Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Corso di studio in scienze dell'architettura“

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Corso di studio in scienze dell'architettura"

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Binetti, Paola. „La dimensione etica nella formazione infermieristica: un problema di stile di vita, di contenuti specifici e di integrazione culturale“. Medicina e Morale 46, Nr. 5 (31.10.1997): 939–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.869.

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La recente entrata in vigore della nuova Tabella XVIII ter, che contiene l’ordinamento didattico di tutti i diplomi universitari afferenti alla Facoltà di medicina offre, rispetto alla precedente, maggiori spazi per lo studio della Bioetica, sia come disciplina a sè stante sia come disciplina trasversale, punto di riferimento essenziale anche per gli altri corsi. La Bioetica, collocata al termine del corso di studi nel cuore del corso di Diritto sanitario, deontologia e Bioetica applicata, può trovare i suoi fondamenti culturali nello studio della Antropologia, - parte integrante delle Scienze umane previste nel II anno di Corso, e della Storia e Filosofia della Medicina, corso previsto nel III anno. La proposta formativa del LIU è quella di anticipare una serie di crediti del corso di Filosofia della Medicina al I anno, in modo da aumentare l’esposizione dello studente alle problematiche di tipo etico, inserendole fn dal primo momento nel suo progetto educativo. Obiettivo di fondo è quello di fare della Bioetica e delle sue implicazioni culturali la rete concettuale di riferimento, vera struttura portante, di tutto l’edificio formativo dello studente del DUI, dal momento che una vera innovazione oggi è possibile solo nel quadro di valori etici con cui l’infermiere si relaziona con il malato e la sua famiglia, elabora risposte coerenti per le nuove esigenze emergenti sul territorio e si dispone ad affrontare una linea di ricerca di alto profilo scientifico.
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Roberti, Geraldina, und Antonella Nuzzaci. „Orientati al futuro: percorsi di orientamento al lavoro per una scelta consapevole del corso di studio“. EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, Nr. 2 (Juli 2021): 32–48. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12114.

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In Italia, l'accesso al sistema dell'istruzione terziaria è ancora limitato, come pure appare diffusa una certa irregolarità nel percorso di studio universitario; in funzione di tali considerazioni, il contributo è volto a riflettere sulle azioni di orientamento messe a punto dall'Università dell'Aquila, nell'ambito del progetto "Super", per accrescere negli studenti la conoscenza delle specificità del Corso di Laurea Interclasse L-19&L39 in Scienze della formazione e del servizio sociale e intervenire positivamente nella costruzione dei profili e delle prefigurazioni professionali da parte degli studenti coinvolti. Nell'ottica di rafforzare la collaborazione tra scuola, università e mondo del lavoro e garantire un dialogo efficace con i docenti e gli altri stakeholder interni ed esterni all'Università, i responsabili dell'iniziativa hanno dato vita a un progetto formativo, articolato in diversi step, che ha coinvolto quattro istituti superiori abruzzesi. Nello specifico, il progetto ha previsto momenti diversi di orientamento, formazione e azione, ambientati in due setting differenti: la scuola e il Dipartimento di Scienze umane dell'Università dell'Aquila. Realizzato attraverso un percorso di presentazione dei contenuti core del Corso di Studio, di illustrazione degli obiettivi e dei saperi pratici relativi alle professioni di educatore e di assistente sociale e di valutazione delle conoscenze apprese dagli studenti, il progetto ha conseguito gli esiti formativi e di orientamento illustrati nell'articolo.
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Torre, Emanuela M., und Paola Ricchiardi. „Utilizzo formativo di prove autentiche nel corso di laurea in Scienze della formazione primaria“. EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, Nr. 2 (Dezember 2021): 411–31. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12391.

