, 2014. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-4666-4753-4.ch004.

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This chapter shows how SMEs can compete with multinational companies. This chapter was written on the basis of practical research results. In this research, Hungarian and Slovakian SMEs were investigated from the view of a knowledge-based economy. The question was how they can face future challenges. The researchers wanted to know how SMEs handle their chance which is hidden in their way of thinking about a knowledge strategy. As a result, these companies seem to be afraid, uncertain, and think their success is only luck or a current incident. They live a “fly by night” existence, and they do not feel the importance of development, of studying, of knowledge; they run after work and money. These enterprises feel that they have to survive, and to this, they need money and financial capital. Therefore, knowledge and studying fall behind.
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Burlingame, Jon. „“Just sit right back and you’ll hear a tale”Comedy“. In Music for Prime Time, 197—C6.P262. Oxford University PressNew York, 2023. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190618308.003.0007.

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Abstract Situation comedies featured bright, upbeat themes from the start. I Love Lucy became the most famous sitcom theme of the 1950s, but very quickly songs (tunes with lyrics) became popular for comedies, particularly those that told the backstory of the characters: The Beverly Hillbillies, Gilligan’s Island, and the Vic Mizzy–penned Addams Family and Green Acres became famous for generations of TV watchers. Earle Hagen became one of TV’s most successful composers with instrumental themes for Andy Griffith and Dick Van Dyke. Songs for Patty Duke (sung), Bewitched, and I Dream of Jeannie (played instrumentally) became famous in the 1960s, while pop stars joined the fray in the 1970s for Courtship of Eddie’s Father, Chico and the Man, and Welcome Back Kotter. Charles Fox became the sitcom king of the 1970s with Happy Days and Laverne & Shirley. MTM offered catchy tunes for Mary Tyler Moore and Bob Newhart, while Norman Lear gave us Broadway-tunesmith-penned All in the Family and a series of memorable themes including Maude, Good Times, and The Jeffersons. Quincy Jones used an all-star jazz band for The Bill Cosby Show. The 1980s and 1990s gave us Cheers, Seinfeld, and Friends, while hip-hop made its entrance with The Fresh Prince of BelAir.
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Lane, Belden C. „Birds“. In The Great Conversation, 53–67. Oxford University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190842673.003.0004.

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In myth and folklore, birds (and cranes in particular) have traditionally been symbols of transcendence and rebirth. The Sufi mystic Farid ud-Din Attar, in his The Conference of the Birds, offered a parable of birds going on pilgrimage to find the divine king of their dreams, openly to discover in the end that they were the mystery they had sought all along. The author reads this text on a trip to see sandhill cranes along the Platte River in Nebraska. These cranes fly 10,000 miles between Mexico and northern Alaska (and back) each year, stopping in March to feed for a few weeks. In the history of symbols, birds are routinely portrayed as omens of death, embodiments of departed spirits, or symbols of transcendent mystery. But of all birds, the crane—by the majesty of its size alone—inspires admiration. The huge white bird with a bright red crown is a symbol of longevity and good luck. It was believed to have a life span of a thousand years or more.
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