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La rilevazione dei learning outocomes al termine dei percorsi di studio universitari è stata avviata in Italia, per le competenze generaliste, nel 2013 (Kostoris, 2015). In seguito, è stata estesa alle competenze disciplinari (Teco-D), con l'introduzione anche di rilevazioni in ingresso, al fine di poter valutare il "valore aggiunto" derivante dalla frequenza dei diversi corsi di laurea. Tali rilevazioni sono state e sono tuttora al centro di dibattiti scientifici e oggetto di approfondimenti di ricerca. Un filone interessante ha analizzato le strategie di utilizzo dei risultati come retroazione per i corsi di studio, in una logica di miglioramento continuo, che parte dal coinvolgimento dei docenti nella definizione di traguardi comuni fino all'analisi dell'efficacia delle azioni formative (Federighi, 2018; Del Gobbo, 2018). Gli esiti di tali rilevazioni sistematiche potrebbero tuttavia essere utilizzate anche in chiave formativa per gli studenti, prevedendo un feedback individuale, rispetto al raggiungimento dei traguardi essenziali del profilo di laurea, e uno collettivo, nelle sessioni di rielaborazione in gruppo. In questa linea si colloca la proposta descritta nel presente contributo, realizzata nel corso di studi in Scienze della formazione primaria dell'Università di Torino, con contingenti ampi di studenti.
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Fari, Simone. „La storia della mobilità. Uno studio critico sulle origini, l'evoluzione della disciplina e le carenze della letteratura italiana“. ITALIA CONTEMPORANEA, Nr. 295 (Mai 2021): 99–120. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295005.

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Nel corso della storia, gli eventi drammatici e traumatici sono stati spesso lo spunto per alcune riflessio-ni metodologiche e storiografiche. Questo articolo vuole essere, allo stesso tempo, una revisione della letteratura e una provocazione metodologica e storiografica. La finalità di questo articolo è doppia. Da una parte si evidenzia, provocatoriamente, che il paradigma delle mobilità non è incompatibile con l'analisi storica e che anzi, tale paradigma, dovrebbe essere recepito da chi si occupa di storia dei tra-sporti, delle migrazioni e dei movimenti in generale. Dall'altra parte, si vuole mostrare che le scienze sociali e storiche italiane sono un terreno vergine per la diffusione di un tale approccio, poiché il para-digma delle mobilità è stato largamente trascurato. Per questa ragione, l'articolo è un implicito invito agli studiosi di storia dei trasporti a addentrarsi maggiormente nei meandri metodologici delle scienze delle mobilità.
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Guidarini, Stefano. „Progetto e ricerca“. TERRITORIO, Nr. 95 (Mai 2021): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095001.

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Qui si riprende una riflessione, che è in corso nelle Scuole di Architettura italiane all'interno delle discipline della progettazione, con l'obiettivo di fare il punto sul progetto come strumento di conoscenza e come prodotto di ricerca scientifica, senza dimenticare la doppia natura dell'architettura da sempre divisa tra scienza e arte, tra sapere tecnico-scientifico e cultura umanistica, tra necessità pratiche (stabilità, funzionalità, durata, sicurezza, economia) e aspirazioni che si rivolgono a soddisfare necessità umane più ampie e sfumate (utilità, bellezza, figuratività e rappresentatività, comodità, riconoscibilità, creatività).
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La Rocca, Concetta. „Triangolo del feedback per una valutazione trasparente e condivisa in ambienti digitali. Descrizione di una esperienza“. EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, Nr. 2 (Dezember 2021): 235–49. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12445.

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Questo lavoro presenta i processi di feedback dialogico e circolare avviati nell'A.A. 2020/21, in un contesto didattico e valutativo trasparente e condiviso, nell'ambito dei due laboratori online, a cui hanno partecipato in totale 41 studenti, che sono parte del corso magistrale Comunicazione di Rete, tenuto dall'autrice, nel Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre. Il corso è stato erogato in ambienti digitali e, per facilitare la comunicazione tra studenti e docente, è emersa la necessità di attivare feedback ulteriori rispetto a quelli sulla corretta esecuzione dei compiti.  In particolare, anche attraverso l'uso di Open Badge, si è voluto rendere esplicite quelle forme di feedback che di norma restano tacite e che riguardano gli aspetti socio-affettivi e organizzativi (Yang & Carless, 2013). I dati, raccolti con strumenti quali-quantitativi, hanno mostrato che attraverso l'erogazione di varie forme di feedback, dialogico e circolare, si può costruire un contesto di insegnamento/apprendimento in cui la docente e gli studenti possano ricevere informazioni per la revisione della didattica e dello studio e partecipare attivamente al progetto educativo.
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Damiani, Paola, und Antonella Pugnaghi. „Il "PF": sperimentazione di uno strumento per sostenere le competenze riflessive e metacognitive di studenti e studentesse all'università, in ottica inclusiva“. EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, Nr. 2 (Juli 2023): 99–115. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2023oa15909.

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Sostenere processi riflessivi nell'ambito del percorso di studi universitario, mediante la sperimentazione di strumenti e azioni finalizzati a promuovere e a potenziare lo sviluppo delle competenze personali e trasversali fondamentali per la realizzazione del percorso accademico di ciascuno, significa in ultimo realizzare dei contesti formativi inclusivi. In questa prospettiva, il percorso denominato "Progetto Formativo: sperimentazione di uno strumento di sostegno allo studio", avviato nell'a.a. 2021-2022 presso il Corso di Studi in Scienze dell'Educazione dell'Università di Modena e Reggio Emilia, mira a fornire a tutti gli studenti e le studentesse iscritti un sistema di sostegni allargato finalizzato a promuovere l'acquisizione di competenze fondamentali per l'apprendimento, lo studio e la partecipazione in ambito accademico, attivando importanti processi di individualizzazione e di orientamento in itinere. Nel contributo, oltre a delineare le principali finalità del percorso di ricerca e analizzare i dati raccolti nella prima fase di sperimentazione dello strumento, si tratteggiano delle possibili prospettive future, al fine di disporre anche in ambito accademico di forme di sostegno che consentano a tutti gli studenti e le studentesse di acquisire competenze emancipative e capacitanti che concorrono alla realizzazione del successo formativo di tutti e di ciascuno.
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano und Roberta Bonelli. „La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria“. EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, Nr. 1 (Juni 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Franco, Alessia. „Il “Marx” di Simone Weil. Un’analisi della critica weiliana del marxismo“. Logos. Anales del Seminario de Metafísica 56, Nr. 2 (14.12.2023): 169–87. http://dx.doi.org/10.5209/asem.88857.

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Questo saggio esplora la critica a Marx e al “marxismo” sviluppata da Simone Weil nel corso della sua opera. Vengono identificati tre nuclei principali della critica weiliana al marxismo: la validità del metodo materialistico per lo studio delle scienze sociali; il presunto “messianesimo” di Marx, inteso come la concezione della storia come un progresso intelligente verso il meglio; e l’identificazione del marxismo tout court con una filosofia determinista e meccanicista. Si cerca di definire a quale “Marx” effettivamente sia rivolta la critica di Weil: si sostiene infatti che alcune delle sue argomentazioni siano riferibili alla “vulgata” marxiana, ossia a una lettura semplificata e schematica del marxismo, o alla “tendenza deteriore” del marxismo caratterizzata dall’economicismo e dal meccanicismo, dibattuta anche all’interno della Seconda Internazionale, o a posizioni di Engels e Lenin, o ancora all’operato del PCF o delle organizzazioni operaie, piuttosto che all’effettiva opera di Marx.
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Di Barbora, Eugenia, Lucia Bragatto, Lucia Locuoco, Daniela Paci und Maura Tavano. „Primary Education Teacher Training: an exploratory study from the lockdown towards the post Covid period“. Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, Nr. 3 (31.12.2021): 150–64. http://dx.doi.org/10.36253/form-10247.

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This exploratory study, conducted during the first Covid-19 lockdown, formed part of the practical module of the Teacher Training in Primary Education course at the University of Udine, and was carried out on a sample of trainees enrolled on the course. The research had the following objectives: to understand the effects of the Covid-19 lockdown on trainees and to reflect on the impact on planning of teaching in a traditional classroom environment or in VLE, Virtual Learning Environment. In order to improve the practical components of the course, observations focused on organizational, methodological and pedagogical aspects. The data, gathered in an online questionnaire, provided a comparison of teacher training delivered in person in the pre-Covid period and in later training online. The data also provided information on the strengths and weaknesses of classroom and distance learning, on the use of technology and on the professional development of teachers in the future. The study found a multitude of issues that will need to be further explored in the post Covid period, including rethinking models and approaches in initial teacher training. Tirocinio di Scienze della Formazione Primaria: uno studio esplorativo nel primo lockdown per Covid. Il presente studio esplorativo è stato promosso, durante il primo lockdown per Covid-19, all’interno del Tirocinio del Corso di Studi in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Udine su un campione di studenti iscritti al tirocinio. La ricerca esplorativa ha avuto come obiettivi: comprendere le ricadute nei tirocinanti conseguenti allo stato di emergenza e riflettere sulla didattica in presenza e a distanza sui piani organizzativo, metodologico e pedagogico per potenziare l’offerta formativa del tirocinio. I dati, desunti da un questionario online, hanno permesso un confronto sul tirocinio in presenza nel periodo pre-Covid e successivamente svolto in DaD. I dati hanno fornito anche risultati su punti di forza e criticità della didattica in presenza e a distanza, sull’uso delle tecnologie e sulla professionalità docente futura. Lo studio ha inoltre rilevato una molteplicità di aspetti che andranno ulteriormente approfonditi per il periodo post Covid-19, tra cui il ripensamento di modelli ed approcci nella formazione iniziale degli insegnanti.
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Dissertationen zum Thema "Corso di studio in scienze dell'architettura"

1

Vissani, Filippo. „Studio e analisi dell'architettura di applicazioni di realtà mista in HoloLens 2: un caso di studio“. Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24299/.

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Negli ultimi anni realtà virtuale e realtà aumentata hanno iniziato a diffondersi sempre più rapidamente. Ogni anno vengono introdotte tecnologie che garantiscono esperienze sempre migliori. Una di queste tecnologie è HoloLens 2, un dispositivo concepito da Microsoft per permettere esperienze di realtà mista. In questa tesi si vogliono presentare i risultati degli studi effettuati sullo sviluppo di applicazioni Mixed Reality per HoloLens 2. La realtà mista viene prima di tutto descritta da un punto di vista teorico, ma vengono anche definite architettura e struttura delle applicazioni relative. L'obiettivo è quello di fornire una visione completa della Mixed Reality, non solo da un punto di vista teorico, ma anche tecnico e pratico.
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2

Sertori, Matteo. „Implementazione di un bot telegram per fornire informazioni relative ad un corso di studio“. Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12258/.

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L’obiettivo di questo volume di tesi è l’introduzione dei principali temi riguardanti le tecnologie bot e i loro utilizzi fino ad arrivare alla descrizione della progettazione e sviluppo di un chatterbot su Telegram in grado di rispondere alle domande più frequenti relative ad uno specifico corso di laurea.
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3

Miani, Lorenzo. „La comprensione dei nodi concettuali della cinematica di base: uno studio con studenti del corso di laurea in scienze biologiche“. Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18732/.

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Questo lavoro si pone l’obiettivo di confrontare le conoscenze e le competenze di un gruppo di studenti universitari riguardo le funzioni lineari nella cinematica unidimensionale [x(t)] e nella matematica [y(x)] con quelle di una classe belga di studenti di 14-15 anni. Dapprima si presenta una panoramica sui principali argomenti della cinematica e sulle difficoltà riscontrate nella ricerca in Didattica della Fisica. Si procede quindi con la presentazione dell’articolo di Ceuppens, Bollen, Deprez, Dehaene e De Cock “9th grade students’ understanding and strategies when solving x(t) problems in 1D kinematics and y(x) problems in mathematics” (2019), da cui è stato tratto lo strumento di indagine. Questo riguarda un questionario composto da 24 domande, 12 di matematica e 12 di cinematica, costruite in forte analogia formale. Si passa in seguito a descrivere il campione di studenti considerato nel nostro studio, ovvero 28 studenti del primo anno del corso di Scienze Biologiche dell’Università di Bologna, e il contesto dell’indagine, ovvero il modulo di Laboratorio del corso di Fisica. I risultati dello studio sono riportati nel terzo capitolo. Dato il ristretto numero del campione e i metodi di selezione, i dati non sono stati analizzati seguendo metodi statistici ma utilizzando un approccio fenomenologico. Nonostante la differenza di età e di contesto, il principale risultato riguarda una concordanza coi risultati dell’indagine belga: le domande che presentano maggiori difficoltà riguardano la cinematica. Gli studenti mostrano di padroneggiare i concetti di pendenza e di intercetta in matematica ma non sanno riconoscerne il significato fisico in rappresentazioni formali di moti. Particolari difficoltà sono quindi emerse nel concetto di pendenza negativa.
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MECENERO, MARIA CRISTINA. „Passaggi: maestre tra scuola e università.L’esperienza delle supervisore dei corsi di laurea in Scienze della formazione primaria: due studi di caso“. Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343929.

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Passaggi: maestre tra scuola e università è il titolo del mio lavoro che vuole essere un contributo alla conoscenza e alla comprensione dell’esperienza delle maestre chiamate supervisore o tutor di tirocinio per il loro nuovo ruolo assunto nelle università italiane nella formazione delle future insegnanti dei primi gradi di scuola, da quando, nel 1998, è stato istituito il corso di laurea in Scienze della formazione primaria. Passaggi sono quelli che nella storia delle maestre italiane stanno avvenendo proprio grazie al fatto di essere coinvolte nella trasmissione/innovazione del sapere dell’esperienza, nella forma istituzionalizzata a livello universitario: custodi e artefici attive di una cultura della scuola da rimettere nello scambio e nel circuito del sapere. Ho svolto la ricerca avvalendomi di un metodo misto tra l’ermeneutico, basato sulla continua e dialogica interpretazione dei dati raccolti a partire dallo scambio con le partecipanti alla ricerca, e l’approccio etnografico: ho scelto quindi di utilizzare diverse tecniche di indagine (osservazione partecipante, shadowing, intervista, analisi documentale) e di comporre una serie di differenti materiali empirici (taccuini, registrazioni, fotografie, testi redatti dalle partecipanti, materiale documentario). Le domande guida all’attività di ricerca – che cosa sta succedendo qui? come funziona la pratica formativa osservata? - rappresentano il fuoco del mio lavoro e hanno riguardato le esperienze delle maestre supervisore presenti sia nelle aule universitarie sia nelle classi scolastiche. Esse si sono articolate a partire da una questione di fondo: se e attraverso quali modalità le maestre supervisore contribuiscono nella relazione con altri soggetti – le studentesse, le insegnanti accoglienti, le/i docenti universitari, le/i dirigenti ecc. – a modificare la cultura scolastica e la cultura della formazione universitaria. Il processo della ricerca si è articolato in due studi di caso; i contesti scelti sono sati quelli dei gruppi di supervisione dell’università di Urbino e di Bologna. Lo studio delle due realtà si è sviluppato con modalità differenti, rispecchianti le differenti disponibilità date dai soggetti a coinvolgersi nella ricerca. Ho inoltre condotto alcune interviste in profondità a supervisore e studentesse delle città di Milano, Bologna e Urbino, per avere accesso a storie individuali relative all’esperienza di supervisione sia dal punto di vista delle maestre che da quello delle tirocinanti. Relazionalità, essere gruppo, pratica della convivialità, esperienza e mediazione sono le cinque dimensioni che definiscono le modalità proprie dell’interazione tra maestre supervisore, studentesse, università e scuola nel contesto di Urbino. Esse si inscenano in una dinamica istituzionale complicata e determinano un agire formativo che in parte prende le distanze da meccanismi di potere e di divisione interna, in parte li conferma. A Bologna, il gruppo di supervisore patisce un disconoscimento del valore aggiunto introdotto in università con l’esperienza del tirocinio e, tra identità professionali sperimentate, negate, rappresentate non univocamente, mostra quanto la dimensione interistituzionale venutasi a creare non sia sottoposta a elaborazione e venga anzi ostacolata da schemi e logiche vecchie che non è semplice superare, né nella cultura universitaria né in quella scolastica. Le maestre che sono all’università e vivono in una zona di intersezione organizzativa introducono un nuovo orizzonte: potrebbe essere questa un’occasione per ripensare anche profondamente le pratiche formative prevalenti nell’università. La ricerca si riprometteva di cogliere e interpretare eventuali segni di cambiamento rispettivamente della cultura della scuola e della cultura dell’università e, in definitiva, di valutare la significatività del dispositivo messo in atto a seguito dell’istituzione del corso di laurea in Scienze della formazione primaria. Un interesse non secondario dello studio era di mettere a disposizione delle interessate e di un pubblico più vasto la memoria del percorso dei due gruppi di supervisione coinvolti.
Passages: teachers between school and university is the title of my work, that aims to be a contribution to the awareness and understanding of the experience of teachers that are called supervisors or tutors of teachers training in their new role assumed within Italian universities in training future teachers for the first school grades, begun in 1998 when a course was started leading to a degree in Science of primary formation. Passages are those that are taking place in the history of Italian teachers thanks to the fact of being involved in the transmission/innovation of the knowledge of the experience, in the institutionalised form at university level: custodian and active artificer of school culture, to be placed once more in the exchange and circuit of knowledge. I developed my research using a mixed method from hermeneutic, based on the continuous and dialogical interpretation of the data gathered at the start of the exchange with the research participants and the ethnographic approach: I therefore chose to use various inquiry techniques (participant observation, shadowing, interviews, document analysis) and to put together a series of different empirical materials (notebooks, tapes, photos, texts written by the participants, documentary material). The key questions for the research - what is happening here? how does the formative practice observed function? - they represent the kernel of my work and dealt with the experience of the supervising teacher present both in the university lecture hall as well as school classes. Right from the start an articulated basic question: if and across which modality the supervising teachers contribute to the relationship with other subjects - students, tutor teachers, university professors, head teachers etc. - in modifying scholastic culture and the university formation culture. The research process was broken down into two case studies; the contexts chosen were those of the groups supervised by the universities of Urbino and Bologna. The study of the two realities in question developed with different methods, mirroring the varying availability on the part of the subjects in their involvement in the research. I have also conducted some in depth interviews to supervisors and students in the cities of Milan, Bologna and Urbino, to gain access to individual accounts in relation to the experience of supervision, both from the teacher’s point of view and that of the trainees. Relating, being part of the group, practising coexistence, experience and mediation, are the five dimensions that define the personal modality for interaction between supervising teachers, students, the university and school within the Urbino context. They are played out within a complicated institutional dynamic and determine a formative acting out that partly takes its distance from power mechanisms and internal division, in part it confirms them. In Bologna, the supervising group suffers from a disavowal of the added value introduced into the university with the experience of the trainees and by the experimented professional identities, negated, not represented unequivocally, it shows how much the inter-institutionalised dimension that was created, did not undergo an elaboration, on the contrary was impeded by old logic, not being a simple thing to overcome, neither in the university culture nor the scholastic one. Teachers that are at the university and live in an intersectional organising zone, introduce a fresh horizon: this could be the chance to re-think in depth the formative practice prevalent at the university. The research gave us the hope of gathering and interpreting any eventual signs of change, respective of the school culture and that of the university and to evaluate in a definite way, the significance of the device put into action following the creation of the Science degree in primary formation. A not secondary interest of the study was to make available to those interested and to an ever wider public the memory of the path undertaken by both groups involved in the supervision.
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Bücher zum Thema "Corso di studio in scienze dell'architettura"

1

Giannini, Alessandra, und Michele Paleari. Laboratori in mostra: Politecnico di Milano, Scuola di architettura e società, Corso di studio in scienze dell'architettura. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini, Italy]: Maggioli, 2011.

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Roca, Giovanni Nicola, und Giacomo Tomasini. Workshop 2005: Corso di laurea in scienze dell'architettura. Padova: Il poligrafo, 2006.

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Brusa, Elisabetta. 8 tesi per 150 anni. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-384-7.

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8 tesi per 150 anni è un filo rosso che parte dalle pagine di alcuni libri-tesi, preziosamente conservati tra le mura dell’Archivio Storico di Ca’ Foscari, per trasformarsi nel corso del 2018 nel simbolico volo di alcune rondini-studenti.Mettendo insieme voci provenienti dal passato e voci e corpi della nostra contemporaneità, Fucina Arti Performative Ca’ Foscari ha celebrato, nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Ateneo veneziano, gli otto Dipartimenti, dedicando ad ognuno di questi una performance realizzata partendo dall’elaborazione di una tesi.Spaziando cronologicamente (la prima tesi affrontata è del 1913) tra le diverse aree di studio – Economia, Studi Linguistici e Culturali Comparati, Scienze Molecolari e Nanosistemi, Filosofia e Beni Culturali, Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Studi Umanistici, Management e Scienze Ambientali, Informatica, Statistica – e, itinerando tra la magnificenza di sale, aule magne, cortili e auditorium cafoscarini, Fucina – con i suoi abitanti virtuali, studenti provenienti da tutti e otto i Dipartimenti, a cui si sono aggiunti studenti del Conservatorio Benedetto Marcello e dell’Accademia di Belle Arti di Venezia – è riuscita a costruire un mosaico di narrazioni intrecciando temi, ricerche, personaggi storici e figure immaginifiche, che ha condiviso con un pubblico curioso e attento.Il testo che qui presentiamo è la testimonianza di quanto realizzato ed è costituito dalla raccolta degli otto copioni, elaborati di volta in volta da uno studente-curatore.La collaborazione con i direttori dei Dipartimenti, con docenti di discipline diverse, con il personale cafoscarino coinvolto nella sfida, oltre alla partecipazione di Ca’ Foscari Alumni e di altre istituzioni veneziane, insieme all’Agenzia di Venezia di Banca Mediolanum, ha trasformato quest’esperienza in un possibile modello universitario di ricerca performativa.Se chi legge riuscirà a mettere in movimento processi immaginativi, allora per tutti coloro che hanno vissuto e condiviso questo progetto ambizioso sarà un ulteriore traguardo raggiunto.Fucina Arti Performative Ca’ Foscari nasce con il nome di Cantiere Teatro Ca’ Foscari nel 2011 come spazio fisico e mentale, teorico e pratico, aperto durante l’anno accademico agli studenti dei vari Dipartimenti desiderosi di confrontarsi con tematiche e sviluppi del mondo delle arti performative, realizzando produzioni proprie. Nel 2018 Cantiere Teatro Ca’ Foscari, diretto da Elisabetta Brusa, si trasforma in Fucina Arti Performative Ca’ Foscari.
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